Una melanzana in mezzo al lago

Jess&Sammy

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    «Ci sto, Veronica Jessica Whitemore, ti darò ogni centimetro della mia conoscenza e sarò più che felice di godermi ogni lembo del tuo sapere» Concluse, sentendo un calore risalirgli la mano nel momento in cui i due mignoli si congiunsero. Ancora una volta, quel sentore di nostalgia e famigliarità colse Sam in pieno petto "È troppo perfetta. Forse sto sognando e lei è l'amica immaginaria di cui ho sempre avuto bisogno."
    Poi, sentendo quelle parole sul suo migliore amico i suoi occhi cominciarono a brillare. Le persone che agiscono in modo spontaneo sono sempre le più oneste e prive di doppi fine. Sam non aveva avuto modo di conoscere questo Blake ma sapere che Jess potesse contare su qualcuno come lui la rincuorò.
    «Grazie mille!» Finì per dire dopo aver sentito dell'impegno di Jess. In verità, anche quell'Olwen incuriosì il giovane tirocinante ma poiché il suo player non sa da quanto insegna, forse è meglio evitare possibili domande.
    «Me lo auguro! Spero ti piaccia la carne. Quando James Mors mi farà sapere l'esito, preparerò un maialino allo spiedo e voglio assolutamente fartelo assaggiare» Forse dal tono o dalla proposta - Hey, ci vogliono tre ore per preparare un maialino allo spiedo -, la ragazza avrebbe potuto comprendere facilmente l'affetto che Sam provava per lei.
    La piega che assunse poco dopo il discorso lo demoralizzò un po'. La sua forte empatia assorbì il peggio di quella situazione ma poi si ricordò della forza di Jessica. E, a sua volta, si sentì meglio. «Sei una tigre e se la vita ti circonda i piedi con il cemento, te ne uscirai con delle gambe forti come l'acciaio » Concluse lui, sfiorandole con l'indice destro la punta del naso mentre un sorriso gli apparve tra le fossette.
    In acqua, la questione fu diversa. A dire il vero, Sam non aveva posto quella domanda per un qualche motivo preciso «Oh, in pratica è un incanto d'esorcismo che prende la forma del proprio animale totem. Si presuppone che quest'ultimo rappresenti l'utilizzatore in qualche modo. Il mio, ad esempio, è la vespa notturna, forse perché sono molto rumoroso, in verità non l'ho mai capito» Sam si limitò a mordersi un labbro corrucciando le sopracciglia. In effetti, il ragazzo era troppo ingenuo per comprendere il vero significato di quell'animale. La vespa è un simbolo negativo collegato alla rabbia bruciante, al dolore e al male. Il nero contrapposto al giallo dell'addome servono per tenere alla larga gli altri, destando l'attenzione degli osservatori. Nel simbolismo antico, questo abbinamento rappresentava anche le forze maligne e infernali, senza contare il simbolismo negativo ricoperto dalle vespe durante i sogni che, per Sam, sono più incubi che altro. Notturna, perché la notte è il lato oscuro del giorno e Sam di oscurità ne aveva da vendere. E, per finire, la vespa è chiamata dalle tribù africane la "signora del fuoco", elemento che aveva martoriato la schiena al nostro giovane eroe. Ma lui non lo sapeva e con l'ingenuità di un bambino chiese «Secondo te, quale aspetto avrà il tuo totem?» Per poi immergersi assieme all'opale nelle acque limpide di quel lago.

