Qualcuno mi aiuti

Emma&Aaron

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    Finalmente il weekend era arrivato ed Emma aveva troppa voglia di uscire. Quell'accademia le piaceva, davvero... trovata tutto super interessante e le piacevano i professori, ma in qualche modo si sentiva terribilmente oppressa e sola. Era così timida che non aveva fatto praticamente amicizia con nessuno, quindi non aveva nessuno a cui chiedere se gli andava di uscire a fare un giro con lei. Decise che sarebbe andata a Denrise da sola, voleva vedere il porto. Era da sempre un posto che la affascinava. Avrebbe voluto davvero tanto fare una crociera come quelle che si vedono nei film, un po' come quella di Zack e Cody, ma la sua famiglia non aveva mai avuto soldi. Le piaceva osservare le navi e le barche. Le piaceva la calma e la serenità che trasmettevano, sebbene non ci fosse mai salita. Quindi prese Mirtillo, la sua siringa per l'iniezione di insulina e poche altre cose. Ci mise, tuttavia, mezz'ora solo per scegliere come vestirsi. Non si piaceva eccessivamente, perciò voleva trovare qualcosa che facesse meno schifo del resto.
    Quando fu abbastanza soddisfatta del risultato, uscì dalla sala comune degli ametrin e si diresse, a passo lento, fuori dalle imponenti mura della scuola. Non appena i suoi polmoni si riempirono di aria fresca e pungente, si sentì meglio. Almeno a Denrise non avrebbe dovuto sopportare nessuno sguardo dei compagni che, probabilmente, si chiedevano cosa ci facesse tutta sola ogni giorno ai pasti o anche durante il giorno quando non c'era lezione. Almeno al villaggio avrebbe potuto fingere che tutto andasse bene. Anche Mirtillo sembrava felicissimo di essere uscito da quel posto. Probabilmente era stanco di starci rinchiuso tutto il giorno e lo capiva bene. Non molto tempo dopo avrebbe dovuto farsi un'iniezione e questo lo sapeva bene, sperava solo di trovare un posto tranquillo e senza sguardi indiscreti. Era una semplice puntura sulla coscia -o sull'addome, a sua discrezione- ma lei si sarebbe imbarazzata da morire a farla in pubblico oltre al fatto che forse non fosse il massimo a vedersi. Magari sarebbe entrata in un bar e sarebbe andata in bagno. Tra un pensiero e l'altro, arrivò proprio a destinazione. Denrise le piaceva, la trovava tranquilla e pittoresca. Prima di scendere giù al porto, entrò in un bar e chiese una cioccolata calda da portare via. Pagò e finalmente poté scendere la scalinata che portava proprio al porto. Subito l'aria salmastra le colpì la pelle e le narici, fresca e fastidiosa allo stesso tempo. Quindi si sedette su una panchina con Mirtillo che le saltellava attorno e guardò la distesa d'acqua che sembrava sconfinata. Con quella vista, non era difficile rilassarsi completamente.
    Si stava quasi assopendo quando delle voci la riportarono sulla terra. Ehi, ma lei è quella malata? disse una voce maschile, sottolineando con cattiveria l'ultima parola. Si stavano riferendo al diabete, quasi fosse davvero una malattia contagiosa e non un "semplice" problema che poteva colpire chiunque indipendentemente da ogni fattore. Emma rabbrividì e voltò la testa nella direzione della voce, per scoprire che un gruppetto formato da due ragazze e due ragazzi, la stava fissando. Non sapeva cosa dire, ma le si formò un nodo alla gola, tipico di quando stai per piangere. Oh sì è lei, attenti a non toccarla rispose un'altra ragazza. Sembravano dell'ultimo anno. L-Lasciatemi in pace... sussurrò Emma, sull'orlo delle lacrime. L'altra ragazza si avvicinò, prendendole la cioccolata di mano. La ragazzina non disse nulla, troppo impegnata a trattenere le lacrime. Che fai, non parli? Quell'ammasso di peli ti ha mangiato la lingua? Aggiunse, riferendosi a Mirtillo che, resosi conto della situazione, aveva iniziato a ringhiare. Fu un attimo e si attaccò con i denti al polpaccio della ragazza. Ehi, levati! esclamò, scalciandolo via. Il barboncino rotolò a qualche metro di distanza, proprio sull'orlo del porto, a pochi centimetri dall'acqua. Mirtillo! Esclamò quindi Emma, correndo da lui e prendendolo fra le braccia. Che razza di nome è Mirtillo? La schernì l'altra ragazza, avvicinandosi con il bicchiere di cioccolata. Ecco, dimenticavamo di ridart... ops! In un attimo, la cioccolata fu versata sulla testa della ragazza. Che sbadata! Sarà meglio che ti dia una ripulita... annunciò, mettendole un piede sulla pancia -siccome era accucciata- e facendo per spingerla in acqua. Se qualcuno non fosse intervenuto, di sicuro sarebbe successo. Sfortunatamente quello era un momento della giornata in cui era quasi deserto.
