Sono un auror, fatemi passare

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    Alexander Olwen | Auror
    Agosto si stava rivelando un mese estremamente complicato e forse l'auror più affascinante del Ministero aveva commesso un errore a terminar le sue ferie nel mese di luglio. Sì, insomma, chiunque avrebbe preso in considerazione la possibilità che i propri colleghi potessero prendersi le ferie nella settimana di ferragosto, ma non Alexander. Quindi mi state dicendo che anche quei poveracci hanno una vita privata? Tutto ciò era inconcepibile, davvero non si rendevano conto che lavorando di più avrebbero permesso al mondo di goder di più tempo in compagnia di Alexander Olwen? Certo che no, io l'ho sempre detto che i bifolchi sono egoisti.
    Tutto ciò portò a delle conseguenze: Alexander fu costretto a trovar un modo di divertirsi a Londra o nelle vicinanze e qualche giorno fa in una locanda aveva sentito parlar bene de La vie en Rouge. Il nome del posto era raffinato, doveva ammetterlo, tuttavia gli standard dell'influencer erano assai alti.
    Non sapeva di preciso che ore fossero, ma sicuramente mezzanotte era passata già da un po'. Voleva arrivare prima, ma per strada ebbe vari contrattempi, ma in fin dei conti ciò poco importava, dopotutto il divertimento non cominciava sul tardi? Varcato l'ingresso si ritrovò di fronte alla hall e, respirando, le narici percepirono un forte sentore di vaniglia e caramello. L'occhio si spostò sui divanetti. Non erano dozzinali e ciò fu sicuramente un punto a favore, poi fece caso alle cameriere e fu allora che si inumidì le labbra. Cazzo, sono nel posto giusto.
    Perdoni il disturbo, sono un auror. Fu allora che tirò fuori il distintivo. Ovviamente il moro non aveva idea di cosa accadesse realmente all'interno della locanda, quello era semplicemente il suo modo per scavalcare la fila. Ho bisogno di parlare con la proprietaria. Urgentemente. Il tono era serio e non lasciava presagire niente di bello. Se chi aveva davanti avesse provato a far resistenza, il moro avrebbe insistito finché non avrebbe avuto il suo incontro.
    Solo quando si ritrovò di fronte a qualcuno che sembrava quanto meno essere il capo o comunque un pezzo grosso del locale avrebbe nuovamente tirato fuori il distintivo. Alexander Olwen, auror. Sguardo serio, impassibile. Ho una domanda per lei. Fece per guardarsi intorno e avvicinò il proprio viso a quello dell'interlocutore. Sono appena uscito da lavoro e mi hanno consigliato questo posto. Può dirmi come funziona? E, sì, insomma, se può farmi saltare la fila. Un auror assolutamente esemplare.


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    Uno di quei giorni caldi, ma veramente caldi, che Alyce non sopportava nemmeno la presenza del suo stesso respiro, figurarsi quello degli altri: questo era il giorno in cui stava vivendo oggi. Un giorno di agosto che pareva non avere mai fine, soprattutto se l'inizio della giornata era la notte, la quale era molto lunga, soprattutto quando la si passava a lavorare.
    Tuttavia, Alyce aveva un lavoro che non le dispiaceva per niente, doveva ammetterlo: alcol, sesso e tanto altro giravano nel suo locale, talvolta con dei clienti un po' particolari, ma pur sempre dei clienti che pagavano e da quando gestiva il Rouge le sue economie avevano visto delle cifrette a dir poco divertenti. Senza contare che molti erano i passaggi dell'Acromantula che aveva trovato nel Rouge un posto dove poter stare, senza troppo preoccuparsi di essere scoperti. Insomma, la maggior parte dello Staff di quel posto aveva un legame con l'attività criminale, ma lì, nessuno si rendeva conto di quanto questo girasse intorno al locale.
