Accordiamoci sul prezzo, eh

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    Denrise non era un posto che frequentava spesso, la rossa. Ma vista la sua visita alle grotte che aveva portato buoni frutti, aveva deciso di tirar dritto e approfittarne del fatto che in quel paesello sperduto (?) ci fosse uno dei migliori fabbri del posto che sembrava non essere bravo solo nella fabbricazione delle armi. Le voci su di lui erano molteplici, non solo sulla sua grande capacità di essere acido, ma anche sul suo non di meno grande aspetto fisico che poteva quasi conciliare le due cose, affievolendo il fastidio della prima.
    Aveva chiesto informazioni a quelli del posto per raggiungere quel posto, che pareva essere nella Nocturne Alley di Denrise. Uno di quelli che l'aveva fermata, le aveva dato anche una cosa da portare al fabbro, ridendo del fatto che stesse dirigendosi proprio da lui. Era un pacchetto con dentro un po' di qualcosa che aveva fatto quel druido, non è che ci aveva capito molto.
    Seguì, quindi, le direttive per giungere a quella che pareva una baracca davvero dall'aspetto orrendo. Ora, non voleva certamente il tappeto rosso fuori dalla bottega, ma insomma, almeno l'insegna. Entrò, facendosi forza «Saaaaaaaalveeee ~» - pigolò appena, sbirciando con la testolina rossa qua e là.
    Ma vedi dove si era andata a sbattare per quel professore fastidioso, dannazione. Non ci capiva davvero più niente, soprattutto del motivo per cui stesse pensando di fare una cosa così unica e ricercata per lui che... vabbè, era meglio non pensarci adesso, soprattutto con tutte quelle armi davanti.
    Si guardò attorno, passando una mano sulle lame fabbricate «Uh, carine però.» - disse, come se pensasse di non essere sentita da nessuno. Non si era nemmeno impegnata a cercare se ci fosse qualcuno o meno, avanzando nella bottega come se fosse casa sua. D'altronde non erano questi i problemi della vita, no? I suoi passi cigolavano sulle assi di legno, ma ormai Alyce aveva capito che i denrisiani non badavano molto alla sicurezza dei loro luoghi.
    alyce coffey

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    Philipp Garlic
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    Philipp era un fabbro alquanto particolare, così come era un Cacciatore speciale e un guerriero; come fabbro, la sua fama ormai lo precedeva abbastanza e soventemente si soleva dire che fosse tanto scorbutico quanto bravo (cioè molto), anche se, alcune persone, avevano anche alluso alla sua avvenenza fisica. Narravano persino le leggende che una certa libraia avesse osato dire che fosse più bello di un influencer famoso per la sua avvenenza e la sua smarchettante natura, ma quello era un segreto custodito gelosamente in mondovisione (?).
    'E questa chi cazzo è?' quando l'allungato saluto di Alyce giunse a Philipp, questi sedeva sull'unico sgabello presente nella parte anteriore del negozio.
    Il ragazzo era intento a passare una cote incantata sul filo di ogni punta di un tridente in bronzo incantato, ma alla vista di lei interruppe l'operazione, posando sotto lo sgabello la pietra "Salve..." affermò lui, diffidente, andando poi a piantare a terra l'arma, per poi alzarsi in piedi ed affrontare alla stessa altezza (più o meno) la ragazza, levando progressivamente un sopracciglio dinnanzi alla sua bizzarra curiosità che sembrava completamente escluderlo dagli interessi di lei.
    "Preferisco considerarle letali." disse seccamente in risposta a lei, incrociando le braccia e gonfiando i possenti bicipiti, ben evidenti visto che indossava una maglietta bianco sporco e dei pantaloni neri, sopra a degli anfibi.
    "Sei venuta per qualcosa o posso tornare a sistemare il tridente, così non perdo tempo?" chiese lui dopo alcuni istanti, giusto perché ringhiare da subito ad un potenziale cliente gli sembrava troppo scorbutico persino per lui, nonostante neanche quell'uscita fosse poi molto conciliatoria 'Vabbè, se sei qui a perdere tempo come tutti gli inglesi del cazzo, ok, fatti i cazzi tuoi e io mi faccio i miei... manco mi sbatto ad aprirti il ventre come un pesce: amici come prima.' si riprometteva lui, mantenendo ben piantati sulla maga nera i suoi occhi diversi.
