Ops, I need a pill

domenica 8 dicembre

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    Black Opal
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    Elisabeth Lynch
    Prefetto | Black Opal | II anno
    Bath si era dimostrata la giusta chiave di lettura per la vita di Elisabeth. La ragazzina aveva certo nutrito grandi speranze che quei due giorni potessero aiutarla a sbrogliare la matassa che aveva nel cuore, solo che... quel fine settimana era andato oltre le sue aspettative.
    Non solo per le numerose bancarelle che avevano visitato una per una, i regali, le luci, le risate, il buon cibo, il bellissimo resort di Bob -il fratello di Dafne- ma anche, e soprattutto, per quello che era successo nella casetta. Elisabeth Lynch aveva scelto di donarsi a Josh in una cornice incantata, con ciò che provava che avevo messo a tacere la sua razionalità, portandoli a compiere un'azione sconsiderata: sesso non protetto. E non una sola volta. I due giovani ragazzi -uno più confuso, l'altra con le idee finalmente chiare- si erano lasciati travolgere della passione anche quella mattina, con il solo intento di mettere a tacere una sete che -almeno per lei- sembrava non svanire mai. Voleva viversi fino all'ultimo istante con l'ametrino, consapevole che quando quella passaporta si sarebbe riattivata riportandoli a Denrise il peso dei loro gesti e delle loro parole non potevano più essere messi da parte. La Prefetta decise, pertanto, di partire da qualcosa di decisamente impellente: Skyler Mave e la sua conoscenza in ginecologia. Aveva sorriso un ultima volta a Josh, che aveva mantenuto quella promessa fatta la notte prima di accompagnarla fino alla porta dell'infermeria, non sapendo se spingersi a cercare per un'ultima volta le sue labbra o lasciare che fossero solo i suoi occhi cerulei a parlare per lei, così come avevano fatto le loro mani che si erano sfiorate impercettibilmente quando avevano fatto ritorno in Accademia. Jesse probabilmente sarà qui, non farlo. Una vocina coscienziosa, stranamente empatica per i suoi livelli, aveva lanciato quell'allarme rosso facendogli provare per un attimo la sensazione di odio e fastidio che avrebbe potuto provare nel vedere quelle labbra -che non erano sue- sigillate da un bacio. Si sarebbe sporta, cercando la sua guancia, per lasciare che le labbra premessero leggere. Grazie. E quel grazie era per ogni singola cosa che avevano fatto, per il suo essere aperto alla sua pazzia, alla sincerità che le aveva donato e a quell'affetto -non voleva arrischiare a chiamarlo in altro modo- che lui le aveva donato. Gli avrebbe sorriso, mentre la nocche della sua mano sinistra -lì dove brillava un piccolo e delicato anellino con il fiore di girasole che aveva alla fine comprato quel pomeriggio per avere un ricordo da portare sempre con sé di quel weekend- andarono a scontrarsi contro il pesante battente dell'infermeria. Guai a te se sparisci, Ben. E poi sarebbe scivolata all'interno dell'infermeria solo quando avrebbe udito la voce di Mave raggiungerla.
    Il weekend è finito, ma spero che noi... no.

    Oh, ehm... salve. Salutò la Lynch con le informazioni pronte a cambiare i ricordi che aveva di quella stanza. L'infermiere doveva aver avuto del tempo nel rimodernarla, aggiungendo dettagli a quell'enorme sala cui era riuscita a scampare la notte di Halloween solo perché era finita dritta al San Mungo. Era nervosa e lo si poteva vedere da quelle mani che torturava, facendo rigirare l'anello lungo il dito medio sinistro, mentre i vestiti alla babbana -cappotto, jeans scuro e anfibi- davano l'impressione giusta che la ragazzina fosse appena rientrata ad Hidenstone. Ecco, sì, mi chiedevo se potesse aiutarmi, ecco. Miseriaccia, era davvero un fascio di nervi. Aveva ancora lo zaino sulle spalle che le pesava, ma che al momento era nulla in confronto al disagio che stava provando di fronte all'infermiere. Era perfino andata perduta la sua dialettica, finendo con l'essere ripetitiva e cacofonica. Ci stava mettendo tanto e non voleva che l'uomo si preoccupasse pensando a chissà quale diavoleria legata a Naga Berteg e il suo ritorno. Era difficile! Però è stato facile aprire le gambe! E questa da dove l'era uscita? Sorpresa persino di se stessa, la ragazza finalmente ebbe il coraggio di levare lo sguardo su Skyler e sputare -letteralmente attaccate, come il buon Freddie insegna- quale fosse il vero problema. Ho-fatto-sesso-non-protetto! Il groppone se l'era tolto ma non la preoccupazione che solo ora sembrava davvero fotterla, più di quanto già non fosse. Si può fare qualcosa, vero?
