Roger e coccolo

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Hidenstone era una scuola davvero enorme, molto più di Hogwarts, anche se forse quella era un'impressione legata ai molti segreti della seconda e al fatto che l'accademia potesse anche contare sugli ampi spazi dell'isola in toto, che davano una sensazione di spazio infinito a qualcosa che invece era ben delimitato. Poteva sembrar banale, ma il poter varcare quasi sempre i cancelli e recarsi altrove non necessariamente in gita cambiava completamente tutte le prospettive.
    Una scuola vasta, quindi, si era detto, talmente tanto che Jesse alcune volte si scordava di parti di essa, anche se ovvie e sotto gli occhi di tutti: era il caso della balconata.
    "Non troppo al chiuso, temperata, a prova di pollini e schiantesimi... mi sembra un posto ideale per Roger e Coccolo, non trovi?"
    Tempo addietro Erik aveva tentato di uccidere presentato a Jesse il suo recente nuovo amico, giusto un filo inquietante, Chicco, un tenero avvincino che certamente in primavera avrebbe tentato di portare a fondo Erik, tuttavia per fortuna mancava ancora un poco a quel momento, complice la freddolosità del ragazzo, e comunque loro si erano lasciati con una riflessione: i loro famigli non si erano mai presentati, complici dimenticanze, distrazione, ma anche e soprattutto il fatto che fossero molto diversi caratterialmente di bisogni, al punto da apparire quasi incompatibili.
    Però erano i famigli di due parabatai, davvero Jesse poteva arrendersi così facilmente?
    Ovviamente no, e quindi eccoli lì, quell'assolato pomeriggio di inizio marzo ad avventurarsi in balconata, ciascuno col suo famiglio (o almeno, così aveva richiesto Jesse tramite Whatsapp all'altro).
    "Roger, ti presento Coccolo. Coccolo, ti presento Roger!" esclamò lui fin troppo entusiasta, nel mentre il suo camaleonte stava beatamente sulla sua spalla, osservando il furetto e il suo proprietario con solo un occhio. Li studiò un poco, poi osservò fuori, forse attirato da qualche insetto, forse solo poco interessato a tutto quello che stava succedendo.
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    Erik Foster
     
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Oramai erano trascorsi diversi anni da quando Coccolo era entrato a far parte della vita di Erik. Il piccolo furetto per il prefetto degli ametrini non era solo un animale domestico, ma un vero e proprio amico. Entrambi sono estremamente felici quando trascorrono del tempo insieme e per quanto stupido fosse anche solo pensarlo Coccolo era l'unica creatura che sapeva tutto di Erik. Aveva visto con i suoi occhi che tipo di persona fosse il padre del prefetto, le sue ansie le sere di luna piena e tutti i sacrifici che quotidianamente compieva per reputarsi all'altezza degli altri. Tu mi sei sempre accanto. Ti voglio bene! Felice? Da oggi avrai un nuovo amico! Disse al proprio famiglio ancor prima di vedersi con Jesse.
    Nonostante durante il proprio tempo libero Erik amasse mettersi comodo, quel giorno eccitato com'era non pensò proprio a spogliarsi della divisa, così con addosso ancora i colori della propria casata e il suo morbido amico intorno al collo si recò al punto di incontro con il collega Opale, arrivando poi fino alla terrazza.
    Sono d'accordo, il posto è perfetto! Poi in giro non vedo neanche troppe persone, quindi non c'è neanche troppa confusione! Al termine di quella frase Coccolo percorse l'intera spalla dell'ametrino, arrivando fino all'estremità del suo braccio. Uh, vuoi scendere? Ovviamente sì, infatti spiccò un salto nel vuoto in direzione dell'estremità della terrazza. COCCOLO! Non puoi ucciderti, oggi dobbiamo festeggiare una nuova amicizia, non un funerale! Si mise a braccia conserte, dopodiché il roditore provò nuovamente a scalare l'ametrino, manco fosse una posta di lancio. Te l'ho detto che è iperattivo! Affermò al proprio parabatai, tirando appena fuori la lingua dalla propria bocca. Immediatamente dopo la presentazione di Jesse, Coccolo prese la rincorsa e si lanciò di nuovo, ma questa volta in direzione di Jesse, sulla spalla in cui aveva Roger. Piccoli cuccioli, felici di far nuove conoscenze?
    Nel frattempo il cuoricino di Erik si era fermato. NON UCCIDETEVI! Credo che mi convenga sedermi per evitare danni. La cosa un po' lo rattristava, insomma sperava in un momento di pacifica tranquillità o di divertimento, non di inutili preoccupazioni. Beh, in un certo senso poteva finalmente comprendere cosa provava Jesse quando diceva di restare uniti e dopo mezzo secondo Erik scompariva.



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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Jesse aveva ancora tanto da imparare sui rapporti, sulle amicizie, ma gli era rimasto abbastanza chiaro, dopo le vicende di Joshua, quanto fosse importante non solo la forza del legame con l'altro, ma anche quanti e quali fossero quei legami; era bastata una scelta per rendere tutto scivoloso e a porre un limite, fungere da cuscinetto, erano stati proprio quegli altri legami che solo allora aveva notato come cruciali: Blake, Adamas, lo stesso Joshua erano stati cruciali per evitare il peggio. Alla luce di ciò quindi poteva apparire normale che l'aspirante marine avesse presentato a Coccolo il suo Roger, nella speranza che anche quel legame potesse cementarlo.
