Vino rosso o Bianco?

Aaron&Eilidh

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    San Mungo
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    Eilidh Mae Aileanach Rheon
    età: 26 | occupazione: Medimaga | parlato | pensato | dress: | scheda: | stat.:

    E alla fine, come da previsione, il film si stava vedendo da solo, anche se non come aveva ipotizzato. Non c'erano baci, coccole o qualcosa di decisamente poco casto tra i due al momento, quanto più un momento fatto di dialogo che in qualche misura le sembrava persino più intimo di un amplesso sessuale. Anche perché, da quel punto di vista, si erano già saggiati in passato.
    Fatto era che su quel divano comodissimo, con il vino da una parte e la pizza calda nell'altra, Aaron riprese un discorso che pensava fosse rimasto al piano di sopra, precisamente nella sua camera da letto, nel suo angolo creativo.
    L'aveva sorpresa di come il ragazzo ricordasse il dettaglio di quella sciarpa rossa di una foto di tanti anni prima. Ancor prima di quella notte, in effetti.
    Ehm... in effetti. Che l'attenzione del ragazzo fosse stata tutta per lei e non per il muro delle foto l'aveva capito dal primo istante che aveva riaperto gli occhi, ritrovandosi l'impeccabile Barnes arpionato come una cozza allo scoglio o un koala ad un albero di eucalipto. Puoi venire a casa ogni volta che vuoi, anche quando non ci sono. Ed era vero, la sua porta sarebbe stata sempre aperta per il ragazzo, non solo perché migliore amico di Annie, ma anche perché si stava abituando a quella manciata di giorni in cui si erano avvicinati senza troppe pretese. Un po' come quella serata che stavano trascorrendo insieme. Mangiava tranquilla, senza preoccuparsi di assumere la facciata della ragazza composta, divorando quella pizza con gusto e buttando giù lunghi sorsi di quel vino rosso che le incendiava il corpo, ma che contribuì anche a renderla più sciolta. Tra un morso e l'altro decise di buttare la bomba, perché voleva capire se quei giorni tranquilli avrebbero visto una nuova alba o erano destinati a morire in quella notte. Nonostante il rischio di soffocare con il condimento ipercalorico di quella pizza, recuperò il contegno ancora una volta con il liquido tanto caro a Bacco. Si sentiva lo sguardo di Aaron bruciarla in ogni suo centimetro di pelle, insieme al senso di nervosismo che serpeggiava in quel silenzio ormai duraturo.
    Che fosse complicato, tra loro, ne era consapevole. Erano al centro di una ragnatela intessuta finemente da anni, con tanti giri su se stessa. Erano come le ultime due carte da porre in cima a quella piramide precaria che era pronta a crollare al primo vero passo falso.
    Si tirò indietro sul divano, dopo aver posato il cartone della pizza sul tavolino, rimanendo con il bicchiere mezzo vuoto tra le mani. Le gambe finirono di lato, mentre il braccio destro si sollevò per posarsi sulla spalliera del divano, voltandosi interamente verso di lui. Quello che seguì quell'attestazione era vero, almeno in parte. In realtà, per quanto fossero coetanei, con lo stesso giro di amici, avevano sempre mantenuto delle distanze, con sprazzi di avvicinamento improvvisi, come uno stupido ballo o una notte di fuoco. Forse quelli erano i primi momenti che si permettevano davvero di condividere insieme.
    C'è un motivo se siamo finiti in Corvonero e non con i senza cervello. I Grifondoro, per quanto stupidi e impulsivi non sapevano neanche il significato dell'essere codardi. Avrei potuto farlo io, ma ho trovato che fosse la cosa migliore per... non rovinare tutto. Posò il mento sull'avambraccio posato sul bordo del divano. Stavano semplicemente parlando, preferendo puntare sulla verità e non su quel detto non detto che li aveva caratterizzati per tutta una vita. Mandò giù quel che restava del vino, rimanendo però per poco con quel calice in mano, dato che Aaron se ne occupò per lei, sfilandoglielo per avere accesso alla sua mano, ormai libera. Intrecciò quelle dita, avvicinandosi di più a lei, come a volerla tranquillizzare che questa volta non avrebbe fatto vincere la codardia. E lo confermò con delle parole successive cui preferì non ribattere, lasciando che risuonassero più e più volte nella sua mente. Così come i ringraziamenti che l'altro avanzò per il semplice fatto di averlo preso per strada e avergli dato un luogo sicuro almeno per una notte.
