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.«Joa, me raccomanno, te la vedi tu a pija le erbe? Certo, Jason, ci penso io. E invece? Sta' disgraziata! Ma che le sta a pijà!» - Jason borbottava mentre continuava a tagliare delle erbe. Ogni foglia che tagliava la avvicinava al naso, la odorava e se era buona la metteva nella sacca che pendeva dalla cintola al pantalone. Altrimenti tornava indietro, sulla terra inumidita dalla pioggia del mattino di quella giornata che pareva non finire.
Jason era piuttosto nervoso, quel compito era di Joanne, glielo aveva chiesto e lei aveva detto di sì, ed invece se n'era dimenticata. Seth lo guardava seduto dietro di lui, inclinando il capo di tanto in tanto come se volesse cercare di comprendere davvero cosa stesse dicendo il suo padrone; il druido sbuffò «Devo andare Jas, ciao.» - il ragazzone imitò una voce femminile, davvero inquietante visto la sua voce cavernosa e la sua tonalità più che maschile «Ma chi me lo doveva dì che dovevo avere a che fare con tutti sti adolescenti e una ragazzetta nella mia bottega, oh.» - si sollevò dalla posizione accovacciata che aveva assunto per strappare le erbe che gli servivano. In mano sembrava avere una radice ruvida. I suoi occhi marroni si schiantarono sul musone di Seth «O sbaglio, Seth? Non era meglio quando eravamo io e te?» - la mano destra portò la radice alla bocca, mentre la sinistra si incontrò con la testona dell'husky.
«Andiamo.» - riprese a camminare, calpestando diverse foglie che rendevano il pavimento naturale scivoloso, mentre con gli occhi si guardava attorno, a volte toccando qualche tronco di qualche albero, quasi a volerne constatare la salute, prima di calarsi e recuperare qualche fungo od erba specifica alle sue radici.Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Ogni volta che Jason aveva da raccogliere qualche erba, portava con sé il vecchio (?) e fidato Seth. Era come se una parte dell'anima del druido, forse la parte migliore, fosse stata divisa e messa in quel cane. Era l'unico con cui si lasciava andare a smancerie e spesso anche ad abbracci non troppo delicati e Seth sembrava capire ogni stato d'animo e ogni parola che il suo padrone gli rivolgeva.
Quel giorno, il povero husky stava sopportando ore di sciorinate e lamentele riguardo il comportamento della ragazzina che lo affiancava al "Lo Speziale". E sembrava, il cucciolo, non risentirne di quelle lamentele, come se potesse star lì a pendere dalle sue labbra per ore ed ore.
Eppure, ad un certo punto, mentre Jason era intento a raccogliere e lamentarsi e a lamentarsi e raccogliere, Seth cambiò direzione del suo sguardo, puntandolo verso delle fronde da cui aveva sentito un fruscio.
Il druido sentì il ringhio del cane e, per quanto sembrasse distratto, Jason lo ascoltò come se stesse percependo il suo battito. C'era qualcuno.
Finse di non preoccuparsi, continuando a fare quello che stava facendo «Buono Seth, ora andiamo…» - mormorò come se non avesse capito il motivo per cui stava ringhiando.
Quando la voce femminile di Morgan gli arrivò all'orecchio, la schiena di Jason si raddrizzò e affiancò il suo fido compagno. Gli occhi scuri del druido scivolarono sull'intera figura della donna, fino a giungere al suo volto. Nulla di familiare.
«Non è mai troppo tardi per una passeggiata nei boschi.» - risposte con tranquillità, mentre una mano si poggiava sulla testa dell'husky che continuava a vibrare, nonostante la richiesta della donna «Non ti conosce… difficilmente ascolterà la tua richiesta.» - e lui sembrava non aver dato al cane ancora l'ordine di mettersi tranquillo. Sorrise pacato, mentre incrociava le braccia al petto e rendeva più evidenti, sotto la t-shirt un po' troppo stretta e un po' troppo sottile per quelle temperature di novembre, i bicipiti ben allenati «Di passaggio o sei qui per restare?» - e la domanda forse fu troppo generica, lasciando a lei la possibilità di raccontare il motivo per cui era in quel bosco «In questo bosco è difficile trovare qualcuno che passeggia senza un vero motivo. Il tuo qual è?» - il suo tono cavernoso lasciava comunque una sfumatura di serenità, come se non avesse alcun timore o preoccupazione per la presenza della donna.Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Jason sapeva che avrebbe dovuto mettere a tacere Seth, ma fino a quando non erano chiare le intenzioni della donna, forse avrebbe fatto fare un po' di mormorii al cagnolone, tenendolo sempre a bada, ben consapevole che non sarebbe scattato se lui non gli avesse dato ordine di farlo. Gli occhi scuri di Jason erano puntati su quel viso dai lineamenti particolari. Era certo che ne avrebbe riconosciuto le forme, se fosse stata una persona che già conosceva, eppure era come se qualcosa in lei non lo facesse stare tranquillo.