    Non aveva idea di cosa ne sarebbe uscito, in vero, tuttavia lui voleva sperarci, inoltre aveva percepito dell'agitazione in Erik quando si trattava di Coccolo e sperava che magari lui e Roger potessero tranquillizzarlo.
    Il che la diceva lunga su quanto fosse stordito il ragazzo, tra l'altro!
    "Uh, vero, magari è la volta buona che non siamo costretti a togliere punti!" propose lui alle parole del parabatai, guardandosi intorno e rilevando proprio ciò che gli era stato riferito 'Oppure sono tutti in giro a far casini lontani da noi...' si disse lui, forse vagamente paranoide, guardandosi intorno più agitato, salvo poi riportare l'attenzione all'amico quando il suo furetto iniziò a far emergere la propria natura intraprendente, rendendo progressivamente Erik un surrogato di mamma chioccia.
    "Uh, sì, niente funerali, che poi mia madre vuole portare la sua famosa torta alle carote e ci instagramma anche l'anima!" propose lui, osservando l'apprensione dell'amico e cercando di non farla pesar troppo 'Sì, beh, ecco...' in vero non sapeva bene cosa pensare e forse fu per quello che spostò lo sguardo sul suo camaleonte, il quale posò un occhio su di lui e uno sul furetto, quindi divenne blu.
    "Uh, forse hai ragione..." pigolò lui al famiglio, nonostante, in vero, questi non avesse detto nulla, nonostante l'aspirante marine si ostinasse a trovar risposte nella sua indifferenza. Spostò lo sguardo sull'amico, che trovò molto teso e ne ascoltò le paro di scusa "In effetti è un bel tipino" concesse lui con un piccolo sorriso, chinandosi un poco per osservare meglio il roditore "Ora capisco perché ti piacciamo io e Blake" aggiunse poi un po' a tradimento, molto serio a riguardo, osservando la creatura ripercorrere il corpo del suo padrone e poi tentare il salto della vita (o della vera amicizia) verso la spalla di Jesse e Roger.
    "Uh" se solo questo seppe dire o fare l'aspirante marine, irrigidendosi un po' come stava facendo Erik, Roger reagì virando il suo colore sul rosso e spostandosi poi sulla schiena del suo padrone, sfruttando le proprie zampette adesive per sfuggire al roditore e porsi al sicuro.
    "C-ciao, Coccolo... ehi, tutto bene Roger?" squittì lui, scosso da quel rapido cambiamento 'O Merlino, se rompo Coccolo, Erik mi odierà!' il giovane iniziò a dar di matto in maniera silente, incrociando le braccia per sostenere il furetto, nel mentre avvertiva sulla sua schiena il rettile spostarsi per risalire sulla spalla del ragazzo, lateralmente, cosa che gli permetteva di osservare il mammifero e tentare di sfiorarlo con la sua lunga lingua, per mero dispetto, cogliendolo alle spalle.
    "Sì, beh, uh, sedersi aiuta in effetti" specularmente all'amico, anche Jesse prese posto a terra, incrociando le gambe e guardandosi intorno, cogliendo non pochi miglioramenti per quella scelta 'Sì, insomma, niente balconi a vista pronti per tentare un salto... e niente salti da un metro e mezzo quando sei alto... tipo niente, ecco... sì, ecco, mi sembra una cosa ben fatta!'
    Il giovane cercò di carezzare il roditore, poi spostò l'attenzione sull'amico "Beh, sì, sicuramente è iperattivo, però... nel senso... mi sembra voglia star con te ecco... comunque vicino a te, ecco" tranne quando si suicidava per errore, ma quello era un altro paio di maniche no?
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Durante l'adolescenza il carattere di ogni ragazzo tendeva a delinearsi, innalzare nei meandri dell'animo i valori fondamentali che lo avrebbero accompagnato per la vita, sfumare convinzioni pregresse per far capire che alle grandi questioni della vita esistevano diverse risposte corrette in eguale misura. Da quando era stato nominato prefetto si era reso conto di tenere molto a un tema che di fatto lo accompagnava già da tre anni addietro: la responsabilità.
    Non parlava del semplice rispetto delle regole, bensì rispondere alle azioni di un intera casata formata da ragazzi cosciente e di quelle di Coccolo, una piccola creatura indifesa che come unico punto di riferimento aveva solo il giovane Erik. Se si fa male è colpa mia! Ecco cosa pensava mentre probabilmente stava trovando il suo anime guida.
    M-ma a me piace un sacco la torta di carote e se vogliamo far foto va bene, ma voglio Coccolo vivo e vegeto. Le intenzioni erano più che buone, tuttavia era evidente ciò che trasmettevano gli occhi di Coccolo.
    Forse Roger ci aveva visto lungo e così decise bene di cambiare colore, catturando l'attenzione di Erik. Oh, ma è diventato blu! Questo era un gioco che sembrava divertire molto l'ametrino: ogni qualvolta assumeva una sfumatura cromatica diversa, il moro lo faceva notare con un sorriso stampato sul volto. Nonostante ciò faticava a perdere la confusione che caratterizzava le sue giornate. Ascoltò Jesse, ma lo osservò piuttosto stranito, non comprendendo bene il senso delle sue parole. E perché pensi che tu e Blake mi piacciate? Cioè, è vero, mi piacete molto, ma io stesso non so perché. So solo che vi voglio bene. Ammise, assottigliando leggermente lo sguardo e avvicinandosi un poco di più all'amico. Forse quello fu un passo falso: permise Coccolo di imitare il suo idolo.
