Un Contrabbandiere ed un'Occultista si reincontrano a notte fonda!

Sélène&Hedwin

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    Sélène Du Marais
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    La mia vita, negli ultimi tempi, stava andando davvero, ma davvero, da schifo: durante l'attacco a Dubai, la festa di laurea di Monsieur Barnes era stata rovinata, avevo rischiato di farmi rubare il corpo da parte di uno spettro, e per aver lanciato una Maledizione Cruciatus, anche fallimentare, ero stata denunciata, e non sapevo se sarei finita o meno sotto processo; all'inaugurazione del mio negozio ero sì, riuscita a vendere l'Horcrux di Herpo il Folle, ma al contempo mi era arrivato un messaggio da quei vermi schifosi dell'Acromantula Scarlatta, proprio alla fine dell'asta, dove mi minacciavano di prendere l'Horcrux a Hedwin. Seppur da tutti questi guai avessi tratto una pista per un artefatto oscuro interessante, ed una probabile buona parola in un eventuale processo, tutto questo non diminuiva di certo tutta la pressione posta su di me, a riguardo della quale, in ogni caso, avevo già in mente un modo per gestirla: il caro Hedwin, il proprietario del Paiolo Magico, era colui che aveva vinto l'Horcrux, il suo legittimo proprietario, ed era quindi lui il bersaglio dell'Acromantula, oltre a ciò, avevo ben inteso che avesse dei giri illegali o comunque nel sottomondo del Mondo Magico, che avrei potuto sfruttare per sapere di più a riguardo del nominativo che avevo strappato allo spettro; avrei potuto prendere due piccioni con un vecchio pervertito insomma, ma per arrivarci avrei dovuto vederlo in privato, eh beh, mi ero organizzata anche in quel senso.
    Avevo visto, negli ultimi giorni, girando per Diagon Alley e la vicina Nocturne Alley, che uno dei numerosi figli di Hedwin, lo stesso che si era portato dietro all'inaugurazione, faceva molto spesso un determinato giro, e chi, meglio di un figlio, per consegnare a Hedwin un messaggio da parte mia? Studiai il suo solito percorso, e, una volta fatto ciò, individuando un luogo ove c'era meno gente, e dove sarei passata meno osservata, lo intercettai, dandogli un messaggio per il padre:

    Monsieur Keratack, ho da discutere con voi di questioni decisamente importanti, da soli. Le lascerò libero accesso al camino del mio negozio questa sera all'1:30 precisa, così che possa arrivarci tramite i canali della Metropolvere.
    Non manchi, è una questione urgente.
    Sélène

    Assieme a quel bigliettino, che si sarebbe incenerito una volta letto dal destinatario, lasciai al figlio di Hedwin anche un sacchetto di polvere volante, facendolo poi andar via, con la gentile minaccia di fargli patire le pene dell'inferno tramite la sua bambola voodoo, se non avesse consegnato quella missiva a Hedwin il prima possibile... un bluff detto con una tale faccia da Poker, che sarebbe stato decisamente impossibile per il ragazzo dire se stessi mentendo o meno, enigmatica com'ero solitamente.
    E così, eccomi lì, un minuto prima dell'orario concordato, ad attendere che il caro Hedwin facesse la propria comparsa dal camino: avevo abbassato delle persiane lungo le grandi finestre del negozio, cosicché neppure un minimo di luce fossi visibile all'esterno, in modo da coprire la venuta del mio ospite che sarebbe di sicuro stata accompagnata da una vampata di fuoco verde; il negozio era sempre lo stesso, unicamente illuminato dal gran lampadario in cristallo che svettava trai numerosi coltellacci e attrezzi pendenti dal soffitto, mentre un silenzio tombale regnava nella stanza, con me che mi mordevo il labbro, decisamente nervosa, Credi che il vecchiaccio di merda si farà vivo? Mi domandò quindi Donovan, la solita testaccia voodoo appesa per i capelli al soffitto dinnanzi all'ingresso. Non replicai, rimanendo solo in silenzio ed in attesa: era scoccata l'ora dell'incontro.

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    Hedwin Keratack
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    PWOOON!


