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.Il tutto era stato una escalation di cose strane. Insomma, non capiva nemmeno come ci fossero arrivati a quella folle idea, lui e Cameron, ma doveva ammettere che la cosa non gli dispiaceva per niente. Insomma, Cam aveva bisogno di liberarsi e di pensare ad altro, lui d'altro canto, doveva occupare la mente in qualcosa che non lo facesse innervosire.
Questo era il motivo per cui quel sabato sera aveva deciso di inviare un semplice messaggio a Giada, mentre il compagno di stanza si stava preparando.CITAZIONEHey principessa, io e un mio caro amico andiamo al Luxury Hotel. C'è un ottimo ristorante, che ne dici di unirti a noi?
Sapeva che la dioptase non si sarebbe tirata indietro, quindi avrebbe mandato la posizione alla ragazza, proprio mentre Cameron usciva dalla sua sauna in bagno.
«Cazzo, bro. Sta il Sahara lì dentro.»
Commentò quel vapore che aveva creato con la doccia calda che il ragazzo si era fatto, mentre agitava la mano a cacciare via un po' di fumo.
Quindi si sistemò la camicia bianca, senza infilarla nei pantaloni e ficcandosi su una giacca di pelle nera.
«Sei pronto? Vedrai, questa serata la ricorderemo per sempre.»
Ghignò appena, ben consapevole che Cameron sapesse quale fosse l'intento di Julian, ma che non avesse avvisato la ragazza che aveva invitato. Il riccio sapeva essere davvero pessimo, delle volte, ma sapeva sempre come farsi perdonare.
«Oggi non esistono Regina, Mia o Elisabeth. Oggi ce ne fottiamo del mondo e facciamo quello che cazzo ci pare, Cohen. Chiaro? Canna prima di arrivare?»
Propose sventolando il calumè della pace davanti agli occhi del compagno di stanza, si era preoccupato di prepararlo prima, così che potessero fumare nel tragitto che li avrebbe portati a Londra.Julian Miller"Light my fire."Studente, I anno - Dioptase"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Bro, sei proprio sicuro di questa idea? Domandò, uscendo dal bagno abbracciato da una nuvola di vapore, osservandolo di sbieco, frizionandosi i capelli con un asciugamano bianco, raccogliendo l'acqua in eccesso. Era da diverso tempo che non si dedicava del tempo per se stesso e che non si faceva una doccia così lunga e rilassante, troppo preso dall'incessante ritmo della sua vita piena di imprevisti nemmeno fosse una partita di monopoli.
Avevano avuto un'idea folle, ma sicuramente avrebbe permesso loro di evadere dai loro pensieri, andando sul sicuro con una ragazza che -se solo avesse potuto- avrebbe preso il cazzo di tutti i ragazzi della scuola. Possibilmente in contemporanea. E beh, in un momento come quello, ne aveva estremamente bisogno.
Dammi cinque minuti che mi vesto asserì. Al momento aveva solamente un asciugamano lasciato legato in vita. Si diresse verso il suo armadio e lo spalancò, guardando cos'avesse da offrire. Non era una donna, quindi non si sarebbe messo tre ore a lamentarsi di non avere assolutamente niente da mettersi, perciò afferrò una camicia ed un pantalone nero, che abbinò a delle vans bianchissime e anche lui indossò una giacca di pelle, osservando lo spettacolare risultato allo specchio.
Canna prima di arrivare concordò, sventolando la bacchetta per accendere quel sottile tubicino di felicità, trovandosi estremamente d'accordo con la sua idea. Oggi niente Mia, Elisabeth o Regina. Oggi noi ci divertiremo. Il tono era abbastanza duro poiché era volto a convincere più se stesso che lui, perché temeva di non riuscire a togliersi le due ragazze dalla testa. Per questo prese una profonda boccata dalla canna, inspirando finché il fumo non lo invase fino ai polmoni, svuotandolo di parte delle sue preoccupazioni.
Possiamo andare, bro!
