Colloquio Fratelli, Professori!

Aaron&Eva

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    San Mungo
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    Aaron Barnes ( ) - Stat. - Medimago- 26 anni - Ex Corvonero
    «Per tutte quelle sere in cui ti ho persa e neanche so il perchè»
    Che dire, dopo quel 31 ottobre era tutto cambiato. La sua concezione del fratello era cambiata. Avere Liltih quei giorni a casa lo aveva reso più forte e debole allo stesso tempo. Quella ragazza aveva un volto spento, non era la stessa ragazzina di quanto l'aveva incontrata, aveva quasi paura di lui e dei suoi movimenti seppur sapeva che non c'era nessun pericolo. Per quei giorni aveva deciso di tornare prima a casa, e stare con lei anche solo davanti alla televisione a passarle i fazzoletti. Aaron non era uno che faceva troppe domande ne tanto meno gli piaceva parlare, quindi, effettivamente, era la compagnia migliore per Lilith. Ma oramai era passato già un pò di tempo da quel giorno ed adesso doveva cominciare a pensare anche a suo fratello. Il suo modo sfrontato e la sua scondideratezza di andare contro una persona così al di sopra delle sue possibilità lo aveva terrorizzato. Lo aveva terrorizzato come mai era successo! Ok le risse, ok i cazzotti e gli attacchi d'ira, ma li sarebbe potuto morire.Morire per sempre. Aveva avuto paura di perderlo per sempre, come aveva avuto paura di lasciarlo da solo. Aveva fatto varievisite al San Mungo per il suo braccio e solamente adesso, fine novembre appena inizio dicembre, il braccio sembrava essere quasi totalmente guarito. Finalmente riusciva a prendere la sua matita in mano e ricominciare a disegnare. Aveva seriamente temuto di non riuscirci mai più. Sentiva Blake regolarmente per lettera e messaggio, sapeva che la storia del sequestro della bacchetta non gli era piaciuto per niente, ma doveva farlo. Anzi, doveva capire che questa volta lui non stava scherzando. Talmente che non stava scherzando che decise di andare in accademia per parlare con la professoressa di incantesimi. Perchè proprio con lei? Beh, semplicissimo, perchè Blake gli aveva raccontato della sua esperienza con la professoressa in questione, perchè Blake gli aveva detto che si sentiva un cretino a non esser riuscito a cucare Lilith con il Reinnerva che la professoressa Ivanova gli aveva insegnato. Sapeva benissimo che nonostante i suoi atteggiamenti, Blake sapeva farsi amare, a modo suo, ma alla fine tutti quanti si affezionavano a lui, ma... insomma aveva intenzione di parlare seriamente con la docente. Doveva capire le sue intenzioni, se aveva un "piano" per controllarlo. Aaron aveva paura di perdere suo fratello, ed era assolutamente stanco di vivere costantemente con quell'ansia addosso.

    Bussò alla porta della docente sperando che fosse presente nel suo ufficio ed attese una risposta. Se non fosse stata presente, sicuramente avrebbe aspettato il ritorno della stessa. Ma non sarebbe andato via da li fin quando non avrebbe parlato con lei, e subito ancora con la preside. Suo fratello era un testa di cazzo, era vero, ma non esisteva che nessuno li avvertisse di quelle situazioni.
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    Eva Ivanova


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    Troppe erano le cose che erano successe e lei non era sicura di quello che aveva visto e vissuto. Non era certa di tante cose, eppure cercava di rimanere stabile, non tanto per lei, ma perché non sapeva più di chi fidarsi, lì in mezzo e qualcuno doveva aver pure la testa più lucida degli altri.
    Lei aveva deciso solo una cosa: avrebbe trovato davvero chi era stato a far passare quei rapitori tra le mura dell'accademia, e avrebbe difeso i suoi studenti con i denti, pur di non far loro ancora vivere delle situazioni del genere.
    Era seduta sul divano della sua biblioteca, a leggere un libro mentre sorseggiava una tazza di té caldo.
    Cercava di liberare la mente, prima di rimettersi all'opera con le sue ricerche, eppure non riusciva a non far ritronare alla mente quelle immagini delle studentesse rinchiuse in quei cristalli.
    Era chiaro che si sentisse colpevole, ma allo stesso tempo arrabbiata per quello ch'era successo, sotto i suoi stessi occhi.
    La foto di quei ragazzi pronti a dare la loro vita per salvare le loro amiche, invece, non poteva che riempirla di gioia. Eppure, il timore che aveva provato vedendoli buttarsi così, senza alcuna protezione, nelle fauci di un mostro qual'era stata Naga, aveva fatto capire ad Eva quanto doveva lavorare con loro, su tanto altro che non fosse solo l'apprendimento degli incantesimi.
    Ogni mattina che guardava i loro volti stanchi, si chiedeva quanto tempo ci avrebbero messo a superare tutto quello che in quella foresta avevano vissuto.
    Ma il pensiero principale era a chi, di loro, aveva subito il peggio: le rapite.
    Loro erano state il pensiero primordiale di quella donna che vedeva nei visi dei suoi studenti, dei figli da accudire. Naga aveva toccato ognuno di loro, ma quelle quattro ragazzine avevano passato con lei un mese intero, senza poter nemmeno avere il modo di ribellarsi e Merlino solo, poteva sapere cosa avevano subito.
    Poi, ancora un'altra preoccupazione, era Blake Barnes. Quel ragazzino non riusciva a calibrare la sua rabbia, non riusciva a gestire le sue emozioni e, per quanto provasse a nascondersi dietro il suo bel faccino, soffriva internamente come mai aveva visto nessuno soffrire.
    Quando era arrivato nel suo ufficio, in preda a quella crisi di rabbia, chiunque si sarebbe arrabbiato e gli avrebbe intimato di uscire, di portare rispetto. Invece, lei aveva preso in mano la situazione e aveva allungato il braccio in suo aiuto.

