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.“Always leave a place better than you found itMorrigan Maverick
Long may I reign!
Il chiodo sulla punta del bastone trafisse la lattina di birra piegandola sotto la sua pressione. Sotto ai piedi di Morrigan un immensa coperta di sassi vulcanici grandi quanto cimici e neri come l'ossidiana s'era distesa sulle coste del lago lago, interrotta soltanto da qualche masso più grande e, purtroppo, da quel che restava di un festino tra studenti: Cartacce, bottiglie di plastica e mozziconi di sigaretta.
«Scandaloso» Fischiettò Morrigan prima di alzare il bastone che teneva in mano per far cadere la lattina all'interno del largo sacco in telo che portava a tracolla «Come fa la gente a bere ancora delle Tennent's nel 2020?»
Con un tonfo Morrigan prese posto a terra, intorno a lui vi erano ancora rifiuti ma li avrebbe raccolti in un secondo momento. L'umidità gli risalì nei pantaloni di lino mentre le sue mani avvolte da cicatrici e tatuaggi andarono a sbottonare il secondo bottone della camicia color grano. Oltre agli stivali in pelle di squalo, quel giorno non indossava né stravaganti giacche né curiosi mantelli. Il sole era alto in cielo e il vento ne mitigava il calore.
Con la maestria di un chirurgo estrasse un magifonino dalla tasta per scattare una foto che mandò agli ex colleghi del MiM. Erano passati diversi anni dall'ultima volta in cui aveva avuto a che fare con i primi studenti con cui aveva stretto amicizia oltreoceano, tuttavia ogni giorno passato su quell'isola gli ricordava di quanto la vita di quei laureati fosse monotona.
Svegliarsi la mattina, andare in laboratorio, fare esperimenti, dormire e ricominciare da capo. Tuttavia, la vita da denrisiano presentava le stesse minacce. Morrigan si era ripromesso più volte che non avrebbe commesso quell'errore eppure eccolo lì, solo, a raccogliere immondizia.
Certo, aveva appena salvato uno dei denrisiani più rispettati dell'isola ma a che costo? Ora bramava nuovamente avventure e l'unica occasione di svago si sarebbe rivelata la festa di laurea di un riccone nell'altro capo del mondo. Se pensate che caviale e vino pregiato possano divertire Morrigan beh... lo conoscete molto bene. Eppure mancavano così tanti giorni ai festeggiamenti.
«The day they hanged black robin ... ♪» Quelle parole gli scivolarono tristemente dalle labbra distorte da sbadigli e rantolii mentre i suoi occhi vagavano sullo specchio d'acqua alla ricerca di stimoli.CITAZIONE«Parlato»
"Pensato"
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Morrigan ruotò il capo in direzione della voce che aveva appena udito. Schermando il sole con il palmo della mano, l'ex auror riuscì a notare una ragazza dal portamento sicuro e i muscoli ben delineati. Quell'eloquente scelta di parole gli fece capire cosa stesse pensando o, almeno, così gli sembrò.
«Aye» Rispose il mago rimettendosi in piedi sfruttando il bastone come perno «Anche io sono rimasto scandalizzato dal constatare come la gente compri ancora Tennent's.»
Sebbene Morrigan fosse conosciuto all'interno di quel villaggio in quanto i suoi modi fossero tra i più singolari e, per molti, anche i più eretici, lui dei denrisiani sapeva poco. Spesso gli capitava di incontrare concittadini che gli chiedevano timidamente di come fosse il mondo al di fuori dell'isola, altre volte alla curiosità si era sostituito l'odio e con i concittadini era finito a schiantesimi. In entrambi i casi era raro che si potesse ricordare il nome di una persona e, con la ragazza che si era trovato di fronta, faticava persino a riconoscere il volto.
«'Black Robin' è una canzone medievale. Parla di un ragazzo che uccise brutalmente una ragazzina di quattro anni. Il giorno in cui lo catturarono i lord del luogo elencarono i suoi crimini e lo condannarono a morte. Ma quel giorno nessuno gioì.» Insomma, non il migliore degli argomenti per una giornata così solare «Perché l'assassino e la ragazzina erano fratello e sorella. Così, in questa storia, il vero protagonista della tragedia si rivela essere il padre.»
