Non se usano più i piccioni viaggiatori?

post sussurro vorace - Philipp

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    Denrise
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    Immagini confuse, quella voce che continuava a cercare di comunicare con lui.
    Il respiro di Jason era strozzato, come se avesse fame d'aria. Ogni notte era la stessa storia: quegli incubi lo torturavano e non riusciva a risvegliarsi se non dopo diverse peripezie e aver fatto lite con il letto.
    Erano le cinque del mattino, quando rinvenì come se fosse stato tenuto sotto l'acqua con la forza; era sudato, respiro affannato e uno strano bruciore sul petto che non era familiare. Seth era seduto ad osservarlo, accanto al suo letto, forse era lì da tempo, visto che in quel periodo sembrava essere diventato apprensivo nei confronti del druido «hi...piccolo...» - la gola gli bruciava e quel suo parlare aveva raschiato, tanto da fargli storcere le labbra in un'espressione di disgusto.
    Poggiò i piedi scalzi sul pavimento e si passò una mano sul volto, facendola scivolare, quasi a volersi togliere quella sensazione di orrore dalla pelle.
    Andò in bagno e prese un bicchiere che aveva sempre lì vicino, lo riempì d'acqua e lo bevve d'un fiato. Seth lo aveva seguito, con un gemito come fosse un pianto, che aveva portato lo sguardo nocciola di Jason a tornare sul compagno a quattro zampe «Va tutto bene, piccolo...» - Seth, di tutta risposta abbaiò più volte, come se volesse comunicargli qualcosa «Ssshh... buono.» - si piegò sulle gambe e accarezzò il testone del cane, che di tutta risposta iniziò a leccargli il petto.
    Jason sentì fastidio, un fastidio che era differente da tutti quelli provati finora, quindi con delicatezza allontanò il cane «Oh, buono bello...» - si erse e andò allo specchio vicino il suo armadio.
    Il riflesso della sua immagine mostrò quello che Seth stava cercando di curare con la sua ferita. Il bicchiere cadde dalle mani del druido, rotolando in terra, con un tonfo sordo, attutito dal tappeto. I suoi occhi erano sbarrati, non credeva a quello che vedeva rispecchiato in quel vetro. Le dita si portarono a toccare quell'incisione che aveva rovinato il suo bel fisico scolpito, quindi strinse i denti, indurendo la mascella «Merda.» - ringhiò, mentre prendeva una camicia di color sabbia e la chiudeva fino al collo «Seth. Da Philipp.» - il cane abbaiò, facendo un giro su se stesso e anticipò l'uscita del druido. Conosceva la strada, Jason aveva insegnato all'husky due delle strade più importanti: Philipp e Jonathan.
    A grosse falcate il druido lo seguì, quindi, diretto alla porta dell'abitazione del Cacciatore.
    Perché aveva scelto Philipp? Il motivo era semplice: era il solo che avrebbe potuto aiutarlo in quella situazione, l'unico che nonostante ciò che aveva fatto in passato, aveva lasciato che Jason potesse spiegare le sue motivazioni e la fiducia che riponeva nel biondo era smisurata a tal punto che gli avrebbe affidato la sua stessa vita.
    Inoltre, era il solo che, se Jason avesse avuto bisogno di porre fine alla sua vita, sarebbe stato all'altezza di toglierla. Sì, aveva sempre scherzato con Philipp sul fatto che se doveva morire, avrebbe desiderato ardentemente fosse lui a trafiggerlo con al sua alabarda, ma se questo sarebbe dovuto diventare realtà, Jason non desiderava altro che fosse Philipp a farlo.

