Le donne erano creature fatate un po' come i ponyta di Galar, tuttavia decisamente
Theresa van Aalter era più una ammazzadraghi che una fatina tenera, ecco.
Dopo aver mosso apprezzamenti e qualche lieve minaccia di morte a Skyler, la ragazza rimase lusingata delle offerte del trio dell'apocalisso riunitosi, destinato in poco tempo a divenire un duo, del resto
Blake doveva pensare ai dispetti di Lilith, sperando che la loro guerra non finisse coll'uccidere un primino o due o causare menomazioni permanenti. La lusinga comunque durò poco, forse anche perché Jesse, a differenza della metallara, non era esattamente un mostro di oratoria e fu così che nel mentre Blake andava a bere, Theresa afferrò Jesse e avvicinò il suo viso a quello di lui.
'Oh no, v-vuole baciarmi così? M-ma io non sono Blake, ha sbagliato Opale!' pensava lui decisamente nel panico. La ragazza comunque non lo baciò, conservando la verginità del giovane, bensì ne fiutò il disagio.
"D-disagio?" il ragazzo fece rapidamente un passo o due indietro, tentandoo di svicolare alla stretta della ragazza. Era avvampato durante quella vicinanza e la prima cosa che fece non appena riebbe il controllo pieno del proprio corpo, inclusi dei muscoli rotatori della testa, fu sollevare l'ascella destra e annusarla
"Beh no dai, non puzzo tantissimo. Che dici Erik?" fece lui porgendo gentilmente l'ascella al suo
Capitano.
Sì, ecco, Tess, diciamo che per fiutare disagio in Jesse lo si poteva fare anche dall'altra parte della stanza. Era probabile che anche la polena stesse fiutando il disagio di Jesse. Probabilmente lo aveva fiutato persino quando era svenuta.
"Comunque... uh... non nascondo niente" mentì non sapendo bene manco lui stesse davvero mentendo o meno tanto era oramai confuso in quella conversazione (era un miracolo che non stesse componendo una canzone con un testo sentito come
Carote). Si piantò le mani in tasca e fissò l'altra, cercando poi sostegno in Erik
"Nel senso... io sono sempre così, no... NO?!"Il disagio sarebbe durato a lungo, ma le parole seguenti di Theresa stopparono gli ingranaggi del giovane, il quale fissò l'altra quasi irretito da uno strano e alieno fascino
"Ma io... non ho paura..." affermò lui, confuso, inclinando la testa di lato, quasi quella prospettiva potesse cambiare ciò che lei stava dicendo
"Nel senso... ehm... mi dispiace... ma io ehm... mi sono gettato da un dirupo... e in un cerchio di fuoco ai cento all'ora... ecco... non sono esattamente uno che ha paura" affermò lui facendo spallucce
"Scusa..."Bisognava essere pazienti con Theresa, a suo dire, ma la pazienza non era un problema per Jesse, o Erik, del resto erano abituati a sopportarsi vicendevolmente, quindi era certo che ne sarebbero venuti a capo, almeno
'Sempre che uh gliene freghi qualcosa... o trovi un modo per farmi cagare in mano...' entrambe opzioni affascinanti, ma rimandabili ad un altro momento, visto che il mal di testa stava uccidendo la ragazza, spingendola poco dopo alla ritirata.
"Ok... ehm... ciao?" chiese lui poco convinto, osservando la ragazza via e posandosi contro un muro, cercando di non star troppo lontano almeno da Erik.
Stette coi suoi amici il più possibile, ma alla fine Denrise giunse e il ragazzo si trovò fin troppo rapidamente seduto a tavola
'Da dove spunta la Burke?!' forse Jesse aveva staccato la spina del cervello un po' di ore quel giorno, tanto che la parola della preside quasi lo fece sobbalzare.
Senza troppi giri di parole lei partì con gli annunci, iniziando dai prefetti nuovi. La prima fu Lilith
"Uh, grande!" strillò un po', non troppo convinto
"Viva le antiterroriste!" e in questa seconda parte era lievemente più accorato.
La seconda casata annunciata furono i Black Opal
"Brava Elisabeth!" esordì con ancora meno entusiasmo, pietrificandosi poi di colpo
'Eh?! No, dai, avrò capito male: avrò sbagliato qualcosa e la preside mi stava richiamando!'Quasi in panico si voltò verso il tavolo dei docenti, in cerca della sua punizione, non trovando però altro che sorrisi e condiscentenza. La voce del suo Socio lo richiamò costringendolo a fissare solo lui con enormi occhi. Sbatté le palpebre un po' di volte alle sue parole, non sapendo davvero cosa rispondere.
"Io..." senza parole, tenne la bocca aperta, cercando di dare un senso logico al filo rosso nella sua testa
'Cioè... lui... è quello fico... cosa c'entro io?!' si chiese lui, realizzando troppo tardi come forse avesse usurpato il posto all'altro e questi potesse odiarlo.
Con ancora più ritardo realizzò come ciò non fosse successo, sicché addolcì lo sguardo
"Grazie socio!" chiarì lui con un cenno del capo, sentendo orgoglio e paura fare a botte nel suo cuore, che ora batteva come le ali di un colibrì.
'Ce... la farò?' si chiedeva infatti lui, non certo delle sue possibilità, anche se alla nomina di Erik dovette voltarsi di scattò,così di scatto da sentire male alla cervicale
"BRAVO!" esclamò lui a pieni polmoni, tradendo così il poco entusiasmo per quanto successo poco prima (che stesse per finire sul death note di Lilith?), ma, oggettivamente, la cosa gli importava davvero poco
'Erik è prefetto e Blake non mi odia nonostante forse gli abbia rubato il posto' pensava infatti lui, lievemente gongolante, forse banalmente sollevato
'E'... tutto perfetto!' pensava lui, nel mentre un angolo della sua bocca si alzava, a segnalare come quella sfida forse lo avesse un po' gettato nel panico, ma che sicuramente si sarebbe dato da fare. Del resto era un essere che viveva di disagio e ansia: li aveva sempre controllati per il bene superiore, no? Questa poteva essere la sua occasione, ma non nel senso di riscatto, ma nel senso più puro del termine: la possibilità di cambiare qualcosa, forse anche sé stesso.