Posso ma non vorrei!

Aaron&Alyce

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    San Mungo
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    Avrebbe dovuto fare il dottore coscienzioso e sopratutto doveva asolutamente evitare quei rapporti al di fuori del suo studio specialmente con una paziente come Alyce, con la quale c'erano comunque stati delle complicazioni già prima di diventare una sua paziente. Oddio forse prorpio perchè lo aveva visto drogarsi e bere fino allo sfinimento per poi entrare nelle sue mutandine in un magazzino e dopo aver rubato, non doveva proprio dire di si a quella relazione così formale, ma Aaron aveva il cuore tenero e sopratutto le sue scelte, a volte, erano realmente discutibili. Non aveva mai neanche pensato di mollarla. Il loro lavoro stava procedendo regolarmente, delle volte meglio delle altre e visto e considerato che Aaron sapeva di lei delle cose forse neanche lei davvero sapeva, aveva deciso di darle una mano in maniera alternativa. Ad Alyce serviva una guida, serviva davvero qualcosa che la rendesse meno istabile. Perchè nella vita di Aaron Barnes c'erano sempre persone poco stabili? Comunque non era quello il punto, aveva appena concluso un grosso affare ed aveva voglia di festeggiare con i suoi amici. Aveva detto al figlio dell'imprenditore che aveva sborsato veramente un'infinità di soldi a favore dei Barnes che era invitato, totalmente a sue spese, in un locale di Londra un pò diverso. Aveva anche fatto la persona per bene ed aveva prenotato un privè a suo nome. Ovviamente Alyce non era sciocca, sapeva benissimo che se Aaron era li, voleva dire che si fidava di lei e delle sue competenze e del fatto che quella sera sarebbero stati totalmente a loro agio e lontani da occhi indiscreti. Il suo vestito elegante ma non del tutto formale era di un blu notte che gli faceva risaltare gli occhi chiarissimi, i capelli tirati indietro con del gel non troppo cremoso per non farli sembrare sporchi. Era li in perfetto orario esattamente come i suoi ospiti che comunque vennero accolti come si doveva e vennero portati nel privè pagato da Aaron. In quel momento, il giovane imprenditore vide Alyce parlare con qualcuno, forse i loro sguardi si incontrarono ed un occhiolino venne riservato alla rossa. é un locale un pò sui generis! Qualsiasi cosa, verrà offerta da me! Una pacca sulla spalla del suo nuovo "amico" per non dire polletto spennato, ed entrò anche lui nel privè. Fantastico.

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    Da quando era in terapia da Aaron, probabilmente le cose per Alyce erano un po' cambiate, cosa che lei non avrebbe mai ammesso. Probabilmente il loro avvicinamento precedente ad essere una sua paziente aveva aiutato la ragazza dai capelli rossi a capire che anche lui aveva le sue debolezze e non faceva finta di essere un perfettino come la sua precedente terapista dal nome lunghissimo. E anche il fatto di averlo conosciuto fino ad dentro le sue mutandine, aveva fatto sì che per Alyce avesse un minimo in più di credenza, rispetto all'altra.
    Inoltre a lui aveva regalato la prima tessera del club speciale del Rouge così che sperasse la venisse a trovare più spesso e - soprattutto - a rilassarsi con lei, visto che era perfetta per una serata di relax e lui lo sapeva perfettamente.
    Quando Alyce era giunta al Rouge, quella sera, aveva visto quante prenotazioni aveva nei privè, così da dedicare più attenzione all'organizzazione di questi, dedicando loro le migliori donne del Rouge. Quando vide il nome di Aaron, un sorrisetto perverso si sollevò sul suo volto «Luke. Open bar, qui. E voglio che tu, Ludvjca, ti tenga pronta a soddisfare ogni richiesta dei clienti. Non esistono no, qualsiasi cosa ti chiedano o sei licenziata.» - e glielo disse con un sorriso davvero molto dolce, quasi come se le stesse offrendo un aumento.