    Quando Seth arrivò alla porta del Cacciatore, iniziò ad abbaiare per cercare di svegliare il biondo, grattando alla sua porta ripetutamente. Jason arrivò pochi attimi prima «Cuccia, Seth.» - ammonì il cane, non voleva svegliare nessuno se non Philipp, per questo... iniziò a sbattere i pugni contro la porta di legno dell'abitazione «Garlic! Garlic!» - giusto epr non attirare l'attenzione iniziò ad urlare il nome del Cacciatore, accompagnato dal suo ritmato sbatacchiare «Cazzo, apri sta porta. Devi venire con me! E' una questione troppo importante.» - il suo tono era preoccupato e, in certo qual modo, anche spaventato «Cazzo, Philipp! Te giuro che dopo potrai tornà a scopare, ma adesso apri questa cazzo di porta. Devi venire con me dagli anziani. Movete!» - divenne più insistente e agitato, ma ehi... non voleva mica svegliare il vicinato!
    jason byrne
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    Philipp Garlic
    Predone | 27 anni
    Philipp era uno schivo. Lo era per troppe ragioni per enunciarle tutte, ma la radice prima era la sua insicurezza: non si sentiva come gli altri, si sentiva più fragile e in fondo viveva sempre nell'incubo che le persone scoprissero quella sua insicurezza e lo vedessero per ciò che era (uno sfigato).
    Non amava le feste, non amava le cene, non amava neanche i bordelli: amava lavorare da solo nel suo studio, allenarsi da solo ed amava leggere un buon libro. Acquisendo sicurezza, questo suo cronico bisogno di solitudine si era ovviamente espanso finendo pian piano per includere persone: aveva ripreso ad allenare Gerald e prendere il mare con lui, si allenava con Dafar, il suo lobalug, e amava leggere e non solo in compagnia di Kenna; aveva anche scoperto di amare bere qualcosa con qualcuno, anche in pubblico, fosse questa persona Kenna o Jason, o persino Jonathan.
    Pian piano, il Cacciatore era uscito dal suo guscio, finendo per stare divinamente da solo, ma riuscire a tollerare qualcuno - ben selezionato - anche per più di qualche ora, ma, ovviamente, una persona non poteva cambiare radicalmente da un giorno all'altro (quello del resto si chiamava snaturarsi) e quindi non doveva sorprendere nessuno che ancora lui fosse evasivo su dove stesse e cosa stesse facendo, forse anche allo scopo che alcune persone moleste non potessero trovarlo al volo. Tipo Jason.
    Il famiglio di Jason aveva condotto il druido alla nuova dimora del Cacciatore, quella che aveva in passato abitato con William e dove ora regolarmente timbrava Kenna, tuttavia, nonostante il suo berciare e il probabile latrare della belva e dei vicini nessuno parve aprire la porta: possibile che le parole di jason non avessero mosso un muscolo al predone?
    In effetti sì, e per un'ottima ragione: il cacciatore si trovava nella sua forgia, nonostante questa fosse al momento chiusa al pubblico, e forse proprio per quello!
    Nel mentre insulti, incantesimi e secchi di piscio piovevano sul maledetto denrisiano, qualcuno comunque in casa c'era e poteva notare ciò che stava accadendo: Dafar riposava nel suo acquario serenamente, ma dopo un po' dovette sporgersi per comprendere cosa fare, entro la propria bolla protettiva, sicché, notato Jason non poté che agire. Uscì da una finestra e fluttuando si recò fino alla forgia, ove trovò ovviamente il suo padrone.
    "Cazzo ci fai qui, pesce del cazzo, vuoi finire nel fritto misto di pranzo?" gli diede lui il buongiorno, folgorandolo, salvo poi notare le sue insistenze e la sua agitazione fino a levare un sopracciglio. Posò il proprio martello, si asciugò la fronte e si mise nel fodero la bacchetta, quindi senza altra parola proferire seguì la creatura marina fino alla propria abitazione, cosa che in primo momento lo rese perplesso, ma poi, pian piano, acquisì senso.
    "Porca troia Jason, ma che minchia è 'sto casino!" affermò lui, allargando le braccia, cosa che sottolineò quanto fosse aderente la canotta che stava indossando e che metteva non poco in risalto la sua forte muscolatura.
