Per vincere, la preparazione fisica non basta. Ci vuole anche una mente allenata

Provino Magiatleta Joanne

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    Denrise
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    Rebecca Wagner
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    Erano circa le cinque di mattina di una nuvolosa giornata di fine febbraio e si trovava tra i monti denrisiani. Aveva dato appuntamento a Joanne attorno alle 6, solamente che Becca aveva dovuto presentarsi là prima per preparare il percorso che avrebbe fatto affrontare a Joanne. La ragazza, finalmente, aveva deciso di prendere in mano la sua vita e non essere più considerata una stupida ragazzina passiva ed incapace, ma voleva diventare qualcosa di più. Un paio di giorni prima era stata avvertita da Jonathan sul fatto che presto ci sarebbe stata un'altra spedizione, la terza, contro la Caria e Becca aveva deciso che si sarebbe portata Joanne con sé, però prima avrebbe dovuto farle fare un po' di allenamento anche per potenziare i muscoli sopiti che la ragazza sicuramente aveva ma non usava.
    Quindi si trovava in un una radura circondata da alti abeti secolari ed aveva il catalizzatore alla mano. Non aveva bene in mente che tipo di percorso o di ostacoli farle trovare, quanto più un'idea generale. Sollevò la bacchetta e con un lieve tocco, fece comparire una zona di erba altissima che a lei, se si fosse avvicinata, sarebbe arrivata alla vita. Nel punto esattamente centrare, aveva sistemato un succulento premio preso direttamente dal Canto la sera prima e bello che incartato, che la castana avrebbe potuto mangiare una volta trovato, per fare colazione. Ma non sarebbe stato così facile, poiché randomicamente, spuntavano dei mostriciattoli d'erba da punti a caso della zona. Non sapevano usare la magia, ovviamente, tuttavia avevano dei dentini affilati e spesso e volentieri avrebbero cercato di attaccarsi alla caviglia della ragazza, lasciando dei piccoli segni rossi, come lasciati da un vampiro.
    Poco più in là, fece allungare i rami di un albero in modo che costituissero dei gradini sui quali lei avrebbe dovuto arrampicarsi ed una volta arrivato a quello più in alto, avrebbe dovuto saltare giù -da circa sette metri d'altezza- in un lago artificiale che aveva creato lei e nuotare per venti metri prima di raggiungere la sponda opposta e potersi tuffare tra gli steli d'erba. Stava costruendo il percorso a ritroso, quindi ancora prima dei rami, fece apparire una parete legnosa ed alta circa un metro e sessanta; la ragazza avrebbe dovuto allungare le mani per appendersi alla sua estremità ed usare la spinta degli addominali per superarlo. Infine, come primo ostacolo del percorso, avrebbe dovuto strisciare sotto a graticole di filo spinato poste molto in basso, ragion per cui doveva muoversi rasente il suolo. Bene, aveva finito, quindi poteva aspettare l'arrivo dell'amica.
    Quando ella arrivò, l'accolse con un sorriso dolce ed esteso. Buongiorno, Jo. Come ti ho preannunciato ieri sera, tra non molto verrà indetta una nuova spedizione ed io ho intenzione di partecipare e di portarti con me. Potrebbe essere un'occasione d'oro per mostrare ai denrisiani di che pasta sei fatta. Una piccola pausa quasi sognante all'idea dell'imminente avventura. Soprattutto dal momento che avrebbe partecipato anche il suo capo, ma questo non lo espresse a parole. Ti raccomando però, di usare sempre la testa. Potenzialmente, potremmo non tornare vivi. Non voleva spaventarla, ma nemmeno illuderla che fosse un'allegra scampagnata. Le rivolse un ultimo sorriso prima di spiegarle per intero il percorso. Allora, come prima cosa dovrai abbassarti e strisciare sotto questi dieci metri di filo spinato, dopodiché dovrai rialzarti e correre verso quel muro di legno, scavalcandolo, quindi ti troverai davanti quella scala fatta di rami, dovrai superarla correndo ed una volta arrivato all'ultimo più in alto, dovrai buttarti in acqua e nuotare fino alla sponda opposta, dopodiché uscirai e ti troverai davanti quel prato folto. Dovrai entrarci ed arrivare al centro dov'è presente la tua colazione. Ma attenzione, potresti fare degli incontri non molto simpatici. Sollevò il dito di poco sopra la testa. Per superare queste prove, non potrai usare la magia, se non come sostegno per piccoli trucchi ed accorgimenti, in caso possano esserti utili. Quindi, in sostanza, la preparazione fisica non sarà sufficiente. Sei pronta? Si avvicinò alla partenza, facendole cenno di seguirla. Una volta che anche lei si fosse avvicinata, avrebbe ulteriormente alzato il braccio. 3...2...1... Via! Con indice e pollice, avrebbe simulato uno sparo, come facevano i babbani.
    Stat scheda Cameriera
    CODICE ROLE © dominionpf


