Malcolm Warren

Malcolm Warren

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- A quattro anni, mentre era alla ricerca di fantasmi e bambole maledette nel capanno degli attrezzi del padre, si è accidentalmente tagliato all'altezza del polso destro con un coltello arrugginito. Da allora ha una profonda cicatrice lunga qualche centimetro.
- Quando scoprì quanto fossero buoni i kiwi fece indigestione, da allora è allergico.
- Parla spesso e volentieri con Morgan, la sua salamandra, anche al negozio davanti ai suoi clienti.
- Il suo cibo preferito è il panino burro di arachidi e marmellata.
- Ha il piercing al naso.

background

Nipote di quei Warren, i coniugi che negli anni 80 erano diventati famosi per essere acclamati spiritisti e ghosthunter, crebbe con dei genitori che erano l'opposto dei famigerati nonni paterni: bigotti conservatori del Massachusetts cui principale scopo nella vita pareva quello di infangare - a detta di Malcolm - l'onore della famiglia Warren.
Uno dei dogmi che mamma e papà Warren parevano aver la premura di impartirgli era proprio quello che il mondo, era privo di magia, di fantasmi o folletti. Per tutta risposta Mal, nella sua infanzia, aveva sviluppato una vera e propria ossessione per il paranormale, fomentata soprattutto da quegli strani fenomeni inspiegabili che di tanto in tanto, quando era particolarmente su di giri o arrabbiato, capitavano davanti ai suoi occhi: lampadine che si fulminavano, oggetti che si spostavano, bicchieri che si rovesciavano e così via.
Per i primi anni della sua vita Mal ha creduto che quelle manifestazioni non fossero altro che i fantasmi dei suoi nonni che cercavano in tutti i modi di comunicare con lui, e fu etichettato come "lo strambo", quando ha iniziato a parlare da solo anche in pubblico.
Tutta questa faccenda non lo ha mai scoraggiato o spaventato, Mal sapeva in cuor suo che c'era qualcosa oltre il piccolo mondo che i suoi genitori avevano disegnato nella loro mente, e quando finalmente a dieci anni ricevette la sua lettera per accedere alla scuola delle Streghe di Salem, ne ebbe la prova. Mal è stato per tutta la sua adolescenza un ragazzo felice quanto scalmanato. Ne combinava di tutti i colori: dall'usare la magia in estate, lontano da scuola, fino a dare fuoco alla carta igienica nei bagni o rubare erbe dalla serra per rivenderle ai suoi compagni. Anche se i suoi voti erano mediocri (per via del suo deficit di attenzione) come mediocre era la sua condotta scolastica, si dimostrava sempre entusiasta di essere quel che era e stare lì, nel mondo magico che aveva sempre saputo di appartenere.
Questo suo slancio lo ha salvato più di una volta dalla sospensione, e nonostante tutto, era entrato nelle grazie dei suoi professori, alcuni dei quali si erano offerti di dargli lezioni private per riuscire a stare al passo con i compagni.
Fu proprio uno di questi, il suo docente di Storia della Magia, a trascinarlo fino a Londra una volta terminati gli studi. Non sapendo che fare e non avendo altre alternative se non quelle di tornare dalla sua famiglia di babbani, decise di portarlo con sé in Inghilterra per aiutarlo con la catalogazione di alcuni artefatti. Lì nacque la sua passione per gli oggetti incantati, tutti quanti... soprattutto, quelli oscuri.
Acquistò un negozio di artefatti oscuri unicamente perché quello era il suo posto prefe di sempre, e lo era non tanto perché fosse attratto dalla magia oscura, piuttosto perché quell'accozzaglia di cose che nessuno voleva, lì impolverate e maledette da qualche incantesimo arcano erano quel che di più simile ci fosse a quello che cercavano i suoi nonni nelle loro avventure. Passa il tempo libero ad esplorare posti abbandonati cercando misteri da risolvere e finendo costantemente in qualche guaio.

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