L'amore è un incantesimo che sui libri non s'impara

Cam&Mia♥

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    Cameron Cohen
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    Aprile era un mese bellissimo, la primavera aveva finalmente preso piede e gli alberi, i prati e le piante erano più che mai rigogliosi. Cameron si sentiva stranamente pieno di vita, desideroso di uscire e fare qualcosa di diverso. Forse era l'influenza di avere qualcuno come Mia affianco, sempre solare e sorridente, sempre dolce e comprensiva, per quanto avesse ancora quel suo lato rigido.
    Era domenica 11 aprile e la mattina stessa, Cameron aveva lasciato sotto al piatto nel posto dove Mia soleva sedersi per fare colazione, un bigliettino creato con un foglio color lilla, reperito chissà dove in giro per le aule, con su scritto semplicemente: "Mezz'ora prima di pranzo. Riserva. Vestiti leggera che fuori fa caldo e porta il tuo bel sorriso. Il tuo Cam"
    Non era comunque un tipo troppo sentimentale, perciò quello era tutto ciò che era riuscito a partorire, ma certamente a lei sarebbe piaciuto. Quindi, poco prima che fosse l'ora, il dioptasio era passato nella propria stanza ed aveva preso uno zaino infilando dentro il proprio magifonino, una cassa bluetooth, la bacchetta, un telo azzurro ed alcune altre cose che sicuramente gli sarebbero servite. Alla sua destra, aveva una borsa termica dove vi aveva riposto qualsiasi cosa possibile ed immaginabile che era riuscito ad estorcere gli elfi. Se Mia avesse voluto mangiare qualcosa, certamente lì lo avrebbe trovato. C'erano tutti i piatti preferiti da entrambi ed un contenitore di erba ghisal per Ashura, visto che da quando Cohen era quasi annegato, il suo famiglio non lo lasciava solo un attimo. Insomma, sarebbe andato con loro.
    Cameron scelse per sé un paio di pantaloncini sportivi che arrivavano fino al ginocchio ed una semplice t-shirt nera; non era certo un appuntamento in un ristorante di lusso, voleva assolutamente stare comodo insieme alla sua bella per pranzare assieme e passare un pomeriggio ben diverso da quelli a cui erano abituati. Magari la sera avrebbero potuto vedere il tramonto e poi le stelle, prima di rientrare.
    Ad ogni modo, quando fu quasi l'ora, Cameron ed Ashura si diressero verso l'ampia radura che costituiva la Riserva, per la precisione, si misero lungo la sponda del fiumiciattolo che tagliava in due quel luogo, quindi il ragazzo sistemò la coperta e vi posò sopra la borsa termica. Secondo te, a Mia piacerà? Chiese il ragazzo al proprio famiglio, ricevendo in risposta una serie di kuee entusiasti, quindi non gli sarebbe rimasto che aspettare.
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    Non ricordava di aver mai vissuto primavere migliori di quella che stava passando ad Hidenstone: lì la natura sembrava fiorire davvero, non come a Londra dove si potevano vedere i fiori migliori solo in alcuni parchi, cercandoli per bene tra i palazzi. Non era solo merito dell’isola, questo era certo, ma anche della vita che si stava costruendo lì e del suo umore che era sempre ottimo, almeno nell’ultimo periodo. Aveva anche lei i suoi alti e bassi, ovviamente, e non erano mancati momenti nei quali avrebbe voluto davvero arrabbiarsi o perdere la pazienza, ma quella mattina si era svegliata così contenta che quegli istante le sembravano solo macchioline insignificanti, lontani e poco consistenti.
    Si stava sciogliendo, se ne rendeva conto anche da sola: solo un anno prima, nello stesso periodo, ricordava di essere stata vittima dei suoi demoni, ancora appigliata alle sue rigidità e al suo passato, e ora invece si sentiva una persona nuova. Era sicura che l’assenza di Mark tra le mura di scuola, la sua relazione stabile con Cameron e il fatto che si stesse facendo sempre più nuovi amici andasse a suo favore, ma non aveva previsto che la sua vita potesse andare in quella direzione.