Mise piede sul molo Ygdrasill sette ore dopo e si dovette trattenere per non buttarsi sul pontile e baciare il duro legno, stanco di quel fastidioso ondeggiare del Galeone sulle onde. Avevano passato quasi tutto il tempo stesi in una cabina a fare pensieri impuri sulle ragazze migliori della scuola, come la Clarke, Zuleyka, la Murphy e tante altre, quindi il viaggio era parso più leggero.
Finalmente possiamo smaterializzarci, che non siamo più su quell'isola di merda. Gli mise una mano sulla spalla e si concentrò, pensando all'hotel intensamente in modo da arrivarci senza che si spaccassero, quindi vorticò e sparì nel nulla.
Riapparvero in un vicoletto affianco all'hotel e Cameron si spazzolò i vestiti come se fossero pieni di polvere, dopodiché si affacciò oltre il muro per guardare se Giada fosse già arrivata. E la vide a poca distanza da loro, un vestito che lasciava poco alla fantasia. Cristo fraté, mi sta venendo duro. Indicò con un dito il culo di Giada, leccandosi le labbra. Quindi prese l'iniziativa e mosse alcuni passi verso la troietta con la quale avevano deciso di svuotarsi le palle e le posò a sorpresa una mano sulla schiena, leggera.
Buonasera Giada, sei stupenda. Quasi vomitò per quel complimento, ma doveva pur lavorarsela.Cameron Cohen
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.«Sì, vedrai! Ci divertiremo!»
Rispose all'altro con convinzione, sistemandosi i riccioli indomabili che aveva in testa.
«Tutto sto vapore mi ammoscerà i ricci.»
Commentò, guardandosi allo specchio. Era davvero sicuro? No, non lo era, ma ormai il dado era tratto e per quanto lui fosse aperto a tutto, quella era una delle cose più strane che stavano per fare. Aver invitato una ragazza a cena, con la sola idea di portarla in camera, era qualcosa che andava oltre ogni sua fantasia recondita. Eppure, non aveva saputo farne a meno, soprattutto quando aveva visto Cameron riverso in stato pietoso per le due dame che li avevano pugnalato il cuore (?) o era lui ad averne pugnalato qualcuno?
Vabbé, comunque, fatto sta che Julian aveva solo uno scopo in quella giornata: eliminare dalla testa di Cameron tutti i problemi e se per farlo doveva pagare la cena a Giada, allora lo avrebbe fatto.
Evadere dai pensieri era necessario per entrambi e Julian avrebbe fatto di tutto per quella testa di cazzo di Cameron Cohen.
«Muoviti, cinque minuti sono troppi.»
Lo prese in giro, finendo di girare la canna, quindi gliel porse e lo guardò da capo a piedi. Si posizionò davanti allo specchio accanto a lui e annuì al suo mantra dettato dall'idea che quella sera non sarebbero esistite altre donne.
«Bella, bro. Stiamo egregiamente.»
Quindi avrebbe tirato dalla canna anche lui e al suo cenno avrebbe annuito.
Il viaggio lunghissimo verso Londra, fu un susseguirsi di risate e stronzate sulle ragazze dell'accademia, come se dovessero allegerire la mente a tal punto da risultare più orribili del solito, ma allo stesso tempo un sacco adorabili.
Poi quell'anno c'era un sacco di merce da valutare, in quell'Accademia, quindi avevano molto di cui parlare, i due.
«Tutto questo, secondo me è per fregarsi i soldi del Galeone.»
Disse, lasciandosi smaterializzare con l'altro fino all'ingresso dell'hotel, dov'era già presente la ragazza che avevano invitato.
Appena la vide da lontano, non mancò di dare qualche gomitata leggera all'amico, ritrovandosi ad ascoltare le sue parole e a ridere.
«Te l'ho detto, bro. E' quello che ci meritiamo oggi!»
Lo disse a bassa voce, mentre si avviava verso la ragazza. Notò l'atteggiamento di Cameron e quasi voleva ridere per come si stava adeguando bene alla situazione. Si affiancò dall'altro lato della ragazza e le sorrise splendidamente.
«Allora? Pronta per questa serata?»