    All' una e mezza precise, un fiume di fiamme verdi vorticò in quel preciso camino di Nocturne Alley e delle braccia si aprirono fra i lembi di fuoco smeraldini.
    -Sélène cara!-
    Un elegante vestaglia di seta multicolore brillava sul vecchio corpo nascondendone a fatiche le rotondità.
    Hedwin non aveva con sé la vecchia Bessy, il suo solito bastone esagerato, ma sapeva attirare l'attenzione anche senza. Delle pantofoline glitterate salutavano la sala di Sinister con le loro punte all'insù; tipiche della moda Araba.
    -Quale piacere vederti!- La faccia paffuta era aperta in un sorriso.
    In pochi e veloci passi la strega fu raggiunta, abbracciata e baciata sulle guance, salutata insomma, se lei lo avesse permesso, da amica di vecchia data. La vestaglia frusciava ad ogni movimento come sabbia di un deserto ventoso.
    Ritratosi con velocità da questi convenevoli, sempre con il suo sorriso malato ben stampato in volto, si guardò in torno. -La solita bettola inquietante di sempre- tirò fuori da una delle tasche fluorescenti un pacchetto di noccioline babbane; la confezione era di un verde abbagliante -Però devo ammetterlo, rispetto al Sinister di vent'anni fa è tenuto molto meglio.-
    Con un sonoro schiocco la confezione fu aperta ed Hedwin iniziò a cibarsi così velocemente che la strega avrebbe fatto fatica a fermarlo. -Perché tutta questa urgenza?- Pezzi di nocciolina volavano dalla bocca mentre i denti pestavano e ripestavano impastando la bocca e la frase appena detta.
    -Poi così all'improvviso!- Con l'unghia dell'indice cercò di liberare un pezzo di cibo incastrato fra gli incisivi. La nocciolina fece resistenza -Mhhhm!- ma con un colpo di polso l'unghia riuscì a scardinare il frammento marroncino che volò sconsolato sul labbro inferiore.
    La lingua passò famelica e la mano fu pulita sulla seta da centinaia di galeoni.
    -Alla fine è dal 30 Aprile che non ci siamo più sentiti, pensavo non fossi più intenzionata a riscattare il resto della mia offerta.- Frase chiusa con un sorriso malefico.
    All'Inaugurazione di Sinister le aveva lasciato un sacchetto colmo di galeoni che nemmeno la pancia di una donna incinta, ma c'era qualcosa di ben più alto valore che era stato promesso a Sélène.
    Uno sguardo intenso fu rivolto agli occhi scuri di lei -Poi, mi confermi che quelle stramaleddete bambole vodoo sono state distrutte?-
    Ovviamente si riferiva al "sistema di antifurto" dell'evento di 2 mesi prima. Sistema che la strega aveva ripescato nella minaccia fatta ad Harry.
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    Sélène Du Marais
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    Ed ecco che, senza neppure dare il tempo a Donovan di concludere la propria frase, un vortice di fiamme smeraldine si accese prepotente tra le tre mura del camino, rivelando la figura di Hedwin in tutto il suo acciaccato splendore, Come non detto, non si trattenne dal commentare quindi la testa voodoo, rimanendo di lì in poi silente.
    Buonasera Hedwin, replicai quindi io, colta poi di sorpresa dal suo abbraccio, non riuscendo a scansarlo, al contrario dei suoi baci, che fermai con l'indice destro, poggiato sulle sue labbra arricciate e pronte a stamparsi sulla mia guancia, che prontamente allontanai con gentilezza, sciogliendo di fatto anche l'abbraccio, Non esageriamo con le smancerie, Mon Cher, continuai quindi io, con un lieve sorriso, che mal nascose l'ansia e lo stress generale che stavo provando in quel periodo. Non replicai ai suoi commenti in merito alle condizioni del negozio, seppur apprezzassi il fatto che mi considerasse meglio rispetto al precedente proprietario, e passai quindi al dunque della questione che volevo trattare: Innanzitutto, Mon Cher, posso rassicurarti: la storia delle bambole voodoo è ormai un ricordo; le ho distrutte tutte dopo la serata dell'inaugurazione, ma a quanto pare sono riuscita davvero bene a nasconderlo, se la minaccia al tuo figliolo ti ha fatto accorrere qui, dissi io, lanciandomi quindi in un lieve risata maligna, In ogni caso, il motivo di questa chiamata improvvisa, beh, è tutt'altro che roseo: tra possessioni spiritiche, e cavilli legali con il Ministero per un Crucio che mi hanno sentito lanciare, non ho avuto modo di contattarti prima, ma ciò che devo mostrarti, diciamo che è della massima urgenza, almeno per te, continuai, dirigendomi poi al bancone, ove, aperto un doppiofondo in uno dei cassetti, tirai fuori il biglietto che mi era giunto la sera dell'inaugurazione, in cui la dannata Acromantula minacciava di prendere a Hedwin l'Horcrux.
    Glielo porsi, seria, e, dopo avergli lasciato il tempo di leggerlo, ecco che avrei preso parola ancora una volta: Come hai potuto leggere, praticamente ti dichiarano guerra per il possesso dell'Horcrux che hai ricevuto da me, mi dispiace di averti messo in un tale casino, sentenziai, Volevo assolutamente avvisarti, ma prima di oggi non vi sono riuscita, e, vedendoti così tranquillo, dubito che quelli dell'Acromantula si siano mossi, solo, sta in guardia dinnanzi a qualsiasi stranezza tu possa riscontrare nel tuo pub, conclusi quindi io, lasciandogli il tempo di metabolizzare il tutto, e di replicare.

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    Hedwin Keratack
    Paiolo Magico 71 anni
    Un indice si trasformò in un formidabile cartello di stop, ma, con la rapidità del vento, le labbra di Hedwin baciarono quel dito da Venere Africana.
    Fatto quello si lasciò spingere via. La veste frusciò come un onda. Malgrado il sorriso concessogli captò del malessere, ma a parte i suoi comportamente, ben immaginava quali fossero i crucci della strega.
    Entrambi gli indici ed i medi piegarono sulle maniche colorate e poi il corpo si piegò nel teatrale inchino di un vecchio insolente, stampato sul volto il sorriso di un giullare graziato dalla propria regina. -Come preferisci tu o dolce e frigida collega-
    Collega, sì. Da quel fatidico "l'Horcrux, va in mano al qui presente Hedwin Keratack, vincitore di quest'asta", un contratto non scritto era stato stipulato tra i due, ed alla fine era solo per quello che lui, all'una di notte di quel giorno di Luglio, non era nel suo letto a scoparsi una delle Escort di turno; anche se sua moglie avrebbe usato epiteti ben più colorati.
    Sélène sorvolò il suo commento a riguardo del negozio e lui mantenne il suo sorriso, Sèlène lo rassicurò delle bambole ed il sorriso s'allargò ancora, accompagnato, stavolta, anche da un cadere e levare del capo, lento, soddisfatto e ammiccante. Le piaceva quella punta di arroganza e malignità che condiva ogni mossa di quella donna
    Sélène parlò di nuovo e se in un primo momento il sorriso tenne botta e la bocca tentò di aprirsi in qualche battuta, all'improvviso il viso si rabbuiò. Cos'era della massima urgenza per lui? Un pericolo?
    Un brivido inizò ad arrampicarsi lungo la spina dorsale, ne poteva sentire le zampette.
    Non disse nulla, ma strappò di mano il biglietto all'americana.

