Prove them wrong.

Jess&Kenna

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    Black Opal
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    Jessica Whitemore
    Essere maggiorenni era davvero una figata.
    Uscire dalla scuola senza nessun problema era uno degli aspetti che più preferiva. Poteva firmarsi i permessi da sola, poteva passare la notte in qualche locanda denrisiana, poteva bere... poteva fare qualsiasi cosa che fino a pochi anni prima, le era preclusa.
    Quel giorno era decisa di andare all'esplorazione di quell'isola magica che per così tanto li aveva accolti, quindi addosso aveva vestiti comodi ed un paio di scarponcini da trekking. Si era procurata uno zaino ed al suo interno vi aveva messo qualcosa da mangiare sgraffignato dalla cucina, un paio di borracce d'acqua ed altre piccolezze che le sarebbero potute servire. Aveva intenzione di presentarsi da Robert e chiedergli se l'avrebbe accompagnata in quell'escursione ed uscì effettivamente dal castello con quell'intenzione ed un sorriso malandrino stampato sulle labbra. La vera sfida era arrivarci, al villaggio, non collocato esattamente vicino alla scuola. Non sembrava ma Denrise era immensa.
    Era sabato 18, il terzo weekend dall'inizio della scuola ed anche il primo in cui Jessica aveva trovato l'occasione di uscire dai cancelli della scuola per dirigersi verso la libertà di quelle caratteristiche piazzette, della foresta, dei monti e delle coste. Con queste sicurezze, si avviò lungo la strada acciottolata che portava al Villaggio. Camminando, i pensieri iniziarono a fluire liberamente. Mancavano due anni alla fine di Hidenstone e per quanto fosse indisciplinata, sapeva che le sarebbe mancata da morire la scuola, passare ore ed ore a parlare con Blake in sala comune, correre per non arrivare in ritardo a lezione, violare il coprifuoco e sì, anche mandarsi occhiate di fuoco con Elisabeth. Le sarebbe mancato vedere i docenti, soprattutto alcuni in particolare, le sarebbe mancato molto più di quanto fosse disposta ad ammettere.
    Senza accorgersene, passò velocemente una mezz'ora e lei ormai era arrivata alle porte del villaggio. Ora doveva solo ricordarsi dove abitasse "l'amico", quindi intanto si avviò per le strade, ma prima che potesse attivare per bene il suo senso dell'orientamento, il suo sguardo si fermò su un'insegna: Leabharlann. Si guardò attorno. In fondo non c'era nulla di male a perdere qualche minuto per far visita alla sua ex docente di Storia della Magia. Osservò per un momento quei simboli runici provenienti dai paesi più disparati, accarezzandone i tratti con le dita. Confermo quello che ho pensato. Ci vuole coraggio ad aprire una libreria in questo posto fu la prima cosa che disse una volta entrata nella libreria, mentre si guardava attorno affascinata. In effetti aprire un luogo pieno di libri in un posto in cui i libri erano usati come legna da ardere, era un'azione a dir poco intrepida, ma compiuta dalla MacEwen, non la stupiva proprio per niente.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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    Denrise
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    Kenna Ivonne MacEwen
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    Il sabato era sempre un giorno frenetico, soprattutto perché oltre gli abitanti del villaggio si riversavano anche gli studenti di Hiddenstone. Delle volte era facile trovarla a scambiare poche parole -davvero basilari- con ex studenti, altri li studiava con attenzione immaginando le loro vite e il loro futuro. Quel giorno però, non aveva il tempo. La libreria sembrava assalita dall'incredibile numero di persone che volevano acquistare un libro di narrativa o qualcosa sulla magitecnica. Quanto successo al porto -e non solo- aveva fatto il giro dell'isola in pochissimo tempo. Dopotutto come dimenticarsi di Sigurd e della sua furia? Neanche fosse Achille e Kwaku il suo Patrocolo. Okay, non c'entrava niente con la storia ma la similitudine era così bella che era impossibile lasciarsela scappare. Mentre serviva alcuni clienti, mantenendo sott'occhio gli altri avventori, fece il suo ingresso una delle studentesse brillanti ma al tempo stesso più odiose del quarto anno. «Jessica», un'occhiata di rimprovero alle sue parole. Almeno si era trattenuta nell'usare un linguaggio volgare. Un cenno della mano atta ad avvicinarla. «Per favore, saresti così gentile da raggiungermi dietro il bancone?» E non era un caso che avesse calcato proprio su una precisa parola. «Come te la cavi con l'impacchettamento di libri?» Avrebbe chiesto poi, di fatto relegandola in quel compito ingrato ma utile per lei. Quello, fino a quando il Leabharlann non tornò a navigare in acque calme con voci che provenivano dal chiostro. Un attimo di calma, ma per quanto sarebbe durato? «Sono contenta di vederti qui», annunciò, chiudendo con un colpo di fianchi il registratore di cassa, volgendosi verso di lei. «Sei venuta a trovare me o per acquistare qualcosa?» Terribile lei che l'aveva relegata lì dietro a condividere la loro stessa aria. Però, se le fosse servito qualche galeone extra, il pensiero di reclutare qualche studente che l'aiutasse nel fine settimana non era poi cosa da sottovalutare. Ma la Whitemore, forse, avrebbe potuto prendere quell'offerta come un insulto. E non sarebbe stata neanche la prima volta tra le due. I trascorsi erano piuttosto chiari. «Grazie, comunque, per avermi aiutato».