    "E VOI FINITELA DI ROMPERE IL CAZZO O VI FACCIO SALTARE IN ARIA LA CASA!" urlò poi rivolto ai suoi amabili vicini, giusto per portare in quel luogo il silenzio, che lui accolse con un sospiro "Grazie" disse tra i denti, portandosi poi davanti all'altro "Gli anziani comunque eh?" affermò lui, inclinando il collo "Finalmente hanno deciso di farti secco per tutta la fottuta magia nera che ti scopi?" domandò infine, forse un po' più serio di quanto Jason avrebbe gradito.
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    Renn Tyrell | Druida Anziana
    Quel mattino qualcosa di curioso e assai raro sarebbe accaduto. Renn se ne accorse sin da subito. Quel mattino il vino che bevve aveva un sapore più amaro del solito ed era convinta che la causa di tale avvento non fosse l'essenza di alloro e ginepro con cui l'aveva speziato. Si affacciò alla finestra della sua abitazione e notò i gabbiani volare verso sud e le nuvole in cielo erano assai grigie, promettendo pioggia.
    Qualcuno verrà a chiedere consiglio ai saggi. Il tono di voce lento e stanco riecheggiò nella solitudine in cui viveva, così si mise addosso i suoi abiti migliori e armata di bastone in legno si appropinquò al tempio dove i druidi anziani si riunivano per conversare dei temi di maggiore urgenza.
    Piegata a causa dei malori della vecchiaia, la druida fece per salire i mille scalini che portavano al tempio e per non rendere troppo noiosa la salita si interrogò su chi potesse essere ad aver bisogno del consulto dei druidi. Arrivata in cima si voltò. Da quell'altezza riusciva a vedere gran parte del villaggio di Denrise, così lanciò in aria una polvere ottenuta dall'estrazione di un mix di fiori della zona e soffiò. Il vento trascinò quella polvere che però faceva fatica a separarsi e tutta insieme viaggiò fino a cadere dinnanzi alla via de lo Speziale. Jason Byrne. Sentenziò la donna, facendo il suo ingresso.
    Davos! Davos, dove sei? T'avevo detto che oggi ce saremo dovuti recà ar tempio. Dov'è il papero che hai scommesso? L'uomo si fece avanti e con aria rammaricata consegnò l'animale che effettivamente Renn aveva vinto. Alla vista dell'animale i suoi occhi si illuminarono. Dalle tue ossa, bello mio, riuscirò ad anticipare l'arrivo delle piogge. Per alcuni l'astragalomanzia è superata, ma quei rincitrulliti dei greci hanno sbagliato tutto: bisognava usare le ossa delle papere, non dei capretti. Nonostante i suoi colleghi non commentarono tali parole, Renn era molto sicura di ciò che diceva. In un certo senso anche il fatto che non la contraddissero palesava il rispetto che gli altri druidi anziani mostravano nei confronti suoi e delle sue abilità. Jason dovrebbe arrivare tra due canti e mezzo. Cosa voleva dire? Mah, al momento nessuno pareva esserne certo. I druidi comunque all'interno del tempio cominciarono a discutere delle questioni del giorno, ma improvvisamente un canarino entrò all'interno del luogo sacro e cominciò a cantare. La druida annuì con fare soddisfatto. Il tempio era assai grande e se c'era completo silenzio le voci riecheggiavano. Lungo le mura v'erano pitture sacre, le quali raffiguravano i principali dei del phanton norreno. Ai lati si trovavano piccoli altari con tutti gli strumenti necessari per le più disparate tecniche divinatorie e dappertutto si respirava un forte odore di Mirto in quanto si pensava che riuscisse ad allontanare varie esternazioni del maligno. Ora fu il papero a emettere una sorta di canto.
    Bene, Davos dì pure a tutti di prendere posto. La conversazione sarà rimandata, Jason sta cominciando ora a salire la grande scalinata. Uno dei druidi cominciò a fischiettare e Renn alzò l'indice risecchito verso di lui e scosse lo sguardo. Tre canti? Questo vuol dire che sono in due a essere arrivati alle scalinate e a questo giro non impiegherò neanche le mie doti divinatorie. E a quel punto tutti i druidi risposero in coro: Baker o Garlic.
    I druidi anziani erano lì, pronti ad ascoltare il motivo per cui i due compaesani avevano bisogno del loro aiuto.




