when we find someone it's for life

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    Ametrin
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    Erik Foster
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    I giorni che si susseguirono all'inaugurazione del campus scolastico non furono come Erik se li aveva immaginati. Esser entrato così in empatia con Jesse lo aveva destabilizzato, ma non quanto realizzare di aver combattuto e quasi ucciso un docente sotto la tenue luce della luna piena. Quella presa di coscienza fece riaffiorare alla mente una lunga serie di episodi dalla trama piuttosto offuscata, ma dal nitido epilogo: una morte. Se si concentrava riusciva a rintracciare alcune delle sensazioni che provava da licantropo. Se chiudeva gli occhi sentiva il ferroso odore del sangue, la facilità con cui gli affilati artigli affondavano nella pelle e quella disgustosa sensazione che emergeva ogni qualvolta provava a cibarsi con qualunque creatura senza però saziare la sua vorace fame.
    Ecco, poi il volto deforme di quel ragazzo sventrato tornò a far capolino nella sua mente. Il battito cardiaco accelerò a ritmi impressionanti, gli occhi si spalancarono e con un repentino movimento dell'addome staccò la schiena dal terreno. NOOOO! Aveva il respiro affannato, il corpo sudato e il cuore in gola. Rimase un quella posizione per una decisa di secondi, intanto Josh con un lumos illuminò l'interno della tenda in cui dormivano insieme a Blake e Jesse. Erik? Non lo ascoltava. Erik? Erik! Fu allora che il moro scosse rapidamente il capo e i pugni allentarono la forza con cui spingevano le unghie contro la pelle. S-sì. Scusatemi ragazzi, ho avuto un incubo. Ancora. Quella era la terza sera di fila, era evidente come il ragazzo avesse qualcosa che non andava e ormai il suo sto bene aveva perso ogni briciolo di credibilità. Tornare a letto solo per rigirarsi più e più volte nel sacco a pelo non sarebbe servito a niente, così restando in pigiama fece per mettersi le scarpe e si alzò in piedi. Vado a prendere una boccata d'aria, quando torno farò attenzione a non svegliarvi.
    In un'altra occasione avrebbe impedito a chiunque di seguirlo, ma in quello stato non ne aveva davvero la forza.

    Immagino dovrò farci l'abitudine. Si disse mentre un fresco vento gli scompigliò il ciuffo e donò sollievo a quei lembi di pelle sudati. I-io sono un mostro. Non aveva valore alcuno tutto l'impegno che dedicava nel far del bene al prossimo, a condurre uno stile di vita sano e salutare o tutti i sacrifici che faceva per riuscire a dimenticare quel giorno che cambiò radicalmente la sua vita. Oramai era un mostro e in quanto tale compiva azioni mostruose. La verità è che non potrò mai essere un eroe.
    Sì, insomma, non esistevano personaggi dei fumetti che salvavano uomini di giorno e ne sventravano di notte. Era affetta da licantropia e l'unico modo che aveva per combatterla era l'assunzione di anti-lupo, ma ciò avrebbe voluto dire mettere in mostra il proprio stato di lupo mannaro. Inoltre non sono neanche sicuro se a questa età posso assumerla senza effetti collaterali. Non era ancora pronto a questa eventualità, inoltre attualmente il costo di tale pozione era assai elevato e un ragazzo come lui non poteva di certo permettersi una spesa del genere a scadenza regolare.
    Fanculo, sono condannato a vita. Calciò un sassolino che rotolò a circa venti centimetri da lui. Mi sento come Naruto nei primi volumi del suo manga. Un altro calcio, ma questa volta il sasso affondò all'interno di una pozzanghera formata da uno sfortunato aguamenti di quel pomeriggio. Si specchiò nel suo rifletto, ma anziché vedere un ragazzo, lui vedeva un lupo. Sei la mia volpe a nove code, vero?
    Venne distratto da un rumore che sembrava provenire dalla sua stessa tenda, probabilmente qualcuno si stava alzando. Era Josh? Jesse? Erik? Tutti e tre? Chiunque fosse stato a lui non importava, nessuno avrebbe potuto comprenderlo. Fu allora che le orecchie percepirono uno strano rumore. Sembrava qualcuno intento a zappare a quell'ora della notte. Ehm, Ragazzi, davvero, non preoccupatevi. Sento qualcuno che sta lavorando la terra, lo raggiungo, ci scambio due chiacchiere e torno, davvero. Fu così che si avviò verso la fonte del rumore.
    I piedi lo condussero in prossimità di un campo accanto alle serre e davanti agli occhi si palesò il fantasma di un contadino. E questo? Non ricordo di aver sentito parlare di un fantasma che viveva fuori dal castello.