    Lei era in una delle sue stanze preferite, quella sotterranea dove spesso aveva voglia di portarci qualcuno anche solo per il gusto di divertirsi, ma dove ancora non aveva fatto metter piede a nessuna innocua vittima. Stava pulendo l'attrezzatura quando la porta si spalancò e «Alyce, mi sa che di sopra abbiamo dei problemi...» - la ragazza dalla pelle ebano fece segnò si sopra, corrucciando appena le labbra, con il suo corpo perfetto che sembrava non voler tornare più dov'era prima. Alyce spostò il suo sguardo smeraldo sulla donna, quindi sbuffò, mentre una ciocca rossa, ribelle, le scendeva davanti al volto e lei lo soffiava via «Silene, la vita è fatta di problemi, ma non per questo io vengo da te a lamentarmi, non credi?» - la prosti-cameriera sollevò gli occhi al soffitto e sbuffò «Intendo un vero problema: un auror. Vuole parlare con te.» - beh, quello sì che poteva essere un problema.
    Alyce sgranò gli occhi, con quel luccichio che faceva intendere quanto quella fosse la scarica di adrenalina che aspettasse per risollevare quella giornata «Questo è interessante...» - sibilò come un cobra che ha trovato la sua preda, quindi superò a passi svelti la ragazza, lasciandola giù e con in mano la pezza con cui stava pulendo la stanza e risalì al piano della Hall

    «Finiremo per combinare guai.
    No, adesso ci divertiamo un pochino.
    Nono, sono sicura che adesso combineremo un gran casino.
    Sei una noia mortale.
    Tu sei una pazza, invece.
    Tu dici?»
    - le voci della rossa stavano discutendo come sempre, mentre avanzava nel percorso che la portava dall'auror.
    Rick e Rock erano rimasti nei pressi dell'auror, con le braccia incrociate a controllare che tutto andasse per il meglio, quando arrivò alle loro spalle, Alyce «Riposo ragazzi, va tutto bene.» - le mani affusolate accarezzarono le spalle dei due uomini, mentre si aprivano a sipario per far passare la ragazza.
    Xander si sarebbe trovato davanti Alyce in tutto in suo splendore: un top molto corto di pizzo nero, che lasciava scoperte le spalle e una buona parte di petto, le spalline scese e la pancia, sotto una minigonna a tubino, con uno spacco legato da dei nastri neri, dove si intravedeva il filo sottile dell'intimo, anch'esso nero di pizzo [x]. Ai piedi un paio di scarpe nere col tacco, che alla caviglia avevano una catena e tante altre corte che scendevano sul tallone. Guardò il distintivo cacciato e poi risalì lentamente agli occhi ghiaccio dell'auror, sorrise appena al suo presentarsi e annuì con il capo. Quando il ragazzo si avvicinò, lei rimase impassibile, come a voler dimostrare che non avesse alcun timore, né alcunché da nascondere.
    Quando Alyce capì quello che l'auror stesse chiedendo, quasi un ghignò le si disegnò sul volto da bambolina «Una richiesta davvero interessante, signor Olwen.» - mosse appena il naso, non le piaceva dover mantenere una certa calma, ma la posizione che ricopriva lì dentro era pur sempre rispettabile e per fare andare avanti la baracca doveva pur sempre metterci del suo meglio. Fece segno all'uomo di seguirlo, quindi sollevò una mano verso il bancone e alzò due dita, ad indicare il numero due, mentre si accomodava insieme all'auror presso uno dei morbidi divanetti poco più in là. Erano da soli, la privacy era il must di quel posto, quindi Alyce si mise comoda e accavallò una gamba che si scoprì appena nel movimento «Venga le offro da bere, nel frattempo... sono piuttosto curiosa di sapere cosa lei stia cercando, realmente. Insomma, qui si viene per molti motivi e...» - lo guardò di nuovo, con lo smeraldo che brillava d'interesse «... mi sembra molto stanco e provato, potrei solo immaginare cosa le possa servire, ma non vorrei azzardare troppo... avanti, mi dica. Potrei trovare una soluzione ai suoi problemi nel minor tempo possibile.» - un sibilo incantatore, dal tono basso e caldo, mentre attese che il ragazzo facesse la sua mossa. Voleva essere sicura che quell'auror non fosse venuto lì a crearle problemi
    «Finiremo in galera.
    Un auror ci manca nella lista dei trofei.