    Sedersi aiutò sicuramente Coccolo a non compiere atti suicidi, tuttavia per Roger forse non fu un'azione così positiva. Ora i due erano vicini e poco poteva far il camaleonte per sfuggire alle coccole del furetto. Sentendo la lingua umida del rettile, il mammifero posò lo sguardo verso di lui con l'obiettivo di stringere la sua coda tra le zampine. Scappare per il camaleonte non sarebbe servito a nulla.
    Oh, Coccolo mi vuole bene, ne sono certo! Però è un pochino sconsiderato e questo mi preoccupa. Per il resto è il furetto più amichevole che conosco! Non che ne conoscesse poi molti a dir il vero. Pensa che una volta per far amicizia è voluto arrampicarsi sopra un gatto, ma questo spaventandosi lo ha ferito con i suoi artigli. Si morse appena il labbro inferiore, andando poi a cercare con la destra la mano del suo parabatai. Da quel momento ho cominciato a preoccuparmi tanto per lui. Io sono responsabile per lui.


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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Jesse aveva pensato che far conoscere Coccolo e Roger sarebbe servito a rinsaldare l'amicizia col suo parabatai, ma ora che erano lì, insieme, si rendeva conto che forse quell'incontro poteva servire anche per altro "Uh, quella di mia mamma è spaziale, è tipo una delle ricette più in voga sul web. Se vuoi dico di fartela una volta... magari quest'estate potresti venire da me e te la offro" propose lui "Senza funerali di mezzo... sì, insomma, sempre che non sia a fanculo come al solito... o anche se lo sono... nel senso... ti accodi a Blake. Tanto quello è venuto a trovarmi durante le feste natalizie, figurati se una volta questa estate non affitta un aereo per venire a trovarmi"
    Fu un fiume di coscienza in suo pieno stile, senza senso e senza vera logica, dettato da una sequenza di domande e risposte che si fece intrinsecamente e che delinearono il suo favellare, partendo da un furetto suicida ed arrivando ad un piano per l'estate senza manco passare dal via.
    E senza passare neanche da un funerale, cosa non proprio così semplice dato il carattere del furetto di Mompracem, nel quale, in effetti, Jesse rivide molto di sé e Blake, finendo col notare nel moretto atteggiamenti che trovava familiari.
    Quando segnalò quell'epifania, Erik ne rimase stupito e volle spiegazioni, cosa che fece arrossire Jesse violentemente 'E ORA COSA GLI DICO?!' non era comune per lui imbarazzarsi davanti al suo parabatai, una delle persone con cui si sentiva più a suo agio, ma in quel momento lo fece, forse perché, in fondo, era convinto di aver parlato troppo e di rischiare di essere sgradevole 'Del resto... è già successo che lo deludessi' e lui la ricordava come una delle esperienze più brutte della sua vita. Chinò lo sguardo "Sì, uh, lui ehm... cambia colore... tipo me ora... forse è la cosa che ci accomuna... si ecco, più dello sguardo strabico e delle squame credo..." propose lui riprendendo l'osservazione precedente dell'amico, palesemente perché non sapeva cosa dire "Sì, insomma, non credo di avere molto in comune con Roger, e credo che sia per questo che mi piace" del resto quando mai Jesse si era piaciuto? "Invece ecco... notavo che sì, Coccolo è molto allegro e movimentato - è inglese quello che sto dicendo vero? Non è tipo austrungarico arcaico neh? - Comunque, sì ecco, lui salta e socializza con tutti... tipo Blake che si dà fuoco da solo e parla anche coi muri... o io che mi getto dai dirupi invece che urlare Revelio ecco..."
    Avvampò ancora, spaventato dalla possibile reazione dell'amico, ma fortunatamente la curiosità di questi ridusse la distanza tra di loro e fece spiccare un balzo al mammifero, cosa che mandò ancora più nel panico Jesse, contagiato dall'ansia di Erik e ormai convinto di poter rompere Coccolo e con esso l'amicizia con l'altro.
    In vero il furetto stava una favola e nel complesso pure Roger, che parve anche, per qualche strana ragione, voler fare i dispetti all'altro, finendo col subire la stessa sorte e trovarsi il mammifero aggrappato alla sua coda, aspetto che lo fece diventare di un'arancione intensissimo striato di giallo, manco fosse un allarme atomico, aggrappandosi alla schiena del ragazzo e tentando di scappare sull'altra spalla con tutte le sue forze.
    "Uh, pare si divertano un mondo... e io sia tipo il loro parcogiochi" si disse lui, sgranando gli occhi e posandoli poi sull'altro, sempre in ansia, quanto bastava per far preoccupare Jesse 'Minchia... sta giocando con un camaleonte, mica si sta facendo saltare in aria... io dormo con Blake, che dovrei dire?!' si diceva lui, rilevando quella stessa ansia che aveva visto qualche volta diretta a lui e non a sé stesso 'Sì, perché anche Erik è un aspirante suicida... anzi, proprio kamikaze: io vado a morire e voi salvatevi' rimuginò, comprendendo fino in fondo cosa stesse cogliendo nell'altro osservandolo col suo famiglio "Povero Coccolo, si deve essere fatto un sacco di male" si disse lui, avendo un piccolo attacco d'ansia e chiedendosi quanto potesse far male un morso di un camaleonte.
