Forgia furiosa

Tirocinio Lilith Clarke

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    Denrise
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    Philipp Garlic
    Predone | 27 anni
    'Chi cazzo me l'ha fatto fare!' era inizio maggio, il 2 per essere precisi ed erano le 16 del pomeriggio. Come consueto, Philipp si trovava nel negozio di Brugnir, la forgia, tuttavia quel giorno un cartello non troppo gentile diceva di girare al largo perché erano chiusi (letteralmente). Lilith forse, giungendo, sarebbe rimasta confusa, eppure il gufo che aveva ricevuto dal suo tutor avrebbe dovuto essere chiarificatore quanto bastava: le era stato detto di recarsi alla forgia alle 16 e di bussare una volta giunta.
    Il biondo si trovava internamente, stava chino sul suo sgabello ringhiando e rimuginando sulle sue decisioni, atteggiandosi a chi si lamentava di qualcosa che non voleva ammettere gli piacesse.
    Sentito bussare, il ragazzo si sarebbe avviato alla porta, che avrebbe aperto con una certa violenza, fissando poi dall'alto in basso la giovane Clarke 'Quindi questa è la tizia che si scopava Blake... ed è stata rapita con Tessa' sarebbe stato bello dire che Philipp si ricordasse della ragazza, ma la verità era che un autistico come lui a malapena ricordava delle persone che conosceva da una vita, e quindi non c'era stato minimo spazio per lei nella sua mente, manco per un istante, anzi, si ricordava il suo nome non solo perché Blake l'aveva nominata fino alla sfinimento ed incuriosirlo, ma perché il giorno che aveva assaggiato le labbra di Kenna, esse avevano da poco pronunciato proprio il suo nome.
    "Entra" le disse con un cenno del capo, mostrando come indossasse allegrissimi abiti da battaglia neri come la pece "Non so se ti hanno parlato di me... immagino di sì" affermò lui, non tanto per egocentrimo, ma per mero senso pratico: era il suo tutor, qualcuno doveva pure averglielo assegnato e averle detto qualcosa a riguardo "Sono il fabbro di questo cazzo di posto, sono specializzato in forgiatura classica, le cazzate moderne le lascio alle fichette come il vostro Maverik: qui si fa di incudine e martello e mantice" affermò voltandosi e incrociando le braccia, squadrandola col suo sguardo eterocromatico.
    "Mi forgio le armi da solo e prendo il mare come guerriero, anche se non mi definisco Predone... sono un Cacciatore: sono specializzato in creature oscure. Bene, ora che sai le quattro cose che devi sapere su di me, dimmi di te: chi sei, cosa fai, cosa vuoi fare nella vita e perché cazzo hai chiesto un tirocinio a Denrise" e fu così che, pesantemente, si lasciò cadere sullo sgabello, continuando ad avere occhi solo per lei, quasi in cerca di qualcosa che non sembrava trovare, tipo il germe della follia urlante che doveva essere stato stare con Blake.
    RevelioGDR


