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.Emma LewisEra seduta sul bordo del letto che cercava di capirci qualcosa nei precisi appunti di Mia -che aveva preso in prestito- essendo stata assente ad un paio di lezioni. Ora, il problema non era affatto la calligrafia che alla biondina piaceva tantissimo, bensì capirne il contenuto avendo saltato le lezioni, soprattutto se quelli erano gli appunti di Pozioni e di Antiche Rune. La seconda materia le piaceva tantissimo ed aveva un docente davvero dolce, ma non per questo la rendeva più comprensibile attraverso i suoi occhi, almeno vedendo degli appunti. Mirtillo intanto si stava sentendo piuttosto trascurato dalla sua padrona, tanto che iniziò a tirarle un lembo della maglietta, scodinzolando nel letto ed aspettando che Emma badasse a lui. La bionda sospirò profondamente, lasciando cadere i fogli affianco a sé e rinunciando a capirci qualcosa, per quel giorno. Proprio in quel momento, forse come estrema salvezza, un picchiettio contro il vetro del dormitorio la distrasse dai suoi pensieri confusi, quindi alzò lo sguardo verso di esso e vide un gufo che certamente voleva entrare, ragion per cui la ragazzina si alzò ed andò ad aprire, trovandosi poco dopo un bigliettino in mano che la fece sorridere e non esitò nemmeno un secondo a scrivere dietro al foglio un veloce "Sì" e rimandare indietro il gufo, mentre lei correva a prepararsi. Non indossò nulla di complicato, anche perché era inverno e faceva freddo, quindi indossò una t-shirt azzurra, coperta da un felpone over size rigorosamente rubato a Nathan -il suo migliore amico in assoluto- qualche giorno prima... insomma lo aveva preso in prestito, no? Sotto mise dei leggins internamente felpati e degli scarponcini, così era pronta. Prese uno zaino blu notte ed infilò dentro qualche provvista che avrebbe diviso poi con l'amica, la sua immancabile siringa con l'insulina ed anche qualcosa da bere. Lo mise in spalla, imbracciando anche l'arco e la faretra blu elettrico che aveva vinto il primo giorno al Porto di Londra. Forse avrebbe dovuto comprare anche delle frecce nuove, prima o poi. In quel momento comunque, non ci pensò troppo e saltellando si diresse prima fuori dal castello, poi fuori dal perimetro della scuola. Ci si accorgeva subito quando si varcava il confine tra l'Accademia e tutta l'isola circostante. In primis, i magifonini smettevano di funzionare, come seconda cosa, era molto più facile incontrare abitanti musoni pronti a riservare qualche parola poco carina agli inglesi, facendo chiaramente di tutta l'erba un fascio. Non ci mise troppo ad arrivare al porto -scherzone, ci mise una vita e dovette addirittura affittare un chocobo- ma alla fine ci arrivò, tutta contenta ed individuò Joanne seduta su una panchina a guardare il mare.
Joo! Eccomi, scusa il ritardo ma la scuola è lontanisssssima! Come stai? Si piazzò affianco a lei, facendo scivolare giù dalla sua spalla sia lo zaino che l'arco e la faretra.CODICE ROLE © dominionpf. -
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.Emma LewisEra passato diverso tempo dal suo primo incontro con Joanne e da allora si erano viste alcune volte ed avevano portato avanti il loro patto; Emma le insegnava bene gli incantesimi e tutto il resto, mentre Joanne aveva iniziato ad insegnarle come migliorare ulteriormente il tiro con l'arco, soprattutto ora che da un bel po' non prendeva vere lezioni con un istruttore anche per via delle precarie condizioni economiche della sua famiglia, anche se si stava riprendendo. Fortunatamente, suo padre le mandava ogni mese dei soldi da Parigi che suo fratello non voleva ma che lei accettava volentieri; non tanto per lei, quanto più per aiutare la sua famiglia.
Ora, arco in spalla, stava andando dalla sua amica che l'aspettava al porto e non vedeva l'ora di raccontarle tutte quelle novità che erano successe, a partire dal suo strano fidanzamento che aveva cercato di togliersi dalla mente, viste le complicanze e visti i suoi sentimenti confusi per un altro ragazzo.
Voleva già bene alla denrisiana e con lei passava momenti spensierati, non la criticava né giudicava in niente e lo stesso faceva Emma; forse per quello erano amiche: erano uguali seppur diversissime, ma funzionavano. La biondina non vedeva l'ora di giungere al porto, nonostante lo studio per i MAGO sempre più imminenti e la sua conseguente preoccupazione per come sarebbero andati. Non pretendeva certo di prendere tutte E, ma sperava di arrivare almeno ad una O, impegnandosi al massimo delle sue possibilità. Era sicura che i suoi docenti avrebbero premiato anche l'impegno e non solo il rendimento vero e proprio. O almeno ci sperava.