    Anche io non potrei mai farlo, però... Si sistemò meglio su quel divano. Sentiva che come Aaron si era aperto con lei abbozzando informazioni sul fratello e rivelandole il motivo del suo tradimento ai danni della sua compagna, era giunto anche per lei il momento di essere chiara.
    Nella mia vita solo due sono state le persone importanti... Alexander Olwen, come ben sai, e... Hector. Per dieci anni ho amato inconsciamente quel ragazzino taciturno, anche quando ero riuscita a superare la fine della mia storia con Xander e ho iniziato a vedere altri ragazzi. Penso di aver confuso quei sentimenti che etichettavo come una profonda amicizia per una sola vera questione: paura di perderlo. L'ho capito il giorno che ci siamo rivisti dopo il suo viaggio di ritorno dal Giappone quello che mi legava davvero a lui... e ci crederesti mai? Anche io piacevo a lui. Sciolse quelle dita intrecciate, richiamando a sé le ginocchia e posandovi il viso sulle mani impilate su di esse. Cosa poteva esserci di meglio, per iniziare una storia tra due amici innamorati da sempre l'uno dell'altra? Ci siamo baciati, o meglio lui mi ha baciata ed io... dopo un po' l'ho allontanato. Il suo sguardo era basso, fisso su quelle mani da medimago ancora un po' inesperte. Le sembrava di vedervi una pellicina sul pollice destro. L'ho allontanato perché... ho avuto paura, ancora una volta di rovinare la nostra amicizia, con un qualcosa che non sapevo neanche dove ci avrebbe portati, se mai... La voce le si abbassò, gli occhi si fecero lucidi, nonostante fossero passati mesi da quanto era successo con il Ministeriale. Ma credo di averlo perso lo stesso, non ci vediamo più da allora. Nonostante abbia provato a spiegargli che... era complicato tra noi. Tirò un po' su col naso, prima di riportare lo sguardo su di lui. Quel che voglio dirti è che... se mai dovessimo portare il nostro rapporto sull'amicizia, quella vera, non ti riuscirò più a smuovere da quella nicchia in cui ti confinerò, neanche quando la voglia di stringerti sarà di natura diversa dall'abbraccio di un amico ritrovato. Sospirò, lasciando scivolare le gambe e allungando le mani alla ricerca delle sue. Quello che voglio dirti è che non so che cosa ne sarà di noi... so solo che sei importante e che non sei né Xander, né Hector, e questo mi fa un po' paura. Più di Annie arrabbiata quando scoprirà che non le abbiamo detto niente, dopo tutto questo tempo.
    Effettivamente non sapeva il perché avesse parlato del Lambert-Silverbane, forse perché, dentro di sé sapeva che se avesse iniziato a classificarlo come amico -con benefit?- non si sarebbe mai più mosso da lì e pensava che un'opportunità a quel rapporto non detto e non espresso, meritasse un'opportunità. Un'opportunità che non era affatto decisa, ma ancora in via di divenire, con nulla di prestabilito, se non nell'essere sincero l'uno con l'altra.