    Mentre era intenta a far finta di occupare la mente leggendo, alla porta qualcuno bussò.
    Aggrottò la fronte, non aspettava sicuramente visite, ma questo non toglieva il fatto che il suo ufficio era aperto a chiunque studente volesse andare da lei, a qualsiasi ora, quindi non si preoccupò più di tanto.
    Si aggiustò la camicia celeste, infilata in pantaloni a sigaretta in fantasia scozzese, che finivano sopra un semplice decolté nero. Quindi infilò i piedi proprio in quel paio di scarpe, e andò alla sua scrivania, dove Dragos stava sonnecchiando tranquillo spaparanzato sulle pergamene. x
    Sorrise appena alla vista di quel gatto così spensierato, quindi accarezzandone la pancia messa in bella vista, schiuse le labbra «Avanti...» un soffio che invitava l'ospite ad entrare.
    Se lo avesse fatto, Eva si sarebbe stupita di chi avrebbe varcato la soglia «Signor Barnes, salve. A cosa devo il piacere di incontrarla?» domandò, allargando un braccio e mostrandogli l'ufficio per poi indicargli la poltrona davanti alla sua scrivania.
    Avrebbe atteso che il ragazzo si sedesse, per poi accomodarsi non alla seduta oltre la scrivania, ma a quella esattamente accanto, così da no mettere il tavolo tra loro come un colloquio esaminatore.

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    Aaron Barnes ( ) - Stat. - Medimago- 26 anni - Ex Corvonero
    «Per tutte quelle sere in cui ti ho persa e neanche so il perchè»
    Perchè era li? Era li perchè Blake aveva quasi vuotato il sacco su tutta quella vicenda ed era li perchè gli aveva detto che l'unica "stronza" che aveva fatto qualcosa di utile per la sua professoressa di incantesimi. Eva Ivanova. Cosa voleva da quella donna Aaron? Non ne aveva idea. Era la prima volta in un anno che era li Blake, che bussava alla porta di un docente. Era la metà di novembre e c'erano ancora molte cose che Aaron non capiva, prima tra tutte perchè mai nessuno li aveva avvertiti! Lui era il tutore legale di Blake, Blake era ancora minorenne, e se fosse morto? Cosa gli avrebero detto? Quella notte si trovava li quasi per sbaglio, era con le sue amiche, non aveva nessuna intenzione di ritrovarsi in un conflitto armato eppure.. eppure aveva visto suo fratello completamente fuori controllo, Lilith crollargli addosso e non parlare più e dei professori attenti solamente a non voler dire niente per l'immagine dell'accademia. Blake aveva detto che non erano tutti così e che... strano ma vero, Eva era una persona di cui si fidava. Una donna. Aaron quasi non ci voleva credere, ma quando sentì la voce dire un gentile "avanti" e quando se la ritrovò di fronte, quasi voleva morire. Era bella? Si, era bellissima, era gentile... e somigliava fottutamente a loro madre. Forse era una cosa che neanche aveva mai pensato, ma quando gli fece segno di accomodarsi, Aaron si rese conto che la stava fissando. Mio fratello... Rispose alla sua domanda incapace di dire altro. Era per quello che Blake si fidava così tanto della Ivanova? Aveva finalmente trovato una persona che potesse fargli da "madre"? Scosse il capo e si andò a sedere dove gli era stato mostrato. Mi scusi è che... non mi aspettavo una professoressa così giovane, praticamente siamo coetaei e Blake non l'ha descritta rendendole giustizia! Si, Aaron quando era imbarazzato per qualcosa si impappinava da morire. Insomma il contrario della sfrontataggine del fratello. Distolse lo sguardo e cercò di concentrarsi sul perchè, effettivamente, era li. So che non è lei la responsabile dei dioptase, e so che non dovrei essere io a dire niente, ma... sono qui per mio fratello e sopratutto perchè sono preoccupato per Lilith Clarke. Dopo tutto quel disastro è venuva a casa mia per una settimana intera e non ha fatto altro che piangere, alchè Blake mi ha chiesto se potevo fargli dei permessi per tornare più spesso a casa, cosa che ho fatto...ma conosco mio fratello e so che... beh Blake non sa gestire niente che riguardi il suo lato emotivo... e volevo sapere... non lo so... come va qui a scuola! Il discorso era parecchio confuso, ma c'erano tante cose che voleva chiederle e non sapeva metterle in ordine neanche lui visto e considerato che tutto quello era un grande, enorme casino. Casino perchè Blake non parlava, Lilith non parlava, lui non sapeva come era stata rapita, come Blake se ne era accorto, come aveva reagito nell'immediato e non sapeva come farglielo dire. Per quanto io e Blake parliamo, parecchio, non vuole dirmi cosa è successo davvero, mi ha solo detto che lei lo ha aiutato e le ha insegnato un incantesimo per aiutare Lilith... ma non so altro e se non so altro non posso aiutarlo. E conosco mio fratello... seppur sembra una persona apparentemente che se la sappia cavare da solo, e è così sotto tantissimi punti di vista, ma... credo che sarà solo questione di tempo prima che esploda. Se l'insegnante che aveva di fronte a lui, sulla poltrona affianco alla sua conosceva almeno un minimo Blake, le parole di Aaron non sarebbero apparse confuse, ma chiarissime. La guardò ancora negli occhi arrossendo leggermente. Che brutta caratteristica era quella, distolse lo sguardo andandosi a girare per guardare il gatto. Cazzo, era quello il momento?
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    Eva Ivanova