    Alla cortese attenzione della sig.na Du Maris,
    le faccio i miei più sentiti complimenti per l'asta, ma le assicuro che la merce in questione giungerà in nostro possesso.


    Restò immobile. Rilesse due volte il biglietto, la mano iniziò a tremare. Sentì con distrazione Sélène cercare di avvisarlo, di parlargli, ma non capì nulla, pensava ad altro.
    Hedwin Keratack scoppiò in una risata inquietante. Sembrava il garrito di un gabbiano reale, ma il suono graffiava le vene.
    Il viso era paonazzo, le lacrime agli occhi. -Lo sapevo!-
    Continuava a ridere, ma pian piano il tono diminuiva. -Quel lurido figlio di un rettile!- Guardava Sélene con un sorriso tirato, gli occhi puntellati di sangue. Le fece cenno di portargli qualcosa.
    -Una sedia cara, una sedia!-
    Se la sua collega in affari gli avesse portato di che sedere si sarebbe accasciato lì, con ancora quel sorriso malato stampato in volto, altrimenti si sarebbe appoggiato alla prima cosa che avesse trovato, in attesa che la strega esaudisse la sua richiesta.
    Si stava calmando, ma la gola era secca. Allungò di nuovo la mano -Sélène whisky, brandy, grappa qualsiasi cosa, mo ho bisogno di bere!- il vecchio continuava a sorridere.
    -Quello stronzo, ci avrei scommesso una mano che lo voleva, e che sarebbe stato lì.- annuì tra sé e sé, mentre accettò il bicchiere, se la strega gli avesse portato qualsiasi liquido. Poi la testa scattò verso l'americana.
    -Quello è peggio di me duranti i bei vecchi tempi- La cicatrice gli prudette all'improvviso. Ogni volta che si accennava alle Guerre Magiche gli prudeva. Nel grattare con avidità, una parte della lunga chiazza rosea sull'avambraccio destro fu scoperta e messa in bella vista.
    -Compare sempre sotto nuove spoglie, è ovunque, ma non si espone mai. Una fottuta ombra sotto il sole!- Bevve avidamente qualsiasi cosa Sélène gli avesse portato, anche l'acqua, seppur con una smorfia.
    -Al terzo incontro ho detto ai miei figli di smettere di cercare di identificare i suoi volti. Il re della polisucco lui è! Sicuro che fosse anche alla tua inaugurazione con quella maledetta cosa in corpo!- indicò per un attimo Sélène, poi si mise a fissare il vuoto dinnanzi se. Continuava a grattarsi e quel ghigno non voleva saperne di sparire dalla sua faccia. -Si. Il biglietto. Quella schiettezza, quella fottuta ed arrogante eleganza. Non poteva essere che lui.-
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    Sélène Du Marais
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    Il biglietto mi venne strappato violentemente dalle mani, ed ecco che, nel leggerlo, Hedwin subì un più che visibile crollo nervoso: iniziò a ridere, maniacalmente, mentre le lacrime gli scendevano lungo il viso rugoso e lo stesso si tingeva rosso di rabbia; mi stupii sinceramente nel vederlo così, nello scoprire che quell'uomo, dall'innata schiettezza e bipolarismo, spavaldo e crudele, stava in quel momento crollando come un castello di carte soffiato via dal vento, neppure tramite la Divinazione sarei riuscita a prevedere un simile evento.
    Non persi tempo, afferrai una sedia posta vicino agli scaffali nei pressi del camino, e feci così appoggiare Hedwin, il quale, a mano a mano, stava sempre più perdendo compostezza, Accio Jimenéz! Sentenziai veloce, facendo volare dalle spalle del bancone la bottiglia di Sherry che lo stesso proprietario del Paiolo mi aveva regalato, porgendogliela anche, la situazione sembrava decisamente poco stabile, e quindi... al diavolo le cortesie! Se gli serviva bere pur di rimanere lucido, gli avrei dato quel suo regalo, mi serviva che fosse in salute quel vecchiaccio!
    Non appena lo sentii sbraitare a riguardo della Polisucco mi bloccai, ritornando con la mente alla sera dell'inaugurazione, al volto di quella bastarda che mi si era presentata come polisuccata e che era scappata quando le avevo dato una chance di guadagnarsi la mia fiducia... Q-quella troia... era dell'Acromantula? Dissi io pensando ad alta voce, con un tono misto tra il nervoso e la rabbia più totale, una voce spezzata dalla consapevolezza che l'Acromantula, più di quanto non avesse già fatto, mi era sfuggita da sotto al naso, Quei maledetti sono stati così vicini che quasi li potevo toccare, mi hanno minacciato e mi sono sfuggiti come nulla, la rabbia stava salendo sempre più, incontrollata, tanto che avrei potuto tirare un ennesimo Crucio se non mi fossi controllata, cosa che, tra l'altro, mi stava riuscendo estremamente difficile.
    Tremante, per l'escalation di ira che stavo subendo, mi misi dinnanzi ad Hedwin, mani ben salde sulle sue spalle mentre lo premevo con forza alla sedia, guardandolo dritto nelle palle degli occhi: Chi è che ha osato minacciarmi in casa mia, Hedwin? Gli chiesi quindi infine, con un tono freddo, glaciale così come il mio sguardo, carico di un odio e di un istinto omicida che avrebbero potuto far raggelare il sangue nelle vene al mio socio se avesse incrociato il mio sguardo; non ero infuriata con lui, ma esigevo risposte, e beh, lui sembrava l'unico in grado di darmele, per quanto scioccato quanto me.

