Maze of time

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    Liv Marshall ( ▲ Scheda |▼Stat ) - 27 anni - Maîtresse - exSerpeverde
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    Un caldo appiccicoso quel giorno, che solo le zanzare ne gioivano. Se ne posò proprio uno sul collo di Liv e strofinò il suo delicato nasino puntuto contro la sua pelle prima di istigarle un brivido lungo la schiena e pungerla. L'ombra della mano avanzò ad oscurarle il cielo e per lei fu la fine. *Splotch!*
    "Ahhh! Che prurito!" esordì, mentre la sua tarantola le sgattaiolò sotto il palmo per andare a divorare quella leccornia. Era la prima metà del pomeriggio ma anche lei aveva finito da poco di mangiare, si era portata dietro un sandwich imbottito con prosciutto cotto, formaggio e pomodori che l'aveva saziata a dovere. Aveva dovuto ripiegare su un largo e fresco abito da strega verde smeraldo fatto di tela che le teneva scoperte giusto le caviglie. Aveva lo scollo morbido a V che si poteva regolare con dei lacci dorati, presenti anche ai lati dei fianchi, di modo che non cadesse a mo di sacco ma che avvolgesse le forme in maniera più morbida e vezzosa. Intricati simboli protettivi celtici del medesimo colore lo rivestivano per tutta l'interezza della stoffa, impreziosendolo. Aveva indossato una cintura lucida in squame di avvincino per stringerlo attorno alla vita sottile e ai piedi calzava un paio di eleganti sandali da schiava in pelle, coordinati al colore della borsa etnica tondeggiante. Il collo era attorniato da ben tre lunghe collane di monili bagnati in argento, una aveva un ciondolo di pietra di luna bianca dagli incantevoli riflessi blu, la seconda era in pietra lucida di onice nera e la terza era la più preziosa e colorata, in radice di rubino. Bracciali tintinnanti da altrettanti ciondoli recanti le forme del sole, la luna e le conchiglie del mare le adornavano le braccia abbronzate di un piacevole colorito dorato che aveva assunto in quei giorni di mare.

    Era lì alla Hidenstone per una visita di piacere in verità, sapeva che l'evento in questione a cui intendeva assistere sarebbe stato più unico che raro, per cui aveva chiesto un giorno di permesso dal lavoro al Canto della Sirena a patto che però ne avrebbe recuperato le ore successivamente nella settimana. Che il labirinto fosse aperto anche ai visitatori oltre che agli studenti era ottimo perchè si era sempre interessata alle strutture architettoniche complesse e quella poteva essere un'occasione per apprendere maggiormente e lasciarsi ispirare dal genio del costruttore che aveva lavorato a quell'enigmatico capolavoro. Inoltre sfide insidiose si prospettavano a stuzzicarle la curiosità e l'idea di poter testare la sua nuova creazione aritmantica in quel contesto capitava a fagiuolo.

    Era stata accorpata ad un gruppo di adulti che intendeva intraprendere l'esplorazione assieme a lei. Un uomo biondo e dall'aspetto elegante, quasi pomposo e una donna giovane e piacente, da quel poco che l'aveva sentita parlare, sembrava esperta di medicina magica. Sorrise ai due e vi si avvicinò con un cenno del capo quando comprese che erano prossimi al turno di entrata, scrutandoli in maniera leggera senza dare l'aria di starli studiando, ma ovviamente era rimasta sulle sue, avrebbe preferito far fare a loro il primo passo con le presentazioni.

    Notando però che stessero indugiando, dato che si stava creando quel tipico silenzio imbarazzante fra conoscenti, suo malgrado fu lei a dover rompere il ghiaccio prima rischiare di percepire la medesima dose di disagio: "Buongiorno, Liv, piacere di conoscervi... Siamo tutti qui per lo stesso motivo?" Azzardò con quella domanda per cercare di imbastire del dialogo, accennando "Io me la cavo un po' con gli enigmi e ad orientarmi e vorrei realizzare una mappatura del luogo se possibile; certo che... Essere dentro un rompicapo dev'essere qualcosa di davvero esaltante... Mi ricorda per certi versi le Escape Room babbane. Abbiamo uno spezza-incantesimi fra di noi?" Domandò a quel punto per riorganizzare le idee e partire con un minimo di logica strategica per non farsi cogliere impreparati mentre estraeva dalla borsetta un paio di guanti bianchi che sorresse in un unica mano. Con quella ancora libera mise mano alla bacchetta in modo da lasciarla delicatamente poggiata sul palmo mentre con voce chiara enunciò "Guidami" e quella prese a ritirarsi e a modellarsi sulla sua mano fino a prendere le sembianze di una bussola di legno. Rimase giusto qualche secondo a controllarne le coordinate e a spostarla lentamente a destra e sinistra in modo da rilevare la loro locale variazione magnetica, spostandosi e girando su se stessa per diverse volte finchè la posizione della freccia di movimento non andò ad allinearsi con il quadrante. Non era di certo facile saperla leggere, ma fortunatamente ne aveva già avuto a che fare avendo avuto un padre che di professione oltre a costruire Drakkar, solcava i mari, ne aveva giusto una blanda infarinatura però, che era ben diverso dall'essere un comprovato cartografo e un navigatore e soprattutto, quella non era una bussola nautica. "Uhmmm... Se avete modo di prendere appunti potreste segnarvi questo paio di gradi? Devo correggere la declinazione per calcolarmi il nord reale da quello magnetico." Se non altro sembrava sapere quello che stava facendo.
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    Edited by Liv Marshall - 9/9/2019, 21:27
     
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    Dipendente Ministeriale ~ C.M.I. ~ 28 anni ~ Inglese
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    La giornata a Denrise o, per essere più specifici, all'accademia di Hidenstone era un evento una tantum a cui lui, come membro dell'ufficio C.M.I., era tenuto a partecipare per via del suo ruolo istituzionale. Denrise era una realtà strana, geograficamente parte della Gran Bretagna eppure il suo popolo fiero si considerava una realtà a parte, al di sopra del governo che dovrebbe avere giurisdizione su loro, creandosi leggi, eleggendo i loro capi e tutto ciò che ne consegue. Vath non capiva ancora bene la questione Denrise, e avrebbe dovuto data la sua mansione all'ufficio che, più di tutti, sarebbe quello più interessato a mediare sulla faccenda eppure le mire di controllo da parte del Ministero erano osteggiato dagli abitanti Denrisiani. Vath per l'occasione aveva scelto un completo formale ed elegante, giacca, pantaloni e cravatta nera su una camicia bianca, ai polsi due gemelli d'oro e il proprio anello con monogramma all'anulare sinistro. La serata si preannunciava interessante, l'accademia di Denrise aveva organizzato una festa con varie attrazioni, un labirinto, un triathlon, ed altro a cui il ventottenne non si era interessato. Hidenstone era ciò che, all'epoca in cui Vath si era diplomato, mancava nel panorama dell'istruzione magica poiché essa rappresentava per i maghi ciò che per i babbani era l'università. Un percorso di specializzazione che Vath sicuramente avrebbe intrapreso al termine degli studi anziché ricercare quelle competenze in un viaggio attraverso Europa, Egitto e Russia. Materie come Babbanologia, Storia e Legislazione Magica sarebbero state per Vath le materie cardine nello svolgimento del proprio incarico lavorativo. Per il labirinto era stato assegnato ad una squadra tutta al femminile, una giovane donna bionda che si avvicinò per presentarsi. «Salve, buongiorno. Vath Remar, molto piacere.» Un sorriso, la mano tesa verso di lei. L'altra persona si presentò dopo poco e Vath fu sorpreso e felice di rivedere Eilidh, le sorrise, alzando la mano libera dal bastone da passeggio. «Eilidh, buongiorno, bentrovata. Sei abbinata al nostro gruppo?» La giovane sembrò già attivarsi per comprendere come, quel gruppo potesse collaborare per raggiungere il centro del labirinto. «No, mi spiace, Cooperazione Magica Internazionale, ma ho un ottima memoria quindi potrei tenere a mente il percorso.» La bionda si mise immediatamente all'opera estraendo la bacchetta, ed eseguendo un incanto "Guidami" si concentrò sulla direzione del nord. «Dimmi pure, terrò a mente io. »

