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.SPOILER (clicca per visualizzare)sono arrivato a molestarti, Jason K. Byrne.
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.Denrise era un allegro villaggio vivace e colorato.
Certo, come no.
«JOA' NUN TROVO PIU' ER MORTAIO, LI MORTACCI!» - Jason era appeso alla scala, mentre cercava il suo mortaio di fiducia (?). Da quando c'era quella ragazza in giro per il negozietto, tutto era sempre lindo e profumato, più di quanto facesse lui che già ci teneva a quell'aspetto della bottega, ma Joanne aveva un vizio che avevano tutte le donne: spostava gli oggetti «Ma cume se fa. Nun ce credo. O metto là, me giro e puff, nun ce sta più. Ma che c'avranno ste donne!» - diceva mentre scendeva i gradini della scala che lo portava agli scaffali più in alto «Che poi, arrivano loro e to, sta qua. Ma nun ce stava! T'ho posso giurà. JOAAA!» - mentre continuava a cercare disperatamente la sua collaboratrice, Jason aveva dimenticato che l'aveva mandata a cogliere erbe selvatiche per creare qualcosa di nuovo. L'andò a cercare in giardino «Joà?» - niente, solo un Seth sparanzato con le pallucce all'aria che sonnecchiava «Ma ndo l'ho mandata, stabotta?!» - si grattò la testa, sentendo il campanello appeso alla porta tintinnare. A grosse falcate attraversò il giardino e il laboratorio sperando fosse la ragazza, ma quando si annunciò colui che Jason ancora non capiva perché fosse in quel villaggio sollevò gli occhi al soffitto, prima ancora di uscire allo scoperto, sostando appena nel laboratorio, dove Markab non l'avrebbe potuto vedere e rivolgendo le sue parole verso l'alto «Ma voi dèi che c'avete? Nun ce basta che nun trovo li mortacci der mortaio, pure sto inglese che gira sempre mezzo nudo me dovevate mannà?» - bisbigliò quasi in un discorso sacro verso gli dei che veneravano. Uscì, poi, allo scoperto «Nun c'è nessuno.» - disse, ridendo sotto la barba ben curata «A spiaggia com'era? Te sei fatto er bagno?» - replicò commentando il suo spettoramento (?) indicandolo con il mento «Te serve qualcosa o Jonathan c'ha er culo troppo pesante pe venimme a chiedè na cosa e ha mandato te?» - nel mentre che parlava aveva preso due bicchierini e aveva messo in questi una tisana deliziosa alla malva «To bevi.» - la solita elegante carineria denrisiana nell'offrire.Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.SIGNORAAAAAAAAAAAA I LIMONIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!
Più o meno ci aveva preso, il reporter porno, tuttavia doveva ormai essere abituato alla follia denrisiana, quindi di cosa si stupiva, ancora, questa narratrice improvvisata, mica l'aveva capito.
Jason, dal canto suo, lo guardò perplesso quando anche lui lo chiamò in modo diverso rispetto al suo nome «Ao, ma a voi inglesi non v'entra in testa il mio nome? Jasper. Bestia. Rocky. 'Nsomma, nessuno che se mpara er nome mio. Ma che tenete, non so.» - disse lui, sospirando appena, rassegnato al fatto che ormai aveva perso le speranze con quel popolo troglodita (?).
Sbuffò divertito, quasi come uno stallone che caccia le mosche dal naso «Te vedevo bianco, me pensavo ch'era dissenteria. Ed invece è er sole che nun te vede.» - ironia portami via, doveva dire che si divertiva, ogni tanto a pizzicare gli inglesi soprattutto quando entravano in casa sua.
Rise sotto la barba alla reazione di Markab «Ao, la dentro siete tutti un po' schiavi di Jonathan. Nun l'avete ancora capito, ma è così.» - un certo fondo di verità non mancava, questo c'era da dirlo, tuttavia sospiro «Quindi t'ha lasciato libero de girà. Me fa piacere; ma dimme: te conta i minuti che stai fori e te li scala dar lo stipendio?» - era davvero curioso dei metodi lavorativi di Jon, quasi che volesse studiarlo.