Rise, tenendo dentro quel suono divertito per le sue parole «E allora sarà ancora più difficile calmare l'altra bestiolina.» - ammise con una sfumatura di ironia nel tono roco. Spostò il peso del corpo sulla gamba destra, sfiorando il manto tricolore del suo compagno «E cosa te lo fa pensare?» - era quasi curioso di sapere cosa fosse a incutere così tanto disagio, per quanto immaginava fosse la sua stazza, i suoi capelli e la sua barba che non aiutavano di certo e lo facevano sembrare un troll di montagna. Gli occhi del druido studiavano ogni sua mossa, non abbassava la guardia e cercava di prevederne i passi. Seth aumentò il tono del suo ringhio a quel colpo di reni, vendendola muoversi, quindi Jason lo afferrò dal manto sul collo e tirò verso di sé, facendo sì che abbassasse il tono nuovamente «Troppo casinisti, ubriaconi e con poca propensione ad accettare che una donna sia più intelligente di loro, giusto?» - aveva descritto il maschio medio del villaggio, non era difficile imbattersi in soggetti del genere e la stessa Rebecca, qualche giorno prima, aveva dato dimostrazione di pensarla ugualmente.
«Suigh.» - un ringhio deciso e autoritario, che sembrava provenire dal terreno, fece vibrare il petto del druido, mentre il suo compagno sembrò zittirsi all'istante, con un pigolio che lo fece mettere a cuccia, poggiando la pancia a terra e le zampe anteriori in avanti, a mantenere il musetto che scivolò di lato.
«Cercavo delle erbe.» - rispose semplicemente, non sciogliendo lo sguardo dal suo «Hai paura?» - per qualche istante dopo questa domanda, gli occhi di Jason rimasero sulla figura femminea, prima di scivolare verso Seth, indicando l'oggetto di quella sua domanda.Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Ancora una volta si trovava a fare i conti con una donna che cercava di fingere di non essere pericolosa. Jason aveva ormai imparato quel cliché, in quanto tutte - o la maggior parte di loro - rimaneva convinta che in quanto uomo, sottovalutasse l'altro sesso. E questo era un pensiero che nessuno avrebbe potuto togliere dalla testa del druido. Avere Morgan davanti non cambiava questa fermezza, anzi stava cercando di capire quanto lei fosse pericolosa, rispetto alle altre donne che aveva incontrato lungo la strada. Seth sembrava non averla molto a genio, ma aveva imparato che il cagnolone non avesse a genio qualsiasi tipo di donna si avvicinasse al druido, dopo diverse esperienze passate, quindi Jason non diede molto peso a quella che era solo la caratteristica di un fedele compagno.
Rise profondamente, roco, alle sue parole
«Siamo a Denrise, e la più signorina di voi donne ha in mano un'arma con cui salpa per mari alla ricerca di mostri marini, signorina.»
Ricalcò quell'appellativo con cui lei stessa si era definita e spense quel sorriso solo apparentemente. Aveva a che fare con le donne troppe volte all'interno della sua giornata, aveva imparato quanto fossero pericolose e talvolta subdole e non credeva che la predona davanti a lui fosse da meno.
«Siete più pericolose di quanto vogliate far immaginare...»
Fu un mormorio quasi a voler puntualizzare su quel concetto, mentre gli occhi nocciola non lasciavano morire l'attenzione che aveva puntato sul suo volto. Quanti anni poteva avere? Sembrava una ragazzina in confronto a lui, si chiedeva da dove provenisse e perché fosse in quel bosco, ma viste le risposte a dir poco lascive, Jason avrebbe dovuto optare per scoprirlo in maniera diversa dalle domande dirette.
Non aggiunse altro alla sua conferma riguardo la loro intelligenza, era come se in quel silenzio stesse valutando la merce che aveva davanti. L'occhio cadde su ogni particolare, ancor più su quella cintola da cui pendeva la pistola. Non temeva quell'arma, non era la prima volta che ne vedeva una e - anche qualora lei gliel'avesse puntata contro - era comunque tranquillo che sarebbe sopravvissuto e forse, se lei avesse sparato, si sarebbe trovata dietro le spalle un Philipp pronto a donarle tante di quelle botte che poteva star tranquilla che Seth sarebbe stato il suo ultimo problema.
