E chi se lo aspettava!

Aaron&Eva

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    xscheda | aaron barnes | statistiche

    Formentera. Era li che Aaron e Blake avevano deciso di investire un pò del loro immenso denaro. C'era sicuramente del potenziale in quella piccola isoletta e comunque le persone andavano li quando avevano voglia di lusso, di mare e di sole e quando c'erano queste cose, c'era il marchio Barnes a fare da garanzia a tutto quello. Ovviamente Aaron aveva deciso di evitare caldamente di utilizzare sempre il loro cognome, ed anzi, aveva deciso di lasciare sempre i nomi degli Hotel originari, specialmente in zone dove potevano destare molto sospetto cognomi in bella vista e poi perchè, è notorio, il fisco, quando vede un cognome è solito fare fin troppi accertamenti e lui non aveva voglia di ritrovarsi finanza internazionale e babbana in casa sua. Se c'era una cosa che Aaron sapeva fare fin troppo bene era proprio il paraculo e sapeva anche destreggiarsi in maniera niente male nei suoi affari sia quelli loschi che quelli notori e soprattutto alla luce del sole. Comunque, dopo l'isola di Andromeda decise di fare un salto nel suo piccolo Hotel di formentera, giusto per vedere come andavano le cose. Era un posto aperto da poco, non troppo lussuoso, ma comunque aveva le sue rifiniture e soprattutto il loro marchio e di conseguenza doveva tenere degli Standard molto alti. Era carino, piccolo ma comunque era un hotel a 5 stelle, il lido aveva una piscina illuminata ed un chioschetto che vendeva da super alcolici a granite di ottimo livello. Quando Aaron entrò li, ancora con la valigia dell'isola di Andromeda venne accolto come il padrone che era e gli venne data la chiave della sua suite, ovviamente i barnes avevano la propria stanza in ogni hotel che possedevano. Si fece una doccia, si infilò una camicia di lino con il colletto alla coreana, dei pantaloni bianchi e scese nell'ufficio della reception per vedere un pò la situazione. Lesse vari nomi ma uno in particolare gli saltò all'occhio. Eva Ivanova. Sorrise. Chiamò una ragazza e le ordinò di mandare una buona bottiglia di vino al tavolo della signora, scrisse un bigliettino firmandolo con il suo nome ed attese. Sul bigliettino c'era semplicemente scritto "Barnes"

    Revelio GdR

     
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    In realtà non aveva proprio idea del perché aveva deciso di andare a Formentera, quell'estate. Insomma, c'era stata diverse volte, ma l'era rimasta nel cuore. Quel posto le piaceva particolarmente e ogni volta che andava lì riusciva davvero a rilassarsi, cosa che le serviva prima di qualsiasi altro casino scolastico che incombeva da lì a poco.
    Aveva passato la giornata in spiaggia e a fare compere nei negozietti del paesello, cercando cose pregiate da fare come pensierino a tutti gli altri della famiglia e qualcosa anche per la sua dolce metà, l'alchepirata.
    Era chiaro che ormai la loro relazione era più che stabile e Eva ci vedeva davvero un futuro insieme, dopo aver fatto sì che superassero momenti difficili per entrambi e non sempre erano ricordi che volevano rinfangare.
    Aveva indossato un tubino bianco, che risaltava le sue forme e per quella sera aveva prenotato una cena al ristorante del suo albergo preferito: adorava quelle stanze così rifinite, quei particolari in ogni dettaglio dell'arredamento e poi, c'era da dirlo, il ristorante a bordo piscina era favoloso.
    Eva riusciva a riflettere su se stessa, a recuperare le proprie idee e a ritrovarsi in posti come quelli, senza far mancare il lusso e l'agio a cui era sempre stata abituata fin da piccola.
    Quando arrivò al suo tavolo, sorrise al cameriere che le scostò la sedia e la fece accomodare.
    Prese il suo magifonino e mandò la foto della bellezza di quel posto a Samuel. Era l'unico che aveva sentito in quel periodo, perchè lo reputava la parte di lei che davvero non poteva essere staccata. Anche distante miglia, per lei, Sam avrebbe avuto sempre il primo posto.
    L'arrivo della cameriera la fece sobbalzare, persa nel messaggiare con l'alchepirata, la rumena la guardò con la fronte appena appena aggrottata e scosse il capo, stupita, alla bottiglia. Ne lesse il biglietto e sgranò le iridi celesti, mentre alcune ciocche dei suoi capelli si tingevano di rosso, imbarazzandosi visibilmente «Può dire al signor Barnes di raggiungermi? Vorrei ringraziarlo per la bottiglia.» - disse la donna, con un'eleganza disarmante e un tono dolciastro.
    Eva Ivanova

