Ni Hafulfa Lei

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    Nome e Cognome : Ni Hafulfa Lei Data e Luogo di nascita : 5 settembre 1993, a Xi’an, in Cina
    Ex Scuola : Hogwarts (Corvonero), Hidenstone (Dioptase)

    Professione : Reporter (Le Cronache di Denrise) e Carpentiera
    Stato di sangue : Mezzosangue
    Stato sociale : Benestante
    Allineamento : Neutrale Buono
    Bacchetta : Legno di cedro, nucleo di pinna di Ramora, 12 pollici e ½, Indeformabile
    Famiglio : Non ne ha


    Aspetto (e segni particolari) :


    Ni ha i capelli mori e lunghi fino a metà schiena, leggermente ondulati e forti, bellissimi, e gli occhi a mandorla di un marrone molto scuro. È alta 1,63, ha la pelle molto chiara, ed un fisico slanciato, ma abbastanza irrobustito ed elasticizzato da anni passati a navigare, nuotare, allenarsi al Kung-fu e a costruire barche.
    Sorride molto facilmente, e la sua innata grazia la fa spesso apparire come un fiore delicato, in un primo momento, aumentando di riflesso il suo potere carismatico.
    Il suo fisico ben delineato e, all’apparenza, fragile, nonché incredibilmente giovane, può facilmente suscitare tenerezza.
    Quando si trucca (ossia, quindi, sicuramente non mentre sta navigando o si sta allenando), le piace farlo generalmente in maniera sobria.
    Sempre quando non si trova all’interno di qualche imbarcazione, non è raro vederla vestire con uno stile alquanto femminile, e sceglie sempre i suoi abbinamenti con molta cura, adattandosi sia alle occasioni che al suo umore.


    Carattere :


    Ni è introversa, ma di solito, per nulla timida. Semplicemente, la solitudine le piace. Di natura sorridente, sia a Xi’an che a Denrise (anche se per ragioni completamente diverse) ha imparato però molto presto a non fidarsi troppo delle persone che le stanno davanti e che non conosce bene.
    Non è incline alle lamentele, e si sforza di essere il più pragmatica possibile, quando si tratta di trovare la soluzione di un problema.
    È, nel fondo, molto severa, certamente con gli altri, ma soprattutto con se stessa, e non parla facilmente di sé o di cose particolarmente personali. Le difficoltà della vita, ma anche la maggior parte dei suoi punti di riferimento, le hanno insegnato presto ad autoregolarsi e ad autoimporsi una disciplina ferrea, che non ammette sgarri né repliche.
    Quando qualcosa la turba, la intristisce o la fa arrabbiare particolarmente, è solita chiudersi in un ermetico mutismo. È il suo personalissimo modo di affrontare gli eventi, le sensazioni, le emozioni e gli esseri viventi che non le garbano o la destabilizzano e che, per puro riflesso autodifensivo, rigetta chiudendosi subito dopo a riccio.
    Ci mette del tempo, a riuscire a digerirli; ma, spesso e volentieri, riesce a dimostrare una caparbietà ed una perseveranza tali da farcela comunque. Se qualcuno prova a farle del male fisicamente, non si fa problemi a far uso di tutte le tecniche di autodifesa (magiche e non) che conosce per salvarsi la pelle, in particolare grazie agl’insegnamenti che la madre ha cercato d’inculcarle fin dall’infanzia.
    Ha cominciato a praticare la batteria ed il Kung-fu all’età di 7 anni, l’arte della navigazione a 10, e quella della costruzione di barche a 15 e mezzo. Adora gl’incantesimi non verbali, nonché leggere. Per volere della madre denrisiana, ha imparato a nuotare, ed i rudimenti della pesca appena possibile.
    Ha un fare molto da legale buona, perché è dell’idea che, se sono state create delle determinate regole, vi sarà pure stato un buon motivo! Ma, in realtà, è una neutrale buona, perché di fatto, appena qualcosa non le sembra Giusto nel senso più etico del termine, o non rientra nel suo personalissimo schema mentale, lo bypassa tranquillamente, facendo semplicemente finta di nulla, e bellamente di testa propria!
    La fedeltà verso i suoi cari ha sempre la meglio su tutto: non è facile entrare nella sua cerchia di legami stretti, ma se vi si riesce, si può essere sicuri di aver trovato un’alleata per la vita, e che per l’altro sarà disposta a tutto, e a dar tutto: ed è proprio per questo motivo che cerca di non affezionarsi alle prime persone che entrano, per un motivo o per un altro, nella sua vita. Per quanto possa rivelarsi gradevole, stimolante o interessante, socializzare ed interagire con loro, queste dovranno aspettare parecchio tempo, prima di sentir uscire dalle sue labbra parole ed appellativi affettuosi, se il legame forte viene effettivamente a crearsi e a solidificarsi con essi.
    Ha, difatti, sempre lo stesso gruppo di amici dai tempi di Hogwarts, e soltanto un amico da quelli di Hidenstone. Per quel che riguarda i regolamenti e le leggi, invece, mica deve scriverlo sui giornali o gridarlo al mondo, che non ha intenzione di seguire determinate regole. Semplicemente, non le segue. Senza ostentare, né tanto meno nascondere.
    Quindi: introversa, aggraziata, tranquilla, orgogliosa, freddina, diffidente e pure testarda. Ma anche leale. Cerca sempre di aiutare chi ha bisogno. Da quando è andata a vivere a Denrise, cerca di farsi un bagno tutti i giorni, a volte in compagnia della madre, quando ciò è possibile. Ha la fobia degli squali e dei cactus.
    Ha cominciato la sua carriera di giornalista a 26 anni.