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    Skyler Mave
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    “SevenUp, SevenUp, SevenUp dove sei? Qui c’è il tuo pranzo, dai, vieni a mangiare, daiii!”
    Ecco la canzoncina che, sulle note di Jingle Bells, Skyler stava cantando mentre, nel suo ufficio piccolo ma accogliente, stava sfamando (o almeno, cercando di sfamare) un gatto che in quel momento aveva solo una gran voglia di dormire.
    “Oh, ma dai - dormi sempre! Possibile che non ti vada neanche di mangiare? Non è che stai male? ‘tacci tua, SevenUp - Golden Nugget e Caramac erano molto più attivi di te!”
    Effettivamente, il suo attuale gatto stava toccando livelli di pigrizia che l’infermiere non aveva mai visto prima: non che come animale domestico dell’infermiere ci fosse poi molto da fare, ma il giovane si aspettava che almeno ogni tanto volesse interagire in modi diversi che non fossero le solite coccole a letto.
    'Sto parlando troppo col mio gatto - ha ragione Markab, dovrei scopare di più!'
    Sentì una voce provenire dall’Infermeria,e si precipitò fuori, sperando che nessuno avesse udito il suo piccolo universo disagiato.
    “Ehi, ciao - scusa ma… ero al telefono” - ok, balla colossale, ma in qualche modo avrebbe dovuto giustificare le voci provenienti dal suo ufficio, no?
    “Comunque, prego, accomodati - Elizabeth, giusto?” disse, mentre le avvicinava una sedia comoda con la bacchetta “Sei una delle ragazze rapite… tutto bene? Ansia? Attacchi di panico? Insonnia? Nomina qualcosa, e probabilmente l’ho già vista, in questo periodo!”
    Il tono di Skyler era affabile, accompagnato da un sorriso accogliente; dalla fatidica notte, cercava di mettere tutti gli studenti a proprio agio, conscio che quel periodo non era stato facile per nessuno, a maggior ragione per una ragazza rapita.
    “Ho-fatto-sesso-non-protetto!”
    ‘Markab ed io saremmo fieri di te, ragazza - ma porca troia, senza preservativo no! Una milf teenager in Accademia basta e avanza pure, per almeno 10 generazioni!’
    Guardò la ragazza un secondo, cercando di assumere l’Espressione-Meno-Giudicante-Nella-Storia-Delle-Espressioni, prima di rassicurarla.
    “Ok, ti va di andare in un posto con un po’ più di privacy? Tipo il mio ufficio?”
    Se la ragazza avesse accettato, l’avrebbe guidata nella stanza dalla quale era appena uscito, dopo averla aiutata a portare lì i suoi effetti personali, in modo tale da continuare con più calma la conversazione.
    “Sì, si può fare ancora qualcosa - quanto tempo fa è successo? Sei preoccupata per un eventuale gravidanza o anche per qualche infezione possibile? Non è per metterti ansia, ma sono domande di rito - sai com’è, se le conosci le eviti e stronz… ehm, cose simili… e mi sono anche utili per capire quali sono i passi migliori da fare… ti va un té?”
    Avrebbe messo su un té, se la ragazza avesse voluto, prima di porgerle una selezione di infusi diversi da cui lei potesse scegliere la più gradita. Forse in quel modo si sarebbe sciolta, e avrebbe spiegato per bene la situazione e le sue necessità.