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    "Perché un viaggio cambia senso da come riempi i tuoi bagagli"

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    Aaron Barnes | Medimago | 27 anni |


    Eva Ivanova era la persona più bella che avesse mai incontrato. Forse perché gli ricordava Helena, forse perché aveva quella dolcezza innata che Aaron amava a prescindere ed in maniera incondizionata. Oppure, semplicemente perché ognuno di noi ha una cotta inesplorata che non vuole ammettere. Ecco, si poteva dire che per Aaron, Eva, era un po’ quello che Annie era per Blake. Non era qualcosa di amoroso in quel senso stretto, non era qualcosa che avrebbe portato fino in fondo a prescindere. Insomma Aaron non sarebbe mai e poi mai andato a letto con Eva e neanche ci avrebbe mai provato. Ma di contro aveva un’attrazione non indifferente nei suoi confronti, era sempre molto, troppo imbarazzato quando la vedeva, si sentiva in maniera strana e la cosa se da un lato lo metteva a disagio, dall’altro lo incuriosiva. Quando le aveva mandato quella bottiglia non sapeva esattamente perché lo aveva fatto, o meglio, voleva dirle che era li ed Aaron, comunque, già aveva deciso che sarebbe stata sua ospite, ma in un certo senso non era riuscito neanche ad andare lui stesso? Andiamo, che diavolo di fifone vigliacco che era quando faceva quelle cose. La cameriera, comunque, sorrise alla donna e le rispose con altrettanta gentilezza che avrebbe visto se il Dott. Barnes era libero, ma Eva avrebbe saputo in cuor suo che era qualcosa che la ragazza doveva dire a prescindere, ma sicuramente per lei sarebbe stato libero. Ed infatti, una volta guardato allo specchio e cercato di sistemare il colletto della camicia bianca all’interno dei pantaloni eleganti blu elettrico, una sistemata ai capelli e poi si diresse verso il suo tavolo. Una volta li davanti si schiarì appena la voce per annunciarsi. “Buonasera professoressa! Spero che sia tutto di suo gradimento. Non mi sono permesso di venire di persona per non disturbarla.” Il che era assolutamente vero, anche perché non sapeva se, effettivamente, stesse aspettando qualcuno. Era rimasto in piedi di fronte a lei e le avrebbe voluto seriamente dire che era bellissima, e forse la sua faccia con le gote un po’ rosse dicevano quello che pensava realmente. L’ultima volta che si erano visti erano nel suo ufficio e dietro ad una scrivania, con suo fratello che era andato li a decidere della sua sorte e… beh, ecco, li era un’altra cosa. “ Ci tengo a dire che stasera è mia ospite!” Aggiunse poi pensando che poteva essere anche abbastanza strano tutto quello. “E non per Blake, anzi… lo faccio davvero per me, nel senso perché io voglio!” Odiava quando gli succedevano quelle cose, perché sembrava davvero un bambinetto alle prime armi!
     