    Al momento dell'arrivo di Aaron, Alyce ancora non si era palesata nel suo privè, in quanto era intenta a prepararsi al meglio e questo fece sì che Luke arrivò da lei, sul retro, dicendole che il suo strizzacervelli era arrivato. Alyce non aveva mai nascosto a nessuno il fatto che andasse da uno psicologo, nemmeno a Brian, perché per lei non c'era niente di cui vergognarsi. Probabilmente sil solo che non lo sapeva era proprio il fratellone, a cui Alyce non aveva raccontato nulla di nulla riguardo la sua terapia e il motivo per cui era dovuta ricorrere ad uno psicologo. Comunque, tolto questo piccolo attimo di spiegazioni, dopo circa mezz'ora dall'arrivo di Barnes e dei suoi ospiti, Alyce fece il suo trinfolare ingresso nel privè prenotato da Aaron. Tacco a spillo alto, di un decollette nero con delle catene dorate che scendevano in zona tallone, che slanciavano la magra gamba della rossa fino all'altezza superiore della coscia, dove iniziava uno striminzito vestitino di pelle con uno spacco che portava quasi a spiarne le intimità. I capelli rossi erano stati lasciati ribelli e sciolti «Signori, buonasera.» - il suo tono era suadente e basso, caldo e vellutato, mentre gli occhi smeraldo poco truccati scivolavano su tutti i presenti e si soffermavano su Aaron «Mi fa piacere che voi siate nostri ospiti e vi presento Ludvjca, lei sarà qui per esaudire ogni vostro desiderio.» - la mora entrò nel privè con il suo completino intimo pronta davvero a deliziare i presenti. Alyce, invece, mentre Ludvjca iniziava a distrarre i presenti con i suoi suadenti balletti, si avvicinò ad Aaron e indicò lo spazio vicino a lui «Posso?» - se le avesse concesso di sedersi, lo avrebbe fatto sfiorando la sua gamba, con quella propria nuda «E' da tanto che non mi vieni a trovare, Doc...» - la sua mano si allungò a toccare i capelli del ragazzo «Pensavo ti fossi dimenticato di me...» - gli sorrise.
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    Aaron aveva organizzato quella serata in quel posto per due motivi: il primo era che sapeva che quel tipo era un porco maiale e che gli piaceva divertirsi in maniera illegale, il secondo era perchè voleva veramente andare da Alyce per vedere come stesse. Certo, quella non era la veste migliore esicuramente non avrebbe fatto di certo la parte del bravissimo strizzacervelli, ma a parte quello, ed anche in maniera veramente poco professionale, a dire la verità, Alyce era una sua amica. Erano andati a letto insieme ed erano stati bene, con lei aveva runato ad un pescatore ed aveva fatto del buon e sano sesso dentro un magazino abbadonato. Forse era da lei che era cominciato tutto quel delirio, ma comunque non aveva ne voglia ne tempo di pensare a tutto quello. Alyce non era solamente una sua paziente, oramai era chiaro che tutto quello era assurdamente impossibile, era più che altro una persona a cui voleva veramente, ma veramente bene e con la quale aveva vissuto delle esperienze e soprattutto aveva intrecciato un legame. Sapeva benissimo che non sarebbe riuscito a vederla solamente come una matricola sul suo pc, ma era anche convinto che tutto quello era sempre così poco professionale e che forse non sarebbe mai riuscito veramente a darle una mano e la cosa lo faceva sentire in colpa in una maniera terribile. Comunque, era andato in quel locale per vederla e per farle fare davvero dei soldi - ed anche tantissimi soldi - facilissimi. Quando la vide entrare sogghignò e vedere l'espressione del tizio che aveva portato li in quel modo così soddisfatto e soprattutto quasi arrapato, doveva ammettere che quasi gli dava uno sconforto assurdo oltre che un certo fastidio. Ma comunque non disse niente, lasciò che lei facesse il suo lavoro e che gli altri si godessero la serata, in quanto pacche sulla spalla e battutine del tipo " vedi il Barnes che ne sa sempre una più del diavolo" oppure "e queste dove le avevi nascoste fino ad adesso!" O ancora "Se mi dici che è stata tua almeno una sera, ne potrei firmare altre e mille di contratti!" Ecco, l'espressione di Aaron era tra il compiaciuto, il "certo che ci sono stato insieme" ed il "idioti porchi non la toccate", ma se è vero che la bipolarità è di casa, Aaron era anche una persona super mega diplomatica e soprattutto non era una di quelle persone che sapevano farsi sgamare davvero i loro sentimenti, quindi il suo sorriso celava quella dicotomia che stava seriamente combattendo nella sua testa e nel suo cuore. Quando la rossa finì i vari convenevoli ed Alyce si andò a sedere affianco a lui, gli altri si spostarono leggermente con le altre ragazze, o semplicemente a bere e a godersi la serata. Aaron sorrise per quello che disse e poi le levò la mano dai suoi capelli. Eppure lo sai bene che odio che mi si vengano toccati i capelli! Non ce la faceva, era più forte di lui. Non riusciva proprio a tenerselo per se quel piccolo rimprovero caratteristico della sua personalità. Non potrei mai dimenticarmi di te... lo sai benissimo. Come stai? Quando ti vengo a trovare con un pò più di calma? Chiese poi dandole una rapida occhiata. Era di una bellezza allucinante. Però devo dire che ti trovo veramente bene! Lavorare ti dona! Ed avrebbe aggiunto anche qualcosa come anche le responsabilità cominciano a starti bene! Ma non era il momento quello di parlare di quelle cose, ansi! In realtà era li anche per fare affari, di altro genere con lei. Il problema del loro rapporto era proprio quello, Aaron non poteva dire ad Alyce qualcosa di troppo rigoroso e venire preso sul serio se lui voleva spacciare droga nel suo locale!