Ci fu un lungo secondo di silenzio in cui Morrigan avrebbe aspettato che la ragazza potesse assimilare il succo del discorso. Dunque il mago si sarebbe avvicinato alla denrisiana portando il bastone chiodato sulla spalla sinistra e allungando il braccio destro verso Joanne. La ragazza teneva delle cartacce strette in mano ma Morrigan sarebbe stato l'ultima persona al mondo a scandalizzarsi per una cosa del genere. Anzi, avrebbe persino trovato famigliare le cicatrici sulle mani di Joanne. «Comunque non credo di essermi mai presentato. Morrigan Maverick, piacere mio. E dammi del 'tu', non lascio neanche ai miei studenti l'onere di darmi del 'lei'.»CITAZIONE«Parlato»
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Toccategli tutto ma non la sua datrice di lavoro. Scherzo, ovviamente. Morrigan calciò i sassi che costeggiavano il lago con la punta dello stivale. Quelle parole le aveva sentite tante volte dalla bocca di tanti altri Denrisiani ma lui era una carpa che amava nuotare contro corrente. Voleva trasformarsi in un drago come raccontavano i racconti Giapponesi? No, ma amava essere stimolato.
«In verità questa scuola è una benedizione per il nostro mondo» Joanne sapeva essere diretta come un fulmine ma anche Morrigan sapeva esserlo «La Burke non ha creato solo un'accademia ma un polo che attira a sé i migliori talenti del mondo magico. Tra questi potresti trovare ricchi rampolli di grandi industriali o semplicemente studenti con la mente affilata come le nostre asce che sembrano non aver nulla di buono. Ma questo è il bello.»
Morrigan sorrise perché ci credeva veramente in quelle parole ed era soddisfatto di essere entrato a far parte di questo progetto. Forse i motivi non erano dei più nobili, certo, ma un po' di autocompiacimento faceva sempre bene.
«Questi ragazzi, un giorno, tireranno le redini del mondo e solo noi potremmo infilargli del sale in zucca. Lasciarli a sé stessi porterebbe problemi più grandi di cartacce e simili, non credi?» In fondo quella plastica non l'avrebbe mica buttata lui. Il suo piano era riciclarla per qualche suo esperimento. Era difficile introdurre materiale simile in quell'isola, specialmente se le autorità del luogo ti tenevano già sott'occhio a causa del disturbo alla quiete pubblica.
Perso nei suoi pensieri quasi non notò come quella ragazza si stesse divorando labbra e guance. I suoi ex colleghi del dipartimento Auror gli aveva detto che un gesto simile potesse indicare 'attrazione' e dunque la mano destra di Morrigan scivolò sopra il collo per frenare quel prurito improvviso d'imbarazzo -La ragazza sembrava poco più giovane di sua sorella-. Poi si ricordò di come un gesto simile potesse indicare anche rabbia e, come uno stolto, scosse il capo in segno di consenso.
Per quanto riguardava la pronuncia, invece, il mago non rimase stupito. Chi aveva proseguito gli studi classici leggeva il nome alla greca e tutti gli altri preferivano la pronuncia alla latina. Inoltre, quella disciplina aveva così tanti nomi diversi che persino Morrigan finiva per scordarsene di tanto in tanto. Quell'espressione distorta da parte della ragazza lo incuriosì, certo, ma forse era dovuto allo sforzo per ricordarsi 'chi' e 'cosa' facesse Morrigan «Oh, si. È il mio compito insegnare la magitecnica a quei maialini viziati. Ad ogni modo, devo dire che i primi a cui dovrei insegnarne i principi sono proprio i Denrisiani. Ho girato il mondo per questa mia passione e ovunque ero un passo avanti agli altri perché, tra le armi e le drakkar incantate, siamo proprio noi i primi magitecnici al mondo.»
Che fosse vero? Nella mente di Morrigan sì «Tu, invece, di cosa ti occupi? Sarai mica una druida il cui compito è ripristinare gli antichi equilibri del mondo o qualche stronzata del genere?»