    Sia i cinesi che i denrisiani, di norma, danno un’importanza impressionante alla scelta dei nomi, privilegiando, solitamente, il loro significato al resto. E le famiglie da cui provengono Li Lei e Ljota Hafulfa Saerrann non sono state un’eccezione a questa regola millenaria.
    Certo, la natura drasticamente diversa di queste due lingue e culture può risultare lampante già solo accostando i nomi dei genitori di Ni, ma le origini profondamente spirituali di esse, e la corruzione dilagante (per quanto di tipo diverso, ed a modo loro in entrambi i paesi) sia a Xi’an che a Denrise, rende in realtà questi due posti meravigliosi molto più simili, nel profondo, di quanto possano e vogliano ammettere.
    Il nome del padre è stato ispirato dal “Monte Li” di Xi’an ed è, com’è facilmente intuibile, molto comune in quella città (ma anche nel resto della Cina, se proprio vogliamo dirla tutta – tanto che lo si può trovare, spesso e volentieri, pure sotto forma di cognome). Lo è anche il suo cognome, “Lei”, che significa “Tuono”.
    La parte paterna della famiglia di Ni va molto fiera di esso, vedendolo come una sorta di loro “simbolo personale della rivoluzione”, avendolo spesso associato alla lotta ferrea che i Lei hanno sempre cercato, ognuno a modo proprio, di portare avanti contro il sistema cinese.
    In effetti, anche il nome della ragazza cino-denrisiana nasce proprio da questo desiderio di lotta: lei rappresentava, difatti, nelle speranze ideologiche del padre, la speranza dell’arrivo del “Giorno del Tuono”. L’arrivo del giorno in cui il Tuono sarebbe risultato essere implacabile, ed in cui avrebbe vinto, in nome della Libertà e della Pace.
    Ljota Hafulfa Saerrann nasce in una famiglia di Lupi di Mare, o Insulari, o Costieri, che dir si voglia. Quasi letteralmente.
    Tutti i figli nati Saerrann, difatti, hanno, oltre al secondo nome “Lupo di Mare” (Hafulfa per le giovanette, e Saerulf per i giovanotti), come Patronus, proprio il suddetto animale. Da svariate generazioni.
    Tutti tranne… Rullo di tamburi… Indovinato! La nostra Ljo! Che ha, come Patronus, una Tigre. Pace all’anima sua.
    I Saerrann sono una famiglia di navigatori famosa in tutta Denrise. Sanno guidare qualsiasi imbarcazione con savoir faire, tecnica ed agilità.
    E, almeno in questo, Ljota non è mai stata da meno: è un’eccellente nuotatrice, sa avvalersi delle conoscenze rudimentali della pesca quando si tratta di sopravvivere e, soprattutto, ama navigare e tutto ciò che ha a che fare con le imbarcazioni, il mare e l’acqua in generale.
    Ljota è la luce “Luminosa” della “Casa del Mare” costituita dalla loro nave familiare, e dal nucleo familiare stesso che, con il tempo, è diventato anche esperto di costruzione di barche.
    Ljota, però, ha soprattutto l’animo di un’esploratrice. Adora viaggiare e scoprire nuove terre e, una volta raggiunta la maggiorenne età, non si fa problemi a partire per mare anche per lunghi mesi, trovando vari escamotages professionali grazie ai suoi contatti commercianti, che farebbero spesso carte false per dei motori, dei timoni ed altro materiale d’imbarcazione firmato Saerrann. Ama la sua famiglia, e la sua famiglia ama lei, ma ha sempre avuto, bruciante dentro di sé, un modo di essere indipendente e determinato, assetato di sapere e di scoperte, nonché pronto a combattere con le unghie e con i denti per ottenere ciò che vuole e realizzare quello che le dettano il suo istinto ed il suo cuore (sì, sì, in quest’ordine).