    Quando aveva letto il messaggio di Cameron, a colazione, aveva cominciato a sorridere entusiasta e non era più stata capace di smettere, anche si ci aveva provato: non voleva sembrare idiota, ma ogni volta che provava a tornare seria pensava al loro appuntamento, a quanto fosse felice di stare con lui o a quanta voglia avesse di passare un po’ di tempo assieme e tornava a sorridere di nuovo.
    Tornata dalla Sala Grande si era impegnata per provare a finire qualche compito arretrato per la settimana, ma la sua testa era altrove e finì solamente per coccolare Zeus –mentre lo riprendeva perché non la lasciava studiare- e giocherellare con Athena, fino a che la sveglia che aveva impostato sul telefono non le ricordò che era ora di cambiarsi e raggiungere Cameron. Sfrecciò giù dal letto e si fiondò sull’armadio, cercando di trovare qualcosa di carino da mettersi, andando più o meno a colpo sicuro. “E’ abbastanza primaverile, no?!” domandò ad Athena, che le stava svolazzando intorno sistemandole a suo modo i capelli, sempre entusiasta quando si trattava di Cameron. Siccome Zeus detestava il sole ma la fatina, al contrario, lo adorava, Mia aveva concesso a quest’ultima di unirsi, sicura che avrebbe potuto passare un po’ di tempo con Chocobo di Cam, che ormai seguiva il ragazzo ovunque andasse. “Va bene, va bene, sei felice anche tu, l’ho capito.” ridacchiò divertita, dandosi un’ultima occhiata: un anno prima non avrebbe pensato di uscire in pantaloncini corti, per un appuntamento con Cameron e il suo chocobo, nel bel mezzo di una domenica dove avrebbe potuto benissimo studiare. Prese al volo la borsa, dentro la quale aveva già infilato dei biscotti con more e cioccolato, che aveva fatto il giorno prima implorando gli elfi, e poi uscì dal dormitorio, recandosi nel posto concordato.
    Mia, come sempre, proprio non ce la faceva ad entrare nell’ottica che Cameron potesse amarla così tanto da riempirla di regali e sorprese e quando arrivò alla natura vide quasi prima Ashura di lui, avvicinandosi con un sorriso mentre Athena gli volava incontro. “Ehi!” salutò felice con la mano, raggiungendoli. “Hai scelto un posto bellissimo!” ammise contenta, guardandosi intorno.


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    La tenue aria primaverile gli scompigliava i capelli, mentre le sue iridi erano puntate verso il cielo sopra di lui, sereno e senza traccia di nuvole; la giornata ideale per un picnic. Cameron quindi aveva pensato di invitare Mia a fare qualcosa insieme, cercando di preparare tutto per renderla una giornata perfetta. Aveva addirittura fatto preparare diversi piatti della sua terra natia per farli provare a Mia. La sua fortuna era stata quella di abitare quasi sempre ad Hidenstone e poter chiedere piaceri agli elfi senza però dover pagare, visto che le sue risorse economiche erano limitate, anche se si era arrangiato facendo qualche lavoretto qua e là di estate, riuscendo quindi a permettersi diverse cose come un viaggio a Venezia con Mia.
    Quel giorno invece era rimasto un po' più umile, consapevole del fatto che non potesse permettersi un altro viaggio in quel momento, ma avrebbe certamente proposto a Mia di accompagnarlo in Norvegia, quell'estate. Certo, ci sarebbe stata anche la madre ma non sarebbe stato un eccessivo problema, anche se l'idea di farla conoscere a Mia, gli metteva un po' di ansia. La biondina sapeva cos'era successo a sua sorella e sapeva di come suo padre fosse in carcere, ma non aveva idea che egli aveva tentato di uccidere la donna quasi riuscendoci e costringendola su una sedia a rotelle per tutto il resto della sua vita.