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    «Per tutte quelle sere in cui ti ho persa e neanche so il perchè»
    Oramai poteva dire che si era trasferito in quell'isoletta. Oramai poteva dire che tutto quello era diventato il suo mondo. Se prima di febbraio non aveva vita sociale, adesso non sapeva neanche come si pronunciassero quelle parole. Aaron era sempre li perchè, in genenre, si vedeva almeno una volta a settimana con suo fratello cercando di studiare insieme e sopratutto cercando di fare un punto della situazione. Non lo voleva stressare, ma doveva farlo. non voleva perderlo di nuovo di vista non era una cosa che riusciva a concepire e la paura che potesse fare davvero del male a qualcuno lo stava uccidendo. Se sua madre osse stata viva sicuramente sarebbe stata in grado di gestire tutta quella situazione. Fece un respiro profondo, prese le sue sigarette da dentro la tasca del cappotto che indoassava, si mise gli occhiali da sole e cominciò a fumare. Fece un tiro, e poi un altro, fino a che si andò a posizionare con le braccia sulla ringhiera che costeggiava le scale che avrebbero portato al porto. Era soprappensiero quando sentì una ragazza ridere in maniera veramente poco elegante, il suo sguardo si posò su di una scena veramente riporvevole. Il fatto era che aveva visto così tante volte suo fratello fare il bulletto che qusi gl veniva la nausea,ma doveva anche riconoscere che Blake faceva lo stronzo solo con persone che sapevano difendersi, ed ecco anche il perchè tornava sempre, o quasi sempre, ammaccato. Nella sua instabilità e follia seguiva delle regole ben precise, alla fine, i valori che lo stesso Aaron gli aveva insegnanto. Alchè prese la sua baccheta e fece semplicemente spostare la ragazza che stava dando un calcio ad una biondina poco più in la. Nessuno vi ha insegnato a non prendervela con le persone che si stanno facendo i fatti loro? Chiese retoricamente, ma con un tono veramente molto calmo e pacato. Infondo cosa volevano fargli 4 adolescenti? Sospirò, fece una leggera pressione suella braccia e decise di scendere dove c'era quella ragazza. L'avevano chiamata malata? Inoltre aveva tutta la cioccolata versata addosso. puntò la bacchetta sulla biondina e con un semplice incantesimo la ripulì completamente. Poi si voltò di nuovo ai 4 ragazzi. Erano di Hidenstone. Si mise gli occhiali da sola sulla testa per guardarli negli occhi e facendogli ammirare il suo azzurro ghiaccio. Hidestone era pieno di bulli, specialmente all'ultimo anno! Ma quello non era Federik? Quello a cui Blake aveva chiesto scusa? Alla fine, in un modo o nell'altro Blake aveva sempre ragione, quel tizio se lo meritava, ma Aaron non era mai stato per la violenza. Direi che potete andare. Il ragazzo conosceva Aaron in quanto era stato presente alle sue scuse insieme ai suoi genitori... sapeva che Blake doveva essere temuto specialmente perchè non si faceva scrupoli per fargli male, tanto male. Finalmente si rivolse alla ragazzina con un dolce sorriso. Stai bene? Chiese semplicemente sorridendole ancora. Infondo era un medimago era abituato a chiedere alle persone se stessero bene e dopo Vladimir poteva fare veramente tutto!
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    Emma ormai credeva che avrebbe fatto un bel tuffo in acqua che, per quanto sembrasse bella a vedersi, non doveva essere così anche di fatto. Probabilmente non sarebbe stato il bagno più salutare del mondo. Non capiva perché quei ragazzi se la prendessero così tanto con lei; il diabete non è mica contagioso. Guardando bene ognuno di loro, riconobbe il ragazzo che aveva parlato per primo. Non ci aveva fatto caso, troppo spaventata -non che ora non lo fosse- ma quello era un ragazzo del quinto anno, non ricordava il nome, ma si trascinava dietro una nomea da bullo non indifferente. E ora, per qualche assurdo motivo, l'aveva presa di mira sebbene Emma non avesse fatto nulla di male. Anzi, era sempre stata bene attenta a non incrociare nessun bullo per i corridoi, muovendosi molto cautamente. Ma forse anche quello era stato un errore. Era risaputo che i bulli se la prendessero con qualcuno apparentemente più debole di loro, quindi capiva bene perché fosse toccato a lei. La cioccolata le stava colando tutta sul viso, mentre la ragazza la guardava dall'alto in basso con superiorità, quasi lei fosse migliore di Emma. Che dal punto di vista della ragazza, probabilmente era così... ma la bionda disprezzava con tutto il cuore questo atteggiamento, eppure non riusciva a reagire. Era come pietrificata. Beh, in fondo erano quattro -del quinto anno, tra l'altro- contro una ragazzina del primo anno.