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    Elisabeth Lynch
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    Skyler Mave era una persona alquanto curiosa, con una personalità che sembrava cozzare con la professione che svolgeva, eppure la Lynch aveva sempre avuto un'altissima opinione dell'infermiere dell'accademia, soprattutto quando l'altro era riuscito a sopravvivere a diverse Blakeate. Avrebbe potuto di certo andare in un consultorio o nell'ospedale babbano di Bath, ma la ragazzina che non sapeva nulla di come funzionasse il corpo dei maghi e le relative differenze con i Babbani -se mai fossero esistite- aveva preferito andare sul sicuro e aspettare di rientrare ad Hidenstone prima di trovare un rimedio a quanto sarebbe potuto accadere. Non voleva di certo metter su un nido nella stanza che condivideva con Jessica. Era nervosa, mentre il giovane mago si affacciò da quello che doveva essere il suo ufficio, scusandosi con lei che al momento era troppo impegnata a cercare le parole giuste da dire per specificare il motivo per cui era lì, piuttosto che prestare attenzione ad eventuali stranezze. Sì... Le dava fastidio essere etichettata come una delle rapite, ma di fatto era quello il motivo per cui la maggior parte delle persone la conoscesse lì. Scosse però il capo alle successive domande legate tutte a cose che aveva sì provato, ma che non erano il fulcro del problema. Oh, beh, sì... ma non nell'ultimissimo periodo! Lo pensò solamente, mentre cercava di racimolare briciole di forza per lasciar andare quella scomoda verità: era stata un'incosciente ad aver fatto sesso non protetto e per quanto Mave fosse stato professionale, le era sembrato di veder un'espressione di disappunto sul suo volto, ma non avrebbe mai potuto giurare di averla vista davvero, anche perché più che giudizio ritrovò un blando tentativo di rassicurarla. O-okay. Lo seguì, salendo quelle piccole scale di pietra, entrando in quello che era a tutti gli effetti un piccolo studiolo, lasciando che lo zaino venisse posato ai piedi del piccolo divanetto bianco, andandosi però a sedere ad una delle poltroncine che accompagnavano la sua scrivania, chiedendogli, di fatto, se si potesse porre rimedio. Avrebbe voluto volentieri sprofondare in quella poltrona, lasciarsi inghiottire per non dover rispondere a tutte quelle domande che le vennero fatte. No, grazie. Dubitava che dell'acqua calda riuscisse a rimanere nel fondo del suo stomaco per quanto era nervosa. Quello che davvero voleva era che quella tortura finisse al più presto e per farlo non le serviva altro che iniziare a rispondere alla prima delle domande. Allora, ehm... se consideriamo la prima... ieri sera, però sì... ecco... poi anche dopo... e stamattina? Insomma devo contare anche le volte? Stava davvero facendo la figura della polla e si odiava per quello, perché lei, solitamente, era una iper-responsabile. Il fatto è che... visto che avevamo già rischiato... beh, ecco... la prossima volta mille preservativi -a proposito, quali altri metodi contraccettivi posso usare?- però... ecco... sì, cioè, no, non credo di aver paura per... infezioni? Sull'ultima parola il tono le uscì un po' più acuto del previsto. Josh era stato chiaro nel dire che quelle con lei erano state le prime volte che aveva fatto sesso senza guanto, ma ecco, per quanto si fidava di lui, visto che c'era, era sempre meglio accertarsi che lì fosse tutto okay, no? E poi... un bambino ora proprio no. Era quello il vero motivo per cui era andato da Mave. Mettere al mondo un figlio non solo era lontanissimo dai suoi piani, dato che si considerava ancora troppo piccola per mettere al mondo una creatura, ma soprattutto, con tutto quel caos in cui era avvolta la sua vita, ecco... era meglio evitare. Non so se può essere utile, ma... sono puntuale come un orologio svizzero... anche, quando... Dovette fermarsi per un attimo, per non venire assalita dai ricordi di quel mese passato in una caverna umida, nuda, appesa come un salame e circondata da sangue ed urina. Anche quando ero... con le altre... e poi... tra due giorni dovrebbe arrivare, ecco... Era probabile che la sua pelle piuttosto chiara si fosse colorata in varie sfumature di bordeaux, quando aveva parlato, ma aveva ben compreso che quando si trattava del proprio corpo e della medicina era sempre meglio essere sinceri, anche quando la cosa poteva risultare, come dire, scomoda.