Ma togliendo di mezzo questo particolare inutile (?), ancora una volta si trovò a dover far faccia a faccia con una risposta che non rendeva quanto avrebbe voluto. Tuttavia, quando chiese di tenerlo lontano, Jason annuì lentamente, portando un passo davanti all'animale, lasciando che il percorso della donna fosse ancora più breve di quello che doveva essere, in maniera tale che tra lei e Seth si sarebbe frapposto lui. Il cane sollevò il capo a quel movimento del padrone, incrociando i suoi occhi per un breve frangente per poi capire che non doveva ancora muoversi. Si alzò sulle quattro zampe, stiracchiandosi. Jason, seppur non lo dava a vedere, con le orecchie era ben attento a dove andasse, mentre con gli occhi osservava la Vane. Un colpo di muso dietro le cosce del druido.
«Va' pure, Seth.»
Lo congedò momentaneamente, lasciando che il cane si allontanasse per il bosco, senza timore di perderlo.
«E cosa avrebbe affrontato di peggio, una signorina come te?»
Era incuriosito e lo dimostrava anche il suo sguardo che si assottigliò appena. Le iridi si spostarono da lei solo per guardare le erbe che aveva lasciato in terra, trovando più interesse nella figura appena giunta.
«Sono un druido.»
Affermò mostrando all'altra come non avesse timore di lei e di rivelarle chi avesse davanti.
«Sai a cosa possono servire le erbe per uno come me?»
Questa volta la mise alla prova, per tastare ancora una volta il terreno e capire se chi aveva davanti fosse preparata anche solo minimamente a riguardo.
«Io ho allontanato Seth, che ne diresti di presentarci? Jason.»
Non schiodava il suo sguardo da lei, era come se stessero giocando a chi avrebbe mollato prima.Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.La diffidenza era un'altra delle caratteristiche più importanti di un denrisiano. Jason non era scappato a questa linea di DNA, a differenza di quanto aveva fatto per quella che concerneva il maschilismo, tipico di quelle zone. L'occhio del druido aveva tentato di catturare i particolari più importanti della figura femminea che gli si era palesata innanzi, tanto da cogliere come prima avvisaglia, la pistola. Forse questa era la ragione reale per cui non aveva allentato la tensione del cane che aveva affianco. Una donna, per Jason, era quel tipo di creatura magica (?) che andava tenuta a bada fin dal primo sguardo, la maggior parte di loro fotteva i cervelli ai migliori predoni. Era quello che il druido temeva esser successo a Philipp, che da quando era diventato il giochino di Kenna, lo aveva visto poco e niente, sempre occupato a vivere la sua storia d'amore con la bibliotecaria che
nonvendeva i libri ad un popolo di analfabeti. O almeno, questo era quello che credeva Jason, rimettendo nella donna, i motivi per cui lui e l'amico non riuscivano più a vedersi com'era un tempo.
«Se un ottimo spirito di osservazione può rientrare nell'istinto fuori dal comune, allora direi la seconda.»
Rispose con pacatezza e malcelato senso dell'umorismo, mentre implicitamente raccontava all'altra che non si era fermato a guardare solo il suo aspetto in quanto donna dalle fattezze poetiche e dagli occhi streganti. Seth si era allontanato, certamente a malincuore, visto che non era nemmeno lui convinto dell'intenzione dell'altra, ma Jason avrebbe sicuramente saputo difendersi da una pistola, quanto alla presenza della donna, era un pericolo su cui Seth non avrebbe potuto far poi molto. Non si trovò stupito al sentir nominare le sirene, trovandosi ad annuire piano.
«In questo villaggio c'è sempre un qualche predone che parla dei suoi incontri con una qualche sirena. Donne che con il loro canto ammaliano marinai, fino a portarli alla morte...»
Erano leggende? Era realtà? Non lo sapeva, ma quella specifica fu quasi necessaria, ritrovandosi a dettar alla sua mente un messaggio di allerta, come se non fossero solo le sirene ad ammaliare l'uomo con la propria voce.
«Se per compagnia intendi pozioni, tisane e quanto di più possa servire per lenire i migliori veleni, allora sì. Ma a quanto pare, ancora non ho trovato nulla per il canto delle sirene.»
Se si riferisse al vero canto delle creature in causa o alla voce di quella ragazza, non fu totalmente esplicito, eppure Morgan avrebbe potuto notare come il suo capo si sarebbe spinto ad indicarla, con un sorriso mal celato dalla folta barba. Ne acquisì il nome, quindi la seguì con lo sguardo, non smuovendosi di un millimetro quando lei andò a sedersi. Notò come la bandava tratteneva una folta chioma nera, contrastante colorazione rispetto al freddo dei suoi occhi e si ritrovò affascinato segretamente da quell'accostamento così duro. Si girò in sua direzione, posando il piede sullo stesso masso, quasi a sbarrare la strada, ergendosi davanti a lei, dopo che quella domanda arrivò a pungere l'orgoglio del druido. Un angolo delle labbra si sollevò quasi sarcastico, quindi se lei fosse rimasta dov'era, si sarebbe piegato fino a giungere a poco più di un palmo dal suo volto.
