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.“Come on skinny love what happened hereSe anche avesse potuto immaginare quel momento, se si fosse sforzata di pensare a come sarebbero andate le cose in caso in cui avesse deciso di parlare a qualcuno di Mark, di certo ma si sarebbe figurata una situazione come quella. Sapeva di averne già parlato una prima volta, con Jessica, in una situazione in qualche modo intima, personale, più protetta di quella: Mia faticava a riuscire a parlare con leggerezza di ciò che provava e pensava, figurarsi davanti a più persone, di un argomento così delicato. Con la sua convinzione di pesare con chiunque, non poteva evitare di sentirsi ancora peggio di fronte a tutte quelle persone, tutte lì per colpa sua, che avrebbero probabilmente avuto molto di meglio da fare.
L’accusa di Lilith, il distacco di Jessica, quella che immaginava diventare rabbia di Blake…era tutto troppo per lei, cominciava a pensare a tutte le cose che potevano andare male per colpa del rapporto tra lei e Blake, perché lui stava cercando di essere gentile e invece tutto stava andando a rotoli. Aveva paura del giudizio dei presenti, era terrorizzata all’idea che potessero guardarla con occhi diversi ora che sapevano la verità.
Sperava quasi che Jessica parlasse al posto suo, che provasse in qualche modo a proteggerla e sentì un moto di delusione quando la ragazza liquidò la cosa. Era legittimata ad avercela con lei, infondo era per lei che Mark era arrivata a molestarla, se Jessica non l’avesse difesa non sarebbe arrivate fino a quel punto, se ne rendeva benissimo conto da sola. Sapeva che era tutto accaduto perché non aveva parlato prima, o forse perché non aveva nascosto abbastanza bene il suo turbamento: se fosse stata forte come aveva sempre voluto far credere a tutti quanti, Jess non avrebbe nemmeno sentito la necessità di difenderla.
Non la accusò per aver cercato di placare Lilith sul momento, era chiaro che fosse importante che la ragazza non si arrabbiasse, e la corvina aveva tutte le ragioni del mondo per poter volere andare a fare altro. Mia sospirò profondamente, puntando gli occhi sui propri piedi. “No, non c’è altro. Blake pensava semplicemente che Lilith dovesse sapere che Mark mi ha…violentata? Molestata? Obbligata a fare cose con lui anni fa, perché è il suo prefetto e perché Mark sta diventando pericoloso anche per altre persone, a quanto pare.” cercò di spiegare, alzando poi gli occhi lucidi su Jessica. “Mi dispiace per quello che è successo, non volevo che andasse così…non volevo che altre persone venissero coinvolte…” sussurrò piano e voleva davvero andarsene da lì adesso, era sul punto di crollare definitivamente e non aveva alcuna voglia di farlo davanti a dei testimoni.
“Era tutto qui, non c’è altro da dire. Se dovesse servire qualche prova io… Mark ha delle foto di quella notte, posso trovare un modo per recuperarle.” si obbligò a dire, cercando di terminare quel discorso una volta per tutte, nascondendosi dietro una certa freddezza solo per proteggersi.Mia Freeman-SHEET-
"Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"[code by psiche]
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.LILITH CLARKEDioptase - PrefettoCode ©#fishbone
L'intervento di Jessica non mise sicuramente una pietra sopra al fatto che Blake avesse una mano su un'altra ragazza, ma fece capire a Lilith che non era il momento di distruggere il ragazzo. Non disse una parola in risposta a quello che disse Jessica, quindi portò lo sguardo su Mia e ascoltò il suo dire.
Stava prendendo atto che dentro la sua casata, a pochi passi dalla sua stessa stanza, c'era uno stupratore. Il solo pensiero le percorse la schiena, mentre la mente volava alla prigionia e a quello che aveva dovuto subire per un mese.
Le dispiaceva per Jessica, le dispiaceva per Mia. Eppure era arrabbiata. Lilith non era una che cambiava umore o provasse pietà, così di punto in bianco.
«Il primo passo per superarlo, è capire che la colpa non è la propria.» disse fredda, verso Mia. Era quello che le avevano detto gli psicologi, no? «Non siamo sbagliate noi, ma lui.» non riusciva ad addolcire quel tono che risultava marmoreo.
Sentì Blake sbuffare e lo guardò con occhi aspri.
Alla sua domanda roteò gli occhi al cielo «Ha sempre fatto i suoi compiti da solo, io glieli correggevo solamente. Ha una media molto alta, non certo perché io faccio i suoi compiti.» ma quello andava oltre il discorso stupro, quell'appunto di Blake sembrava pieno di gelosia.
Gelosia che in Lilith iniziava a farle sentire un bruciore di stomaco fortissimo, quando Blake si rivolse in quel modo protettivo verso Mia.
Strinse i pugni lungo i fianchi, quindi fece diversi passi indietro.
Quando Blake tornò a guardare lei, sostenne il suo sguardo, seppur privo di qualsivoglia emozione e non ricambiò il sorriso, ponendo ancora un passo tra di loro.
Per quanto aveva capito il motivo per cui era lì, Lilith non riusciva a perdonare a Blake tutte quelle attenzioni, quella mano sulla sua guancia... non voleva, ma le immagini si ripetevano continuamente davanti ai suoi occhi «Io provvederò a parlare con la professoressa Ivanova e con il vicepreside Black, proponendo una sua espulsione. Marcherò Mark a vista, non gli lascerò respiro. Voi... fate quello che ritenete necessario per il bene vostro.»
Aveva preso quella decisione, il tono era distaccato, quindi passò lo sguardo a Jessica «Chiamami dopo, ok?» poi guardò gli altri due «Per gli sviluppi avviserò Jessica, che vi comunicherà tutto. Se non c'è altro, io vado.»
Quindi avrebbe voltato le spalle a Blake e Mia «Seth, andiamo.» il gatto, sentendosi richiamare, rotolò appena col musetto in avanti, quindi corse a raggiungere la padrona che sparì poco dopo, rientrando a scuola..