    Nel dubbio si attorcigliò su sé stesso fino ad afferrare il suo rettile e porselo in grembo, nel caso con tanto di furetto annesso 'Nel dubbio teniamolo sotto controllo' decretò lui, osservando il suo famiglio ed annuendogli "Tu non farai del male al tuo nuovo amico, vero Roger?" chiese abbastanza imperativamente il prefetto, ricevendo come unica risposta una slinguata sul naso da lui "Bleah, che schifo Roger! Avevo capito che avevi detto sì da come mi guardavi eh!" in vero la creatura non aveva detto o fatto nulla per far intendere il suo assenso o dissenso, ma Jesse per certe cose amava darsi da solo domanda e risposta.
    Osservò ancora il suo famiglio e poi Erik "Magari vuole un compagno di giochi e per questo è così... Blake" propose lui, inclinando di lato la testa "Potremmo... boh, organizzare delle feste per famigli e vedere se Coccolo con tanti animali si diverte un mondo epoi si calma... o potremmo... boh, prendergli un guinzaglio"
    Potevano? Coccolo era anche suo ora?
    Ovviamente no, ma Jesse ed Erik erano legati da una runa e quella runa per lui significava che qualsiasi problema del moretto era anche suo, e avrebbero trovato una soluzione insieme 'Sì, insomma, non voglio che guardi Coccolo tutto il tempo con quello sguardo. Sembra quello di mia madre quando un outfit non raggiungente i 10k di visua: cioè, anche no!' si disse lui, inconsciamente ricambiando lo sguardo del giovine con uno identico.
    Del resto, chi si somiglia si piglia, no?
    "Oppure potremmo aprirgli un canale Instagram! Blake quando posta si calma!" in quale mondo parallelo ciò avvenisse non era molto chiaro, così come quell'idea si potesse applicare al furetto, ma, ehi, stavamo parlando di Jesse: quando mai i suoi ragionamenti non si perdevano nell'etere?
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Erik era vegetariano, ma ciò che non mangiava in carne sicuramente lo recuperava in altro. Adorava le verdure, gli ortaggi, la frutta e i dolci. Se poi si trovava di fronte a un dolce composto con la purea di uno dei precedenti elementi diventava automaticamente il ragazzo più felice del mondo. Io amo la torta di carote! La sua preferita era con zucca e zenzero, ma quella di carote veniva subito dopo. Oh, beh, ecco, se non disturbo mi piacerebbe eccome! Poi sono curioso di conoscere la tua famiglia! Sì, insomma, era meglio conoscere la sua piuttosto che far conoscere la propria. Durante la scorsa estate se non fosse stato per il campo estivo non si sarebbero visti e quell'invito poteva essere un modo per colmare la lontananza tra i due parabatai. Poi dobbiamo correre ai ripari. Insomma, non voglio star lontano da tre per tre mesi. Poi come faccio senza di te? Sarei come Holly senza Benji, non posso giocare una partita importante senza di te!
    Citazioni nerd a parte, il moro tornò a concentrarsi su Coccolo mentre Jesse spiegava come non ci fossero molte somiglianze tra lui e Roger. Il furetto, nonostante dimostrava quanto non teneva alla propria incolumità, mostrava quanto fosse felice di essere finalmente libero. Lì poteva arrampicarsi, saltare, correre e, addirittura, volare. Perché rispettare le leggi della fisica quando neanche il tuo padroncino lo faceva? Ecco, forse era questa la domanda che si poneva Coccolo quando veniva richiamato.
    Oh, è vero, siete tutti molto intrepidi. Forse dovrei cominciar a esserlo anche io. Devo mostrare più coraggio di fronte al pericolo. Disse colui che non ci pensava due volte prima di darsi in pasto ai leoni. Forse entrambi i ragazzi scambiavano la sconsideratezza per coraggio, ma in fondo quale adolescente non lo faceva? Coccolo costrinse Roger a cambiare colore, scambiando probabilmente Jesse per il loro lunapark. Dai, non ci pensare, anche io se fossi un furetto vorrei giocare su di te e magari anche lanciarmi mentreo grido WAAAA! Questa era un'ammissione mio caro Mr Devo-essere-più-intrepido?
    Roger diede a Jesse un bacio a modo tutto suo e proprio in quel momento Erik fece per afferrare Coccolo dal corpo del proprio parabatai. Lo accarezzò ripetutamente lungo tutto il corpo e il roditore alzò appena il collo tutto contento. Credo che se mai dovessi mettergli un guinzaglio non mi perdonerebbe mai. Lui è uno spirito libero, non voglio che cambi sotto ricatto. Incrociò entrambe le braccia per un solo istante e Coccolo ne approfittò per avvicinarsi all'estremità del ginocchio, tuttavia non saltò. Oh, Merllino, e se comunque potremo organizzare delle feste solo per loro! Magari poi diventano amici e si organizzano come su Pokémon Mistery Dungeons e cominciano a organizzare il castello! Ti immagini che bello? Ecco una nuova malsana idea di colui che dovrebbe essere un prefetto. Ti immagini se anche Coccolo e Roger comincino ad aiutarsi a vicenda come noi? Magari potremo organizzare in giardino una sorta di percorso che alla fine li conduce a delle noccioline e frutta secca! Che ne pensi?