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    Alyce entro da Brugnir ed incontrò Philipp. Non sembra l'inizio di una favolosa barzelletta? Insomma, dai, quei due non avevano da spartire nemmeno l'aria che respiravano per quanto fossero distanti anni luce eppure, il destino (o questa player troppo affezionata a quello di Philipp) aveva deciso di farli incontrare nell'habitat naturale del cacciatore. All'apparizione (?) di Philipp, la donna rossa passò il suo smeraldo prima sul tridente, accarezzandolo con attenzione e poi sul biondo, seguendone le fattezze fino in basso e poi «Uh, gran bell'arma.» - disse con illimitata leggerezza, sorridendo un po' folle e lasciando ai posteri l'ardua sentenza sul fatto che si riferisse al tridente o al cacciatore. Fatto sta, che Alyce era lì per un qualcosa di ben diverso dalla merce che Philipp aveva da offrire (o forse no): le armi che erano in esposizione erano decisamente interessanti, ma quello che più le interessava era cosa davvero Philipp potesse fare per lei.
    Scrollò le spalle al suo commento, quindi, procedendo a parlare nuovamente «Sono letali se usate da mani altrettanto letali...» - si trovò a mormorare, osservando di nuovo la merce del fabbro (quella in vendita), cercando di distogliere lo sguardo dai suoi bicipiti, mal riuscendoci e trovandosi a commentare anche quelli «... quelli anche sono letali, secondo me...» - disse indicandoli poi col mento e con un'espressione follemente seria.
    «Strano ma vero, sono venuta per qualcosa.» - disse ricacciando le lunghe dita affusolate nella sua borsa e tirando fuori i materiali che aveva appena trovato nelle grotte. Lo sguardo smeraldo della donna ripassò a rassegna, di nuovo, il fabbro, trovandolo particolarmente attraente ma cercando di concentrarsi su ciò che veramente le serviva «Topazio e piombo. Le tue mani letali quanto possono aiutarmi?» - lo stuzzicò appena, passando la lingua, serpentina, ad inumidire le labbra «Devo fare un regalo. Voglio che sia unico, inimitabile e utile. Un anello. Non è per me.» - già, un regalo presumibilmente non sarebbe stato per lei, ma meglio specificarlo «Dev'essere perfetto.» - sibillò, quasi come se pensasse già a come sarebbe stato addosso a Brian.
    alyce coffey

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    Denrise
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    [QUOTE=Philipp Garlic,24/10/2021, 16:12 ?t=78741574&st=0#entry653379016]
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    Philipp Garlic
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    Alyce entra da Brugnir e incontra Philipp: poteva essere l'inizio di una barzelletta, ma nessuno parve ridere, forse perché poteva parimenti essere l'incipit di una strage.
    Il ragazzo si stagliava minaccioso davanti alla criminale, levando un sopracciglio quando ella iniziò a scrutare la sua arma e poi lui, dalla testa ai piedi, lungamente, quanto bastava per metterlo in imbarazzo 'Ca-cazzo vuole questa?!' si chiese lui, discretamente messo in soggezione da un atteggiamento così squisitamente apprezzante, decisamente poco consono a Denrise e alla sua vita, fatta di insulti e magi neri devoti a Lolth travestiti da giganteschi druidi.
    Non rispose comunque alle parole di lei, decisamente troppo a disagio per farlo, levando comunque il mento quando ella parlò delle armi, legandone la pericolosità alla mano che la impugnava, un discorso che richiamò nella spina dorsale del fabbro qualcosa di ormai antico, un antico insegnamento Garlic che veniva impartito col primo paletto 'Un'arma è letale quanto l'uomo che la impugna' gli aveva detto ad undici anni, un ricordo che richiamava con affetto e nostalgia, che si andò ad infrangere contro la seguente frase della rossa, che lo riportò al presente con uno schiaffo.
    Probabilmente praticato con un metaforico membro maschile, ma pur sempre di schiaffo si trattava!
    'Porcs puttana, ma che cazzo c'ha questa? Kenna per farmi mezzo complimento ha dovuto andare al fottuto torneo di Londra e vedersi quel damerino che lavora per Jon!' rivelò lui, protestando ponendo le braccia conserte, cosa che rese ancora più evidenti le braccia di cui tanto andava fiero: i muscoli erano da anni delineati al minimo dettagli, guizzando come serpenti sotto la pelle, mentre il bicipite, non appena si contraevano, emergevano dalle braccia come due bocce con le quali si sarebbe potuto tranquillamente giocare a bowling.