    Ljota, ignorando bellamente le dicerie svariate ed eventuali, non ci pensa neanche lontanamente a sposarsi. Vive diverse, sentitissime e molto passionali storie d’amore, ed in due di queste, viene esplicitamente chiesta in moglie. Ma lei, se lo sente dentro, che nessuno di quei denrisiani è “quello giusto”, l’amore con il quale vorrà condividere l’intera esistenza: con il quale fonderà e costruirà una famiglia. Il proprio branco.
    Un giorno, però, rimane incinta. Non di uno degli uomini che l’ha chiesta in moglie e, anzi, lui non ci pensa nemmeno lontanamente ad avere un figlio.
    Sapete cosa? Ljota invece sì. Ci sta pensando eccome. A discapito di tutte le critiche e di tutti i pettegolezzi, la fiera ed indipendente donna decide di tenere il bambino, con il sostegno della sua famiglia.
    Un Saerrann, resta pur sempre un Saerrann.
    Dá alla luce un maschietto, che viene chiamato Elddag Saerulf Saerrann. Il suo nome significa “Giorno di Fuoco”, in denrisiano.
    Appena lo scricciolo riesce a tenersi da solo sulle sue gambette, la donna ricomincia subito con i suoi viaggi in avanscoperta, portandoselo ovviamente appresso.
    Cosa potrà mai domare uno spirito così selvaggio?
    Il rincitrullulimento più totale.
    Maddai.
    La sua esistenza prende una piega inaspettata durante un suo viaggio in Cina, quando il piccolo Elddag ha su per giù cinque anni e mezzo, organizzato con la scusa (per quanto concreta e veritiera, ma per lei quello scopo è decisamente secondario) d’incontrare un famoso commerciante mezzosangue originario, appunto, di Xi’an. I due vanno subito d’accordo, tanto che, la sera stessa del loro incontro, il giovane commerciante invita Ljota a bere qualcosa. In un locale della Xi’an babbana, però.
    “Per aprirle un po’ la mente”, dice lui. Ljota, anche se un po’ riluttante, accetta. E questa decisione le cambia la vita per sempre.
    Caso vuole che Li Lei sia proprio un caro amico di lui, e che si trovi, in quel momento, nello stesso bar dove stanno prendendo il loro aperitivo. Ed avviene il colpo di fulmine. O di tuono. Come preferite. Fatto sta che non si separeranno più. È un innamoramento improvviso, passionale, romantico e vissuto fino in fondo.
    Un’autentica follia.
    Vanno a convivere dopo neanche tre mesi che si conoscono. Si presentano alle rispettive famiglie dopo pochi mesi.
    Ma dopo la follia, torna sempre il senno. E passata la fase dell’innamoramento, Li e Ljo scelgono l’amore. A suon di sacrifici, di compromessi, e di ”Ci voglio credere”, i due costruiscono la loro storia d’amore. E la loro famiglia. Li, riesce dapprima a farsi ben volere, poi a forgiare un ottimo rapporto con il piccolo Elddag, tanto che finisce con il riconoscerlo legalmente come figlio proprio, che diventa, di fatto, Elddag Saerulf Lei. La coppia convola infatti a nozze dopo meno di due anni dal loro primo incontro.
    C’est la vie. C’est l’amour.
    A loro, contro tutte le aspettative, va bene. Passo dopo passo, pezzo dopo pezzo, costruiscono una loro famiglia.
    Un branco certamente diverso da quello pensato e sperato da entrambe le loro famiglie, che non si mostreranno mai troppo entusiasti della scelta dei rispettivi pargoli. Vedono la luce, anzi, molteplici liti. E, pochi mesi prima del compimento degl’11 anni di Elddag, nasce Ni.



