Vicino all'avvincino

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    Jesse Lighthouse | Prefetto Black Opal
    "Fico, era una vita che non venivo al lago! Sì, insomma, dopo tutti i casini della druida assassina non mi sono spinto molto spesso fuori dalla scuola... nel senso, sono andato un sacco di volte a Denrise, ma non sono mai sì, dai, hai capito... non sono mai andato... fuori dalla scuola ecco"
    Era una domenica di inizio febbraio come tante, e la natura incontaminata dell'isola di Denrise ben si sposava (forse) con lo straparlare di Jesse. Sicuramente, comunque, era qualcosa che Erik non aveva potuto non mettere in conto, del resto conosceva da un annetto ormai il suo parabatai ed aveva imparato come fosse per lui quasi impossibile non parlare, straparlare e, generalmente, divagare fino a perdere il punto della discussione.
    Un po' a caso arrossì, forse perché a Denrise era spesso andato con Joshua (o almeno a ciò associava il villaggio), con tutte le implicazioni emotive, relazionali e sentimentali che portava con sé 'Chissà come sta...' si chiese lui, concedendosi per un istante di guardare l'orizzonte, salvo poi riportare lo sguardo al collega prefetto con un ampio sorriso "In effetti vado sempre alla radura, anche perché là fa poco freddo e a Roger piace" ammise facendo spallucce "Sì, insomma, sono contento di andare in altri posti...e conoscere ehm... chiamiamoli nuovi amici"
    Il nuovo amico, nello specifico, pareva essere una avvincino che Erik dichiarava di aver preso in simpatia. Jesse non sapeva bene quanto credergli, in vero, ma tenne per sé quelle riflessioni 'Sì, ecco, diciamo che è uno che abbraccia anche gli alberi... nel senso, gli dispiaceva per la pianta assassina, figurati se non trova simpatico anche un avvincino letale...' si poteva, in fondo, dire che fosse lì anche proprio per quello, ovvero assicurarsi che l'altro non fosse trascinato a fondo dalla creatura marina.
    Affondò le mani nella sua giacca a vento verde militare, e a quel gesto sgranò gli occhi "Hai freddo?" chiese di getto, sobbalzando poi un poco "Scusa... te lo chiedo sempre... è solo che mi preoccupo ecco..." ammise lui, incassando il collo tra le spalle, forse un po' imbarazzato, forse un po' colpevole.
    Aveva sempre camminato accanto all'altro, con uno zainetto in spalla con poche essenziali cose, ma a quelle ultime parole si fermò, attendendo un verdetto del suo amico.
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Purtroppo neanche una potentissima druida venuta dal passato come Naga poteva impedire al giovane ametrino di aver il suo contatto giornaliero con la natura, ciò nonostante il sopracciglio destro si alzò appena quando Jesse disse che era passato molto tempo dall'ultima volta in cui era andato al lago. Oh, beh, ci sta. Insomma, anche io per quella stessa ragione non volevo più venirci. Allora, santissimo Merlino, cos'era successo? Semplicemente un giorno stava rincorrendo una farfalla che lo condusse al lago e quando si accorse di trovarsi lì era ormai troppo tardi. Poi, come spesso accadeva, una trasgressione chiamava l'altra e ben presto l'aura di paura e mistero che aveva attribuito al lago e alla foresta scomparve nel giro di qualche settimana.
    Alla radura ci vado spesso anche io, però senza Coccolo. Lì ho paura di perderlo, quindi preferisco portarlo in zone dove posso tenerlo sotto controllo. E per un distrattone come lui era necessario.
    Ad ogni modo sì, oggi ti presenterò un mio caro amico. Pensa che quando mi avvicino si sporge sempre sulla superficie dell'acqua! Certo, questo perché generalmente Erik - proprio come quel momento - aveva con sé un sacco pieno di briciole di pane che si divertiva a svuotare per nutrire le creature marine. Sono certo che troverà simpatico anche Jesse! Insomma, il suo parabatai era un ragazzo di buon cuore e tutti sapevano che Avvincini amavano le carni persone tenere.