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    Aaron era il suo analista, ma quel confine sottile tra analista e non analista era stato più di una volta superato dai due ragazzi, soprattutto andando a letto insieme in quel magazzino abbandonato.
    Per Alyce era tutto normale, insomma aveva fatto ben di peggio cheportarsi a letto il suo psicologo e poi, era bene conoscere la merce che si stava trattando, prima di acquistarla, no? Poi, c'era da dire, che per lei il sesso era quasi come se fosse una terapia, questa storia di definirla una patologia era qualcosa che riguardava solo gli strizzacervelli, lei non lo capiva per niente, per la rossa era normale prediligere quel piacere fisico, rispetto a tante altre cose. Per fortuna Brian sembrava essere del suo stesso parere delle volte e per questo che lei iniziava davvero a credere che quel docente non fosse poi così male; tuttavia, questa è un'altra storia.
    Gli ospiti del doctor sembravano quasi in visibilio e lei non poteva altro che esserne fiera di quello che stava succedendo, soprattutto quando Ludvjca si dedicò a loro con uno spettacolo da urlo. Non badò molto al loro parlare e insinuare cose, cercò piuttosto di concentrarsi nell'osservare l'operato della ragazza, affinché fosse davvero perfetto e quando riuscì a rimanere sola con il dottore, questo fu il segno distintivo che tutti avevano avuto quello che meritavano.
    Sbuffò, spostando la mano dai suoi capelli «Uffaaaa, doc - disse per poi sorridergli un po' psicopatica. Si strinse nelle spalle, inclinando il capo sulla propria spalla destra e osservando il dottore «Diciamo che sto sempre bene. Io e Brian adesso abbiamo anche un piccolo animaletto domestico che si chiama Muffin.» - dire che stava bene era quasi classico per Alyce, insomma per lei quello stato d'animo che aveva continuamente misto tra l'euforia e la follia era star bene, come poteva dire il contrario? «Se vuoi, possiamo spostarci in un privè, lì abbiamo tutta la calma che vuoi, doc.» - disse con un mezzo ghigno, per poi guardare con la coda dell'occhio le persone che aveva portato il ragazzo «Loro mi sembrano interessati ad altro, piuttosto che starsene qui a parlare tra uomini» - gli fece un occhiolino, poi rise e si fece osservare, prima di roteare gli occhi al cielo e scuotere la testa «Alcol, sesso... insomma, come potrebbe non donarmi questo mestiere?» - allungò una mano sulla sua coscia, se glielo avesse permesso «E tu? Come stai?» - sibilò appena, in un sussurro caldo.
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    Certo che tutto quello era allucinante ed assurdo ma in quel momento non poteva stare li a riflettere su quelle cose. Era quasi come se, per una sera, avesse deciso di dimenticare completamente il ruolo che aveva per quella ragazza e godersi anche lui la serata, anche perchè doveva parlarle di cose serie. Scosse il capo quando sbuffò. Oramai si sentiva chiamare più con quel nomignolo in maniera maliziosa che in maniera seria, ma anche quella era un'altra storia che non poteva essere sicuramente raccontata alla presenza di una sua paziente. Eh certo perchè quando faceva comodo a lui era una sua paziente quando invece non serviva che lo fosse. Si soffermò su quegli occhi così verdi e così intensi e sul sorrisetto folle che la rossa gli stava dedicando. Tu e Brian. Disse quasi compiaciuto di aver sentito quella frase. Finalmente cominciava a capire che forse forse provava dei veri sentimenti per quell'uomo. Che poi era l'insegnante di difesa delle arti oscure del fratello. Perchè alla fine della fiera girava sempre e tutto quanto intorno a quell'isola? Insomma lui non tanto l'amava a dire il vero, ma quella era un'altra storia. Quante altre storie aveva Aaron? Muffin. é un gatto? Un cane? Un serpente? Chiese cercando di capire come classificare il nuovo animaletto. Forse si erano lasciati troppo di vista e non andava per niente bene quella cosa. Aveva perso un paio di puntate e la cosa non gli piaceva per niente sia perchè Alyce doveva essere davvero seguita, sia perchè non era possibile che non sapesse così tante cose di una sua paziente. Non era professionale e non era per niente qualcosa che doveva succedere. Specialmente con una come lei. Quindi quando lei posò la sua mano sulla sua coscia e gli propose di andare in un privè, Aaron non se lo fece dire due volte, anche perchè, tutto quello era quasi assurdo. Insomma, possibile che doveva fare per forza sempre la provocante? Si morse il labbro ma non fece altro che alzare un pò il bicchiere verso i suoi "amici" e seguire la rossa. Era ovvio che voleva depistare il pensiero. Aaron non sarebbe andato a letto con Alyce mai più. Lo aveva giurato a se stesso quando l'aveva presa con se come paziente e lui era uno di parola, a costo di fare da solo nel bagno se fosse servito. Non dovresti bere e lo sai. Specialmente perchè dovresti prendere delle medicine forti. Ma sai anche questo.Il fatto era che la ragazza non era stupida, non lo era proprio per niente, quindi delle volte si chiedeva perchè si comportasse in quel modo e quale delle tante personalità avesse di fronte. Andiamo nel privè. Aggiunse comunque più chiaro verso la ragazza prima di seguirla ovunque lei lo avesse portato. Una volta presumibilmente soli avrebbe sospirato. Forse stava respirando per la prima volta da quando era uscito quella sera. Io? Sto bene. Un pò di fretta e sotto pressione, ma come al solito. Sai bene che ti aggiorno delle mie novità quando anche tu mi aggiorni delle tue e proprio perchè io sono una persona di parola, volevo dirti una cosa importante, affari principalmente. Aggiunse facendosi leggermente più serio. Ci sediamo? Non attese la risposta, si mise direttamente seduto attendendo le reazioni di Alyce.