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    Che domanda stupida aveva posto al ragazzo che aveva varcato la soglia? Insomma, era chiaro che Blake Barnes era lì per parlare del fratello, piuttosto che per prendere un caffé insieme a lei.
    Solo che non si aspettava una visita, Blake non l'aveva avvisata e né, tanto meno, lui lo aveva fatto.
    Si accomodò, accavallando la gamba con tranquillità, ascoltando ogni parola che diceva quel medimago.
    Sembrava sicuramente più razionale del fratello, cosa che non era difficile da essere.
    Si imbarazzò appena a quel complimento implicito che il ragazzo le fece, quindi si scostò i capelli dietro l'orecchio, inclinando il capo di lato «La ringrazio, signor Barnes...» rispose cortese, con quel tono di voce sempre gentile e caldo, vellutato e mai con una nota stonata.

    Quando il ragazzo iniziò a parlare, non era ancora chiaro cosa stesse dicendo. Cosa c'entravano i Dioptase? Ma non lo interruppe e, anzi, lasciò che chiarisse da solo, con i suoi farfugliamenti vari, le sue preoccupazioni. Lei lo guardava attenta, non lasciandosi sfuggire niente, annuendo di tanto in tanto, notando appena l'imbarazzo che il ragazzo sembrava provare «Non c'è bisogno di essere responsabile delle loro Case di appartenenza per prendere a cuore questi studenti, signor Barnes.» rispose con una tranquillità disarmante, con quel sorriso caldo sul volto, che cercava di dargli quella sicurezza che sembrava non abbracciare il medimago «Sono stata d'accordissimo con il permesso che lei ha richiesto per la signorina Clarke. Stare fuori da queste mura non può averle che fatto bene. Sto attenzionando la signorina Clarke da quando è tornata e ho notato questo suo malessere strano che mi preoccupa molto. Ma capisco perfettamente che fidarsi di un'insegnante è complicato, per questo sto agendo con discrezione. Riguardo suo fratello, conosciamo molto bene Blake, entrambi. Non ammetterà mai il suo star male, è arrabbiato con tutti: con noi, perché non siamo riusciti ad evitare i rapimenti, con se stesso perché non è riuscito a difendere la sua ragazza e le sue amiche, con il mondo perché ogni cosa che lui fa, si rivolta contro chi ama.» fece una pausa intensa, scostando le glaciali sul gatto, prima di riprendere «Come va a scuola, chiede. Beh, Blake è molto più nervoso di prima. Questo suo colpevolizzarsi per quel che è accaduto non aiuta, il suo rendimento sta scendendo, ma a me non interessa questo: Blake ha bisogno di imparare a vivere le sue emozioni, a canalizzare la sua rabbia. Sa farlo, se si impegna. E' doloroso per lui, l'ho constatato quando è venuto a chiedermi aiuto, ma può farcela e io vorrei aiutarlo a capire quanto ha dentro, oltre la rabbia e se per farlo deve spaccare qualcosa, non sarà difficile creare una rage room.» Cercò di smorzare i toni, scrollando le spalle, per poi riprendere ad ascoltare. Annuii ancora il capo per poi riprendere «Certo che esploderà. E sono quasi convinta che lo farà proprio quando la signorina Clarke riprenderà a parlare con lui, come se fosse un modo per scaricare la tensione accumulata. E sarà devastante, non le voglio mentire. Ma Blake è un ragazzo intelligente, deve essere aiutato solo a capirsi, signor Barnes. Mi dica, in che modo lei cerca di aiutare suo fratello a gestire la rabbia? Così possiamo trovare delle strategie comuni. Metterlo a tavolino a studiare, non serve a nulla, quindi evitiamo questa opzione.» era tranquilla e interessata. Sorrise ancora «Tutto bene, signor Barnes?» lo cercò con lo sguardo, vedendolo arrossire.