    Addosso Erik aveva la classica divisa caratterizzata dai colori della propria casata e una semplice giacca color sabbia su cui aveva messo una simpatica spilla. Oggi non ho freddo, ho capito che se mi metto una maglietta a maniche corte sotto la camicia poi sento meno freddo! Nonostante fosse un'ovvietà, quella frase fu detta come se si trattasse della scoperta del secolo. Uh, eccoci arrivati! Jesse, chiamiamo Chicco al mio tre, ok? Sperava vivamente di essere accompagnato in quel suo sfogo di disagio. Uno. Dure. Tre! CHICCOOOO! CASPITERINA! Dimenticavo la formula magica! Allevia la nostra agonia, Chicco, compari per magia! In quello stesso momento aprì il sacchetto e gettò poche briciole all'interno dello specchio d'acqua.
    Delle bolle prima comparirono. Poi spuntò fuori un tentacolo birichino e poi l'avvicino con la sua solita espressione zuccherosa. Emise uno strano verso, ma più che ad un gemito di felicità sembrava una minaccia di morte. Se fa così vuol dire che gli sei simpatico. Chicco, lui è Jesse, il mio parabatai. Jesse, lui è Chicco, il mio amico del laghetto. Se vuoi puoi avvicinarti per accarezzargli la testolina, nessuno l'hai mai fatto ancora! E forse c'era un motivo, no?




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    Jesse Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Le ragioni per cui Jesse aveva scelto Erik come suo parabatai e non quella primadonna di Blake era infinite, ma erano riassumibili in due concetti: erano parigrado e complementari.
    Entrambi avevano finito per molte ragioni col tenersi alla larga dal lago e dagli esterni, ma in maniere diverse si erano poi man mano riapprocciati allo stesso, con un Jesse che si era avvicinato ai luoghi cui era affezionato più o meno come Bambi rientrava nel bosco ed Erik che "uh farfalla!" ed era finito al lago a farsi amici alquanto particolari, a cui confronto l'andare a letto con Joshua era niente.
    Ma questo, Jesse, neanche lo pensò: era con Erik e tanto bastava.
    Entrambi si erano approcciati all'esterno anche per dare spazio ai propri famigli: Jesse prediligeva la radura per Dean,ma anche per il clima più controllato; Erik, per inverso, preferiva un luogo più selvaggio, ma più controllabile terrorizzato all'idea di perdere Coccolo "Secondo me ti preoccupi troppo per Coccolo: come fa ad allontanarsi troppo da te? Sei fantastico e sei il suo padrone: pure io fossi un furetto vorrei essere il tuo famiglio!" propose lui, inclinando lievemente di lato la testa "E poi alla radura potrebbe farsi tanti amichetti nuovi" magari non intenzionati a portarlo giù, in fondo al mar, come un Sebastian qualsiasi, tra l'altro.
    Parlando di aspiranti iceberg del Titanic, i due parabatai si portarono in riva al lago e fu lì che iniziò il trash "Urlare? Ma sei sic..." beh, Erik era molto convinto in vero e Jesse dovette togliersi le mani dalle tasche, imprecare mentalmente contro la propria lentezza, disporre le mani attorno la bocca a mo' di megafono e quindi urlare a squarciagola con un istante di ritardo "CHIIIIICCCO!!!"
    Dunque eccoli lì, due prefetti a perdere la propria dignità residua e svegliare probabilmente anche i diavoli all'inferno col loro strillare 'Dean avrà sentito?' Jesse si guardò attorno, quasi colpevole, incassando il collo, e quasi si perse il momento alla Pollon di Erik, che rimpiazzava la polvere magica con le molliche di pane.
    "Uh, fico, ha una formula magica di invocazione? Che poteri speciali sblocca?" chiese lui, inclinando la testa, talmente confuso da credere di essere in un J-RPG, spostando poi lo sguardo sull'acqua, accigliandosi alla vista delle bolle, che il giovane associava a Chicco 'Here we go...' si disse lui, vedendo poi emergere in tutto il suo splendore l'avvincino con cui il suo amico aveva legato.
    "Yo, Chicco!" salutò lui alzando la mano, ricambiando poco convinto lo sguardo non proprio gentile della creatura, il quale però pareva seriamente interessato ai due e al loro cibo, tanto che lui, un poco, si chinò per osservarlo da leggermente più vicino, aggrottando la fronte al suo verso.
    "Dici?" il verso non aveva esattamente ispirato fiducia nell'opalino, ma era Erik l'esperto di creature feroci, sicché lui volse lo sguardo all'amico e quindi si protese ancora in avanti, tentando anche di allungare poco convintamente la mano 'Mh... siamo sicuri?' non era nella sua natura non dare ascolto ai suoi amici, a non fidarsi di loro, eppure era passato il tempo in cui ubbidiva ciecamente a qualsiasi richiesta e quindi eccolo lì ad interrogarsi e cercare dentro di sé una risposta, che alla fine trovò.