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    Finalmente Hidenstone. La metamorphomagus avanzava tra i partecipanti, alla ricerca di visi familiari, fermandosi di tanto in tanto a scambiare delle chiacchiere con visi che richiamavano più le memorie di un passato lontano che il suo presente.
    Per l'intero anno aveva messo un duro punto alla possibilità di recarsi su quella remota isola e nei territori di una scuola che le era sconosciuta. Non aveva il profumo dell'antico di Hogwarts, con secoli e secoli di formazione data a studenti di tutto il Regno Unito, e non solo, ma era comunque affascinante. Senza dubbio se si trovava lì era per colpa della sua coinquilina che decantava le lodi di quell'accademia ogni qualvolta rientrava a Londra dopo un periodo trascorso in quei territori. Persino sulle pagine di Strega Moderna aveva potuto leggere di come la rossa medimaga avesse aiutato una studentessa a dar luce al suo pargoletto.
    Per cui, quando era venuta a conoscenza di come l'accademia aprisse le porte alla comunità, la medimaga non si era lasciata sfuggire l'opportunità di partecipare. Aveva chiesto ad Olive di sostituirla e la cosa le era costata come due domeniche consecutive, un sacchetto pieno di caramelle gelatinose e un giro no stop nel bar vicino l'ospedale. Sperava solo che ne valesse la pena.
    Per sopportare il caldo di agosto aveva deciso di indossare un paio di short di jeans, leggermente sfilacciati ma che seguivano ogni suo movimento, una maglietta bianca traforata; delle scarpe tipo tennis nere, di quelle famose tra i babbani, e uno zainetto in pelle nera dove vi erano ben riposti una borraccia termica, con dell'acqua fresca, una barretta ai cereali e al cioccolato, ed altre cose, tra cui il suo magifonino e un pacchetto di gomme da masticare alla menta. L'unico ornamento, oltre ad un paio di occhiali da sole neri, era una collana lunga, con un pendente in giada. Era un gioiello di poco valore economico, ma tanto affettivo. I suoi fratelli erano stati donati dieci anni prima ad Annie e Brianna, in pietre diverse, come simbolo della loro amicizia.
    Giocherellava con la grana della stessa, tirandola e intrecciandovi i polpastrelli, mentre girava tra i capannelli di adulti lì presenti.
    Come una bambina aveva appuntato il suo nome nella lista di chi avrebbe preso parte ad una caccia al tesoro(?) in un labirinto magico. Era un labirinto perenne che aveva più il valore della foresta Proibita di Hogwarts che una sistemazione atta al solo evento messo lì in campo.
    Si incamminò, in solitaria, verso l'ingresso di quel labirinto con uno degli organizzatori che era intento a dirimere i vari gruppi e che, non appena la vide, le indicò con un gesto del capo la figura di una giovane donna, dall'aria selvaggia con quel vestito lungo da strega e decorato finemente da motivi che a distanza non riusciva a decifrare. Era ammaliante con quelle collane di lunghezze diverse e dai colori brillanti, ma ciò che più le piacquero furono quei calzari alla schiava che mai aveva avuto il coraggio di acquistare.
    Il sinistro fu pronto nello spostarsi verso la ragazza quando l'addetto alla sicurezza non attirò nuovamente la sua attenzione indicando questa volta con la cartelletta che stringeva tra le dita un uomo biondo. Nonostante fosse di profilo non poté non riconoscere quell'inquietante bastone da passeggio con la testa di serpente. Vath! Non pensavo che ci fossi anche tu qui. Avrebbe salutato, afferrandolo per un braccio e arrestare la sua corsa. A saperlo... potevamo venire insieme.
    La risposta però sarebbe tardata ad arrivare da parte del funzionario dato che la donna li raggiunse, togliendoli anche da un imbarazzo che si era creato per il fatto che lei l'avesse toccato. Come bruciata staccò la mano e sorrise in direzione della bionda. Che poi... tutti biondi erano lì? E si consolò con i suoi capelli di un verde brillante. Saranno stati anche un pugno nell'occhio, ma almeno portava un po' di allegria. Eilidh! Si presentò, sollevando la mano a mo' di saluto, con l'altra che si lanciò come una macchinetta nel parlare a ruota di enigmi, mappe, orientamenti. Una che parla più di me! L'ho finalmente trovata! Era così emozionata che voleva stringerla in un abbraccio da orsa ma la richiesta di uno spezzaincantesimi la fermò. E forse fu meglio così. Medimaga. E spero di non dover intervenire mai. Nel mentre Remar sventolò la sua arma segreta, la sua memoria, e di come non servisse della carta per appuntarsi qualcosa. Ma lei era un po' restia e dubbiosa, per quanto poco conosceva il mago, che si premurò nel sfilare un manico dello zainetto, aprirlo e andare alla ricerca di un qualcosa su cui scrivere. Tutto ciò che trovò fu un blocco di ricette e una penna nera a scatto. Nel caso dovesse servire... Abbozzò, sorridendo verso il biondo ministeriale, affiancandosi poi all'altro lato della bionda. Che ne direste di entrare? Tocca proprio a noi. Avrebbe esortato, impugnando la sua bacchetta di nocciolo con la mancina. Sperava di divertirsi e soprattutto di tornare intera a Londra.