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    Jesse Lighthouse
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    Quando Josh ed Erik erano casualmente finiti nella tenda che lui e Blake avevano prescelto, il cuore del piccolo Opale si era riempito fino all'orlo di gioia: anche solo prolungare la sua condivisione con Blake era per lui tantissimo, ma l'idea di poterlo fare anche con Erik, probabilmente il ragazzo a cui più voleva bene in assoluto, era stato per lui incredibile.
    Poi erano venuti gli incubi "Nghon nci bengnare..." le urla di Erik si confusero con il lumos e le parole di Josh destando pian piano l'opale dal suo sonno, rigettandolo nel suo goffo corpo e nella sua proverbialmente lenta mente, tanto che, nel mentre Josh risvegliava anche Erik con una gran sicurezza, lui abbozzava qualche parola, in dormiveglia, suggerendo al bell'ametrino di non pensarci troppo.
    Come se Erik potesse scegliere di non pensare ai suoi traumi e alle sue paure, ma che il piccolo Jesse non fosse uno psicologo lo avevamo praticamente capito tutti (e che gliene servisse uno bravo altrettanto).
    Quando Jesse fu sveglio all'80%, Erik era ormai uscito a prendere una boccata d'aria. Josh aveva seguito con la bacchetta il ragazzo lasciare la stanza, quindi era rimasto ad indicare l'ingresso, spostando poi il fascio sull'opale quando questi si tirò su, mettendosi seduto.
    "Ohio, smettila di sparaflasharmi la faccia!" protestò il castano, iniziando ad agitare le mani, manco la luce fossero tantissimi insetti.
    "Scusa..." pigolò l'ametrino, abbassando la luce e rigettando nelle tenebre la tenda.
    Jesse sospirò e si guardò intorno: aveva deciso di prendere posto vicino ad Erik nel momento stesso in cui avevano iniziato a manifestarsi gli incubi, del resto era la posizione ove egli poteva arrecar maggior disturbo sicché nessuno pareva particolarmente interessato ad occuparlo, ma lui era amico dell'altro e quindi voleva esserci anche in quelle piccole cose. Si era anche illuso di poterlo aiutare con gli incubi, ma ovviamente così non era stato 'Sono un disastro...' si disse lui, sempre pronto a spendere una buona parola per la sua persona.
    Si grattò un po' la testa, poi si mise girò di lato, mise i piedi in due ciabatte e si avviò verso l'uscita della tenda.
    "Dove vai?" chiese debolmente Josh, anche se il suo tono era un po' allarmato.
    "Vado a vedere come sta Erik..." rispose lui "Tu dormi pure, tranquillo..."
    "Va bene, solo... capisco che lo vuoi consolare, ma... ci vai senza mutande? Audace!"
    Jesse sgranò lo sguardo, torse il proprio corpo per vedere Josh sghignazzare quindi abbassò lo sguardo per notare, e quindi salutare (era un ragazzo educato, lui) il piccolo grande Jesse "Uhm... ok, forse no..." un sopracciglio alzato e tornò al proprio posto sommando alla sua maglietta, bianca con al centro lo stemma dei marines e le mezze maniche blu, un paio di mutande nere e dei pantaloncini corti bianchi, nonché delle sneakers.
    Rimesso in sesto, il ragazzo lasciò la tenda senza che Josh aggiungesse altro, tipo facendogli notare come i suoi capelli paressero un nido per uccelli: forse, anche lui era stanco.
    'Uhm... cosa gli dico?' varcando la soglia della tenda condivisa, il ragazzo si rese conto che anche se i suoi sentimenti erano sinceri ed accorati, lui non aveva la minima idea di come tradurli in parole o gesti, e dubitava che il semplice stargli vicino potesse in quella occasione bastare, soprattutto perché ascrivibile al reato di stalking.
    Fortunatamente non dovette dir nulla: Erik aveva sentito tutti i rumori provenienti dalla tenda e non appena lui mise fuori il naso, questi provvide ad invitarlo a lasciarlo in pace: stava bene.
    "Uh sì, certo che stai bene. Lo vedo: sei in piedi e non stai tipo partorendo. Quindi stai benissimo!" rispose lui, affondando le mani nelle tasche ed ingobbendosi lievemente, accennando vagamente al fatto che anche lui avesse immagini che affollavano i suoi incubi, o incasinavano ulteriormente la sua mente.
    Il licantropo pareva abbastanza deciso sul da farsi ed infatti disse di voler parlare con un contadino, o chiunque stesse lavorando la terra 'Uh... meglio una persona a caso?' per Jesse quello fu un colpo duro: alla festa di inizio evento si erano scambiati parole molto profonde, fin troppo si sarebbe potuto dire, ma poi qualcosa si era in un certo senso spezzato e, nonostante Erik fosse sempre adorabile con lui, egli non riusciva a non percepire come qualcosa lo frenasse. Qualcosa cui lui forse si stava pian piano arrendendo, del resto non era forse sempre stata sua convinzione che tutti si stancassero di lui?
    "V-vengo con te... tanto... beh... non ho sonno... e poi uno che lavora la terra di notte ha tutta la mia stima!" esitò qualche istante, poi accelerò il passo per raggiungere l'altro ed abbozzare un sorriso a suo uso e consumo: poteva accettare che Erik lo volesse abbandonare, ma in quel momento il moro aveva bisogno di un amico e lui non se la sentiva di lasciarlo solo, nonostante tutto.
    Così, fianco a fianco, i due ragazzi si avviarono verso le serre, finendo coll'individuare la fonte dei rumori: un fantasma.
    'Uh, questo sì che aiuterà a non avere incubi: un fantasma. PERFETTO!' l'opale accolse quella presenza con una vena di isterismo 'Già non so cosa sto facendo e perché lo sto facendo, ci mancava giusto il fantasma che ama zappare rumorosamente!'
    In vero il fantasma non aveva colpa, ma il ragazzo non poteva non essere infastidito dal proprio karma. Sospirò e fece qualche passo in avanti "Ehm... ciao, siamo Jesse ed Erik... tu... chi sei... e cosa ci fai qui?" chiese lui chinandosi leggermente in avanti per capire cosa stesse capitando.
    Il fantasma smise di zappare, alzò lo sguardo ed osservò i due ragazzi"Sto raccogliendo i fiori che ho seminato tempo addietro..." la voce dell'anziano era effimera e fragile per l'età, ma anche forte "Lei... lei adora... e io adoro portarglieli ogni volta che posso... anche se... ah... gli anni passano e io faccio sempre più fatica..."
    'Anche i fantasmi invecchiano?' si domandò il ragazzo con leggerezza, osservando poi Erik. Fu a quel punto che ebbe un idea (eh, che fortuna!) "Uh, se è in difficoltà possiamo aiutarla noi!" affermò indicando sé stesso e l'amico, sul quale poi tenne uno sguardo complice "Non sarà la più avvincente delle avventure per due supereroi, ma sempre meglio di niente no?" gli sussurrò lui con dolcezza, ostentando poi un sorriso sincero ed aperto: nonostante Erik si fosse dimostrato un compagno di tenda alquanto modesto, Jesse non poteva che esser felice di trascorrere dell'altro tempo con lui.
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    Erik Foster
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    Il cielo era limpido quella sera, nessuna nuvola era in agguato all'orizzonte. Il buio era indebolito dalla chiara luce della luna piena solo per metà e dalla moltitudine di stelle che come infinite parole romantiche componevano la perfetta dichiarazione d'amore di un cielo spoglio. Il vento soffiava da nord e il suo fruscio piegava all'indietro milioni steli d'erba e qualche raro fiore che spargeva il suo aroma all'interno di un'area delineata.
    Erik era seguito da qualcuno, ma non aveva intenzione di voltarsi. Questo qualcuno parlava, ma come ipnotizzato da chissà quale magia mentale non riuscì ad ascoltare una sola parola, forse troppo concentrato ad abbattere i draghi nella propria testa.
    Aveva molto a cui pensare e in quello stato parlare era certo che non lo avrebbe aiutato, anzi forse era la coltellata definitiva al suo cuore turbolento. Aveva ancora il battito accelerato quando arrivò in prossimità di quello spettro. Stava ancora sognando? Ahi! Disse dopo essersi pizzicato per accertarsi di non star ancora dormendo. S-se io diventassi un fantasma continuerei a trasformarmi nelle notti di luna piena? Quel pensiero fece capolino nella sua testa poco prima di fermarsi. Sì, forse un destino del genere avrebbe potuto salvarlo da quella condizione che tanto pativa e assai gli recava dolore. Non si sentiva adatto in quel contesto, non si sentiva bene con se stesso. Si guardava e si odiava per ciò che aveva fatto in passato, si detestava per ciò che potrebbe fare, non si perdonava per ciò che sicuramente avrebbe fatto in futuro. Dopotutto sono un Foster, cos'altra potevo aspettarmi? Ecco, purtroppo in famiglia non aveva neanche ricevuto grandi modelli da cui prender esempio o anche solo stimare. Come si può diventare buoni quando tutto ciò che ti circonda è malvagio? Oh, se solo avesse saputo quanti scrittori, filosofi e teologi si erano posti tale quesito, forse però nessuno di loro lo aveva mai vissuto sulla propria pelle.
    Oh, Jesse. Disse ad un tratto, quando anche lui era arrivato di fronte al fantasma.
    ...
    Perché sei qui? Non volevo farti alzare, stavi dormendo.