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    Skyler Mave
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    “Oh, ok - niente tè, allora!” rispose Skyler al rifiuto della ragazza, in maniera gentile: era una delle prime volte che si trovava a fronteggiare una situazione simile (non era stato presente al momento del parto di Jessica, e farle dell’educazione sessuale sarebbe stato ormai un placebo tardivo, una volta che Alex era nato). Spense il bollitore con un gesto noncurante della bacchetta.
    “Ehm - beh, diciamo che più volte fanno aumentare il rischio - ma se è una cosa delle ultime 72 ore, ecco… possiamo intervenire senza troppi problemi. Ma… non è solo quella la questione... cioè, bisogna stare attenti a queste cose - e non dico di non divertirsi, ma di divertirsi con un po' di coscienza.”
    'Oddio - ecco che ritorna Sky il perbenista. Markab mi sfotterebbe come sempre, ma... davvero a questa età eravamo così coglioni? Cioè - più di ora sicuro... ma così?'
    Rimase interdetto dalle domande della ragazza sui metodi contraccettivi disponibili: non era propriamente il suo cavallo di battaglia, ecco. In fondo, non si era mai posto quel problema: si era sempre messo un preservativo e via, a partire dalla sua prima volta… quanti anni aveva? Forse sedici? Beh, diciamo che nel tempo si era divertito bellamente, quindi la prima volta ormai era un ricordo fumoso e distante.
    “Allora - tra tutti i metodi, il preservativo è quello migliore: insomma, protegge da gravidanze indesiderate e dalle IST - Infezioni Sessualmente Trasmesse. Per prevenire la gravidanza, puoi usare anche un contraccettivo come (estrogeni e progestinici), ma va assunta ogni giorno… ma non protegge dalle IST. Certo, poi ci sono altri metodi in voga tra i Babbani, ma questi sono i principali. I metodi naturali (conteggio del giorno dall’ultima mestruazione e altri) sinceramente sono molto molto meno sicuri - e i Babbani li usano per ricercare le gravidanze... ma scusa, nessuno ve ne ha mai parlato?”
    Sapeva che il mondo magico era più restio a parlare di certi argomenti, ma non immaginava così tanto; si rese conto che era stato fortunato ad avere il Nonno, che intorno ai 15 anni gli aveva regalato di nascosto un pacco di preservativi, non senza un po’ di imbarazzo da parte sua. Ricordava che quel pacco era stato terminato ben prima della data di scadenza.
    “Quindi… mi pare di capire che il rapporto non protetto a rischio di gravidanza sia alquanto recente? Perché se è così posso darti una pillola del giorno dopo…”
    Era sempre meglio chiedere due volte una domanda come quella, piuttosto che intervenire a caso e rischiare comunque una gravidanza.
    “Beh… per quanto riguarda le Infezioni Sessualmente Trasmesse… ce ne sono parecchie, almeno nel mondo Babbano. Nel mondo magico potrebbero essercene altre, ma dubito sia questo il caso - comunque, hai qualche sintomo? Che ne so - brucia quando fai pipì? Perché se sì…”
    ‘Non dire che devi darci un’occhiata - sembra che vuoi approfittare della situazione… e poi, preferirei vedere vagine senza IST, grazie mille.’
    “Forse sarebbe il caso di approfondire…”
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    Elisabeth Lynch
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    Al suo rifiuto il bollitore messo su dall'infermiere venno messo prontamente a tacere con un colpo di bacchetta. Ma se lei lo voleva avrebbe potuto tranquillamente preparare una tazza! Andiamo, davvero stava tergiversando ancora con il bell'infermiere? Non è che le cose sarebbero cambiate con una tazza bollente tra le mani, però magari la sua voglia di qualche infuso era stata accantonata solo per non sembrare scortese ai suoi occhi. Che poi... Elisabeth si fidava di Mave, ma vedere le sue reazioni man mano che raccontava quelle ore che aveva vissuto con Joshua fu paragonabile ad uno schiaffo in pieno viso. L'idillio che aveva vissuto a Bath stava pian piano scomparendo sotto i colpi di spugna dell'irresponsabilità che l'aveva guidata. Già alle prime domande dell'infermiere la ragazza aveva rivelato come entrambi fossero stati stolti, ma in particolar modo lei che aveva spento sul nascere la lucidità del ragazzo nel proteggersi da eventuali gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili.