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    Philipp era sempre troppo imprevedibile, questo era da recriminarlo al cacciatore. Evitare i secchi di piscio e le cose volate dalle finestre era diventato ormai uno sport estremo per Jason che voleva solo gastimare gli déi per quanto fossero antipatici i vicini dell'amico. Jason non aveva pensato minimamente, preso dal panico di quel messaggio sul suo petto, che l'uomo potesse essere alla Forgia e quando gli apparse alle spalle, non solo fece spaventare il druido, ma anche Seth, che si girò in sua direzione e gli abbaiò appena, per poi quetarsi quando riconobbe il predone. «Ndo cazzo eri finito, Garlic. Per Odino, sta canotta mo te scoppia.» - disse commentando quanto fosse aderente in relazione alla sua muscolatura. Sollevò lo sguardo verso le finestre che si chiusero sbattendo alle parole di Philipp «Vicini amabili, eh. Li mortacci tua.».
    Jason prese un respiro profondo e riportò i suoi occhi sul biondo «Statte zitto. Avemo problemi, Garlic.» - disse, mentre le sue mani si portarono ai bordi della camicia che era abbottonata «Problemi pesanti.» - e per rimanere nel soft porn, il druido ci mise poco a far saltare quei bottoni spalancando con rabbia il tessuto della camicia mostrando l'incisione sul petto «Me so arrivati messaggi.» - e mostrò sui suoi pettorali disegnati perfettamente dal suo allenamento costante, la scritta «Regina ragno, la tua tela mi abbraccia, gemma abissale.» - che Philipp avrebbe potuto leggere perfettamente.
    Avrebbe atteso il cacciatore, per poi - di fretta e furia - fargli strada verso gli anziani «Gna faccio più, Philipp. Da quando semo tornati è sempre n'incubo. Mo sta storia. Dobbiamo risolverla e se me devi ammazzà, fallo tu e non farlo fare ad altri, per questo te sto a portà co me.» - ammise il ragazzone, giungendo poi alle scale del tempio.
    Salendo le scale, Jason sentiva il cuore a mille, voleva risolvere quella situazione «Oh, me raccomando, famo i bravi.» - raccomandazioni che fece anche a Seth, se avesse potuto seguirli per le scale. Altrimenti, beh, sarebbe rimasto ad aspettare fuori dal tempio.
    Una volta giunti alla presenza degli anziani, Jason avrebbe piegato un ginocchio verso il terreno «Sommi anziani. Somma Tyrell. Grazie per averci ricevuto.» - il suo tono malcelava l'agitazione di quel che stava succedendo, la camicia era stata malamente tenuta stretta al petto con le mani e quando si inginocchiò, qualcosa sarebbe potuto forse fuggire alla vista degli anziani «Dopo la nostra missione, strani incubi hanno accompagnato le mie notti, fino a quando questa mattina non mi sono svegliato con dei segni sul petto. Se sua sommità (?) mi lascia mostrare, vorrei portare ai vostri occhi il nostro problema.» - e solo se Renn Tyrell avesse concesso, avrebbe sollevato il suo corpo e mostrato il suo bel petto inciso «Nun c'è motivo de spiegà perché Garlic è qui, vero?» - domandò indicando il fedele amico.
    jason byrne
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    Philipp Garlic
    Predone | 27 anni
    Alidlà dei suoi burberi modi, Philipp era comunque uno con 35 ad empatia: sapeva capire al volo se qualcuno stava male e quel giorno era chiaro che Jason fosse più strano del solito e fu per quello che lo avvicinò con un sopracciglio e un cipiglio molto serio "Preoccupati non scoppi anche te" tagliò lui corto, inveendo contro i suoi adorati vicini, salvo poi tornare all'omone "Adorabili quasi quanto te che urli sotto casa mia quando manco ci sono, porco il tuo" fece lui presente, folgorandolo con lo sguardo ed allargando le braccia "Un fottuto gufo non andava bene, no? Meglio venire qui a cagare il cazzo eh? Che cazzo succede mo?" lo incalzò con severità, sollevando entrambe le sopracciglia al teatrale preambolo del druido, a seguito del quale si mise a braccia incrociate 'Merda' affermò tra sé e sé, rimanendo impassibile quando i pesanti problemi dell'altro portarono al salto dei suoi bottoni come uno stripper che lavorava da Baker "Hai deciso di diventare una puttana e lavorare da... che cazzo è 'sta roba?" il suo sarcasmo acido morì dietro un viso pallido alla vista di ciò che era comparso sul petto dell'amico.
    Spaventato, egli fece qualche passo avanti per toccar con mano i simboli, iniziando a studiarli, senza in vero capirci molto "Fanculo a te e dove cazzo ficchi la minchia: io leggo il runico, anche antico, mica le lingue demoniaca: che cazzo hai combinato, ti sei preso la stramaledetta sifilide demoniaca?" chiese lui nel mentre l'altro gli raccontava di come la sua vita, di recente, fosse divenuta un inferno, cosa che colpì talmente tanto il cacciatore da lasciarlo senza parole, tanto che dovette manifestare il proprio dolore in maniera atipica: con un pugno allo stomaco
    "Perché cazzo me lo vieni a dire solo ora, ti possa Ran portare in fondo all'oceano!" inveì lui, urlando francamente, andando poi a dare un secondo pugno, meno forte, alla spalla dell'amico "Non sei tu lo stramaledetto druido? C'hai incubi dopo che hai ficcato il cazzo in una putana maga nera, che t'ha pure messo al mondo un'aborto di ragno e poi non fai un cazzo? Ma che cazzo c'hai al posto della testa, Jason, la segatura? Non è che ti fumi troppe piante?" inveì lui, voltandosi e mettendosi in marcia verso il tempio "Andiamo" concluse atto, prendendo atto di come l'altro avesse richiesto la sua assistenza, e anche per cosa.