    Bene, è ora del... la ragazza che la stava per spingere in acqua non fece in tempo a completare la frase, che... si spostò. Sicuramente non di sua volontà, anzi... sembrava che si fosse tolta quasi per magia. Ma chi avrebbe dovuto aiutarla? Di solito le persone si facevano i fatti loro, etichettando la situazione come "un gioco da ragazzini". Forse i densiriani disprezzavano a tal punto gli inglesi -o chi non fosse dell'isola in generale- da fregarsene di queste dinamiche. Alzò il viso con qualche lacrima traditrice che le solcava le guance e rivolse le iridi chiare nella direzione della voce che aveva parlato poco prima. Era una voce maschile, ma non sembrava uno studente e questa considerazione si confermò quando riuscì a scorgere colui che l'aveva salvata da un volo sicuro. Si girò poi verso i bulli e vide quello che aveva riconosciuto, indietreggiare come se avesse visto un fantasma. Eppure il ragazzo che l'aveva salvata sembrava tanto gentile. Ma solo quando sentì la frase "andiamocene, è il fratello di quel Blake", Emma ricollegò. Non conosceva l'Opale di persona, ma aveva sentito cos'era successo al ballo scolastico. Lei non ci era andata, aveva sempre pensato di non essere la tipa da balli, però non era immune alle voci di corridoio quindi pressappoco sapeva cosa fosse successo. Stava per dire qualcosa, qualsiasi cosa, quando il ragazzo -con un incantesimo- la ripulì. Finalmente l'odore della cioccolata sparì dalle sue narici, così come il liquido appicicosiccio sparì dai suoi capelli. S-sì... sto bene... sussurrò, puntando le sue iridi chiarissime contro quelle di lui, di una tonalità simile. Si rialzò, spolverandosi i jeans. Mirtillo! esclamò poi, andando dal suo cagnolino e prendendolo in braccio. Stava tremando, quindi lo strinse un po' più forte. Va tutto bene gli sussurrò, accarezzandogli la testa pelosa. Ma ora tornò a concentrarsi verso il "fratello di Blake", avvicinandosi un poco. Ehm... grazie... per avermi aiutata mormorò, senza smettere di accarezzare Mirtillo. Io... mi chiamo Emma e lui è Mirtillo, il mio cane continuò poi. Le sembrava quanto meno giusto ed educato presentarsi. Avrebbe voluto dirgli qualcos'altro, ma la sua timidezza la inchiodava dov'era e le faceva morire le parole in gola.
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    Aaron Barnes ( ) - Stat. - Medimago- 26 anni - Ex Corvonero
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    L'unica frase di quel ragazzo lo aveva fatto sorridere. Non sapeva esattamente se ridere ed essere contentooppure rimanerci male. Si, lui era il fratello maggiore di Blake e la cosa che lo faceva ridere, era che se lo avessero preso seriamente a cazzotti, lui non sapeva neanche come difendersi. Oddio, sicuramente poi Blake avrebbe dato di matto e la loro vita si sarebbe ridotta al lastrico, ma quello era qualcosa che loro non potevano sapere e vedere come il solo ricordo di quella giornata lo spaventasse... Beh, in quell'occasione era quasi contento. Infondo Blake era un' instabile e per quello veniva temuto, non si sapeva mai esattamente come potesse reagire a qualsiasi cosa. Una minima cosa che secondo la sua modestissima opinione non andava bene e boom. Qualcosa di assurdo usciva fuori. Nella maggior parte delle volte era lui stesso a rimetterci, ma ehi! Non era compito suo fare niente, oramai le aveva provate tutte ed i suoi atteggiamenti erano quelli di un adulto semi consapevole che faceva le sue scelte. Si era calmato? Lo sperava veramente, sicuramente si era dato una calmata dopo Hogwarts e dopo tutta quella storia di Christian, ma Blake era una persona che mutava atteggiamento talmente tanto velocemente che era impossibile, seriamente impossibile, riuscire a capirlo. Infondo cosa ci si poteva aspettare da una persona che faceva temila cose insieme ed erano tutte completamente differenti da quelle che pensava? Aaron si ritrovò a sospirare per tutta quella situazione e poi sorrise di nuovo alla biondina. Aaron Barnes... Si presentò a sua volta tendendole la mano. Aveva detto che stava bene guardò le sue cose a terra ele raccolse. Sono un medimago... quindi se hai bisogno di qualcosa... Ovviamente si riferiva al suo kit per il diabete che Aaron aveva notato quando la ragazza bulla aveva deciso di chiamarla malata. Anche Liv era diabetiva.. sospirò di nuovo. Chissà che fine aveva fatto. Sperava seriamente che stesse bene, infondo, lei, gli aveva salvato la vita! Tornò alla biondina. [Ci tengo a precisare che non è così spaventoso essere il fratello di Blake, e non lo è neanche Blake... Fece un mezzo sorriso mettendosi le mani tra i capelli. Ti succede spesso? Da quando Aaron era diventato così dannatamente chiacchierone con le persone che non conosceva? Forse era un modo come un altro di cercare di sapere se Blake era ancora nei guai? Era probabile!