    Comunque i pensieri del castano vennero interrotti dal becchettare di Ashura sulla propria mano. Che c'è, hai fame? Gli domandò, sollevando la testa e capendo il motivo di quel gesto solamente quando alle orecchie gli giunse il saluto di Mia ed agli occhi, la sua visione angelica. Sollevò il braccio in un muto saluto, aspettando che ella si avvicinasse ed alzandosi, cingendola per i fianchi quando lei fosse stata abbastanza vicina. Ecco la mia secchiona le sussurrò a fior di labbra, avvicinandola a sé e concludendo i convenevoli con un dolce e lungo bacio, mentre Ashura ed Athena, si ritrovavano come se non si vedevano da una vita, potendo di nuovo giocare insieme. Questo è uno dei pochi posti dell'Accademia che mi affascina. Fece una pausa, sedendosi e trascinandosi la ragazza dietro, cercando di farla sedere tra le proprie gambe incrociate, schiena contro il suo petto. Mentre una mano si posò innocua sul ventre della ragazza, l'altra si allungò ad afferrare una delle borse termiche che aveva portato, avvicinandola a loro ed aprendola. Ti ho portato i tuoi piatti preferiti ma... fece una pausa, iniziando faticosamente -con solo un braccio libero- ad estrarre diversi contenitori ermetici. ...anche diversi piatti tipici della Norvegia. Per primo, mise davanti a loro del salmone fresco, affumicato e marinato, poi fu il turno di un buon filetto di renna e diverse altre cose. Lo so, non mangi carne... però ho pensato anche a te! E così dicendo, estrasse una scatolina con del Gamalost, uno dei formaggi più buoni della Norvegia, poi sempre in tema tirò fuori del Kraftkar, due coppette di multekrem -opportunamente incantate perché il dolce non si rovinasse col calore-, dei canederli norvegesi ma sembrò poi avere un'illuminazione. Ehi aspetta... non dirmi che non mangi nemmeno il formaggio! Il suo piano sembrava crollare come un castello di carte al vento, visto che tipici della Norvegia erano il pesce, la carne ed i formaggi. Non certo l'erbetta! Però non temere... e quindi tirò fuori altri contenitori: Tilslørte bondepiker, Manicotti norvegesi ed addirittura delle nuggets vegane!
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    C’erano volte in cui Mia non sapeva nemmeno cosa pensare, della loro relazione. Sapeva che le cose tra lei e Cameron andavano bene, anche se alle volte gli sembrava impossibile leggere il ragazzo e capire cosa provasse o cosa stesse pensando. Si erano avvicinati sempre di più, questo era vero, ed era certa che non fosse solito condividere il suo passato e le sue debolezze con chiunque, eppure c’erano momenti in cui aveva ancora paura che tutto quello finisse improvvisamente, da un momento all’altro, anche senza una vera e propria ragione.
    “Sono solo paranoie.” si ripetè, perché infondo era felice, felice davvero, e tutte quelle paure erano lì solo perché temeva di perdere qualcosa di quasi troppo bello per essere vero. Cameron riusciva a farla sentire completa, a farle venire le farfalle nello stomaco con un semplice messaggio o con una battuta, e razionalmente qualche volta si sorprendeva lei stessa di essersi innamorata proprio del tipo di ragazzo che non avrebbe mai immaginato al suo fianco.
    Eppure ora non riusciva più a fare a meno della sua compagnia, era felice ogni volta che avevano modo di passare un po’ di tempo assieme ed era sicura di essere molto contenta e viva adesso di quanto non fosse mai stata prima. C’erano giorni –momenti per lo più- come quello in cui tutto ciò che avrebbe voluto fare era urlare al mondo che stavano assieme, presentare il ragazzo a Charles, far sapere a tutti quanto fosse felice, malgrado le sue paranoie.