    Ma cosa dici! E' pericoloso.
    Non mi pare poi così nocivo, eh.
    Uffaaaaaaaa!»
    - il dualismo di quelle personalità era immenso, ma Alyce stava cercando di ragionare quanto più potesse, per non fare casini.
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    Alexander Olwen | Auror
    Come descrivere la rossa che giunse oltre Rick e Rock? Beh, era una rossa da urlo. Aveva i capelli di una tonalità estremamente diversa da quella di Airwen, più artificiale, ma non per questo meno di impatto. M-ma la conosco? Crucciò appena lo sguardo. L'aveva vista al Rainbow due anni fa e anche al campeggio estivo a Denrise. Si ricordava di lei? Assolutamente no, non avendo mai interagito. Mah, sarà stata una mia ex, sicuro.
    A ogni modo il look della proprietaria era estremamente provocante e di fronte a quello elegante e costoso di Xander formava un binomio a tratti grottesco, ma incredibilmente interessante.
    Aveva qualcosa in quel suo sorriso magnetico, non sapeva bene come fosse, ma non aveva una sensazione proprio tranquillissima. Forse perché le cameriere vestite a quel modo erano per lui una sorta di criptonite, forse perché quello era il tempio profano del proibito o magari era trascorso davvero troppo tempo dall'ultima volta in cui aveva scaricato la tensione. La seguì fino al divanetto numero due, aggiungendo alla loro conversazione una privacy fino ad allora negata. I due tizi che lo avevano trattenuto non erano più visibili e aveva quella tipica sensazione che qualunque cosa i due si sarebbero detti non sarebbe fuoriuscita da lì.
    Da bere mi lascio consigliare dalla padrona di casa. Mi piacciono i cocktail dolci, non troppo forti, instagrammabili. In fin dei conti era sempre un influencer e la tipica foto al bicchierone col liquido colorato non la facevi? A ogni modo era lì per altro, non per il bere. Alyce centrò il punto: Alexander era il protagonista e se era lì per cercar una via di fuga dalla monotonia doveva essere sincero, così la stessa rossa avrebbe potuto rassicurarlo sul fatto quello poteva essere il posto giusto per lui. Altrimenti? Non sarebbe accaduto nulla di male, avrebbe unicamente goduto di un cocktail offerto e della gradevole compagnia di una bella ragazza.
    I due ragazzi che ho sentito parlare del posto hanno fatto intendere come il servizio delle ragazze andasse ben oltre al semplice prendere ordinazioni e portar cibo e bevande al tavolo, giusto? In tal senso volevo sapere come funzionava qui. Si strinse appena le spalle, senza mostrare il minimo segno di esitazione a quelle parole. Insomma, erano nel nuovo millennio, erano trascorsi venti lunghi anni dall'alba dei 2000 e la popolazione doveva ancora farsi problemi a parlar liberamente di soldi offerti in cambio di favori sessuali?


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    Alyce stava facendo molti progressi a gestire la sua nuova attività, non c'era che dire. Alla fin dei conti, vestire i panni di una proprietaria di locale, era come recitare una parte e a lei non dispiaceva mica. Tuttavia, prima di decidere quale personaggio interpretare, vagliava i suoi clienti e le loro richieste: l'auror era una patata bollente e poteva essere controproducente averlo all'interno di quel posto. Alyce lo osservava, mentre lo aveva di fronte, al divanetto e cercava di apparire tranquilla. Alla fine era entrato in casa sua e poteva cacciarlo quando voleva se le cose si fossero messe in maniera errata.
    Sorrise alla sua richiesta e annuì appena, il cocktail sarebbe arrivato come lui desiderava, ma non era questo il momento.
    Gli affari erano piacevoli seduti ad un divanetto, con la privacy giusta e con una dose di alcol, quindi Alyce si mise comoda, accavallando la gamba e dondolando appena appena il piede appeso.
