I've been looking for somebody to tell me that I'm real.

Mia & Blake

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    Jessica Whitemore | Black Opal
    Jessica non ci poteva credere, davvero. Dovunque Barnes andasse, succedeva qualcosa? Sospirò. Aveva capito da tempo quanto Lilith fosse gelosa di Mia, seppur tra lei e Blake non era certo mai successo niente o almeno di questo Jess era convinta. Dopo ciò che aveva subito, di certo Mia non apprezzava il contatto fisico in generale ed inoltre era una ragazzina troppo buona per andare con il ragazzo di un'altra, quindi non ci avrebbe creduto nemmeno se lo avesse visto con i suoi occhi. Comunque al momento la cosa importante era placare Lilith, anche perché non era esattamente il momento adatto per una lite. La corvina aveva intenzione di sentire cosa avesse da dire Blake e poi sarebbe andata a fare i bagagli per Londra -senza dirlo a nessuno- e avrebbe passato un tranquillo weekend a casa sua. La sua vera casa. E non era più certa di poter considerare quell'Accademia come casa sua, le stava diventando quasi estranea.
    Ascoltò prima le parole di Lilith e poi quelle di Mia. Non voleva davvero mettersi in mezzo, ma non poteva nemmeno permettere che Mia venisse trucidata lì. Erano entrambe sue amiche, così come Blake... ma lui di carattere per difendersi ne aveva da vendere. Non che la bionda non avesse carattere, anzi... ma lo "usava" in maniera decisamente diversa rispetto all'opale. Allora. Iniziò con voce seria. Lilith, è piuttosto evidente che a Mia piaccia Cameron e che non sia interessata a Blake, non in quel senso. Non so cosa stessero facendo, ma di sicuro niente di ciò che pensi tu. Quindi per favore ora smettetela, tutti quanti. Chiarì, con tono fermo. Le dispiaceva imporsi così, ma tutto il nervosismo represso dalla sera prima, stava uscendo e non aveva troppa voglia di prestarsi a quel giochetto. Per favore aggiunse, cercando di addolcire le sue parole. E quando Mia nominò Mark... la corvina annuì a Lilith. Sì, è lo stesso. Lo stesso Mark che ieri sera ha ben pensato di molestarmi in quei fottuti corridoi disse, senza mezzi termini. Un brivido le percorse la schiena al solo pensiero della sera prima ed ebbe l'istinto di abbracciare Blake come aveva fatto subito dopo l'avvenimento con Mark, ma stette lontana. Lilith era già abbastanza turbata senza che vedesse un'altra abbracciare il suo ragazzo, sebbene la riccia non si preoccupasse di Jessica e non la vedesse una minaccia. Mi dispiace Mia, ho dovuto dirglielo. Dirgli tutto. Si scusò, lasciando che Pantera provasse a socializzare con gli altri gatti. Ma è stato lui ad aiutarmi, non potevo far finta di nulla... non dopo ciò che ha detto Mark. Scrollò le spalle, dispiaciuta. Ma di Blake poteva fidarsi, non sarebbe di certo andato a sbandierarlo a mezza scuola. Tra tutti i suoi difetti, il biondo un segreto lo sapeva mantenere. Posò una mano dietro la schiena della riccia e le lasciò una lieve carezza per tranquillizzarla. Il suo ragazzo non la stava tradendo con Mia. Non so perché siamo qui, Blake. Ma io quello che dovevo dire l'ho detto... c'è altro? Sai... avrei da fare. E sì, si riferiva ai bagagli.
    "Parlato" - 'Pensato'- "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Se anche avesse potuto immaginare quel momento, se si fosse sforzata di pensare a come sarebbero andate le cose in caso in cui avesse deciso di parlare a qualcuno di Mark, di certo ma si sarebbe figurata una situazione come quella. Sapeva di averne già parlato una prima volta, con Jessica, in una situazione in qualche modo intima, personale, più protetta di quella: Mia faticava a riuscire a parlare con leggerezza di ciò che provava e pensava, figurarsi davanti a più persone, di un argomento così delicato. Con la sua convinzione di pesare con chiunque, non poteva evitare di sentirsi ancora peggio di fronte a tutte quelle persone, tutte lì per colpa sua, che avrebbero probabilmente avuto molto di meglio da fare.