«Cos'è? Hai forse paura a scoprire da sola a quale dio io sia devoto e se la castità sia il sacrificio che m'abbia chiesto?»
Un ringhio roco, ma non sfumato di cattiveria, se non di sfida l'era stato rivolto alla donna, mentre lui pareva così pacato e tranquillo di quello che stava succedendo.Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Non avrebbe mai pensato di poter trovare compagnia in quella foresta, senza che il rischio e il pericolo fosse dietro l'angolo; per quanto avere una donna che appariva così nella foresta, non era certo sicuro, vista la scaltragine di quelle creature misteriose di cui comprenderne il linguaggio verbale e non era complesso e alquanto inutile, visto quanto spesso riuscivano a variare il loro modo di comunicare, da un'ora all'altra.
Quando Morgan era arrivata, Seth non aveva voluto lasciare la presa con quel suo ringhio nei suoi confronti e, seppur Jason sapeva quanto animali e bambini avessero la capacità di riconoscere la natura delle persone a pelle, lui non si sentiva troppo minacciato da quella figura arcana che continuava a tagliare distanze a suo piacimento; per tale motivo aveva mandato via la bestia a quattro zampe e aveva permesso all'altra di potersi avvicinare ancora di più. Di contro, facendola avvicinare, avrebbe potuto lui stesso valutare meglio i suoi movimenti e tenerla sotto controllo.
Scrollò le spalle a quello che per lui risuonava come ironia. Non commentò ulteriormente, seguendo ogni suo più piccolo passo, con lo sguardo nocciola.
Era incomprensibile il suo atteggiamento, Jason non stava capendo chi fosse la preda e chi il predatore, in quel momento; entrambi sembravano girarsi attorno per capire quanto l'altro potesse essere pericoloso.
Uno sbuffo ironico alla sua ipotesi che non fossero solo le sirene ad ammaliare gli uomini.
«Non ti contraddico, tuttavia sembrate tutte brave a giocare con questo, ma poi...»
Lasciò la frase in sospeso, quasi a voler lasciare a lei la possibilità di spaziare quanto volesse. L'idea del druido era che per quanto loro fossero abili ammaliatrici, tra i due sessi erano sempre quelle che si ferivano sentimentalmente, rischiando di rimanere vittime di loro stesse, innamorandosi di chi doveva essere loro preda, non riuscendo a risalire da quella che sembrava la necessità di ogni donna di trovarvi una coppia nell'altro.
«So che molti uomini cadono vittime di donne, ad uno sguardo, ritrovandosi intrappolati da voi.»
Si stava escludendo in maniera molto esplicita da quella categoria, come se la cosa non lo toccasse minimamente. Ed era così, innamorarsi e cader preda di una donna era un evento tanto unico quanto raro per il druido, che per la maggior parte del tempo avrebbe preferito essere sommerso dalle sue piante e dalle sue creature, piuttosto che crearsi problemi come aveva fatto Philipp. Le donne, per un uomo, potevano essere solo una debolezza.
Tuttavia, in quello strano oblio di conversazione in cui erano ricaduti, si chiedeva come mai tale debolezza non la sentiva quando accanto a lui presenziava la figura di una delle donne dissimili da quelle che aveva descritto finora e, anche, da Morgan stessa.
Cercò di allontanare tale pensiero, per non cadere nella trappola da cui tentava di scappare ogni volta che il gentil sesso gli si avvicinava.
Annuì alle sue parole, per poi concedersi di prendere spazio in quel palcoscenico boschivo, mentre lei tentava di capire ancora troppo del druido, che invece non lasciava altro che traspirare possibili ipotesi su chi fosse veramente.
Le iridi nocciola rimasero ferme su di lei, mentre parlava, il sorriso celato dalla sua barba, mentre la seguiva ancora una volta in quei passi che le facevano prendere ancora distanza.
«E chi ha detto che siano quelli che tu debba temere?»
Mormorò appena, raddrizzando la schiena e annuendo ancora una volta.
Ora toccava a lui fare una domanda semplice, per carpirne meglio la natura di quella che era una donna totalmente diversa dalle altre del villaggio.
«E tu... perché hai scelto la vita in mare, Morgan? Ti fa paura restare con i piedi per terra?»Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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