io e tè

Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal

Avere un momento solo per loro era una cosa speciale per Jesse, specialmente perché gli impegni, come ogni anno, stavano molto assorbendo la coppia, che, purtroppo, non condividendo più il piano di studi, si era ritrovato più e più volte distinto 'Uffa, dovrei parlare con la preside... non voglio stare così lontano da lui' pigolò tra sé e sé nel mentre si discuteva su cosa prendere e perché proprio non un té solo.
Secondo l'ametrino erano abbastanza allenati da poterne bere due e Jesse sghignazzò 'Vero, al massimo basta avere un bagno vicino per correre quando scappa' si disse lui, aggrottando la fronte al discorso di Erik "Uh sì, no, ok, sì, no, intendevo dire" si spiegò lui, agitando davanti a lui le mani, come a stoppare l'altro "Lo so che ti piace la marvel, sei captain hidenstone, solo... sì, insomma, il verde militare... cioè, io lo indosso un sacco, ma in genere a te piacciono più i colori pastello, i gialli e gli azzurri... insomma, mi piaceva un sacco, tutto qui" disse lui, stringendosi tra le spalle, non sapendo esattamente come finire la frase e preferendo dunque glissare, fortuitamente soccorso dagli elfi, che fecero la loro entrata in scena tra gli applausi generali.
"Bravi! Siete i migliori!" affermò lui, lasciando poi ad Erik l'onore del primo giro, rimanendo a custodia della sua tracolla, vedendolo poi tornare carico, ma forse anche un po' frustrato.
"Ma come si fa a guardarti male?" esclamò lui sorpreso, alzandosi di riflesso "Ok, lascia fare a me!" e fu così che il ragazzo si aventurò tra i tavoli, tornando dapprima con una tazza di té nero alla menta con latte e un centrifugato di zenzero, mela verde, lime e ananas. Posò tutto, un occhiolino al parabatai e sparì ancora, tornando in quattro e quattr'otto carico di un vassoio di dolci: aveva preso diverse paste, in particolare aveva preso due abbondanti fette di torta al cioccolato e marmellata di fragole, cui aveva accompagnato un sacco di biscotti secchi di tutte le forme e dimensioni.
Lo posò al centro del tavolo e si sedette soddisfatto "Hanno guardato male anche me, ma visto che avevano già guardato male te li ho ignorati e ho preso tutto quello che non sei riuscito a prendere tu" ammise lui, inclinando un piccolo sorriso, afferrando poi un biscotto parzialmente ricoperto di cioccolato.
Ne inzuppò uno nel té e sorrise beato "Adoro la menta con cioccolato e il latte!" ammise lui, tutto goduto.

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Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal

C'erano tanti lati di Erik che a Jesse sfuggivano o erano ignoti e quando all'aspirante marine capitava di percepirne uno reagiva sempre alla stessa maniera: col panico più totale. Non era di per sé l'ignoto a spaventarlo, tuttavia, bensì una paura più primordiale e infantile: ciò che non conosceva non era suo, e questo significava che Erik non era davvero suo amico.
Un pensiero riduttivo e anche assurdo, ma Jesse reputava amicizia il rapporto con Blake, davvero ci si poteva stupire? Per il moretto, Jesse avrebbe fatto qualsiasi cosa, compreso sfidare a casissimo lo sguardo severo degli elfi e anche lasciare qualche primino senza dolci 'Basta che Erik non lo scopra o - uh! - piange e non è bello!' si disse lui, tornando al tavolo col bottino, stupendolo ma facendolo anche riflettere sulle implicazioni etiche ed ecologiche, ma per quello Jesse aveva una risposta pronta.
"Tsk" emise lui, stizzito, incrociando tutto soddisfatto le braccia "Noi abbiamo lo stomaco di un lupo, riusciremo a finire tutto! E poi... Captain Hidenstone e il soldato d'estate non lasciano mai una missione incompiuta!" e Jesse nell'indicare la missione, chiarì fosse ciò che avevano preso "E... se proprio scoppiamo... spuntino dopocena... o li diamo ai nostri concasati che hanno preso una T con Ensor... tanto ce n'è sempre uno che piange per questo!" propose lui, facendo spallucce e cercando con un sorriso di chiarire sia il suo tono un po' ironico, ma anche la sua buonafede: non avrebbero sprecato il cibo, non glielo aveva giurato a parole, ma ciò gli stava dicendo il sguardo cristallino.
"Alla nuova stagione del té, e ad un nuovo anno con te!" brindarono assieme con le loro bevande, ma Jesse ebbe a malapena tempo di assaggiare il proprio té con latte e menta che Erik prese fuoco (anche se non alla maniera di Blake) facendogli quasi sputare l'ambrata bevanda dalla preoccupazione "Uh, no, povero, aspetta... VUOI IL MIO CENTRIFUGATO PER RINGRESCARTI?" chiese lui, dimentico del fatto che fosse aspro e pure piccante a causa dello zenzero.
"Uh, avevi anche tu il freddo... vero!" mormorò lui, ritraendo la sua offerta liquida, estesa in avanti come Rafiki faceva con Simba sulla rupe del re, lasciando libero Erik di salvarsi da solo, accigliandosi alle sue lamentele e avvicinandosi "Vuoi un Innerva?" chiese all'altro, in cerca di scottature, pellicine e altri segni precoci di morte (?), sobbalzando quando gli occhi dell'amico si illuminarono riguardo il suo lavoro da Starbucks, finendo col mostrare delle immagini a Jesse.
"Ma... le sai fare... a mano?" fece lui, sensibilmente ammirato, come tradivano i suoi ampi e celesti occhi "T-tipo Imperium... ma con... con la cosa che fa la schiuma... e la schiuma?" suggerì, con la bocca incapace di chiudersi tant'era lo stupore "E... sapresti anche tipo fare un camaleonte... o un chocobo... o un furetto... o un'aquila... o un avvincino?" chiese lui, elencando infine gli animali che i due in coppia possedevano, inclinando poi di lato il capo.
"Io sono passato di cintura a taekwondo... ora sono cintura rossa... la prossima è la mezza rossa e poi ho la nera" propose lui, facendo spallucce, volendo condividere qualcosa con l'amico, sgranando poi gli occhi e prendendo il cellulare, per mostrare all'altro il ragazzo col kimono coreano tradizionale e la cintura rossa alla vita, in mezzo ai suoi genitori "Mamma era davvero felice e anche papà l'ho visto gasato all'idea che il prossimo anno potrei essere cintura nera..."