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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Poteva essere un disastro, un po' come dare a Blake un fiammifero (?), e invece si stava rivelando, nel complesso, un successo.
    "Neanche io voglio stare lontano da tre te mesi!" disse lui, tanto agitato da invertire le parole e tartagliare un poco "Sono tantissimi! Ok skype e tutto il resto... ma è un casino di tempo!"
    Se Jesse aveva temuto che Roger fosse troppo sulle sue per socializzare con qualcuno, egli si era dimenticato di come Coccolo, fedele al suo nome, fosse capace di socializzare anche coi muri e trasformare anche aspiranti marine in lunapark estremamente divertenti. Quella bizzarra interazione stava generando diversi urletti da parte di Jesse, ma lo lasciava anche abbastanza leggero da poter pensare ad altro, qualcosa di persino lontano nel tempo e nelle stagioni "Sì, certo, e poi io voglio che i miei ti conoscano, e non tipo l'anno scorso ciao-ciao andami a festeggiare: voglio che ti conoscano davvero. Sì ecco potresti venire con Blake, però se vieni con Blake poi i miei saranno tipo occupati a non far esplodere la casa!" perché ok che gli voleva bene, ma non era cieco completo! "Però..." e a quel punto si morse il labbro "Che ne so, magari potresti venire con me quando vado negli states dalla nonna... nel senso... c'è tipo spazio per tutto, specialmente se la nonna è presa bene e spara ai coyote" sì ecco, forse quello non era il modo migliore per convincere qualcuno ad andare in qualche luogo, ma ormai Jesse aveva uno sguardo fisso e parlava a ruota libera e probabilmente si sarebbe fermato solo se l'altro lo avesse Schiantato "Nel senso... in genere sono viaggi di rimpatri su aerei dedicati... potrei chiedere a papà se ti trova un posto anche per te"
    Nella testa di Jesse essere parabatai era quasi essere come fratelli. Era in effetti un po' come l'aveva raccontata Lancelot e lui ci voleva credere con tutto sé stesso, per non essere sempre solo, e soprattutto per avere sempre accanto l'altro, che non poteva non adorare con ogni sua cellula.
    Per quanto, anche qui, non fosse cieco.
    "Come scusa?" sibilò lui assottigliando lo sguardo ed incrociando le gambe nel mentre si protendeva inquisitorio sull'altro "Ricordamelo, quando non saresti stato intrepido, quando sei salito su un galeone mentre c'era una battaglia contro dei terroristi o quando mi ha detto di lasciarti nelle grinfie di quella schifosa pianta per salvare gli altri? No, sai, giusto per capire!"
    Non lo disse con allegria, né scherzando: era serio, forse fin troppo, ma del resto loro due si assomigliavano fin troppo per certi versi e se potevano vivere con leggerezza il loro farsi del male, non tolleravano che lo stesso potesse succedere all'altro "Non dire stupidaggini: anche tu sei intrepido. Anzi, siilo di meno e datti più ascolto: sempre con me. Insieme, contro tutto e tutti!" disse lui, offrendo all'altro un pugno, dimentico che l'altro prefetto era quel tipo di ragazzo che si dava un obiettivo e ci metteva tutto sé stesso, poi vedeva una farfalla e saltellava via felice che Memole poteva accompagnare solo.
    Roger non morse Coccolo e Coccolo non morse Roger: tutto pareva girare per il verso nel lunapark Lighthouse, poi una slinguazzata di troppo funse da momento perfetto affinché Erik recuperasse il suo mammifero, nel mentre gli ammetteva che sarebbe stato suo cliente fisso avesse avuto il pelo, cosa che fece ridere Jesse quando si riebbe "Anch'io sarei sempre su di te fossi un furetto" e questo lo aveva anche già detto, in vero, anche se non pareva ricordarselo "Invece fossi un camaleonte sarei sempre su di te a cambiar colore per stupirti!" rise lui, inclinando la testa "E fossi un piccione mangerei solo il tuo mangime... e non ti porterei mai malattie!"
    Insomma, cambiava la specie, ma il disagio ehm l'affetto era sempre quello!
    Jesse si sarebbe anche dato al sadomaso col guinzaglio pur di stare con Erik, ma questi sapeva come non fosse la cosa giusta per lui e solo l'amore vro potesse unire padrone e animale, senza bisogno di inutili giochetti (?) e lo fece presente, nel mentre il mammifero si metteva sul ginocchio del padroncino, ricordando in maniera quasi ossessiva a Jesse Simba sulla rupe 'Devo fare la riverenza?' si chiese lui alzando un sopracciglio, salvo poi vedere il suo camaleonte caracollare a terra e andare a mettersi sull'altro ginocchio del ragazzo, avvolgendosi su sé stesso e tingendosi di un colore molto vicino all'ocra.
    "Uh, fico, gli stai simpatico" tirò lui ad indovinare, indicando il rettile nel mentre Erik fantasticava su quella bizzarra amicizia che forse stava nascendo "E se poi si perdono?" propose lui sgranando gli occhi e dondolando un poco di lato, riflettendo sulle varie opzioni "Mh potrebbe essere un rischio" sì, inesistente, ma poteva essere un rischio! "Forse devo fare scorta di mele... non voglio che muoia di fame ecco!"