    Il tono non era né dispiaciuto, tanto meno provocatorio. Era semplicemente strano, quasi come non fosse più lo stesso. Non sapeva come doversi approcciare, cosa dire o cosa fare. Piccole parole non potranno mai cambiare la realtà. Io sono diverso, lui non può capirmi. Nessuno può capirmi. Ecco, a tal proposito fu una fortuna che l'Opale si mise a parlare col fantasma che - diciamola tutta - in questo momento era assai più loquace lui di Erik.
    L'Ametrino ascoltò il non-morto dire cosa stesse facendo lì e quale fosse il suo intento. Jesse prontamente accettò di volerlo aiutare, coinvolgendo ovviamente anche il suo Capitan Hidenstone. S-sì, suppongo che possiamo aiutarlo. Credo. Tutta questa insicurezza da parte di Erik era assai strana, qualche giorno fa non avrebbe esitato a far i salti di gioia nell'eventualità di poter aiutare qualcuno.Signore, ho solo una domanda. Dopo aver raccolto i suoi fiori, dove li mettiamo? Fu solo allora che lo sguardo calde sui fiori in questioni. MA SONO EVANESCENTI! Come avrebbe fatto a coglierli? Avrebbe dovuto utilizzare la magia oppure avrebbe potuto funzionare la buon cara e vecchia mano?
    Ah, già che ci siamo... le faccio anche una domanda più, ehm, personale. Ovviamente è libero di non rispondere se non vuole! Credo lei abbia vissuto una lunga vita, dico bene? Ha mai pensato di poter far del male alle persone a cui tiene o, non so, alla sua mogliettina? Forse una domanda del genere era troppo diretta in un momento come quello e di certo per nulla utile all'obiettivo che entrambi avrebbero dovuto raggiungere, tuttavia sapeva anche che se avesse continuato così Erik ci avrebbe rimesso la sua salute mentale e fisica. Era trascorsi tre giorni dall'ultima volta in cui era riuscito a dormire sereno ed ormai cominciava ad accusare la stanchezza. Spero solo che le sue parole possano essermi d'aiuto. Immediatamente dopo scosse lo sguardo. Sapevo che partecipare a questo campeggio non sarebbe stata una buona idea. Sì, se solo fosse tornato a Liverpool si sarebbe risparmiato quella presa di coscienza che ora come ora gli aveva rovinato l'estate e forse anche qualcosa di più.
    La sua mente sognava tanto, tuttavia era anche molto probabile che al quesito del moro, il fantasma avrebbe risposto con un gigantesco what the fuck.