Il mago disse quelle parole in buona fede. Non dovevano essere visti come un'offesa eppure, tra i suoi due genitori, il più noioso era proprio un druido. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe messo del sale in zucca anche a lei.CITAZIONE«Parlato»
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Il sopracciglio destro di Morrigan si curvò verso l'alto mentre al rumore del vento cullato sul lago si univano le parole di Joanne. Per una ragazza con un occhio tanto esperto sarebbe stato semplice decifrare il sorrisino che apparve sulle labbra del magitecnico. In effetti, delle volte anche lui pensava quello che la ragazzina aveva appena detto. Ma il punto era questo. Non puoi sperare di rimanere a dormire e avere sogni tranquilli se non alzi il culo per migliorare il mondo che ti circonda «Non sono sciocchi, stupidi e indifesi. Sono i più sciocchi, i più stupidi e i più indifesi. Eppure, tutti possono crescere e migliorare, apprendere e far migliorare. Lascio sempre un posto meglio di come lo trovo e farò lo stesso anche con Hidenstone. E con i suoi abitanti.»
Che poi anche lui fosse il primo a pensare ai suoi genitali non lo disse. Quella ragazza poteva essere tranquillamente sua sorella e il pensiero gli fece arricciare il naso. Al contrario, Morrigan seguì Joanne e l'aiutò a raccogliere altre bottiglie e buste di plastica.
Il chiodo affondò un'ultima volta e rimase a terra per qualche secondo quando il docente udì la richiesta della ragazza. Morrigan curvò il capo e ritrasse il mento. Una denrisiana interessata a quel mondo? Interessante, molto. Sopratutto perché l'unico denriasiano che avesse mai avuto un interesse simile era diventato un auror, un predone e un docente che aveva salvato diverse vite rendendo quel mondo un posto migliore (O almeno questo vi avrebbe raccontato).
Disegnando un arco con il bastone portò la lattina nella borsa che portava a tracolla e con uno strattone la fece scivolare al suo interno «Sei fortunato. Mio padre è un druido e cerca di convincermi da 30 anni di quanto le nostre rose siano simpatiche e argute. Almeno un contadino è onesto. Frutta e verdure coltivata allo scopo di essere mangiata. Punto. Niente complimenti o roba simile.»
Detto ciò i suoi occhi danzarono in lungo e largo soffermandosi poi su uno stormo di macigni abbastanza largo per essere usato come sedia. Con un'andatura costante, Morrigan prese posto su uno di questi per poi rivolgersi a Joanne «Siediti. Bisogna essere pigri per capire la magitecnica e, sopratutto, per farla. Mentre la tecnica consiste nell'usare degli oggetti per risolvere un problema, la magitecnica consiste nell'usare degli oggetti e della magia per risolvere un problema. E sai perché bisogna essere pigri? Perché tutto quello che può fare un oggetto lo potresti fare anche tu con una bacchetta. Eppure, un giorno ti ritroverai senza di questa e dunque ci sarà ben poco da fare.»
Il mago posò il bastone chiodato a terra e dunque estrasse la bacchetta in larice dalla camicia «Sembri una ragazza in gamba, tenace. Se un giorno un mago oscuro ti si presentasse sotto casa lo rimanderesti a Londra a forza di Bombarde, giusto? Ma cosa succederebbe se il mago si presentasse a casa tua mentre stai dormendo?»CITAZIONE«Parlato»
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Morrigan aspettò che Joanne prendesse posto sulla roccia accanto a lui prima di continuare. Vedendo la ragazza portare la mano sul fianco, l'ex auror poté comprendere, a grandi linee, la natura di quel gesto. Un'arma o un coltello, non c'era differenza, Joanne era sveglia e dallo sforzo con cui Morrigan trattenne un sorriso, i lettori di questo post avrebbero potuto comprendere come una caratteristica del genere potesse piacergli.
Quando Naga aveva invaso Denrise, Morrigan se ne stava dall'altra parte dell'oceano a spassarsela con una vampira. L'idea gli fece gelare il sangue. Essersi perso quel combattimento era stato disonorevole e portarsi a letto quella succhiatrice: Devina. Come diamine aveva potuto finire per innamorarsi di una creatura del genere? E come diamine non era riuscito ad accorgersi che ci fosse stato qualcosa che non andava - Seriamente - chi si chiama Devina nel ventunesimo secolo? «Vedi, non si tratta soltanto di diventare migliori. Ma si tratta di diventare persone migliori. Naga era una maga potentissima e per questo ci è andata di traverso. Ma se fosse stata una nostra alleata? E se le sue capacità fossero state impiegate per fare il bene?»
