If You Want Love

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    Denrise
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    Jonathan Baker | Predone
    Natale era una festività dalle origini cristiane e per tale motivo non era mai giunto sull'isola di Denrise nel suo senso più religioso e sacro. A Denrise tale festività giunse solo nella sua sfumatura più pagana e si concretizzava con lo Jul Brann e successivamente i druidi fecero in modo di far coincidere quella data con la fondazione del villaggio.
    Lungo i negozi di Denrise un colore dominava su ogni via. Si trattava di un turchese molto particolare che era riportato su diverse tinture sul terreno, antiche decorazioni sui comignoli e il colore dell'acqua della fontana situata nella piazza principale.
    Ogni negoziante collaborava per la realizzazione del Jul Brann e il Canto della Sirena non era escluso. DAJE, DOVEMO ANNA' Sbraitò il proprietario della locanda mentre le sue dipendenti e Markab portavano fuori dal Canto della Sirena botti piene di alcol, carcasse di animali da cuocere presso il falò in spiaggia e qualunque altra cosa avrebbe potuto allietare la serata.
    Jonathan si occupava del trasporto di alcune panche, ma passando lungo i negozi si fermò dinnanzi alla fontana della piazza principale. L'acqua turchese scorreva dai tentacoli di una statua a forma di kraken. Prima o poi me fotterò quello de Sigurd. Affermò a voce alta, sospirando.
    Ragazze, come sta a procede? Ce la fate? Continuò a urlare il predone mentre pian piano tutti stavano raggiungendo la spiaggia.
    Forse dovrei dar loro un dono per questo giorno speciale? Osservò il proprio riflesso nell'acqua, dopodiché scosse il capo. MA COR CAZZO! Già me sbatto un sacco pe' loro e ancora nun me sento ricco. Tutti ingrati nello locanda mia. Che palle. Stasera nun incassiamo niente, ma ce dovemo riaffermà come la locanda più bona dell'isola. Pe' qualunque problema chiamateme, nun vojo fa figuracce. Pe' quello c'è sta Philipp. Evviva l'amicizia


    RevelioGDR
     
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    Rebecca Wagner
    Sembrava passato un secolo dal Natale precedente e dal Jul Brann e, detto onestamente, non credeva che sarebbe mai arrivata al prossimo, viste tutte le vicissitudini tra uno e l'altro.
    Ancora di più era passato dall'ultimo Natale -per come lo conoscono i babbani- che aveva avuto, circa venticinque anni, quindi ormai aveva fatto a tempo ad abituarsi alle usanze di Denrise, per quanto a volte le trovava ancora parecchio strane.
    Quel giorno, al Canto, lei, Markab e le altre ragazze erano parecchio indaffarate per preparare tutto per la festa che di lì a poco si sarebbe tenuta per le strade del Villaggio, il tutto capeggiato da Jonathan.
    Il turchese, quel giorno, sembrava farla da padrone. Era un colore strano e molto bello e si chiese chi avesse avuto l'idea. Che Sigurd si fosse modernizzato?
    Stava trasportando fuori un sacco pieno di piccole carcasse -per quelle più imponenti e per i barili, ci pensava il reporter- per andare a portarlo nel luogo dove si sarebbe tenuto il falò del Jul Brann.
    Trasportando quel sacco non troppo leggero, notò che Jon si era fermato dinanzi la fontana a forma di Kraken che dominava su quell'angolo del paese.
    Si fermò accanto a lui, posando il sacco a terra. Doveva portarlo in spiaggia, ma per qualche motivo aveva sostato accanto a lui. Ti vedo nervoso, oggi commentò con un filo di ironia, posandogli una mano sulla spalla, forse preoccupata, anche se non lo avrebbe mai detto a voce alta. Non ti preoccupare, tutto procede a meraviglia. Abbiamo portato quasi tutto in spiaggia, Markab sta portando l'ultimo barile. Fece una pausa, stringendo appena la presa ed osservando il sacco che aveva abbandonato al suo fianco. Qualcosa ti preoccupa? Gli domandò gentile come sempre, nonostante come lui la trattasse, cercando comunque di capire per poter magari aiutare. Invero, Jon era sempre così ma d'altro canto preoccuparsi era da Rebecca. Fissò anche lei la statua del kraken.
    35 y.oCamerieraDenriseFrom Germany
     