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    Edited by Eilidh Mae Aileanach Rheon - 13/10/2019, 23:01
     
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    Aaron Barnes
    Aaron Barnes e Eilidh Rheon. Due nomi che nessuno avrebbe mai associato, eppure due persone che stavano scoprendo di appartenere uno all'altro. Aaron era sempre stata una persona diffidente seppur molto dolce e romantica, era uno che non si fidava facilmente delle donne visto che sua madre, comunque anche non per colpa sua, ma comunque lo aveva abbandonato. Era una cosa che accumunava sia Blake che Aaron, sicuramente in maniera differente: Aaron si limitava a conoscere bene una ragazza ch gli piaceva o che gli potva interessare, evitando a prescindere tutto il reto, Blake, invece, al contrario, evitava sempre le ragazze che potevano fargli perdere la testa andando con tutte le altre. Lilith Clarke sembrava essere sicuramente un'eccezione e quella cosa lo interessava particolarmente. Voleva conoscere la ragazzina per assicurarsi che non avrebbe fatto soffrire il dolce (?) fratellino. Ma quello non era certamente il momento di pensare a quelle cose. Adesso era li di fronte ad una delle ragazze più belle che lui avesse mai incontrato, su quel divano e lei con indosso il suo pigiama, quindi il suo profumo. In realtà, Annie, mi ha dato le chiavi del vostro appartamento molto tempo fa, ma preferisco che siate in casa quando vengo io...insomma, come direbbe mio fratello: "cosa ci vai a fare a casa di Annie se poi non puoi guardarle il culo?" Lo imitò con tanto di swish al ciuffo che si portò indietro. Davvero era così a suo agio da imitare suo fratello? Beh si. Lo era per davvero. Non aveva neanche idea del perchè, infondo Eil non l'aveva mai visto da sobrio, si erano scambiati messaggini ma comunque non avevano mai parlato in quel modo. Non oso immaginare se sapesse che ci sei anche tu in casa con lei cosa ne potrebbe uscire! Questa volta disse quello che stava pensando, ma in relatà non avrebbe voluto dirlo. Blake conosceva tutti i compagni di scuola di Aaron, esattamente come Aaron conosceva tutti i vari amici e compagni di scuola del fratello. Aveva parlato di Annie, ma non troppo visto che Blake aveva una cotta palese per lei, di Eilidh, di Briana, di Alexander, di Lancelot, di Bellamy... insomma conosceva tutti loro per quello che era successo a scuola e a quel famoso capodanno, ma non aveva mai dato troppi dettagli. Quando la medimaga lanciò quella bomba a mano non seppe esattamente cosa dire e quindi decise di optare, semplicemente, per la verità. Verità che le aveva negato per molto, molto tempo! Insomma non aveva intenzione di scappare da lei, da quello che cominciava a sentire e da quello che avrebbe potuto provare. Erano oramai adulti e per quanto avesse una fottuta paura di ridare il cuore a qualcuna che poteva poi ferirlo a morte, sapeva che con lei ne sarebbe valsa la pena. Come faceva a saperlo? Istinto, intuito... Aaron non era mai stato un tipo da magifonino, in effetti lo riteneva una cosa così stupida, ma da quando aveva cominciato a scriversi con la sua collega, o meglio il suo superiore, non faceva altro che guardare quello schermo, caricare foto e fare altre diavolerie. Per non rovinare tutto. Pensò poi riprendendo quel calice di vino e bevendone tutto il contenuto. Il fatto era che tutto quello che aveva fatto, i gesti che ne susseguirono dopo, furono il risultato di quello che la ragazza di fronte a lui le faceva provare. Quel suo modo di essere dolce ed aspra allo stesso modo, lo confondeva altamente, ma lo rendeva felice. Aveva smesso completamente di pensare a Katrina. Non aveva più quel senso di malessere che lo pervadeva ogni volta che vedeva o sentiva qualche ragazza che gli facesse qualche complimento. Era come se lei avesse lavato via qualsiasi male dal suo corpo. Era una sensazione strana, ci aveva messo poco tempo ed Aaron non era abituato alle cose così veloci, lui era uno riflessivo, uno che cercav di capire. Era determinato e sapeva quello che voleva, ma comunque tendeva molto ad aspettare prima di prenderselo. Lui era un ragazzo di altri tempi, preferiva corteggiare, portare i fiori, cucinare per la ragazza che davvero gli piaceva. Insomma ci metteva tempo ed adesso tutto quello lo stava confondendo. Forse non era il momento? Forse le sue azioni erano dettate semplicemente dall'attrazione fisica che provava per lei? Eppure sentiva di non poter più far ammeno di quei occhi. Il modo in cui lo guardavano nelle corsie dell'ospedale, il modo professionale ma sempre gentile