    Lilith Clarke
     
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    lilith clarke
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    Fatta eccezione per Xander, Lilith aveva scelto dei tutor davvero particolari quell'anno. Era facile chiedersi per quale motivo Ensor e Garlic, nella testa di Lilith potessero essere degli ottimi insegnanti di vita, ma questo era difficile da concepire. Senza nulla togliere all'amorevole Alexander, Lilith aveva deciso che quell'anno il suo percorso doveva concentrarsi nel riuscire ad esaminare tre delle sfaccettature del duello e quei tre uomini rappresentavano quasi alla perfezione ciò che lei cercava.
    Poi aveva anche valutato che, una volta fuori, avrebbe avuto a che fare con tante persone diverse e doveva imparare a sopportarle, no? Quindi quell'anno si era concentrata sull'egocentrico, il sadico e lo sgorbutico.
    Indovinate un po' in quale di queste tre categorie rientrava Philipp?
    Altra lancia da spezzare a suo favore era la nome che il Cacciatore aveva come forgiatore di armi.
    Quando le arrivò il gufo dell'appuntamento, Lilith sorrise appena e quasi non stava nella pelle di raggiungere il denrisiano lì dove le aveva indicato.
    Alle 16 in punto stava fissando la porta della forgia, leggendo il biglietto che aveva lasciato Philipp, con il suo signorile modo educato «Santo cielo, sembra Blake appena sveglio.» - pensò la riccia, mentre tirava un profondo respiro. Indosso aveva un pantalone di tuta leggera, che le avrebbe facilitato ogni qualsivoglia movimento, senza essere di intralcio alcuno e una t-shirt di cotone, con sopra una felpina. Il tutto era caratterizzato da note di grigio, che andava in varie sfumature, dall'antracite al ghiaccio. I lunghi capelli ricci erano raccolti in una coda altissima che carezzava appena la nuca con le punte dei boccoli.
    Bussò alla porta e allo spalancarsi la porta, la prima cosa istintiva della metamorpha fu quello di scivolare con lo sguardo celeste da capo a piedi il Cacciatore. Non si ricordava di averlo mai visto, doveva essere sincera, ma la sua idea di Cacciatore, Denrisiano e forgiatore era proprio un'altra.
    Riempì i polmoni con un nuovo respiro, quindi sollevo le azzurrine sul volto di lui, entrando e ascoltando quello che il ragazzo vomitò subito fuori. Lilith sollevò un sopracciglio, quasi istintivamente e prima di rispondere a quelle dolcissime domande poste senza nemmeno un punto interrogativo, la ragazzina incrociò le braccia sotto i seni e spostò appena lo sguardo dal denrisiano al suo laboratorio, per poi tornare su di lui «Sono Lilith, voglio diventare un cazzo di auror, studio e mi alleno ogni giorno e ho chiesto un tirocinio qui per imparare ad essere qualcosa di più dei classici auror che ci sono in giro. Non posso negarlo che ho sempre voglia di eccellere in tutto e se per farlo devo conoscere anche come sporcarmi le mani per forgiare un arma o utilizzarla, beh, sono disposta a farlo.» - nei suoi occhi sembrò luccicare una scintilla di determinazione, quindi, mentre faceva qualche passo dentro la forgia, prendendosi un po' di spazio nonostante Philipp non glielo avesse concesso «Voi Denrisiani sapete molto più di tanti altri. Poi...» - il suo sguardo si voltò vispo sul viso di Philipp «... in Accademia si è parlato molto di un certo cacciatore che ha insegnato ad un ragazzino dei Black Opal a non fare il bulletto trasformandolo in un calzino.» - nascose un mezzo ghigno sotto le labbra, sollevando di nuovo un sopracciglio. Gyll era una rana dalla bocca larga e lei, da buona Prefetta, era sempre stata pronta ad ascoltare i primini, no?

