Saul Simeon Servantes

whoiam nome&cognome: Saul Simeon Servantes.
età&luogonascita: 46 anni (2 agosto 1976), Denrise.
orientamento sessuale: Eterosessuale.
ex-scuola: Hidenstone.
casata Hidenstone: Black Opal.
professione: Predone.
statosangue: Purosangue.
statosociale: Benestante.
caratteristica: --
segnipparticolari: Cicatrici e tatuaggi intarsiano il suo corpo come in una vetrina espositiva di cimeli e trofei. È orgoglioso di ognuno di essi, ne ricorda la provenienza come un intenditore, e li esibisce con la fierezza di un collezionista.
allineamento: Legale Malvagio.
bacchetta: Legno di Noce, Crine di Thestral nel nucleo, 12 pollici, piuttosto rigida.
famiglio: Scorpione "lungacoda" di nome Buio.

Aspetto fisico Figlio del mare e della salsedine, Saul presenta la corporatura slanciata di un albero maestro. Esteso di centottantotto centimetri per ottantatré chilogrammi di peso, si può definire un concentrato di ossa e nervi, dove la muscolatura più massiccia ha preferito lasciare il posto all'agilità di una struttura asciutta e longilinea, ma non per questo più fragile dei robusti rivali. Eternamente abbronzato, mostra un volto segnato dal vento salmastro, dominato da occhi nocciola che hanno visto abbastanza tempeste da non temere più alcun incubo, ed ornato da un sorriso sghembo artefice di due vispe fossette sulle guance scavate. La barba è incolta in base al periodo dell'anno, le lunghe traversate in mare la rendono prevedibilmente più ispida e trascurata, sfumata d'argento per volere dell'incedere degli anni. Indossa perlopiù casacche di lino e lunghe giacche scure, e porta al collo una collana con sette denti di squalo.
prestavolto: Jeffrey Dean Morgan.

_{«Il tuo primo errore è stato di pensare
che ti avrei lasciato vivere abbastanza a lungo
da farne un secondo.»}

Carattere Ogni onda che si infrange sulla sua drakkar tuona come il sangue nelle sue vene. Saul è fuoco nel mare, potenza vitale instancabile, per lui non esistono mezze misure a meno che non sia disposto a sacrificare un pezzo d’orgoglio. Tanto esigente con gli altri quanto con se stesso, percepisce la vita come una perpetua competizione in cui il fallimento non è assolutamente contemplato. Mai invidioso né sottomesso, predilige la fatica di una scalata alla rassegnazione della resa, non ha paura di desiderare né timore di pretendere. Richiede lo stesso rispetto che è disposto a concedere, non ha mai vissuto un solo giorno senza ambizioni, e divora famelicamente qualsiasi successo pensando già al successivo. Possessivo e territoriale, sa essere per questo estremamente protettivo e geloso, vive di passione in ogni ambito della vita, ma la riservatezza è per lui sacra al di là di qualsiasi coinvolgimento. Combatte la nostalgia con la vendetta, le sconfitte con il carisma, e non conosce umiltà che possa reputarsi in qualche modo utile nella sua personale quotidianità.


