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.Mia Freeman16 YOAmetrinCome on skinny love what happened here?Parlato - Pensato- AscoltatoNon avrebbe voluto davvero presentarsi, e si era rimproverata per tutta la giornata per aver accettato quell’invito. Aveva evitato Cameron per un intero mese, che cosa l’aveva portata ad accettare quella proposta? Avrebbe potuto ignorarlo come le altre volte, fare finta di niente oppure rispondergli male e cercare di dissuaderlo una volta per tutte. Non era un tipo che portava rancore, quella situazione la feriva fin troppo, non era per niente felice tenere le distanze da qualcuno a cui si era irrimediabilmente affezionava.
Non si era nemmeno accorta di quel che le stava succedendo, era sicura che l’amore e le relazioni non facessero per lei, dopo quel che era successo con Mark aveva paura di lasciarsi andare con chiunque eppure Cam le era entrato sotto pelle e lei non aveva fatto in tempo nemmeno a fare qualcosa per impedirselo. Cameron era…esattamente la persona che non avrebbe dovuto nemmeno avvicinarsi a lei, era il classico cattivo ragazzo che attirava quelle che non avevano idea di che cosa riservasse una persona simile. Lei aveva già avuto la sua esperienza personale con un soggetto del genere, sapeva che cosa volesse dire lasciarsi andare con la persona sbagliata e Cameron e Mark erano amici, il suo passato non le aveva insegnato proprio nulla?!
Evidentemente no. Avrebbe dovuto tenersi a distanza da quel ragazzo, e invece aveva finito per lasciarsi coinvolgere così tanto che quando aveva scoperto la verità, quello l’aveva ferita più di ogni altra cosa. Era un periodo difficile a prescindere, un segreto che si portava dietro da anni era stato svelato e lei stava cercando di gestire le conseguenze, sapere che Cameron si era avvicinato a lei per una scommessa con il suo migliore amico. Era chiaro che Mark stesse influenzando tutta la sua esistenza, stava rovinando ogni cosa, e aveva finito per rovinare anche il suo rapporto con Cam.
Si sentiva male, in un certo senso era come se l’avesse tradita, lei si era affidata a lui e lui aveva rovinato tutto. Non aveva negato l’evidenza, come avrebbe potuto farlo? Era palese ormai che quella fosse la verità, Mark era stronzo ma purtroppo non era un bugiardo, anche se Mia lo avrebbe voluto in quel momento: aveva sempre dimostrato di dire esattamente quel che pensava nei momenti peggiori. Così aveva finito per sapere che era tutto un gioco tra i due, e aveva smesso di riuscire a guardare Cameron negli occhi come faceva prima. L’aveva ferita, era ovvio, si era sentita una sciocca per aver creduto che uno come lui potesse davvero interessarsi a lei, quando era palese che non fosse così. Come aveva potuto crederci? Cam aveva sempre detto che lei non era il suo tipo, era palese che non si trattasse di altro che uno sciocco passatempo. Si era addirittura illusa che potesse importargli davvero, dopo quel che era successo nella Stanza delle Necessità era sicura che il loro rapporto in quel momento si fosse evoluto, e invece era stata tutta una gigantesca bugia.
Eppure Cameron non aveva mai smesso di insistere, aveva continuato a chiederle di rivedersi e aveva provato a parlare ben più di una volta, eppure Mia lo aveva stoicamente evitato ogni volta. Non sapeva nemmeno per quale ragione durante la lezione avesse accettato, era stanca di evitarlo ad ogni istante, voleva che la smettesse di perseguitarla e vederlo un’ultima volta le sembrava l’unica soluzione possibile. In quel momento non aveva voglia di provare a vedere se la sua teoria era corretta, in quel preciso istante non aveva nemmeno voglia di uscire dalla sua stanza ma si obbligò a presentarsi lo stesso.
Trovava il posto in realtà indifferente, in quel momento voleva solo tornare sui suoi passi ed era difficile per lei sentirsi a suo agio quando sapeva che in quel momento si stava denudando, ancora una volta. Non letteralmente, certo, ma stava mostrando quanto tenesse a quel rapporto perché altrimenti non si sarebbe mai presentata lì. Ancora una volta gli stava dando tutto il potere, ancora una volta stava ammettendo quanto tenesse al loro legame e faceva male anche solo pensarci. Si era trascinata fuori dalla stanza ed era arrivata all’Osservatorio cercando di obbligarsi a non inventare una scusa e andarsene, ormai era lì tanto valeva andare fino infondo. Non era nemmeno sicura di sapere che cosa Cameron volesse dirle, era sempre stata a favore delle seconde possibilità ed era la prima a pensare che tutti meritassero di potersi scusare, ma in quel caso non riusciva a rimanere fedele ai proprio valori fino infondo.