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    La famiglia Barnes era forse la più prticolare che aveva conosciuto nei suoi anni di carriera, quei due fratelli riuscivano a scombussolare le proprie vite a vicenda, senza nemmeno mettersi d'impegno. Ed Eva li aveva presi a cuore, soprattutto Blake, in primis, visto il rapporto scolastico che vi era tra i due, ma in secundis era arrivato anche Aaron a bussare al suo cuore e ora non poteva non ricordarsi quel volto che tanto somigliava a quello del minore dei fratelli.
    Poteva solo immaginare quanto il grande ci tenesse al meglio per il fratellino, spesso si era ritrovata a pensare che fosse per entrambi difficile trovarsi a fare le veci del padre e del figlio a quelle età così vicine tra loro.
    Quando le arrivò quella bottiglia, Eva non potè che sorridere a quel pensiero dolce che Aaron aveva avuto nei suoi confronti, ma era difficile capire perché non si fosse presentato lui a donarle quel vetro e magari condividerlo con lei.
    Attese una risposta dalla cameriera, che arrivò con la presenza di Aaron, a cui Eva dedicò uno sguardo addolcito dal suo sorriso ampio, mentre con la mano gli indicava il posto di fronte a lei, per invitarlo a sedere «Non mi avresti assolutamente disturbato, Aaron. Anche se fossi stata in compagnia, è sempre un piacere incontrarti.» - il suo tono era quello che una madre avrebbe usato per spiegare al proprio figlio che non importava con chi stesse parlando, lui aveva il permesso di interromperla.
    Alla sua affermazione, poi, la rumena si tinse nuovamente il crine di rosso «Oh Aaron, non voglio assolutamente approfittare della tua gentilezza. Questa bottiglia è già un importante dono, lascia che io sia tua cliente, dico davvero.» - non era abituata a ricevere regali e quella sua reazione ne era la dimostrazione, sorrise poi al suo imbarazzo e sospirò «Facciamo che accetto di essere tua ospite, solo se mi concedi la tua compagnia per questa cena, che ne pensi?» - era un accordo che Aaron non poteva rifiutare, quegli occhi dolci che si erano posati su di lui non volevano un no, aspettavano solo che lui accettasse con grande gioia. «E così questo posto è tuo?» - domandò guardandosi attorno, prima di ritornare su di lui «Davvero complimenti. E' favoloso. Ma dimmi, come stai?» - inclinò il capo, attendendo con ansia la sua risposta.
    Eva Ivanova