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    Lo Snaso Cleptomane



    Edited by Alexander Olwen - 8/8/2019, 14:59
     
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    Il Fantasma del Contadino
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    Sicuramente il vecchio Paul, quella sera non si aspettava di ricevere visite, come tutte le altre sere del resto. Come al solito si era alzato con l'intenzione di piantare i suoi semi e come al solito lo stava facendo. E avrebbe continuato a farlo per tutta la notte, aspettando che quelli potessero crescere, per poterli raccogliere ed infine regalare alla sua adorata. Peccato che il vecchio Paul fosse un fantasma e che altrettanto incorporei fossero i fiori che germogliavano attorno a lui e al luogo in cui una volta sorgeva il suo capanno. Negli anni 80 era stato un giardiniere presso il castello, quando ancora Hidenstone non esisteva e le mura alle sue spalle erano quelle di un normalissimo forte Denrisiano. Era morto di malattia qualche anno dopo Kelly, la sua povera e amata mogliettina, e da allora e per gli anni a venire era tornato, quasi ogni sera, per continuare il suo lavoro, da solo.

    Cielo.. due paia di braccia forti potrebbero fare davvero comodo... ad un pover'uomo come il vecchio Paul, ragazzi...

    Fece con un leggero sorriso in volto mentre, meccanicamente, compiva l'azione di portarsi il braccio alla fronte per asciugarsi il sudore. Che fosse incosciente della sua condizione di fantasma? Oppure era un gesto che dopo tanti anni passati ad esercitare la professione gli veniva ormai naturale? Fatto sta che il fantasma sembrò più che lieto della proposta di Jesse ed Erik e, senza indugiare, li indirizzò verso alcuni dei suoi.. fiori? Ovviamente entrambi avrebbero potuto notare come nulla di ciò che stava coltivando si trovasse davvero lì. Era tutto nel suo mondo: una bolla di ricordi destinati prima o poi a svanire assieme a lui. Ciononostante, proprio come bolle di sapone, con molta delicatezza, se avessero voluto, i due ragazzi avrebbero potuto sollevarle senza farle scoppiare. Un lavoro di precisione e calma, quindi.

    Oh, si, certo giovanotto... Li potete portare al mio capanno, lì in fondo.. ho intrecciato una bella cesta di vimini per la mia Kelly con le mie mani. Non appena.. tornerà a casa.. vedrete. Sarà la donna più felice del mondo... ohohohohoh

    Ridacchiò poi soddisfatto, accarezzandosi la barba, come se stesse già pregustando quel momento che non sarebbe mai arrivato. Era... triste, a pensarci. Eppure lui sembrava così felice. Dopo aver detto questo riprese la zappa in mano e tornò al suo lavoro, mettendosi una mano alla tasca ed iniziando a scavare, come per cercare degli altri semi da piantare. Il vero problema, però, era uno. Il suo capanno.. non esisteva. O meglio. Probabilmente una volta era esistito, ma con la dipartita dei due unici possessori, probabilmente era andato smantellato assieme a tanto altro della loro vita insieme.

    Siete proprio dei bravi giovanotti, voi due... venire fin qui per aiutare un povero vecchio, nel cuore della notte... venite dal villaggio? Siete lontani da casa...

    Iniziò a chiacchierare quello che, a quanto pare, ignorava totalmente come il forte accanto a cui aveva vissuto tutta la vita fosse diventata la Hidenstone che Jesse ed Erik conoscevano e che adesso ospitasse così tante persone, tra cui giovanissimi, da ogni parte d'Europa e del mondo. Sembrava preoccupato per l'incolumità dei due. Forse ai suoi tempi la zona era più pericolosa di quanto non fosse nel presente? Il vecchio Paul smise di muoversi, però, non appena si accorse della seconda domanda di Erik. Sembrava.. starci pensando su.

    Che domanda bizzarra, giovanotto.. certo che no. Amo la mia Kelly come nessun altra cosa al mondo... perché mai dovrei farle del male? Io.. io non.. capisco..