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    Hedwin Keratack
    Paiolo Magico 71 anni
    Le nocche sbiancavano man mano che le spire della mano strozzavano sempre più il collo della bottiglia.
    La padrona di casa non gli aveva portato un bicchiere, ma questo non era affatto un problema.
    Occhi e guance ancora di fuoco, iniziò a tracannare. Il pomo d'Adamo danzava come un ascensore rotto, mentre la barba e la vestaglia di seta si bagnarono di gocce rosse quanto il sangue del drago che ruggiva in quel liquore.
    -Ahhh- era innegabile che il Jiménez e la sedia avessero aiutato a calmare un po' i nervi ballerini, ma quel sorriso da schizzato era ancora lì; ma ciò fu il minimo.
    Accadde qualcosa che forse non sarebbe mai più accaduto. Hedwin guardò Sélene con sincera gratitudine.
    Fu solo per un attimo, poi tornò a fiondarsi sulla bottiglia.
    La strega d'altro canto stava metabolizzando le parole urlate dal vecchio. Il suo cervello calcolava; faceva 2+2 e la conclusione non le piacque.
    Hedwin aveva appena abbassato la bottiglia quando le mani artigliate della strega strinsero forte quelle spalle che all'improvviso si erano fatte deboli, come se i tutti i 71 anni dell'uomo stessero aiutando Sèlene a spingere e trattenere.
    La bottiglia scivolò ed esplose a terra.
    Gli occhi erano negli occhi.
    Chi è che ha osato minacciarmi in casa mia, Hedwin?
    La voce della donna si aggirava intorno allo zero assoluto e lo sguardo era padre della stessa rabbia di ghiaccio, ma Hedwin ci si immerse dentro. Non ebbe paura, non di lei almeno. Anzi, quella forza furente gli diede energia e chiarezza. Gli occhi dell'uomo uscirono dal tunnel ed il sorriso si stese tornando simile a quello di un giullare davanti alla sua regina.
    - Neil, Connor, Bert e mille altri, il nome non importa e non esiste. Chi ti ha offeso e posato la sua mannaia sopra il mio locale non è un ragnetto qualsiasi e si dal caso che sia molto più temibile sia di me che di te.- La mano ossuta si alzò con la lentezza di un sassofonista di Jazz da camera ed andò ad accarezzare quella di lei. Una richiesta silente: "attenua la presa". Gli occhi sempre ben piantati nelle femminili ed incazzate sfere ambrate.
    -Ti sei trovata un pesce troppo grosso nella rete ed io, per vanagloria, mi ci sono tuffato dentro.- La lingua passeggiò a bagnare le labbra, mentre una risata appena accennata fece sussultare un poco la vestaglia di seta.
    -Sèlene, stiamo parlando di niente po po' di meno che del capo dell'Acromantula.-
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    Sélène Du Marais
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    I... il capo dell'Acromantula? Domandai lui, con lo sguardo che mutò lentamente da una rabbia e freddezza incontrollata, ad un sincero timore misto a nervosismo; Hedwin avrebbe potuto sentir la presa allentarsi sulle sue spalle, mentre le mani mi tremavano a quella scoperta... il capo dell'Acromantula Scarlatta, una delle persone più ricercate al mondo era stato nel mio negozio, alla mia inaugurazione, ed io non me ne ero minimamente accorta, e me lo ero lasciato sfuggire da sotto al naso come niente.
    Staccai le mani, facendo un paio di passi all'indietro, completamente scioccata da quella rivelazione, Non è possibile... l'uomo più ricercato del mondo magico... il capo dell'Acromantula Scarlatta... era qui, vicino a me... e mi è sfuggito... stavo perdendo il senno, quella verità dettami da Hedwin era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso di stress che era la mia vita in quei tempi, Mi ha minacciata... ed ha minacciato te... il tutto sotto i miei occhi... senza che io potessi fare nulla... stavo delirando peggio di Hedwin precedentemente, e a notarlo fu Donovan, giratosi di scatto.
    Aò, vecchio stronzo, pigliala che questa mi crolla al suolo! Gridò quindi la testa voodoo a Hedwin, mentre mi portavo le mani al volto, non riuscendo più a controllare ed a contenere lo stress: come Donovan aveva detto, ecco che lì, in piedi dinnanzi ad Hedwin, persi i sensi, cadendo verso l'ormai vecchio pavimento ligneo di Magie Sinister, se Hedwin non mi avesse afferrata. Il carico di stress era troppo, e non ero riuscita più a reggerlo, risultando poi in quello svenimento che era praticamente la mia valvola di sfogo. Mi stava praticamente crollando il mondo addosso.