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    Così sia, allora! Ridacchiò, convinta. Abbiamo già un sacco di viaggi da fare! Ogni angolo della Spagna e dell'Africa! Non avranno più segreti per noi, una volta tornati a casa. Annuì, lasciando che i capelli corvini andassero a coprirle parzialmente l'occhio scuro, seguendo i melodiosi movimenti del vento. Con un gesto veloce, ne portò una ciocca dietro l'orecchio senza, però, spegnere quel sorriso che le era spuntato all'idea di fare un viaggio con degli amici, poiché non le era mai accaduto; a New York ci andava solamente con i suoi genitori, prima che se ne andassero. Per un momento, pensò al cielo della Grande Mela, tutt'altro che incontaminato, ma ricordava che anche da lì si potevano ammirare le stelle e ricordava anche di aver sognato per anni di vederne una cadente, sebbene questo non fosse mai successo nemmeno la notte di San Lorenzo. Decise di rivolgere quella domanda a lui, dopo che i loro mignoli si separarono, sciogliendosi e scostandosi l'uno dall'altro. Ehi, hai mai visto una stella cadente? Domandò poi, apparentemente disinteressata. La verità era che, ogni volta che parlava di quell'argomento, il suo tono traboccava di emozione e i suoi occhi si facevano grandi, il suo sguardo più intenso. Per gli amici -coloro che sapevano- non sarebbe stato difficile intuire il perché di tale cambiamento nel suo essere, ma supponeva che Sam non avrebbe mai potuto capire cosa davvero c'era sotto, anche se immaginava che potesse arrivarci pensando a ciò che lei gli disse nella foresta giorni prima in merito al suo "professore di astronomia".
    Poi non ebbe più molto modo di pensare a Daniele, anche se la stretta al cuore per il suo silenzio, era sempre presente, sebbene non controllasse il telefono da un po'. Forse era ora di farlo? Stava per sfilarlo dalla tasca posteriore dei suoi pantaloncini, quando la voce armoniosa del ragazzo, la distrasse ancora. Se non ci fosse lui, probabilmente sarei ad impazzire di preoccupazione in camera fu il suo pensiero, prima di sorridere ed annuire a quella frase. Scherzi? Io adoro la carne. Si leccò appena le labbra, come a voler sottolineare il concetto. Lo assaggerò molto volentieri, Sam. Non era esperta di quell'argomento, ma nella sua testa si figurò l'immagine di un fuoco scoppiettante con un maialino infilzato su uno spiedo a girare ininterrottamente per diverso tempo.
    Ma dovrò pur ricambiare in qualche modo, no? Domandò retoricamente, posandosi nuovamente l'indice sulle labbra carnose, aspettando di essere colta da un'illuminazione. Ci sono! Ti va di uscire, una sera? A Londra, non qui. Domandò, con il sorriso che coinvolse anche gli occhi, non solo le labbra. Quel giorno non sapeva ancora che la sera in questione sarebbe stata quella prima della cerimonia e che lei avrebbe bevuto qualsiasi cosa pur di dimenticare il dolore che le avrebbe ghermito il cuore, perciò nel suo tono vi era un'inconfondibile spensieratezza.
    Grazie... sussurrò, mentre un brivido segreto le attraversò la schiena, non appena sentì il suo dito sfiorarle il naso. Le tue fossette sono adorabili aggiunse poi, ridendo appena. Comunque... mediterò sulle tue parole, ma credo tu abbia ragione. Sono sempre stata forte e non mi lascerò abbattere da niente e da nessuno. Affermò, perentoria.
    Finalmente in acqua, Jess sperò che i propri problemi affogassero senza più possibilità di tornare a galla, nemmeno da morti, ma la corvina era ben consapevole che una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere. Ascoltò le sue parole, riflettendo. Una vespa? Interessante! decise, con sincerità. Mi piace aggiunse, disegnando ghirigori nelle limpide acque del lago.
    Non lo so quale aspetto avrà, ma me lo figuro come un animale forte, un predatore. Un lupo, per esempio. O un leone! Fece una piccola pausa, chiudendo gli occhi e lasciando che il sole le scaldasse la pelle con grazia. Anche se sarebbe davvero bello se fosse un unicorno. Sono così forti e al contempo così regali. Non credi mi starebbe bene? domandò, senza nemmeno troppa modestia, prima di mettere alla prova i suoi polmoni, seguita subito dopo da lui.
    Riemerse solo quando il bruciore era talmente forte da provocarle dolore al petto, così fendette la superficie come una sirena corvina, tornando a galla e respirando affannosamente, cercando di incamerare più aria possibile e tossendo a tratti.