    La bambina, almeno fisicamente (a parte l’altezza, come avrà modo di constatare una volta cresciuta), dalla madre denrisiana dai corti capelli castani e gli occhi verdi, le lentiggini sul naso e la pelle diafana piena di nei, non ha preso una beneamata mazza.
    Esteriormente e, fino a questo momento, anche culturalmente, è cinese fino al midollo. Decisamente troppo, secondo i gusti della parte materna della famiglia. Ma il suo innegabile rapporto di predilezione verso l’elemento dell’acqua, nonché le sue indiscutibili doti magiche, chiari già ai suoi primi anni di vita, riescono a placare un minimo gli animi. Ljota si reinventa come insegnante di nuoto, decisa a combattere per il bene dei suoi cari. La magia, il mare ed i suoi lupi di mare, però, le mancano terribilmente.
    Li, un moro con gli occhi a mandorla scurissimi, è all’epoca un musicista di discreto successo. Suona con la sua chitarra per la sua piccola Ni “Delicate sound of thunder” dei Pink Floyd innumerevoli volte, per rallegrarla e farla divertire.
    Quando compie 7 anni (Ni, mica Li!), il padre la porta in un negozio di strumenti per fargliene scegliere uno. Avendo già ascoltato svariati concerti e prove del gruppo paterno, sa subito quale indicare: una batteria. Ljota, invece, insisterà per cominciare subito a farle prendere lezioni di Kung-fu: bisogna sapersi difendere nella vita, sostiene. Prima comincia ad imparare, e meglio è. Il padre è l’unico della parte cinese della famigliola ad essere al corrente delle doti magiche della moglie e dei figli.
    Elddag passa un periodo, più o meno lungo, di cocente gelosia verso la sorellina, nonché una crisi adolescenziale infuocata, ma prova da sempre verso di lei un affetto sincero e, visti gli svariati mesi che passano lontani l’uno dall’altra quando lui è ad Hogwarts (in quanto fiero ed indomabile Grifondoro), finirà per cercare di bisticciare con lei il meno possibile. I periodi in cui si vedono non sono poi molti e, di riflesso, sono ormai estremamente preziosi.
    Si tratta, ad ogni modo, di una famiglia che si ama moltissimo. Ljota ha insegnato ad entrambi i suoi figli a nuotare, nonché i rudimenti della pesca, il prima possibile: sono pur sempre, in parte, dei denrisiani, dei Saerrann.
    Ma il padre di Ni è malato di cuore e, dopo tre anni passati tra svariate ospedalizzazioni e due operazioni, muore nell’estate dei 9 anni della bambina. Il cuore della famiglia si spezza. Nulla sarà più come prima.
    Con grande disappunto dei Lei, Ljota non vede più il senso di rimanere nella Cina babbana: non vede alcuna vita possibile lì, senza l’amore della sua vita. E la sua patria le manca. Per non parlare della magia!
    … Ed il mare.
    Già...
    Il mare.