    Ecco, non si sarebbe mai pentita di aver donato sé stessa ad Evans ma se avesse avuto la possibilità di tornare indietro nel tempo il cappuccio l'avrebbe fatto indossare.
    Ehm, parliamo delle ultime... venti ore? Credeva che fosse stato chiaro il riferimento alla sera precedente e alla mattina stessa di quel giorno, però era meglio sottolinearlo per evitare qualsiasi dubbio. Era completamente a fuoco quel viso da furetto che si ritrovava, lasciando trasparire quanto incomoda e bollente stesse divenendo la seduta su cui il suo corpo era stato lasciato a morire. Infezioni Sessualmente Trasmesse... sarò mai così sfigata? La domanda frapposta nel suo sproloquio venne però registrata da Skyler che avvisò come altri metodi contraccettivi erano, come suggeriva il nome, una protezione solo da gravidanze indesiderate e non da malattie sessualmente trasmissibili. Magari, forse, un domani avrebbe virato su quei metodi quando avrebbe avuto un partner stabile e che non inzuppasse il biscotto altrove, ma con la situazione che ora la vedeva protagonista era meglio non rischiare più di quanto avesse già fatto. Senza dimenticare l’eventualità che non sapeva -lo sperava, certo- se ci sarebbero stati altri round con Evans visto che tempo era stato chiesto, anche se non sapeva per certo se anche quello sarebbe entrato nel pacchetto.
    Se intende qui, a scuola, no. Nessuno ci ha ancora fatto lezione sul sesso. Infatti, per quanto la comunità magica fosse molto più aperta su alcune visioni del mondo rispetto a quella babbana sembrava che il tabù della sessualità e tutto ciò che ne derivasse fosse ancora avvolto in una bolla smerigliata. Sapevo dei preservativi, di come si usassero e a cosa servissero... mia madre è stata piuttosto pedante nel ricordarmelo sin dal mio primo ciclo mestruale... e anche B-... il ragazzo con cui sono stata aveva suggerito di usarli... Come al solito la Lynch aveva finito con il dire la verità dei fatti all'infermiere assumendo di fatto l'intera responsabilità della cosa, perché era quello che alla fine era successo. So perfettamente di essere stata una grandissima stupida ed è per questo che sono venuta da lei. Le iridi cerulee si sarebbero piantate in quelle più scure dell'ex Ametrino, che l'avrebbe trovata decisamente più ferma e meno balbettante rispetto a quel momento. Esatto... tutto è avvenuto nelle ultime ore... Avrebbe preso un profondo respiro, lasciando che il peso dell'ansia venisse scacciato da quelle spalle magroline e rigide. Quali saranno i suoi effetti collaterali? Una domanda più che lecita la sua visto che il suo corpo, negli ultimi tempi, era stato già messo a dura prova. Scosse duramente il capo, dato che tutti i sintomi che aveva elencato non li avesse ancora provati -certo, dopo i primi rapporti avvertiva ancora un fastidio per l'imene che era stato rotto bellamente da Josh- ma visto che era lì, forse avrebbe fatto meglio a farsi dare una controllata? Forse era meglio lasciare tutto nelle mani dell'uomo che aveva di fronte. Nulla di tutto questo... potrebbero forse presentarsi nelle prossime ore? Ingoiò l'eccesso di saliva che le si era formato in gola, spostando questa volta lo sguardo sugli oggetti che erano sparsi sulla superficie della sua scrivania. Crede che sia più opportuno che... beh, controlli che lì sia tutto okay? Si sentiva fortemente a disagio davanti all'idea che l'altro avrebbe potuto avere accesso al centro della sessualità, ma se quello significava aver il minor numero di paranoie possibile avrebbe senza dubbio approfittato della cosa. Mi dica lei cosa è più giusto fare! Chiosò, con un altro pensiero decisamente più nitido, oltre che scurrile, nella sua mente. Comodo così, prima fai le cose e poi vuoi metterci una pezza. Sei proprio una grandissima testa di cazzo!