    Revelio GdR

     
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    Il doc la stava mettendo a dura prova. Aveva portato clienti ma allo stesso tempo sembrava combattuto tra la sua figura da psicologo di Alyce e il suo non volerlo essere in quell'istante. Ad Alyce non è che importava troppo se volesse rilassarsi con del sesso con lei, alla fine quello era il suo lavoro, ma alla rossa sembrava che ci fosse qualcosa di più di quello. Gli occhi smeraldo cercavano di studiare le espressioni di lui, con un fare un po' psicopatico che le apparteneva particolarmente.
    Quando ripeté quelle parole nominando il prof, la rossa alzò un sopracciglio «Sì certo. Ho detto così. Perché? Cioè non è strano. O lo è?» - eccola che ricominciava a farsi problemi sul fatto che Brian stava diventando una costante nella sua vita, quasi più del fratello. Alyce rise alle supposizioni del Dottore e scosse il capo in senso di negazione, senza però dire quale fosse la natura del suo nuovo animaletto. Quando raggiunsero il Privé, Alyce si lascio cadere su una poltrona, l'unica oltre il letto a baldacchino che arredava la camera, quindi accavalló la gamba e sbuffó ancora una volta verso l'uomo «Qui non siamo nel tuo ufficio, ma nel mio mondo, Doc. E ho capito che non è sesso quello che desideri da me. Un peccato perché quasi mi sento offesa, ma adesso sputa il rospo...» - la rossa era pazza, certo, ma non scema. E questo Aaron lo sapeva perfettamente. Quando lui si sedette sul letto, lei non se lo fece ripetere più di una volta e si buttò a peso morto accanto a lui, sdraiata di schiena, tirandolo per il braccio affinché lui facesse lo stesso al suo fianco, guardando il soffitto incantato che riportava galassie e costellazioni «Quindi sei qui per parlare di affari. Sentiamo un po', adesso hai la mia completa attenzione...» - era una persona curiosa e se si parlava di lavoro, diventava anche piuttosto seria per quanto la sua follia permettesse.
    alyce coffey

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    Jeckil ed hyde gli facevano un baffo. La verità era che Aaron era sempre costantemente combattuto dal seguire la sua metà malvagia e quella sua metà buona che gli imponeva sempre di fare le cose in un certo modo. Ovviamente sapeva che tutti quanti avevano luce e buio all'interno di loro e la cosa interessante era che lui era riuscito a bilanciarla in maniera così efficace che quasi si sentiva di diagnosticarsi lui stesso un disturbo della personalità. Ma in quel momento non c'era il tempo, ne era il luogo giusto con la persona giusta di sviscerare quelle sue sensazioni. Ecco, il problema era proprio li: Alyce sarebbe stata la guida perfetta del caos che Aaron aveva in testa, ed allo stesso tempo sarebbe stata la persona giusta per fargli capire che una volta aiutata lei, si era guadagnato senz'altro un posto in paradiso. Anche li, una dicotomia mentale che non aveva euguali ne tanto meno paragoni. Si morse il labbro più volte guardandola e se la ragazzina avesse saputo a cosa stava realmente pensando, lo avrebbe spinto lei stessa nel baratro dell'acromantula. Ma non lo sapeva, quindi Aaron sorrise e scosse appena il capo. Ma no che non è un problema! Anzi! é qualcosa di bellissimo! Ma dovresti dirmi di più, effettivamente! Era contento che stesse con qualcuno in maniera fissa e sperava seriamente che la smettesse di darsi sempre, costantemente, al primo che passasse.
    Una volta che si spostarono nel privè, però, Aaron cambiò un pò tono e sicuramente anche un pò espressione. Il problema era sempre lo stesso: doveva veramente dirglielo? Ma se non lo faceva con lei esattamente con chi avrebbe dovuto? Si morse il labbro e si stese affianco a lei scuotendo il capo per quello che disse. Per questa volta faremo a modo tuo e non ti romperò le scatole per l'alcool, ma dalla prossima volta dovrai metterti in riga! Voltò lo sguardo ghiaccio verso di lei, rimanendo steso su quel letto a baldacchino. Incredibile come il loro rapporto fosse cambiato in quella maniera così repentina e come sarebbe continuato a cambiare dopo quella precisa conversazione. Vorei portare qui un ragazzo che lavora per me e che... ecco, come posso dire? Spacci una sostanza alternativa all Screm&Shout. Stessi effetti senza pietrificazione. Beh, non si poteva non dire che non era una persona diretta quando decideva di esserlo