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    Hedwin Keratack
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    Se fosse stata chiunque altro l'avrebbe lasciata cadere di botto tornandosene da dove era venuto, ma lei era Sélène Du Marais e un legame d'affari lo univa a quella donna; un buon investimento si tratta sempre bene. Tuttavia non agì solo per denaro ed interessi.
    Hedwin apprezzava quella donna, era forte decisa e, come aveva appena scoperto, leale. Malgrado i comportamenti che Hedwin le aveva riservato, Sélène gli aveva dato aiuto nel momento del bisogno e lo aveva avvertito di un pericolo imminente, anche se non con la rapidità che avrebbe voluto. Certo, la donna aveva agito pensando al proprio tornaconto, l'offerta che le aveva concesso il proprietario del Paiolo le faceva comodo, ma Hedwin, in cuor suo, iniziava a sperare che ci fosse di più dietro.
    Sélène stava cadendo priva di sensi e se un vecchio settantenne senza forze non sarebbe riuscito a prenderla al volo, l'avrebbe di certo fatto la sua magia.
    Nel tempo di un secondo la mano destra estrasse la bacchetta dal fodero placcato d'oro ed una linea verticale fu tracciata dal basso verso l'alto. -Molliate!-
    La volontà di Hedwin s'impose sulla gravità ed al momento dell'impatto il corpo della donna rallentò per poi sprofondare in un trasparente materasso imbottito di magia. Nel tempo che Hedwin impiegò ad alzarsi malamente dalla sedia, raggiungerla e piegarsi su di lei l'incantesimo aveva perso efficacia con gradualità facendo così atterrare Sélène sul pavimento, con la dolcezza di una piuma.
    Al vecchio scricchiolavano le ossa del ginocchio destro, ma era lì appoggiato su quell'articolazione, proprio dietro il capo dell'americana. Gli occhi analizzavano come un sonar di ultima generazione quelli chiusi di lei, il suo volto addormentato e in preda alla confusione, ma anche il suo corpo.
    La lingua passò ad inumidire le labbra sottili, lenta come se fosse una goccia di carne. Da quell'angolazione lo sguardo poteva sondare con calma i capelli selvaggi, la pelle ambrata, la scollatura. Quanto avrebbe voluto strappare i veli del vestito e sprofondare in quelle piccole colline soffici quanto il cuscino personale di Eros, il dio della passione bruciante.
    La mano fece per muoversi e tradurre tutti quei pensieri in azioni, poi però si girò di scatto. La testolina vodoo era poco distante e li guardava. Hedwin spostò con la lentezza di un compasso gli occhi sulla propria mano e ne studiò le venature.
    La bacchetta fu agitata di nuovo e quel che restava del fondo della bottiglia si avvicinò lentamente, quasi con cautela. Hedwin ci infilò due dita con la stessa attenzione che un orologiaio dedica ai suoi marchingegni e le intinse nel sopravvissuto Jiménez. Non era tanto, ma ve ne era a sufficienza per ungere tutte le falangi di indice e medio.
    -Su su, è ancora troppo presto per riposare! Dobbiamo discutere di cose ben peggiori!- come il carrello di una vecchia macchina da scrivere, le dita unte d'alcool passavano su e giù davanti alla base delle narici, sfiorandole. Il Jiménez era un liquore dal profumo intenso e penetrante, avrebbe dovuto funzionare. -Su, su! Animo cara! Non posso mica stare qui tutta la notte!- iniziò a darle anche qualche schiaffetto sulla guancia sinistra.
    Se Sèlène avesse riperto gli occhi avrebbe trovato la faccia di Hedwin colorata dal solito sorriso da film Horror. -Dormito bene cara?-
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    Sélène Du Marais
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    Finché non me l'ammazzi o le fai del male, fai quel che ti pare con lei, vecchiaccio, sentenziò Donovan nel vedere Hedwin quasi tentar di spogliarmi dopo avermi salvata da quella brutta caduta, Non penso però che lei la prenderebbe abbastanza bene da evitar anche piccole ritorsioni, se verrà a sapere che hai fatto cazzate, concluse quindi lui, lasciando poi che Hedwin facesse il suo.
    Le mie palpebre si fecero via via più leggere nel sentir l'acro profumo dell'alcolico sotto le mie narici, unito ai lievi colpi lanciati sul mio viso dal proprietario del Paiolo, il cui orrorifico sorriso mi diede nuovamente il benvenuto nel mondo dei coscienti. Non direi, ma grazie di avermi rimessa in sesto, replicai quindi io al vecchio, allontanandomi da lui quel tanto che sarebbe bastato per rialzarmi, cosa che feci, lasciandomi quindi ad un sospiro scocciato; portai indice e pollice sinistro alla radice del naso, lasciando poi scorrere la mano lungo il viso ritrovandomi infine a braccia incrociate al petto mentre mi appoggiavo con la schiena al camino del mio locale. Mi ero calmata, sì, ma neanche poi così tanto purtroppo: Quindi, ricapitolando: dopo vari problemi legali che sto vivendo, con anche la possibilità di dover chiudere baracca e burattini, vengo a scoprire non solo che un alto membro dell'Acromantula minaccia un mio conoscente e socio d'affari, ma che questo maledetto è persino il criminale più ricercato del momento? Domandai a Hedwin, ovviamente retorica, Buon Baron Samedì, perché la mia famiglia dopo Grindelwald si deve trovare invischiata pure con l'Acromantula, accidenti!? Mi chiesi io decisamente esasperata, così tanto che non mi feci problemi a menzionare quel bastardo i cui uomini avevano torturato mia nonna a causa del suo dono divinatorio. Ero davvero stanca, stufa di tutta quella situazione, e, come mia nonna, mi trovato tra l'incudine ed il martello, tra il Ministero e l'Acromantula... che situazione a dir poco orrenda.
    In ogni caso, alla mente però mi balzò un particolare, un nome che Hedwin aveva menzionato parlando dei membri dell'Acromantula... un certo "Bert", che fosse stato quel Bert? Hedwin, puntai nuovamente lo sguardo sul vecchio, Hai nominato un tizio che si chiama Bert, come membro dell'Acromantula... per caso si chiama Robert Stinfield, come nome completo? Domandai quindi. Avrei dovuto comunque chiedergli in merito a quel nome in quella serata, e se c'era anche quel collegamento al nome che avevo reperito dallo spettro che mi aveva posseduta, beh, avrei avuto decisamente un motivo in più per andar contro a quei diavolo di mafiosi, oltre che per aiutare Hedwin con la questione dell'Horcrux.