    Saaalve ùù per questo mini provino, non ci sono scadenze, sappi solo che Alex vuole aprire la quest il 2-3, quindi prima finiamo e meglio è.
    Se hai dubbi su come sia strutturato il percorso, scrivimi pure che provo a spiegarmi meglio magari con l'ausilio di foto o di disegni XD (sì con la mia abilità artistica che tutti mi invidiate... seh)
    Ricordo inoltre che un provino, per essere superato, necessiterà di più tentativi. Mi spiego meglio: non significa che dovrai fare il percorso più volte, tuttavia non sarà nemmeno possibile che lo superi senza nessuna difficoltà (indipendentemente dal pg che usi), per quanto allenata possa essere. Puoi autoconcludere tutto senza problemi, quindi puoi -che ne so- inventarti di trovare una difficoltà in un determinato punto del percorso ma poi riuscire a superarla senza tiri di dado né altri interventi da parte mia u.u Insomma, l'unico limite è la tua fantasia.
    Non ho altro da dire;
    Possa la fortuna sempre essere a tuo favore ♥
     
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    San Mungo
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Aveva deciso. Doveva smetterla di essere una ragazzina e diventare finalmente una donna. Da quando aveva conosciuto Rebecca, quella sua idea, si stava sempre di più rafforzando. Doveva ammettere che qualsiasi cosa facesse la rendeva seriamente più preparata e sopratutto la rendeva sicuramente più attenta e consapevole di se stessa. Rebecca le aveva dato qualcosa che nessuno aveva mai provato a darle: una possibilità.L'Aveva rimessa a nuovo a livello estetico facendole provare veramente una bella sensazione e facendola sentire, almeno una volta nella vita, una ragazza veramente desiderabile. Quando era tornata a casa, poi, era finito tutto l'incanto in quanto suo padre le aveva detto che era diventata una puttana come tutte le altre, ma per una volta nella sua vita, Joanne non si sentì per niente in colpa. Fece spallucce ed andò in camera sua.
    Adesso, comunque, una nuova sfida era pronta per lei e Rebecca era stata così gentile da riusciure ad aiutarla anche qeusta volta. Gli diede appuntamento molto presto e di conseguenza Joanne si lavò e si vestì in maniera molto comoda per affrontare quella prova prettamente fisica. Le braccia e le aveva allenate in quanto irava con l'arco in maniera impeccabile, ed inoltre con l'arco nuovo che si era comprata, era tutto quanto più facile e sopratutto leggero. Le gambe un pò meno in quanto non era abituata a correre o a fare troppi sforzi. Quando la vide li fece un grandissimo sorriso e si guardò intorno. Quando Becca le disse che avrebbe voluto portarla con lei in quella missione gli occhi le brillavano ancora di più. Il fatto era che nessuno aveva mai creduto in lei così tanto e nessuno le aveva mai dato fiducia in nessun modo. Lei lo stava facendo e non voleva, in nessun modo, deluderla.Non vedo l'ora di partire e questa volta sarà diverso. Grazie, veramente. Aggiunse poi annuendo alle sue successive parole e concentrandosi su quello che doveva fare. Si mise a fare un pò di streaching sul posto, cercò, in qualche molto di riscaldare i muscoli mentre la bionda gli spiegava il percorso. Fece scroccare le spalle, la schiena, ed ancora il collo. Poi si morse il labbro. A noi due! Pensò poi arrivando all'estremità del filo spinato, abbassandosi e cominciando strisciare, con i gomiti che precedevano il corpo e davano la spinta giusta per fare il percorso. Sotto la pancia sentiva il ruvido del terreno fare attrito con la sua pelle rimessa a nuovo dai trattamenti di bellezza della stessa biondina, ma proprio perchè stava pensando a quello e non a finire quello che aveva cominciato, ed alzando un pò il bacino sentì un dolore che la costrinse a fermarsi un momento. Il filo di ferro aveva completamente graffiato la sua schiena ed adesso sentiva il sangue caldo macchiarle la maglietta che aveva messo per affrontare