Si era anche impegnata per vestirsi in modo decente pur senza sembrare troppo ordinata: la sua idea era quella di far trasparire anche dal suo modo di fare che non era lì perché ci teneva così tanto, anche se era una bugia. Non si sarebbe mai sforzata in caso non lo avesse ritenuto degno delle sue attenzioni, eppure in quel momento non era pronta ad ammettere quello che provava. Tutto ciò che stava succedendo tra loro era troppo: troppo intenso, troppo nuovo, troppo travolgente, e lei aveva davvero paura di quel che sarebbe successo di lì in avanti. Aveva detto a Cameron che doveva promettere di lasciarla in pace ma lui lo avrebbe fatto? Quello avrebbe davvero risolto tutti i suoi problemi? Non ne era certa.code by ;winchester
Edited by Freckles‚ - 20/4/2020, 21:41. -
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.Mia Freeman16 YOAmetrinCome on skinny love what happened here?Parlato - Pensato- AscoltatoEra ancora convinta che quell’incontro non avrebbe potuto portarle niente di buono, ed era una convinzione che si era imposta di mantenere per tutto il tempo, senza darsi la possibilità di vacillare. Aveva sofferto per la mancanza improvvisa di Cam, e nel suo dolore si era imposta di non ricaderci di nuovo, di non dargli in alcun modo il potere di ferirla una seconda volta. Mia era un tipo che difficilmente si lasciava andare con qualcuno, quando lo faceva era perché pensava che l’altra persona ne valesse davvero la pena. In genere passava mesi prima di mostrarsi, poco alla volta, ed era successo così anche con Jess e Blake, ma non con Cam: lui l’aveva travolta e aveva finito per mostrargli parti di sé in modo sparso, senza nemmeno rendersene conto. E alla fine anche tutta la storia di Mark era venuta fuori senza che lei si sentisse davvero pronta e questo aveva portato con sé una marea di conseguenze non indifferenti.
Mia era stanca, questa era la principale sensazione che provava da quando tutta quella situazione era cominciata. Non era stanca solo fisicamente, perché dormiva poco e male e perché non riusciva mai a chiudere gli occhi per troppo tempo di fila. Era stanca anche mentalmente, era stanca di pensare, di rimuginare su quel che era successo, di domandarsi che cosa sarebbe successo dopo. Dopotutto anche la lezione di divinazione aveva portato con sé delle nuove certezze, nuovi pensieri su cui concentrarsi: qualcun altro con ogni probabilità l’avrebbe tradita, e avrebbe dovuto ancora fare i conti con nuove delusioni prima di concedersi un po’ di pace. Era ovvio che le venisse naturale chiedersi se quel qualcuno non sarebbe stato Cam, una seconda volta.
Già dal primo istante sapeva che lui non era la persona per lei, era arrogante, continuava a stuzzicarla, era chiaro che non fosse la persona migliore a cui affidarsi, oltre che essere pericolosamente vicino a Mark, e infondo i simili si attraggono no? Eppure aveva cominciato a scoprire anche un lato nascosto del ragazzo, e vederlo come più umano, più fragile, era stata la sua rovina: in quel momento aveva capito che c’era di più ed era stata troppo curiosa per fermarsi. Ed era così che le cose erano andate sempre peggio, lei si era affezionata e ora si trovava preoccupata anche solo all’idea di rivederlo, per paura di ricaderci di nuovo. Cam sapeva essere estremamente carino, come se sapesse esattamente che corde toccare per farla capitolare, e temeva quel potere più di ogni altra cosa.