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    «Scommetto che ci divertiremo parecchio, sia l'Africa che la Spagna non avranno più segreti» Sussurrò lui, seguendo con lo sguardo una ciocca corvina della ragazza che, con eleganza, si posò sulle morbide labbra. Da quella distanza il suo profumo di pesca era così intenso che il ragazzo si trovò ad inclinare il mento verso di lei cercando di goderne quanto più a lungo.
    Quando la strega gli chiese della stella cadente, Sam inclinò il capo verso destra sfiorandosi il labbro con la punta dell'indice «Forse. Si. Anzi, no. Credo che si trattasse di un incidente aereo o un ufo quella volta... e tu? Hai qualche desiderio che vorresti esaudire?» Finì per domandare affondando la mano destra tra i capelli. Chiunque ne aveva uno anche se stare lì con Jess sembrava già di per sé abbastanza.
    Quando vide la mano dell'opale scivolare lungo la tasca, l'aspirante auror voltò per un istante il capo mordendosi un labbro "La sto annoiando. Non voglio annoiarla..." Dunque, i suoi occhi si posarono nuovamente su quelli della strega. Avevano la stessa profondità dell'ematite.
    «Quando vuoi, Londra sia!» L'idea gli piacque così tanto che la sua mano scivolò di nuovo verso quella di Jess, come a voler sigillare un altro patto. Non le interessava festeggiare un giorno preciso o visitare un locale in particolare. L'importante sarebbe stato rimanere assieme a lei.
    Ma il suo volto si tinse di rosso mentre un antipatico prurito gli percorse il naso. I complimenti della strega gli piacevano ma lo mettevano così tanto in imbarazzo che Sam non riuscì a dire altro che «Tu sei tutta adorabile» mentre i suoi occhi fuggirono da quello scontro che non avrebbe mai avuto modo di vincere.
    Fortunatamente, melanzana di marmo a parte, l'acqua fu più confortevole e meno imbarazzante. Sam seguì il discorso della strega con massima attenzione, trovandosi ad annuire come un bimbo di fronte ad una professoressa «Hai ragione, un animale forte come un bisonte. Peccato non esistano quelli volanti!» Poi, spalancando le palpebre e colpendosi alla fronte con il palmo della mano aggiunse «Oh, no! Come una tigre. Sai, la tigre si mangerebbe in un solo boccone sia un lupo che un leone. È il carnivoro più forte che cammina sulla terra, non ha bisogno di un branco per sopravvivere ma nessuno può permettersi di sfiorare i suoi cuccioli, o i suoi cari. Si, secondo me una tigre ti starebbe benissimo, altro che unicorni.»
    Detto ciò, il mago attese qualche secondo di troppo prima di interrogarsi su cosa stesse facendo sott'acqua la strega. Quando la strega tornò in superficie arrancando, le gambe del ragazzo affondarono nell'acqua fino a spingerlo verso di lei. La sua mano destra gli sfiorò nuovamente il braccio e inclinando il capo se ne uscì con un «Ma sai trattenere il fiato tantissimo!» Sam si fidava di lei e sapeva che Jessica non avrebbe avuto bisogno del suo aiuto.

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    Un sospiro lasciò le sue labbra, leggero, perdendosi nel vento che spirava, rinfrescando appena dalla calura di quel pomeriggio di maggio. Nessun segreto confermò lei, chiudendo il discorso. L'idea di passare la notte sotto al cielo stellato, la allettava molto e la intrigava al tempo stesso. Soprattutto vista la compagnia dell'uomo che, mese dopo mese, si era sempre più fatto strada nel suo cuore. Inclinò appena il capo, osservando quelle piccole onde prodotte dal vento contro le calme acque del lago.
    Un... incidente aereo o un ufo? ripeté la giovane con curiosità, colta dall'improvviso pensiero di come avrebbero potuto sentirsi dei passeggeri colti da un problema all'aereo, là, a chilometri e chilometri dalla terra ferma e sicura. Per un istante, rabbrividì prima di concentrarsi realmente sulla sua domanda. Un desiderio... forse. Ammise, annuendo appena con un lieve movimento del capo. Ma ho sentito che, svelandolo ad alta voce, esso non si avvererà più. Aggiunse, ricordando di aver udito prima quelle parole, anche se non riusciva ad inquadrare chi lo avesse detto. Ma credo che in parte sia già realizzato... aveva un uomo che amava, un figlio bellissimo e degli amici preziosi, non aveva alcun problema né fisico né economico, era bella, brillante e furba, cosa voleva di più? Eppure... sentiva come se le mancasse un pezzo e gettò un'occhiata al cielo limpido, chiedendosi cosa stesse facendo Daniele e se stesse osservando quello stesso cielo, pensando a lei.