    L’accusa di Lilith, il distacco di Jessica, quella che immaginava diventare rabbia di Blake…era tutto troppo per lei, cominciava a pensare a tutte le cose che potevano andare male per colpa del rapporto tra lei e Blake, perché lui stava cercando di essere gentile e invece tutto stava andando a rotoli. Aveva paura del giudizio dei presenti, era terrorizzata all’idea che potessero guardarla con occhi diversi ora che sapevano la verità.
    Sperava quasi che Jessica parlasse al posto suo, che provasse in qualche modo a proteggerla e sentì un moto di delusione quando la ragazza liquidò la cosa. Era legittimata ad avercela con lei, infondo era per lei che Mark era arrivata a molestarla, se Jessica non l’avesse difesa non sarebbe arrivate fino a quel punto, se ne rendeva benissimo conto da sola. Sapeva che era tutto accaduto perché non aveva parlato prima, o forse perché non aveva nascosto abbastanza bene il suo turbamento: se fosse stata forte come aveva sempre voluto far credere a tutti quanti, Jess non avrebbe nemmeno sentito la necessità di difenderla.
    Non la accusò per aver cercato di placare Lilith sul momento, era chiaro che fosse importante che la ragazza non si arrabbiasse, e la corvina aveva tutte le ragioni del mondo per poter volere andare a fare altro. Mia sospirò profondamente, puntando gli occhi sui propri piedi. “No, non c’è altro. Blake pensava semplicemente che Lilith dovesse sapere che Mark mi ha…violentata? Molestata? Obbligata a fare cose con lui anni fa, perché è il suo prefetto e perché Mark sta diventando pericoloso anche per altre persone, a quanto pare.” cercò di spiegare, alzando poi gli occhi lucidi su Jessica. “Mi dispiace per quello che è successo, non volevo che andasse così…non volevo che altre persone venissero coinvolte…” sussurrò piano e voleva davvero andarsene da lì adesso, era sul punto di crollare definitivamente e non aveva alcuna voglia di farlo davanti a dei testimoni.
    “Era tutto qui, non c’è altro da dire. Se dovesse servire qualche prova io… Mark ha delle foto di quella notte, posso trovare un modo per recuperarle.” si obbligò a dire, cercando di terminare quel discorso una volta per tutte, nascondendosi dietro una certa freddezza solo per proteggersi.


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    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Blake Barnes
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    Per quanto si sforzasse davvero di riuscire a capire una donna, Blake, falliva sempre. Non capiva perchè non erano li a parlare di qualcosa che le accomunava e a risolvere la cosa, ed invece una era fredda, l'altra pensava al fatto che lui lo potesse tradire, e Mia cercava di non crollare per paura... di cosa esattamente? Più frequentava ragazze e più pensava che la loro instabilità emotiva era qualcosa di poco comprensibile oltre che poco sostenibile. guardava Pantera, Seth e Ares giocare tra di loro, annusarsi e rotolarsi, e vedeva quelle tre invece soffiarsi a vicenda. Alzò un sopracciglio guardando Jessica. Esattamente cosa doveva fare? Sbuffò e non lo fece neanche in maniera silenziosa, si avvicinò di nuovo a tutte e tre e scosse il capo. Ve lo dico io perchè siete qua. Perchè mi avete chiesto tutte e tre, in maniera diversa, di non fare cazzate, di non farmi espellere e di non risolvere la cosa con la violenza. Quindi vi ho riunite per trovare la soluzione più giusta, ossia denunciare quello che è successo, ed invece, se mi fossi rivolto a Jesse, l'unica cosa di cui vi dovevate preoccupare era che vestito mettere al funerale di uno studente dell'accademia. Era seriamente risentito per il fatto che lui ci aveva messo veramente la maturità del caso ed invece loro no. Lui ci stava provando seriamente e loro no. Si rivolse prima a Jessica. Cosa cazzo devi fare di sabato pomeriggio? poi si rivolse a Lilith, non ce la faceva ad essere una persona vagamente norale con lei. Un'ottimo studente...ma davvero? Quante volte gli hai fatti i compiti Clarke? E quella era pura gelosia, perchè il solo pensiero che gli potesse stare vicino gli faceva torcere le budella. E poi arrivò a Mia e sgranò gli occhi. Tu non ti ci devi neanche avvicinare