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    Se c'era un motivo per cui Aaron riusciva ancora a tenere Alyce come sua paziente era che forse lui era un briciolo vicino alla medesima follia di lei, la medesima ombra che lei gestiva sicuramente meglio di quanto lui facesse e lui era luce, luce che cercava di illuminare la mente della rossa; mentre lei - beh lei era l'ombra che tentava di oscurarlo e abbracciarlo dolcemente.
    Eppure era sempre stato lui a illuminarle la via, solo una volta lei lo aveva trascinato nelle sue ombre e al ragazzo non era dispiaciuto per niente.
    Se Aaron era lì per parlare di lavoro, significava che non c'era niente di luminoso ed era tutto un suo campo, dove il Doc aveva ben poco a che fare.
    Non c'era tempo per il sesso, per il flirt e per le provocazioni, quando giunsero in quel privè, Alyce era davvero propensa ad ascoltare il dottore, seppur il suo volto palesava un ghigno pervertito. Lasciò a galla tutti i discorsi che stavano facendo solo per far sì che potessero spostarsi in una parte più riservato, dove potessero parlare di quel che volevano. Una volta dentro, lei si sarebbe accomodata come se fosse a casa sua e avrebbe guardato l'uomo.
    Prese un respiro «Adesso non è interessante la situazione tra me e Brian quanto lo è il tuo interesse negli affari qui.» - per un attimo il suo smeraldo si assottigliò come quello di un felino che stava studiando la sua preda.
    Star stesa sul letto con Aaron senza toccarlo e senza scopare, era davvero un record bestiale per una come Alyce.
    Alla sua dichiarazione la fece sussultare e scattare in piedi «Che cazzo hai detto?!» - non poteva credere alle sue orecchie. Iniziò a ridere in maniera nervosa e far su e giù per la stanza, mentre nella sua mente mille idee si stavano sviluppando, ma solo una sembrava quella più plausibile «Da quanto tempo smerci droga, Barnes?!» - si fermò davanti a lui, cercando di farsi spazio tra le sue gambe «E soprattutto, perché la spacci?!» - stava prendendo tempo, perché la risposta che l'era venuta in mente era qualcosa di decisamente strano e doveva rifletterci un attimo. Non poteva dire ad Aaron che stava pensando a tutto quello che il Rouge avesse dietro, ma aveva bisogno di confrontare il suo unico punto fisso: Brian e per farlo aveva bisogno di tempo. «Voglio provarla.» - disse sollevando un ginocchio, se glielo avesse permesso, per mettersi a cavalcioni su di lui «Io provo tutto quello che deve essere venduto qui... t-u-t-t-o.» - scandì e si sarebbe piegata sulle sue labbra per dirlo lentamente, senza sfiorarle se non con il fiato.
    alyce coffey

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    "Perché un viaggio cambia senso da come riempi i tuoi bagagli"

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    Aaron Barnes | Medimago | 27 anni |