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    Non era mai stata così tanto felice di vedere qualcuno in tutta la sua vita. Certo, rintracciare il gemello non sarebbe stato affatto male, sentiva davvero che le mancava qualcosa... ma l'arrivo di quel ragazzo era stato davvero provvidenziale. Fare un bagno non era nei suoi programmi di quel pomeriggio. Accarezzò Mirtillo, sospirando. Era andata bene anche a lui; chissà cosa avrebbero potuto fargli quei ragazzi dopo aver spinto lei in acqua. Aaron. Era così che si chiamava il suo salvatore. Bel nome commentò, arrossendo. Ma davvero Aaron, insieme ad altri, era un nome che le piaceva moltissimo. Afferrò la mano che lui le porgeva e la strinse non troppo forte. Piacere! esclamò, con un piccolo sorriso. Stava per chinarsi a raccogliere le proprie cose, quando lui la precedette, raccogliendole. Arrossì nuovamente e posò a terra Mirtillo, avendo così entrambe le mani libere per prendere ciò che lui le tendeva, piuttosto imbarazzata. Nascose la scatoletta con la siringa dietro ad un libro che si era portata. Non le piaceva dire agli altri che aveva il diabete. Molti, troppi, associavano questa cosa ad uno stile di vita irregolare, poco sano... dando quindi a lei la colpa se se lo era preso, ma in realtà lei praticava diverse attività e mangiava anche piuttosto sano -escluse le eccezioni che tutti si concedono- quindi non era affatto vero che quella fosse l'unica causa di diabete. Ma molte persone, appoggiandosi a questa convinzione, non le risparmiavano battutine che la facevano stare più male. Certo, in tanti le avevano detto di farsi scivolare le frecciatine addosso, ma lei non era così... era molto più fragile di quanto avrebbe voluto essere. Senza contare quelli che credevano fosse una "malattia contagiosa" e le stavano alla larga... in poche parole, c'era veramente tanta ignoranza ancora, in giro.
    Oh, grazie... ne terrò conto rispose, cercando di sorridergli. Gli era grata per quella proposta, ma si sentiva sempre davvero fin troppo a disagio quando si parlava di lei o, più nello specifico, del suo diabete. Ancora non aveva imparato ad essere impassibile davanti ad un ago. Le avevano fatto paura la prima volta e le facevano paura tutt'ora, ma non poteva farne a meno, almeno finché non inventavano una pastiglia in grado di iniettarle l'insulina senza quindi l'ausilio dell'ago.
    Oh, non ti preoccupare... Blake nemmeno lo conosco replicò. Sì, sento piuttosto spesso parlare di lui... ma di persona non credo di averci già parlato. Quel tizio è quello che ha rischiato di diventare carne alla brace al ballo, vero? Mi piacerebbe avere il coraggio di tuo fratello, vorrei averne almeno un quarto, magari mi lascerebbero in pace... si lasciò sfuggire, per poi darsi della stupida per essersi esposta così tanto. Era pericoloso esporsi, gli altri avrebbero potuto usare le tue debolezze contro di te... e quel ragazzo ne aveva già viste fin troppe, di sue.
    Cosa? chiese, ingenuamente. Intendi... episodi come questo? Fece una pausa, sospirando. Oh sì, continuamente. Quando sono da sola, specialmente... ma anche a lezione, alcune volte. Fece spallucce, quasi a voler dire che ormai ci aveva fatto l'abitudine e non sarebbe cambiato nulla e avrebbe dovuto sopportare tutto quello per i prossimi cinque anni.