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    Aaron Barnes ~ MedimagoEva gli ricordava veramente moltissimo sua madre. Aveva dei lineamenti forti, ma comunque dolci, era bionda, occhi chiari, una donna che riusciva ad essere elegante ed austera, dolce e fredda allo stesso momento. Sua madre era una musicista, suonava il violino e il pianoforte, aveva una voce incantevole, ma sapeva essere veramente una persona severa, era una di quelle a cui non si riusciva a dire di no neanche volendo. Aaron era stato figlio unico per 9 anni, ben consapevole che alla fine avrebbe dovuto dividere la sua mamma con qualcun altro e ne era anche molto contento della cosa, ma quando, alla fine, non successe quello che aveva previsto non solo se ne dispiacque tantissimo, ma cercò di rimediare in tutti i modi. In Eva rivedeva una madre per Blake che forse lui non aveva neanche mai riuscito a dargli. Ovviamente non ci era riuscito, perché era piccolo e soprattutto era un uomo, ma non era quello il punto. Sorrise alla donna più volte e quando venne chiamato li da lei si presentò, anche un po’ in imbarazzo prima di sentire quello che gli disse. Le gote si dipinsero di un rosastro. Non mi priverei mai di una compagnia come la sua, nonostante sia un po’ strano tutto questo! Erano diversi in tantissime cose, ma sicuramente non lo erano nel dire la verità e quello che pensavano. Non lo erano quando dovevano dire quello che gli passava per la testa e soprattutto quando erano di fronte a persone che gli suscitavano una sorta di emozione. Sorrise ancora prima di sedersi di fronte a lei, ma permettendosi di servirle il vino. Guardò la cameriera che prontamente portò anche a lui un calice di vino e delle posate, e poco dopo cominciarono le varie portate. Se proprio vogliamo essere precisi, questo posto è interamente stato arredato e pensato da Blake. Quindi è suo! Ma io curo la parte amministrativa ed economica, come sempre! Disse poi bagnandosi le labbra con del vino. A quella domanda, comunque rimase tra lo stralunato ed il contento. Alla fine nessuno glielo chiedeva mai come stesse realmente. Tutti presi o dai suoi affari, o da Blake o da altro. Si mise più dritto sulla sedia, si aggiustò la giacca in un gesto nervoso. Non era pronto a quella domanda, ed esattamente come suo fratello, non era solito parlare di come stesse lui, personalmente. Avrebbe preferito parlare di suo fratello, che di sé stesso. Si morse il labbro e forse si prese fin troppo tempo per rispondere. Vuoi la versione reale oppure quella convenzionale? Ridacchiò appena sentendosi anche sciocco per non averle dato ancora del lei, ma erano davanti ad un bicchiere di vino, lei era bellissima e non aveva voglia di parlare di Blake della scuola e tutto quello che ne conseguiva. Sto bene! Gli affari vanno alla grande, Il San Mungo è sempre organizzato, non faccio mai doppi turni che non scelgo di fare, mio fratello è cresciuto e ammetto che mi da meno problemi! Insomma una vita veramente favolosa! Si mise anche nella posizione giusta per recitare una parte che oramai gli veniva così bene che a volte gli sembrava davvero quella la versione reale della sua vita. Ma ovviamente non era così. Non era per niente così a dire il vero. Fece un respiro profondo e poi sorrise alla donna bellissima. Sono stanco, al San Mungo mi stanno facendo lavorare il doppio, ho cominciato un percorso psicologico con la metà dei compagni di classe di Blake, Blake continua ad essere Blake, non si decide ad affrontare certe cose e l’unica cosa buona è che va a fare lezione di boxe con tuo fratello e continuo ad allenarsi, sfogando quindi la rabbia dando pugni, studia poco, ha trovato una ragazzina che gli fa i compiti solo perché lui sorride, litiga continuamente con la mia parabatai, ho una ragazza che mi interessa ma non riesco a vederla, un migliore amico che è un casino e in più gestisco un patrimonio fiscale non indifferente. Come sto? Non dormo 10 ore di fila da non mi ricordo neanche quando! Ma non mi lamento! Invece tu? Come stai? Quella era la versione reale ed estesa a dire il vero. Bevve il suo calice. Non volevo davvero rispondere in questo modo, mi dispiace averti annegata di informazioni! Aggiunse poi sospirando. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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    Effettivamente cenare da sola era davvero uno strazio ed Eva si riteneva fortunata ad aver incontrato Barnes, senza nemmeno farlo a posta. Se si fossero organizzati probabilmente non sarebbe stata così facile vedersi, ma alla fin dei conti a chi interessava? Era in vacanza e questo voleva dire che poteva concedersi qualche attimo di più nel chiacchierare con qualcuno piacevolemente. Alzò un sopracciglio, senza che il suo sorriso si spegnesse «Strano? In che senso?» - domandò incuriosita da cosa pensasse il maggiore dei fratelli riguardo quel suo cenare con lei. Riconobbe in quello slancio di sincerità, il carattere predominante di Blake, ma avevano comunque un modo di dire quello che pensavano, totalmente diverso.