    Gli occhi del vecchio Paul erano sgranati, quasi innaturali. Le fiamme della paura potevano benissimo essere distinte anche nei suoi occhi spiritici. Si diede un'occhiata alle spalle, si guardò attorno affannando (anche se era un fantasma) e poi puntò gli occhi, carichi di speranza e terrore su Jesse ed Erik.

    Voi.. voi.. giovanotti, avete mica visto la mia Kelly? Sono ore che è via.. non è ancora rientrata a casa...

    Il vecchio Paul aveva completamente cambiato tono di voce, espressione facciale e modi di fare. Sembrava totalmente un'altra persona rispetto a pochi secondi prima. Era come se nella sua mente si fosse risvegliato qualcosa di sopito da tanto, forse troppo tempo. Cosa dovevano fare ora, i due ragazzi?




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    Jesse Lighthouse
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    "Uh, sì, sono proprio io... e sono proprio qui!" il ragazzo alzò un po' imbarazzato la mano al cielo alle parole dell'amico, piegando poi per un istante la testa al fine di osservare lo spettro, tornando rapidamente al moretto "Sì, ecco, stavo tentando di usare le mie capacità ninja: sai, quella roba tipo io credo in me, nel cuore mio!"
    Ovviamente Jesse non stava facendo il ninja e non aveva avuto alcuna intenzione di farlo, ma lo sconcerto di Erik lo aveva semplicemente colto in contropiede, trafiggendogli il cuore come una lama affilata 'Sì, beh, ecco... sono io... succede che la gente non si accorga che ci sono...' si stava infatti dicendo, cercando di sminuire la profonda delusione che gli avevano evocato quelle semplici parole: essere non notato - o evitato - era per lui una regola, ma mai si era sentito così con Erik, che anzi aveva sempre dimostrato interesse per lui, facendolo sentire visto, compreso e, perché no, amato.
    Erik era stata un'incredibile eccezione ad un'arcinota regola: il fatto che ora fosse tornato nell'ordinario era quasi inaccettabile per lui, ma, in fondo, cosa poteva fare? Il ragazzo non aveva la minima idea, quindi tutto trafelato cercò di fare quello che faceva sempre (danni), cercando di andare in aiuto del fantasma e dei suoi spettrali fiori per la sua non-proprio-esistente moglie.
    "Come credi?!" esclamò il ragazzo con un tono fin troppo acuto della voce, che tradiva il panico che stava vivendo 'A-anche questo... anche questo è andato?' si stava domandando lui, vedendo pezzo dopo pezzo lo sgretolarsi dell'immagine che aveva della loro amicizia, quasi quello che si fosse svegliato da un brutto sogno fosse Jesse, scoprendo come nulla di quanto desiderato fosse reale "S-sei Captain Hidenstone e lui è uno spettro di Hidenstone! Non possiamo lasciarlo qui da solo, poverino!"
    Jesse ci mise il cuore in quelle parole, indicando con le dita il moretto, ma anche lo spettro, cercando in ogni modo di convincere l'amico a dargli una mano, ad essere ancora una volta la disagiata coppia di non-eroi che avevano giocato ad essere negli ultimi mesi e che li aveva cacciati in ogni genere di guaio.
    'Ti prego... almeno questo...' un po' egoisticamente, all'aspirante marine poco interessava del fantasma: quello che voleva era solo non sentirsi di nuovo mortalmente solo ed il condividere qualcosa pareva il modo migliore, soprattutto con uno altruista come Erik. Il licantropo era molto insicuro, ma via via si fece interessato ai fiori. Anche Jesse iniziò a studiare quelle strane coltivazioni ed alzando lo sguardo rispose all'anziano "Dal villaggio? Uh, no! Noi siamo della scuola!" esclamò lui, indicando il castello, lasciando poi la parola all'amico, il quale pose strane domande allo spettro, tali per cui Jesse andò quasi nel paico 'MERLINO, l'ho ferito?!' Erik stava ovviamente chiedendo per sé stesso, ma Jesse non lo poteva sapere: non aveva la minima idea della bestia che si celava dentro al ragazzo e per lui l'ametrino restava il ragazzo vegetariano incapace di far del male ad una mosca, sicché la sua paranoia aveva gioco facile ad attribuire quelle parole a lui 'Ecco: è solo colpa mia! Ho rovinato tutto!'
    Completamente fuori strada, il ragazzo iniziò ad incolparsi nel mentre Paul rispondeva a quanto chiestogli e parlava della sua Kelly, per cui lui provava un dolce sentimento che in qualche modo ruppe un po' il muro del pianto dello studente, che, alzando lo sguardo, lo studiò 'Sembra davvero innamorato...' si disse lui, affondando le mani in tasca mentre spiacevolmente si chiedeva cosa ne fosse stato della donna. Avrebbe voluto credere allo spettro e raccogliere i fiori per portarli alla sua bella, ma era abbastanza certo che non sarebbe stato tutto così lineare 'Secondo me... lei non c'è più... e lui non l'ha capito...'
    Da alcuni suoi discorsi, Jesse aveva la sensazione che il fantasma non sapesse di essere un fantasma, cosa che un minimo lo incuriosì 'Un po' come Captain Hidenstone non sa di essere Captain Hidenstone...' si disse lui mestamente, studiando l'amico per poi tornare a Paul nel momento in cui questi iniziò ad agitarsi: un ricordo, una sensazione? Un momento di lucidità?
    Difficile a dirsi, ma negli occhi dell'uomo Jesse lesse qualcosa di lancinante e quindi agì d'istinto "Uh, no, non l'abbiamo vista... non io almeno... ma ehi, non è una notte qualsiasi, c'è il capeggio della scuola! Magari è andata uhm... da Jessica... sa, le è nato un bambino e sa come vanno matte per queste cose le ehm... donne..."
    Quante bugie stava raccontando Jesse in pochi minuti? Parecchi, ma il vecchietto pareva star davvero male e lui aveva bisogno di aiutarlo, di lenirne la sofferenza, soprattutto perché, in fondo, quello che straziava il suo cuore era ciò che straziava anche il suo: la solitudine.
    Un po' agitato cercò lo sguardo dell'amico, cercando di far intendere come intendesse procedere, cosa volesse provare a fare, almeno "Potremmo... potremmo prendere i fiori intanto" furtivamente l'opale li osservò e storse la bocca "Tipo... boh, prendendo la terra intorno ai fiori per spostarli senza ehm... far loro del male..."