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    Philipp Garlic
    Predone | 27 anni
    Il fabbro più scorbutico di tutta Denrise (e diciamocelo, ce ne voleva!) poteva essere molte cose e sicuramente anche un modello di vita, specialmente per una ragazza che aveva saputo lanciare un bicchiere contro una ragazza incinta e anticiparle il parto (o almeno, così pensava un suo collega prefetto aspirante Marine di cui questo narratore non si sentiva di fare il nome, per sua tutela (?)); sicuramente lui era convinto di poter essere un modello di vita - voleva essere un modello di vita - e forse anche per quello aveva accettato, nonché per una morbosa curiosità nell'incontrare una ragazza che si era succhiata (in tutti i sensi) Blake Barnes per quasi due anni.
    'Però...' incrociando le braccia in riflesso a lei, la trovò bella, feroce, decisa. In un sol colpo d'occhio vide una perfetta predona, nonché una o due risposte al come avesse fatto a sopravvivere a Blake. Istintivamente, gli piacque al primo istante, al punto da rendere forse il suo parlar ancora più feroce, come soleva fare quando si interessava alle persone; le inclinò persino un ghigno, anche se quello se lo vinse con la sua allusione finale.
    "Parlate ancora del ladro di mutandine?" chiese lui sollevando il mento, nel mal-celato tentativo di nascondere il desiderio di sentire di più delle sue gesta narrate "Non succede davvero un cazzo in quella dannata scuola se ancora parlate di lui" ammise con una risata, alzandosi ancora in piedi, dopo averla ascoltata da seduto, e andando a porsi davanti a lei.
    "Comunque si vede che sei di pasta diversa dagli altri: tu sai cos'è il rispetto. Per te stessa e per gli altri" sentenziò, dandole poi le spalle e iniziando a girare per la sala, osservando le armi, una ad una "Il che vuol dire che avrai rispetto anche per le armi, e questo non solo ti aiuterà ad imparare a forgiarle, ma anche ad usare le conoscenze che acquisirai anche sul campo: capire che tipo di arma e stile di combattimento si adatta ad una persona è fondamentale, così come comprendere che tipo di arma abbia potuto infliggere una data ferita"
    Non era da Philipp fare domande nel senso stretto del termine o mostrare spiragli di relativismo: la verità per lui era esattamente come la stava descrivendo e avrebbe anche imbracciato le armi pur di garantire che così fosse, così, nella sua mancanza di incertezza, egli si aggirava portando man mano al centro della stanza delle armi: un arco in bronzo del tuono, uno spadone a due mani in argento del sole, un'ascia in oro dell'anima che aumentava la Resistenza, ma anche una lancia in Vibranium, uno scudo in ferro di Atene e, infine, una colt, in mercurio duplice, che se presa in mano sarebbe diventata una frusta.
    Le dispose su sei supporti appositamente evocati, tutti in legno, poi si pose tra di essi, tornando ad incrociare le braccia.
    "Conosci o sai dedurre le proprietà di almeno tre di questi metalli?" domandò lui, intenzionato a testare le capacità della ragazza "E quale arma sceglieresti per te, e perché?" ingiunse infine, restando poi dov'era, in chiara attesa di una risposta che lo compiacesse.
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    lilith clarke
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    Philipp e Lilith sembravano quasi due predatori che si stavano studiando, dal punto di vista della riccia, che - seppur consapevole delle capacità effimere del Cacciatore rispetto a lei - continuava a mantenere salda la sua espressione sicura di sé, mentre continuava a vagare nella forgia alla ricerca di qualcosa di interessante (o un bicchiere da lanciare dietro l'altro narratore, chi lo sa!).
    Fare la conoscenza di quel Cacciatore era sicuramente stata una delle migliori scelte che Lilith aveva fatto durante il suo percorso di studi e doveva ammettere che probabilmente non ci sarebbero state scelti più azzardate di quelle. Eppure, il suo percorso avrebbe dovuto sicuramente incontrare un vero e proprio maestro d'armi e Garlic era il migliore che si poteva desiderare.
    Il ghigno che il denrisiano le regalò, fu un particolare che Lilith non si lasciò sfuggire e se ne beò non poco di aver conquistato quella piccola meta.