    Assottigliò gli occhi smeraldo, cercando di mettere a fuoco il suo volto e firmare le parole dell'auror, nella sua testa (altre voci, insomma, poraccia). Ancora un cenno leggero con la testa, poi un sorriso compiaciuto «Vedo che le voci corrono veloci in questo quartiere.» - il tono era basso, come se avesse appena espresso un pensiero a voce alta «Io potrei dirle come funziona qui, ma chi mi garantisce che poi... qualche suo amichetto non mi venga a piazzar storie sulle mie bambine - era chiaro che la rossa volesse assecondare le richieste dell'Auror, tuttavia le garanzie erano il primo passo verso un ottimo accordo contrattuale. Sollevò un sopracciglio, mentre Silene arrivava, passando attraverso entrambi i presenti, con il suo pantaloncino di pelle nera, estremamente corto che pareva più una culotte e il suo top - anch'esso di pelle nera - forse un po' troppo piccolo per mantenere la merce che trasportava sul petto. Diede le spalle all'auror e si chinò non preoccupandosi di mostrare il suo lato B al ragazzo, per poggiare i bicchieri sul ripiano. Alyce non disse niente e lasciò che il bicchiere fumante venne posato sul tavolo, mentre Silene si sarebbe voltata e con la coda dell'occhio avrebbe lanciato uno sguardo invitante a Xander.
    «Un cocktail speciale per lei, non è sul listino: il Bacio. Il barman dice di averlo dedicato a me, probabilmente è quel tocco di piccante che arriva alla fine, che rende il suo gusto dolce, un peccato per la gola.» - il suo parlare era lento e deciso, mentre afferrava il calice e lo alzava verso l'auror «C'è un modo per avere tutte le mie ragazze quando lei desidera... ma voglio una garanzia e io potrei anche farle un prezzo decisamente migliore di quanto lo venderei ad un semplice cliente. Mi pare chiaro che lei, di semplice non ha proprio niente, o sbaglio?» - azzardava ancora, avanzando la richiesta di quello che Xander poteva darle, con un minimo di sconto sulla sua tessera.
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    Alexander Olwen | Auror
    L'attenzione di Alexander Olwen era totalmente rivolta verso Alyce. La vie en Rouge era un locale alla moda, curato sin nei minimi dettagli e se tutto ciò che vedeva Alyce l'aveva costruito da sola, beh, allora sapeva il fatto suo. L'auror ascoltò le sue parole cercando di non far trasparire né una vena di malizia né una di compiacimento nel suo volto. Non capiva come mai quel genere di locali non fosse ben visto a Diagon Alley quando invece attività come quella facevano soldi a palate all'estero. E' proprio vero che siamo il Paese magico economicamente più avanzato degli altri, ma che poi ci perdiamo in un bicchier d'acqua.
    Poi vennero nominati possibili colleghi di Alexander, il quale fu costretto a far spallucce. Nessuno le garantisce che gli auror non si avvicineranno a questo posto. Insomma, come le ho avute io certe informazioni, pure loro potrebbero venirne a conoscenza. Ciò che posso garantirle è che io non ne farò parola con nessuno. Era una risposta sincera, in fin dei conti non aveva motivo di far chiudere un'attività a cui voleva partecipare come cliente. E le assicuro che non verrò a farvi visita quando sarò in servizio. Immediatamente lo sguardo si fece più provocante e la voce si sfumò appena. Anche se, se fossi in lei, vorrei che sia io a controllare questa zona, anche se sono in servizio. Non so se capisce ciò che intendo dire. Il senso era: meglio che mi occupo io di questa zona poiché so cosa accade e mi piace piuttosto che un altro collega. Ciò nonostante, soprattutto in questi termini alla rossa sarebbe convenuto aver l'auror dalla sua parte piuttosto che contro. Insomma, altrimenti avrebbe dovuto impegnarsi per coprire il lavoro delle sue bambole, avrebbe potuto mettere a rischio la riservatezza dei suoi clienti oppure trovar un modo di liberarsi di Xander, ma se ciò fosse accaduto sicuramente gli auror avrebbero controllato quella zona per prima e magari al posto di un vanitoso Olwen si sarebbe ritrovata davanti a un uomo inflessibile e votato alla giustizia.