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    Aveva trovato una ragazza più timida di lui? Era veramente una cosa possibile? Beh si... era difficile ma a quanto pareva era successo. Sorrise ancora dandole una rapida occhiata. il fatto che aveva nascosto immediatamente la siringa dietro i suoi libri lo fece sorridere dolcemente. insomma non era la prima persona che si vergognava di avere un problema di salute e la cosa un pò gli dispiaceva. Aaron era sano come un pesce e per fortuna lo era anche suo fratello - almeno la salute fisica era salva, anche se della salute mentale non poteva dire veramente la stessa cosa, ma infondo cosa ci poteva fare? Stava studiando per cercare di capirci davvero qualcosa e la situazione non era veramente delle più rosee. Grazie! é una tradizione di famiglia chiamare il primo genito Aaron! Le disse per spezzare un pò quell'imbarazzo che alegiava tra di loro. Infondo se uno era timido, l'altro era peggio di lui, non si poteva veramente sperare di avere una conversazione sana e normale. Le raccolse le cose da per terra e quando la vide arrossire si sentì nello stesso suo modo, fece un respiro profondo e distolse lo sguardo. Quella cosa dell'imbarazzo cominciava a diventare quasi un problema, tutto quello era allucinante, tutto quello era qualcosa di fastidioso. Aaron era un bravo ragazzo... e fino a questo tutto chiaro e per tutti quanti era cristallino, ma doveva cominciare a fare seriamente l'uomo e non poteva imbarazzarsi di fronte una ragazzina. Le sorrise ancora, aveva degli occhi molto chiari, un pò come quelli di Blake, i capelli lunghi e biondissimi. Insomma una piccola Helena solamente con qualche pizzico di problema in più! Sua madre che non aveva mai conosciuto paura, vergogna o timore, esattamente come il minore. Scosse il capo quando Emma ricordò il fratello per quello che aveva fatto a quel ragazzo e sbuffò. non se l'era presa ma alla fine, era come se Blake, riuscisse ad essere sempre un piccolo eroe da imitare anche quando faceva delle cazzate senza alcun senso. Direi di si! é esattamente lui e direi anche di no, non dovresti essere affatto come lui... Blake è coraggioso, ma è anche molto presuntuoso! Tale combo lo rende pericoloso... quindi, meglio essere come te, magari con un pizzico di ribellione in più ma essere come una persona equilibrata! Aggiunse prima di stringersi nelle spalle. Ne hai mai parlao con un professore? Dovresti farlo sinceramente... infodno a quanto pare sono tutti disposti ad aiutare voi alunni! Lo disse con un pizzico di risentimento, infodno Blake era pur sempre suo fratello e la cosa gli rodeva parecchio quando era l'unico a dover essere acusato di bullismo, ma doveva essere sincero, era meglio che in quel momento era stato lui a salvare la ragazzina rispetto al biondino, perchè sicuramente avrebbe fatto quello che Federik avrebbe fatto ad Emma ossia, lo avrebbe buttato nel mare senza remissioni di colpa o di peccato. Che dici ci leviamo da qui? Chiese poi facendole segno di salire dalle scale e tornare sulla passeggiata principale.
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    I suoi genitori adottivi e suo fratello le ripetevano spesso quanto non potesse farci niente per il diabete, quanto non fosse di certo colpa sua, che era una patologia che poteva colpire chiunque... e lei ci aveva creduto, aveva vissuto la sua infanzia convinta di essere uguale a tutti gli altri, eppure giorno dopo giorno, costantmente, c'era qualcuno che le ricordava quanto questo fosse sbagliato, quanto lei fosse sbagliata. E per cosa, poi? Non le sembrava di aver dato mai fastidio a nessuno, di aver fatto del male a nessuno né tantomeno che la sua malattia avesse causato problemi a qualcun altro che non fosse lei. Le sembrava quasi che gli altri sentissero il bisogno fisico e morale di prendersela con lei, come se non fosse nient'altro che... uno sbaglio? Insomma, era così che la facevano sentire. E così avevano fatto quei ragazzi di poco prima. Non avevano fatto altro che contribuito ad aumentare la sua sensazione di sentirsi in difetto sempre e comunque.