    Si mosse con passo deciso, mandando nella sua stanza il proprio lobalug, reputandolo per l'occasione inutile e proseguì incessante fino a giungere nel tempio al cospetto degli anziani "Sommi Saggi, grazie per averci accolti anche senza preavviso" affermò lui piegando rispettosamente il capo in avanti, anche se non seguì l'esempio dell'amico inginocchiandosi, anzi, rimase ben ritto e a braccia conserte, lasciando a Jason l'onere di spiegare il tutto e coprire le proprie pudenda come meglio poteva e credeva, prendendo la parola solo quando l'altro lo tirò in mezzo.
    Lo osservò, per un istante, poi osservò i druidi "Sapete bene come sia un uomo retto che si è sempre speso per la lotta contro le arti oscure. Sapete bene come non mi sia mai tirato indietro, e anche quanto abbia perso, eppure non vi ho mai chiesto niente, perché l'ho sempre reputato il mio dovere, la mia missione. Per una volta, quindi, sono qui per chiedere il vostro aiuto, e ancora di più, la vostra pietà" e fu così che con far protettivo posò la mano sulla spalla di Jason "Se Jason è ormai corrotto dalla magia oscura, permettete che sia una morte rapida, e che giunga su di lui guardando il volto di una persona che gli voglia bene" e a quel punto, senza neanche spendere una parola sull'opportunità di guarirlo o esiliarlo, tacque, rimettendosi interamente nelle mani di chi aveva davanti e attorno a sé.
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    Renn Tyrell | Druida Anziana
    La planimetria del tempio era estremamente articolata, questo poiché al suo interno v'erano luoghi per pregare in base alla divinità nordica a cui si era più affini. Jason e Philipp non si addentrarono chissà quanto all'interno del luogo sacro, poiché i servizi dei druidi venivano garantiti in una grossa sala in prossimità dell'ingresso, in modo tale da non disturbare chi cercava un contatto con il suo dio.
    I druidi anziani erano seduti su troni in pietra disposti a distanza di due metri ciascuno e formavano una grossa circonferenza, al centro della quale vi si recava chi aveva bisogno di un consulto. Di fronte al druido maledetto c'era Renn e negli occhi mostrava uno sguardo austero e severo, ma colmo di pietà. Il gelo calò tra di loro quando Jason si avvicinò, quasi come se avessero avvertito i segni di una magia estremamente forte e negativa. Oh cielo, di preciso di fronte a quale empietà ci troviamo dinnanzi? Davos, fai quella cosa. Prima che però l'uomo potesse agire, l'anziana alzò la destra come a volerlo fermare e fece un cenno a Jason quando chiese se poteva loro mostrare cosa lo turbava. Quando mostrò i segni sul suo corpo, le mani di Renn si strinsero sui braccioli. I linguaggi arcani non hanno mai portato a nulla di buono. Nemmeno lei riusciva a leggera cosa vi fosse scritto, ma per non destare preoccupazioni non lo disse. Procediamo? Renn annuì con scarso ottimismo. Davos prese un incensiere in argento e all'interno vi gettò una foglia di mirto, una piuma del papero che aveva donato alla vecchia e del sangue di salamandra. Accese così il fuoco e a seguito di un movimento di bacchetta un fumo molto denso e verdastro si innalzò, circondando la figura di Jason. Nonostante l'odore non fu il massimo, c'era ben altro di cui preoccuparsi: in quel preciso istante, il negoziante sentì le incisioni sul proprio corpo divampare ed estendersi poco a poco, quasi come se fosse un veleno che pian piano infettava altri tessuti, altri organi. Perire per mano di un amico è un privilegio e per quanto capisca che morire di spada è meglio che tirare le cuoia per mano di un essere corrotto, è mio dovere assicurarmi che non esista altra soluz-Il maligno è qui, lo percepisco. Renn si alzò in piedi e puntò a terra il proprio bastone. Cominciate!
    Due druidi cominciarono a suonare un flauto traverso e una lira, mentre una lenta nenia cominciò. Dio Odino, padre di tutti gli dei, fai si che la nostra strada sia colma della tua gloria. Un implacabile mal di testa colpì Jason al punto tale da costringerlo a cadere sulle ginocchia. Luridi vermi, come osate osannare altri dei dinnanzi a me? Una voce carica d'ira e supponenza riecheggiò solo nella testa di Jason. Cerchiamo la tua forza riconquistando l’onore, fai si che i tuoi uomini possano placare il male in loro, riconquistando la pace che è stata tolta. I druidi proseguirono il loro canto come se fossero un'unica entità, mentre Renn cominciò a pronunciare parole poco note, ma che per Philipp fu un chiarissimo Denrisiano antico. Pensssssate davvero che il rituale di nove parassssssssiti posssssa in qualche modo fermarmi? Possente Thor, figlio del grande Dio padre Odino, fa che la tua forza ci sostenga quando metteremo piede nell'altro mondo, allontanando il male che ci alberga, lascia in noi il tuo passaggio e in cuore nostro la tua possente forza di volontà. In seguito all'ultima frase Jason cominciò a compiere diversi movimenti bruschi e involontari. Avrebbe potuto provar a combattere la voce della dea malvagia, ma di preciso com'era possibile sconfiggere qualcosa che albergava dentro di noi?
    Renn pareva estremamente provata da quel momento. Era come se lei, puntando il bastone in quel modo, dinnanzi a quel cerchio, avesse creato una sorta di collegamento con la dea che stava affliggendo il corpo di Jason. Improvvisamente innumerevoli graffi riempirono la pelle della druida, la quale ruotò lo sguardo verso Philipp. Attaccalo, ora! Rendilo incosciente o finirà per perdere la ragione!