Avrebbe dovuto rifiutare, sarebbe stata la cosa più logica e sicura da fare, eppure aveva un cuore e dopo l’ennesima richiesta non era più riuscita ad allontanarlo. Era quello uno dei suoi più grandi problemi, il fatto che finisse sempre per immedesimarsi fin troppo negli altri, sentendosi in colpa ogni volta che rischiava di ferire qualcuno. Cam non meritava quelle attenzioni, non meritava la sua premura, eppure le aveva fatto quasi pena e aveva ceduto. Ed eccola lì, che si sforzava di mantenere un atteggiamento freddo e distaccato e insieme temeva ogni sua più piccola reazione, perché aveva paura di finire per cedere da un secondo all’altro.
Arrivata all’Osservatorio si trovò…sola. Trattenne il respiro per qualche istante, guardandosi intorno alla ricerca di Cameron, ma quando si rese conto che non c’era nessuno abbassò appena le spalle e si concesse di respirare di nuovo. Era sola, e quella notizia la sollevò e la colpì come uno schiaffo in pieno viso, contemporaneamente. Aveva sperato davvero che quell’incontro saltasse, in effetti, ma non pensava che sarebbe successo davvero: sapere che era davvero sola, che Cameron non si era presentato, in qualche modo era un’ulteriore ferita non richiesta. Ecco che si fidava di lui e lui la tradiva, ancora una volta.
Non avrebbe saputo dire perché fosse rimasta all’osservatorio, se fosse per lo shock di quella realizzazione o per una muta speranza di essersi sbagliata, ma quando la voce di Cameron spezzò il silenzio si ritrovò a sussultare e il cuore le schizzò in gola all’istante. Si voltò e lo ritrovò sicuramente più “elegante” di lei, vestito tutto di nero, abbastanza ordinato, e capì in quel preciso istante che non aveva la benché minima idea di che cosa dirgli. Esordì un flebile “Ciao”, piuttosto atono e piatto, il tono abbastanza basso e la voce distaccata. Non sapeva che cosa dirgli, il dolore che le aveva causato era troppo profondo per essere descritto a parole e in effetti non sapeva nemmeno che cosa aspettarsi. Poteva davvero pensare di perdonarlo? Poteva davvero riuscirci? O stava facendo perdere tempo ad entrambi? Per quale ragione aveva ceduto e aveva accettato quell’invito? Sospirò piano, sentendosi a disagio, e si passò poco dopo una mano tra i capelli, indecisa sul da farsi. Alla fine incrociò le braccia al petto e cercò di guardare altrove, convinta che concentrarsi su Cameron a quel punto l’avrebbe portata a sbagliare ancora una volta. “Perché mi hai portata qui? Non è un posto un po’ scontato?” borbottò, giusto per dire qualcosa senza apparire troppo pronta a perdonarlo così, su due piedi.code by ;winchester. -
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.Mia Freeman16 YOAmetrinCome on skinny love what happened here?Parlato - Pensato- AscoltatoSapeva che certe cose accadevano e basta, senza che fosse davvero colpa di qualcuno, e non era così sciocca da non capire che la scommessa tra Cam e Mark era nata più per caso che per farle davvero del male. All’epoca Cameron non la conosceva nemmeno, non poteva sapere niente di lei, non poteva immaginare di riuscire a costruirci qualcosa, e semmai la colpa era di Mark che aveva pensato di usare il migliore amico per torturarla ulteriormente. Eppure il principio, l’idea stessa che Cam si abbassasse a quel genere di sciocchezze, la infastidiva: se anche non fosse stata lei il premio ma chiunque altro, era comunque becero e da idioti scommettere su una persona e fare tutto per il gusto di vincere. I sentimenti di qualcuno non meritavano di essere trattati come un giocattolo insulso. Eppure riusciva a comprendere quella sciocchezza, ma rimaneva comunque ferita: aveva fatto affidamento su Cam, era stata lei la sciocca che si era fidata della persona sbagliata, tutta quella situazione era più colpa sua che del ragazzo, lo sapeva bene.
Si accusava anche di essere andata fino a lì, si rendeva conto da sola di quanto fosse stata sciocca a concedergli di nuovo la possibilità di ferirla come se niente fosse. Sapeva bene che andando lì Cameron le avrebbe scucito qualcosa, che fossero delle scuse o un briciolo di perdono, eppure in cuor suo stava ancora cercando il ragazzo che aveva visto nella Stanza delle Necessità e che sapeva essere ben più di un idiota che scommetteva per portarsi a letto una ragazza.