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    Liv Marshall ( ▲ Scheda |▼Stat ) - 27 anni - Maîtresse - exSerpeverde
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    "Ahn, vi conoscete già? Tanto meglio!" Liv rise nel constatare che i due avessero già la confidenza necessaria per poter eventualmente cooperare. Non trovo come il suo ruolo nella cooperazione magica internazionale possa esserci utile ma va bene. Sicuramente un medico è essenziale, ma spero di non trovare niente di orribile all'interno da dover chiedere il suo aiuto. Il suo sguardo tornò alla bussola e si fece più serio mentre che si concentrava per leggerne le coordinate. Bisbigliò piano pronunciando numeri un paio di volte poi annuì ed annunciò ai due "33T 0298830 E 4646912 N, abbiamo il punto da cui siamo partiti. Adesso, calcolo anche l'ipotetico punto in cui dovremmo avanzare per trovare l'uscita... Trentatrè- Mhmmm... 33T 0347172 4672800. Ci siamo, possiamo andare." e poi guardò Vath "Memorizzato il tutto? La prego di non scordare neppure un numero, sarebbe alquanto disdicevole." La paranoia era una costante nella sua vita con cui varie volte avrebbe dovuto fare i conti e quello era uno dei citati momenti. Non appena presero ad avanzare, richiuse la bussola con un piccolo *Tlack* e incomincio a scribacchiarsi qualcosa sul polso, estraendo rapidamente una piuma blu elettrico dalla borsa a tracolla mentre che procedeva all'entrata del Labirinto assieme a loro. Il verde smeraldino delle foglie era talmente intenso che non faticava a comprenderne la natura magica e come questi crescesse rigogliosamente coprendo ovunque ed ostruendo la vista con muri di siepi soffocanti. Atropina, la tarantola color cioccolato di Liv si calò dai capelli di Liv ed atterrò sulla sua spalla, incominciando a ridiscendere e a percorrerle tutto il braccio sinistro con passetti affrettati. La strega non sembrò curarsene dell'animale, tant'è che chiunque avesse potuto vedere la scenetta avrebbe potuto benissimo scambiare l'aracnide per un abitante del labirinto venuto a dare il benvenuto agli sventurati visitatori. Ma ogni dubbio sarebbe stato in successiva dissipato da Liv, che una volta che la tarantola avesse raggiunto la sua mano, avrebbe risollevato il dorso dove l'animaletto si era appollaiato per portarselo alle labbra e schioccargli con affetto un bel bacio sull'addome pelosetto. Un famiglio. "Si però la prossima volta che mi prova a pungere una zanzara potresti mangiarla tu, prima che ci pensi io a doverla schiacciare, a cosa servi?" mormorò con tenerezza alla bestiolina e questi si strofinò contro la guancia di Liv, appiccicandosi con le zampe alla sua faccia per tornare al punto su cui più le piaceva soggiornare: l'occhio. "Eheh, non ci fate caso... Allora, ricontrolliamo: Abbiamo preso a primo bivio la svolta a destra, poi abbiamo proseguito per ora fino a questo secondo bivio. Che facciamo, andiamo a destra stavolta?" Chiese ora, mentre che con un paio di dita tamburellava la testolina della tarantola per invitarla a spostarsi mentre che consultava scomodamente le coordinate della bussola per controllare che finora non stessero sbagliando completamente la direzione. "Entrambe le direzioni per ora non ci allontanerebbero troppo, per cui scegliete pure a cuor leggero, per me è indifferente." fece spallucce, facendo tintinnare la miriade di monili appesi al suo collo e alle braccia. Il sigillo aritmantico "α" che aveva intessuto con fili argentati al centro del motivo celtico, non destava sospetti all'occhio se non per il diverso colore con cui l'aveva cucito. Esso era stato realizzato la sera precedente in fibra di seta che possedeva il pregio di difendere il corpo dalle cariche elettromagnetiche ed elettrostatiche. Veniva riconosciuta come una fibra "viva", ideale nei momenti di stress, tensione e superlavoro, ed era per quel motivo che Liv la ritenne perfetta per sigillarvi un incantesimo protettivo all'interno da fissare sull'abito. Non si poteva prevedere cosa sarebbe potuto succedere all'interno di un luogo simile in cui era sconsigliato l'utilizzo della magia e si sarebbero persi i contatti con il mondo esterno per ore, per cui un po' di prevenzione, all'occorrenza, non avrebbe di certo guastato. Chissà se anche loro avevano tenuto per l'occasione qualche asso nella manica, se lo augurava vivamente di non girare con dei poveri sprovveduti. Finalmente Atropina decise di scansarsi e permettere a Liv nuovamente di riacquistare completamente la vista, quando, la denrisiana si accorse di qualcosa a cui non aveva pensato prima di addentrarsi lì "No!... Il Mare mi porti via." Mormorò a denti stretti notando come l'inchiostro le avesse macchiato la pelle sudata ed anche una manica dell'abito per via del caldo, rendendo praticamente impossibile leggere buona parte dei numeri appuntati sul suo polso. Menomale che c'era ancora la memoria di Vath su cui fare affidamento.
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    Edited by Liv Marshall - 9/9/2019, 21:27
     
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    Eilidh Mae Aileanach Rheon
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    Erano un trio malamente assortito. Un mago pieno di sé, con la sua memoria sfoggiata come un corpo fa con il vestito dello stilista durante la settimana della moda; una strega con l'aria di essere un po' troppo sopra le nuvole, con la mente riportata allo stato di adolescente eccitata per quell'avventura; un'altra strega... paranoica? Sentirle fare calcoli, leggere coordinate -appuntò velocemente quei numeri sul blocco perché non sapeva ancora se poteva fidarsi della funzione mnemonica particolare del Serpeverde- e prevedere il punto di uscita le metteva ansia. Sicuramente durante il cammino, con il senno del poi, sarebbe stata grata a quell'essere scrupolosa e perfettina, ma al momento la metamorpha non riuscì a non avanzare a grandi passi, guardandosi intorno, dopo aver riposto quelle informazioni nella tasca davanti ed inferiore dello zainetto. Con la bacchetta di nocciolo tra le dita si lasciava coinvolgere dagli odori e dai colori che percepiva con quei sensi ottenebrati dalla vita della City. Lì l'aria era pura, priva di smog e di contaminazioni babbane e il suo corpo riusciva a respirare davvero, proprio come quando andava a trovare i nonni in Scozia, nella loro casa poco fuori da Wigtown.
    Era ritornata dai due una volta che si erano trovati di fronte ad un primo bivio, lasciando che fosse la donna con la bussola a guidarli. La destra sarebbe stata la scelta e non le restò che impilare quei passi uno dietro l'altro, tenendosi a poca distanza da Vath e ancor di più dalla bionda. La veste era maestosa nel suo essere semplice e quel verde risaltava ancor di più il colorito pallido della pelle e l'oro dei suoi capelli. E furono i suoi capelli a crearle problemi, o meglio, l'essere che li stava usando come funi per scendere sulla sua spalla. La reazione fu di levare il braccio sinistro armato, mentre l'altro avrebbe dato una botta sul fianco del ministeriale per attirare la sua attenzione. Un cenno col capo sarebbe stato indirizzato verso l'aracnide. Poteva essere una prova del labirinto e avrebbero fatto meglio ad intervenire, per quanto le disgustassero le creature piene di zampe e pelose. Stava per castare un incantesimo quando vide la mano della donna sollevarlo e portarselo vicino al viso.
    Ha quel coso come famiglio? Quel pensiero si sarebbe potuto vedere tranquillamente nella smorfia orripilante del suo viso fin troppo espressivo. Non poteva farci poi molto. Era un libro aperto da che ne aveva memoria, e se con il tempo era riuscita ad occultare il cambiamento del colore dei capelli non si poteva dire lo stesso delle sue espressioni. Certo, era migliorata da quando indossava il camice, ma in occasioni informali lasciava perdere la rigidità del suo lavoro. Cercando complicità nel biondo sollevò l'indice della mano con cui l'aveva colpito per portarselo alla fronte e compiere quel movimento che aveva un chiaro significato: "qualcosa fuori posto ce l'ha". Andiamo chi era sano di mente nello scegliersi per famiglio un aracnide? E addirittura chiedere loro di non far caso a quel coso che le zampettava sul viso. Bleah, che schifo! E mentre si avvicinava alla donna che si era fermata davanti ad un nuovo bivio si impose di non guardare con disgusto il famiglio e concentrarsi sulle sue parole.
    Vada per la sinistra allora. Il tono fu così deciso, come i passi che fece in direzione della strada che aveva scelto. Si sarebbe portata al fianco, stando bene attenta a mantenere una distanza di sicurezza a prova di salto dell'acromantula. Essere che era più interessato a districarsi sul viso della ragazza che a saltarle addosso, liberandole la vista. E ciò che vide la fece imprecare. Seguì lo sguardo fino a scontrarsi con una vistosa macchia di inchiostro sul polso. Possibile che erano stati in tre ad appuntarsi quei numeri? Davvero non si fidavano l'uno dell'altra? Tranquilla, li ho segnati anche io. Provò a tranquillizzarla, puntando con il piede verso la strada alla loro sinistra. Segno che voleva rimettersi in marcia. Si sarebbe frapposta tra i due compagni di avventura, cercando di animare un po' la conversazione che altrimenti sarebbe risultata monotona.
    Tu, invece, cosa fai nella vita di tutti i giorni? Aveva l'aria di una che non viveva nella comunità londinese e neanche che fosse ministeriale. Una docente, magari? Probabile, tutto poteva essere se Lancelot Olwen era responsabile della cattedre di Rune.