Quando vide Joanne seduta su quella panchina, sorrise e si avvicinò dapprima silenziosamente, come a non voler disturbare la sua contemplazione dell'infinito leopardiano.
Alla fine, comunque, le parlò e la salutò, andando a sedersi affianco a lei. Si sentiva tranquilla, quel pomeriggio, non immaginava di certo cosa sarebbe successo di lì a poco.
Non so, sai. Non si può usare il cellulare e non ci sono mezzi oltre i chocobo ma... penso che ci sia anche qualcosa di positivo in questo. Come se appena lasciassi Londra -od Hidenstone- ti ritrovassi completamente immersa nel passato, senza nessun tipo di inquinamento. Eccolo lì, il suo lato ottimista che usciva fuori quasi prepotentemente, quel lato predisposto a vedere tutto a colori sgargianti, mai una chiazza di nero, mai un aspetto negativo. Emma era così, credeva che ci fosse sempre del buono in tutto e tutti. Un arco nuovo? Wao! Il mio è apposto, me lo hanno regalato i miei ma avrei bisogno di frecce... dove sei andata? Domandò, curiosissima, alzandosi in piedi per dirigersi nel posto indicato dalla ragazza, almeno finché non si avvicinò un gruppo di ochette che iniziò a prenderle in giro. Emma strinse l'impugnatura dell'arco, mentre le parole di Nathan le tornavano chiare alla mente. Doveva essere forte e coraggiosa. Lei era forte e coraggiosa. Glielo aveva detto diverse volte, il suo migliore amico, e lui ci credeva. Avrebbe dovuto crederci anche lei. Non disse niente e si piazzò davanti a loro, incoccando una freccia e tendendo la corda fino al massimo delle sue possibilità, quindi lo rilasciò e la freccia iniziò a viaggiare precisa, sfiorando di un soffio l'orecchio di colei che aveva parlato, probabilmente procurandole un piccolo graffietto. Non aveva idea di dove avesse trovato la forza per ribellarsi in quel modo, ma lo aveva fatto. Chi è la sfigata ora, mh? Sicuramente anche Thomas sarebbe stato fiero di lei!CODICE ROLE © dominionpf. -
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.Emma LewisC'erano tante cose che la piccola Emma non capiva nel mondo, una di queste era certamente il bullismo. Non si capacitava di come delle persone volessero ferire altre persone sia verbalmente che fisicamente senza una reale motivazione. L'autodifesa era un conto, ma Emma e Joanne non avevano mai fatto nulla per meritarsi un trattamento del genere. La biondina era sempre gentile con tutti, pronta a dispensare sorrisi e belle parole, vedendo il lato positivo di chiunque. Joanne forse era un po' più chiusa, ma ciò non significava che fosse una cattiva persona e che facesse del male agli altri. Quindi proprio non riusciva a trovare un motivo che spingesse quelle ragazze a trattarle così. Ferivano più le parole che la spada e certa gente sembrava approfittarsene fin troppo, cercando di demoralizzare e buttare giù gli altri forse per un proprio scompenso emotivo, forse perché erano invidiose di vedere come stessero bene con sé stessi. Erano sempre questi i motivi che aveva lei usato negli anni per "giustificare" il bullismo, ma ora era cresciuta, attorno era circondata da persone che in un modo o nell'altro, avevano sempre cercato di farle tirare fuori le palle, di farla lottare perché nessuno riuscisse a metterle i piedi in testa ed alla fine, forse, ci stava riuscendo. Qualcuno aveva usato modi più garbati come Nathan e Aaron, qualcun altro aveva usato terapie d'urto come Blake, ma alla fine si ritornava allo stesso punto: doveva farsi valere. Voleva dimostrare come anche lei potesse essere una tigre, difendendosi a dovere. Fu proprio per quello che mirò alla ragazza, calibrando il tiro in modo che si graffiasse leggermente una guancia ma non che si facesse troppo male. Una sorta di avvertimento. A seguito del tiro, si girò verso Joanne al suo complimento e sollevò il pollice, con un sorrisetto. Non era sicura che la violenza fosse la scelta giusta, anche se non aveva fatto nulla di che, ma quelle ragazze non si meritavano altro.