    Tu invece hai dei desideri che ti piacerebbe esprimere? Domandò a sua volta, dicendo momentaneamente addio ai vestiti.
    Quando gli fece quella proposta, la sua mano andò incontro a quella di lui, già protesa nella sua direzione. La sfiorò appena, con un sorriso quasi incerto. E ci divertiremo. Senza pensare alle cose negative. Promesso? chiese, prima di ritrarre dolcemente la mano e dirigersi verso l'acqua.
    Ti ringrazio rispose, facendo un mezzo giro in acqua e lasciando che lenisse il suo dolore con il suo calmo cullarla. Quest'acqua è bellissima. Così pura e limpida. Si ritrovò a commentare, abbassando lo sguardo sul nuovo oggetto del suo interesse, riuscendo a vedere chiaramente il fondale costellato di sassi delle più disparate dimensioni.
    Eh già, anche a Jess sarebbe piaciuto che esistessero davvero degli Appa, ma purtroppo temeva fosse un pensiero irrealizzabile. Sarebbe fantastico! Adorerei sorvolare i continenti, i mari d'acqua, di lava e le distese di terra, osservare i popoli dall'alto con l'aria che mi scompiglia i capelli... Potremmo inserirlo tra i nostri progetti scherzò, prima di inarcare leggermente un sopracciglio, senza però smettere di sorridere. Ottimo ragionamento, anche se io stavo pensando pure ad un ghepardo. Sai, sono agili e veloci ed io -modestia a parte- mi ritengo esattamente così.
    Dopodiché si immerse fino a mettere alla prova il suo limite, riuscendo quasi a superarlo, tuttavia i polmoni bruciavano troppo per permetterle di stare sott'acqua anche un solo secondo di più. In realtà... iniziò, in un sussurro appena accennato. Non sono mai stata sott'acqua così tanto, solo che... non lo so, mentre ero là sotto mi hanno percorsa certi pensieri che... tieni scosse la testa, incapace di esprimere i suoi pensieri, ma aprì la mano mostrando una roccia molto fine, piatta e di colore nero. Presumo tu lo sappia, comunque questa è Ardesia... essendo resistente agli agenti atmosferici ed impermeabile, mi ha fatto pensare a noi. Ai nostri discorsi, al saper superare le difficoltà e rialzarsi più forti di prima. L'ho presa per te, te la regalo. Un sorriso leggero le increspò le labbra, mentre gli porgeva la pietra che avrebbe potuto aggiungere alla sua collezione.

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    CITAZIONE (Samuel Starosta @ 21/6/2020, 17:47) 
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    Il sentore di complicità si espanse dal cuore in tutto il resto del corpo e Sam non riuscì a trattenere un sorriso che coinvolse labbra e occhi. Quelle emozioni erano un enorme fiume che scorreva dai monti alla valle senza incontrare affluenti, anche se in un unico senso. Eppure, Sam non poteva chiedere di meglio.
    «Mi auguro fosse un ufo. Insomma, non ho letto di nessun incidente aereo nello stato di New York quei giorni. Però ero ancora un bambino e magari la notizia mi era sfuggita» Con fare assorto, l'indice di Sam sfiorò il suo mento disegnando un piccolo cerchio «Inoltre le stelle cadenti sono fighissime però vuoi mettere con un ufo?»
    Incontrare gli alieni sarebbe stato fantastico ma anche svegliarsi con Jess accanto non sarebbe stato male. Oppure, ribaltare le associazioni criminali che stavano infestando Londra «È difficile scegliere. Purtroppo, non ho tempo per attendere una stella cadente» Sospirò lui mentre l'arco disegnato dalle sue labbra perdeva di intensità, restringendosi «Sono felice che parte dei tuoi desideri sia stata realizzata. Mi chiedo se parlare di questa parte ne comprometti l'esistenza.»