    Ljota non perde tempo: con il cuore in mille pezzi, e la sua bambina vicino a lei, sceglie il modo più veloce di tornare a casa. Elddag, ormai maggiorenne, preferisce restare nella Xi’an Babbana, con la famiglia con e nel luogo in cui è effettivamente cresciuto, e dove prende il posto del padre come chitarrista della sua band.
    La bambina non parla molto, durante quel viaggio: il dolore, la malinconia e la paura la dilaniano. Non riescono a trovare parole. Soltanto qualche volta, quando proprio non ce la fa più, si scioglie in lacrime e singhiozzi disperati tra le braccia della sua mamma. Ljota la consola, ma ci tiene anche ad insegnarle a mostrarsi forte, davanti agl’altri: Denrise sarebbe stata la sua casa. Ljota se lo sente: Ni, dietro un’apparenza da perfetta giovanetta asiatica di città, ha la stoffa del lupo di mare. Ma non sarebbe stata una casa in cui vivere sarebbe risultato essere facile.



    Appena arrivate a Denrise, Ljota, con la piena approvazione della famiglia, decide di dedicare il decimo anno di Ni interamente a lei. Ad insegnarle i rudimenti della navigazione, della resistenza nel nuoto e della pesca, la storia ed i segreti di Denrise di cui è a conoscenza, la sua natura selvaggia, il Mondo Magico e quello che sa della sua storia: ha un mondo tutto nuovo da scoprire, oltre ad un’isola!
    Per una Ni con l’infanzia bloccata in gola, ed in pieno lutto, anche per la separazione dal fratello che, in quel momento, vive come una separazione pseudo-definitiva, imparare l’arte della navigazione diventa la sua scialuppa di salvataggio: ci si aggrappa come ci si aggrappa ad una boa quando non si trovano altri appigli che impediscono di affondare.
    E nessun altro tipo di amore potrà ormai più competere nel suo cuore, con quello sconfinato che nutre per il mare e per l’oceano.
    Per fortuna, le predizioni della madre si rivelano esatte: Ni aveva già passato un paio di vacanze, lì a Denrise, ma è proprio in questo periodo che ha modo di legarsi veramente ed indissolubilmente a lei.
    La madre la sprona anche a continuare ad allenarsi nel Kung-fu. E a suonare la batteria: suo padre, attraverso la musica, le potrà essere sempre vicino.
    Quando arriva per Ni il momento di andare ad Hogwarts, la madre riprenderà nuovamente a lavorare nell’impresa di famiglia, tra costruzioni di barche, giri di barca turistici e, alle volte, anche qualche seria e lunga spedizione, sia di commercio che di esplorazione.
    Ni viene smistata in Corvonero, ed avrà la fortuna di stringere un legame solido, sincero e duraturo proprio con le sue compagne di stanza. Al quinto anno, esse fonderanno un loro gruppo musicale, nel quale, ovviamente, Ni suonerà la batteria.
    Durante l’estate che precederà il suo ingresso ad Hidenstone, Ni verrà iniziata dalla madre all’arte della costruzione delle imbarcazioni.
    Nel settembre che segue, viene smistata trai Dioptase, grazie alla sete di sapere ereditata dalla genitrice (oltre a quella di viaggiare il più possibile). Lì, difatti, passa praticamente tutto il proprio tempo a studiare, facendosi un solo amico, un Dioptase come lei, pergiunta denrisiano. Lui, però, vuole diventare un druido.
    Ni si appassiona particolarmente all’apprendimento degl’incantesimi non verbali, oltre che alla materia di Alchimia, quella di Magitecnologia e quella di Antiche Rune. Non se la caverà mai bene, invece, in Pozioni ed in Divinazione. Si specializza in “Duello e Agonismo”.
    Ogni fine settimana che può, va ad aiutare in qualche lavoro di ormeggio, di navigazione breve per turisti o di cantiere.
    Essendo per metà cinese, di aspetto asiatico, e pure mezzosangue, non si può dire essere il membro preferito della famiglia, ma la maggior parte dei suoi membri l’ha riconosciuta in quanto parte dell’impresa familiare, piano, piano. Più o meno. È riuscita, con il tempo, a farsi quanto meno rispettare.
    Concretamente, ha zittito tutti (tranne sua madre: lei ha cominciato a lanciare esclamazioni di giubilio, e a ballare danze popolari denrisiane sul tavolo della locanda in cui avvenne il misfatto) quando ha evocato davanti a loro, per la prima volta, il proprio Patronus:
    un Lupo di Mare.
    Ogni volta che lei e suo fratello riescono a vedersi, ne è immensamente felice, anche se, ovviamente, ciò non può accadere spesso.
    All’uscita della scuola, comincia ad alternare i lavori con i cantieri ed i tragitti in imbarcazioni. Sia quelli con la nave di famiglia, che quelli dei giri turistici, che quelli di trasporti marittimi appartenenti a ricchi signori che cercano ufficiali di navigazione e/o carpentieri per spedizioni a scopo commerciale, di ricerca o avventuriero.



    Comincia a lavorare come reporter, smettendo, di riflesso, di prendere parte alla maggioranza dei cantieri dell’impresa familiare, ma non di certo come ufficiale d’imbarcazioni, a 26 anni. Più precisamente, dopo l’omicidio della sua migliore amica, con la quale aveva condiviso la stanza ai tempi di Hogwarts. Essa viene uccisa durante una lunga vacanza che aveva preso per andarla a trovare a Denrise. Ni s’infuria oltre ogni dire di non leggere neanche una riga sui giornali, su quanto avvenuto. Scrive un’e-mail altamente indignata a più di un giornale londinese, nelle quali allega un testo in cui racconta quel che si sa dell’accaduto. Riceve la risposta di un solo giornale: in essa, vi è la proposta di occuparsi lei di “Le Cronache di Denrise”.
    La cino-denrisiana, animata dall’intenzione di rappresentare la propria isola, nonché di dare voce a chi era, a livello internazionale, spesso e volentieri bellamente dimenticato (ossia, in quel caso, i denrisiani), accetta, e da allora lavora come inviata del giornale londinese “International Owl”, "Il Gufo Internazionale". Animata, soprattutto, dalla speranza di, un giorno, ritrovare l’assassino della sua migliore amica.