    Jesse aveva giocato anche lui a pokemon mistery dungeon e ricordava bene quanto la fame fosse una piaga in quel gioco 'Più del mio sbrano dopo allenamento!' rilevò lui, sentendo l'altro valutare l'opzione di mettere alla prova i due e il loro affiatamento "Mh... non lo so sai? E' che Roger è così pigro!" ammise lui, incrociando le braccia "Non vorrei frenasse coccolo" o che il furetto se lo portasse via in groppa verso il suicidio ed oltre come un novello Blake "E poi Roger adora i grilli... e se li mettiamo in fondo ad un percorso poi ce li troviamo per tutta la scuola... e come dicevo Roger è pigro!"
    L'immagine dei grilli sparsi per la scuola col rettile che decideva che preferiva morire d'inedia piuttosto che inseguirli era notevole, così come lo era per Jesse stare col suo amicone "Però se vuoi magari se vieni davvero negli states ti porto ad una base e facciamo un percorso io e te!" se ne uscì lui, un po' a caso come al solito "Sì, insomma, per affiatarci ancora di più..." pigolò lui, infossando il collo tra le spalle, forse per quella punta di vergogna che lo pervadeva sempre quando chiedeva qualcosa a qualcuno 'E... e se mi dice di no... o si arrabbia?' per che cosa non si capiva bene, ma l'aspirante marine era un mago nel costruirsi castelli in aria!
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    I due parabatai non erano pronti per dirsi addio per tre lunghi mesi e ciò portò Jesse a trovare soluzioni alternative. Certo, skype poteva essere una buona soluzione, tuttavia Erik era un ragazzo che sentiva estremamente bisogno del contatto fisico e vedere il suo amico senza poterlo abbracciare sarebbe stata solo una mezza consolazione. Poi arrivò la proposta di vedersi, magari per conoscere i suoi genitori. Erik annuì felice alla sola idea, ridacchiando poi alla battuta riguardo al dover stare attenti alle esplosioni di Blake. Potrei riutilizzare Silencio. Pensò, ricordando quando lo aveva fatto ad Hallowee, ciò nonostante le cose potevano andare ancora meglio: andar con l'amico in America a conoscere sua nonna. Aspetta, cosa? M-ma tua nonna spara davvero ai coyote? Era visibilmente allarmato dalla cosa. Insomma, un coyote e un lupo non erano poi così diversi e tra un lupo e un lupo mannaro il passo poi era breve. Oh mammina, forse non è un'ottima idea. Eppure Jesse ne pareva così entusiasta, voleva davvero deluderlo? Ovviamente no. Scosse la testa, poi annuì, scosse ancora e annuì di nuovo. Credo che sarebbe, sì, insomma, fantastico! Solo che, ecco, preferirei non assistere all'uccisione di nessun animale.
    Evidentemente era abbastanza intrepido da buttar all'aria la propria vita, ma non da assistere all'uccisione di una creatura. Ma se mi sono comportato in quel modo è stato solo per proteggere tutti. Jesse, io voglio che nessuno si faccia male, specialmente tu. Affermò con un tono decisamente preoccupato, dopodiché sospirò. Noi combatteremo sempre insieme e ci copriamo le spalle l'un l'altro. Sai che è così e sai che non mi separerei mai da te in caso di pericolo. Certo, ciò nonostante non disse che probabilmente avrebbe chiesto all'altro di farlo per mettersi al sicuro e come al solito immolarsi per la patria.
    Poi arrivò un momento tutto dolcezza. Jesse sarebbe rimasto accanto a Erik sia se fosse stato un furetto, un camaleonte o un piccione, l'affetto che provava per l'amico era immutabile. Le gote dell'ametrino arrossirono appena e allungò la destra sulla spalla dell'amico per una delicata carezza che proseguì fino al suo viso. Sei il mio parabatai e io ti voglio un mondo di bene. Era sincero. Lo disse a voce bassa, lo disse con dolcezza, lo disse solo per lui. E non smetterò mai di ripeterlo: sei il mio parabatai e ti voglio un mondo di bene. Perché affermare un concetto due volte era sempre meglio rispetto a una.
    L'idea di giocare a Pokémon mistery dungeon dal vivo forse non era così valida e Jesse impiegò poco a convincere Erik. Non voglio che si perda, aiuto! Poi Roger era pigro. Mh, una soluzione deve pur esserci. Per il figlio di marine quella soluzione poteva essere spostare l'attenzione dagli animali a loro due. Allora per gli animaletti manteniamo buona l'idea della festicciola e noi andremo in allenamento! Oh, ma dici che ce ne sono sui boschi? Vicino la mia città d'estate organizzano spesso percorsi di allenamento tra gli alberi in montagna! Ho sempre voluto andarci, ma, ecco, da solo mi sembrava triste! Da tempo immemore Erik si teneva in allenamento ed era ovvio che un'idea del genere potesse piacergli. Ma se poi tua nonna o i tuoi ti dicono che non c'è posto per me come facciamo? I miei poi sono anche babbani e io non ho ancora imparato bene a usare la metropolvere! Insomma, quando l'avrebbe utilizzata? Dove l'avrebbe acquistata e perché doveva interessarsi a reperirla? Insomma, difficilmente lui si spostava e poi un camino in casa neanche lo aveva. Altrimenti possiamo chiedere a Blake coccoloso se a Londra c'è un hotel della sua famiglia che potrebbe ospitarci, sono certo che a lui andrebbe bene! Che ne dici?