    Il castano osservò i fiori evanescenti e si chiese se quella potesse essere un'idea per coglierli, poi si guardò intorno non vedendo alcuna cesta di vimini o casetta in cui portarli 'Ok... ok... calma...' si stava dicendo lui, a ridosso del panico, cercando gli occhi dell'amico, sperando che almeno non dovesse affrontare quella singolare notte da solo.
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    Se la situazione fosse diversa si sarebbe accorto di Jesse. Se la situazione fosse diversa ora non sarebbero lì. Se la situazione fosse diversa Erik non avrebbe dovuto far i conti con la sua natura da licantropo.
    La testa era troppo occupata a vagliare infinite ipotesi, cercar di svelare gli arcani più profondi del suo animo e a soppesare la propria natura, ancora in bilico in quella fascia adolescenziale in cui avveniva tanto difficoltosa quanto importante fase dell'accettazione. I giovani erano influenzati continuamente dalla cultura popolare, rimanendo affascinati da modelli basati su pura invenzione, quindi perfetti a modo loro e ineguagliabili. Per quanto Erik potesse amare Capitan America non sarebbe mai diventato come lui, proprio come una ragazza con evidenti problemi di sovrappeso non sarebbe riuscita a diventare una modella nell'immediato futuro. Era proprio la realizzazione di non poter adempire alle proprie aspirazioni che causava questa grossa delusione nei giovani, la stessa che li induceva a chiudersi in loro stessi e a far emergere dubbi riguardo il non essere abbastanza, l'aver compiuto solo sacrifici inutili e la consapevolezza che tanto qualcuno ci riuscirà prima di noi.
    Al mio problema non esiste cura. Continuò a battere sull'incudine mentre Jesse parlava. Purtroppo per aiutarlo ad ammazzare il suo demone avrebbe dovuto esorcizzare prima il proprio, peccato che nella sua testa questo appariva come onnisciente e onnipotente, nonché immortale. Il lupo era diventato ormai parte di lui. Mai l'avrebbe ammesso, ma una piccola parte di sé era convinto che il mannaro riuscisse a sentire e a captare informazioni anche da dormiente, non riuscendo però a controllare al suo risveglio. Però fino a che punto? Che io sappia mai nessuno è riuscito a domare il proprio lato animale.
    Come se in due non fossero abbastanza, anche il fantasma del contadino si unì al club di coloro che necessitavano aiuto. Annuì all'incoraggiamento di Jesse, tuttavia in quel momento non si sentiva Capitan Hidenstone, anzi se avesse dovuto cercar un personaggio di quell'universo più simile a lui in quel momento gli veniva in mente solo Thor in quei sporadici capitoli in cui aveva perso i poteri a causa di un malefico piano organizzato da Loki. Però Jesse ha ragione, non possiamo lasciarti solo. Ti daremo una mano, quindi conti pure su di noi! Nonostante l'ottimismo parve aumentare di un poco, il tono era ancora ben lontano dal suo solito entusiasmo e il proprio volto più che inneggiare la vivacità, era uno schermo di dubbi e perplessità. Sì, insomma, come raccogliamo i fiori?
    Esatto, non proveniamo da quest'isola, siamo entrambi inglesi. Io vengo da Liverpool e Jesse da Londra. L'Ametrino fu decisamente più specifico rispetto all'Opale, tuttavia non erano quelle chiacchiere di circostanza ad essere utili adesso. Ciò che era davvero importante fu il sentimento che il contadino nutriva per la sua dolce Kelly e nel suo piccolo non aveva parole per dire quanto fosse nobile per un uomo far gesti del genere unicamente per la felicità di sua moglie. Se solo anche mio padre fosse così io e mamma non avremo sofferto così tanto. Sospirò, alzando poi lo sguardo in direzione del cielo stellato. Non posso non aiutarlo a procurar gioia e affetto alla persona che ama. In quel momento non si sentiva un eroe, tuttavia avrebbe fatto il possibile per dar una mano a quel fantasma.
    Quindi bisogna raccogliere i fiori che non esistono, portarli al capanno che non esiste per far felice sua moglie che forse esiste. Era tutto chiaro, no?
    L'entusiasmo si spense dopo aver posto le sue ultime domande. Credeva che lo spettro fosse andato nel panico a causa delle sue parole e dedicò una lunga occhiata a Jesse quando provò ad ipotizzare dove si fosse diretta. Jessica non avrebbe mai funzionato, insomma poteva anche essere andata lì, ma si trattava di un qualcosa di troppo situazionale. Neanche io l'ho vista, ma fossi in lei non sarei preoccupato. Si guardi intorno, vede che cielo limpido? L'aria che tira è piacevole e il suono dei grilli e delle cicale ci fa compagnia. Credo sia semplicemente andata a far una passeggiata, dopotutto anche io e Jesse siamo giunti qui per questo. Le cose non erano andate proprio così, tuttavia sotto il suo punto di vista fu sincero e provò un approccio più emotivo. Ora pensi a quanto sarà felice non appena vedrà i suoi fiori. Vedrà, la aiuteremo a creare il più bel bouquet di fiori mai visto prima d'ora. Anche se in realtà Erik non ne aveva mai creato uno. Ecco, dobbiamo solo capire come.
    Affermò, ruotando lo sguardo verso Jesse. Questa volta utilizzare l'incantesimo Rivelatore a caso non sarebbe servito granché, tuttavia era convinto che la chiave di tutto ciò stesse nella parola incantesimo. Dato che i fiori erano evanescenti probabilmente tentar di coglierli a mano sarebbe stato del tutto inutile e fu così che provò ad elaborare la sua strategia. Se provassimo a raccoglierli con la magia? Sì, insomma, potrebbe trattarsi di una questione tipo solo qualcosa di magico può raccogliere qualcosa di magico. Non sapeva se la propria intuizione avrebbe funzionato o meno, tuttavia poteva far una prova. Impugnò la sua bacchetta e la puntò su uno dei tanti fiori. Era uno degli incantesimi più semplici del mondo e tra tanti scelse di utilizzare quello proprio per la sua semplicità e delicatezza, poiché non voleva rovinare i fiori. Due rapidi movimenti di polso e agitò e colpì. Wingardium Leviosa!