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    Jonathan Baker | Predone
    Jonathan osservava la sua immagine riflessa nell'acqua. Non aveva un sorriso stampato sul volto e ciò venne notato anche da Rebecca che si avvicinò al suo datore di lavoro, chiedendogli cosa lo turbasse.
    Un lungo silenzio fu la risposta di Jonathan. La osservò nel mentre avanzò dei passi verso di lei. La maglia verde scuro che indossava enfatizzava i muscoli del predone, nel mentre la locandiera da quella distanza poté percepire senza il minimo sforzo l'aroma che caratterizzava il predone quel giorno: una fragranza a tratti erbacea, infatti solitamente dopo la doccia il moro usava una lozione a base di muschio bianco, ma a ciò si era unita anche la melassa tipica del rum dato che gli si era rovesciato addosso parte della bevanda dopo che aveva rotto la bottiglia e una punta di sudore ormoni dato il duro lavoro che stava svolgendo.
    Cercavo de nun farlo vedé, ma nun me piace la storia dell'abisso. Da quando avemo saputo de quella creatura er mare nun è più come prima. Le nostra acque sono contaminate. Sospirò sonoramente nel mentre mossa la destra, avvicinandola verso il mento di Rebecca, tentando di alzare il suo sguardo verso il volto di Jonathan. Me gioco i cojoni che dovemo tornò in quel piano pe' fa fuori er mostro. Fu allora che lasciò il mento e alzò entrambe le mani nel mentre si stiracchiò, emettendo un rumorosissimo sbadiglio. Ma stasera c'aspetta 'na serata de festa, quindi direi de nun pensarce.
    Fu allora che prima si guardò a destra e poi a sinistra, dopodiché si avvicinò all'orecchio sinistra della bionda. Ma te hai vista c'hanno preparato le altre locande? La testa de porco ce prova tutti gli anni a superarce, ma nun vojo dargliela vinta. Mai avrebbe lasciato che un negozio nato a Londra avrebbe fatto più profitto o ottenuto più gloria di lui.



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    Rebecca Wagner
    Forse per deformazione professionale o forse perché Jonathan era fisicamente ben messo (per non dire proprio fregno perché sarebbe un po' too much per il narrato di Becca), ma non riuscì a fare a meno di notare i muscoli dell'uomo, ben visibili da sotto la maglietta. Lei, invece, quel giorno indossava una semplice maglietta che si concludeva circa all'altezza dello stomaco ed un paio di jeans piuttosto corti. Di certo lavorando al Canto non poteva permettersi una tuta e dei maglioni.
    Quando la sua domanda venne accolta dal silenzio, rispettò i tempi dell'altro e non disse niente, limitandosi a fissare assieme a lui i loro riflessi, vedendolo -con la coda dell'occhio- fare dei passi in sua direzione. Sorrise.
    Alle sue narici arrivò un odore che era un mix di diversi profumi -muschio, rum e sudore- che non lo rendevano nient'altro che ancora più attraente, come se mamma denrise non fosse stata già abbastanza generosa nei suoi confronti.
    Non puoi nascondermi nulla pensò intanto la donna con un sorriso appena accennato. Negli anni a lavorare al Canto, aveva imparato ad osservare le persone e leggerne il linguaggio corporeo. A volte l'aveva salvata, durante le sue mansioni. E nemmeno Jonathan ne era esente, anzi forse il suo si era impegnata ad impararlo più di chiunque altro. Non sappiamo esattamente cosa sia e speriamo che rimanga là iniziò, anche se sospettava che presto o tardi sarebbe stato liberato da qualcuno o da qualcosa. E poi... tenere sicuro il mare è il nostro lavoro, no? Provò a trovarci il lato positivo -in assenza di malati di covid-, includendo anche se stessa perché ormai aveva preso la strada per fare quel lavoro. Quando la mano di lui entrò in contatto con la propria pelle, per poco non arrossì. Assecondò il suo movimento e scontrò i suoi occhi color oceano con quelli scuri di lui. Ci puoi scommettere. Quando succederà, gli faremo così tanto il culo che si pentirà di essere nato replicò ammiccando e tornando a guardare la fontana.
    Rise alla sua affermazione, annuendo. Ci prova tutti gli anni ma non ci riesce, mentre le altre locande non sono abbastanza degne di nota. Non esisteva solo il Canto, era vero, ma era l'unica che veramente faceva qualcosa di bello per quella festa. Bene, allora vogliamo andare in spiaggia anche noi? Si piegò sulle ginocchia e raccolse il sacco che aveva abbandonato, indicando le panche. Hai bisogno di aiuto? Possiamo far venire Markab a prenderle propose, camminando all'indietro in direzione della spiaggia, aspettando e sperando che lui la seguisse.
    35 y.oCamerieraDenriseFrom Germany
     