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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Tre mesi di addio richiedevano un piano, un piano possibilmente a prova di bomba (quindi non certo ideato da quei due mentecatti!): Jesse aveva sperimentato l'estate scorsa cosa volesse dire stare senza Erik; ci era stato male e quando si erano rivisti aveva impiegato non poco tempo a tornar con l'altro in sintonia, ed era stato anche peggio quando Joshua era piombato nelle loro vite 'Io... voglio sempre stare con lui' ma come fare visto che uno era un vagabondo senza fissa dimora e l'altro era povero come i bambini che sniffavano colla nelle favela?
    Distanza e povertà non si combinavano molto bene, e lo facevano ancora di meno se eri talmente giovane da essere soprattutto un figlio o un nipote, poiché ciò significava ulteriore riduzione delle ipotesi.
    Un'idea un po' strampalata poteva essere un viaggio negli States, magari sfruttando Blake e i suoi soldi powerplayer, ma ciò pareva incontrare vari ostacoli, non ultimo il fucile di nonna Lighthouse "Sì, certo" affermò lui un po' distrattamente con lo sguardo perso nel vuoto ed anche un po' nostalgico, salvo poi tornare, anche con una certa violenza, coi piedi di terra, sobbalzando opportunamente "Cioè, nooooo, ma figurati! Nel senso, sì, spara eh, ma non spara agli animali, spara in aria per scacciarli!" in effetti l'anziana non pareva esattamente il genere di parente da presentare al parabatai, tuttavia Jesse aveva formulato quella proposta fondamentalmente per stare con l'altro ed introdurlo nella sua vita, senza davvero chiedersi quanto egli fosse adatto, e soprattutto quante coronarie potessero saltare al moretto nel conoscere sua nonna e scoprire come in effetti neanche Jesse sapesse esattamente a chi e quanto ella sparasse 'Sì, insomma, la pistola e il fucile ce lo siamo trovati contro un po' tutti' dovette ammettere lui, deglutendo, nel mentre realizzava come probabilmente fosse saggio tenere lui e sua nonna il più distante possibile, specialmente se non voleva perdere il suo amico "Comunque sì... è una proposta ecco... o magari vengo io in Inghilterra ecco... magari dai tuoi, che ne dici?" affermò lui, passandosi una mano sulla nuca con lo sguardo più cucciolo che poteva fare, nel mentre si assicurava di tenere lontano Erik da qualsiasi animale morto, nella speranza che così potesse vivere anche la loro amicizia.
    'Sì, insomma, Coccolo e Roger stanno anche diventando amici: sarebbe un peccato rovinare tutto no?' in vero i due parevano per lo più incuriositi l'uno dall'altro, intenti a rincorrersi sui corpi dei due amici, mostrando quel presobenismo che Jesse aveva ricondotto anche a sé e i suoi amici, Erik incluso, insieme all'essere intrepido.
    Erik ebbe ad un certo punto il coraggio di definirsi non intrepido e Jesse quasi diede di matto, ricordando all'altro quanto avesse rischiato al vita, generalmente da solo o addirittura chiedendo di restarlo 'E se non è ardore quello non so cosa cavolo lo sia!' si diceva lui, apprendendo come l'altro averebbe descritto le proprie follie: pacifismo.
    "Credo di non saper pensare a qualcosa di più eroico!" affermò lui, sorpreso, forse anche un po' seccato, visto che in quelle circostanze aveva anche scacciato lui; non che ciò lo avesse fermato, per inciso, del resto il ragazzo avrebbe fatto di tutto per rimanere con l'altro e ciò si sarebbe avverato anche se avesse cambiato aspetto ed istinti, scegliendo sempre il giovane, che, a quella dichiarazione d'affetto, arrossì.
    'Che ho fatto?' lì per lì il ragazzo non intese positivamente quello sfogo emotivo, sgranando anche gli occhi alle carezze di lui, rendendoli scintillanti di emozione quando questi gli ricordò come gli volesse un mondo di bene.
    'Davvero?' non lo disse con la voce, avendo imparato a vergognarsi di quei pensieri, ma i suoi occhi si puntarono sull'altro, supplici, mostrandosi umidi e chiaramente rivolgenti quella domanda, la cui risposta era tanto ovvia quanto importante, e che spinse Jesse a cingere l'amico "A-anch'io Erik... anch'io... ti voglio un mondo di bene"
    Strizzando gli occhi, il ragazzo si trovò scosso dalle emozioni fino alle viscere, iniziando anche a singhiozzare in un pianto commosso che aveva un profondo senso liberatoria "Sei... sei talmente tanto importante che... che praticamente sei il mio mondo.... la parte dove mi piace vivere almeno!" propose lui, forse lanciandosi un po' troppo in metafore non pienamente spiegate, nel mentre avrebbe provato a rafforzare la stretta sull'amico 'Resta con me'
    Erano successe molte cose, molte erano anche colpa di Jesse, in vero, tuttavia erano mesi che il Lighthouse viveva con precarietà la relazione coll'altro, col paradosso di sperimentare l'importanza nell'altro proprio nel momento in cui se ne stava separando e potendo quindi riabbracciarlo con una consapevolezza ancora maggiore rispetto al precedente, rendendo il suo amico ancora più prezioso di quanto lui avrebbe mai potuto credere 'Ti voglio bene... ti voglio bene!'