    Annuì appena, mordendosi il labbro inferiore per pochi istanti, prima di scrollare le spalle «I ragazzi del biennio non fanno che parlare di questo, devo essere sincera. Insomma, hanno sicuramente imparato la lezione.» - questa volta a ghignare fu lei, arricciando poco dopo le labbra per cercare di non sentirsi troppo soddisfatta del fatto che almeno qualche primino avesse imparato il rispetto di chi è più grande, adesso bastava minacciare alcuni di farli diventare un calzino che calavano la cresta.
    «Ammetto che avrei scelto un indumento un po' diverso, se avessi scelto io. Non so, una mutanda. Perchè un calzino?» - domandò con reale interesse per la scelta dell'oggetto in cui aveva trasfigurato l'altro ragazzino.
    Rise appena, sbuffando quel sorriso per cercare di nasconderlo «Diciamo che son successe cose interessanti, ma non esilaranti come il ritorno di Naga di qualche anno fa. Quindi...» - fece una pausa, passando il suo sguardo di ghiaccio da un'arma al volto del biondo e incastrandolo in quelli di lui «... basta un minimo per rendere le cose interessanti. E poi... credo che a volte ci meritiamo queste leggende che passano di bocca in bocca ingigantendosi ad ogni rimbalzo.» - parlava come se lei non si sentisse una ragazzina come quegli studenti.
    Le parole di Philipp le fecero assottigliare appena lo sguardo, mentre si sentiva fiera di aver ricevuto quei complimenti, sollevò un sopracciglio, con le labbra che si incurvarono soddisfatte in un ghigno.
    Annuiva alle sue parole, con quel sorriso piacevole sul volto. Aveva scelto il posto giusto in cui svolgere un tirocino e se lo sarebbe ripetuto per ogni attimo della sua vita. Seguiva con gli occhi il biondo mentre sistemava al centro della stanza delle armi che Lilith man mano studiava e alla quale si avvicinava con malcelato interesse.
    Alla sua domanda rise come se si fosse sentita sfidata, cosa che probabilmente era reale «Il mio cartellino da secchiona appeso in fronte, non me lo sono mica comprato.» - il tono era ironico, mentre le cristalline si spostarono di nuovo verso le armi. Passeggiò davanti a loro, quasi ancheggiando come se le stesse seducendo con quei passi e quegli occhi che le carezzavano.
    «Bronzo del Tuono. Ha il potere dei fulmini, il potere di una scarica elettrica.» - la mano indicò l'arco forgiato con quel metallo, poi passò «Spadone interessante, non c'è che dire. Soprattutto se sei un cacciatore di vampiri, vero?» - lo sguardo si sollevò di sguincio sul denrisiano, quasi come se si stesse pavoneggiando delle sue conoscenze «Letale per i vampiri, d'altronde con questo nome, non potrebbe che ferire una creatura fatta di ombre.» - poi calò di nuovo lo sguardo sulle armi e si spostò sullo scudo «Direi che il ferro d'Atene è il miglior materiale per uno scudo, la sua capacità di deflettere un incanto, lo rende un'ottima difesa. Ma...» - Philipp ne aveva chiesti tre, ma doveva ammettere che c'era una delle armi che stava attirando la sua attenzione. La colt. Il suo sguardo si inclinò appena, così come il capo, verso la propria spalla destra «...questa è davvero invitante. Mercurio Duplice. L'unica cosa che so a riguardo è che un'arma con esso forgiato può assumere diverse forme.» - si morse il labbro, quasi come se stesse osservando la cosa più invitante e curiosa che avesse mai visto «Mi chiedo...» - azzardò ad avvicinare la mano, per sfiorarla e se Philipp non avesse fermato questa sua curiosità, avrebbe cercato di afferrarla.
    Se si fosse trasformata in una frusta, sul volto di Lilith si sarebbe spalancato un sorriso gigantesco, mentre gli occhi le brillavano appena «Allora è vero. Wow.» - scosse il capo, quasi a ricercare l'attenzione che la colt aveva attirato e tornò sul biondo «Una scelta difficile, a dire il vero.» - aggrottò la fronte, senza lasciare la pistola-frusta «L'arco sarebbe un'ottima arma se si vuole rimanere nelle retrovie o creare dei diversivi. O ancora, per attaccare a distanza nascondendosi dal nemico. La punta della freccia, poi, potrebbe essere avvelenata, incendiata... insomma, mille modi creativi per poter utilizzare una freccia che non solo può essere un'arma per ferire il nemico, ma anche per dar fuoco ad una pira di erba secca, così da distrarre un eventuale nemico. Ovviamente sono sempre esempi. Ne potremmo parlare da qui fino a domani.» - rise appena «Però... questa colt che diventa una frusta è molto versatile. Insomma, è un'arma che si può utilizzare a distanza e può trovare una duplice funzionalità con la sua natura da frusta e da colt. Si adatta ad ogni tipo di necessità e non è da tutti riuscire ad utilizzare una frusta.» - la guardava tra le sue mani, come se effettivamente si stessero scegliendo a vicenda.