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    Lo Snaso Cleptomane proseguiamo senza il post di Vath.
     
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    Il Labirinto del Minotauro
    Evento - Labirinto

    Il trio formato da Liv, Vath ed Eilidh era partito nella sua esplorazione con la migliore delle intenzioni ma probabilmente, povere stelle, dopotutto loro non ci abitavano mica in quell'accademia, non avevano fatto i conti con la volontà del labirinto. E in questo caso la parola "volontà" non era affatto una metafora per intendere la serie di complessi naturali che regolava l'ecosistema all'interno del labirinto, tra flora e fauna. Nono, non c'era modo più letterale di intenderlo, soprattutto in quel periodo dell'anno. Uno stormo di Augurey sarebbe sbucato da un'altra ala dell'imponente miracolo architettonico semi-naturale, volando proprio in direzione del gruppetto. Non avrebbero tentato di far loro del male, semplicemente volando e perdendo alcune delle loro penne scure avrebbero costretto i tre a coprirsi, per evitare di impattare per sbaglio in un grosso tacchino spaventato. L'unica del gruppo a potersi impanicare sarebbe stata Atropina, che in un Augurey poteva effettivamente vederci un predatore affamato di carne di ragno. Fortunatamente per lei, però, non era quello il loro obiettivo. Sembrava solamente che stessero fuggendo da qualcosa. Peccato che l'Augurey fosse notoriamente conosciuto come un uccello portatore di sventura. Significava forse qualcosa?

    Forse sì, dato che al termine di quella svolazzata, alle spalle delle due donne, Vath fosse svanito. Ma non solo, al suo posto si era materializzato un enorme muro di rovi e chissà per quanto tempo quello sarebbe rimasto lì, a dividerle da lui. Continuando ad avanzare, poi, avrebbero notato come la conformazione del labirinto subito davanti a loro sembrava essere variata appena rispetto a prima dell'apparizione dei volatili. Quindi.. le loro coordinate erano ancora affidabili? Avanzando, infine, sarebbero entrambe arrivate ad un vicolo cieco. Seduto, lì per terra, si trovava un.. mendicante? Lì in mezzo? Sembrava vestito da ricchi abiti orientaleggianti, che lo avvolgevano quasi completamente, lasciando scoperti giusto gli occhi verdi e qualche lembo di pelle. Davanti a lui un tappeto, con due bicchieri.

    Signorine..

    Salutò lui, alzando lo sguardo verso le due.

    Credo.. che voi siate qui per arrivare all'uscita, sbaglio? Siete proprio fortunate, allora, perché non dovrebbe essere lontana, una volta superata la porta alle mie spalle.

    Ma che porta? Parlava del fitto muro di rovi subito dietro di lui? In quale modo quello poteva anche solo assomigliare ad una porta?

    Oh, certo, voi non potete vederla ancora.. mmh, allora facciamo così! Se trovate la pallina bianca vi aiuterò a passare. Ne ho una bianca ed una nera. Le nasconderò sotto questi bicchieri e, se riuscirete a scegliere quella corretta, avete vinto voi. In caso contrario.. ho vinto io..

    Ridacchiò dopo quest'ultima affermazione, tirando rapidamente fuori da una tasca delle palline, per nasconderle con evidente maestria sotto i due bicchieri. Iniziò a mescolarli, neppure troppo velocemente, per poi fermarsi e guardare negli occhi Liv ed Eilidh.

    A voi la scelta..

    Era stato.. davvero lento nel mischiarle, sarebbe stato impossibile non trovare la pallina inizialmente mescolato. Peccato purtroppo che, proprio durante la mescolata iniziale, le due donne avrebbero potuto notare come sotto entrambi i bicchieri sembrava essere stata posizionata una pallina nera. Ma quello era un imbroglio! Oppure.. era proprio quello il motivo dietro tutto quel teatrino? Dopotutto l'attrazione vantava uno scontro di menti tra i partecipanti ed un fantomatico Minotauro all'interno.. no?