    Aaron sapeva che quello che faceva delle volte non era proprio in piena linea con quello che voleva realmente. Perché si era messo a produrre droga? Certamente non per i soldi e certamente non aveva nessuna intenzione di smettere. Ecco, il problema principale dov’era! Aaron era sempre stato luce pura, aveva sempre lottato dalla parte del bene e sapeva che comunque non si sarebbe mai schierato ne tra i buoni ne tra i cattivi, perché si rendeva conto che non c’era una parte che prevaleva al suo interno. Lui era un connubio perfetto tra Hyde e Jeckill. Lui era sempre in equilibrio tra la sua parte completamente oscura e quella sempre troppo luminosa. Magari non aveva neanche mai avuto del tempo per riflettere esattamente a quale protendeva, ma il fatto era che per il momento non sapeva scegliere, quindi cerano delle volte faceva emergere il suo lato oscuro e delle volte lasciava che la luce prendesse il sopravvento, la maggior parte delle volte a dire la verità. Comunque, in quel privè stavano parlando di affari perché era così che doveva andare, era così che si doveva fare. Aaron in quel momento poteva giurare di vedere una strana eccitazione negli occhi smeraldo della ragazza, ma non sessuale, quasi come se avesse vinto una battaglia persona ed in quel momento era estremamente fiera di lui, forse, molto più delle altre volte. Sorrise appena prima quando disse che in quel momento la situazione tra lei e Brian non era interessante, anche se Aaron non era per niente d’accordo con quell’affermazione, si stava strozzando ridendo per la sua successiva affermazione. Si dovette alzare appena e fare un bel respiro profondo. “ Non da troppo. Il fatto è che in ospedale ho visto un sacco di ragazzi pietrificati, perdere la vita senza nessun senso, mi ha fatto pensare: tanto si drogano lo stesso, perché non fare la stessa droga, senza effetti collaterali del genere e rimettergliela in commercio?” Il suo era sempre un pensiero altruistico e comunque aveva pensato al fatto che era seriamente inutile privarli di una cosa che comunque avrebbero cercato. Aveva risposto alla domanda prima ancora che lei gliela chiedesse. Non spacciava per i soldi, aveva semplicemente sintetizzato una droga assurdamente pericolosa, sulla quale non si sapeva niente e l’aveva resa un po’ meno pericolosa. Ma quando lei si alzò e gli disse che voleva provarla in quel modo Aaron scosse il capo. “Alyce. No. Sai benissimo che non sono d’accordo al fatto che tu assuma droga, in realtà non sono per la droga e basta e la cosa che devo dartela io… ed inoltre se è vero che non verrai pietrificata, ti può prendere a male, a male tanto da volerti togliere la vita e se ti capitasse qualcosa del genere io non me lo perdonerei mai. Sono venuto qui da te perché io mi fido di te, hai fatto dei progressi, sei stata ad ascoltarmi… ma non voglio che la tua vita venga messa in pericolo per colpa mia.” Era un Barnes e di conseguenza, per definizione era contraddittorio. Aveva appena detto ad Alyce che lo aveva sintetizzato quella specie di S&S per rendere la vita dei ragazzi meno pericolosa. Fece un sospiro, comunque e cacciò dalla sua tasca una piccola bustina. “Solo se io rimango con te tutto il tempo, anche quando sarà passato l’effetto dello sballo. Se no non se ne fa niente!” Conosceva così bene la rossa che non serviva neanche che facesse qualche moina, tanto lo avrebbe convinto a prescindere e di conseguenza era veramente, ma veramente inutile allungare un discorso che sapevano già entrambi come sarebbe finito.
     
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    Era davvero un sacco divertente per Alyce continuare a sentire le parole di un Aaron che stava facendo il bad boy. Non le dispiaceva per niente quella vena del Doc, ma doveva ammettere di sentirsi un po' in colpa, per non averlo seguito abbastanza come tutor in quella sua conversione da bravo a cattivo ragazzo.
    Tutto quel parlare faceva veramente eccitare Alyce e Aaron sapeva che quell'affare di cui stavano parlando, era pane per i suoi denti.
    La situazione con Brian andava esaminata in altro luogo, non in quel privè dove avrebbero potuto concludere un affare che poteva essere allettante da entrambe le parti.
    Ascoltò quella storiella di Aaron, muovendo il capo a destra e sinistra, mentre gli occhi smeraldo erano fissi in quelli chiari di lui «Awww, che bravo cattivo ragazzo è il mio doc!» - disse Alyce, in uno slancio di affetto, gettando le braccia al collo del medimago.
    Era sopra di lui, quando chiese della droga, giusto per provarla e vedere gli effetti che questa aveva. Gli occhi di lei non lasciavano quelli del ragazzo, sentendo quella paternale che si aspettava «In questo momento...» - disse piegando ancora di più il busto su di lui, se glielo avesse concesso, fino ad arrivare a pochi millimetri dalle sue labbra «...non sei il mio dottore. Sei qui per affari e si fa a modo mio.» - il sorriso sadico non si spense sul volto della rossa «Non vedi la tua droga da me, se prima non la provo...» - sibilò appena appena sensuale, mentre sollevava di poco e prendeva le distanze dalle sue labbra nemmeno sfiorate.
    «Doc. Io voglio sempre togliermi la vita, dovresti saperlo. Tranne in alcuni momenti» - tipo quando uccideva o quando era con Brian. Il suo sorriso era invitante «E' la tua vita che è messa in pericolo, nel momento in cui sei nel mio stesso spazio, Aaron...» - e questa volta il sussurro fu flebile e così sincero, che Aaron avrebbe potuto capire che non stava scherzando.
    Sentì la mano di lui scviolare nei pantaloni e con la coda dell'occhio la seguì, annuì appena vedendo la bustina e il ghignò si fece più famelico.
    La lingua schioccò sul palato, mentre gli occhi puntarono per qualche istante la bustina. Quindi nuovamente si sarebbe calata su di lui, verso il suo orecchio questa volta «E dove credevi di andare?» - gli soffiò all'orecchio, per poi tornare seduta su di lui, a cavalcioni, con la schiena ritta, quindi cacciò la lingua e la indicò «Fallo.» - era carico di lussuria quel desiderio, quindi attese il doc.
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    "Perché un viaggio cambia senso da come riempi i tuoi bagagli"