    Per il resto, il modo con cui si dilatarono le sue pupille quando la mano della ragazza dai capelli corvini sfiorò le lunghe dita del ragazzo fu più eloquente di qualsiasi "promesso".
    «Volendo, puoi. Non so se il tuo animagus sia in possesso di un paio di ali però scommetto che te la caveresti bene su una scopa. In ogni caso, possiamo inserirlo nei nostri progetti, mi farebbe estremamente piacere» Nel rispondere, non riuscì a trattenersi dal socchiudere gli occhi mentre la sua mente cominciò a vagare su questo eventuale scenario «Oh, a cosa pensavi? Delle volte capita anche a me di pensare a qualcosa troppo intensamente per poi scordarmi di respirare o battere le palpebre.»
    E il suo respiro si fermò ancora. Si fermò tutto l'universo. Jessica era così giovane, aveva una vita di studio davanti e tanta ambizione. Sam, invece, sarebbe potuto morire da un momento all'altro durante una missione. L'aspirante rimase in silenzio "Dio, ti prego, dammi un qualsiasi segno e io non la amerò" Ma in quel momento le labbra dello spagnolo rimasero sigillate. I grilli smisero di cantare. Il fiume cominciò a tacere. La mano del ragazzo si aprì verso la strega, pronta a cogliere quel dono mentre una lacrima gli scivolò dall'occhio sinistro verso la sua guancia «Jessica, non sai quanto questo gesto possa significare per me. Hai già in mente un nome?»

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    Sei stato a New York? Domandò, come prima cosa, sbattendo le palpebre un paio di volte in più, come a sincerarsi che il ragazzo davanti a sé fosse reale e non frutto della sua immaginazione. Come gli aveva raccontato, lei era nato a New York e ci aveva vissuto per tre anni interi, tornandoci ogni estate dopo il trasferimento a Londra.
    Spero anche io fosse un ufo! Mi piacerebbe vederne uno fece una piccola pausa riflessiva, prima di riportare lo sguardo in quello di Sam. Prima di iniziare Hidenstone, non avevo mai creduto ad ufo e cose di questo genere, eppure... iniziò a spiegare, mordendosi appena il labbro. Ma da quando sono qui, mi pare che tutto sia possibile. Non so se mi spiego, solo che prima di iniziare l'Accademia non avrei mai creduto nemmeno ad una strega centenaria risorta, eppure... bloccò quel suo pensiero detto ad alta voce, scuotendo la testa per cancellarne i ricordi, anche se era un'impresa tutt'altro che semplice e Jess lo sapeva. Probabilmente le sarebbero rimasti impressi in mente tutta la vita, come un marchio di fuoco. Il passato è passato! E tale deve rimanere! Aggiunse, più per rassicurare se stessa che per dirlo a lui. Anche se, effettivamente, "grazie" all'attentato di Naga, aveva conosciuto colui che considerava l'amore della sua vita. Piegò la testa, fissando le iridi sui sassolini sparpagliati a terra, abbandonati. Mi piacerebbe vederle comunque. Credo sia un fenomeno interessante e, a tratti, anche misterioso. Si fermò, in procinto di lasciarsi trascinare lungo il viale dei ricordi, ma non era il momento adatto. Scosse la chioma corvina, prima di rialzare lo sguardo con risolutezza. Però c'è della verità in ciò che stai dicendo; non possiamo rimanere immobili, lasciarci sospingere dalla corrente, dobbiamo prendere in mano la nostra vita. Restare ad aspettare una stella cadente che compia un miracolo, sarebbe come sprecare la propria esistenza. E io non voglio. Voglio viverla fino in fondo. Concluse quel suo discorso con decisione, anche se lei per prima vedeva il futuro come molto incerto.
    Jessica non aveva mai creduto nelle promesse poiché non aveva mai conosciuto nessuno che rispettasse quanto detto, ma aveva iniziato a ricredersi, venendo circondata da persone di parola. Così come Blake le aveva promesso di stare accanto a lei e ad Alex, rispettandola, la promessa fatta con Sam non avrebbe potuto essere che reale, tangibile.