     
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    Black Opal
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    Jessica Whitemore
    Non aveva prevenuto una visita così lunga alla libreria della sua ex docente di Storia della Magia, tuttavia ora si trovava al suo interno ed era invasa di clienti, quindi per forza di cose ci avrebbe messo diverso tempo prima di riuscire ad ottenere ciò che voleva, quindi si mise in fila in attesa, finché non riuscì a trovarsi faccia a faccia con Kenna, la donna con la quale aveva sempre avuto un rapporto parecchio di amore ed odio. La ammirava molto come donna, ma più di una volta aveva messo i bastoni tra le ruote alle sue volontà, ma ora difficilmente quello sarebbe stato possibile.
    Oh la raggiungo molto volentieri annunciò, inarcando il sopracciglio ed osservandola sospettosa, sperando non volesse metterla sotto a fare qualche lavoro che lei non aveva voglia di fare, anche se alla fine andò proprio così.
    Penso di cavarmela abb- non fece tempo a finire la frase che si ritrovò con un enorme tomo di magitecnica in una mano ed un rotolo di carta nell'altra. Non poté quindi sottrarsi - Robert avrebbe dovuto aspettare - e quindi iniziò a rilegare pacchetti su pacchetti, talmente tanti che alla fine aveva tutte le mani appiccicose di colla e scotch. Certo, avrebbe potuto usare la bacchetta ma sapeva che per un lavoro preciso, la via manuale era la più adeguata e lei non era certo una ragazzina viziata, per certi versi, che non sapeva far niente senza l'ausilio della magia. Quando finì, il caos all'interno del locale era nettamente diminuito, lasciando spazio giusto ad un paio di persone che gironzolavano innocue qua e là, cercando qualcosa di loro interesse, probabilmente.
    Mh... è contenta davvero o è contenta solamente perché ha potuto farmi fare il lavoro sporco? Domandò, sollevando le mani appiccicose, ma senza alcun rancore o astio né nel tono di voce, né nei gesti. Ad ogni modo, si appoggiò con la schiena al bancone, facendo un po' come se fosse il suo negozio, in realtà. Sono uscita da Hidenstone con l'idea di fare un'escursione con un... si soffermò, non sapendo come esattamente potesse definire Robert e non poteva certo dire "scopamico" davanti alla donna, probabilmente l'avrebbe aspramente ripresa. Un amico che ho conosciuto durante no, non poteva nemmeno dire durante un'orgia, perciò ancora una volta stoppò il suo racconto. Una visita approfondita all'isola non riuscendo a trattenersi, marcò appena la parola "approfondita", come se volesse intendere un doppio senso. Ma ormai è tardi, perciò non ho più alcuna fretta aggiunse, anche se nel tono, sperava di farle pesare un po' il fatto che avesse rovinato i suoi piani.
    Si figuri, ho sempre desiderato impacchettare libri per una mattinata intera commentò sarcastica, posando entrambe le mani ai lati del bancone e sollevandosi, con un colpo di reni, sedendovisi sopra. Ad ogni modo ero parecchio curiosa di vedere come se la passasse qui e come andassero gli affari. Se la libreria fosse ancora in piedi, insomma ridacchiò, allungando il collo come a voler cercare qualcosa... o qualcuno. Senta ma dov'è il biondino? Domandò, malandrina con un mezzo sorriso furbo. Sembrava molto... affezionato a lei, al Porto.
    18 y.oStudenteBlack OpalIV annoFrom NY
     
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2 replies since 9/10/2021, 13:47   73 views
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