Il magitecnico si portò una mano sulla fronte per schermarsi dal sole «Alla tua età avrei riso a queste parole. Ai tempi consideravo il bene e il male come due facce della stessa medaglia. Poi ho capito che questa è una frase usata più per pigrizia che per altro. Tutti possono cambiare il mondo che ci circonda e dunque vale la pena subire i piagnistei di questi scemi per spostare l'ago della bilancia. Qualsiasi signore oscuro è diventato tale. Le loro capacità potevano essere piegate al bene e, invece, qualcuno gli ha dato le spalle.»
Morrigan tornò a fissare Joanne «Il bambino che non riceve affetto dal villaggio gli darà fuoco per sentirne il calore. Tutti possono cambiare, non c'è nulla di male nel farlo. La coerenza e l'umiltà lasciamola ai normali.»
Ad ogni modo, tutti quei discorsi sulla morale non facevano per lui. Al contrario, Morrigan fu felice di udire quella singola parola. Trappole, esatto. Aveva posto la stessa domanda ad una vastità di Denrisiani e l'unica risposta che gli aveva strappato un sorriso era stata "Se un signore oscuro mi spuntasse in casa mentre dormo mi troverebbe a letto con sua moglie".
Il magitecnico fece scivolare una mano in una tasca per poi tirare fuori una caramella all'anice. Dunque, con un gesto secco la passò alla ragazza, confidando che questa potesse catturarla a mezz'aria «Mi piace quando trovo una denrisiana il cui cervello non serva solo ad occupare spazio nella testa. Ad ogni modo, hai ragione. Crei un qualcosa che possa agire anche quando tu non lo stai facendo. Su questa singola fase, maghi e babbani hanno accumulato tanti di quei soldi da poter vivere nel lusso per una decina di generazioni. È bene ricordare, però, che dietro ad ogni trappola ci deve essere un'energia che trasformi la sua funzione - attaccare gli intrusi - in atto. Immagino che tu sappia come i maghi utilizzino i simboli a questo scopo. Ma hai mai sentito parlare di come i babbani sfruttino il fuoco o i ... fulmini ... a questo fine?»CITAZIONE«Parlato»
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«Puoi farmi tutte le domande che vuoi» Rispose Morrigan senza interrompere il contatto visivo «Il fatto è che il bene e il male non esistono. Una cosa che può essere per me un bene e per te un male. A Londra considerano tre potenti anatemi come incantesimi senza perdono. Il primo, nonché il più malvagio, ti fa provare un dolore che nient'altro al mondo può farti provare.»
E Morrigan, memore degli anni passati come Auror, lo sapeva benissimo «Il secondo permette di controllare un animale o una persona allo scopo di fargli fare quel che l'incantatore utilizza.»
Anche su quello, Morrigan aveva dei ... piacevoli ... ricordi «E l'ultimo ti ammazza e basta. Tutti e tre questi incantesimi sono ritenuti incantesimi nati per fare del male. Eppure, possono essere usati per fare del bene. Il problema non sta nel loro utilizzo ma nella concezione che hai di giusto e sbagliato. Ah, e se le usi qua a Denrise ti danno in pasto ai maiali quindi non pensarci, ok?»
Nel dire quelle parole, il mago rivisse l'incontro con Ludwig: Il capitano denrisiano non aveva esitato a lanciare la maledizione Crucio o l'anatema del fuoco perpetuo. Per sopravvivere, Morrigan avrebbe fatto lo stesso. Ma nella sua voce... c'era soltanto rabbia «Torturare è sbagliato ma farlo per scoprire delle informazioni che farebbe del bene al villaggio? Uccidere è sbagliato ma farlo per salvare qualcuno che ami? Del resto, se dovessi uccidere per forza, chi uccideresti tra una persona o cinque persone.»
Il mago avrebbe dunque atteso la risposta per continuare «E se quella singola persona fosse la persona a cui tieni di più al mondo? Probabilmente uccideresti le altre cinque. Anche io farei così. Ciò sarebbe sbagliato per alcuni e boh, senti, io su queste cose non ci so argomentare molto. Vado dove mi guida il cuore e quando sono nel dubbio mi chiedo cosa proverei se fossi io dall'altra parte. Torniamo a parlare di macchine brum brum.»