    Tu te la cavi bene sulla scopa? Io praticavo Quidditch, ad Hogwarts; ero tra le migliori, a dire la verità. Commentò, senza troppa umiltà, invero. Il cielo è la mia casa. Concluse quindi, prima di immergersi e lasciarsi travolgere da quei repentini pensieri.
    Pensavo a quanto ogni attimo potesse risultare fugace, a quanto la vita fosse effimera e a quanto tempo sprechiamo, noi esseri umani, a lamentarci di un qualcosa senza fare nulla. Iniziò a giocherellare con l'acqua, alzando piccoli schizzi che non fecero che qualche centimetro, prima di ricadere inermi nel complesso più grande che era il lago. Per esempio, un solo secondo là sotto e avrei potuto morire, mentre l'acqua invadeva lentamente i miei polmoni. Comunicò i suoi pensieri, mentre nella sua mente si consolidava una decisione. Sarebbe stata vicina alle persone che amava sempre e comunque, qualsiasi cosa fosse successa, anche se per qualche motivo l'avessero scacciata. Annuì tra sé, osservando la sua reazione al dono che lei gli aveva fatto, per quanto non lo considerasse veramente nulla di che.
    A quelle parole e a quella domanda, arrossì un poco. Sei tu quello bravo con i nomi, ma pensavo a qualcosa di speciale che potesse, in qualche modo, ricordare questa giornata o meglio, il nostro legame. Come il seme di melo. Fece una pausa, mentre sulle sue labbra si allargava un sorriso sincero. Si avvicinò a lui, protendendo la mano verso di lui, sollevando leggermente il pollice. Raccolse quella lacrima, accarezzando la guancia sinistra del giovane e avvicinandosi un po' di più a lui. Non ho fatto niente di speciale sussurrò ma, in cuor suo, sapeva quanto invece speciale lo fosse.

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    «Sono stato a New York. Almeno una decina delle società sotto il controllo della mia famiglia sono quotate a Wall Street. E poi è un paesino carino, mi piace molto Central Park e tutti i suoi scoiattoli» Da piccolo si divertiva così tanto a rincorrerli tra gli alberi. Anche se la parte più divertente era lo scappare dalle guardie del parco e i loro monopattini elettrici. Che spasso.
    «Ogni cosa è possibile, tigre» Con estremo ottimismo, l'ultima falange dell'indice sfiorò la punta del suo naso, ancora una volta. I suoi lineamenti erano così adorabili «E magari avrai modo di vederne una in Africa. Ma sono sicuro che prima di allora sarai riuscita a trasformare ogni tuo desiderio in realtà.»
    Il discorso sull'agire al posto dell'aspettare lo colpì particolarmente. Era forse un segno del destino? Lei era lì ma non il suo coraggio.
    In compenso, quando il discorso si spostò al Quidditch gli occhi del ragazzo si illuminarono e il suo petto si gonfiò prendendo volume. Durante gli anni a Castelbruxo aveva sempre giocato nella squadra di Quidditch. Non aveva certamente il carisma per diventare capitano ma la sua rapidità era invidiabile. Il suo team non perse un singolo campionato negli anni in cui giocò con loro e ricevette anche un invito a partecipare alle selezioni per entrare a far parte della squadra nazionale brasialiana di quidditch, la versione per ragazzi, eh «Me la cavicchio. Qual era il tuo segreto? Scommetto che avrei tanto da imparare.»
    Passare dall'immagine di un angelo le cui gambe accarezzavano una scopa di legno a quella della ragazza sommersa gli tirò giù l'umore.
    «Ah. Beh, mi fido di te. Però non me la cavo molto con la respirazione bocca a bocca, ti avverto v.v» Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Sam provava tantissime cose per quella ragazza ma la paura che potesse sbagliare non era tra queste. Quando aveva scelto di scalare l'albero con lei, aveva deciso di farlo rispettandone la forza. La sua bacchetta era lontana ma non la sua fede. In quel momento, sapeva che un normale umano non potesse trattenere il fiato così a lungo. Ma la sua fede gli suggerì di ascoltare il cuore.