Questo dannato arco ha affrontato sfide che tu, dall'alto del tuo piedistallo di stupidità, non hai mai nemmeno sognato. Fu la risposta secca di Emma, mentre il suo sguardo di ghiaccio si faceva ancora più serio e duro.
La ragazza in questione sfoderò la bacchetta, mentre una sua leccapiedi tirò un sacco -anche ragionevolmente grande- in loro direzione, anche se nulla poté contro il protego di Joanne. Infatti, si schiantò contro la barriera, cadendo ai loro piedi come se fosse fatto di gommapiuma.
Waaa grazie, ma è merito anche tuo che ti sei impegnata! Quel protego è stato fantastico! Si complimentò in quella situazione tendenzialmente critica, quindi tornò ad incoccare una freccia, mirando stavolta all'occhio della capo branco. Che dici, stavolta facciamo sul serio, Jo? Potremmo mirare alla faccia, allo stomaco... Propose, con una sicurezza che non le apparteneva. In cuor suo, sapeva che non le avrebbe mai ferite in modo grave, ma di questo, loro non potevano esserne certe. Vi conviene lasciarci in pace, se non volete passare grossi guai con i prefetti, con gli insegnanti o, peggio, con gli auror. Minacciò con grande sicurezza, forte del fatto che fosse amica di quasi tutti i prefetti e che una persona autoritaria come Olwen fosse il suo capocasata, oltre al fatto che conosceva Thomas, da qualche mese diventato auror a tutti gli effetti, che era stato un tirocinante di Xander -a sua volta cugino di Lance- e che non ci avrebbero messo davvero poco a passare dalle parole ai fatti, poiché il bullismo non era qualcosa da prendere alla leggera ed andava punito anche legalmente.CODICE ROLE © dominionpf. -
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.Emma LewisEmma non si stava riconoscendo più, in quel momento. Non era da lei pensare o dire certe cose nemmeno ai bulli, ma quel giorno non avevano aggredito solo lei, ma anche una sua amica e la biondina odiava chi se la prendeva con i suoi amici e poi le parole di Nathan le tornavano in mente ogni volta che pensava di provare paura o di essere remissiva; non poteva permettere alla paura di controllarla. Non è sbagliato provare quel sentimento, è ciò che rende umani, ma era lei che avrebbe dovuto controllare la paura. E così stava facendo, provando a farsi valere nella speranza che qualcosa prima o poi potesse cambiare, che non fosse più bersaglio di stupidi ragazzini che si credevano meglio degli altri e per sentirsi grandi, sminuivano chi all'apparenza più debole.
Si voltò verso Joanne, puntando i suoi occhi azzurrissimi su di lei, accennando un mezzo sorriso. Lei non avrebbe mai davvero attaccato, era solo per spaventarle... ma non sapeva come l'amica denrisiana avrebbe potuto reagire e non era sicurissima che avrebbe voluto scoprirlo. Continuò la conversazione comunque a muso duro come se non stessero parlando di una cosa abbastanza atroce.
La bocca è meglio di no, potremmo perderci le sue urla! E rabbrividì da sola al suono che aveva quella frase che di norma mai e poi mai avrebbe pronunciato e non di sicuro a cuor leggero.
Le minacce parevano star funzionando e trattenne il fiato quando la ragazza sollevò l'arco, puntando proprio alla mano di una delle ragazze. Quasi morì soffocata quando la freccia venne davvero scoccata con una mira ineccepibile, conficcandosi con terribile precisione, proprio al centro della mano del capo branco. JOANNE squittì Emma, precipitando nel panico più assoluto, iniziando a girare in tondo su se stessa come una trottola. Dovrei chiamare Olwen? O forse Ensor? No no Ensor meglio di no, che altrimenti le dà il resto... forse Erik? O Jesse... o Lilith... o Mia... UN PREFETTO INSOMMA! Piagnucolò, cercandosi freneticamente nelle tasche come alla ricerca di bende e garze, manco non fosse in possesso di una fottuta bacchetta magica. Alla fine, però, lasciò perdere e le braccia le caddero lungo il corpo.
L-Lasciami vedere la f-ferita... stava dicendo, ma un urlo atroce della ragazza in questione, seguita dalle sue amiche oche, le perforò i timpani ed il resto della frase le morì tristemente in gola, mentre le ragazze scappavano a gambe levate. Giustizia era stata fatta, anche se non in modi che Emma approvava pienamente.