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    "Posso capire il disgusto che provi per i ragni, ma te l'assicuro, Atropina è speciale! E' davvero inusuale persino per un insetto essere tanto affettuoso, eppure lei adora il contatto umano e le coccole, proprio come un gatto." Le spiegò, notando inevitabilmente la smorfia di disgusto presente sul volto della medimaga mentre che Atropina tornava a risalirgli sulla chioma bionda, per trovare il suo punto preferito e stabilirsi sulla sommità del suo capo. Di certo non desiderava farle cambiare opinione sugli insetti di punto in bianco ma perlomeno avrebbe potuto constatare che ne esistevano di addomesticabili ed altrettanto fidi da poter essere degli eccellenti animali da compagnia. "Ah, tanto meglio. A volte la memoria può giocare brutti scherzi. Nulla di personale Mr. Remar... Però mi piace essere previdente." Quella macchia con un po' d'acqua e sapone sarebbe andata via, sperava solo che non le avesse macchiato l'abito. "Attualmente lavoro come cameriera e factotum per un locale marittimo in cui servono il pescato del giorno qui a Denrise. Però nel tempo libero di tanto in tanto mi diletto con l'Aritmanzia... In attesa di un impiego più stabile." Fece uno di quei sorrisetti affabili in cui curvava il labbro superiore, arricciandolo in maniera felina mentre spostò per un'istante gli occhi su Eilidh intanto che continuava nel suo incedere al passo con loro, tornando poi immediamente con gli occhi sulla bussola. Per fortuna che non ebbero bisogno di consultarle le coordinate che tutti e tre avevano segnato. Il gruppo gironzolò senza meta per un po' finchè uno stormo di Augurey non interruppe i loro pensieri, cogliendoli completamente impreparati. Vath fu il primo a svanire nel mistero di quelle siepi magiche, occultato alla vista dello stormo che batteva le ali all'impazzata, in cui fu impossibile tenere gli occhi aperti dato che tendevano a chiudersi per riflesso ad ogni colpo d'aria smossa. Liv si riscosse e sciolse la sua posizione difensiva che aveva assunto durante quell'attimo, in cui aveva accostato le braccia attorno al capo per proteggerlo. Si incominciò a tastare, cercando immediatamente la presenza di Atropina e mentre che si guardò attorno si accorse subito della mancanza di Vath e a quel punto chiese in tono allarmato "Dov'è finito l'uomo vestito elegante?" fissando poi, aggrottando la fronte, la siepe che era apparsa dal nulla al posto del biondo e che probabilmente divideva le due dall'uomo. La tarantola si era rannicchiata all'interno dello scollo del vestito, saltò fuori da lì non appena vide che il pericolo era passato, ma Mr. Remar non fece lo stesso, indi per cui sembrò che la volontà del labirinto avesse incominciato ad agire alla presenza dei nuovi ospiti. "Sei ferita?" Chiese di getto neppure un'istante dopo, manifestando la propria preoccupazione, ma pareva che quello stormo avesse come unico scopo quello di creare unicamente scompiglio e distrarli per poter dividere il gruppo e ci era riuscito alla perfezione. "Senti, lui conosce le coordinate. Le abbiamo tutti e tre e e quell'incantesimo è talmente semplice che può farlo anche un moccioso del primo anno ad Hogwarts, quindi sta tranquilla... Eravamo pronti a queste eventualità e alle brutte farà come suggerirei di fare anche per noi due, ovvero, utilizzarle per tornare all'entrata del labirinto, manifestando la volontà di uscire." Se Vath non era un'idiota avrebbe fatto sicuramente così, altrimenti per Liv si sarebbe meritato di vagabondare ancora un po' in quel simpatico luogo, dopotutto mica era pericoloso, affatto! "Proseguiamo a questo punto, ti va?" Chiese e qualora avesse avuto un responso positivo si sarebbe mossa con lei, con suo sommo dispiacere più vicina ad Eilidh ma semplicemente per una maggiore sicurezza, illudendosi che avendocela di fianco sarebbe stato più difficile da far "sparire". Arrivate in prossimità di ciò che indicava la bussola come la "strada giusta" da percorrere, si trovarono di fronte al loro primo vicolo cieco. Cazzo."Mh, mi sono confusa... Per di qua." Non deve sospettare che non ho la situazione sotto controllo. Siamo sole, ed è appena sparito il tizio borioso e se le mostro che non so neppure che direzione prendere potrebbe degenerare il panico e avremo minori possibilità di combinare qualcosa di utilmente concreto qui dentro. Spero vivamente che non sia una persona che si lasci impressionare da certe cose perchè IO ho intenzione di proseguire senza ulteriori intralci. Era strano, l'aveva visto poco fa quel percorso, eppure sembrava fosse variato in un solo istante. Di nuovo. Un'altro vicolo cieco. "Ma che-..?!" Per quasi non infartò quando con la coda degli occhi intravide il mendicante seduto in terra e mise la mano libera al petto cercando di riprendere fiato. "Anf!-... No, eravamo a farci una passeggiata in verità. Ti sembra il caso di sbucare così dal nulla?" Di primo impatto nel suo tono proruppe una vena di nervosismo generato dalla frustrazione generata per il dover muover muoversi in una situazione per lei ingestibile ed impossibile da prevedere, ma poi in quella stessa frase fu in grado di sdrammatizzare e di tornare calma nel giro di pochi secondi. Se non poteva controllare il labirinto, doveva almeno poter controllare le sue emozioni. Scrollò il capo e a quel punto fece un'alzata di spalle, inarcando un sopracciglio per andare a guardare il punto tra le siepi indicategli come "la porta" dal mendicante arricchito. "Aye" Commentò affermativa nella calata Denrisiana mostrandosi neppure troppo impressionata, sentendosi presa per i fondelli. Con un breve sguardo complice si voltò verso Eilidh, per cercare di comprendere cosa ronzasse per la testa anche a lei e se nutriva il suo stesso pensiero. A quel punto si accovacciò, piegandosi sulle ginocchia per essere alla stessa altezza del mendicante ed annuire accettando così la sua proposta. Quello incominciò a mescolargli di fronte agli occhi i bicchieri in cui intravide scivolar sotto un paio di palline scure. O quello era un grosso figlio di puttana o se l'era immaginato. Serviva consultarsi con la donna. Liv non appena quello finì di mescolare sollevò l'indice "Possiamo consultarci solo un'attimo?" E a quel punto si sarebbe rialzata in piedi in un piccolo slancio per prender da parte la Strega e parlare con lei a voce più bassa e bisbigliata "Ma-... Ho visto male io o quel tizio sta cercando di fregarci con tutte le scarpe?..." Si voltò di nuovo verso il mendicante per poi tornare su di lei "Io ho visto che metteva due palline nere sotto i bicchieri, è corretto? E una pallina è sul secondo bicchiere partendo da sinistra, l'altra invece è nell'ultimo, giusto?" A quel punto passò la mano sul mento, strofinandosi le labbra con le dita "Non c'è alcuna pallina bianca. Dobbiamo trovare un modo per tirarla fuori però-... E non credo che il metodo migliore sia quello di fargli accorgere di star utilizzando un'incantesimo." riflettè condividendo con lei i suoi pensieri "Potremmo fare come ha fatto lui. Potremmo fingere che ci sia una pallina bianca sotto uno dei bicchieri-... Magari trovo un modo io per colorarlo con una runa e poi-... Tu lo distrai magari e mentre faccio questa velocissima sostituzione di colori, sollevi poi il bicchiere con la pallina nera e a quel punto non può più dire nulla-... Se dirà che l'abbiamo imbrogliato, possiamo sempre dire che ci ha provato per primo lui, mettendo due palline nere sotto i bicchieri... Non so. Che ne pensi? Hai idee migliori o questa potrebbe andare?" A quel punto il suo sguardo si fece interrogativo ed attese che anche l'altra si esprimesse in merito al proprio ragionamento.
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    Edited by Liv Marshall - 9/9/2019, 21:28
     