con cui lo richiamava o gli insegnava qualcosa di nuovo. Non era solamente attrazione fisica, c'era qualcosa di più, qualcosa di più che Aaron riuscì ad esprimere con un semplice "Sei importante per me". Era qualcosa di effettivamente strano, nessuno aveva mai raggiunto il cuore di Aaron in così poco tempo e pensare che neanche aveva fatto qualcosa di eclatante per arrivarci. La rheon lo aveva semplicemente ascoltato. Forse era davvero quello che mancava al giovane Barnes. Qualcuno che lo ascoltasse e che gli dicesse le cose come stavano realmente, ma senza farlo sentire giudicato, senza farlo sentire sbagliato. Sapeva che aveva fatto tanti errori con Blake, nel crescerlo ma sentirsi sempre guardato come se fosse un incapace... beh, era frustrante. Anche perchè Aaron ce la metteva veramente tutta. Seguì ogni suo movimento senza dire una parola, senza dire niente di niente. Non sapeva esattamente come interpretare quelle sue parole. Si stava aprendo con lui, gli stava parlando di Xander, del suo primo amore, e di Hector. Ecco quest'ultimo era un problema, ma relativo. Erano stati migliori amici ad Hogwarts e lui sapeva i sentimenti del ragazzo verso la ex corvonero, motivo in più per starle lontano, ma adesso le cose erano cambiate. Lui aveva deciso di andare via e di allentare qualsiasi tipo di rapporto, Aaron non lo vedeva da mesi nonostante sapeva benissimo che era a Londra. Aveva cercato in tutti i modi di tornare amici come prima, ma niente da fare il biondo era distante da lui anni luce ed Aaron non era un tipo che pregava le persone di stargli vicino. I Barnes erano orgogliosi, i Barnes erano dei pavoni di razza che non avrebbero abbassato la testa davanti a niente e nessuno. Ed Aaron, per quanto dolce e romantico e con un cuore d'oro, rimaneva comunque e sempre un Barnes. La vide allontanarsi da lui e poi rannicchiarsi sulle ginocchia. Disse che si erano baciati. Si morse il labbro. Gli dava fastidio? Certo che gli dava fastidio ma non disse ancora niente. Stava assimilando tutte quelle informazioni, troppe informazioni a dire la verità. Aaron era una persona stabile, razionale e che sapeva distinguere benissimo i suoi stati d'animo e quella era gelosia. Ma lei si stava aprendo e lui non avrebbe detto niente, almeno non per il momento. Doveva conoscere tutta la storia per farsi davvero un'idea. se mai dovessimo portare il nostro rapporto sull'amicizia, quella vera.. Queste parole gli rimasero impresse. Non voleva essere suo amico, non erano mai stati amici. Anche quando erano li per i corridoi, con il freddo gelido, e avevano continuato quello stupido gioco, non erano amici. Gli aveva fatto quel balletto e lei si era imbarazzata, ovviamente anche lui lo aveva fatto, ma non erano amici. Aaron aveva chiaro chi fosse la sua migliore amica e non l'avrebbe cambiata per niente e nessuna al mondo. Aveva capito il discorso che stava facendo la sua ex concasata. Ma no, non sarebbe successo a loro. Ma preferì ancora una volta stare in silenzio ed ascoltarla. Era completamente di fronte a lui, le sue mani cercarono quelle del ragazzo e lui non fece altro che donargliele. Ascoltò ancora le sue parole e poi si avvicinò ancora più verso di lei. Si allontanò un pò da lei, giusto per incantenare i loro occhi, entrambi chiari azzurri, ma che avevano una sfumatura completamente diversa. Eilidh Mae Aileanach Rheon non potrei mai esserti amico, ogni volta che ti vedo vorrei baciarti fino a farti screpolare le labbra. Ed era vero, da quando l'aveva baciata la prima volta non riusciva a farne ammeno. Ma non era quello il punto. Prese la mano della ragazza e la tirò un pò verso di sè, se lei glielo avesse concesso, avrebbe portato il braccio sul suo fianco e l'avrebbe fatta sedere a cavalcioni a lei. Avrebbe posato le sue mani sulle sue coscie, Le aveva promesso che non avrebbe fatto niente per non far capitare di nuovo niente che potesse somigliare a quella notte ed avrebbe mantenuto la sua promesa, ma la voleva di fronte, voleva che lei lo guardasse negli occhi mentre le diceva quelle parole e poi, cazzo, aveva un urgente bisogno del suo profumo e del suo calore. Io non so esattamente come andranno a finire le cose, se effettivamente sarei in grado di renderti felice. Ho una vita incasinata e devo prendermi cura di Blake, prima di ogni altra persona al mondo. Suo fratello sarebbe venuto sempre prima di tutti, ma ancora una volta si stava aprendo con lei. Sono diffidente e con le donne tendo ad essere incostante. Ho perso mia madre quando avevo 9 anni. Lo stesso giorno mio padre è andato fuori di testa e ha