    RevelioGDR


    Cuccioli miei, ho finalmente risposto!
    Jason, una piccola nota: non prendere questo post alla leggera, perché in base all'impegno che metterai nel resistere a ciò che ti sta accadendo, si arriverà a un finale piuttosto che un altro.


    Edited by Alexander Olwen - 9/5/2021, 23:26
     
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    Avete capito perché era corso da Philipp? Insomma, come si faceva a non volere accanto a sé, per una cosa così importante, un palo al culo come lui? Era amorevolmente insopportabile e questo faceva restare Jason con i piedi per terra, visto che spesso in situazioni del genere, tendeva a dare di matto, come per esempio gridare di notte sotto casa del Cacciatore «Nun fa storie, tenemo da fa. Na tragedia, Phi. Na tragedia epica, colossale, na roba che manco gli déi possono immaginare. Er gufo se t'arrivava, nun me tornava più, lo sgozzavi, e poi era troppo lento. Me servivi veloce e come mamma t'ha fatto.» - battè le mani tra loro, mentre parlava, quasi a dare enfasi alle sue parole, gesticolando non poco per sottolineare ogni concetto.
    Quando i bottoni saltarono come coriandoli, si aspettava da Philipp un commento sul suo possibile mestiere da stripper, ma quello che doveva mostrargli fu subito portato all'evidenza (e come non poterlo notare, visto che era inciso sul suo petto?) «E se lu sapevo che te pensi che stavo qua? A' Phi, dovemo annà da li druidi o ce sai fa qualcosa?» - lasciò il petto alla mercé del cacciatore con i suoi commenti e voleva davvero ridere come ha fatto questa narratrice al pensiero della sifilide demoniaca, ma Jason era molto più teso di quello che era mai stato in vita sua «Che cazzo ne so, ao. Se m'ha infettato la sifilide demoniaca, me incazzo. Aspetta, ma esiste la sifilide demoniaca, Phi?» - lo sclero stava prendendo piede e anche quello di Philipp che subito dopo gli inveì contro, giustamente a dirla tutta, per non aver comunicato prima di allora quello che gli stava succedendo «Ooooh, ma che cazzo ne so. Insomma, hai mai sentito parlà di disturbo post traumatico da stress? Pensavo me fosse venuta sta cosa, mica che na tizia me stava pe incide er petto.»

    Arrivati al tempio la situazione non migliorò affatto e le parole della druida anziana, miste a quelle di Philipp, quasi fecero credere a Jason che era caduto in una trappola mortale. Sentì la mano di Philipp sulla spalla e poi le successive parole «A stronzo, chiedi se c'è na soluzione prima d'a morte.» - pensò il druido, guardando dal basso il biondo quasi come a volergli trasmettere questo messaggio, ma poi si addolcì sentendolo ammettere che gli voleva bene. Se si fosse salvato dal messaggio di Alexa demoniaca, sicuramente glielo avrebbe ricordato, fuori da lì, cosa aveva detto.
    Gli occhi di Renn erano sgranati per quello che aveva mostrato Jason e sentendo ordinare a Davos un qualcosa, Jason sollevò il capo, quasi interrogativo su quel che doveva fare. Procediamo a che so? voleva urlare il druido, che adesso si stava preoccupando. Poi cercò lo sguardo di Philipp e annuì, indurendo la mascella. Insomma, il biondo era lì per aiutarlo e i druidi anziani sapevano sicuramente il fatto loro, quindi perché non lasciarsi nelle loro mani? Jason era certo che se Philipp avesse visto qualcosa di estremamente sbagliato o pericoloso, avrebbe reagito razionalmente per salvarlo (o togliergli la vita).
    Guardò i movimenti dei presenti, mentre iniziavano quel rituale, il tempo di lamentarsi dell'olezzo non ci fu, perché il suo petto iniziò a bruciare come se stesse prendendo fuoco dall'interno, sentendo come un veleno procedere per tutto il suo corpo. Le parole di Renn sembravano molto lontane, per il dolore che stava acutizzandosi. Strinse i pugni lungo i fianchi e - forse non si accorse - iniziò a sudare, mentre i denti si digrignavano.
    Jason sentì quella marmaglia di voci affollargli la testa e quando la nenia dei druidi cominciò, sentì un fischio forse, un dolore lancinante alle tempie che lo portò ad inginocchiarsi sul pavimento, puntando i pugni per reggersi. Ma non era solo quello: nella sua testa una voce carica di rabbia si fece strada, voleva prendere il controllo, ma lui non voleva.
    Jason stringeva i denti come se stesse mordendo con forza qualcosa, ma sentiva il sapore del proprio sangue iniziare a toccare le papille gustative. I pugni cedettero e si piegò con il busto davanti.
    Quella voce era troppo forte, troppo arrabbiata che voleva uscire. Ma lui non poteva mettere a rischio i presenti.
    Il suo corpo venne comandato da quel rituale di esorcismo, senza che lui potesse avere il controllo di nessuno dei suoi muscoli. Quella voce lo stava distruggendo, non voleva ascoltarla, doveva trovare un appiglio che lo facesse combattere contro quella dea malvagia che lo aveva preso.
    Tutti erano lì per aiutarlo, ogni druido anziano, Philipp.
    Lui doveva far in modo che questo lavoro gravasse anche sulle proprie spalle, doveva aiutarli ad aiutarlo.
    Dalla gola venne fuori un urlo, come se quel lottare con quella voce interna lo stesse distruggendo.
    «Thor, mio signore. Ti prego. A te sono devoto. Rendim.... rendimi quel guerriero che tu insegni...» - concentrarsi era difficile quando quella voce malvagia si stava prendendo ogni cosa. Jason non voleva mollare. Cercò ancora una volta di concentrarsi su qualcosa di concreto, qualcosa che potesse tenerlo con i piedi per terra.
    Philipp.
    Il druido cercò di mettere a fuoco l'immagine del cacciatore, le sue parole quando non lo aveva lasciato ad affrontare quella situazione da solo, tutte le volte che si erano coperti le spalle. Anche quei sorrisi tirchi che era riuscito a strappargli. L'essenza vera dell'amicizia albergava in quel volto che Jason stava cercando di ricordare in quel dolore che la voce gli creava. Philipp che gli allungava una mano per tirarlo fuori da quella melma in cui stava affogando, quell'immagine simbolica che sperava gli permettesse di mettere a tacere quella voce, perché era per lui che doveva combattere, per non lasciare le spalle scoperte del compagno che aveva riposto in lui fiducia nonostante le sue rocambolesche avventure strane «T-Thor... ascolta la mia voce, ti supplico.» - la preghiera era difficile, quando nella testa vi era quella che era una dea contraria al tuo «T-Thor... io ti chiedo perdono per aver... ceduto... per aver permesso questo... T-Thor... fa di me la tua arma per sconfiggere questo male. Fa che io sia parte del tuo martello per ... per proteggere chi amo... per aiutare Jonathan, Joanne... Philipp... aiutami a liberarmi di questo male per poter con...continuare ad essere... al suo fianco... nelle battaglie... O Dio Thor... ascolta questo druido... Thor... a te sarò... per... sempre... devo--devoto...» - continuava a lottare per pregare contro quella voce che lo stava martellando.
    jason byrne
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    Denrise
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    Philipp Garlic
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    La vita di sta fottendo? Chiama Garlic: sarà il colpo di grazia!
    Garlic: un palo in culo, sempre!