Certo, nonostante il suo buon cuore non aveva alcuna intenzione di tornare come prima, avrebbe avuto bisogno comunque di tempo per fidarsi e lasciarsi andare di nuovo, Mia non era una persona che si fidava di chiunque e probabilmente Cameron lo avrebbe capito molto presto. Non si aspettava però che il ragazzo potesse davvero impegnarsi così tanto per riconquistarla e cominciò a domandarsi quanto davvero tenesse a lei fin dal primo momento, fin da quando fece l’incantesimo per far comparire dei fiori. Lo aveva intuito dal fatto che l’avesse invitata all’Osservatorio ma quella era ancora una mossa scontata, in un certo senso, ora era chiaro che si stesse davvero impegnando per scusarsi al meglio.
Mia non era un tipo abituato a ricevere chissà quanti regali, bastava ricordarsi la sua sorpresa anche solo a Natale, quando aveva ricevuto tutti quei doni inaspettati e aveva sentito il bisogno di ringraziare e abbracciare tutti, uno per uno –era ubriaca al tempo, certo, ma era comunque una reazione che, anche se meno accentuata, avrebbe avuto anche in altre occasioni. Già i fiori quindi bastarono a spiazzarla, e apprezzò anche più di quanto avrebbe ammesso il fatto che non avesse scelto delle banali rose. Non mancò di notare che quei fiori avevano lo stesso colore dei propri occhi e si chiese distrattamente se fosse un caso. “Vanno benissimo, ti ringrazio ma non dovevi…” mugugnò piano, prendendo in mano il mazzo per poi essere invasa, letteralmente, non solo dalle parole ma anche dal resto dei regali. Lo guardò sorpresa e presa alla sprovvista da tutto ciò che pareva aver organizzato per lei, tutti pensieri che le scaldarono il cuore, certo, ma la fecero anche sentire a disagio.
Mia non si considerava degna di tutti quei pensieri, né dei biscotti e del tempo che aveva impiegato a farli né tantomeno di qualcosa che era appartenuto alla sorella di Cam. Mia non conosceva tutta la storia, sapeva che la ragazza era morta e che lui ci soffriva ancora e tanto gli bastava. “Cameron…non dovevi davvero, non era necessario…” provò a dire ma non poteva davvero impedirgli di parlare, non era da lei mettere a tacere qualcuno solo per un errore. Si era sempre imposta di essere comprensiva, aveva fatto della frase “ricordati sempre che gli altri stanno combattendo una battaglia di cui non sai nulla, sii gentile” il suo motto di vita, non era il tipo che chiudeva ogni porta a prescindere. E infondo il discorso di Cam non mancò di commuoverla, almeno un po’, facendola sentire se non altro importante. Credeva a quel che aveva detto, non poteva non farlo di fronte a quello sguardo e quel tono, ma non era tutto così semplice come avrebbe voluto.
“Io... immagino che tu ti stia davvero pentendo Cameron, e ne sono felice. Mi dispiace per come sono andate le cose, so che sai di aver sbagliato, ma ti prego di capire che ho bisogno di tempo. Non è tutta colpa tua, Mark ha fatto cose orribili e… ha rovinato anche quello che c’era tra me e te, è innegabile. Ma non sono arrabbiata con te, non così tanto almeno.” ammise piano, prendendo un lungo respiro. “Ho tenuto le distanze perché mi faceva male pensare al motivo per cui ti sei avvicinato a me, probabilmente se non fosse stato per la scommessa non mi avresti presa nemmeno in considerazione.” concluse poco dopo per poi allungargli la scatola dell’abito di sua sorella. “Ti prego, non prenderla come un rifiuto ma non posso tenere qualcosa che per te è così importante, non ne sono degna.” provò a dirgli, con un sorriso timido e dispiaciuto.code by ;winchester. -
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.Mia Freeman16 YOAmetrinCome on skinny love what happened here?Parlato - Pensato- AscoltatoQuasi non riusciva a spiegarsi per quale ragione Cameron ci tenesse così tanto, perché si stesse impegnando fino a quel punto per farsi perdonare. La loro amicizia era nata in modo abbastanza singolare, anche aldilà della scommessa, non tanto per la modalità quanto perché di certo non sembravano una coppia di amici molto ben assortita, non erano tipi da concordare granchè su molte cose ma per qualche ragione riuscivano ad andare d’accordo. Lei per prima avrebbe escluso, razionalmente, di poter davvero costruire qualcosa di solido e aveva finito per tenerci pure fin troppo, ma pensava di essere l’unica dei due ad essersi affezionata fino a quel punto, con una certa stupidità. Pensava di essere l’unica a soffrire per quella situazione, o meglio immaginava che Cameron potesse sentirsi in colpa –non la avrebbe perseguitata per un mese intero altrimenti- ma non pensava che ci fosse altro oltre a quello, non credeva di valere così tanto la pena.