    Pianse di sollievo chiedendosi se davvero potesse tornare, la notte, ad addormentarsi senza carezzarsi la runa parabatai nel mentre si chiedeva se ella sarebbe sparita perché loro non sapevano più andare d'accordo. Ci voleva sperare e forse anche per questo liberò l'altro, ritornando a parlare del loro cavallo di Troia (gli animali) e, perché no, di attività di coppia "Uh, scherzi, alle basi è pieno: sono sicuro saremmo bravissimi!" propose lui alzando un pugno con far potente, per quanto non sapesse di cosa stesse parlando, ritrovandosi semplicemente ad agire a caso,come suo solito "E comunque se tu vuoi andare in un posto - specialmente se c'è una sfida - io ci sono: le tue battaglie sono anche le mie no?" propose lui con un ampio sorriso, annuendo anche con la testa nel mentre l'ametrino si rendeva conto come in effetti un viaggio negli Staes apparisse suicida persino per i loro standard "Sei il mio parabatai: un posto per te lo devono trovare!" pensò lui quasi esterrefatto, manco fosse una legge scritta da eoni "Sì, insomma, dei miei solo la mamma è una strega, ma sono sicuro che capiranno quanto tu sia importante per me... e poi sei fantastico! Ti adoreranno a priori!" il ragazzo parlò verbosamente, agitandosi come sempre, nel mentre rifletteva che stava incoraggiando l'amico a percorrere un sentiero molto sicuro 'Devia il discorso, Jesse, DEVIA!' si diceva infatti lui, mentre continuava a pigiare l'acceleratore mentre stavano puntando il muro.
    A salvare capra e cavoli ci pensò il moretto, cogliendo la palla al balzo di Blake e proponendo qualcosa di più loro e meno rischioso per il cuore di Erik 'Sì, ma io lo volevo portare negli States!' pensò lui, un po' capriccioso, incrociando le gambe ed osservando Roger tornare da lui e colorarsi di viola "Ecco, ci sta un sacco... insomma, lo sai che adoro Blake: Blake è tutto" frase che praticamente diceva di tutti quelli che conosceva, nonostante il Barnes minore godesse di un'enfasi maggiore "Maaaa anche tu sei speciale... e io... sì insomma, vorrei farla una vacanza con te: solo tu ed io, verso l'infinito e oltre!!" propose lui, ai limiti del capriccioso, arrossendo anche un poco in quello strano pomeriggio.
    Prese in mano Roger (il quale non si ribellò) e fissò l'amico davanti a sé "Solo io e te... e Roger... e Coccolo... e Chicco" ah beh se poi c'era anche Chicco erano apposto, non trovate? "Sì, insomma: noi contro il mondo" da ogni punto di vista, del resto il castano era sempre inclusivo quando si trattava di Erik, considerandolo alle feste il suo costante +1 (anche se era più il contrario).
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Erik e Jesse avevano parlato di solo alcune delle infinite possibilità che avevano di rivedersi, poiché i due parabatai si volevano bene sul serio e non importava il luogo, la data o le condizioni che avrebbero dovuto verificarsi per il loro incontro estivo, poiché sarebbe accaduto. Smuoverò mari e monti per rivederti. Ne era convinto, anche se una piccola costatazione di Jesse fece morire ogni buona intenzione. No, Erik non poteva invitarlo a Liverpool, non sotto il suo stesso tetto dove c'era il suo violento padre e in cui la sua triste realtà assumeva finalmente una forma. Ecco, solo in quel caso se il licantropo avesse potuto avrebbe usato una fune di fuga per sfuggire a quella situazione e viaggiare verso nuovi orizzonti.
    Paradossalmente più cresceva l'affetto nei confronti di Jesse e più cresceva la paura che potesse scoprire quei segreti che non rivelava a nessuno. Pensò e rimuginò su questa verità, quando udì il suo ti voglio bene genuino. Quando arrivò a Hidenstone non credette di poter mai stringere un'amicizia così pura e significativa e nonostante fosse stupido, Erik riusciva sempre a sorprendersi di quanto puro fosse il loro rapporto.
    Allora te lo prometto, Jesse, prima o poi andremo in un posto in cui non siamo mai stati e stando vicino riusciremo comunque a sentirci a casa. Probabilmente di ciò nessuno se ne sarebbe sorpreso, ma un conto era sospettarlo e un'altro viverlo. I due, stando bloccati quasi sempre in accademia, non avevano avuto molte occasioni per vedersi fuori da Denrise, così quella promessa assunse un po' i sapori di un futuro appuntamento.
    L'amicizia con Blake era anche quella importante, tuttavia il moro sottolineò come avesse bisogno di un'avventura unicamente con l'ametrino e i loro animali domestici. Il sorriso di Erik si allargò fino ai massimi storici e si protese in avanti cercando nuovamente di abbracciare l'amico. Io e te contro il mondo. Ripeté, spostando poi lo sguardo verso l'orizzonte.
    Da quando ci sei tu sento che la mia vita sia cambiata in meglio.



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