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    Aaron Barnes ( ) - Stat. - Medimago- 26 anni - Ex Corvonero
    «Per tutte quelle sere in cui ti ho persa e neanche so il perchè»
    Ascoltò le parole della donna attentamente, sorridendo di tanto in quanto quando si rendeva conto che effettivamente non solo lo conosceva, ma aveva anche centrato perfettamente il punto. Il fatto era che Aaron era stata l'ombra di Blake per molto tempo ed andesso che era sempre a scuola non poteva fare altro che lasciarlo lbero alla sua personalissima discrezione di instabile. Ci parlava spesso, cercava sempre di mettere Blake al primo posto ed aiutarlo come poteva, ma lui non era sempre con il minore e c'erano delle cose che, purtroppo, non riusciva a controllare. Blake tendeva a bere troppo quando sentiva qualcosa, quasi come per anestetizzare qualsiasi cosa lui stesse provando in quel momento. Era sbagliato, certo che lo era, ma come poteva evitarlo se lui non era li? Doveva dirlo alla professoressa? E se lei avesse preso dei provvedimenti disciplinari nei confronti del fratello? Fece un respiro profondo quando disse che era più nervoso, che si sentiva in colpa in maniera assurda e che tutto quello lo avrebbe portato ad una esplosione senza eguali. Era esattamente quello che temeva, ma Aaron ancora non sapeva perchè Lilith non parlavane tanto meno aveva visto suo fratello sfogarsi per quella situazione. Non poteva dare neanche lui un quadro più completo alla donna così bella e così somigliante alla loro madre, in quel momento. Ecco un altro problema, quello esteso più alla famiglia che altro, era che Aaron non riusciva a fargli capire che dire che era innamrato di una persona non era una bestemmia. Non era certamente qualcosa di brutto oppure che ti rendeva debole, anzi. Tutto il contrario, ma ogni volta che si cercava di affrontare il discorso con Blake era quasi come parlare ad un muro, un muro che ti rispondeva con un'indifferenza tale da farti dubitare delle tue stesse parole.La sfera emozionale del fratello minore era fallata, non funzionava bene, anzi, non funzionava affatto. Tattava le persone a cui voleva molto bene quasi più male delle persone di cui non gliene importava proprio niente.Tanto che Lilith, veniva chiamata da Blake, ancora tramite il suo cognome. Non che questo potesse essere indice di maltrattamento, ma era la sua ragazza ed anche da oramai 3 mesi. Forse veramente c'erano cose che doveva insegnarti una madre e basta, forse davvero era l'unica cosa che mancava a Blake ed era anche l'unica che nessuno poteva ridargli. Sorrise ancora quando la donna di fronte a lui gli disse che non gli interessava niente se Blake avesse spaccato qualcosa, che era uno di quei rischi che era pronta a correre. Sorrise guardandola ancora in quegli occhi tanto espressivi. Blake sa fare talmente tanto che cose che non saprei veramente da dove iniziare! Rispose alla sua domanda, il punto era che le aveva iniziate tutte quante per contrastare la sua rabbia e concentrarsi in altro, ma Aaron era un ragazzo come lui ed aveva subito i medesimi suoi traumi, quindi non sapeva neanche se effettivamente fosse stato giusto quello che aveva fatto fino a quel momento. E Blake si era sempre rifiutato di andare da un psicologo, non si fidava delle persone, non parlava di se stesso ai suoi amici, figurarsi se lo faceva con un estraneo! Giondando a Boxe oppure correndo. Io e Blake, prima che entrasse in questa accademia, avevamo almeno un giorno a settimana insieme dove andavo a correre e lui si sfogava tantissimo. Era una cosa che facevamo insieme anche da piccoli. Inoltre dovrebbe avere un sacco da boxe nella sua stanza... è uno sport che lo aiuta molto a scaricare i nervi e lo fa da quando aveva circa 12 anni. Fece una pausa. Questo è stata una mossa a doppio taglio, perchè Blake non si è solo sfogato con quel sacco ma ha imparato anche come rompere la faccia a qualsiasi persona non gli andasse a genio.. Fece un respiro profondo e si massaggiò le tempie. Blake sa suonare la chitarra e scrive canzoni. Penso che sia il suo unico modo per esprimere quello che veramente sente, ed infatti lo tiene ben nascosto il suo talento. Non sapeva veramente più che inventarsi. Riusciva solamente a non capire più suo fratello e questa cosa lo faceva stare malissimo. Quando era più piccolo in uno dei nostri viaggi in Italia ha conosciuto un signore che lo ha preso a cuore e gli ha insegnato le basi della pasticceria... è riuscito molto bene anche in quello. Tutto quello era per dirle che i modi per fargli gestire la rabbia, lui li aveva tentati tutti, il problema era che Blake crescendo si era veramente ridimenzionato, ma... ma sotto stress non ci sarebbe stato niente che avrebbe tenuto. Mi creda quando le dico che Blake è migliorato tantissimo nel suo autocontrollo, ad Hoqwarts era molto, molto peggio, inoltre qui, ha trovato amici completamente differenti da lui che comunque lo aiutano a placarsi. Il suo compagno di stanza Jesse Ligthounse, la signorina Mia Freeman, e la stessa Ayla Holmes o Jessica Whitemoore. Ma non sono abbastanza. Ha ragione quando dice che esploderà quando Lilith si sarà ripresa da ancora non so bene cosa. Ma Blake non conosce mezze misure.Non sapeva neanche lui cosa voleva dire esattamente alla professoressa. Ma Blake se voleva, sapeva essere seriamente pericoloso. Quando distolse lo sguardo e sentì le guance rosse fece un piccolo sorriso e quando la donna se ne accorse, voleva seriamente morire. Lui era il tutore di chi?Si morse il labbro prima di tornarla a guardare. Si... tutto bene... e mi scusi, potrebbe sembrarle una cosa inopportuna... ma ecco.. si lei ha una somiglianza con nostra madre veramente assurda... Blake l'aveva solo vista in foto, lui che l'aveva conosciuta, che ci aveva parlato, che era stato tra le sue braccia... Dio che imbarazzo. La professoressa Ivanova poteva, in quel momento, costatare quando i due fratelli Barnes fossero diversi.
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    Eva Ivanova