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    Philipp Garlic
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    Molte cose potevano essere forgiate e rese più grandi nella forgia di Brugnir e all'inizio di quel tirocinio, Lilith decise di iniziare coll'ego di Philipp, solleticandolo col suo sguardo penetrante e i suoi racconti sufficientemente dettagliati, che il biondo ascoltò con malcelato interesse, incrociando le braccia e abbassandosi al punto di spiegare le proprie prodezze "Perché nessuno vuole essere un calzino" rispose lui allargando un ghigno sadico "Con un po' di fortuna, essere una mutanda può essere divertente, ma come fai a rendere divertente essere sotto i piedi di qualcuno e puzzare come la morte?" propose lui, scoppiando poi a ridere troinfalmente, beandosi della sua logica secondo lui inattaccabile, forse perché, per esempio, ignorava l'esistenza dei feticismi.
    La giovane non si perse troppo in chiacchiere e lui tanto meno, specialmente quando la discussione virò su altri temi, meno allegri e che alla fine verterono sulla secchionaggine della ragazza e la sua volontà a tenere onore a tale titolo. Le lasciò esaminare e descrivere le armi, osservandola, studiandola, notando le differenze 'Non c'entra un cazzo con Blake' si trovò lui a riflettere ad un certo punto, notando come reagissero diversamente agli stimoli, pur avendo entrambi talento, determinazione e un bel caratterino 'Ma lei ha le palle... e ha un cervello' e sulla seconda cosa, doveva ammetterlo, non era certo di poterlo dire anche per Blake.
    La ascoltò e rispose alle sue domande implicite col silenzio, giusto per metterla a suo agio (?), inclinando il capo quando vide genuino stupore verso il mercurio duplice, per quanto non fosse certo che si fosse stupita della mutazione 'E' stupita di aver visto qualcosa che aveva solo letto e immaginato?' si domandò, evitando di chiedersi cosa diamine insegnasse a quei poveri ragazzi Morrigan, lasciando libero campo alla giovane per speculare su che arma fosse a lei adatta.
    La ascoltò decantare gli archi, al che lui rimase impassibile, pur avendo una sua idea personale 'Sei una fottuta strega: oer quante frecce diverse abbia tu nella tua faretra, la tua bacchetta ne avrà sempre di più' non era mai stato infatti fan delle armi a gittata, per quanto sapesse da solo come esse sapessero essere comunque utili in uno scontro, tuttavia, alla fine, la ragazza scelse qualcosa di diverso, di duplice.
    "E' un'ottima arma, come tutte quelle di questa forgia" ribadì lui l'ovvio, avanzando verso la ragazza "Ma... sei sicura sia quella più adatta a te?"
    Si tenne ad un metro da lei e sostenne a lungo, inglessibile, il suo sguardo, poi tornò ad osservare l'arma, anche se ormai era trascorso più di un minuto di atroce silenzio riflessivo "Il mercurio duplice è un metallo molto adatto ai guerrieri: letale, versatile, imprevedibile: dà un cruciale vantaggio sul nemico e può essere determinante, ma... come tutte le armi adatte ai guerrieri richiede competenza" ed ecco altri dieci secondi di silenzio offerti dall'agenzia Garlic (?) "E tu le hai queste competenze?"
    Un colpo di bacchetta e in centro alla stanza apparve un manichino di legno "Fammi vedere che sai fare: usala come pistola e come frusta. Usala anche come arma duplice, fammi vedere come sfrutti il passaggio di arma." le spiegò lui, lanciandole un po' di pallottole, appoggiandosi poi ad una parete per osservare se la ragazza avesse scelto scientemente o si fosse fatta attirare, come una gazza ladra, dalla cosa più scintillante.
    RevelioGDR