    Il discorso venne messo un attimo in pausa, giusto il tempo di accomodarsi e ordinare un cocktail. Il bacio. Spero sia buono tanto quanto il nome, altrimenti ne resterei deluso. Sì, insomma, creare aspettative era una vera arma a doppio taglio. Poi si tornò a parlare di ciò che al moro interessava davvero: le ragazze.
    Ci tengo a mettere le cose in chiaro: per me pagare non è un problema e non ho bisogno di nessun prezzo speciale. L'unica cosa a cui tengo, come le ho detto, è essere soddisfatto. Se ha fiducia nelle sue ragazze e nelle loro capacità sono certo che non avrà nulla da temere e io stesso mi batterò per impedire che questo locale venga chiuso. Se così non sarà, invece, non farò proprio nulla, tanto meno ostacolare la sua attività. Tutto quel parlare però gli fece venire in mente un'idea. Afferrò il proprio magifonino e fece l'accesso su instagram, mostrando l'esorbitante numero di followers. Proprio in quel momento giunse una cameriera decisamente gnocca e non si fece problemi a mostrare le sue curve mentre poggiò il cocktail sul tavolo.
    Anziché un prezzo di favore gradirei essere invitato come ospite speciale durante la prossima serata del locale. Fate serate, vero? Diciamo che amo pavoneggiarmi e in tal senso ci guadagnerebbe anche la sua attività in termini di pubblicità. Voleva pubblicità? Sarebbe stato strano un rifiuto a una simile proposta. A ogni modo tirò fuori il proprio portafogli. A ogni modo risolviamo subito la questione denaro. Quanto le devo per i servizi a cui sono interessato? E nel caso anche qui, come funziona? Prendete i nominativi o avete una tessera?
    Fu allora che assaggiò il bacio. Come disse Alyce risultò leggermente piccante alla fine, la gradazione alcolica non era eccessiva e lasciava un buon sapore sulle labbra. delizioso.


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    Il bivio era alle porte, ormai. Nemici o amici.
    Questa era la scelta e Alyce sapeva perfettamente che avere un auror tra i suoi nomi poteva essere una garanzia, ma anche un pericolo. Tuttavia, gli affari sono affari. Ascoltò con attenzione quello che Xander disse e annuì leggermente «Non tutti i suoi colleghi apprezzano il piacere, signor Olwen» - commentò sibilante, mentre si mordeva il labbro inferiore ricordandosi che quella situazione poteva essere scomoda, qualora fosse entrato un suo collega al momento «Son certa che averla in zona, sarebbe sicuramente meglio di vedere altri auror storcere il muso qui davanti. Chissà poi perché... Sono tutti così... freddi... Lei invece...» - inclinò il capo a guardarlo da testa a piedi «... sembra essere diverso.» - un complimento? Forse, tuttavia Alyce era davvero curiosa di sapere cosa avesse di particolare quell'auror, rispetto ai suoi colleghi.
    Sorrise al commento sul cocktail, quindi lo invitò ad assaggiare con un cenno del capo e lei fece lo stesso.