tutto quello. Fece una smorfia di dolore, ma non avrebbe certamente mollato. Infatti strinse i denti, chiuse gli occhi e poi si morse il labbro. Concentrazione Jo, concentrazione! Pensò poi fermandosi un attimo e cercando di riprendere la concentrazione giusta per affrontare tutto quello. Si morse ancora il labbro guardò di fronte a lei. mancava ancora un pò, doveva accellerare doveva fare tutto quello i un tempo decente. aveva sottovalutato il percorso che la ragazza gli aveva preparato oppure si era sopravvalutata lei, ma in quel momento, in mezzo a tutto quello e schiacciata da quel fil di ferro si rese conto che erano quelli i momenti in cui il suo sangue da densiriana pura doveva farsi valere. Inoltre, doveva ammettere che tutto quello era elettrizzante. Non si era mai messa così tanto alla prova, quindi, riprese il suo percorso posndo i pugni ben stretti davanti al suo viso e facendo forza con le braccia si tirava in avanti ed i piedi ben saldi al terreno aiutavano il movimento. Si morse ancora il labbro e finalmente quando finì il fil di ferro si alzò, la schiena era ancora dolorante e doveva ammettere che c'erano anche un bel pò di graffi anche se più superficiali, inoltre aveva sudato. Ma non sentiva niente, l'unica cosa che voleva era finire tutto quello nel migliore dei modi e sopratutto nel minor tempo possibile. Si alzò, di fronte a lei c'era un muro di legno non indifferente, doveva raggiungerlo e scavalcarlo. Corse più che poteva, sentì tutti i muscoli delle gambe bruciare, i tendini delle caviglia tendersi ed i polpacci indurirsi. In quel momento si rendeva conto che non aveva mai sentito così bene il suo corpo come in quel momento, in quel momento si stava rendendo conto di quello che davvero poteva essere e di quello che poteva fare. Quella mattina si era svegliata carica e dopo una bella doccia fredda, si era sentita meglio, ma adesso, in quel momento per raggiungere quel muro stava seriamente sentendo la potenza del suo corpo e dei suoi muscoli, correndo in quel modo si stava sentendo libera, si stava sentendo bella, si stava sentendo finalmente bene. Felice. Una volta arrivata davanti a questo muro di legno di circa un metro e sessanta, prese un attimo fiato e poi fece un piccolo salto per aggrapparsi all'estremità della parete, fece forza sugli addominali, ma il muro era effettivamente troppo alto per lei che era alta un metro ed una vigorsol, e di conseguenza, non riuscì a farlo al primo tentativo. Dovette scendere e riprendere un attimo fiato, ed ancora fece un salto questa volta stirando bene la schinea e le braccia. La prese fu più salda e determinata e dopo aver fatto uno sforzo ed aver urlacchiato un pò, riuscì ad eregersifino ad arrivare seduta, con una gamba da un lato del muro di legno ed un'altra dall'altro, su quella estremità, per vedere quanto la ragazza si fosse realmente impegnata per lei, si guardò indietro e sorrise a Becca. Era contenta di quell'amicizia ed era seriamente contenta di tutta quella situazione. Sorrise ancora e poi scavallò la gamba.
    Si sarebbe tuffata poco dopo in quel laghetto di acqua dolce che fece da guarditore a tutti i graffietti sulla schiena fatti precedentemente dal filo spinato. I rami che andavano a comporre la scalinata erano ben visibili, si asciugò il sudore della fornte con il dorsodella mano, fece un respiro profondo e li, tornò a spingere sulle gambe per salire più velocemente possibile sulla scalinata creata da quei rami. Lo fece con intensità, tanto che i quadricipiti delle gambe li sentiva bruciare, e contrarsi sotto la sua spinta. Aveva il fiatone, aveva male alla milza e forse non aveva mai utilizzato così tanto il suo corpo come in quel momento. Prese una lieve storta e dovette fermarsi appena a metà scalinata, ma quella piccola sosta durò appena una secondo. Non voleva fallire, voleva solamente rendere fiera Rebecca e se stessa di quello che stava facendo. Stringendo i denti e con un dolore che si espandeva da per tutto, finì finalmente quelle scale fatte di rami e davanti a lei si aprì uno spettacolo immenso. Un laghetto artificiale, essenzialmente fatto dalla biondina. Prese un bel respiro profondo ed allineamento il suo corpo e la sua testa con le braccia, si tuffò. Il sudore si disperse nell'acqua artificiale. Ecco, Joanne spalancò gli occhi sott'acqua, quello era il suo elemento e doveva ammettere che la cosa non gli dispiaceva per niente. Si sentiva libera in quel luogo e si sentiva seriamente a suo agio.