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    Eilidh Mae Aileanach Rheon
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    Si dice che le persone imparino dagli errori del passato -o che almeno ci provano a farlo- ma Eilidh non era tra quelle. Avrebbe dovuto ricordarsi di quanto fosse perseguitata dalla sfiga quando si trovava nei pressi di una scuola magica. La sua pelle recava ancora i segni di quanto i luoghi all'apparenza più sicuri potessero essere in realtà più pericolosi di un fuoco incrociato di armi babbane. Eppure Annie le aveva parlato così bene di Hidenstone... Forse perché lei ha una fortuna grande quanto l'universo?
    Perché non poteva pensarlo in modo diverso dato lo stormo di Augurey, gli uccelli del malaugurio magico, prese a svolazzare su di loro. Merlino, ma che ti ho fatto di male? si sarebbe chiesta, portandosi un braccio sulla fronte e chinandosi leggermente in un istinto di protezione, tenendo però la bacchetta sollevata. Dai movimenti della cameriera -come la longilinea si era definita alla sua domanda curiosa- si accertò che lei stesse bene, anche se forse preoccupata per qualcosa (probabilmente il suo famiglio troppo peloso e pieno di zampe). Qualcosa che esternò con tono inquieto. Si stava riferendo a Vath, l'algido ministeriale. Si voltò di scatto nella direzione in cui aveva lasciato il biondo più grande di un paio di anni, non trovandolo. Una siepe era al suo posto, occultando loro la strada che avevano fino a quel momento percorso. Si avvicinò, stando ben attenta a non sfiorare quella barriera verde per paura di esserne inglobata. Vath, sei lì dietro? Una domanda che non avrebbe avuto risposta e ne era perfettamente cosciente. Ma andiamo... erano in una scuola e il mago sembrava cavarsela, sarebbe riuscito a trovare la strada dell'uscita da solo no? E poi erano in una scuola, cosa sarebbe potuto succedere di male? Chiedilo alla tua cicatrice! Quella vocina impertinente rispose per lei, aumentando il panico che potesse essergli successo qualcosa di gran lunga peggiore rispetto alle apparenze. Fu però l'altra donna a rassicurarla, invitandola a proseguire.
    Va bene, andiamo!
    Cercò di non rabbrividire dalla vicinanza che questa volta condividevano e di non fissare Atropina con troppo disgusto. Se fino a quel momento non l'aveva mangiata poteva ritenersi salva, vero? Percorreva la direzione che la bionda imponeva, frutto della lettura di coordinate e calcoli che però sembrarono iniziare a non funzionare, perché il labirinto sembrava tramutarsi ad ogni passo che facevano. Cercò di non innervosirsi ulteriormente quando l'altra borbottò di essersi confusa, non credendoci neanche lei in ciò che diceva.
    Cos- Davanti alle due donne apparve loro un uomo dall'età indecifrabile, colpa anche di ciò che indossava, ben lontano dalla moda inglese. Se ne stava seduto con l'aria sbeffeggiante che finì solo con l'urtare la medimaga. Parlava di porte e porte lei non ne vedeva né di fronte a sé, né ai lati, né tantomeno alle spalle. Le sembrava tutto fastidiosamente uguale e terribile.
    Ci farà solo perdere tempo. Lui e il suo giochino deciso già in partenza. Lo fissava con le braccia incrociate mentre sfilò due palline, entrambe scure, per nasconderle sotto i bicchieri. Era un po' il gioco delle tre carte a cui le non faceva altro che perdere. E ciò la rese ancora più nervosa. Liv, dopo essersi abbassata per seguire il movimento del mendicante, prese del tempo per confrontarsi. Erano arrivate alla stessa conclusione. Ci vedi fin troppo bene. Acido fu il suo commento, con il piede che sbatté sul terreno. Odiava i giochi sporchi dove si richiedeva l'intervento di un fato imparziale inesistente. Come te la cavi con la trasfigurazione? Cambiare colore era quanto di più facile potesse esserci ma ce l'avrebbero fatta a non farsi scoprire? Ascoltò però con maggior attenzione la possibilità di usare delle rune e la possibilità che fosse lei a confonderlo. Davvero aveva una scritta luminosa e lampeggiante con su scritto logorroica?! Direi che il tuo piano è perfetto. Tutto quello che serve è dimostrargli di aver trovato quella bianca e lui dovrebbe ammettere che erano entrambe nere se dovesse avere qualche rimostranza. In ogni caso la porta che lui dice dovrà aprirsi. Le iridi chiare si mossero sulla figura della compagna di avventure fissandosi all'altezza del colletto da cui spuntava il ragno per amica. Forse ho un'idea. Si avvicinò ancor di più, abbassando il tono di voce per non farsi udire dal mendicante orientaleggiante. Atropina può esserci utile. Hai visto che diciamo ho... paura dei ragni... però ecco, quando ci abbasseremo per sollevare i bicchieri potresti ordinarle di zampettare verso di me? Già al solo pensiero di sentire la vicinanza della creatura la pelle si era riempita tendersi nella classica piloerezione, ma avrebbe fatto di tutto per uscire da lì. L'idea era di servirsi della creatura magica per creare del sano caos sul tappeto permettendo a Liv di incidere la runa e cambiare il colore della pallina che avrebbe trovato sotto il bicchiere che avrebbe sollevato. Doveva solo resistere e dar il meglio di sé come uragano multicolore. Prometto che non le farò del male. Provò a rassicurarla. Ma se lei sarebbe riuscita a recitare splendidamente il ruolo della terrorizzata... Atropina sarebbe stata una brava attrice?
    Altrimenti potrei sfinirlo con chiacchiere vane. Mi inventerò qualcosa...
    Atropina o no avrebbe potuto comunque far tesoro del suo errore di genetica, no?


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    Liv Marshall ( ▲ Scheda |▼Stat ) - 27 anni - Maîtresse - exSerpeverde
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    "O-ordinarle?..." Ci aveva sentito bene? Liv sbottò a ridere di sano gusto a quella sua richiesta "Lei fa quello che vuole, al massimo è addestrata a salirti sul palmo della mano se glielo tendi o se hai del cibo." Che era la stessa cosa che avrebbe fatto praticamente un cane, attratto da coccole o da un premio. "Okay, a me sta bene! Regalale un'insetto con le ali e l'avrai conquistata." Liv parve acconsentire a quel folle piano in cui Eilidh si stava sacrificando per una buona causa, picchiettò dietro la schiena la "ragna" che stava sonnecchiando sulla sua scapola, costringendola ad uscire dal suo nascondiglio e a palesarsi nuovamente sul suo braccio, correva come una centometrista. "Oh?... Ohhh! Ferma, dove cazz'vai? Vieni qua." E la riacchiappò giusto in tempo prima che si avvicinasse un po' troppo alla donna, le passò due dita a massaggiarle la testolina pelosa e poi le indicò Eilidh ed iniziò a schioccare la lingua sul palato per emetter dei suoni con cui normalmente si richiamava l'attenzione di un gatto e a sussurrarle "La pappa, la pappa, dai." e sembrò effettivamente risvegliare qualcosa nella piccola aracnide che scattò sul palmo della mano di Liv un paio di volte ma sempre ferma sul posto a cercare di individuare dove diamine fosse sta' pappa coi cheliceri che si muovevano all'impazzata, mancava solo sbavasse. "Allora, noi abbiamo deliberato." Fece a quel punto la Strega dopo aver messo mano alla borsa ed aver tirato fuori un piccolo gessetto, voltandosi di colpo verso il mendicante da cui ridiscese per tornare alla sua altezza, ripiegandosi con le ginocchia e sorreggendosi sulle punte. Atropina fu lasciata libera di pascolare tra i bicchieri dato che la poggiò lì delicatamente. "Uhmmm!" Ovviamente si prese del tempo per rendere il tutto più ricco di pathos e scenico, portò la mano che stringeva il gessetto, nascosto nel pugno al mento, con aria pensosa mentre una mano era finita sul bicchiere contenente una delle due palline nere, senza però rialzarlo. "Sei proprio sicura sicura, Eilidh? La accendiamo?" Chiese, guardandola dritta negli occhi ed attese che incominciasse lo spettacolo. Non appena l'attenzione di Atropina fosse stata stuzzicata a dovere, la tarantola avrebbe spiccato uno dei suoi migliori salti in qualità di ragno appartenente alla famiglia dei "saltatori" (Evvaffanculo Liv, potevi dirlo prima a quella povera cristiana?!) Per andare ad appigliarsi ad una delle caviglie sottili della Medimaga, incominciando a muovere le innumerevoli zampine pelose per scorrazzare lungo tutta la gamba della donna, pur di raggiungere il suo tanto agognato "premio". Sarebbe stata una scena per cui Liv avrebbe pagato l'intero prezzo del biglietto per poterselo gustare e rivederlo di nuovo, ma intanto aveva una missione da compiere e di certo non poteva sprecare quei secondi preziosi per non terminare il suo ruolo: Non appena gli occhi dell'uomo si fossero spostati su Eilidh che avrebbe di sicuro dato di matto, avrebbe fugacemente riavvicinato il bicchiere a lei, trascinandolo senza rialzarlo per poi dare una piccola spinta con il collo dello stesso verso di lei, accompagnando la pallina nera nella sua direzione che fece sparire rapidamente nel giro di una frazione di secondo nel suo pugno. Fu certosina ad incidere il risultato del calcolo numerico che fece a mente in maniera istantanea Bianco. 2-9-1-12-3-13. Sommati fanno 40. quindi Delta. "δ" Tale simbolo che avrebbe potuto assicurare ad entrambe la risoluzione dell'enigma del labirinto ma solo se Eilidh fosse riuscita a svolgere egregiamente anche la sua parte. Rimise con altrettanta velocità fulminea la pallina sotto il bicchiere, che nel frattempo stava già cambiando colore, mentre il simbolo aritmantico bianco, come il gessetto e la pallina stesso sarebbe stato realmente difficile da notare. Liv su questo aveva giocato d'astuzia ed aveva scelto con cura quale fosse il miglior catalizzatore con cui tracciarlo. Non lo alzò ma lo sollevò appena verso il suo lato mentre che la lasciava scivolare al di sotto e la ricopriva nuovamente, riavanzando poi il bicchiere coperto in modo che si allineasse a tutti gli altri, rimanendo immobile con quella stessa mano sul quale stava esprimendo la propria preferenza prima d'essere interrotta. "Che diamine sta succedendo? Si può riprendere?" Inarcò un sopracciglio mentre cercava di indovinare cosa fosse successo nel frattempo, gustandosi quel poco della scena a cui aveva potuto assistere prima della conclusione.
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    Edited by Liv Marshall - 10/9/2019, 22:06
     