    Eccoci alla prova pratica!
    Sfrutta l'arma in mercurio duplice sul manichino sia in forma di pistola sia in forma di frusta.
    Ah, sappi che dopo che lo avrai colpito due volte, il manichino si animerà e inizierà a schivare e scappare per la stanza!
    Have fun!
     
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    lilith clarke
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    Sembrava strano ma Lilith stava apprendendo qualcosa anche da quella domanda sulla scelta dell'indumento in cui trasfigurare il ragazzino bulletto degli opali, comunemente detto ladro di mutandine. Assottigliò lo sguardo cristallo, ascoltando ogni singola parola del suo tutor. Annuì appena, distogliendo lo sguardo con leggerezza per spostarlo sul restante della stanza, che continuava ad esaminare con attenzione, quindi scrollò le spalle «Non mi stupirei se quelli del primo anno avessero sviluppato qualche feticismo particolare dopo quell'esperienza. Divertente.» - un sorriso appena accennato sul suo volto, pensando come poteva aver segnato quell'esperienza a molti di loro «Farò tesoro anche di questo insegnamento.» - ammise e Philipp poteva ben constatare che non stesse scherzando, quando gli occhi celesti della ragazzina si posarono su di lui con un semplice sorriso cordiale (o dolcemente psicopatico, a libera interpretazione).
    Ma quello strano modo di conoscere il suo tutor, perse di interesse davanti alla vera attrazione di quella giornata; senza nulla togliere ad uno come Philipp, ma questa narratrice si ricorda sempre che al momento in questo teatrino c'è una ligia studentessa secchiona e non una rossa pazza e psicopatica con un'acromantula come famiglio a rapportarsi con il cacciatore. Ma torniamo a noi, senza fare nomi ancora la codacons ci denuncia: le armi avevano sicuramente attirato l'attenzione di Lilith che si trovava finalmente ad avere a che fare con qualcosa di pratico, qualcosa che potesse toccare con mano (non fate battute, burloni!) e sentirne la consistenza.
    La scelta, inaspettatamente, ricadde sulla duplice. C'era qualcosa in lei che sembrava attirare l'attenzione della ragazzina, qualcosa come la sua dualità, forse, che pareva quasi somigliarle.
    Gli occhi cristallo si spostarono di nuovo sul Cacciatore ascoltando le sue parole e senza spostare un attimo lo sguardo dai suoi occhi. A quella domanda, istintivamente sollevò un sopracciglio ed un angolo delle labbra. Lilith era una ragazzina, certo, ma una di quelle molto decise; non rispose a quella domanda, sostenendo lo sguardo di lui, quasi a voler parlare con quello e dimostrargli quanto non stesse vacillando la sua scelta, così come non era spaventata da quei silenzi letali che avrebbero ucciso chiunque. Mentre Philipp parlava, la sua sicurezza per la scelta fatta aumentava «Letale. Versatile. Imprevedibile.» - ripetè lei lentamente «Abbiamo già troppo in comune.» - sbuffò appena un sorriso, mentre se Philipp avesse continuato a mantenere lo sguardo su di lei, avrebbe potuto notare come un paio di ciocche dei suoi capelli stessero variando colorazione, diventando di un rosso acceso con estrema semplicità. «Competenza. Sono arrivata fin qui, non ho intenzione di fermarmi e se non sarò perfetta, lo diventerò fino a far diventare quest'arma il prolungamento del mio braccio.» - aveva sempre la risposta pronta. Aveva sopportato molto più di un tutor come Philipp Garlic a metterla alla prova, era sopravvissuta ad un mese intero di violenze e non la spaventava sicuramente una sfida del genere. Sapeva perfettamente che maneggiare un'arma necessitava di allenamento e competenze, ma cosa in quella vita non ne aveva bisogno?
    Annuì quando Philipp le presentò la prova pratica «Vediamo. Al massimo avrò bisogno di un ottimo maestro d'armi che sia all'altezza di allenarmi senza temere che l'allievo possa superare il maestro.» - disse mentre con la coda dell'occhio guardava il biondo, ghignando appena e afferrando al volo le pallottole.