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    Capiva perfettamente la preoccupazione di quel ragazzo così giovane alle prese con il fratellino scapestrato. Eva stava cercando a tutti i costi di essergli d'aiuto e avrebbe fatto l'impossibile per mettere a posto la testa calda di Blake, che doveva imparare a diventare più grande e maturo, come lui voleva essere considerato.
    Sorrise dolcemente al ragazzo, quindi inclinò il capo «Faccia con calma, non vado di fretta. Ritengo che sia un colloquio importante il nostro e che non dobbiamo avere limiti di tempo, se questo può essere costruttivo per Blake.» era sempre stata una docente gentile e pronta all'ascolto, ma questa situazione così preoccupante, meritava il tempo adeguato, senza andare di fretta.
    Lasciò che Aaron parlasse ed Eva si accorse di quanto quello che aveva davanti, era un fratello che amava il proprio piccolo fratellino, in maniera smisurata.
    Sorrise appena, quindi rimase in ascolto, mentre nella sua testa iniziavano a fruttare già favolose idee per poter aiutare quel ragazzo a scaricare la sua rabbia il più possibile.
    «Oh, molto bene, signor Barnes. Lei non sa quante idee utili mi sta dando per aiutare suo fratello. Prima di tutto, ritengo che quella vostra corsetta settimanale dovreste riprenderla, quasi come un appuntamento fisso. Fa bene ad entrambi, credetemi.
    Per qui, invece, credo che Blake debba avere delle attività extracurriculari che lo interessino veramente. Potrei avere una persona che faccia al caso suo, ad essere sincera. Uno dei miei fratelli è Maestro di boxe. Potrei fissare, con permesso della Preside Burke, due incontri settimanali con lui, che gli insegni cos'è essere un insegnante di boxe, così da poter - si spera - sfruttare al meglio e chissà, potrebbe occuparsi di un gruppo di ragazzi da allenare. Un maestro di boxe non insegna solo a fare a pugni, signor Barnes, ma insegna disciplina, autocontrollo. Diciamo che così ho imparato anche io buona parte del mio controllo. Presenzierò io agli incontri. Qui non abbiamo una palestra, ma ... l'arena può prendere qualsiasi forma io desideri, come ben sa.»
    fece un attimo di pausa, rimanendo a riflettere sul resto «Oh, wow. Ho sempre sognato di saper fare i dolci, purtroppo sono brava sono nel salato. Ecco cos'altro potrebbe aiutarmi a fare Barnes. Riguardo la musica, sapevo che aveva messo su una band. Ne sa qualcosa?»
    Si appoggiò con gli avanbracci incrociati, sul piano della sua scrivania «Non si preoccupi, signor Barnes, riusciremo a farlo calmare ancora di più. Blake sta crescendo e sta facendo i conti con tutto quello che ha tenuto dentro. Ora dobbiamo tirarlo fuori.»
    L'assenza di Aaron la fece preoccupare, magari aveva un giramento di testa? Qualcosa che non andava nella sua salute?
    Ma poi, quando sentì quelle parole, fu lei a sbiancare. Sgranò le iridi e un ciuffo di capelli si fece rosso «E' esattamente quello che mi ha detto suo fratello, sa? Oddio... in maniera un po' più materiale e meno delicata, ma ha espresso lo stesso concetto.» sorrise dolcemente, poi, inclinando il capo «Le somiglio davvero così tanto?» il tono era dolce, un soffio caldo al gusto di vaniglia.