S-Sì. Si chiama Thomas iniziò quando l'altra le rivolse la parola, lasciando quindi cadere il discorso "tentato omicidio", anche se avrebbe avuto molto da ridire. Lo avrebbe detto ad Olwen? Forse, ma non per fare la spia... voleva solo pulirsi la coscienza. Lui conosce un auror molto importante al Ministero e sicuramente molto influente. Thomas lo stima e sono sicura che lui stimi Thomas, sicuramente interverrebbe se lui glielo chiedesse. E spero anche io di incontrarlo. Cioè, l'ho visto a Capodanno ma voglio anche chiedergli un autografo e magari una foto... pigolò, sistemandosi dietro la schiena anche il suo Spider, sorridendo ancora incerta e tornando a sedersi sulla panchina, le gambe che tremavano. È molto carino, questa estate a Parigi ci siamo quasi baciati ma... ho il ragazzo, non posso ormai non stava più nemmeno parlando con l'altra, confusa più che mai sui propri sentimenti.CODICE ROLE © dominionpf. -
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scheda | joanne nilsson | statistiche
Aveva 24 anni ed era una densieriana. Era stufa di essere vittima di qualcosa che non le apparteneva. Aveva semre avuto un forte spirito di sopravvivenza, aveva sempre avuto carater e coraggio ed era veramente ed assurdamente stufa di utilizzare le buone. Aveva lanciato quela freccia sulla mano solamente perchè sapeva di centrarla e se si fosse fatta male,o morta dissanguata lei era pronta a prendersi qualsiasi tipo di responsabilità. Se Emma come mentori aveva Lance ed Natha, lei aveva avuto a che fare con la caria e con persone che non perdonava, e sopratutto con i densiriani che odiavano le persone deboli quasi classificandole come emarginati. Joanne era grande e sapeva come funzionavano le cose su quell'isola, si era semplicemente prefissata da sola il limite da non oltrepassare e quel giorno lo aveva fatto. Non voleva uccidere nessuno ma voleva che fosse chiaro che da quel momento in poi chiunque le avesse dato fastidio avrebbe ritrovato una freccia infilata nel suo corpo senza neanche troppe remore. Quando sentì Emma urlare il suo nome nel panico, Joanne sogghignò quasi soddisfatta. Non morirà e non serve chiamare nessuno. Sono io che ho scagliato la freccia ed io non sono una studentessa di Hidenstone. Non mi interessa esserlo e qualsiasi cosa dicano i professori o i prefetti di quella scuola, sinceramente, non mi importa. Lo disse con estrema calma e dolcezza. Emma era la sua unica amica e non aveva nessuna intenzione di perderla. Le voleva veramente bene e non voleva che le accadesse niente. Proprio per quello era stata così incisiva. Rebecca gli aveva detto più volte che doveva credere in se stessa che la sua credibilità era lo specchio di quello che lei voleva che gli altri vedessero ed era stufa di tutto quello. Aveva incontrato Evelyn, una giornalista, che con lei non solo si era comportata bene, ma era stata anche gentile e le aveva fatto capire che lei meritava degli amici e di essere sicuramente felice. Non voleva sprecare quell'occasione. Si avvicinò alla ragazzina una volta che le tizie furono scappate, si mise l'arco dietro la schiena e posò entrambe le sue piccole mani sulle spalle della bionda. Emma le persone sono sempre artefici del proprio destino. Quella ragazzina starà bene. Le sorrise ancora e poi ridacchiò per quello che disse. Thomas. Eh si da come ne parlava non sembrava poi tanto un amico quel Thomas. Le sorrise ancora comunque e poi si strinse nelle spalle. Se non ti piace questo ragazzo o non ti fa stare bene come vorresti puoi sempre lasciarlo e metterti con questo Thomas, o comunque essere libera. L'amore è una cosa serissima! Aggiunse poi sorridendole ma con tono serio. Lei ci credeva davvero e non avendo mai avuto nessun ragazzo, un pò per mancanza di tempo un pò perchè non aveva realmente mai trovato nessuno che la prendesse come doveva, alla fine si era sempre fatta un'idea un pò utopica di quella che poteva essere l'amore della sua vita anche se in quel momento... Scosse il capo. No. Non voleva pensare a quel cretino di James. Non era giusto. Guardò comunque l'orario. Mi dispiace lasciarti così, ma devo scappare, i miei rientreranno in fattoria tra pochi minuti e se mi trovano di nuovo fuori passerò veramente un bruttissimo quarto d'ora! Le scoccò un bacio sulla guancia ed andò via correndo verso quella che era la foresta ed ancora più verso la sua fattoria. Si girò verso la bionda per farle un bel sorriso ed urlare un Alla prossima biondina! Così dicendo sparì verso la sua fattoria..