    "Sì, ecco, forse no..." Jesse rallentò il suo avvicinamento ed osservò la reazione di Chicco, avendo l'impressione che si fosse lievemente più immerso, gesto che lui lesse come di difesa, al che tornò in piedi, con tanto di mani in tasca "Nel senso... è un animale selvatico... ha il suo tempo, il suo modo... prima dovremmo fare amicizia e poi potrei permettermi di toccarlo ecco... e poi sei tu il suo amichetto, io sono solo l'amico dell'amichetto... è giusto che sia tu il primo a carezzarlo ecco" propose lui, evidentemente intenzionato a suicidare l'amico.
    Sorrise ad Erik e lo osservò lanciare molliche di pane, annuendo col capo "Comunque sei incredibile, Erik... solo tu potresti fare amicizia con un avvincino. Sei unico" propose lui, facendo spallucce e mostrando uno sguardo fiero all'amico, orgoglioso di chi si era legato a lui.
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    Erik Foster | Ametrin | II anno
    Forse Erik non si sarebbe preoccupato poi così tanto se il suo animale domestico fosse stato un piccolo Jesse selvatico. Il suo parabatai non perdeva mai occasione per manifestare il suo affetto, sottolineando ogni volta come fosse lieto del loro rapporto e quanto avrebbe sofferto una possibile lontananza dal giovane ametrino.
    L'affetto, inutile dirlo, era ricambiato pienamente. Infatti, se Jesse fosse il suo animale domestico, Erik lo avrebbe comunque riempito di attenzioni perché quando teneva a qualcuno non poteva far a meno di farsi in quattro per lui, rivelando in un certo senso anche la paura di perdere le persone a cui voleva bene.
    Jesse, sei tenerissimo, ma se Coccolo si fosse stancato di me? Poi, anche se così non fosse, non ha un ottimo senso dell'orientamento. Beh, in questo creatura e padrone erano simili. Se non altro il piccolo furetto era comunque più addomesticato di Chicco, il quale con un ghigno malefico osservava con uno sguardo truce i due giovani. Ma fa così solo perché ha fame! Si disse lui, mostrando un sorriso a trentadue denti nel sentir Jesse far domande sulla formula magica. Uh, beh, oh! Tutto chiaro, no? Insomma, è una formula che serve per evocarlo, ma non sempre funziona. Se vuoi un risultato ottimale è necessario gettare nell'acqua un po' di pane. ASPETTA! Quindi si tratta di un rito, non di una formula, giusto? No, Erik, si chiamava semplicemente fame.
    Terminate le presentazioni si poteva cominciare ad essere amici e quale modo migliore di stringere un rapporto se non con una dolce carezza? Erik non si era mai azzardato a farlo per il semplice fatto che la piccola creatura era bagnata e si trovavano in pieno inverno. Se lo accarezzo mi ghiaccio la mano! Anche se a dir il vero il freddo era l'ultimo dei problemi.
    Allora credo che lo abbracceremo in primavera. Ora se mi bagno mi prendo un raffreddore e non voglio ammalarmi, poi come faccio ad abbracciare te? E nel dirlo allungò le braccia in direzione dell'amico. Sai che ti voglio bene e condividerei tutto con te, ma i germi li tengo per me. Non voglio farti stare a letto. Storse un attimo le labbra e poi piegò le gambe vicino la sponda. Chicco, riuscirai ad aspettare un po' di mesi? Nel dirlo gettò nell'acqua altre briciole di pane e la creatura le divorò.
    Subito dopo si rialzò in piedi e avanzò in direzione del suo parabatai. Non sono io ad essere incredibile, ma tu, Coccolo e Chicco! Mi state sempre vicino e sono felice che la mia presenza non vi infastidisce. Il tono era tranquillo e solare come suo solito, dopodiché allungò la sacca piena di briciole all'amico. Forse non è ancora giunto il momento per Chicco, ma perché non provi a dar a mangiare a Coccolo? Lui è molto affettuoso! Questa volta non sbagliava, infatti il piccolo roditore osservava il sacchetto quasi come fosse il paradiso e quando era fuori dall'Accademia aveva sempre voglia di correre, far feste e trovar un modo per placare la sua iperattività.