    Ad ogni modo, gli sorrise. Fortunatamente aveva incontrato qualcuno che sembrava gentile e che non aveva nessuna intenzione di prenderla in giro come facevano tanti altri. Aaron aveva un fratello più piccolo, un vero combinaguai. Un po' come il suo, di fratello. Brandon le mancava davvero ma, oltre a questo, sentiva una sensazione davvero fastidiosa, come se le mancasse un pezzo. E ciò sarebbe sicuramente stato colmato dal gemello, se mai lo avesse trovato... ma tornò a concentrarsi sul ragazzo davanti a lei. Rise alla sua frase su Blake e scosse il capo. Certo, un pizzico di ribellione in più non guasterebbe! Ma proprio non ci riesco; è come se ci fosse, dentro di me, un qualcosa che mi ferma non appena provo a replicare, a reagire. Ammise, sospirando. Ammirava le persone forti, che riuscivano ad emergere e farsi valere. Ma chi ti dice che io sia equilibrata? chiese, cercando di uscire dal suo guscio di timidezza e buttarla un po' sullo scherzoso. Non potevano stare muti tutto il tempo, altrimenti tanto valeva che si salutassero ed ognuno per la sua strada. La cosa che la frustrava era che una volta entrata in confidenza, poteva essere la persona più loquace e solare del mondo, ma era proprio la parte precedente, quando doveva conoscere una persona, che la metteva a disagio. Alzò la testa e notò subito quel sarcasmo, quel fastidio che aveva nel tono... Emma non era una che parlava molto, ma di contro, c'era da dire che fosse un'ottima ascoltatrice e che le venisse facile capire se ci fosse qualcosa che non andava. Non perché avesse qualche potere particolare, semplicemente ormai anni e anni le avevano insegnato a captare ogni particolare del suo interlocutore sia per quanto riguardava il linguaggio verbale, sia quello paraverbale e non verbale. Alzò un sopracciglio. Forse sto delirando io cominciò, con un sorrisetto. Oppure c'è un po' di sarcasmo nella tua frase? domandò, curiosa. Lei non aveva mai parlato con i suoi professori, ma non perché non credesse potessero aiutarla -sebbene ad Hogwarts non lo avessero fatto- ma perché era davvero troppo imbarazzata per farlo. Però, dalla sua frase le risultava piuttosto chiaro che non fosse così. Certo, poteva benissimo sbagliarsi, quindi attese una sua risposta.
    Mai stata più d'accordo annunciò, guardando le scale che portavano su. Vorrei anche togliermi dalla strada, sai... con lo sguardo indicò il kit con la siringa. A breve avrebbe dovuto usarla e di certo non poteva farlo lì, in mezzo. Sarebbe dovuta andare in un bar o in un locale chiuso che disponesse di un bagno.
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    Assurdo che una ragazzina tanto carina e dolce dovesse davvero subire tutto quello. Era assurdo pensare davvero che Emma, non riuscisse a ribellarsi solamente per paura. lui non aveva mai subito niente da piccolo, infondo non era mai stato preso di mira da nessuno, e forse anche perchè era sempre stato il migliore amico di Annie, e guai a mettersi contro Annie! Ma neanche da sua madre o da suo padre. Suo padre non lo aveva mai toccato con un dito, neanche quando lui si metteva tra Jason e Blake. Forse era per quello che Blake lo vedeva come perfetto, perchè quando succedevano cos edel genenre, abstava che Aaron intervenisse e suo padre si fermava, di colpo, come se avesse visto qualcuno che gli ricordasse che quello che stava facendo era ignobile e sbagliato. Sorrise ancora alla ragazzina e ridacchiò. Conosco così bene l'instabilità che la riconoscerei da un miglio se la dovessi mai incontrare! Ed anche quello era medito del piccolo dolce fratellino, infondo Blake era davvero imprevedibile, oggi ti sorrideva, domani ti odiava,... anzi, bastava un quarto d'ora oppure una parola detta in maniera sbagliata che Blake cambiava completamente modo di fare e di agire, quindi... si conosceva benissimo quello di cui stavano parlando. L'Equilibrio non era di quella casa, ma era il suo, quindi sapeva riconoscere sia una ragazza che aveva tutti i mercoledì che una persona che non li aveva. Si strinse nelle spalle. Dovresti davvero capire cosa ti succede quando ti blocchi, è importantissimo! Infondo c'è sempre una spiegazione, qualcosa che ti lascia ferma e ti impedisce di muoverti! Chissà perchè riusciva a trovare le persone disagiate anche quando era in giro, per fatti suoi, a fareuna passeggiata per schiarisi le idee sulla sua vita. Una vita senza direzione al momento! In realtà non stai delirando... si, un pizzico di risentimento c'è! Insomma mio fratello è stato quasi esplulso e quel tipo picchia le ragazzine e non fanno niente... comunque... Blake ha sbagliato e non lo sto giustificando... è che effettivamente non mi sembra che la legge, in questa scuola, sia uguale per tutti! E no, non era giusto dirlo ad una ragazzina che in quella scuola ci doveva vivere ed anche per un bel pò di tempo! Comunque sia oramai era andata. Si limitò a sorriderle ed andare avanti nel discorso. Insulina? Chiese provando ad indovinare. infondo chi si portava un kit in giro? O era dorgata, ma non aveva proprio l'aspetto di una che lo fosse, oppure era una diabetica!
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    Finita quella giornata, si sarebbe rifugiata in dormitorio sotto le coperte e sarebbe andata in overdose di Netflix, di questo ne era assolutamente certa. Senza ombra di dubbio. Non che fosse la prima volta che i bulli la prendevano di mira, ma non aveva mai rischiato di fare un volo in acqua. Se non fosse stato per quel ragazzo, ora probabilmente non starebbe così bene.