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    Skyler Mave
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    “Ma se lei lo voleva avrebbe potuto tranquillamente preparare una tazza!”
    Sorrise alla ragazza, cercando di tranquillizzarla un poco.
    “Non ti preoccupare per me - concentriamoci su di te, ora. Raccontami un po’, dai… e, ti prego, dammi anche del tu - il lei mi fa sentire vecchio.”
    Cercò di ascoltare il resoconto della ragazza senza lasciar trasparire emozioni o giudizi, nonostante si sentisse ancora inesperto in quel campo. Tuttavia, doveva essere il più professionale possibile per il bene della sua giovane paziente.
    “Venti ore, eh? Sì, avevo intuito che fosse successo di recente, però meglio essere tranquilli. La pillola del giorno dopo allora fa a caso tuo.”: richiamò una compressa con la bacchetta, mettendola sulla scrivania di fronte alla ragazza. Elisabeth avrebbe potuto prenderla davanti a Skyler o più tardi, a seconda di come si sentisse più a suo agio nell’assunzione.
    “Eh, hai ragione - purtroppo il mondo magico è molto indietro, sull’argomento sesso. Forse sarebbe il caso di proporre alla Preside un mini-corso… vedremo.”
    Ascoltò le parole della Black Opal, che terminarono in una piccola autocommiserazione sul fatto di essere stata una stupida. Skyler sorrise dolcemente per rincuorarla.
    “Ascolta: qui nessuno ti giudica. E durante l’adolescenza - e spesso anche dopo - è normale fare cose stupide. L’importante è cercare di rimediare e non ripetere l’errore, no? Altrimenti lì non si è più stupidi… ma direttamente coglion… ehm, incoscienti.” Avrebbe voluto porle una mano sulla spalla, ma si limitò a rispondere alle sue domande; non voleva passare il sottile confine tra caregiver e amico.
    “Effetti collaterali… sì, ecco - i più comuni sono acne, mal di testa, nausea e in generale debolezza. Raramente si ha anche vomito - se per caso rimettessi entro due ore dall’assunzione orale della pillola, torna qui… dovrai prenderne una seconda, in quel caso. Poi…” cercò di avere la voce più ferma e serena possibile, in modo che la ragazza non si allarmasse “il successivo flusso mestruale potrebbe essere più abbondante, o potresti avere un anticipo, diciamo, sulla tabella di marcia… comunque io sono qui, se pensi di aver bisogno. Altri effetti collaterali sono legati ad un uso - per così dire - cronico della pillola… ma non è questo il nostro caso.”
    “Nulla di tutto questo... potrebbero forse presentarsi nelle prossime ore?”
    “Se stai parlando delle Infezioni Sessualmente Trasmesse, è raro che si manifestino immediatamente dopo il rapporto… hanno un certo periodo di incubazione, per cui se anche controllassi ora è improbabile che ci sia qualcosa.”
    Cercò come al solito di mettere il più possibile a suo agio la studentessa, che in quel momento probabilmente era partita sulla strana della colpevolezza e dell’ansia spinta.
    “Dubito che tu abbia contratto una IST come l’HIV o la sifilide, soprattutto se il tuo compagno era alla sua prima esperienza… ma per quello facciamo un piccolo test ora, con un prelievo di sangue, e lo ripetiamo tra tre e quindi sei mesi, se ti va. Ovviamente tutto questo per stare più tranquilli possibile - il rischio è basso, anche se presente. Per quanto riguarda le altre” osservò la ragazza in maniera serena, per aiutarla in quel momento non troppo facile “ti suggerisco di stare più attenta in questi prossimi giorni al tuo corpo. Se noti qualche strano “brufoletto” a livello delle parti intime, o se brucia un po’ quando fai pipì, vieni pure qui e ti visito. Al momento non avevi notato nulla di strano, giusto?”
    "Parlato"- 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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