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    Aaron Barnes
    Medimago | 27 anni
    Aveva dato tutte le informazioni utili a quella docente? Doveva dirgli anche quello che non sapeva proprio fare suo fratello? Oltre al fatto di non controllare le sue emoioni c'erano anche altre cose che non riusciva proprio a gestire, ossia le delusioni. Blake cercava sempre di fare del suo meglio in tutto ed i suoi sensi di colpa venivano fuori solamente quando pensava di aver deluso qualcuno oppure di non aver fatto abbastanza per quella persona, in genere non c'era mai stato qusto problema prima perchè ad Hogwarts, non si era per niente legato a nessuno o almeno noon lo aveva fatto in quella maniera così profonda. Con Jesse era un rapporto sicuramente strano e contorto, ma conosceva suo fratello e sapeva che sarebbe morot per lui. Non capiva ancora il punto di connessione di quei due ragazzi ma una cosa era certa: Jesse aveva fatto bene a Blake cercando di smussare quei lati antipatici che il biondino spesso e volentieri mostrava al mondo. Sul fattore amicizie era importante anche la presenza di una ragazza calma e pacata come Mia, con lei il discorso era differente, Blake aveva parlato di lei moltissimo ad Aaron e ne aveva parlato sempre come un rapporto completamente disinteressato. una di quelle ragazze che stava con lui non perchè fosse bello, ne tanto meno ricco, e ne tanto meno una di quelle ragazze che faceva di tutto pur di allontanarlo da Lilith, anzi... tutto il contrario. Ne aveva parlato come una sorella, una vera sorella, forse anche qualcosa di più. E poi c'era sicuramente la presenza di Lilith che gli aveva stravolto la vita. Sapeva benissimo che all'inzio di tutto quello per Blake era stato solamente un gioco, solamente un'altra ragazza da far cadere ai suoi piedi e poi mollarla. Aveva passato un estate a Dubai a non andare con nessuno, certamente, ma non era vero che era stato completamente bravo. Aveva flertato, aveva sentito altre ragazze ma poi, alla fine quando doveva arrivare al dunque non ci era mai riuscito, come se qualcosa in lui fosse cambiato. Aveva aspettato i messaggi della riccia per tutta l'estate senza mai cercare di non risponderle o altro. Blake era indubbiamente cambiato e migliorato e sicuramente tutto quello lo aveva reso più forte, ma... ma anche più debole ed instabile. Si morse il albbro. Doveva dirglielo? Professoressa Ivanova il problma di Blake non sono solamente la rabbia ed i sensi di colpa, ma sono anche le troppe emozioni. Blake ed io siamo cresciuti insieme e fondamentalmente senza una madre. Quindi più che una disciplina nel comportamento a Blake servirebbe qualcuno che gli faccia capire quello che prova per le persone. Sapeva che tutto quello era slegato dal loro discorso in quel momento ma in qualche modo doveva dirlo. La Ivanova sapeva esattamente come era cresciuto Blake? Perchè a quel punto cominciava veramente a chiedersi se tutto quello fosse utile pur non sapendo l'origine del suo malessere. Sorrise alle sue parole e ne fu veramente contento. Aveva finalmente trovato qualcuno che fosse disposto a collaborare per il meglio di Blake e la cosa non faceva altro che sollervarlo. Annuì. Sarebbe perfetto! Sarei contento di venire ogni settimana qui per mio fratello, e sarei contento se venisse seguito da suo fratello per la boxe!Per quanto riguarda i dolci... beh... non credo che Blake sia veramente disposto ad aiutarla, ma credo anche che lei sappia usare le parole giuste per convincero! Non sembra una donna che si fa intimorire a un rifiuto! Adorava veramente suo fratello ed avrebbe fatto di tutto pur di stargli vicino, ma cominciava a pensare davvero di non essere la persona giusta, forse perchè troppo emotivamente coinvolto. La band. Ecco Blake non condivide la sua musica con nessuno, sta dicendo che vuole fare una band da una vita... ma credo che fin quando non accada qualcosa, Blake non canterà mai davanti ad altre persone. Anche se sono sicuro che non abbia mezze misure. Inoltre credo che lo farà al ballo? Su queste cosa riesce a cambiare idea talmente tante volte che alla fine mi perdo! Ammise poi sorridendole ancora e stringendosi nelle spalle. Sinceramente?C'è stato solamente un momento in cui io ho visto mio fratello tirare fuori quello che aveva dentro, e non è stato piacevole per nessuno dei due! Purtroppo quella era la verità. Purtroppo Blake era un accumulo di cose e tutto quello che provava sia di bello che di brutto era sempre troppo intenso e troppo forte. Perchè arrivava ad esplodere e a non riuscire a razionalizzare quello che aveva dentro. Se fosse rabbia, amore, odio, tristezza e malinconia, lo esprimeva sempre nello stesso modo: distruggendo tutto quello che aveva intorno!
    Quando la professoressa gli disse che anche Blake glielo aveva fatto notare Aaron divenne ancora più rosso ed imbarazzato e cercò seriamente di riprendersi prendendo il cellulare e cercando una foto di sua madre. Eccola Gliela mostrò. Forse per i capelli biondi, la pelle chiara, il viso bello... Ma ecco...ad impatto! Mi dispiace è una cosa del tutto inopportuna oltre che veramente imbarazzante! Lei è una sua docente e ne io ne mio fratello avevamo il diritto di dirle una cosa del genere! Aggiunse poi cercando di tagliare corto. Tutto quello era assurdo!
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    Eva Ivanova