    «Fiducia nelle mie ragazze, dice? Uh, signor Olwen, avrà anche lei fiducia in loro.» - alzò il braccio e schioccò le dita, come a voler richiamare qualcuno. Il patto era chiaro, quel locale non doveva essere chiuso, no? Rise, poi, alla sua richiesta «I miei clienti speciali, hanno sempre in anticipo gli inviti alle nostre serate. Lei sarà il primo, glielo assicuro e avrà un posto d'onore e ... la nostra stanza migliore.» - nel frattempo Silene era tornata «Il suo nome sarà nel mio registro personale, dove non hanno accesso nemmeno i miei stessi dipendenti. La sua tessera sarà discreta e sembrerà un semplice bigliettino da visita. Lo mostrerà al bancone e verrà portato nella stanza che preferisce, ordinando... chi preferisce. Senza limite di entrate, né di ragazze.» - posò il bicchiere «Tornando alla fiducia, una volta conclusa la trafila, Silene sarà lieta di farle vedere le nostre stanze private e... accoglierla per darle il benvenuto nel nostro club. Sempre se ... non ha troppo da fare...» - Silene puntò lo sguardo su Xander, mentre lentamente la lingua passava sul contorno delle proprie labbra. «I suoi 50 Galeoni può lasciarli a Silene, può metterli ovunque lei desidera... a me deve solo dare il suo nominativo.» - ghignò appena «Confermiamo?» -
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    Alexander Olwen | Auror
    Alexander Olwen ancor prima che auror era un ragazzo caratterizzato da un gigantesco egocentrismo e tutto sommato adorava essere considerato in maniera diversa rispetto ai suoi colleghi musoni e votati a Madame Giustizia. Oh, guardi, non lo dica a me. Secondo me la maggior parte dei miei colleghi hanno subito ingiustizie da piccoli, sono cresciuti frustrati e ora sfogano la rabbia accumulata andando in giro a dire tu non puoi fare questo. In una sola parola? Che palle! Nonostante fosse un ambiente di musoni, Xander doveva sopportarlo. Ovviamente non perché necessitava di soldi, se fosse stato per quello avrebbe potuto pur vivere di rendita grazie ai soldi della sua famiglia, ma era figo andar in giro e dire io sono un auror. Anche in quell'occasione, infatti, lui stava scavalcando una fila e parlando direttamente con la proprietaria grazie alla propria professione e dopo anni si era cominciato ad abituare a simili vantaggi.
    Allora mi assicurerò di occuparmi io di questa zona. Affermò con aria disinvolta, concentrandosi poi sulla bevanda che gli era stata offerta. Tutto sommato in quell'ambiente si sentiva coccolato. Alyce gli stava facendo domande inerenti al proprio lavoro, poi un complimento inaspettato e poi doveva essere detto, trascorrere del tempo in compagnia di una bella ragazza non era mai spiacevole. Voglio la vostra stanza migliore. Affermò con un tono più serio dopo che Alyce l'aveva nominata. Non l'aveva vista, non sapeva com'erano fatte le altre, ma la voleva. Insomma, mi merito il meglio, no? Un sorriso borioso si stampò in volto mentre si lasciò sprofondare nella pelle di quel divano. Silene intanto era tornata. Xander le rivolse uno sguardo ammiccante, finendo di bere poi il drink che gli era stato preparato. Ho appena staccato e, sinceramente vi dico, non ho intenzione di andare da nessuna parte. Si alzò in piedi, ripose il portafoglio in tasca e allungò la destra in direzione della proprietaria. Confermiamo. Sono Alexander Olwen e se possibile vorrei che il mio nome sul tesserino fosse color oro. Scelta banale? Certo che sì, ma Xander quando si parlava di se stesso era sempre stato in tipo pomposo. Se non ci fosse stato dell'altro, avrebbe seguito la ragazza che si era avvicinata verso le stanze.
    Improvvisamente la stanchezza accumulata a causa del lavoro pareva essere scomparsa.


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    Non poteva che concordare con quanto appena detto «Se solo sapessero cosa si perdono a rilassarsi un po'» - roteò gli occhi sbuffando, poi si ricompose. Sorrise compiaciuta a quello che disse riguardo il territorio intorno al Rouge poi sibilò ancora «Ti lascerò il mio numero, così potrai avvisarmi quando sei in zona e ti preparerò un ottimo dopo-lavoro.» - ghignò appena, in fondo era quasi divertente parlare con quel ragazzo, nonostante la sua carica.
    Chissà cosa ne avrebbe pensato Damien ad avere un Auror sul libro dei tesserati del Rouge. Ma questo era roba che non importava adesso, visto che era arrivata alla fine di quell'accordo niente male.
    Rise alle sue parole e lanciò uno sguardo a Silene «Fa' in modo che abbia tutto quello che desidera. Il suo piacere è il tuo dovere.» - fu imperativa, mentre lo sguardo si fece serio e quasi professionale.
    Silene si sarebbe prodigata per lui, nella stanza più grande e accessoriata, così come le consumazioni che sarebbero state offerte dalla casa, come benvenuto al club.
    Una volta terminata la sua permanenza, avrebbe incassato i suoi 50 Galeoni e poi avrebbe consegnato la sua tessera socio.
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