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    Jesse Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Ad unire Jesse ed Erik vi era anche il fatto di essere entrambi inclini alle paranoie, per quanto riconoscessero come tali solo quelle dell'altro (e manco sempre) "Ma figurati se si può stancare di te!" affermò lui alzando entrambe le sopracciglia. Jesse ne fece un discorso affettivo, lo stesso che lo spingeva a definire Blake un figo, ma la base oggettiva comunque sussusteva: Erik stava ingozzando di cibo un avvincino, era immaginabile quanto fosse solerte nel nutrire il suo furetto, determinando il fato che nessuno matto completo si sarebbe mai separato da lui. Restava però il problema di sapersi orientare come Ryoga, aspetto che in effetti spinse l'aspirante marine a storcere la bocca "Però sì, i furetti sono veloci e se perde la strada è un casino..." rifletté lui, carezzandosi una guancia distrattamente, salvò poi avere un lampo di genio "ANDIAMOCI INSIEME!" strano come tutto con Jesse si riducesse sempre a "fallo con me" vero? "Nel senso... Roger è tranquillo, non si muove troppo, quindi se vengo con te in due possiamo controllarlo direi, no? Poi io vado spesso alla Radura, la conosco abbastanza bene, è difficile che possa infilarsi in posti che io non conosca!"
    Il piano aveva evidente falle, rientranti nel fatto che si trattasse di tre cretini (un furetto e due parabatai), ma in fondo quei due insieme erano sempre stati in grado di grandi cose, no? Come inventare formule per evocare avvincini (chi non ne avrebbe voluta inventare una!) "Uh, beh, è una formula comunque... però sì, è una formula di un rito, ecco, sì, direi..." propose lui ponendosi un dito sul labbro ed osservando curiosamente l'avvincino di Erik, poco sicuro del fatto che fosse innocuo, per quanto fosse innegabile che agisse in maniera dissimile dallo standard della specie 'Forse hanno davvero un legame speciale loro due...'
    Sì Jesse, e si chiama "Mi dai l'antipasto di briciole in attesa che ti mangi"!
    Chicco parve infatti molto interessato quando vide Jesse protendersi, ma nella testa sua bacata non fu una mossa opportuna, così come anche Erik si salvò per altre motivazioni farlocche, concernenti, nel suo caso, il patire il freddo "Uh, vero, dimenticavo il freddo!" esclamò lui, sgranando un poco gli occhi quando l'altro allungò le braccia, aprendosi poi in un delicato sorriso "A me vanno bene anche i germi, se sono tuoi" affermò lui avanzando e tentando di cingere davvero l'amico, arrivando anche a posare il mento sulla sua spalla sinistra, nel mentre una parte di lui registrava il fatto che il ragazzo avesse detto che non voleva che lui stesse a letto 'In tutti i sensi...' pigolò nella sua mente, pur sapendo come non fosse di fatto così e sentendosi un po' in colpa 'Ora che Joshua è andato... almeno questo è risolto' ma la cosa, in vero, non lo faceva star meglio, per quanto gli permettesse, almeno, di metterci una pezza sopra al rapporto con Erik e poter godere almeno di lui a pieno 'E questo comunque non ha prezzo'
    Chicco avrebbe potuto abbracciare il suo amico in primavera (magari come pranzo pasquale) e certamente nessuno di loro era infastidito dalla presenza di Erik, come già ampiamente ribaditi "E' reciproco no? Anche tu stai vicino a noi" propose lui facendo spallucce ed aggrottando a fronte quando il ragazzo gli propose di dar da mangiare a coccolo.
    "Sicuro? E se poi mi vede e scappa via?" propose lui, accettando comunque il sacchetto di briciole e mettendosi poco convintamente seduto a terra a gambe incrociate.
    Fece un check ascelle per controllare di non puzzare troppo, quindi lanciò un altro sguardo un po' apprensivo al suo parabatai, affondando infine la mano nel sacchetto "Coccolooooo, vieni per la pappa!" propose lui, manco stesse parlando di un bambino.
    Un altro sguardo ad Erik, quindi estrasse la mano, col palmo rivolto all'alto, esponendo una montagnetta di briciole, attendendo Coccolo "Se scappa... sì ecco, muoverò mari e monti per trovarlo, dovessi anche chiamare i colleghi di mio padre" che certamente, da babbani, sarebbero stati ben accolti a Denrise e quindi ad Hidenstone! "Sì ecco... lo ritroverò!" concluse lui, deglutendo e tradendo sia con la voce, sia con la postura rigida quanto fosse in quel momento nervoso.
    RevelioGDR
     
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4 replies since 3/2/2020, 22:23   82 views
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