Non si aspettava di certo che Cameron potesse fare così tante cose solamente per lei, non credeva che avrebbe mai organizzato qualcosa del genere solamente per chiederle scusa. Non dava mai così tanta importanza alle parole in quei casi, credeva molto di più ai gesti ma era chiaro che Cam stesse usando con attenzione entrambi e lei non era abbastanza cattiva da negargli la sua attenzione. Forse avrebbe dovuto, quello non poteva cancellare tutto ciò che era successo, non poteva semplicemente fare finta che la scommessa non fosse mai esistita. Eppure Cameron sembrava davvero pentito e lei non aveva cuore di fare finta di nulla, non voleva davvero ignorarlo o non dare valore ai suoi sforzi.
Di certo ragionare con Cameron non era così semplice, era chiaro che avesse le idee piuttosto chiare e poca intenzione di ritrattare ma dopotutto lei non si sentiva davvero così in pace all’idea di prendere qualcosa che per lui poteva essere così importante. Non conosceva la storia di sua sorella a fondo ma sapeva per certo che gli provocava un certo dolore e che non lo faceva sentire del tutto a suo agio, per questo aveva provato ad insistere seppur con infimi risultati. Cameron era testardo almeno tanto quanto lei e non era così semplice imporsi, soprattutto in un momento come quello dove anche lei faticava a farsi valere. Le sembrava ancora di poter essere sopraffatta da un momento all’altro da ogni cosa, aveva davvero paura che tutto potesse rivelarsi l’ennesima, enorme, bugia.
Era innegabile che tutta quella situazione fosse abbastanza romantica, e Mia non aveva mai pensato di poter vivere qualcosa del genere, di meritarlo. Aveva letto miliardi di libri, nella sua vita, con storie d’amore strappalacrime o tormentate, e mai si sarebbe aspettata di essere la protagonista di qualcosa del genere. Arrossì, perché non poteva evitarlo, ma lottò strenuamente contro il suo corpo, come se fosse davvero qualcosa che poteva provare a controllare. Non erano da Cam, quei discorsi, e non era nemmeno d Mia starli a sentire e ancora le sembrava impossibile assistere a qualcosa del genere.
Le aveva davvero appena chiesto di entrare nella sua vita in modo così plateale? Aveva davvero intenzione di impegnarsi così tanto solamente per lei? Non poteva rimanere impassibile davanti a quello e si ritrovò a stringere appena la scatola. Non avrebbe voluto tenere quel vestito, non le apparteneva davvero, ma dubitava che avrebbe potuto fare qualcosa di fronte alla sua testardaggine. “Va bene, se pensi che debba averlo io…” concesse alla fine, ancora non del tutto convinta ma se non altro consapevole che insistere avrebbe portato a ben poco.
Non che le dispiacesse, apprezzava quel pensiero, lo considerava solo troppo rispetto a quello che effettivamente Mia poteva desiderare. Non meritava tutti quegli sforzi, si sentiva in colpa ad accettare qualcosa di così grande e importante per Cam ma cosa poteva fare? Era chiaro che il ragazzo non avrebbe cambiato facilmente idea.
Sorrise appena quindi, scuotendo piano la testa. “Non serve che me lo dici in qualunque lingua del mondo, Cam. Capisco che sei dispiaciuto, lo sto vedendo… e ti ringrazio per tutti questi sforzi.” cercò di spiegargli con pazienza, ma si prese ancora qualche momento per elaborare la frase successiva. Non si trattava di voler fare la preziosa, Mia comprendeva i tentativi di Cam e apprezzava i suoi sforzi ma non riusciva a perdonarlo così, su due piedi, come se niente fosse: era tutto troppo, aveva bisogno di tempo e non riusciva a pensare di tornare a vederlo come se niente fosse mai successo.