    Adesso, però, aveva bisogno di concentrarsi. In mano aveva ancora l'arma scelta e la osservava, mentre accarezzava la guancetta fino a scendere verso il calco. Il suo volto non mostrava più nessun segno di ironia o sarcasmo, né di saccenza. Stava studiando la sua nuova arma e il respiro era lento e pacato, mentre l'altra mano faceva tintinnare i proiettili. Annuì a se stessa, forse, o all'arma, quando risalì l'impugnatura e strinse le dita attorno al calcio, quindi con un movimento deciso del polso e la canna rivolta verso il basso per sicurezza, spostò la pistola verso l'esterno, così da far uscire il tamburo cilindrico che avrebbe caricato riempendone ogni fessura con una pallottola. Quindi, facendo il movimento opposto lo fece rientrare, sentendo il clack che lo rendeva stabile all'interno e incanalato nel castello della colt.
    Quindi lo sguardo cristallo si sollevò sul manichino che aveva concesso Philipp, la pistola era ancora bassa, lungo il fianco. Un nuovo respiro, quindi le braccia si sollevarono entrambe, la destra era salda sull'impugnatura, mentre la sinistra andò a reggere verso il basso, così da riuscire a reggere il rinculo eventuale della pistola. Non aveva dimenticato questo particolare. Quindi guardò verso il bersaglio e cercò quella che poteva essere l'altezza spalla di quel manichino e premette con l'indice destro sul grilletto per esplodere il colpo.
    Quindi avrebbe cercato di calare la pistola per tentare di prendere mira all'altezza della pancia del bersaglio e se avesse trovato la stabilità avrebbe scattato l'altro colpo.
    Vedendo il bersaglio muoversi, istintivamente le venne su un sorriso divertito, come se la cosa fosse stata immaginata dalla riccia. Calò l'arma, vedendo il bersaglio iniziare ad evitare i suoi colpi e scappare.
    Pensò quasi velocemente, muovendo il polso la colt sembrò sentire il suo pensiero e prese la forma della frusta, mostrando la sua dualità, quindi lo sguardo di Lilith cercò, per quanto possibile, un tavolo dove non vi era niente che si potesse rompere e che non creasse danni all'interno del posto.
    Se lo avesse trovato, avrebbe sbrogliato la frusta allargando il braccio di lato e poi, cercando di prendere la mira, avrebbe tentato di lanciare l'arma, con un movimento del polso deciso, verso una delle gambe del tavolo per tentare, successivamente di tirare verso di lei, con decisione, come una stoccata, per tentare di porre il tavolo davanti al bersaglio e bloccargli improvvisamente la strada.
    Se questo fosse riuscita a farlo, avrebbe tentato, poi di sollevare la frusta e tentare con un secondo movimento del polso fluente, avrebbe tentato di mirare al collo del bersaglio e se - dopo aver scoccato la frusta in quella direzione - questa si fosse avvolta al collo del bersaglio, avrebbe tirato verso il basso, cercando di far cadere il manichino a terra.
    Qualora tutto fosse andato per il meglio, avrebbe fatto sì che la frusta sarebbe diventata nuovamente una colt e avvicinandosi al bersaglio, avrebbe provato a mettere un piede su di lui e puntarlo, senza però sparare.