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    Hedwin Keratack
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    Hedwin era solito o ignorare le persone fastidiose oppure farle agonizzare fra atroci sofferenze. Dopo aver lanciato un occhiata da spillo negli occhi alla testolina vodoo, il vecchio decise per la prima opzione. -Non ne vale la pena.-
    Una volta fatta rivenire, Sélène riuscì a prendere in mano la situazione con lucidità tale che il sopracciglio di Hedwin si alzò come le orecchie di un cane colto di sorpresa dall'arrivo del proprio amato padrone.
    -Che donna-
    Tornò a sedere con la lentezza che solo un settantenne può avere e poi si godette lo spettacolo.
    Mentre le labbra di lei andavano su e giù, lui si perse così tanto a seguire quei dolci pezzi di carne che all'improvviso suoni e colori, perfino la stessa voce della giovane americana, si erano fatti dei fantasmi di cui si udivano solo degli echi indistinti, come se l'intera stanza fosse stata immersa nell'acqua.
    Problemi col ministero, Acromantula, nonna, Grindelwald; Hedwin annuiva con sorriso e velocità da lumaca.
    Poi le labbra studiate si fermarono, ed infine... quel nome provocò una reazione improvvisa. Il volto si piegò in un sorriso.
    -Ultimamente, quel nome salta fuori troppe volte quando si sta parlando dell'Acromantula, ma no.- la testa stempiata fu scossa mentre le dita scivolarono ad accarezzare i lati della bocca, poi le mani si appoggiarono sulle ginocchia. Sembrava concentrato.
    -No, Bert è uno dei nomi di uno dei volti con cui, come l'hai definito tu, l'uomo più ricercato si è presentato a me.-
    Da quella tasca dove sembrava esserci l'intero mondo e dove prima aveva riposto il sacchettino aperto di noccioline, tirò fuori una scatoletta ed un acciarino. -Non ti dispiace no?- Il sorriso era obliquo e maligno. -Sai, mi distende i nervi.-. Ovviamente non ne venne offerto nessuno alla padrona di casa. I cubani costano.
    Che la strega glielo avesse permesso o meno, la fiamma scricchiolò sulla punta di un sigaro cubano caricandola di un rosso simile a quello di una brace incandescente. Se Sélène voleva farlo smettere di godere dei benefici del tabacco, avrebbe dovuto usare dei modi un pochino più drastici della parola.
    Un paio di pipate e poi una nuvola di fumo si alzò.
    -Robert Stinfield è un commerciante di artefatti magici, che siano oscuri o meno.- Aspirò con una profondità tale da illuminare il sigaro per quasi un minuto, poi scosse la testa buttando fuori una gran quantità d'aria densa e grigia; Hedwin avrebbe potuto ricordare all'occultista un drago vecchio e stanco.
    -Un collezzionista, anche se mi piace definirlo come ciò che è davvero. Un fissato del cazzo.-
    Un ghigno divertito gli alzò l'angolo della bocca mentre la mano col sigaro danzava nell'aria. -Sarebbe pronto a vendere anche sua madre per ampliare la sua cazzo di collezione.- Il busto si inclinò in direzione di Seléné. Il ghigno era cresciuto di almeno una ventina di centimetri -Sempre se sia ancora viva. Non so da quanti cazzo di secoli sia un succhiasangue, ma di certo è più vecchio di me, e questo già la dice lunga- Lanciandosi sullo schienale della sedia di legno, scoppiò in una risata che fece tremare l'intero negozio, ma c'era qualcos'altro scosso dai fremiti. La mano libera tremava ancora da prima.
    Lei andò alla fronte e la risata nervosa continuò ancora per poco. Era riuscito a calmarsi e lo sguardo tornò a Sélène - Gestisce un museo Egizio nella Londra Babbana.- Gli occhi si chiusero in una stretta, come se stesse lottando per ricordarsi qualcosa. -Si. Una sezione del British Museum. Mentre qui a Diagon Alley ha un museo sulla storia di questa cazzo di via magica-
    fece ancora qualche tiro, poi uno sguardo curioso si blocco sugli occhi bruni della strega -Come mai è saltato fuori proprio adesso?-
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    Sélène Du Marais
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    Quando il mio interlocutore si accese un sigaro cubano, feci lui un cenno di assenso con la mano, non preoccupandomi troppo del fumo, Basta solo che l'odore del tabacco non mi rimanga appiccicato alla mobilia, fa pure, gli dissi quindi io, decisamente più interessata ad altre questioni, piuttosto che all'arrabbiarmi od al crucciarmi se Hedwin si metteva a fumare: Buon Baron Samedì, ero solita a pratiche voodoo, dove fumi e vapori strani uscivan fuori in abbondanza, non mi dava di certo fastidio un po' di fumo da sigaro, l'abitudine mi faceva resistere a ben di peggio.
    In ogni caso a quanto pare non ci avevo preso: Bert era uno degli pseudonimi del capo dell'Acromantula, mentre la persona di cui avevo chiesto io, beh, per quanto legato a quei mafiosi, era ben diverso. Un rivenditore, come me, di artefatti legati alla magia nera, nonché collezionista o, come lo definiva Hedwin, un fissato... e già da questa descrizione, al contrario del mio interlocutore, almeno stando alle sue parole, mi stava già abbastanza a genio il caro Stinfield; era un appassionato di magia oscura come me dopotutto. Ciò che mi colpì ancora di più però, fu l'affermazione, oltre al fatto che Robert gestiva due musei, uno per mondo, in merito al fatto che egli era un vampiro, E non è ancora passato da me a prendere l'Anello di Dracula... decisamente strano, pensai quindi io, venendo strappata da quella riflessione per mezzo di una domanda di Hedwin:"Come mai è saltato fuori proprio adesso?".
    E' il secondo motivo per cui ti ho chiesto di venire, oltre alla questione dell'Acromantula, esordii, Qualche mese fa mi sono recata a Dubai per un evento, ed i terroristi di Excalibur hanno attaccato l'hotel in cui mi trovavo, sguinzagliando spettri e facendo disastri; dopo vari casini che mi hanno portata a essere denunciata al Ministero, uno degli spettri che avevano mandato per i corridoi è finito a forza dentro il mio corpo, e mi ha posseduta. Sono riuscita a scacciarlo, e nell'eliminarlo ho avuto una sorta di visione, una pista per un qualche artefatto oscuro abbastanza interessante, legato proprio al nome di Stinfield, spiegai, Visti i tuoi giri, ho immaginato sapessi qualcosa, e volevo saperne di più a riguardo di questo tizio, e dei suoi ultimi affari, se magari c'è qualche artefatto abbastanza potente o intrigante da farmi gola, conclusi quindi.
    Ne sai nulla, Hedwin caro? Gli domandai quindi con un sorriso beffardo stampato sulle labbra, per quanto comunque si vedesse chiaramente sul mio viso che la faccenda dell'Acromantula ancora mi ronzava in testa come un tarlo fastidioso.