    Aaron, così aveva detto di chiamarsi, le ricordava davvero suo fratello Brandon, anche se quest'ultimo probabilmente non sarebbe stato così calmo, anzi avrebbe buttato lui in acqua i bulli dopo averli pestati a dovere. Ma forse perché Emma era la sua sorellina minore -seppur adottiva- e quindi era anche fin troppo protettivo nei suoi confronti. A volte non lo sopportava, ma praticamente era tutto per lei.
    Ti stai riferendo a qualcuno in particolare? ridacchiò. In effetti lei non si riteneva una persona instabile e non aveva subito particolari traumi da bambina, tranne forse scoprire di essere stata adottata e il suo ex che ancora la tormentava. Ma a parte quello, poteva considerarsi sanissima.
    Credo che sia solo la timidezza a bloccarmi tentò, non eccessivamente convinta. In fondo, sapeva che quello era un grandissimo problema per lei e le complicava moltissimo le situazioni... questa cosa la faceva star male, ma non poteva farci assolutamente nulla!
    Ascoltò attentamente le sue parole e non poté fare a meno di trovarsi d'accordo. Con ogni singola parola. Lo penso anch'io. Cioè, è ingiusto che puniscano alcuni e altri no. Voglio dire, forse prendere provvedimenti con Blake è stato giusto, non posso negarlo, non ha fatto una cosa da poco, però... l'altro ragazzo non dovrebbe passarla liscia. Non perché ha riso di tuo fratello, non è poi una cosa così grave -almeno, agli occhi dei professori- ma per come si comporta... per come tratta gli altri. Ormai mi infastidisce abbastanza abitualmente e non è che si impegni nemmeno tanto per nasconderlo, eppure ti sembra che abbiano fatto qualcosa? Sembra quasi che vedano solo ciò che gli pare e che gli fa comodo e che agiscano solo se costretti. Ho sentito che sono stati i genitori di molti ragazzi ad insistere per l'espulsione. Se non ci fossero stati, avrebbero agito? No di certo. Dopo quel monologo, arrossì. Non era solita parlare così e così tanto, ma qualche volta le capitava, soprattutto quando l'argomento la toccava così da vicino. Scusa aggiunse poi, imbarazzata. Il fatto era che Emma era sempre convinta di dar fastidio a qualcuno.
    Sì, è insulina. Ho il diabete da quando... avevo undici anni o dodici anni credo, l'estate prima del secondo anno a Beauxbatons. Ammise, sospirando.
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    Aaron Barnes
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    Ultimamente non faceva altro che rapportarsi con adolescenti, poteva quasi pensare di insegnare anche lui ad Hidenstone, magari poteva chiedere di fare un tirocinio formativo ai ragazzi per qualche incanteismo o pozioni curativa! Si, sarebbe stata una bella idea, ma aveva finito il tirocinio, adesso doveva semplicemente prendere quel pezzo di carta e poi sarebbe diventato un medimago a tutti gli effetti. non vedeva l'ora. Non vedeva l'ora di cominciare a fare il suo lavoro nella maniera più autonoma possibile, cerca di aiutare gli altri in maniera ufficiale e non ufficiosa. Insomma era qualcosa che desiderava oramai da anni e sopratutto, una voltapresa quella laurea, poteva dirsi più libero e poteva cominciare di nuovo a respirare. Poteva cominciare ad uscire, rifare un controllo delle sue prorpietà, riprendere la sua attività da imprenditore. Doveva ammettere che quella vita cominciava a mancargli, ma non voleva neanche rinunciare a fare quello che faceva in quell'ospedale... infondo si era impegnato così tanto per quella posizione e poi lavorare con Annie gli mancava. Sorrise alla ragazza quando gli chiese se si stava riferendo a qualcuno in particolare. Tu che dici? Chiese poi sorridendole scherzosamente, era chiaro che si riferisse a Blake e sapeva benissimo che anche la ragaza, dal nome bellissimo, aveva capito che si riferiva a lui. Si strinse nelle spalle e sentì il suo sfogo, ma si ritrovò ad scuotere la testa. Il fatto è questo. Tu adesso torni nel tuo dormitorio ed i professori non sapranno niente. Blake è stato denunciato più di una volta per i suoi atteggiamenti perchè le cose quando le fa, sia nel bene che nel male, se ne prende sempre la responsabilità. Se tu non denunci questo fatto a nessuno dei tuoi professori loro non possono fare niente. Emma il coraggio non sta solamente nell'affrontare determinate situazioni, ma anche a saper chiedere aiuto quando se ne ha bisogno. Posso assicurarti che quando serve i tuoi professori agiscono. Blake è un caso particolare non lo hanno punito solamente per quello che ha fatto al ballo, ed io direi anche che non l'hanno affatto puntio. Blake ha un'opportunità che è stata negata a tutti voi. Perchè? Perchè si prende sempre la responsabilità delle sue azioni. Non negherà