a quel pezzo di merda... e non è colpa tua, quindi piantala di dispiacerti e di scusarti. Nessuno dovrebbe essere obbligato a fare qualcosa che non vuole. Lo diceva seriamente. Tornò a guardare Lilith e le sorrise, fece un passo verso di lei. Lo ripeto, o fate a modo vostro o faccio a modo mio, e comunque non siamo qui per capire chi ha una cotta per chi! Anche perchè quelli erano fatti personali di Mia e sinceramente non c'entravano niente in quella questione. Poteva essere chiaro o meno il fatto che Mia fosse interessato ad un altro, ma Blake e Lilith già avevano affrontato quel discorso ed il problema era che lei non si fidava di lui e la cosa o faceva andare in escandescenza. Maledizione! Stavano parlando di uno stupro non delle merendine fritte! E Lilith, meglio di Jessica e Mia poteva sapere quanto potesse essere sconvolgente e brutta una cosa del genere. Ecco perchè era li! Perchè lui non aveva idea di come aiutare Mia, Lilith si. E Blake si fidava di Lilith anche più di se stesso. Sperava solamente che lo sguardo che le aveva riservato era abbastanza esplicito da farglielo capire. Non voleva dirlo ad alta voce, sapeva quanto Lilith ci avesse messo a lasciarsi tutto alle spalle, ma non poteva fare la stronza con Mia solamente perchè era li con lui. Voleva fare la stronza con lui? Ok, ma Mia era visibilmente sconvolta e si aspettava che la sua ragazza lo capisse senza bisogno di ulteriori disegnini!
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    LILITH CLARKE
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    L'intervento di Jessica non mise sicuramente una pietra sopra al fatto che Blake avesse una mano su un'altra ragazza, ma fece capire a Lilith che non era il momento di distruggere il ragazzo. Non disse una parola in risposta a quello che disse Jessica, quindi portò lo sguardo su Mia e ascoltò il suo dire.
    Stava prendendo atto che dentro la sua casata, a pochi passi dalla sua stessa stanza, c'era uno stupratore. Il solo pensiero le percorse la schiena, mentre la mente volava alla prigionia e a quello che aveva dovuto subire per un mese.
    Le dispiaceva per Jessica, le dispiaceva per Mia. Eppure era arrabbiata. Lilith non era una che cambiava umore o provasse pietà, così di punto in bianco.
    «Il primo passo per superarlo, è capire che la colpa non è la propria.» disse fredda, verso Mia. Era quello che le avevano detto gli psicologi, no? «Non siamo sbagliate noi, ma lui.» non riusciva ad addolcire quel tono che risultava marmoreo.
    Sentì Blake sbuffare e lo guardò con occhi aspri.
    Alla sua domanda roteò gli occhi al cielo «Ha sempre fatto i suoi compiti da solo, io glieli correggevo solamente. Ha una media molto alta, non certo perché io faccio i suoi compiti.» ma quello andava oltre il discorso stupro, quell'appunto di Blake sembrava pieno di gelosia.
    Gelosia che in Lilith iniziava a farle sentire un bruciore di stomaco fortissimo, quando Blake si rivolse in quel modo protettivo verso Mia.
    Strinse i pugni lungo i fianchi, quindi fece diversi passi indietro.
    Quando Blake tornò a guardare lei, sostenne il suo sguardo, seppur privo di qualsivoglia emozione e non ricambiò il sorriso, ponendo ancora un passo tra di loro.
    Per quanto aveva capito il motivo per cui era lì, Lilith non riusciva a perdonare a Blake tutte quelle attenzioni, quella mano sulla sua guancia... non voleva, ma le immagini si ripetevano continuamente davanti ai suoi occhi «Io provvederò a parlare con la professoressa Ivanova e con il vicepreside Black, proponendo una sua espulsione. Marcherò Mark a vista, non gli lascerò respiro. Voi... fate quello che ritenete necessario per il bene vostro.»
    Aveva preso quella decisione, il tono era distaccato, quindi passò lo sguardo a Jessica «Chiamami dopo, ok?» poi guardò gli altri due «Per gli sviluppi avviserò Jessica, che vi comunicherà tutto. Se non c'è altro, io vado.»
    Quindi avrebbe voltato le spalle a Blake e Mia «Seth, andiamo.» il gatto, sentendosi richiamare, rotolò appena col musetto in avanti, quindi corse a raggiungere la padrona che sparì poco dopo, rientrando a scuola.

     
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