    «Oh, quindi questo posto è di Blake. Mi fa piacere, certo ora come ora fai bene ad amministrare tu, ma sono sicura che appena finirà la scuola sarà abbastanza pronto a fare anche questo nella sua vita.» - Eva aveva grandi aspettative per il futuro di Blake e forse era una di quelle che non aveva mai perso la fiducia in quel ragazzo che andava solo un po' capito.
    «Niente convenzioni, tra noi, Aaron.» - si lasciò andare con una piccola risata. Sorseggiò il bicchiere di vino, poggiando le labbra sul bicchiere e non distogliendo gli occhi di cristallo dal ragazzo. Scosse il capo, divertita da quella recita «Ti darei un oscar se non sapessi che tu stessi mentendo.» - lo guardo, facendo scivolare il suo sguardo anche sul corpo che aveva posizionato perfettamente.
    Allargò gli occhi, stupita da quella valanga di cose che Aaron le disse, quindi allungò una mano a sfiorare la sua «Tu hai bisogno di staccare, anche solo per qualche ora. Che ne dici se lo facciamo proprio questa sera? Io sono sempre impegnata, da quando sono diventata vicepreside le responsabilità sono aumentate, così come anche i doveri che mi tocca portare avanti. E... eccomi qui, a staccare la spina, perchè a volte fa più che bene.» - sorrise dolcemente, mandando giù un nuovo sorso di vino «Direi che ci meritiamo entrambi questo buon vino, allora.»
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    Aaron Barnes ~ Medimago C'era sempre qualcosa di imbarazzante tra lui e l'insegnante di incantesimi. Non sapeva bene come compertarsi a dire il vero, a volte voleva dirle un sacco di cose, altre invece preferiva rimanere in silenzio ed anzi c'erano delle volte che non riusciva veramente a capire come si doveva muovere, quanto poteva essere se stesso. Eva gli dava un senso di protezione senza contare il fatto che fosse bella da impazzire. Era così bella che non riusciva neanche a capire come si poteva anche solo parlarle ed essere alla sua altezza, ma alla fine Aaron non era mai stata una persona superficiale, non si era mai fermato solo alle apparenze ed in quel caso aveva fatto più che bene. Eva era molto di più di un bel fisico ed un bellissimo viso, era una donna che teneva moltissimo al suo lavoro e forse uno dei pochi insegnanti in quella scuola che amava veramente Blake per quello che era, che lo aveva spronato ad essere se stesso cercando di indirizzare le sue scelte per il suo bene. Forse Blake vedeva in Eva la madre che non aveva mai avuto e forse Aaron ci vedeva quasi la stessa cosa solamente come se avesse messo play su di uno di quei film porno amatoriali dove la madrina si fa il figlio maggiore. ma non era quello ne il caso ne tanto meno il momento di fare quei pensieri. Si mise seduto di fronte a lei, le sorrise e quando lei parlò della sua vita, rise e soprattutto comprese quello che lui stesso stava dicendo Aaron si sentì, per un attimo, meno solo al mondo. Fece un sospiro di sollievo quasi come per darle la certezza di quello che stava provando e poi annuì alle sue frasi. Blake ha un fiuto per le cose belle e soprattutto per le cose che fanno soldi. Mio nonno lo diceva sempre. Solamente è uno che lo fa a modo suo, ma è un Barnes da capo a piedi, il che non so esattamente quanto possa essere un bene, a dire il vero! Disse poi ridacchiando prima di vuotre il sacco. Poi si mise anche lui un bicchiere di vino e lo sorseggiò. Si, era una bella idea. In effetti potremmo anche prendercela una serata solo per noi! Ammise poi facendo un generoso sorso al bicchiere di vino che quasi finì. Sai cosa? Vieni con me! Ok, forse non avevano cenato e forse stava per fare una delle cose alla Aaron maniera, ma in quel momento gli serviva un pò di svagarsi la testa, stava veramente in un periodo pieno e non poteva far altro che prendere per buono quanto detto dalla docente. Si alzò dalla sedia e le tese la mano. Se la donna l'avrebbe afferrata, Aaron le avrebbe preso la mano e l'avrebbe portata verso la spiaggia. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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