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    Hedwin Keratack
    Paiolo Magico 71 anni
    La gamba si accavallò ed il gomito incontrò il ginocchio, mentre, su quella faccia che tante ne aveva viste, emergeva un taglio obliquo simile ad un sorriso. -Avevo saputo del "piccolo" incidente col Ministero, che certo non mi sta aiutando a limare le voci sul tuo conto, ma una possessione? Conscendoti l'avrai trovata dannatamente interessante- Espirò con profondità ed il sigaro brillò di rosse stelle per quasi il tempo di un minuto.
    -Non sono un esperto in materia, ma se lo spettro ti ha mostrato questo non è dietro a tutta questa vicenda ci sia proprio Stienfield e che tu ti stia cacciando nella tana del lupo?-
    Le mani si agitarono in forma di diniego e il fumo del sigaro creò delle linee disordinate. -Non che io voglia distoglierti dalla ricerca, ma ti voglio avvisare.- La gamba rialzata poco prima tornò a terra ed il busto si inclinò verso di lei, gli occhi immersi nei suoi. -Collezionisti di questo genere non si fanno scrupoli di nessun tipo per ottenere, tenersi stretti o testare i propri giocattolini.- Tornò ad appoggiarsi con pesantezza allo schienale, le gambe si riaccavallarono ed Hedwin si riperse nel suo fumare per dare tempo alla strega di pensare.
    -Sei appena arrivata a Londra, valuta bene se entrare già così presto nel suo mondo sotterraneo, che certo è molto ricco, ma non propriamente tranquillo.-
    Le labbra furono strette ed un gran cerchio di fumo ne nacque per poi dirigersi verso il soffitto.
    -Se mi confermerai di ritenerti pronta io ti svelerò qualcosina di più.- Dalla bocca nacque un altra forma di fumo, una donna molto simile a Sélene, che raggiunse il cerchio correndo, per poi svanire nell'aria una volta superato. -Mannaggia me.- Un sorriso e poi il collò si raddrizzò puntando lo sguardo su di lei. -Da quando sono così premuroso?- Scosse la testa. -Poi fai quel cazzo che vuoi.-
    La mano col fumo si mosse in modo disordinato, come se volesse scacciare via una mosca. -Invece per quanto riguarda il capo dell'Acromantula organizzerò un incontro con lui. Lo voglio vedere.- La mano tremò piano come un insetto impaurito.
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    Sélène Du Marais
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    Vedo che inizi a conoscermi bene, per quanto la prospettiva di venir cancellata da uno spirito non è che mi allettasse poi troppo, sentenziai in replica all'affermazione di Hedwin, glissando totalmente il punto sulle voci a riguardo del mio conto, non era quello il motivo per cui avevo chiamato il mio caro socio in affari, e, per quanto le dicerie mi dessero fastidio, non volevo mettermi a discutere di ciò.
    Per quanto riguarda il caro fantasma, no, non può essere una trappola del collezionista, sentenziai sicura, Il fantasma è finito dentro di me dopo un Vulnera Sanetur fallito che lo ha spinto di forza dentro di me, e nell'eliminare quello spettro ho visto la sua vita, e posso dire con certezza che la sua intrusione dentro di me non era affatto programmata, continuai, il tutto prima di farmi strappare un sorriso quando il vecchiaccio parve decisamente preoccuparsi per me, mentre mi parlava del mondo criminale o comunque di contrabbando del posto, mettendomi in guardia.
    Hedwin caro, Hedwin caro, sono una commerciante di articoli oscuri ti ricordo, replicai quando non fu sicuro di ritenermi pronta per quel mondo, E se proprio vogliamo dire, ci sono già dentro fino al collo nel sottomondo di Londra: dopotutto la minaccia dell'Acromantula è arrivata tanto a te quanto a me, motivo per cui ormai ci son dentro... ho anche venduto un dannatissimo Horcrux, uno degli artefatti oscuri più illegali di questo mondo, buon Baron Samedì! Esclamai quindi, Di certo non ho paura di andare più a fondo, di questo stai pur certo, conclusi quindi.
    Dimmi pure ciò che sai, gli replicai io, sicura di voler conoscere di più sul lato oscuro di Londra, E se vuoi, posso presenziare con te all'incontro con il capo dell'Acromantula, come ho detto in precedenza, ha minacciato anche me, siamo entrambi coinvolti alla fine, dissi quindi, lasciandogli poi spazio di replica.