mai di aver sfidato Naga quella notte, ne di aver spaccato il naso ad un dioptase solo per aver fatto un complimento più eccessivo alla sua ragazza. Se deve pagare lo fa e lo fa sempre a testa alta, se deve andare a chiedere un qualcosa alla preside, o ad un professore non si tira indietro. Stava davvero descrivendo suo fratello come un erore? Si morse il labbro, alla fine voleva troppo bene a quel teppistello non poteva farcela a dargli davvero la colpa. Tutto questo per dirti che se adesso tu non vai a qualsiasi tuo professore, che sia quello di astronomia o di difesa contro le arti oscure, a denunciare quanto successo oggi li vicno al mare... beh, lui rimarrà sempre impunito! Il suo tono era calmo, pacato e dolce. Aaron poteva essere la bambinai a di tutti e sarebbe stato uno di quei professori troppo docili da usare veramente il pungo di ferro. O forse no. Infondo quando doveva rimproverare suo fratello lo faceva in maniera decisa ed autoritaria. Scosse il capo e le sorrise quando chiese scusa. Non devi scusarti per aver detto una tua opinione, anzi non devi scusarti proprio di niente di quello che fai! Aggiunse poi istintivamente dandole un pizzicotto sulla guancia. A stare a contatto con i bambini di pediatria cominciava a diventare veramente un orsacchiotto più di quanto non lo fosse già! L'argomento si spostò su qualcosa di più tecnico e lui diventò semplicemente più serio pensando alle varie possibilità. Beh, diciamo che il diabete è una grande rottura ma non è niente di grave, infondo con l'insulina puoi tenere sempre tutto sotto controllo! Aggiunse poi sorridendole ancora per farle capire che per lui non era un disagio, ed anzi... non doveva esserlo neanche per lei in realtà. Si fermò davanti la porta di un bar e le aprì la porta. Dai.. entra, ci preniamo qualcosa da bere! Aggiunse poi sospirando. Stava diventando un batman per adolescenti, quella cosa era inquietante!
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    Blake rispose semplicemente, alzando le spalle. Non era poi troppo difficile capire di chi stesse parlando, in ambito di stabilità. Emma non conosceva Blake di persona, tuttavia per quello che aveva sentito su di lui, era palese che avesse qualche problema comportamentale. Ma Emma di certo non lo giudicava, perché a lei del passato degli altri o di cosa facevano gli altri non gliene fregava assolutamente nulla, finché con le loro azioni non le facevano del male, proprio come i tipi di poco prima. Non che avrebbe preferito che continuassero a bullizzare gli altri purché non lei. I bulli non li sopportava, ma da quello che aveva sentito -anche dalla sua compagna di stanza- Blake non era un bullo, Blake non se la prendeva con le persone più deboli. Per esempio era piuttosto certa che non se la sarebbe presa con lei senza un motivo... o almeno, così lo descriveva Mia.
    Storse lievemente il naso alla sua risposta. Certo, Emma era una ragazza piuttosto timida che viveva perennemente nell'ansia di fare qualcosa che non andasse, ma non era una ragazzina priva di carattere, difatti durante i confronti -almeno, finché erano limitati e non c'erano troppe persone- si accendeva spesso e volentieri. Perché? Perché da un lato era testarda come pochi e voleva praticamente sempre avere ragione. Capisco quello che vuoi dire ma quello che intendo io, è che va bene, Blake ha fatto molte cose che magari non sempre erano giuste, ma non è l'unico. Lui è stato punito, lui ha quasi rischiato l'espulsione, ma l'altro...? Si sarà goduto al massimo le scuse di Blake e adesso continua ad andare in giro come se fosse intoccabile. Federik o come cazzo si chiama, intendo. E forse è anche vero che se non lo dico a nessuno, è difficile intervenire e giuro che ci proverò, ma... comunque sono piuttosto sicura che lo faccia con altre persone e anche che lo faccia abbastanza alla luce del sole. Concluse, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Prese un lungo respiro. Ha senso ciò che ho detto? chiese ridacchiando. Eh sì, Emma era piuttosto complicata, seppur non sembrasse e, ogni tanto, riusciva anche a farsi valere nelle discussioni... ogni tanto.
    Comunque Ensor mi mette i brividi commentò, facendo comparire un sorriso sul suo volto. Ma Difesa è figa aggiunse, con un'alzatina di spalle. Sorrise ancora quando lui le pizzicò la guancia e lo guardò. Sembrava davvero un ragazzo dolce.
    Infatti, questa bellissima siringa mi aiuta a non schiattare. Anche se ti dirò, gli aghi mi terrorizzano ancora a morte! Ed è una vera tortura farsi le punture ogni giorno sospirò, entrando nel bar.
    Emma Lewis-Scheda- -Stat.-
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