fatto di tutto per uccidere Blake. Praticamente sono cresciuto da solo e non ho la minima idea di come gestire un rapporto sentimentale, e Katrina ne è la prova. Ma con te sembra essere tutto diverso, non riesco a trovare neanche un motivo valido, da quando ti conosco un pò meglio, per allontanarti da me e fare in modo che tu non mi faccia male. Non poteva essere più sincero di così. Stava giocando con il bordino dei pantaloncini della ragazza. Katrina non è la prima ragazza che mi tradisce. Prima di lei c'è stata Megan. Perchè, a quanto pare, essere dolci e romantici è passato di moda. In realtà quell'ultima frase era fuori contesto, ma era giusto che lei lo sapesse, insomma lei aveva parlato di due persone importanti e nella sua vita ce ne erano state due che lo avevano tradito. Portandolo a pensare che forse era lui davvero il problema. Aveva ancora gli occhi puntati in quelli della ragazza. Anche io ho una fottutissima paura di starti così vicino e di scoprire giorno dopo giorno la meravigliosa persona che sei, ma... ma non posso farne più a meno, e per una volta nella mia vita vorrei non scappare di fronte a qualcosa che potrebbe farmi stare bene. Le accarezzo senza pensarci una guancia, si alzò dallo schienale del divano. Io sono un casino Rheon, ma ho ben chiaro il ruolo che vorrei tu ricoprissi nella mia vita e mi basta la Welsh come amica. Le doveva essere ben chiaro che Aaron non stava giocando ad essere l'amico del cuore di nessuno. Eilidh gli piaceva, era interessato a lei. Se le cose non sarebbero andate bene, non sarebbero rimasti amici. Esattamente come era successo con Katrina e Megan. Io, come te, non lo so come andrà a finire tutto questo ma... cazzo ci era riuscito fino ad adesso a fare l'uomo alfa ed adesso si vergognava? Distolse leggermente lo sguardo da lei e fece un piccolo sorriso. Che coglione che sono! Pensò prima di tonare a guardarla. Quella pausa e le sue guance rosse non dovevano esserci! ecco... si... mi piacerebbe scoprirlo... aveva davvero balbettato? Andiamo Aaron, te la sei tirata addosso, ce l'hai li davanti a te in tutto il suo splendore, gli hai detto di tua madre e di tuo padre, di tuo fratello, guardandola negli occhi, ed adesso che ti sei avvicinato a lei, ad un soffio dalle sue labbra? Beh, che fai? Balbetti! Benissimo!
    Non si mosse da quella posizione. Voleva baciarla da morire, ma voleva sentire come avrebbe reagito a tutto quello. Aaron lo sapeva benissimo di essere un casino e quando aveva detto che era complicato, beh, si era per lo più per Annie, ma sapeva anche che parlare con Blake non sarebbe stata una passeggiata di salute e che avrebbe reso la vita di Eil un inferno!
    ❝ per le volte che cammino in questa strada e non so dove mi porterà ❞
    SCHEDA Stat. 26 anni Medimago Corvonero
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    Una costante in tutte le sue relazioni, anche quelle poco importanti, era la mancanza di dialogo. E quella, dopo tanto tempo, finiva con il far collassare su stessa quella storia. Si dice che si impara dai propri errori, con il tempo, e forse dai suoi qualcosina l'aveva imparata. Come smetter di nascondere la polvere sotto il tappeto o fingere che un mastodontico Schiopodo Sparacoda non fosse nel bel mezzo del suo salotto.
    Parlare permetteva di scoprire nuove cose ed acquisire informazioni utili. Annie aveva lasciato una copia delle chiavi ad una delle poche persone cui si fidava ciecamente, mentre la sua giaceva ancora nell'ultimo tiretto della cassettiera sotto la scrivania. Si era ripromessa di darla a Brianna, ma la giovane auror era partita per una delle sue missioni super segrete mesi prima; Hector era stato scartato per via della sua permanenza in Giappone prima e l'esser distanti comunque anche quando erano nella stessa città; Effy e Cad erano più smemorati di lei e con l'arrivo del primo figlio le cose avrebbero solo finito con il peggiorare.
    Tipo curioso, tuo fratello. Sorrise alla sua imitazione di un ragazzino che non aveva avuto ancora l'onere di conoscere. Da quelle brevi istantanee che gli presentava il fratello maggiore le sembrava di riconoscere un mix tra tutti i suoi amici del passato, compreso il ragazzo che le sedeva vicino e forse anche un po' lei. I colpi di testa li avevano avuti tutti loro, lei persino letteralmente con quella chioma che assumeva ogni minima sfumatura in base alle emozioni che provava, anche quelle più flebili. Poi col tempo era riuscita a gestire meglio quei poteri, perdendone il controllo solo quando le emozioni erano troppo forti per essere gestite.