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    Che lei ed il mondo delle Creature Magiche fossero agli antipodi era cosa risaputa. Quando era giunto il momento di scegliere i nuovi insegnamenti per il percorso G.U.F.O. da integrare con le discipline base non ci aveva pensato due volte nello scartare Cura delle Creature Magiche. Per cui non si meravigliò quando la bionda ricalcò la scelta del verbo che aveva fatto e non se la prese neanche quando la vide liberarsi in una risata. Anzi, l'accompagnò salvo poi inorridire al pensiero di dover attirare a sé il famiglio con un insetto. Forse quella strategia si stava dimostrando davvero più ostica del previsto. Almeno per lei. Avrebbe dovuto combattere un paio di fobie per riuscire a guadagnare l'uscita. Non poté trattenere una smorfia di disgusto quando l'esemplare femmina di acromantula si palesò, correndo sul braccio magro della padrona con quelle sue lunghe zampette. Non ce la farò mai. Sussurrò, passandosi una mano sul volto andandola poi a fermare all'altezza del gomito del braccio opposto. Nel mentre le iridi andavano a ricerca di qualsiasi forma di insetto, anche senza ali. Atropina avrebbe fatto meglio a non essere così schizzinosa circa la preda che le avrebbe presentato dando il via ad una reazione a catena. Fu in quella perlustrazione che si accorse di un piccolo lombrico verde con delle striature gialle, strisciare incurante del pericolo verso la siepe alla sua sinistra. Con la scusa di sistemare i lacci delle scarpe, si chinò, lasciando che fossero l'indice ed il medio della destra a provare ad afferrarlo per poi nasconderlo nel palmo della mano, serrando le falangi per non farlo scappare. Sarà meglio muoverci. Sibilò, cercando di non sentire la viscidità dell'animale misto a terriccio sul suo palmo chiuso. La seguì, sistemandosi accanto alla ragazza, china sul tappeto, sentendo i muscoli delle gambe tendersi per quella posizione accovacciata che aveva assunto. La mancina si sarebbe posata sul recipiente contenete la pallina nera che sarebbe rimasta in quel colore tetro, proprio secondo la volontà del mendicante. La destra invece sarebbe stata posata sul suo ginocchio avvertendo la fastidiosa sensazione di viscidume della povera vittima sacrificale. Era l'unico modo per far sì che Atropina indossasse alla perfezione le sue vesti di predatrice e che tarantolasse verso di lei per scatenare il panico.
    Accendiamola! Un guizzò oscurò le sue iridi chiare, mentre la gabbia di carne ed ossa si sollevò lasciando che il fido animale di Liv potesse zampettare verso di lei. Fece per sollevare il bicchiere che le spettava quando, con la coda dell'occhio, vide l'Acromantula effettuare un salto che Isinbaeva scansate. Se l'atleta russa si serviva di una lunga asta per superare l'asticella ad altezze impensabili per un comune mortale, il famiglio fece leva sulla sua genetica e dote naturale aggrappandosi alla sua gamba, iniziando la scalata verso il successo. CHE SCHIFO! CHE SCHIFO! CHE SCHIFO! La metamorphomagus scattò in piedi, scuotendo le gambe ma né Atropina né Dino il lombrico volevano saperne di abbandonare la sua pelle. MOLLAMI! MOLLAMI! Iniziò ad agitarsi ancora di più, mentre la vera magia si attestava sulla sua testa. Blu, rosso, giallo, verde, arancione. Un arcobaleno di colori si riversò sulla sua chioma, cambiando persino lunghezza e spessore di quei capelli, lasciando che esprimessero appieno il suo disgusto e sbrigliando, dopo tanti anni di allenamento, quel potere che aveva cercato di arginare e di usare a suo piacimento. E senza dubbio, anche un minimo di controllo per quella manifestazione lo aveva. Un po' meno furono i salti, i movimenti delle braccia e delle mani per cercare di scacciare quell'orribile creatura. Arrivò persino a buttarsi addosso allo sciamano, mettendogli in bella vista la gamba nuda, pregandolo di aiutarla. Per favore, toglimi quella cosa di dosso! Strepitava, come una mocciosa di cinque anni. Finì anche con l'inciampare con tutti quei movimenti, abbattendo letteralmente l'impostore, sperando che tutto quel caos la compagna di disavventure potesse avere ampio spazio di manovra.
    Forse fu il trambusto, la caduta o il suo semplice strillare che Atropina abbandonò il campo -leggasi la sua povera gamba- dandole l'impressione di masticare allegramente qualcosa. Di certo non l'avrebbe richiamata per accertarsene. C'è che quel mostro non dovresti lasciarlo pascolare allegramente! Mi ha assalito! Te ne rendi conto? Forse era entrata un po' troppo nella parte, ma con lo sguardo cercò un cenno, anche il minimo che il suo astruso calcolo aritmantico avesse dato i suoi frutti. Credo di sì. Guarda, il bicchiere che volevo sollevare io non si è mosso neanche di un millimetro. Il che in effetti era vero, aveva cercato, nella furia di scacciarsi la ragna, di evitare quanto più possibile di calpestare il tappeto proprio per evitare che il vecchietto potesse far loro storie. Se solo avessi tenuto la bestiola al suo posto ora potrei dimostrarti che qui sotto c'è la pallina bianca! Il tono era acido, per quanto cercasse di renderlo credibile, ben sapendo di come lì avrebbe visto solo il colore tetro che l'uomo aveva deciso sin dal principio. Allora... possiamo sollevarlo al mio tre, vero? Avrebbe chiesto puntando lo sguardo sul vecchio, in attesa di un suo cenno affermativo. Qualora l'avesse fatto avrebbe iniziato quel breve countdown. Uno... Era davvero da stupidi pensare che l'altra avesse avuto la sorte di compiere la sua magia? Due... Il suo teatrino sarebbe stato solo vano? Si era davvero fatta assalire da un ragno gigante? Non restava altro che scoprirlo. Tre! E sollevò il bicchiere.


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    Il Labirinto del Minotauro
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    Il piano delle due donne era semplice nella teoria ma intricato nella realizzazione, soprattutto se si ragionava mettendo in conto il terrore che la povera Eilidh provava nei confronti di quella satanica, mostruosa e stranamente dolcissima bestia che era Atropina. Il mendicante scostò le mani dai bicchieri quando quelle gli chiesero un attimo per ragionare e inclinò appena la testa di lato, chiudendo gli occhi in un'espressione rilassata, probabilmente sorridente, se non fosse stata coperta dai suoi indumenti.

    Con grande piacere. Parlate pure fin quando volete.. ho tutto il tempo del mondo.

    Rispose lui, con il suo tono di voce basso e caldo, tranquillo sicuramente molto più delle due giovani. Si sarebbe guardato un po' intorno, mentre riceveva con scioltezza tutte le occhiatacce lanciategli (giustamente) dalla coppia. Portò anche un attimo lo sguardo su Atropina, che per un secondo si bloccò anche lei a fissare lui di rimando. Alzò la mano e la salutò con un gesto appena accennato, facendo vibrare i cheliceri della piccola aracnide. Si riprese quando quelle si voltarono di nuovo verso di lui.