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    Jonathan Baker | Predone
    Lavorando tutti i giorni presso il Canto della Sirena Jonathan aveva avuto modo di conoscere tutti i suoi dipendenti. Con Rebecca c'era un rapporto particolare. All'inizio la considerava un po' come la tipica cretina bionda così studida da non sapere che quattro più quattro faceva cinque, ma col tempo cominciò a vederne anche delle qualità: partendo spesso in missione con lui aveva dimostrato una certa temerarietà, conoscenza degli incantesimi mentali per nulla praticati dall'oste e un certo lavoro di squadra.
    Gli faremo er culo de securo, ma te devi continuà ad allenarte. Ancora nun capisco er ruolo tuo durante 'na sfida, ma so' certo che prima o poi lo troverai.
    Lasciò morire il discorso nel mentre notò la punta di imbarazzo provata dalla ragazza quando toccò il suo volto. Nun me sorprende che molti la scelgono. Sospirò. Stai bona, nun te faccia nulla, lo sai. Scosse il capo nel mentre la ragazza propose di proseguire per la spiaggia. No, lasciamo che siano loro a occuparse delle delle cose. Cedette così a Jason che passava di lì la panca che reggeva e gli chiese di portarla in spiaggia.
    famoce un giro pe' sti negozi. Mo staranno andando tutti andando alla spiaggia, facciamoce un giro pe' i negozi.. Te solitamente quando nun stai a lavorà dove spendi i soldi? E che dici un regalino me lo merito p'esse sempre così generoso co' tutti, no? Il tono non era affatto ironico, bensì estremamente serio mentre gli occhi puntarono qualche vetrina. Li Mondomago vendeva oggetti a stampo babbano e Jonathan avrebbe dato volentieri fuoco a quel negozio, successivamente Mielandia e continuava a chiedersi come avesse fatto a non andare in banca rotta. So' spuntati come funghi 'sti negozi, ma penzo che nun c'è nulla che mi piaccia davvero. Che palle, tutti inutili.
    Scosse il capo e ruotò lo sguardo verso la bionda. Te cosa hai sempre sognato de riceve da qualcuno? Te lo chiedo pe' curiosità eh! Io già ve regalo la possibilità de lavorà tutti i giorni.


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    Rebecca Wagner
    Sorrise appena a quella frase. Persino lei stessa non aveva ben capito il proprio ruolo, ma ciò che contava davvero, era che desse un apporto utile alla missione. Erano poche le ragazze che decidevano di avventurarsi per mare. Invero, nel corso delle sue missioni, aveva visto solamente Airwen, Joanne, Kenna e Nara, quindi non si stupiva della sua perplessità.
    Si strinse nelle spalle. Il mio sogno è diventare una predona. Lo disse con semplicità, lasciando però anche lei che i discorsi nefasti cadessero a favore di qualcosa di più allegro, come la festa che di lì a poco avrebbe avuto uno scoppiettante inizio.
    Quasi arrossì davvero al pensiero di essere stata scoperta. In effetti, con lui difficilmente riusciva a nascondere il suo stato d'animo. Riuscì comunque a sorridere, annuendo. Certo, lo so disse solo, consapevole che lui avesse sempre difeso lei e le altre, quando vi fosse stato il bisogno, soprattutto da clienti violenti o cose simili.
    Grazie, Jason gli disse, mandandogli un bacio, stupita di quell'iniziativa del suo capo. Piacevolmente stupita, beninteso.
    Quando le venne rivolta quella domanda, comunque, l'attimo di silenzio fu suo, perché esattamente non sapeva cosa rispondere. Tralasciando il fatto che non è che la pagasse così tanto e che la maggior parte del suo tempo la passava al lavoro, non aveva mai pensato a cosa le piacesse comprare... né se lui si meritasse davvero un regalo. Non faccio molto shopping, però non desidero gioielli, vestiti e tutte quelle altre cose frivole. Quando ho un po' di tempo, passo da Philly. Non è molto socievole, ma vende delle cose decisamente interessanti. Mostrò il pugnale, avvolto da un fodero viola, che aveva legato al fianco, per ogni esigenza.
    Magari sì, un regalino te lo meriti acconsentì, riflettendo sul fatto che magari farglielo davvero, le avrebbe fatto guadagnare punti ai suoi occhi. Anche se non avrebbe disdegnato nemmeno un pagamento in natura (?)
    La cosa più sorprendente è di come stia sopravvivendo una libreria, qui replicò perplessa, elogiando mentalmente Kenna per star facendo un lavoro così egregio. E per essersi accaparrata il manzo biondo.
    Magari ti piacerebbe qualcosa proprio da lui? Chissà cosa può servire in missione. O magari qualche erba strana da Jason. O un libro proprio da Kenna? Quell'ultima frase era sarcastica, visto che non era nemmeno sicura sapesse leggere.
    Allungò la mano mancina ad afferrargli il polso, come volesse esaminarlo. Non che voglia mettere in dubbio la tua prestanza fisica, ma un'armatura non sarebbe male, sai? Non voglio ti metta in pericolo. L'ultima parte fu detta in un sussurro quasi timido, prima che tornasse ad essere la Rebecca di sempre. Rifletté su cosa lei avrebbe sempre desiderato le regalassero. Non mi interessa particolarmente niente, anche se nemmeno a me spiacerebbe un vero equipaggiamento da battaglia, ma la cosa che più vorrei sarebbe trovare mio padre. Ed ucciderlo. Lo disse con semplicità ed in realtà non c'era nemmeno troppo rancore nella sua voce, ma visto che l'aveva abbandonata all'età di sei mesi, non meritava un trattamento migliore.
    35 y.oCamerieraDenriseFrom Germany
     
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