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    Aaron Barnes | Medimago | 27 anni |


    Tutto quello non solo era sbagliato ma era anche privo di senso. Aaron avrebbe dovuto utilizzare quel tempo per continuare a fare affari e non di quel genere. Non voleva dare la droga ad Alyce perchè sapeva che avrebbe avuto un effetto collaterale e soprattutto non voleva farlo perchè andava contro ogni suo principio. Si morse il labbro più e più volte, averla così vicino non aiutava per niente specialmente perchè, sapeva che lei era stata una tentazione bella e buona in passato e soprattutto perchè non era riuscito a resisterle. Il fatto era sempre lo stesso: ogni volta che gli si presentava un'occasione per far in modo di accrescere, ed in qualche modo, aiutare le persone - o comunque era quello che si diceva - non riusciva a dire di no. Si stava eccitando e non perchè Alyce era sempre poco vestita e si strusciava a lui neanche fosse un gattino, ma per tutta quella situazione così pericolosa e così assurda che gli faceva andare l'adrenalina alle stelle. Ascoltò la sua voce, distolse lo sguardo e lo fece in più di una occasione. Si bagnò le labbra e cercò di farle capire che comunque non era il caso di utilizzare quelle armi con lui. Si era detto che a prescindere da tutto e da tutti non sarebbe finito di nuovo a letto con Alyce ne tanto meno l'avrebbe sfiorata in quel senso ed in quel determinato modo. Aaron era una persona di parola e non aveva nessuna intenzione di infrangerla. Quando lei, però, si mise di nuovo seduta sulle sue gambe, e lui prese la bustina non fece altro che prenderne un pò e portargliela sotto la lingua. Se ti succedesse qualcosa in questo momento, se solo tu perdessi la vita per colpa mia e per colpa di quello che io ho creato, allora davvero non me lo perdonerei mai! Ammise prima che, di fatto, la droga avrebbe fatto effetto. Ecco, forse era la prima volta che faceva davvero una cosa del genere, forse era la prima volta che era proprio lui a dare la sua droga in bocca ad una persona. E la cosa più spaventosa, almeno per Aaron, era che l'aveva fatto con una persona a cui teneva particolarmente, che più che una paziente la reputava quasi un'amica. Chissà se Annie stava provando la stessa angoscia che in quel momento attanagliava il cuore di Aaron, ed allo stesso tempo poteva sentire tutta l'eccitazione crescere nei suoi muscoli. Se lo avesse sentito, almeno un minimo avrebbe capito quanto contraddittori potevano essere i sentimenti dei Barnes e quanto era assurdo vivere con quello stato emotivo.
     
