Puoi prestarmi orecchio? ... Anche un occhio per favore.

Sélène Du Marais

Link scheda · 35 anni · Proprietaria di Magie Sinister ·

Era veramente da tanto che non si faceva viva nemmeno l'ombra di uno stramaledetto cliente: il negozio, nel suo più totale silenzio, sembrava addormentato come dalla Lira del Mondo Infero; non una mosca volava in quell'antro impolverato, non un singolo rumore... neanche quel bisbetico di Donovan, che chissà da quanto dormiva sopra l'uscio perennemente chiuso, aveva aperto bocca per insultarmi o rompere le scatole. Un silenzio di tomba, che sinceramente, per quanto mi piacessero i cimiteri, mi stava sinceramente dando sui nervi.
Buon Baron Samedì! Non è possibile che neanche un diavolo si faccia avanti! Esclamai stizzita, chiudendo di botto uno degli innumerevoli registri che controllavo e ricontrollavo da giorni ormai... ed ecco che, dalla nuvola di polvere sollevatasi alla chiusura del tomo, si fece avanti qualcuno, finalmente! La campanella dell'ingresso suonò rumorosamente, risvegliando le teste voodoo lì vicine, e rivelando dinnanzi a me un cliente decisamente di bell'aspetto, almeno per i miei standard: un uomo massiccio e dalla chioma dorata, vestito di pelliccia e con una grossa benda all'occhio sinistro. Aveva l'aria del più classico e stereotipato pirata vichingo, con una possanza che avrebbe potuto far a gara con quella del caro Hedwin... anche se di certo non era al suo livello: essere affascinante ed al contempo far ribrezzo non era di certo cosa da tutti.
In ogni caso, non appena il cliente si fece strada sin al bancone, non potei che sfoderare uno dei miei migliori sorrisi, pronta per accoglierlo, Bonjour Monsieur, esordii salutandolo, Vedo che siete ben informato su ciò che abbiamo in stock, ottime scelte se mi posso permettere, sentenziai, muovendomi quindi alla destra del bancone, andando a prendere da uno degli scaffali un piccolo scrigno, che portai poi al bancone, aprendolo dinnanzi al cliente.
Riposti in file all'interno del forziere, e divisi in base alla dimensione ed al colore dell'iride, vi era un'ampia scelta di occhi magici, protesi ottime per chi, come chi mi era dinnanzi, mancava appunto delle proprie appendici originali, Come può vedere, qui ho per lei una selezione di occhi, pronti ad essere impiantati come più le aggrada: non sia timido, Monsieur, provi pure quelli che le sembrano più consoni alle sue esigenze, conclusi quindi.
Volevo dar il tempo al mio acquirente di far la sua scelta con calma: era il primo che veniva da non so quanto tempo, e di certo volevo evitare una pubblicità negativa per il negozio... come se già la posizione ed il tipo di articoli non ne facessero già abbastanza.

Sélène Du Marais

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Manchevole della basilare cortesia al suo ingresso, non che vi diedi molto peso, il vichingo scelse di replicare al mio saluto, prima di recarsi al bancone ove ci trovammo vis a vis. Aprii il forziere, rivelandogli il suo contenuto, ed ecco che al mio invito egli si chinò sulla merce pur d'osservarla meglio: scrutò le protesi con cura, valutando tra le numerose protesi visibili, ed ecco che mi piazzò l'ordine; un Occhio Magico che semplicemente ricalcasse lo smeraldino del suo futuro gemello.
Rien de plus simple Monsieur. Potrei essere un filo invasiva nel trovare una corrispondenza, spero non sia un problema, replicai, e, me lo avesse permesso, gli avrei portato indice e medio mancini al mento, alzandogli lievemente il capo così da poter vedere meglio la precisa tonalità di verde dei suoi occhi sotto una migliore illuminazione. Avessi trovato un rifiuto semplicemente mi sarei avvicinata io, così da poter osservare meglio l'occhio di base.
Buon Baron Samedì! Permettetemi di dirlo Monsieur, ma avete un'iride splendida, avrei commentato lasciandolo eventualmente andare se non mi avesse negato l'esaminazione, Color degli spettri che rifiutano il Velo, decisamente interessante, sentenziai, per poi muovermi veloce e prendere nel baule uno degli Occhi Magici posti più all'esterno nel forziere, porgendogli indi una protesi identica al pezzo di corpo vero e proprio, Una copia perfetta, oserei dire, conclusi quindi... c'era altro di più interessante da vendere!
E' la Lira del Mondo Infero che bramate, se ho ben capito, esordii, Sarete un musico quindi... come Orfeo avete un'amata da soccorrere oltre il Velo? Domandai quindi scherzando, anche se, ammetto, ero curiosa del motivo che spingeva un uomo ad acquistare un articolo tanto particolare.