    Le bastò il sorriso di Cameron per spingere da parte i suoi pensieri più cupi, quelle vocine che ogni tanto le ricordavano che lui avrebbe potuto avere di meglio o che qualcosa ad un certo punto sarebbe andato storto per forza. Si strinse subito a lui, rannicchiandosi contro il suo per poi ricambiare il suo bacio con un sorriso, scuotendo piano la testa. “Il mio cattivo ragazzo preferito.” replicò con leggerezza, ridacchiando anche poco dopo, baciandolo di nuovo mentre Athena svolazzava contenta intorno ad Ashura. Aveva la sensazione che le due creature condividessero l’intesa tra lei e l’opale, come se potessero provare i loro stessi sentimenti o percepirli almeno.
    Annuì alle sue parole, e le sembrava di poter toccare quasi il suo entusiasmo. Si sistemò contro la sua schiena, sorridendo dolce e accarezzando il suo braccio con la punta delle dita, delicata. “Oh lo sento… e mi piace molto anche a me, è così calmo.” sussurrò, per poi guardarlo sorpresa quando cominciò a tirare fuori quello che aveva preparato, spiegandole quel che aveva fatto. Non potè fermare il proprio cuore dall’accelerare, guardandolo con gli occhi sgranati: sapeva che Cameron non era proprio un tipo romantico, aveva il suo modo di trasmetterle il proprio amore e a lei era sempre andato bene così, non voleva forzarlo a fare niente. Ma l’idea che si fosse impegnato così tanto, che stesse addirittura condividendo qualcosa di così personale come i piatti tipici norvegesi con lei. “Oh… wow! Come hai fatto a preparali qui?!” domandò, genuinamente curiosa, tendendosi verso i vari contenitori per poi voltarsi verso di lui e scuotere la testa. “Apprezzo molto lo sforzo, mangio il formaggio non preoccuparti…” sussurrò, quasi commossa, per poi baciarlo con trasporto. “…grazie. Hai fatto una cosa bellissima e ora voglio assaggiare ogni cosa.” ammise con gli occhi leggermente umidi. Nessuno aveva mai fatto qualcosa di così speciale per lei, Aibileen l'aveva sorpresa diverse volte ormai, certo, ma sapeva che quella era una novità per Cohen ed era sconvolta dal fatto che si fosse impegnato così tanto, per lei, anche se ormai avrebbe dovuto abituarsi.
    "Qual'è la tua cosa preferita in assoluto?" domandò poco dopo, senza riuscire a frenare l'entusiasmo.


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    Non riusciva proprio ad etichettare la sua relazione con la biondina; stavano insieme ma non le aveva mai detto "ti amo", ne pensato che avrebbe mai potuto dirlo, quindi aveva sempre preferito non starci troppo a riflettere, sebbene provasse per l'altra qualcosa di travolgente e che non aveva mai provato. Forse era esattamente questo a spaventarlo così tanto e ad impedirgli di dirle esattamente quello che provava, senza troppi giri di parole. Ma era Cameron Cohen e nulla era mai semplice, con lui.
    Quindi, quel pomeriggio si era impegnato per preparare qualcosa di carino per Mia anche se restando nella comfort zone da cliché, tuttavia era fortemente convinto che le cose a prima vista banali ed inflazionate, fossero le migliori se fatte bene, cosa che lui stava davvero cercando di fare. Si era impegnato per trovare qualche piatto che non contenesse carne, anche se era parecchio difficile, dal momento che molto, in Norvegia, girava attorno al pesce.
    Le strinse le braccia attorno ai fianchi, facendole aderire meglio la schiena al proprio petto, iniziando ad accarezzarle le braccia distrattamente, senza nemmeno farci troppo caso; si stava abituando ad avere qualcuno accanto che tenesse a lui, che non lo considerasse una disgrazia e che non tentava di evitarlo come la peste. Forse Mia era veramente la sua metà. L'unico cattivo ragazzo che devi volere replicò lui a voce bassa, sussurrandoglielo all'orecchio, il fiato di Cam ad accarezzarle il lobo. Dopo tutto ciò che abbiamo passato in questi due anni, un po' di calma ci vuole, sì. Sorrise, stavolta un po' più triste, ripensando a tutto ciò che era successo sia tra loro, che in Accademia in generale, a partire dalla partenza di inizio anno 2019, passando per l'accadimento di Naga ed arrivando fino a quanto successo durante quell'Halloween. Ma ora era, appunto, passato e dovevano guardare al futuro, cosa che gli veniva estremamente facile, se aveva Mia al suo fianco.