Le fece un occhiolino, aprendo la porta del ristorante e facendo passare entrambi, quindi lanciò un'occhiata a Cameron dopo che passò davanti Giada e guardò il sedere della ragazza. Sì aveva ragione, era decisamente perfetto. Vennero quindi accompagnati al tavolo prenotato per loro e Julian allargò la sedia alla ragazza, lasciando che Cameron la facesse sedere, così da mettersi ad un lato di lei, lasciando l'altro posizionarsi dal lato opposto.
«Mi fa piacere che tu sia venuta, Giada. Avevamo prenotato questo tavolo e volevamo condividerlo con qualcuno di speciale.»Julian Miller"Light my fire."Studente, II anno - Dioptase"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Nonostante la spavalderia apparente, un leggero stato di turbamento si agitava sotto la superficie. Temeva le conseguenze di ciò che stavano pianificando, ma la rabbia cieca nei confronti di Elisabeth, gli impediva di pensare con reale razionalità, perciò in fin dei conti gli sembrava una buona idea, per quanto forse sia lui che Julian avrebbero dovuto imparare a tenerselo nei pantaloni, se non avessero voluto perdere le donne che avevano conquistato i loro cuori solitari.
Che fighetta commentò alle rimostranze di Julian in merito al vapore, accompagnando la frase con una risata. Era così bello respirare quella normalità, che quasi aveva paura che potesse finire da un momento all'altro, come una bolla di sapone che scoppia. Ma con il Miller era tutto così facile: erano due coglioni, non c'erano problemi di sorta che non fossero risolvibili con una bevuta. E sicuramente non avrebbe mai fatto portato a letto una ragazza con la forza, privandola di momenti importanti. Lui non è Mark gli ricordò squillante la sua mente. E per fortuna che non lo era. No, lui era un diamante, non poteva essere confuso con la merda che era l'altro norvegese.
Faccio veloce sospirò, prendendo la canna e rilassandosi completamente. Ci voleva proprio per azzerare i pensieri e permettergli di pensare ad altro, diverso da ciò che lo stava tormentando.
Ad ogni modo, era ora di andare.
Dici? Sigurd avrà un sacco di Jacuzzi con tutti i soldi che si fa, zitto zitto replicò in una risata, mentre insieme si smaterializzavano alla volta dell'hotel, dove avrebbe avuto luogo tutto ciò che avevano organizzato per quel giorno.
Annuì, anche se non poté fare a meno di paragonare il corpo di Giada a quello di uno a lui più noto. Elisabeth. Ma doveva cancellarsi quell'immagine dalla testa o non si sarebbe mai goduto appieno la serata.
Ha proprio la faccia di una che realizzerebbe ogni nostro desiderio più perverso. Complice la canna, aveva già accantonato i pensieri nefasti a favore di qualcosa di molto più superficiale.
Finalmente si mossero ed arrivarono dalla ragazza.
Sorrise alla risposta di Giada, lasciando che poi fosse Julian ad interagirci, mentre si avviavano verso l'interno.
Scambiò con Julian quell'occhiata d'intesa, aggiungendoci un mezzo sorriso. Quel culo sarebbe stato loro entro fine serata. Per Cam sarebbe stata la prima volta, per Julian no, ma si sarebbero divertiti ugualmente.
Allungò una mano a Giada, un sorriso fin troppo galante ad illuminargli il volto.
Si accomodi pure, signorina le disse a bassa voce, calcando sull'ultima parola e gettando un lungo sguardo alla sua scollatura. Cameron era pur sempre Cameron.
Ascoltando la ragazza, dopo essersi seduta al suo fianco, guardò Julian.
Questa te lo succhierebbe anche qua se tu glielo chiedessi mimò con il labiale. Si erano allenati in quella disciplina durante i pasti in cui erano costretti a sedersi in due posti lontani e dovevano comunicarsi qualcosa di segretissimo. Oppure quando erano in corridoio e passava qualche professore ficcanaso. O guardone. Come Olwen, per esempio.
Vada per il chianti, bellezza asserì, osservando Julian. Pagava lui, quindi era quello ad avere l'ultima parola.
Com'è che io e te non abbiamo mai passato del tempo assieme? Domandò alla dioptase, soprattutto visto che erano nella stessa casata. Mise il braccio sullo schienale della sua sedia.Cameron Cohen
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