Lo guardò trangugiare il bicchierino e lui ne sorseggiò un po' «Tisana alla malva, nun te uccido, sta tranquillo.» - disse lui, per poi ascoltare quello per cui era venuto a trovarlo.
Iniziò a ridere fortemente «Ma ce lo sai che se fumi tanta de erba magggica poi nun te se alza? Jonathan me cite pe li danni!» - ovviamente lo stava prendendo un po' in giro, voleva vedere quanto ci credeva e nel mentre srotolò quello che pareva essere uno di quei contenitori da gioielleria per i bracciali. Ma al suo interno vi erano diverse tipologie di canna «Allora...» - lo guardò di sottecchi, sollevando entrambe le sopracciglia e celando il suo sorriso sotto i baffi della barba «Ce sta questa che è pe sognà er futuro, questa pe esse utile na vorta nda vita e poi la mia preferita: Les Fleurs du Mal.» - le accarezzò appena «Che ce fumamo?» - chiese lui mettendosi in mezzo alla situazione divertente.Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.A volte era divertito dall'effetto che faceva a quegli inglesi strani come Markab. Jason non aveva ancora compreso come questo ragazzo fosse riuscito a meritarsi un posto al Canto, non ci trovava niente di spettacolare, ma era certo che se Jon l'avesse preso, un motivo c'era: portava soldi. O forse era solo uno di quegli inglesotti che consumano un sacco? Insomma, per Jason, Markab era uno da studiare dalla testa ai piedi. Sogghignò appena, accarezzandosi la barba dal mento fino alla punta di quella. Era quasi soddisfatto delle parole del reporter, che non si sentì in dovere di aggiungere niente.
Questa narratrice ci tiene a rispondere alla domanda nella testa di Markab: la seconda opzione è quella giusta, hai ragione. Invece, Jason, dal canto suo, finse di essere sollevato «Meno male, nun te pensà che t'avrei fatto intasà er cesso.» - rise a quel suo stesso dire, come se quella fosse davvero la preoccupazione del druido. Era divertente vedere come tentava di tenergli testa, ci sapeva fare, doveva ammetterlo, ma Jason era denrisiano e certe cose non lo sconvolgevano «Tenemo er menù pe l'inglesi, che nun ce lo sai?» - era evidente il suo tono ironico, Markab non avrebbe dovuto mica fare due più due con la calcolatrice per capire che in realtà stesse scherzando. O forse no?
La risposta sul suo ruolo al Canto lo fece perplimere. Assottigliò lo sguardo «Nun ce lo so...» - mormorò, tipo come nei fumetti quando esce la parola mumble mumble «Me ce devo informà che mica me convince tanto sta storia...» - sospirò, quindi lasciando cadere oltre la questione.
Devo ancora intercedere io narratrice, perché ora la curiosità la fa scimmia: esiste un gusto diverso per i dentifici per gay? Ma questa è una risposta che prevede ore e ore di decreti legge e robe simili, non ci staremo a perder la testa, chiaro. «Che noia, nemmeno una boccata in compagnia? Voi inglesi ce siete veramente na noia.» - sbuffò il druido, quasi deluso, di primo acchitto «A droga mia nun è come a droga babbana, ciccio.» - si sentì quasi ferito nell'orgoglio per quella sua affermezione, quindi continuò «Te faccio n'erba magggica solo per te e me verrai a chiede come te se abbasta l'asta de madre natura, pe disperazione. E' na promessa!» - sì, lo aveva ferito, povero cucciolo.
«Vedo che te sei ripreso, bravo. Allora se comincia.. ma... andiamo ner giardino. Come te le fumi tu ste cose, ciccio?!» - la sua erba magggica andava gustata, era chiaro, quindi fece strada verso il cancelletto che divideva il negozietto dall'oasi naturale che vi era alle spalle, portando con sé il Fiore del Male e un bastoncino di fiammifero.