Quando il docente finì l'ultima frase ruotò gli occhi al cielo. Sul serio, Morrigan era il chaos e quel tipo di discorsi non facevano per lui. Però, forse, se avesse ottenuto la cattedra avrebbe anche dovuto comprendere come discutere di questi argomenti con i suoi studenti «No, ok, se ti va possiamo parlare anche di questo.»
La mano di Morrigan si posò sulla spalla di Joanne dunque, con gli occhi di un padre, l'uomo si limitò a dire «Che si fotta la tua famiglia. Le catene sono comode in poche situazioni e, tra queste, certamente non nel conoscere.»
Tuttavia, quando l'ex auror udì l'ultima frase di Joanne, i suoi occhi finirono per illuminarsi «Esattamente! Esistono e sono bellissime. Tuttavia, è un altro il punto.»
Il mago fece scivolare una mano nella tasca interna della sua camicia per poi estrarre una caramella al cioccolato fondente «Tieni, questa è un premio per le tue buone risposte.»
Avrebbe detto, prima di passare il dolciume, avvolto da una pellicola rosso ciliegia, alla ragazza «Vedi, questo è cibo. Le persone mangiano e trasformano ciò che hanno mangiato in energia. Il processo è leggermente più complicato di così ma per ora ti basti sapere questo. Queste energia viene immagazzinata nel nostro corpo sotto forma di grasso per poi venire bruciata e far muovere il corpo. Allo stesso modo, i babbani utilizzano il fuoco e l'elettricità per creare energia che viene immagazzinata per essere utilizzata in un secondo momento. Attraverso questa energia, che tu ci creda o no, riescono a far muovere navi cento volte più grosse delle nostre drakkar. Il principio è molto semplice, sai cosa succede all'aria quando si riscalda?»CITAZIONE«Parlato»
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"Non essere triste. È sbagliato uccide ma non è sbagliato morire." Gli occhi di Morrigan si immersero nell'acqua come a voler tornare in superficie con qualche ricordo. Le estremità delle labbra si piegarono verso l'alto mentre una vena di orgoglio si gonfiò attorno al cuore del magitecnico «Una distinzione tra il giusto e lo sbagliato esiste ma solo nella mente di chi si pone il problema. Potresti ritenere giusto imporre la tua volontà sugli altri, facendoli soffrire se necessario ma finiresti con il nulla in mano: Sabbia in un setaccio. Tempo fa incontrai un ragazzo ricoperto dall'oro ma dall'anima dorata che mi raccontò la sua visione sul mondo. Suonava come un 'se fai del bene a due persone e quest'ultime faranno il bene ad altre due persone a testa il mondo sarà un posto migliore'. Ecco, potresti adottare questa linea di pensiero come un qualcosa di giusto da fare. Ti ritroveresti in un mondo migliore in cui vivere.»
Morrigan riprese fiato guardando il cielo. Orgoglio a parte, delle volte il magitecnico finiva per sentirsi così piccolo in quell'universo così grande. Si era ripromesso pià volte di ridimensionarti per rendere il mondo un posto migliore e, se fosse riuscito a direzionare il talento della ragazza che si trovava di fronte verso il bene, ci sarebbe sicuramente riuscito.
Il modo in cui lo aveva fissato lo tranquillizzò. Probabilmente, se avesse accettato una caramella da uno sconosciuto non sarebbe stata poi così sveglia.
«Guarda!» La mano sinistra del mago seguì lo sguardo di Joanne verso terra fino a raccogliere una foglia. Dunque, la destra andò a disegnare una spirale dopo l'altra e dell'aria calda venne rilasciata dalla punta della bacchetta «L'aria calda è più leggera dell'aria normale in quanto meno densa e quindi tende a muoversi verso l'alto. Questa tendenza a muoversi verso l'alto può essere utilizzata per muovere degli oggetti come questa foglia. Ora, se l'aria calda aumenta ancora di più... la foglia può diventare più grande e pesante ma essere comunque spostata. Se si usa questo principio per spostare una pala del mulino e questo si trova nell'acqua l'intero mulino finirà per spostarsi» La curiosità di Joanne sembrava infinita e forse le sue parole non sarebbero state abbastanza «Comunque, se ti va possiamo incontrarci di nuovo, magari con elementi grafici saprò spiegarmi meglio.»CITAZIONE«Parlato»
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