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    Hedwin Keratack
    Paiolo Magico 71 anni
    Il sigaro continuava a brillare mentre sul volto comparve un ghigno. Non c'era bisogno di rispondere, a nessuno sarebbe piaciuto venir distrutti da un fantasma.
    Il colloquio notturno andò avanti e Hedwin perse il proprio aplomb. Sélène stava iniziando a diventare pericolosa per lui. Aveva cominciato ad affezionarsi a lei.
    -Non intendevo fosse una trappola, ma io...- La convinzione, la determinazione e la logica della strega lo investirono. Il volto si accartocciò nella rabbia e fastidio, la mano col sigaro si agitava qua e là. -Fa quel cazzo che vuoi!- il rotolo di tabacco fu puntato verso gli occhi dell'americana -ma io sarò lì per dirti "te l'avevo detto" ed a quel punto te la dovrai sbrigare da sola.-
    Uno sbuffo di fumo. -Per l'acromantula a me sta bene, anzi, col tuo caratterino potresti perfino piacergli.- La mano libera accarezzava il pizzetto con lentezza -e poi ormai non ha molto senso tenertene fuori.-
    Lo sguardo era puntato su Sélène come un Ak-47 -Non dovremmo mai dimostrare la paura fottuta che abbiamo provato oggi e una volta che avremmo accertato che è realmente interessato all'horcrux, ricordati che lui è un uomo d'affari quanto noi.- un altro sbuffo di fumo e poi un ghigno da giullare -Da nemico ad amico è questione di un attimo, basta che il piatto sia abbastanza allettante.-
    Erano passati pochi minuti, ma il sigaro continuava a bruciare; ne era rimasto solo metà. -Per la faccenda di Robert, invece, ho due voci da riferirti.- il sorriso si aprì in una mezzaluna inquietante. -Pare che il nostro amico sia tra i maggiori sospettati riguardo l'omicidio del più grande e potente alchimista di Londra, avvenuto qualche mese fa. Dalla sua abitazione pare siano scomparsi vari oggetti magici.-
    La mano libera alzò indice e medio. -La seconda è che pare sia veramente molto difficile da incontrare in giro, ma la tua unica possibilità è andare a notte fonda al Bagno di Sangue. Un simpatico locale, qui a Nocturne Alley, aperto a tutti ma in cui si raccoglie un enorme numero dei suoi simili.- le mani si portarono alla bocca e gli indici mimarono finti canini, mentre la faccia indossò una maschera da assetato di sangue. -e stai attenta ai cocktail, se ne prenderai uno, potrebbe avere un gusto un po' ferroso.- Hedwin scoppiò a ridere.
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    Sélène Du Marais
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    Non che mi serva il tuo permesso per farlo, Hedwin caro, replicai a tono al suo sbotto, d'altronde io ero ormai guidata dalle mie stesse pulsioni ed ambizioni, e di certo non mi facevo mettere i piedi in testa da nessuno, Se poi effettivamente finirò male, avrai tutto il diritto di rinfacciarmelo, ma sino ad allora, tieni a freno la lingua in merito, conclusi quindi io, lanciandogli un sorriso beffardo, a fargli intendere che comprendevo bene come più si facesse luce sul marciume della società, più l'ombra della criminalità si faceva lunga a pressante.
    Proprio in merito a questo, il soggetto del discorso divenne nuovamente il capo dell'Acromantula Scarlatta, e Hedwin non ci mise molto a minacciarmi, più o meno, intimandomi, e probabilmente facendo lo stesso con se stesso, di non mostrare la paura che avevo mostrato in quella serata, di non lasciar trasparire la debolezza che mi aveva portato a svenire precedentemente, e concludendo il tutto affermando che come noi, il criminale era un uomo d'affari, e che quindi ci sarebbe potuto volere relativamente poco per portarlo dalla nostra e non aver problemi; mi morsi il labbro inferiore pensando a quell'eventualità, alla possibilità di entrare in affari con colui che più odiavo, ma nonostante ciò dovetti mangiare la foglia, e lasciar da parte quei sentimenti: la questione era decisamente più grande di quanto avrei potuto reggere da sola, e quindi lasciar scorrere il mio odio, quando ci saremmo trovati faccia a faccia sarebbe stato solo controproducente. Sospirai. Per quanto anche solo l'idea di trovarmi in affari con quell'uomo mi dia il voltastomaco, puoi star tranquillo, non ho intenzione di mettermi in ulteriori magagne, né di mostrarmi debole dinnanzi ad un individuo del genere. Ora come ora, siamo come delle prede alla mercé di un predatore, se la paura prende il sopravvento, ecco che sarebbe pronto a sbranarci, e sinceramente non ci tengo per nulla, spiegai, Appena avrai pronto l'incontro, fammelo sapere al più presto, intesi? Gli domandai quindi, fissandolo dritto nelle palle degli occhi come lui aveva fatto precedentemente con me; si prospettava un'occasione per togliermi almeno uno dei diversi impicci che mi attanagliavano l'esistenza da qualche mese a questa parte, e non lavolevo assolutamente sprecare.
    Per quanto invece riguardava il vampiro, beh, lì le cose sarebbero state decisamente più complesse: innanzitutto, ciò che il caro Hedwin mi riferì, fu che il vampirello era probabilmente coinvolto nell'omicidio di un grande alchimista londinese, e ne aveva razziato la casa, molto probabile che fosse quella la pista indicatami dallo spettro; secondo, mi spiegò di come Robert fosse quasi inavvicinabile, se non andando a rischiare di crepare o di finire vampirizzata, in quanto il maledetto stava sempre in un locale pieno di suoi simili, un bel problema, decisamente, Capisco, beh, sicuramente m servirà un piano o qualche contromisura per disquisire con il succhiasangue che mi interessa, fortuna che ho dell'Estratto di Verbena qui in negozio, ma non penso sarà abbastanza, dissi, riflettendo a voce alta, In ogni caso, grazie per le preziose informazioni, Hedwin caro, vedrò di farne tesoro, continuai, E nel caso facessi errori e non tornassi, beh, aspettati di trovare lo spettro di una strega americana come ospite al Paiolo. Non sono certo il tipo di persona che molla così facilmente il colpo... anche post mortem, conclusi quindi, con una lieve risata atta a sdrammatizzare un po' la tensione di quella serata.

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