Una volta fuori si sarebbe buttato sul dondolo «Ndo voi te poi sedè.» - e poi non si dica che non è accogliente, il druidone, quindi accese la canna e via di prima, profonda boccata «Te sei sicuro che t'a sai fumà sta roba eh?» - chiese lui, mentre sputava fuori verso Markab una nuvola bianca e profumatissima di papavero. Sarebbe sembrata un po' secca al primo tiro, ma avrebbe lasciato in bocca un sapore rotondo e delizioso, come quando si mangia un muffin red velvet. Mlml che buoni.
Gliel'avrebbe passata dopo due tiri.Jason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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.Inutile, Jason proprio non capiva a che cazzo serviva un cazzo di inglese al canto. Ci avrebbe potuto perdere molto tempo ad osservarlo, ma niente, non ne trovava il senso. Così come quel suo barattare del rum, che fece sospirare l'omone, dalle mani incrociate al petto «Ce penso.» - disse, senza sbilanciarsi troppo dal suo essere restio ad avere qualcosa offerta da un inglese.
Ma la parte più divertente di tutto quello fu la reazione di Markab quando gli diede del noioso. Guardò il reporter dall'alto, senza smuoversi minimamente dalla sua posizione e trattenendo il respiro per non ridere, mentre lo vedeva alzarsi sulle punte e «PUAHAHAHAHAHAH» - scoppiò fragorosamente senza riuscire più a trattenersi per quella scena tragicomica dell'inglese. Non riusciva a trattenere le lacrime, tanto che dovette portarsi il dorso della mano a raccogliere quelle piccole goccioline causate dal suo ridere «Te prego, me rifai la scena dove te arzi sulle punte?» - era davvero molto divertente, doveva ammetterlo e quindi con quel suo ridere si era rimangiato anche quel complimento poco gradito, senza però cancellare quel che aveva detto.
Markab stava diventando una specie di nano da giardino agli occhi di Jason. Quelli interattivi però, quelli a cui schiacci la testa e iniziano a parlare in maniera divertente. Ecco, così immaginava Markab.
Scrollò le spalle «Che t'ho dico e m'ho scordo io.» - rispose alla sua domanda, senza davvero rispondergli e mentre sbraitava, lui lo ascoltava semplicemente, con aria divertita e quasi rassegnata a che gente girasse per Denrise, soprattutto grazie a Jon, tuttavia, quando la posta in gioco divenne sessuale, Jason rise ancora, strafottente questa volta «Ma te piacerebbe, inglese. Io n'o succhio manco se me paghi. Però se vuoi te faccio provà cosa noi Denrisiani vantiamo nelle nostre mutande.» - non si scomponeva minimamente, era chiaramente fermo sulle sue posizioni e Markab sembrava non scalfirlo per niente.
Lo guardò mentre fumava, osservandolo tirare poco «E te ne pure paura» - sospirò scrollando il capo, per poi ridere «Te sa de buono. Che te credi? Qua ce sta roba bona, oh.» - disse riprendendo la canna e facendo una lunghissima boccata.
«Te ce diverti c'a roba mia, inglesino.» - disse con un tono leggermente più basso e da fattone, ma ben soddisfatto, ripassando la canna a Markab.
Una volta finito quel viaggio stratosferico, avrebbe preso dei biscotti per la fame chimica che sarebbe salita «Me devi 30 soldoni, ciccio.» - disse incassando la sua bella sommina da spacciatore autorizzato «T'aspetto eh.» - lo congedò poi.SPOILER (clicca per visualizzare)Markab consuma:CITAZIONELes Fleurs du mal: 1d6 aggiuntivo sul dado dei danni per gli incantesimi offensivi.
Malus: dopo il terzo utilizzo in quest di questo bonus, il pg inizierà a risentire gli effetti dell'erba. Accuserà un mal di testa che inizierà a compromettere la sua attenzione e gli procurerà 1d4 di danno sull'effetto del bonus ottenuto. Al quarto utilizzo del bonus, nella medesima quest, si avrà -1 ad Intuito, che aumenterà proporzionalmente con il proseguo dell'uso (5 utilizzi=-2 ad Intuito, e così via).
e gli vale per la prossima quest.
Spende 30G.
Jason: +2GJason K. Byrne"Macché davero?!"Druido, Speziale"Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"
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