    Molte pubblicità progresso si sarebbero potute girare su Philipp, specialmente quando Jason iniziava a dar di matto rendendo ancora meno tollerante il Cacciatore, che ben più di una volta fu tentato di schiantar l'altro, anche prima che mostrasse i segni della maledizione "Certo che la sifilide demoniaca esiste, lo sanno tutti i cacciatori" ovvero quella simpatica razza di persone che consideravano i licantropi e i vampiri demoni: gente poco soggetta alle fake news, via! (?) "Se pucci il cazzo nella magia oscura te la prendi: prima stai male, poi diventi un demone!" spiegò lui con far serio, mentre guidava il novello stripper verso la signora delle papere coi suoi altri accoliti raccolti in cerchio, forse le uniche persone in grado di salvarlo, o almeno impedire la dannazione eterna della sua anima.
    Phil neanche perse fiato a difendere l'amico: che fosse incline alla magia nera e fosse ormai corrotto era per lui tristemente vero ed inevitabile e come Cacciatore trovava suo dovere assistere l'amico e garantirgli una buona morte 'Sei troppo stupido come druido per capirlo Jason, ma meglio una morte serena ad una vita da dannato' pensò con mestizia nel vedere lo sguardo tagliente dell'amico, che poi si addolcì quando percepì il suo reale trasporto e il suo vero e sincero dolore: fosse stato per lui, lo avrebbe anche portato via, proteggendolo e nascondendolo dal mondo, ma era certo che ciò avrebbe solo peggiorato le cose, e rovinato i ricordi.
    Ovviamente il biondo aveva fatto i conti senza l'oste ed infatti Renn ci tenne a precisare che, come un Alessandro Borghese qualsiasi, il suo voto poteva ribaltare il risultato, e per farlo immerse in un fumo rassicurantemente verde il druido, facendo soffrire Jason al punto di tenersi la testa (anche se forse era colpa della nenia (?)).
    "JASON!" strillò il ragazzo estendendo verso di lui una mano, osservandolo accasciarsi a terra per il loroe, cosa che lo rese pallido come la neve, nel mentre serrava i denti per il dolore e soprattutto la rabbia, finché non esplose, dovendo voltarsi ad indicare Renn in persona "VI AVEVO CHIESTO DI UCCIDERLO SENZA DOLORE! Ha lottato per anni per il villaggio, davvero volete ucciderlo come un cane?!" ruggì lui, osservando i presenti in cerca di una risposta - o almeno di pietà - salvo poi tornare a Jason, che trovò devastato dal dolore e dalla sofferenza, ma con occhi lucidi e determinati nell'osservarlo.
    'Vuole morire... guardandomi?' in quello sguardo colmo di affetto, Philipp non vide altro che un amico sul punto di cedere, anche se ancora non lo aveva fatto "Lotta!" Renn aveva chiamato odino, poi Thor, tutti a sopprimere ciò che stava tormentando Jason, eventualmente liberandosi anche dell'ospite, sicché il biondo fece ciò che reputava fosse in suo potere in quel momento: insultare "C'eri tu quello schifo giorno ad affondare il cazzo nella troia nera, bene, ora vedi di tenere duro: sei riuscito a scoparti una troia in pieno combattimento, non mi dire che due flauti e dieci vecchi ti faranno secco, perché, credimi Jason, se ti fai ammazzare in un modo così stupido, mi cerco un negromante, ti riporto in vita e ti prendo a sberle finché del tuo corpo non resterà poltiglia!"
    La paura e il dolore resero ancora più feroci le parole del biondo che, alla fine, alle sue spalle, udì la voce della druida. La osservò, per un istante, e sobbalzò nel trovarla tanto sfatta, segno della terribile prova che doveva essere per tutti loro.
    'Merda.'
    Si ripetè quella parola nella mente, diverse volte, finché tutti i rumori e i pensieri svanirono, quasi fossero tutti diventati davvero merda. In quel silenzio irreale, il fabbro cercò ancora l'amico con lo sguardo, per carezzarlo con appresione, nel mentre la sua mano destra correva al fianco per estrarre il proprio catalizzatore.
    "Ti darò una botta così forte che ti passerà la voglia di fare magia nera, Jason!" ringhiò lui, feroce, richiamando a sé tutta la paura che provava, tutto il dolore, ma anche e soprattutto la rabbia: la rabbia per quello che stavano facendo al suo amico, la rabbia per ciò che gli era successo, nonché quella per ciò che sarebbe potuto succedere. Prese tutte quelle emozioni e le concentrò sulla punta della bacchetta per scagliare un unico, letale, colpo "Stupeficium!" enunciò infatti, puntando al petto del druido, col preciso scopo di colpirlo e sbalzarlo indietro incosciente, nel mentre la sua bacchetta tracciava una spirale "LASCIA-STARE-IL-MIO-AMICO!" ruggì poi, scoccando un secondo feroce colpo verso il corpo di Jason "INCARCERAMUS!" enunciò infine, cercando di evocare, attorno al corpo di Jason, ciò che sperava potesse essere un giusto supporto ai riti dei druidi, ovvero delle funi in argento di Thor, specializzate nel combattere la magia oscura 'Thor, non farlo morire. E' un coglione del cazzo, ma non merita di morire!' si unì lui alle preghiere di tutti, sperando anche in quel modo di dare il proprio contributo, ed impedire che altri paperi dovessero essere sacrificati sull'altare sacrificale (?).
    RevelioGDR