storia È una storia di sangue, quella di Saul, nato dal dolore di una madre che non lo sentì mai piangere e dalla rigida sorveglianza di un padre che non fu mai tale. Crebbe cullato dalle risacche dei Sette Mari, addormentato dallo scialacquare delle chiglie e confortato unicamente dal fetore della salsedine. Servantes fu per lui un monito, ancor prima di un nome, un lascito da conservare ed una leggenda da tener viva, non chiese mai quante strade potessero aprirsi a lui perché la famiglia decise sempre al suo posto. Figlio di predoni, seppe che il suo sangue doveva dirsi puro a prescindere dal lignaggio magico, poiché ben più importante era la sua discendenza marinara; fu dunque addestrato alla navigazione fin dalla più tenera età, ed imparò a depredare ancor prima di veder spuntare la barba sul proprio volto. Non versò d’altro canto lacrima alcuna quando, al compimento dell’età più giusta, sconfisse in duello il genitore per assumere il comando della nave: era la tradizione, gli dissero, il vecchio moriva sempre e solo onorevolmente ucciso dal figlio più forte, il rampollo forgiato a dovere affinché impugnasse degnamente il controllo della nave. Divenne uomo senza porsi domande, sedusse donne con la consapevolezza della propria libertà, ma quando i suoi occhi di castagno incontrarono il verde in quelli di Anne-Jane qualcosa nello spirito tremò irrimediabilmente: fu l’amore, a quel punto, a segnare gli anni successivi. Un matrimonio voluto e felice, il loro, resistente persino alle lunghe attese imposte dalle spedizioni marittime di lui. Anne-Jane, semplice locandaia di Denrise, lo attese fedele per ogni singolo viaggio, premurandosi di accoglierlo al molo ad ogni annuncio di ritorno, dapprima sola, poi insieme ai due figli nati in assenza di un padre leggendario. Fu per questo che Saul seppe che qualcosa di orribile era successo non appena il suo binocolo inquadrò le assi di legno sulla battigia: Anne-Jane non c’era, e con lei mancavano anche i piccoli Einir ed Unna. Trovò tutti e tre in casa, poco più tardi, riversi sul pavimento in un’unica pozza di sangue, adagiata sul corpo deturpato della consorte una bandiera inconfondibile. La vendetta giunse istantanea, tre S a marchiare il corpo torturato del predone rivale che aveva osato sfidarlo, punirlo, e condannarlo ad un inferno mai conosciuto prima d’allora, e a seguire lunghe traversate in lutto che consumarono ciurma e drakkar fino all’ultimo spasmo di resistenza. Rinunciò alla pietà, Saul, rinnegò qualsiasi genere di compassione, e prestò giuramento unicamente alla brutalità. Accettò di tornare a Denrise solo alla morte del fidato Quartiermastro, quando sbarcando si trovò di fronte la personificazione di ciò che restava dell’innocenza a cui aveva rinunciato: Morgan Vane, figlia adottiva del fidato defunto, dall’alto di una determinazione che sempre l’aveva contraddistinta da qualsiasi altra donna incontrata prima, reclamava un posto in quella famiglia di dannati. Per Saul fu un segno, un messaggio di sua moglie, l’ultima possibilità di redimere un’esistenza votata alla distruzione; le concesse una possibilità secondo le proprie più discutibili regole, ascoltò dal proprio letto ogni tonfo o grido proveniente dalla stiva in cui la rinchiuse, e quando ritenne sufficiente il tempo trascorso in prigionia scese personalmente sottocoperta per recuperare quel che era certo sarebbe stato ormai solo un cadavere. Sbagliava, Servantes, senza sapere che avrebbe ricordato per sempre quell’errore come il migliore mai compiuto in vita sua. Morgan Vane era sopravvissuta ad ogni sopruso, alla fame, al freddo, alla crudeltà umana e alla diffidenza di un uomo che non aveva osato credere in lei. La raccolse personalmente tra le braccia, Saul, la affidò al guaritore di bordo affinché potesse rimettersi in forma per l’ultimo anno scolastico, e guardandola negli occhi con il rispetto che in passato aveva riservato a suo padre le promise un posto nella ciurma. Ad oggi, Morgan è il più fidato braccio destro di Saul, vicecapitano della Coursed Route su cui navigano e unica persona al mondo a cui affiderebbe la sua stessa vita.
altro:
-Incide scarificazioni a forma di SSS sui corpi delle proprie vittime, sua firma inconfondibile.
-Beve sempre un bicchiere di rum prima di addormentarsi.
-Studia mappe e rotte solo a notte fonda.

_{«Tanto inarrestabile, quanto ingovernabile.»}

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