Sélène Du Marais

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Dipende Monsieur: se la cavità oculare è vuota, può essere inserito o rimosso senza fatica; al contrario, vi fossero ostruzioni, o se la cavità oculare fosse cicatrizzata, sarebbe necessario un supporto, replicai alla domanda del mio cliente, facendo quindi per avvicinar la mano al suo viso, e beh, la sua reazione mi stupì, non lo nego.
Di riflesso, quasi istintivamente, la sua mano si cinse al mio polso, bloccandomelo a mezz'aria mentre questi tentava di avvicinarsi al di lui viso... purtroppo fu una stretta gentile, nulla di potente o minaccioso, Un peccato... non mi sarebbe spiaciuto soffrire un po', mi ritrovai a pensare, venendo indi lasciata all'esaminazione del suo bulbo oculare che portò alla scelta del proprio gemello.
Quando poi il discorso passò sulla Lira del Mondo Infero, oh, quanto teatrale fu il cliente: Einar Tryggvisson, questo disse d'essere il suo nome, mentre si inchinava a me, presentandosi come predone e cantastorie; decisamente una personalità tanto equale ai suoi compaesani, quanto diversa, avente a quanto sembrava una predilezione per melodie dolci come quella della Lira di Orfeo.
Beh, Monsieur Tryggvisson, se già siete una personalità estremamente interessante, di certo con la Lira avrete le dame ai vostri piedi... letteralmente, sentenziai con un lieve riso immediatamente successivo, Come immagino saprete, la Lira del Mondo Infero è un oggetto unico in se, che si pensa appunto essere lo strumento del grande Orfeo, colui che sfidò Ade in cerca della sua amata Euridice, esordii, Ma anche se tali implicazioni si rifanno al mito, quello che è certo è l'applicazione terrena dello strumento: pregna dell'essenza del mondo oltre il Velo, la sua dolce melodia è capace di far assopire i viventi, portandoli ad un piacevole sonno vicino alla morte, continuai, E', come già detto, un pezzo unico e di estremo valore, duecento galeoni in tutto, immagino ne siate provvisto, essendo venuto qui esattamente per questo prodotto, o sbaglio? Domandai infine.
Ero sì interessata agli affari, ma di certo non sciocca: chi mi assicurava che se gli avessi mostrato la Lira lui non l'avrebbe usata su di me, rubandola e scappando? Non volevo assolutamente rischiare, quindi prima fuori la grana, e poi se ne poteva discutere in dettaglio.

Sélène Du Marais

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Basterà un contatto con il vostro corpo, Monsieur Tryggvisson, spiegai alla domanda del predone, Ma ahimé non possiedo supporti del genere: molto probabilmente, però, le buone sarte di Madama McClann dovrebbero essere capaci di fornirgliene uno su misura. Chieda pure di Aurore Nieto, e le dica che la mando io, di certo saprà soddisfare la sua richiesta, fare un po' di pubblicità a Mademoiselle Nieto non mi costava nulla, e procurarle dei clienti mi faceva solo piacere. Era una brava ragazza, forse un po' troppo spaurita, e beh, per gli amici questo ed altro, no?
Sélène, Sélène Du Marais, Monsieur Tryggvisson, così mi chiamo, replicai alla sua richiesta di una presentazione da parte mia, solo per poi vederlo, con tono di sfida, a lanciarmi un sacchetto di galeoni quando gli ricordai del prezzo della lira... era sicuro di se, sprezzante, e anche ben fornito di denaro, visto che nel sacchetto v'era l'esatta cifra necessaria a prender occhio e Lira. Non dissi nulla, facendo una scappata nel retro per prender l'oggetto, ed eccomi lì, dopo poco, a porgergli il leggendario strumento, dopo aver messo sotto chiave il mio compenso: di raffinato argento, dal telaio alle corde, la lira riluceva nella tiepida illuminazione del negozio, pronta a passare al suo futuro proprietario, a cui la porsi, concludendo infine quella trattativa.
Bene. Grazie per il vostro acquisto e buo...!? Mi fermai dall'avanzare, bloccandomi a metà della frase mentre mi stavo allontanando dal bancone per ritornare alle mie faccende, al sentir il predone intonare un canto... ed a pizzicar le corde della lira. Putain d'escroc, riuscii a sentenziar a mezza voce, prima che il mio mondo si facesse nero, cullata nel sonno dalla dolce melodia del camminatore degli inferi.
Mi risvegliai non so quanto tempo dopo, rintronata come se delle campane mi fossero rimbombate nella testa, Ladro maledetto, ve la farò pagare, sentenziai, issandomi sul bancone, ed adocchiando poi il biglietto lasciatomi, Il bestione non ha toccato una fava dopo averi messa al tappeto, ha solo scelto di usarti come cavia, matta da legare, mi disse Donovan, dalla sua postazione sopraelevata.
Questa me la segno, Monsieur Tryggvisson, mi ritrovai quindi a pensare: usarmi come cavia, ma che sfacciato!