    Dopo qualche minuto di pace assoluta, comunque, iniziò a tirar fuori di tutto e di più dal suo zaino, proprio tutto ciò che aveva preparato per lei. Un mago non svela mai i suoi segreti ammiccò il giovane, con una piccola risatina. In verità, aveva chiesto a sua mamma -che in quel momento si trovava in Norvegia- di spedirgli tutti gli ingredienti necessari, dopodiché gli elfi avevano fatto il resto. Si stupì molto di quel bacio così diverso da quelli che spesso si scambiava con Mia, ma forse derivava dal fatto che non ci fosse nessuno a parte loro due, il chocobo e la fatina.
    Non si fece dunque problemi e ricambiò con altrettanto trasporto, cingendole il corpo con le braccia con fare protettivo, riflettendo poi sulla sua domanda. Io adoro il salmone, ma non voglio costringerti a mangiarlo, se non vuoi... sembrava molto dispiaciuto di non averci pensato prima, ma veramente non voleva che lei si sentisse in obbligo di violare il proprio codice morale, perciò prese il contenitore del formaggio, dal momento che aveva detto di mangiarlo. Proviamo con questo. Tagliò un piccolo pezzo di Gamalost. Si trattava di un formaggio dal colore giallo-bruno, assomigliava visivamente quasi ad una spugna, il sapore era granulare, umido e consistente, ma formaggi così buoni Cameron non li aveva mai visti o mangiati, in Inghilterra. Raccolse la fettina tra pollice ed indice, avvicinandola alle labbra di Mia. Forse ha un sapore un po' strano, però ti posso assicurare che è buonissimo affermò, aspettando che lei schiudesse le labbra. Nel frattempo, la mano libera si era intrecciata a quella di lei.
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    Nonostante Cameron non avesse mai detto a Mia di amarla, fino a quel momento non ne aveva mai sentito troppo la mancanza. Si era chiesta, qualche volta, se non fosse colpa sua, se stesse facendo qualcosa di sbagliato o non abbastanza per farsi anche amare, ma stava ancora provando a farsi meno pare e meno domande, per non intaccare il loro rapporto. Dopotutto, la loro era una relazione sorprendente già a prescindere: non avrebbe mai pensato di potersi mettere proprio con uno come Cameron e far funzionare le cose, avrebbe dovuto essere già grata all’universo per questo.
    Non voleva pretendere troppo, non voleva chiedere a Cameron di accorciare i propri tempi, si era imposta di non forzarlo mai, in nulla, e non aveva intenzione di cominciare adesso. Dopotutto quelle parole erano davvero necessarie? Infondo Cam non si era mai trattenuto dal riempirla di regali e sorprese, e se ognuno aveva i suoi modi per esprimere affetto poteva anche accettare che il suo modo di amarla non fosse con le parole.
    Anche lei si stava abituando piano piano alla sua vicinanza, a tutto quel contatto, al fatto di avere un’altra persona a cui pensare che non sembrava intenzionata ad andarsene. Sorrise appena alle sue parole, un brivido che le corse lungo la schiena. “Non ho bisogno di cercare qualcun altro” replicò con naturalezza e un sorriso leggero. Cameron aveva ragione: dopo tutto quello che avevano passato meritavano un po’ di pace, anche se sapeva bene che un pomeriggio tranquillo non avrebbe posto fine a traumi e ferite profonde come quelli che portavano addosso, per quanto sarebbe stato bello. Nei momenti peggiori era arrivata a chiedersi se loro due meritassero davvero un po’ di pace, o se non sarebbe mai arrivata: era grata di stare con lui, ogni giorno, ma le sembrava che le loro vite fossero mosse da continui ostacoli e tragedie, da quando si conoscevano, e alle volte si era chiesta se non fosse più che una fastidiosa coincidenza. Ma non poteva essere, il loro legame era qualcosa di positivo e non poteva portare cose così terribili.