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    Nonostante i problemi interpersonali che stavano affollando la mente di Jesse ed Erik fossero di gran lunga di primaria importanza per due ragazzi della loro età e probabilmente alcuni, come quello della licantropia, sarebbero stati classificati "gravemente debilitanti" anche da un adulto, purtroppo il vecchio Paul non aveva né idea di cosa potessero aver passato i due ragazzi nelle loro brevi vite né in quel momento gli importava scoprirlo. Insomma, la sua Kelly era sparita ed anche da tanto, come poteva restare lucido?

    Jessica...? E chi sarebbe questa Jessica..? Una vostra amica? Qui non ci vive nessuno a parte noi due..

    L'anziano fantasma cercò di fare mente locale, ma poi scosse la testa, come a convincersi delle sue parole. Si, era sicuro che sua moglie non potesse essersi diretta verso nessuna "Jessica". Insomma, non esistevano Jessiche nei paraggi, come avrebbe potuto anche solo sospettare che ci fosse una ragazza madre nei dintorni? L'aveva fiutata? Subito dopo i suoi occhi si posarono su Erik, tentando al meglio di ascoltare la sua di spiegazione. Si, certo, era proprio per quel venticello estivo meraviglioso che la sua signora si era allontanata, ma siamo sicuri che fosse normale che non fosse ancora tornata?

    Voi.. credete..? Oh cielo! Si, si, i fiori! Non posso.. permettere ai fiori di appassire.. o lei non tornerà più da me! Devo.. devo fare qualcosa...!

    E, mentre diceva questo, iniziò velocemente e quasi violentemente a guardarsi intorno, correndo poi verso alcuni dei suoi fiori spettrali, per salvarli da questo fantomatico appassimento. A quest'attività si aggiunsero rapidamente anche Jesse ed Erik, ognuno tentando una strada diversa di raccolta ectoplasmatica. E se il metodo del Wingardium Leviosa sembrò funzionare abbastanza bene, nonostante l'ametrino dovette tenere ben salda la concentrazione per un po', dato che sollevare un fiore spiritico era un po' come tenere tra le mani una saponetta bagnata, pronta a schizzare ovunque alla minima distrazione, lo stesso non si poté dire per il giovane opale. Mettendo le mani nel terriccio il più delicatamente possibile Jesse sollevò... del terriccio. Le sue dita passarono attraverso il fiore, smuovendolo appena come se avesse attraversato senza romperla una bolla di sapone, che ora galleggiava a pochi centimetri da terra. Questo però, gli fu di aiuto a comprendere una cosa. Mentre sollevava quella manciata di terra, il ragazzo poté notare come la consistenza di quest'ultima tra le sue dita stava lentamente cambiando. Era come se fosse man mano più fine, simile a sabbia, come se l'umidità che prima l'aveva impregnata stesse man mano abbandonandola. Si stava.. seccando? Guardandosi attorno avrebbe sicuramente notato che alcuni fili d'erba stavano vibrando, raggrinzendosi rapidamente ed un fiorellino di campo ai suoi piedi era già divenuto delle dimensioni di una prugna secca, mentre i petali a terra si erano arricciati e avevano perso parte del loro colore.