    Oh, bene, avete fatto la vostra scelta?!

    Chiese lui, squillante, osservando la mano di Eilidh tendersi verso il bicchiere. Sembrava vagamente insoddisfatto dallo sguardo che le aveva rifilato per un secondo.

    Allora, questo qui? "Accendiamolo" pur-

    Iniziò a dire, con voce vagamente meccanica, come se si fosse arreso all'idea che le due non avessero notato il suo imbroglio, ma poi dovette interrompere la sua frase a metà, stordito dalle urla impressionanti che si alzarono dalla povera medimaga, impegnata a soffrire per il bene del gruppo. Per un attimo gli occhi dell'uomo vagarono sul viso di Eilidh, soffermandosi anche sui suoi capelli così particolari, ma solo quando quella fece per lanciarsi su di lui, quasi con le lacrime agli occhi, alzò repentinamente la mano destra, mostrando il palmo alla ragazza che, come sorretta da una gentile corrente di vento, venne rimessa in piedi da che stava per capitombolare sul povero mendicante.

    Sta bene, signorina Eilidh? Le assicuro che il famiglio della signorina Liv ha lasciato la sua pelle.. adesso è al sicuro.

    Fece sempre con la sua voce calma, dimostrando in primis di conoscere i nomi di entrambe ed in secondo luogo buttando anche un occhio a Liv, che stava rimettendo a posto la pallina. I riflessi ed i poteri magici di quel.. tizio? gli avevano permesso di non lasciarsi distrarre per abbastanza tempo da far finire in santa pace a Liv il suo giochetto aritmantico. [CAR Eilidh 25: d20 5]
    Nonostante questo, però, il mendicante non tentò di fermare l'azione della denrisiana e, una volta accertatosi che la medimaga stesse bene, si rimise nella stessa identica posizione di prima.

    Riprendiamo, allora. Questo bicchiere, giusto?

    Chiese, appoggiandoci leggermente il palmo della mano sopra per poterlo alzare con molta lentezza. A quel punto Liv avrebbe potuto sentire una leggera elettricità statica nell'aria attorno a sé, come se una magia talmente concentrata da sembrare fisica stesse tentando di rompere il suo sigillo. Fortuna volle che la sensazione sparì dopo un poco e, quando il mendicante fece per sollevare la mano, si sarebbe trovato davanti una pallina totalmente bianca. [TEC Liv 30: d20 19] [INTE Minotauro 40: d20 4]
    (Il tiro è sufficiente nonostante il lancio di Eilidh non riesca ad abbassare il suo punteggio di INTE)

    Ahahahah! Ma che brave!

    Prese ad applaudire l'uomo, alzandosi dal suo posto da cui non si era mosso per tutto quel tempo, genuinamente divertito da quel risultato anche per lui inaspettato.

    Era da molto tempo che qualcuno non me la faceva sotto i baffi con la magia.. sono contento di aver potuto riprovare un'esperienza del genere, finalmente. Permettetemi di ringraziarvi.

    Avrebbe quindi fatto lui, porgendo a Liv ed Eilidh rispettivamente la pallina bianca e quella nera, come omaggio. Una volta che le ragazze le avessero prese in mano, quelle si sarebbero poi trasfigurate lentamente in una forma più spigolosa, fino a divenire delle gemme dello stesso colore delle palline e con una forma ricordante una testa bovina. Davanti a loro, in un battito di ciglia, la figura del mendicante sarebbe sparita, così come ogni traccia della sua esistenza ed il muro di rovi alle sue spalle si sarebbe lentamente trasfigurato in un arco verde, che conduceva in lontananza all'uscita da quello strano labirinto.

    Grazie per aver fatto visita alla mia dimora.

    Sarebbe stata l'ultima frase che avrebbero sentito pronunciare dal signore di quel labirinto, anche se stavolta la sua voce sembrava essere dispersa nell'etere, tutt'intorno a loro.

    ---------------------------------------------

    Non preoccupatevi per Vath! Dopo aver vagabondato per qualche minuto, in balia delle varie trasformazioni offertegli dal labirinto, il ministeriale si sarebbe infatti ritrovato all'uscita! Se non fosse, però, che altro non era che l'entrata da cui lui e le due ragazze erano partiti. Lì fuori ad aspettarlo ci sarebbe stato un elfo domestico seduto ad un banconcino che, guardandolo dal basso verso l'alto avrebbe esclamato:

    Si è perso anche lei! Congratulazioni, è il cliente numero cinquanta che non riesce a superare il labirinto! Vuole un dolcetto?

    Avrebbe domandato, porgendogli un vassoio pieno di biscotti fatti a mano, tutti con su delle scritte di glassa che recitavano frasi sulla falsa riga del "C'eri quasi!" oppure "La prossima volta andrà meglio!"



    RevelioGDR


    CITAZIONE
    Bene, belle, anche se con due settimane di ritardo, chiudiamo questo piccolo evento! Mi sono divertito a vedervi attuare il vostro piano più che sconclusionato, lo ammetto ahahahah E insieme alla buona improvvisazione deve avervi sorriso anche la vostra buona stella! Ebbene si, perché come è giusto che sia, i maghi possono risolvere qualsiasi inghippo con la magia.. ed è proprio per questo che il vostro avversario aveva un potere magico veramente imponente, con cui poter neutralizzare le tattiche più.. meschine (?) Diciamo che di base risolvendolo con la magia avreste lasciato l'indovinello in mano ai dadi, mentre risolverlo con la logica mi avrebbe impedito di tirare i dadi.

    Se ve lo state chiedendo, senza tirar fuori la bacchetta potevate risolvere l'indovinello indicando un bicchiere come vostra scelta, ma dimostrarne la veridicità sollevando l'altro. A quel punto avreste scoperto per forza una pallina nera, implicando che l'altra dovesse essere bianca. Era sicuramente un modo scorretto di vincere, ma lui aveva avuto un modo scorretto di giocare, come avete potuto anche notare VOLEVA che voi baraste. :D

    Passando alle ricompense, entrambe guadagnate i punti esperienza dei vostri post più un piccolo bonus perché mi è piaciuta veramente molto la vostra idea di azione ed infine, il piccolo tesoro del labirinto.
    Per quanto riguarda Vath, invece, non avendo partecipato alla risoluzione dell'enigma ti verrà assegnata l'esperienza per i tuoi post.

    Avviso che le cariche del vostro oggetto magico sarebbero state due per ogni indovinello a cui avreste risposto in maniera corretta, ma dato che per diversi motivi i vostri post sono arrivati tardi non ho potuto farvi continuare con più di un indovinello ^^


    LIV: 8+2 Exp + Oggetto
    Gemma Bianca del Toro: Un piccolo cristallo di un puro bianco a forma di testa bovina. Lo si può utilizzare per farci una collana, un bracciale, un anello o anche solamente tenerselo in tasca come portafortuna. Dona un bonus di +2 ad Intelligenza a Liv per 2 volte, dopodiché mantiene solamente la sua funzione decorativa 0/2


    EILIDH: 8+2 Exp + Oggetto
    Gemma Nera del Toro: Un piccolo cristallo di un lucente nero a forma di testa bovina. Lo si può utilizzare per farci una collana, un bracciale, un anello o anche solamente tenerselo in tasca come portafortuna. Dona un bonus di +2 ad Intelligenza ad Eilidh per 2 volte, dopodiché mantiene solamente la sua funzione decorativa 0/2


    VATH: 1 Exp

    SNASO: 3 Exp (Da assegnare a Dean Guymoore)
     
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10 replies since 8/8/2019, 21:49   288 views
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