    Il biondone scoccò uno sguardo eterocromatico alla donna "Vuoi provarli?" chiese lui, talmente in difficoltà da dover puntare con un sorriso feroce sull'arroganza, del resto a Denrise la debolezza era morte "Ma ti avverto: questi non sono in vendita"
    Non lo erano (e lo fossero stati lo sarebbero stati a costo della vita, data Kenna (?)), ma non lo erano neanche i prodotti che Alyce gli stava mettendo sotto al naso.
    'Merda' la ragazza si era fatta più vicino e forse questo aveva animato qualcosa nel profondo (inteso sotto la cinta) di Philipp, ma alla vista di quei materiali così grezzi, egli si era come trasfigurato.
    "Dove te li sei procurati?" chiese lui con un tono di voce improvvisamente serio e professionale, nel mentre osservava e provava a prendere dalle mani della giovane quei prodotti per analizzarli ancora meglio "Dipende cosa vuoi." chiarì poi quando ella gli chiese il suo aiuto, andando poi ad ascoltare la risposta di lei, che lo costrinse un po' a serrare i denti 'Mo' poi pesto Brugnir e cambio la fottuta insegna: 'sti cazzo d'inglesi der cazzo lo devono imparà che non siamo 'na gioelleria!' pensò lui, riportando poi gli occhi ai materiali, che soppesò.
    "Non sono materiali da Capitano, ma questa non è roba comune... ci possiamo fare un anello scudo, così ad occhio e croce... era la tua idea?" chiese lui, prudentemente, osservandola chiedendosi sotto sotto chi fosse il destinatario di quel dono, anche se, per il momento, non si azzardava a chiederlo, troppo imbarazzato dalla situazione per farlo.
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    Due armi letali nello stesso posto, quella si che era la barzelletta più noir che si potesse raccontare ai posteri. Alyce e Philipp, due mondi diametralmente opposti, accomunati forse solo dalla letalità che potevano raggiungere entrambi.
    Alyce era un pesce fuor d'acqua in quella bottega, ma lei era sempre stata abituata ad essere l'outsider di ogni territorio e forse per questo non badò molto alle circostanze, quanto al ragazzo che aveva davanti.
    Non si faceva alcun problema a mostrarsi interessata a valutare la merce che esso esponeva, poco consapevole di che bestiaccia avesse davanti: una psicopatica ninfomane con la passione per le fantasie più assurde.
    La lingua sibilò tra le labbra, mentre risaliva con lo sguardo al volto del biondo. Non era brava solo ad osservare, la rossa, ma anche a giocare con le parole e quella levata di mento le fece comprendere che aveva colpito nel profondo. Ghignò appena, quasi come se stesse gustando con gli occhi quel bel bocconcino con cui doveva scendere in affari.
    Non si faceva problema alcuno a mostrare quell'interesse verso le armi - fisiche e metalliche - che erano in bella mostra in quella bottega, ma non dimenticava sempre il motivo per cui era arrivata lì, seppur Philipp la metteva a dura prova, sfoggiando quelle braccia disegnate dal migliore degli scultori. In quel momento, Alyce, si perse nei meandri della sua psicopatica mente, chiedendosi quanto fosse stato eccitante se adesso, seduta stante, quelle braccia l'avessero afferrata e girata di spalle e ... davvero lo aveva chiesto? Alyce si ritrovò sopresa dall'arroganza sensuale del fabbro, mordendosi appena il labbro e inclinando il capo verso la spalla sinistra «Sì.» - rispose secca, con quel sorriso tra il presuntuoso e il sensuale, nascondendo malamente un sorrisetto di chi sapeva il fatto suo «Tranquillo, non voglio comprare. Mi basta provare e ... toccare con mano.» - continuava forse a sfidarlo, diventando quasi un gioco a chi avrebbe mollato prima.
    Aveva accorciato le distanze senza alcun preavviso, proprio in linea con la sua folle mente imprevedibile. Lo smeraldo di lei passò dalla merce al biondo, con un'espressione di chi si sente sottovalutata, ma divertita dall'esserlo «Nelle grotte.» - rispose, sollevando un angolo delle labbra «Sono una donna piena di risorse e soprese...» - sibilò come una vipera, mentre ascoltava il suo dire.
    «Direi che ci siamo ben intesi. Voglio in questo, la stessa perfezione di... » - quasi rapidamente provò ad allungare la mano sinistra verso uno dei muscoli delle braccia, e se ci fosse riuscita avrebbe sfiorato a fior di pelle l'uomo «... questi.» - per poi allontanarsi e guardare le armi decisamente interessata.
    alyce coffey

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