    Si era fatta prendere dallo slancio del momento, e se c’era qualcosa che accendeva l’entusiasmo di Mia più del normale era quando qualcuno si impegnava tanto, solo per lei. Non si era ancora abituata, nemmeno dopo due anni con Cameron e un anno di Abileen, alle sorprese e ancora si chiedeva perché qualcuno avrebbe dovuto fare così tanto, unicamente per vederla felice. In quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa per ringraziarlo e alla sua risposta scosse il capo, con convinzione. “Non scherzare nemmeno, ora voglio assolutamente assaggiarlo!” rispose con allegria per poi guardarlo affascinata mentre tagliava il formaggio, come se non avesse mai visto nessuno fare qualcosa del genere. L’aria si era riempita di odori nuovi, di cui non ne conosceva una gran parte, e il suo stomaco brontolò leggermente, facendola arrossire.
    “La tua cucina mi rende affamata.” replicò impacciata, arrossendo leggermente quando si tese verso di lei per imboccarla. Aprì le labbra e morse la fetta di formaggio, sentendo un’esplosione di sapori sulla la lingua che la portarono a sgranare gli occhi e guardarlo spiazzata. “E’ buoniFFimo!” borbottò mentre masticava, incapace di evitarlo: ecco, in quel momento Mia stava mostrando la vera parte di sé, più infantile, senza freni e vera di quanto non fosse mai stata, almeno prima di incontrare Cam.

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    Mia lo rendeva completo ed era dalla morte della sorella che non si sentiva così. Non avrebbe mai paragonato le due, poiché provava un affetto diverso per entrambe: con Arya c'era l'amore puro, privo di malizia ed insostituibile che c'è tra due fratelli, mentre con Mia c'era l'amore più malizioso, l'attrazione fisica ma anche un grandissimo e profondo amore più dolce, amore vero.
    Molto strano e diverso dal suo solito modus operandi, aveva organizzato tutto quello unicamente per farle piacere, senza nessun doppio fine né scopo che non fosse quello di vedere il suo splendido sorriso, illuminare un pomeriggio già luminoso di suo. La guardò e ricambiò quel dolce sorriso, non desiderando altro che vedere felice quella ragazza dagli espressivi occhi azzurri che troppe ne aveva vissute, in quegli ultimi anni.
    Si stupì davvero quando l'altra decise che avrebbe assaggiato anche il salmone, pur essendo vegetariana. Forse lo avrebbe ammesso difficilmente, ma apprezzava quella caratteristica di Mia, anche se forse a volte la rendeva fin troppo buona e raggirabile, però aveva giurato a sé stesso che l'avrebbe protetta dal mondo, soprattutto dalla parte marcia di esso.
    Come lei era arrossita al suo stomaco che borbottava, anche Cameron arrossì quando lei gli disse quella cosa e fu abbastanza visibile, anche se cercò di sviarlo, inclinando leggermente la testa, a disagio per essere arrossito. Ma felice, davvero davvero felice.
    Le avvicinò, dopo poco, il formaggio alle labbra, facendoglielo assaggiare quando lei le schiuse e ridendo alla sua frase storpiata dal cibo che stava masticando. Sono contento che ti piaccia, questo è un piatto forte della Norvegia le spiegò, pulendole la bocca da alcuni residui di formaggio che parevano demordere ad andare via. Dopo questo atto, si chinò per lasciarle un gentile bacio sulle labbra, nel mentre Ashura saltellava felice tutto attorno al telo assieme alla sua amica Athena. Erano adorabili, i famigli quando giocavano insieme.
    Ad ogni modo, Cameron le fece assaggiare tutte le prelibatezze della sua terra, previa sua autorizzazione, imboccandola e pulendole la bocca ogni volta come un fratello maggiore premuroso, ma la verità era che il loro rapporto era diverso: la amava con tutto se stesso, solo che ancora non era pronto a dirlo.
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