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    Era un'ottima iniziativa quella che aveva preso Aaron nell'andare da Eva per parlare di Blake, alla fin dei conti era anche suo dovere aiutare il fratello nella sua buona riuscita a livello di futuro e di vita. Anche se Eva non era responsabile dei Black Opal, prendeva a cuore ogni suo studente e Blake era uno di quelli su cui avrebbe scommesso la sua stessa vita.
    Ascoltò le parole del medimago, quindi, con molta attenzione «Oh certo, non lo metto in dubbio. Ma ognuna di queste emozioni sta sfociando in rabbia. E' per tale motivo che ritengo sia il caso di iniziare a insegnar lui a gestire questa prima emozione. Si fidi di me, signor Barnes.» gli sorrise dolcemente, quindi prima di inclinare il capo.
    Rise, poi sulla questione dei dolci «Blake sa bene che ottengo ciò che voglio, senza che sia io ad obbligarlo.» e lei ricordava perfettamente quando gli aveva chiesto un'arma per recuperare Lilith, quanto era riuscita a fargli capire che non era necessario per forza ferire, per poter aiutare. Chissà se avrebbe dovuto raccontargli che aeveva usato una sua proiezione per piegare il fratello.
    No, lo lasciò nella sua memoria, quel ricordo, non importava sicuramente a nessuno come otteneva i suoi successi, vero?
    «Sì, al ballo è stato concesso uno spazio di esibizione per gli studenti, spero che Blake ne approfitti, sarà un ottimo inizio per metter su qualcosa che lo tenga impegnato.» corrugò la fronte alle successive parole, quindi sorrise «Non deve tirare fuori le sue emozioni, insieme. Deve farlo a poco a poco e saperle gestire. Credo che si debba iniziare da subito, a dire il vero... quindi... che ne dice se manda un messaggio a suo fratello, invitandolo ad unirsi a noi?» era sicura di quello che faceva, ma non voleva perdere ulteriore tempo «Ah sì, se non sa che lei è qui, è chiaro che non saprà gestire la sua preoccupazione per questa convocazione. Faccia parlare me, per prima, ok?».
    Nell'attesa, ammazzarono il tempo parlando della mamma. Vide la foto e la donna sgranò gli occhi. Ora capiva perché quei fratelli avevano avuto quella reazione con lei, avevano molti punti in comune.
    Socchiuse le iridi, quindi, prima di riprendere a parlare con un sorriso pacato sul volto «Oh, ma non si preoccupi, davvero. Ho sempre voluto dei figli, diciamo che i miei studenti sostituiscono questa mia mancanza. E poi, questo potrebbe aiutare Blake a darmi un briciolo di ascolto in più, non crede?»

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    Aaron Barnes
    Medimago | 27 anni
    Aaron ascoltò le parole della donna bellissima che aveva di fronte ed annuì quando lei disse di fidarsi di lei. Aveva qualcosa di estremamente dolce nella sua voce, quasi ipnotico. Lui che aveva conosciuto sua madre poteva dire che più che nell'aspetto, Eva Ivanova, somigliava ad Helena nei modi di fare. Era genitle dolce, ma allo stesso tempo ferma e determinata, sapeva quello che stava facendo e la cosa interessante era che ti convinceva con un semplice sorriso. Helena, con Aaron faceva esattamente la stessa cosa: Aaron faceva i capricci? Bene, allora Helena sorrideva, si metteva affianco a lui e non si sapeva neache bene come, Aaron si metteva a fare qualsiasi cosa la madre volesse. Blake aveva bisogno di Helena sicuramente molto più di Aaron in quando aveva già di per se un carattere molto dinamico e pimpante rispetto a quello di Aaron e per quelle stesse ragioni, non esistò a mandare un messaggio a suo fratello e farlo andare in quell'ufficio. Si sarebbe preoccupato? Oh, certo che lo avrebbe fatto, ma almeno in quel modo la Ivanova veniva messa alla prova da Aaron e Blake non si sarebbe fatto nessuno scrupolo a fare l'arrogante come aveva sempre fatto. Era una prova per tutti quella no? Non scrisse che era li, scrisse semplicemente "Dalla Ivanova. Ora." In realtà era un messaggio poco fraintendibile, ma comunque erano dentro settimana e Aaron avrebbe dovuto essere in ospedale e non di certo li a parlare del fratellino. Io credo che Blake abbia bisogno semplicemente di disciplina! Ed era quello che pensava veramente, anche se spesso e volentieri era proprio lui a non avergliene data. Infondo lo aveva viziato in tutti i modi e non solo materialmente, ma anche affettivamente, ma niente, il punto era che una madre era insostituibile e forse, anche se con le migliori intenzioni, Aaron aveva fatto solo danni a cercare di sostituire i suoi genitori! Sorrise ancora sentendo le sue ultime parole. Sarebbe una madre adorabile! Rispose con una tale spontaneità che se ne pentì dopo qualche istante. Ma infondo Aaron era sempre stato così. I Barnes dicevano quello che pensavano senza saper, in alcun modo mentire, l'unica differenza era che il maggiore ci metteva molta, molta dolcezza ed il minore, molta molta arroganza! Attese Blake con la gamba che traballava, era più agitato ed ansioso lui che il minore, ne era certo!
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    Blake Barnes
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    Era nel suo dormitorio ed avevaindosso solamente un paio di pantaloncini neri, una fascia in testa per il sudore e il suo fedele sacco da boxe li, che volteggiva allegro tra un pugno ed un calcio. Erano i primi di dicembre, Lilith ancora non diceva una parola e quelle che gli aveva detto erano state fin troppo pesanti. Era stata stuprata e lui non aveva potuto fare niente per salvarla ed anche in quel momento era sotto le cure di una di cui non si fidava per niente. Non era scattata la scintilla per Eilidth, forse perchè aveva fatto una cosa stupida nel momento peggiore, oppure perchè a pelle comunque non gli piaceva, ma quella notte Clarke l'aveva voluta seguire in ospedale e lui non aveva potuto dire niente, infondo suo fratello stesso era in ospedale per colpa sua.... Che casino. Altro pugno al sacco di boxe. Tutto quel cataclisma, tra le altre cose, doveva rimanere dentro di lui in quanto Lilith aveva chiesto di non dire niente a nessuno e lui quando prometteva una cosa era incapace di infrangere qualsiasi tipo di promessa, a chiunque la facesse. Si ritrovava in un limbo assurdo e non sapeva davvero come uscirne, come riuscire a capirci davvero qualcosa. Quindi quando era in camera dava cazzotti, quando era fuori il dormitorio faceva finta che non era successo niente. Si, prima o poi avrebbe sviluppato una forma lieve di bipolarismo a forza di tenersi tutto dentro. Era ovvio che prima o poi sarebbe esploso con qualche azione alla Blake Barnes, ma non aveva intenzione di chiedere aiuto a nesusno e poi suo fratello doveva finire i suoi esami per il suo sogno, non poteva sempre pensare a lui. Quando sentì il telefono squillare con la suoneria personalizzata di Aaron alzò un sopracciglio, fermò il sacco ed andò a leggere il messaggio. Quasi morì d'infarto. Perchè doveva andare dalla Ivanova? Lo aveva combinato? Eppure aveva fatto tutti i compiti e a lezione... oddio forse i battibecchi a lezione? Ma no, la Ivanova non avrebbe convocato suo fratelo per così poco, se la sarebbe vista da sola. Nel frattempo che pensava a tutto quello, si infilò semplicemente la maglietta ed andò ne suo ufficio. Si, aveva ancora una fascia di spugna in testa, una maglietta nera che a contatto con la sua pelle sudata si macchiò a sua volta di sudore e dei pantaloncini corti. Bussò alla porta di Eva ma non attese che lei rispondesse. Prof! é successo... Stava per chiedere se fosse successo qualcosa a suo fratello, ma era ovvio che suo fratello era vivo e vegeto ed anche li. Sgranò gli occhi. Perchè tu sei qui? Non dovevi essere al San Mungo? Chiese rimanendo li vicino alla porta. Stava davvero pensando a cosa avesse fatto di male per farlo scattare li. Poi guardò la professoressa. Che ho fatto questa volta? Mi è sembrato che la lezine fosse andata bene e ho fatto i compiti! Aggiunse poi non muovendosi da vicino alla porta. Ancora non era arrivato, già voleva andarsene via!
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    Make your heart the most beautiful thing about you.
    Eva Ivanova