    Se non ci fosse riuscita in niente, beh... che sfiga. Ma se tutto fosse stato quanto più carino possibile, avrebbe guardato Philipp «Allora? Mi alleni?» - domandò scrollando le spalle.

    metamorfomaga
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    Philipp Garlic
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    "Cazzo è un feticismo?" domandò Philipp, aggrottando la fronte alle parole sibilline della prefetta, confuso da una terminologia a lui ignota, essendo lui troppo disinteressato da certe pratiche sessuali o psicologiche per aver imparato un termine certamente ignoto in una terra troglodita come Denrise 'C'ha ragione jonathan: 'sti stronzi di inglesi si inventano le parole. Non importa quante cazzo di lingue sai, LORO SE NE INVENTANO SEMPRE DI NUOVE!'
    Con una punta di sdegno, il biondo lasciò cadere il discorso, riportandoli al tema del giorno, in particolar modo l'opportunità di quel tirocinio e una conseguente scelta di arma, una scelta coraggiosa, a detta di Philipp, ma che la ragazza trovava perfettamente tra le sue corde, quanto bastava per far soffiare aria dalle narici del biondone 'Hai dimenticato fredda e mutevole' si disse lui, incrociando le braccia e non sapendo quanto tutti i bicchieri di Hidenstone, e le donne incinte, potessero essere d'accordo con tutti e due i presenti, anche e soprattutto quando la metamorfomaga mostrò le proprie doti, obbligando il Cacciatore a levare un sopracciglio, volto ad indicare la sua presa di coscienza 'Devo chiedere a Blake che colore ha là sotto' si disse lui, ben sapendo che ciò avrebbe fatto infuriare il biondino quanto bastava per doverlo sonoramente pestare, il che era il classico "due piccioni con una fava" 'Sarà uno spasso' si confermò infatti, nel mentre anche la dioptasia confermava la sua scelta e la sua competenza, andando a chiosare la frase con una provocazione, che gli strappò un sorriso feroce.
    "Io non ho paura di nulla" chiarì lui, portando in centro alla stanza un manichino di legno incantato, assieme ad una bella sfida "E se stai cercando uno che ti massacri di allenamenti e non ti dia contentini... beh, sei nella forgia giusta" chiarì infine, lasciandola libera di prendere confidenza con l'ambiente, la nuova arma e soprattutto il suo eterocromatico e penetrante sguardo.
    'Non male...' la vide armeggiare con la pistola con una certa dimestichezza, quanto bastava per aprire il caricatore e riempirlo di proiettili, da scaricarsi poi sul bersaglio, che dapprima si fece colpire senza problemi, ma poi se la batté alla grande 'Vai, veloce!' incitò nella sua mente l'oggetto di legno, e forse anche la ragazza, per quanto non ve ne fosse bisogno: un istante di esitazione e poi insistette, trasformando anche l'arma in frusta e tentando di colpire il bersaglio e poi avvilupparlo, finendo coll'avvolgerne il braccio e strattonarlo, anche se non fine a terra, ma quanto bastava per impedire ulteriori fughe.
    Osservò la scena, osservò il manichino ed infine lei, incluso il proprio sprezzo per il pericolo. La osservò, poi si mosse, osservando il manichino, ora immobile, quasi avesse perso vita. Osservò la frusta, la sua stretta, poi con un colpo di bacchetta liberò il pezzo di legno e lo fece sparire.
    Un paio di ulteriori secondi di silenzio e parlò "Se starai al passo, senza problemi, anche se non ti illudere: prima che impari ad usare due armi così diverse ci vorranno mesi, se non anni" chiarì, incoraggiante come sempre, di fatto ponendo fine a quella prima di tante lezione, che si succedettero lungo tutto il mese, in settimana così come nel weekend e che si conclusero con il biondo che la metteva alla porta e praticamente gliela chiudeva in faccia "Per essere un'inglese che si è scelta un'arma di merda te la sei cavata" le disse semplicemente, lasciandola a sé stessa, salvo poi, una volta al dormitorio, trovarsi sul letto una scatola, contenente proprio l'arma con cui tanto si era allenata quel mese.
    RevelioGDR


    Tirocinio concluso!
    Spero ti sia divertita.

    RICOMPENSE
    Lilith: 1pp DES + 1PP TEC + 1arma
    colt in mercurio duplice (d20+2): colt a sei proiettili che può trasfigurarsi in una frusta secondo il volere di Lilith.

    Philipp 1ppTEC + 8exp
     
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6 replies since 13/6/2021, 23:03   90 views
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