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    Lei sapeva essere preda e predatrice, sapeva lasciarsi trasportare dalle cattive compagnie ed essere lei la persona sbagliata da frequentare, ma per Aaron continuava ad essere sua la parte di quella che non era giusta, che scivolava verso l'oblio e tentava di portarsi dietro il medimago. Non sembrava poi nemmeno così difficile, agli occhi della rossa, che per l'ennesima volta stava mettendo a dura prova l'etica morale del suo psicologo per cercare di ottenere quello che veramente voleva: la droga di cui le aveva parlato.
    Era lì per affari, ma voleva dettare le regole nel suo locale. Questo non andava bene, aveva capito che c'era qualcosa che Aaron voleva da lei, ma lei non avremme lasciato via di scampo a qualcosa dalla quale doveva guadagnarci anche lei.
    Aveva iniziato con il richiedere di provare quella droga, le motivaizoni erano svariate tra cui rientrava anche la sua passione per le cose nuove, tuttavia c'entrava molto la questione merce: lei aveva la necessità di sapere cosa stava per vendere in giro per il suo locale, gli effetti e i contro che avevano quelle droghe, per poterne scegliere bene i consumatori,
    Era vero, con Aaron, lei aveva fatto progressi, ma ciò non toglieva che non avesse ancora smesso di bere o drogarsi di tanto in tanto. Sicuramente lo faceva con meno frequenza, ma lui era ben consapevole del fatto che non avesse smesso di cedere a quei vizi.
    Continuava a stare sopra di lui, non tanto per provocarlo, quanto per bloccarlo e ottenere ciò che voleva. La sensualità era quasi un'arma naturale della rossa, che ormai ne faceva quotidianeità. Lo vide volgere lo sguardo altrove e con l'indice e il pollice della mano sinistra avrebbe cercato il suo mento, dolcemente, quindi avrebbe tentato di spingerlo di nuovo a guardarla, fece rumore con la bocca, quello che si fa per dire no, senza davvero proferire parola «Guardami... Aaron...» - le parole erano lente, il tono caldo e lo sguardo fisso in quello chiaro di lui, mentre le labbra venivano piegate in un leggero sorriso. Finalmente lui cacciò quello per cui lo stava tenendo fermo su quel letto e con la coda dell'occhio lei guardò la bustina, prima di fissare di nuovo il medimago «Ecco... sì...» - ondeggiò appena sul suo bacino, sinuosa, quindi ascoltò le sue parole, mentre sollevava la lingua e lasciava che il magipsicologo lasciasse la sua droga sotto la lingua. Socchiuse le palpebre per un po' lasciando che quella si sciogliesse, mentre la schiena si inarcava e le mani poggiavano sulle spalle di lui, spingendolo verso il basso.
    Trattenne il respiro, assaporando quegli ultimi attimi di lucidità, poi ispirò a fondo, riempiendosi i polmoni e riaprendo lentamente le iridi. Le pupille sarebbero state dilatate, il collo che prima era stato portando indietro, adesso tornava nella posizione originale, guardando la parete di fronte a lei e cacciando via di nuovo l'aria, come se fosse risalita in superficie dopo essere stata in apnea sott'acqua.
    Si piegò quindi sul dottore e inizio a ridere «Oh... sì...» - disse lei, ad un millimetro dalle labbra del dottore, che avrebbe sfiorato parlando, prima di scivolare di fianco, con le braccia aperte e iniziando a ridere.
    alyce coffey

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    Aaron Barnes ~ MedimagoNon avrebbe dovuto, e non avrebbe davvero voluto. Alyce non era solamente una sua paziente, Alyce rappresentava molto di più per il ricco imprenditore, se le fosse capitato qualcosa, davvero non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato. Eppure era li a fare esattamente quello che diceva la rossa. Poteva certamente dare la colpa alla sua sfrenata sensualità, al fatto che fosse così bella e convincente che lo avrebbe ammaliato in qualsiasi caso, ma sapeva benissimo che quando voleva veramente qualcosa aveva una volontà di ferro. Lo aveva dimostrato ad Alyce in più occasioni, prima tra tutte il fatto che da quando aveva detto che con lei non sarebbe più andato a letto, non lo aveva più fatto, al fatto che quando diceva una cosa, anche in seduta, succedeva esattamente quello. Quindi perchè lo aveva fatto? Perchè su una cosa non poteva fare niente: Alyce risvegliava quella sua parte di oscurità che veniva sempre tenuta a bada, come ci riusciva lei nessuno era mai riuscito a farlo. Quindi gli aveva dato la droga, aveva sfiorato le sue labbra ed era rimasto li, su quel letto, in tensione, sentendola ridere di gioia, cantare, urlare e tutto quello che una droga ti portava a fare, con l'adrenalina nel corpo - neanche avesse assunto lui la droga - e le pupille dilatate. I motivi erano diversi: Aaron stava provando un mix di cose che non riusciva neanche a razionalizzare. Aveva paura, ma era compiaciuto per l'effetto che provocava la sua creazione. Non vedeva di dirlo a Markab, ma aveva il timore che lo stesso non avrebbe gradito il fatto di avere un amico/amante spacciatore, temeva che se Annie lo avesse scoperto gli tagliava la testa come un'amantide religiosa fa al maschio dopo che l'ha fecondata, ma allo stesso tempo sapeva che non dire qualcosa ad Annie era come non dirlo a se stesso. Aaron era sempre combattuto tra la rossa che lo faceva scendere giù nell'oblio dell'inferno da quella che lo faceva volare e rasentare quasi la perfezione del bene. Poi c'era Evelyn: lei cosa avrebbe pensato dell'uomo perfetto che usciva con lei? Ecco, in quel momento avrebbe voluto anche lui prenderene un pò e farla lentamente squagliare sotto la lingua. Ma no, voleva troppo bene ad Alyce e lui doveva essere pronto e vigile per qualsiasi evenienza. Evenienza che non fu necessaria. cit. Vivi sempre come se fosse l'ultimo giorno sulla terra


     
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