    Non appena mette da parte abbastanza soldi, si compra una piccola casetta, anche per sfuggire alle continue frecciatine dei suoi familiari; ma è sempre stata, di suo, molto incline all’indipendenza e all’autonomia, soprattutto dall’epoca del suo trasferimento sulla sua isola. Comincia a passare pure periodi medio-lunghi senza salpare in delle spedizioni che la portano troppo lontana dalla sua dimora e dai suoi affetti.
    Anche per, così, poter tornare ad esercitarsi con la batteria e ad allenarsi al Kung-fu.
    È in quell’isola che Ni ha trovato, deciso di forgiare se stessa e costruire la sua vita. Lì. A Denrise.



    prestavolto : Ni Ni © murphy


    Edited by Ni Lei - 8/4/2021, 16:55
     
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    Ciao tesoro, eccomi!
    Allora, la scheda, nel complesso, va bene, ti faccio solo presente che da wiki si scrive "kung-fu", non "kong fu"
    Oltre a questo ti faccio presente che il navigatore è una sotto-categoria del predone e che in genere i denrisiani nella vita fanno anche altro. Non è necessario, ma se poi vuoi guardarti intorno e ritagliarti una seconda carriera per la tua pg, non ci sarebbe nulla di male (carpentiera, druida, negoziante...).

    Parlando invece di statistiche, ti ricordo che Come PG Adulto ti spettano 200 punti da distribuire, tenendo conto che il minimo di punti da assegnare per ogni PP è 20, mentre 30 è il massimo.

    Le caratteristiche (PP) sono le seguenti:
    Coraggio:
    Empatia:
    Intelligenza:
    Resistenza:
    Tecnica:
    Intuito:
    Destrezza:
    Carisma:

    Trovi QUI tutto quello che ti occorre sapere su di loro per distribuirli in maniera opportuna.
    Oltre ai 200 punti, hai diritto anche a due Skill di primo livello (ci sono 17 alberi di skill; quelle di primo livello sono sempre nella colonna più a destra di ciascun ramo): non preoccuparti se iltuo PG non ha modo di soddisfarne i requisiti. Per queste prime due, offriamo noi (?).
     
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    Denrise
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    Coraggio: 20
    Empatia: 30
    Intelligenza: 21
    Resistenza: 30
    Tecnica: 32
    Intuito: 23
    Destrezza: 21
    Carisma: 23

    Skill1: Rune 1
    Skill1: Tec 1

    Domanda: oh Puffolosissimo e Sapientissimo Snaso, per una ragazza che ha imparato a cooperare in progetti di costruzione d'imbarcazioni, è più sensato che abbia la Skill in Magitecnologia, o in Alchimia?

    Up!

    Edited by Ni Lei - 19/2/2021, 22:06
     
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    Empatia: 30
    Intelligenza: 24
    Resistenza: 30
    Tecnica: 30
    Intuito: 24
    Destrezza: 20
    Carisma: 22

    Skill1: Rune 1
    Skill1: Tec 1

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    Edited by Ni Lei - 20/2/2021, 11:25
     
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    ϟ SCHEDA CONVALIDATA ϟ
    Complimenti, la tua scheda è stata approvata! Ora lascia che ti mostri alcuni semplici passaggi per permetterti di procedere al meglio con la tua avventura all'interno del GDR.
    1. Se non l'hai ancora fatto, occupa il tuo PRESTAVOLTO in questa discussione.
    2. Sei in cerca di un LAVORO? dai un'occhiata QUI, sicuramente ce ne sarà uno che fa al caso tuo. Ti invito a controllare anche la nostra bacheca missioni.
    3. Non vedi l'ora di aprire ROLE ma non sai con chi aprire? Pubblica un annuncio in questa SEZIONE e iniziare a giocare.
    4. All'interno del nostro gioco, i PG mossi con diligenza CRESCONO costantemente, maturando capacità e abilità. Troverai tutto ciò che c'è da sapere nel topic adibito alla CRESCITA DEL PERSONAGGIO, inoltre ricordo che per ogni post di 300 parole otterrai 1 punto esperienza e per post con almeno 700 parole o rispondendo entro 4 giorni ne potrai ottenere addirittura 2!
    Per dubbi e domande non esitare a contattare un membro dello staff!
    La tua avventura inizia da qui, buon divertimento!

    RevelioGDR
     
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4 replies since 27/1/2021, 00:33   340 views
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