    Per non farsi sopraffare cercava di esternare in altri modi preoccupazioni, ansie, gioie e la parola era ciò che le riusciva meglio, supportata però da coraggio liquido. Fu il miscuglio di complicità, vino, coccole e familiarità ad aprirsi con l'aspirante medimago, rivelandogli cose che persino Annie e Brianna non sapevano: lei ed Hector. Due persone che si amavano da tutta la vita, ma che non riuscivano mai ad incontrarsi davvero o, meglio, lei non riusciva a prendere quell'amicizia annosa e mandarla alle ortiche per vivere una storia d'amore. Anche se poi... l'amicizia era finita comunque sepolta da strati di incomprensione ed orgoglio. Si aprì l'ex Corvonera, rivelandogli come non avesse nessuna predizione sul loro futuro -anche perché lei Divinazione l'aveva sempre evitata per la sua poca tangibilità- e se quello che c'era tra loro fosse qualcosa che andasse al di là di una chimica incredibile.
    Parlò e il padrone di casa rimase in un silenzioso rispetto, lasciando parlare i suoi gesti, stringendo le mani tra le sue, allontanandosi però quel tanto che bastava per esser uno di fronte all'altra. Si mordicchiò le labbra quando l'altro ammise che tra di loro non ci sarebbe mai potuta essere un'amicizia data la voglia irrefrenabile che entrambi avevano di baciarsi. E pensò che volesse farlo perché sfilò una mano dalla sua presa per portarla sul fianco, spingendola verso di lui tramite la trazione delle mani intrecciate. Fu naturale sedersi a cavalcioni su di lui, portando le braccia sulle sue spalle e le mani a perdersi tra la chioma folta e la nuca. Erano vicini tanto che poteva sentire il respiro sul suo volto, il suo calore, il battere del suo cuore, perdendosi in quegli occhi chiari che si velarono di preoccupazione quando riprese a parlare, facendo riferimento a suo fratello. Si limitò ad annuire, mentre le dita tamburellavano sul suo cuoio capelluto, arrestandosi per un attimo quando lui le raccontò di come a soli nove anni si era ritrovato improvvisamente solo, con la madre morta, il padre impazzito così tanto dal dolore da cercare di uccidere il figlio più piccolo e lui a cercar di mantener in piedi quella famiglia disastrata. Riprese il movimento, stringendo di più con le gambe, come a volerlo stringere in un abbraccio completo, persino quando il nome della sua ex risuonò troppo ingombrante tra di loro. Una mano scese sul suo petto nudo, proprio all'altezza di quell'organo che collassava per ultimo nel corpo di una persona. Un cuore che nonostante i numerosi tradimenti in ogni sua forma continuava a battere, forte e speranzoso. Avvicinò la fronte alla sua, mantenendo sempre gli occhi aperti, quasi un po' sgranati. Credo che invece sia l'unica cosa che non passerà mai di moda! Strofinò il suo naso contro il suo in quel bacio all'eschimese tenero, staccandosi solo quando lui riprese a parlare. E dopo quello che disse la voglia di baciarlo, freneticamente, divenne difficile da contenere, richiamando tutto il suo autocontrollo per non ficcargli due metri di lingua in gola. Si limitò ad accarezzargli il viso di rimando, con i loro sguardi sempre più vicini, anche quando lui lasciò cadere il suo perché troppo imbarazzato da quella situazione, trovandolo ancor più sexy e provocante. Allora... non ci resta che vedere che succede... Non resistette più, lo attirò a sé, posando le sue labbra sulle sue, lasciando che si modellassero, riscoprendo la strada di casa.
    Ora le sembrava di capire un po' di più Aaron Barnes, aspirante medimago, ex Corvonero e con la sindrome dell'abbandono. Credeva che lei potesse esser compresa solo da Bellamy Murray, vista la sua disastrosa vita familiare, ma anche il bel moro non era da meno. Se possibile la sua situazione era anche peggiore perché lei i genitori li aveva ancora, solo che avevano avuto la stessa presenza e costanza di Helena Barnes. E quello era tutto dire.


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