    Riemerse poco dopo e le braccia cominciarono a muversi in sincrono con i piedi, in maniera automantica, come se lo facesse da sempre e come se tutto quello fosse realmente la sua vera natura. Si sentiva un piccolo pesce ma era contenta. Si, lo aveva ripetuto a se stessa fino allo sfinimento ma per una volta non voleva rinunciare a quella sensazione e godersela fino in fondo. Gli facevano male gli addominali, doveva ammettere che non pensava di avere così tanti muscoli attivi e quel percorso la stava facendo enormemente stancare. Si morse ancora il labbro e cercò di nuotare il più velocemente possibile fino ad arrivare alla sponda oposta del lago e vedere come l'erba era alta fino quasi al suo seno. Si guardò intorno, si strizzò i capelli lunghi e bagnati e poi fece un passo verso quell'erba così alta. Joanne non avrebbe usato la magia neanche se avesse potuto. Non era pratica e non era unapersona che rischiava in quelle occasioni. In quel momento avrebbe voluto il suo arco. Guardò bene quell'erba e cercò di capire dove fosse la fregatura. Adesso, una cosa era importante. Doveva andare piano e quindi valutare bene il pericolo oppure correre in fretta ed evitarlo? Si morse il labbro fino a farsi uscire il sangue. Doveva pensre in fretta e mentre la sua mente stava cercando di elaborare un pienao, i suoi piedi si erano già intrufolati in quell'erba folta, dove, il primo animaletto di erba, o comunque quello che era, gli si avvinghiò alla caviglia facendole un male allucinante. Imprecò ad alta voce e poi si pentì immdiatamente della cosa, sentendo un altro male lancinante sull'altra caviglia. Ecco, adesso la strategia era obbligata. Cominciò a correre all'impazzata come se avesse un crachen alle costole. Doveva anche sbarazzarsi di quegli animaletti che uscivano da tutte le parti. Non si fermò, curvò leggermente le spalle si chiuse leggermente ad uovo e corse come se fosse l'unica cosa da fare per la sua sopravvivenza. Il corpo era rigido ed ogni muscolo era contratto. I muscoli delle braccia anche erano contratti e si muovevano all'unisolo con le gambe. Doveva e voleva finire quel percorso ed inoltre aveva tutta l'intenzione di vedere cosa ci fosse al centro di quella radura. Quando lo scorse, il suo regalino, gli brillarono gli occhi. I due animaletti ancora erano avvinghiati alla caviglia. Oooo andiamo! Disse poi cercando di sgrollarseli dalle caviglie senza rallentare in alcun modo. Infatti, alla fine, arrivò al centro, ma Ci arrivò cadendo rovinosamente per terra e facendosi male sotto il mento in quanto scivolando sull'erba per il dolore che non era più sostenibile e provocato da quelle creaturine, si tuffò per terra e si bruciò sotto al mente. Sorrise ancora vedendo la colazione. Le sue caviglie erano piene di sangue ma lei era soddisfatta. Sorrise ancora.CE L'HO FATTA!

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    Denrise
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    Rebecca è fiera di come hai superato il percorso, alla fine fa qualche incanto di cura per le ferite e la stanchezza ed è convinta che farai faville, durante la spedizione. Good job ♥

    Joanne: 2 exp + Skill magiatleta

    Rebecca: 2 exp
     
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2 replies since 1/3/2021, 15:25   207 views
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