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Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal

Essere amici di Jesse ed Erik era tanto semplice quanto complesso: da un lato ai due ragazzi, in fondo, andavano bene quasi tutti, ma dall'altro erano anche soggetti a non poche paranoie e deliri variamente assortiti, che, in qualche modo, andavano pur domati.
Così fu per il problema del cibo sprecato, anche perché in quel momento dell'anno, eccessiva esposizione in novizi ad Ensor finiva per scottare fin troppi ragazzi, che poi si ritrovavano in camera a piangere, un po' come accadeva a certi ragazzi dal fototipo chiaro che, a giugno, si spaccavano di sole e poi finivano a passare la notte in bianco, rossi come peperoni. Se per questi ultimi l'unica soluzione erano creme solari e doposole, per i giovani studenti di DCAO l'unica (non-)magra consolazione potevano infatti essere i dolci "Uh sì, ci va davvero giù duro, specialmente con i primini... poi un po' si ammorbidisce... o forse siamo noi che ci facciamo il callo... boh" rifletté lui distrattamente, mettendosi in bocca un bigné al cioccolato, che lo fece sussultare tanto era buono "A maggio ricordami di corrompere un elfo per portarmelo poi a casa... non so come ho fatto a vivere tre mesi senza i loro dolci!" confessò all'altro, sperando che questi gli ricordasse al momento opportuno il piano escogitato nel mentre la nuova stagione del té veniva inaugurata con un sonoro acciderbolina dell'ametrino, il quale forse negli ultimi mesi aveva perso confidenza con quel tipo di bevanda, dedicandosi a caffé e cappuccini dalla forma anche animale.
Jesse suggerì potesse creare gli animali che si portavano insieme, ma Erik non pareva molto fiducioso a riguardo, non senza qualche trucchetto, cosa che fece spalancare gli occhi dell'aspirante marine, che fissò l'altro visibilmente assente per alcuni istanti, immaginandosi Jolly con un caschetto blu 'Sarebbe... bellissimo e sicurissimo' e forse anche levissimo (?), al punto che alla fine sbottò "Ma... dici che la tizia che vende animali ha caschetti per cuccioli di chocobo?" domandò, chinando anche un po' il capo, timido e speranzoso, ma non troppo fiducioso, sicuramente meno di quanto lo era di prendere entro un anno la cintura nera.
Erik parve interessato all'argomento, anche se fu presto chiaro ne sapesse davvero poco, ma quelle attenzioni fecero diventare Jesse dello stesso colore della sua cintura di taekwondo "Sì, no beh, tranquillo, nel senso, uh, me la devono dare loro... se passo l'esame..." spiegò lui, rinunciando al capo di abbigliamento potenzialmente offertogli nel mentre l'altro poneva una domanda non stupida ma in una maniera alquanto curiosa che per un istante fece immaginare sé stesso all'aspirante marine come una sorta di Thanos che al posto di collezionare le gemme dell'infinito collezionava cinture.
'Le cinture dell'infinito... fico' pensò lui, deglutendo, forse anche per temporeggiare dall'interesse dell'altro "Quando prenderò la nera... beh... sarò nera primo dan, tra un annetto... l'anno scorso ho accelerato le cinture approfittando del tirocinio a Londra, ma uh quest'anno... volevo fare le cose bene... a gennaio la rossa superiore e a giugno al nera... anche perché c'è il test nazionale a quel punto e vorrei... arrivarci in forma ecco... sarà duro... e dopo... sì insomma, dopo... sarò solo primo dan come dicevo... ce ne sono altri nove da prendere..." ammise lui, portandosi alla bocca un cannolino alla crema, andando poi a sorseggiare un po' di centrifugato, che trovò ottimo a sua volta, anche se non lo espresse, forse meditabondo.
"I dan richiedono anni anche solo per poter fare l'esame, sono un casino... una cosa che fai in una vita intera, se c'hai testa e talento... e poi... sì, insomma, con la nera vorrei anche magari iniziare a fare gare nazionali... e magari internazionali... e magari puntare... sì... insomma... sai..." ma Erik non lo sapeva e Jesse stava via via sempre più impastando il suo favellare per l'imbarazzo, quasi dovesse estrarsi con le tenaglie le parole mancanti "P-potrei puntare a-alle o-o-olimpia... di..." concluse lui con voce flebile, tirando poi indietro testa e schiena fino a quasi sbilanciare la sedia.
Addentò una tortina senza quasi sentirne il sapore, tanto era teso "E tu.... ci pensi mai a quando... non saremo più in accademia?" pigolò alla fine, osservandolo preoccupato, forse più della risposta che di altro.

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