    «Sono sicuro che ci verrà in mente qualcosa...» Le avrebbe voluto dire tantissime cose ma quando la sua mano si posò sulla sua guancia un calore gli avvolse il corpo «Per me è stato special...» Le sue mani accarezzarono l'acqua ma forse con troppa enfasi. Un'onda da dietro lo sospinse verso la ragazza che avrebbe potuto sentire qualcosa sfiorarle la gamba «Si dai vediamo ora come me la cavo io a trattenere il respiro, ci vediamo tra 30 minuti» Deglutendo, il ragazzo avrebbe sfiorato l'acqua per allontanarsi per poi sommergersi di qualche metro, tenendo stretto al petto il regalo dell'opale.

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    Sorrise alla sua genuinità, inarcando appena un sopracciglio. In che razza di città caotiche sei stato, per definire New York un "paesino tranquillo"? domandò, a metà tra il curioso e l'ironico. Lei si ricordava benissimo le calde estati newyorkesi, piene di vita sia di notte che di giorno, trafficata sempre e comunque. Tuttavia, effettivamente, non aveva altri termini di paragone, non aveva visto città più affollate, ma era convinta che ne potessero esistere, ma di certo non Londra dove vivevano in quel momento. Central Park è davvero iconico asserì, con un sorriso nostalgico. Anche lei ricordava le giornate passate a tentare di arrampicarsi sugli alberi per seguire qualche scoiattolo, oppure i pic nic che faceva con Eve in zone più isolate del luogo, tutte le volte che dava da mangiare alle anatre. Era un piccolo polmone verde della grande mela. Anche io rincorrevo gli scoiattoli o qualsiasi altro animaletto carino. Quando avevo tre anni, ho chiesto a mio padre di aiutarmi a catturarne uno e renderlo il mio scoiattolino domestico. Purtroppo non è mai stato possibile. Il ricordo dei suoi genitori, comunque, le procurava sempre una piccola stretta al cuore perché, nonostante fosse evidente che non volevano più avere niente a che fare con lei -per qualsiasi motivo-, a lei mancavano terribilmente e ogni volta che ripensava ai bei momenti passati insieme, si sentiva male.
    Mi piacerebbe vedere una tigre disse poi, arricciando il naso appena lui lo sfiorò. E spero di aver realizzato ogni mio desiderio, come dici tu. Non seppe cosa aggiungere, limitandosi a fissare l'orizzonte, pensierosa.
    Finalmente il discorso si spostò su qualcosa di più leggero e sopportabile: il Quidditch. Oh, nessun segreto! Almeno credo... ero velocissima ed essendo molto magra e agile, riuscivo a sgusciare tra gli avversari e schivare i vari bolidi e ad arrivare al boccino prima dell'avversario. Ma io penso di essere nata per l'aria. È qualcosa che mi fa stare incredibilmente bene. In netto contrasto con Blake aggiunse la sua testa, anche se non trasformò in parole quel pensiero. Potremmo farci una partitina una volta, una specie di uno contro uno. O anche un volo insieme. Non abbiamo un bisonte volante ma, come dicevamo, abbiamo le scope! Propose, scuotendo di poco la chioma corvina.
    Rise, rise con sincerità. Una risata dolce e cristallina, prima di commentare. Vedrò di non annegare mai quando ci sei tu, allora! Scherzò, divertita.
    Non poté dire più nient'altro, poiché una leggera onda lo sospinse praticamente addosso a lei, ma sorrise comunque. Sentì che la sua gamba entrava in contatto con qualcosa, ma fu solo di sfuggita, quindi credette si fosse trattato di un pesce. Un pesce vero, s'intende.
    30 minuti? Domandò, sbalordita, osservandolo allontanarsi. Lei non era certo in grado di trattenere il respiro per così tanto. Quindi si limitò ad immergere il suo corpo fino al collo e lasciare che fosse l'acqua a sorreggerla, muovendo leggermente le gambe e aspettando che riemergesse, ma intanto chiuse gli occhi.

    she dreams in colors she dreams in red
     
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