    Tra tanti occhi che potrei incontrare, io cerco quelli che non posso avere.

    ■ Data di nascita + Età:
    21.06.90 (30)
    ■ Provenienza:
    Romania
    ■ Professione:
    Prof. Incantesimi
    ■ Razza:
    Metamorphomagus
    Pensa, credi, sogna e osa.
    Quando Blake arrivò in ufficio, Eva lo accolse con un caloroso sorriso e passò lo sguardo su entrambi i fratelli Barnes.
    Avevano molti tratti del volto che parevano esser usciti con la fotocopia, si vedeva lontano un miglio che fossero fratelli.
    Una mano gli indicò di accomodarsi, mentre lei si alzava e andava alla finestra alle sue spalle a guardare il cortile esterno.
    Rise, guardando il ragazzino e scuotendo il capo «Oh, Blake. Tranquillo... non hai fatto niente e la lezione è andata egregiamente.» il tono pacato di Eva era caldo e accogliente, mentre rivolgeva a Blake uno dei suoi sguardi materni che volevano togliere tutte le sue preoccupazioni e dirgli che andava tutto bene.
    «Aaron è venuto qui, preoccupandosi per te e abbiamo fatto una deliziosa chiacchierata. Di mia volontà ho pensato di chiamarti per chiederti...» lentamente tornò a sedersi, dietro la sua scrivania.
    Prese una penna e iniziò a giocarci, senza badare al fatto che stesse facendo una pausa lunghissima che probabilmente avrebbe ammazzato un iperattivo come Blake «... ti andrebbe di seguire degli allenamenti di boxe con mio fratello?» sorrise a quella proposta e guardo Aaron, quasi a volergli dire di fidarsi. Nonostante avesse tralasciato tutto il resto, Eva sapeva che era meglio zuccherare il tutto, tanto Blake sarebbe arrivato da solo ai risultati che voleva ottenere. «Direi che se sei disponibile, potremmo fare un programma interessante. Mio fratello cerca ragazzi per una squadra e ha bisogno di qualcuno che lo aiuti negli allenamenti. So che sei molto bravo, quindi potresti affiancare il maestro nelle lezioni. Che ne dici?» si alzò di nuovo, avvicinandosi ad Aaron, quindi allungò una mano in sua direzione e la strinse «Signor Barnes, mi ha fatto davvero piacere conoscerla, ma io e suo fratello, adesso, abbiamo da fare un po' di cose. Mi voglia scusare, spero di rivederci presto.» gli fece un sorriso complice quasi a volergli dire di lasciarli soli.
    Poi sarebbe tornata da Blake «Domani ti voglio in tuta, dopo le lezioni ti presenterò mio fratello. Adesso va, hai lezione con Ensor, non vorrai mica arrivare in ritardo!» gli sorrise e gli passò un cioccolatino fondente.
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