Lo guardò con attenzione, soppesando bene le proprie parole. ” Vorrei cancellare quello che è successo, credimi, fare finta che non sia accaduto nulla. Ma non posso, capisci Cam? Il passato conta, ci rende quello che siamo, non possiamo ignorarlo. Ma possiamo…provare a ripartire da qui, con calma.” provò a spiegargli cercando di essere chiara e specifica.code by ;winchester. -
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.Mia Freeman16 YOAmetrinCome on skinny love what happened here?Parlato - Pensato- AscoltatoDi certo non credeva che proprio Cameron avrebbe mai pensato di organizzare tutto quello per chiederle scusa. Non si aspettava così tanti sforzi e soprattutto non pensava davvero che fosse nel suo stile impegnarsi così tanto per qualcuno. Sapeva di averlo comunque giudicato prima del tempo, di essersi lasciata convincere dalla sua facciata da cattivo ragazzo e di aver avanzato conclusioni affrettate ben prima del tempo, ma dopotutto come si poteva davvero biasimarla?
Non era abituata a tutte quelle attenzioni, stare sotto i riflettori non faceva proprio per lei ed era imbarazzata alla sola idea che avesse speso tutto quel tempo a fare qualcosa per lei. Perché lo aveva fatto? Teneva davvero così tanto al suo perdono? Dopotutto Mia non pensava che Mark e Cameron fossero la stessa persona, si stava ancora sforzando di ricordarsi che le colpe di uno non potevano essere anche dell’altro e che Cameron aveva agito spinto da una scommessa, ma non le aveva comunque fatto niente di quello che invece aveva fatto Mark. Non aveva abusato di lei, non aveva allungato troppo le mani…ma un giorno intendeva farlo? Si sarebbe fermato se le avesse detto di no? Considerato come si stava ponendo in quel momento e la gentilezza che stava usando forse sì.
Arrossì anche di più quando commentò che la trovava carina quando arrossiva, mordendosi il labbro inferiore e abbassando lo sguardo. “Smettila…” borbottò piano, non certo arrabbiata ma più che altro imbarazzata all’idea di mostrarsi così proprio davanti a lui.
Di fronte alla sua spiegazione non poteva davvero continuare a protestare, non riusciva davvero ad obbligarlo a cambiare la sua scelta quando si parlava di qualcosa che per lui era così personale e importante. La sconvolgeva l’idea che la reputasse tanto importante da darle un abito della sorella, ma non se la sentiva di insistere oltre e alla sua battuta non riuscì a nascondere del tutto un nuovo sorriso. “Mmmh…forse dovrei vedertelo addosso” ammise con un tono divertito.
Sentì un leggero brivido correrle lungo la schiena nel momento in cui le accarezzò il viso. Non si aspettava quel gesto e quella vicinanza, non potè evitare di irrigidirsi per un istante proprio perché non era più abituata a contatti fisici veri e propri con le persone nell’ultimo periodo. Sospirò piano e lo guardò da sotto le lunghe ciglia, i suoi occhioni blu più speranzosi che mai. Voleva davvero dargli credito, credere alle sue parole, essere più positiva e tranquilla e dargli subito la risposta che sperava ma non era capace di dirglielo subito così su due piedi. Notò il suo dispiacere mentre si allontanava da lei e si appoggiava al cornicione, e il suo discorso le sembrava particolarmente convincente. Non voleva metterle fretta, e quello era già un buon inizio no? Ma si sforzò, nonostante l’intenzione di non ferirlo, di essere più possibile chiara e diretta. “La sincerità mi piace come idea.” ammise con un leggero sorriso. ”E va bene, non posso dirti ora quanto ci vorrà ma ci possiamo provare.” concesse alla fine, finendo per cedere molto prima del previsto.
Sorrise alle sue parole, soprattutto a causa dei termini che scelse. “Mmmh…e va bene, le concederò un caffè mylord.” rispose alla fine, scoprendosi contenta all’idea di sollevarlo almeno un po’ dalle sue colpe. Sapeva di aver agito per delle ragioni valide e sensate, ovviamente, ma le dispiaceva comunque averlo fatto aspettare così tanto. Infondo anche Cameron aveva vissuto i suoi traumi e a lei dispiaceva che fosse solo adesso. “Ma non illudetevi troppo.” borbottò comunque.code by ;winchester.