    Stupeficium su Jason;
    duello 1; cor41

    Incarceramus;
    duello 1; cor41; oggettista magico per evocare le funi in argento di thor
     
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    Renn Tyrell | Druida Anziana
    La forza prorompente di Lolth si faceva sentire ogni secondo di più. Nell'aria divennero visibili particelle di energia elettrica, Jason oramai accasciato a terra e Renn faticava a mantenere la stretta sul suo bastone. Devo resistere. Devo farlo per la mia gente. La donna chiuse gli occhi dopo aver dato a Philipp l'ordine di attaccare l'uomo corrotto, dopodiché si piegò sulle deboli ginocchia, continuando però a mantenere ferma la verga in legno. Odino, salva quel povero ragazzo.
    Jason stava combattendo dentro di sé. Non esisteva un male tanto atroce per descrivere la sensazione che stava provando in quel momento. Era come se la sua stessa testa stesse per esplodere dall'interno nel mentre qualcuno stesse affondando grezze daghe in ogni punto del suo corpo. Arrenditi a me e tutto ciò avrà fine. La voce tentatrice si mostrò stremata a causa dell'interferenza divina causata dalla nenia dei druidi e forse ciò diede a Jason la forza di continuar a combattere. Sembrava farcela, ma poi il dolore divenne insopportabile. Per quanto forte un uomo restava un uomo e dinnanzi al potere di un dio non poteva nulla. Fu lì che giunsero gli incantesimi offensivi di Philipp. Jason perse i sensi, ma subito dopo ebbe diversi spasmi, quasi colto nel pieno di una crisi epilettica. Davos, aiutalo! L'uomo si avvicinò a Jason incatenato e fece per inserire una sottile lastra in cuoio nella sua bocca per evitare che gli spasmi potessero danneggiarlo più del dovuto. Nel frattempo le parole di Philipp vennero completamente ignorate dai druidi che dovevano procedere col loro rituale e proseguirono con la preghiera fino alla sua fine.
    Quando Jason si risvegliò fu colto da un terribile mal di testa, ma a seguito di esso poté notare sul proprio petto un fatto insolito: le incisioni parevano scomparse, ma non era proprio così. Sul pettorale sinistro, poco sotto il capezzolo rimase un piccolo tatuaggio a forma di ragnatela.
    Il filo che collega Jason alla dea è più forte di quanto ci aspettavamo, ma siamo riusciti a contenerlo. Se la caverà. Fece cenno a Davos di avvicinarsi, aiutò la druida a rialzarsi e s fece accompagnare in prossimità di Jason. Spezzare un legame è estremamente arduo, specialmente se è avvenuto un rituale con un dio. La dea non sarà più in grado di comunicare con Jason a patto che non si trovi in un luogo sacro a lei dedicato o non sia Jason stesso a voler ristabilire un contatto con lei.



    RevelioGDR



    La giocata è terminata, qui di seguito posto il quirk di Jason.

    Contatto con Lolth
    Nonostante lo sforzo dei druidi, il contatto con un dio è per sempre. Una sola volta per quest Jason può scegliere di accettare l'aiuto di Lolth per eseguire un'azione che verrà esitata nel modo migliore possibile, tuttavia il tatuaggio si espanderà e in seguito al suo terzo utilizzo Jason diventerà un corpo vuoto senz'anima.
     
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