    Kelly.. Kelly, tesoro, ti giuro che andrà tutto bene. Non farò appassire nulla. Il nostro giardino.. sarà bellissimo.. e non morirà mai.. ma tu torna da me.. non lasciarmi qui da solo..

    Aveva iniziato a mormorare il povero giardiniere, come se si sentisse completamente isolato da tutto ciò che gli stava accadendo attorno, mentre raccoglieva con foga fiori su fiori che però, una volta arrivati tra le sue mani, si fondevano con la sua figura, sparendo dopo un istante. I ragazzi avrebbero potuto notare come tutt'intorno a lui il terreno stava pian piano subendo gli stessi effetti che Jesse aveva potuto constatare in piccolo, lì dove prima cresceva il fiore fantasma. Era come una macchia d'olio che si estendeva a vista d'occhio.. quanto avrebbe potuto ingoiare prima di arrestarsi? Tutta la serra?




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    Le persone nelle relazioni erano spaventati dai tradimenti, dai segreti, dalle bugie, dalla lontananza, eppure esisteva un nemico più subdolo e letale che poteva insinuarsi in un rapporto e distruggerlo in pochissimo tempo: l'incomprensione.
    Nulla era cambiato tra Jesse ed Erik a livello emotivo: i due si volevano bene come qualche giorno prima, anzi, era anche possibile che se ne volessero di più, eppure la paura aveva chiuso a riccio il licantropo nella propria autocommiserazione e Jesse era troppo giovane ed insicuro per comprendere come l'altro avesse solo bisogno di spazio e non ce l'avesse nello specifico con lui; ciò che l'aspirante marine vedeva era solo l'ennesima persona che si allontanava da lui perdendo interesse, come aveva fin troppo spesso visto succedere e ciò, oltre a ferirlo, lo faceva solo sentire in colpa, perché, in fondo, nonostante reputasse anche inevitabile quanto successo, non riusciva a non chiedersi cosa avesse fatto e quando.
    Normalmente Jesse si sarebbe arreso, avrebbe fatto il cretino e si sarebbe dato alla macchia, ma con Erik si era andati oltre, si era persino parlato di legami indissolubili per la vita, quindi, in fondo, lui non voleva arrendersi, voleva provare a lottare per quel rapporto. Paul, in tutto quello, capitava a fagiolo: era stato lui ad attirarli lontani dagli altri ed era sempre la sua presenza a permettere all'altro di ricordare all'amico cosa potevano essere insieme, cosa avevano voluto essere insieme.
    Il buon cuore di Erik vinse sul suo malumore, permettendo ai due di mettersi a capire cosa poter fare per lo spirito, cosa che, diciamocela, sarebbe probabilmente stata la salvezza del vecchietto e dei suoi fiori, data la scarsa connessione con la realtà di Jesse "Uh, no, niente Londra a 'sto giro: hanno convocato mio padre e i miei sono sei mesi che sono ad Atene: a settembre se tutto va liscio tronerò che so scrivere in un nuovo alfabeto, yeee!" disse lui con quello strano mix di entusiasmo ed indifferenza, condito con un braccio alzato al cielo, che non permetteva mai di comprendere cosa davvero provasse il castano.
    Il vecchietto appariva già abbastanza confuso dal fatto che i due non fossero denrisiani e sicuramente il too much information in salsa Lighthouse non fu di aiuto al suo equilibrio, ma per fortuna il tempo per divagare - persino per uno come Jesse - era poco e ben presto i fiori presero il sopravvento, insieme alle ansie del fantasma.
    La divagazione su Jessica ovviamente non sortì effetto, del resto l'anziano, come un elzheimeriano qualsiasi, aveva la tendenza a stordirsi a qualsiasi nuovo elemento, percependo come rassicurante solo ciò che era noto, ed infatti le parole del licantropo riscossero maggior successo "Sì beh ecco, Jessica è una ragazza ehm carina e che ha… oh, vabbè, giusto, pensiamo ai fiori per Kelly..." affermò lui, limitando da solo il proprio sproloquio, dedicandosi appunto alle attività bucoliche.
    Nel mentre Erik utilizzava la magia e dimostrava come quei fiori fossero traslabili magicamente, Jesse affondava le mani nel terreno e dimostrava come essi fossero intangibili "Uh, ok, niente!" esclamò lui cercando con lo sguardo l'amico, gli occhi un po' sgranati per la confusione "Però hanno un buon odore..."
    In effetti avevano davvero un buon odore, ma forse questo interessava solo a Paul, ciò che ora stava catturando i pensieri dell'opale era il fatto che ancora una volta fosse stato inutile 'Ha calmato lui il tipo…. e ha capito lui come prendere i fiori….' pigolò lui nella sua mente, chiedendosi quale fosse la sua utilità come spalla.
    Fu a quel punto che si accigliò "Ehm... ragazzi… forse c'è un problema..." la terra aveva di colpo cambiato consistenza e ben presto l'aspirante marine notò come anche la vegetazione ne stesse risentendo, quasi tutta l'acqua stesse venendo assorbita.
    ''Oh no! esclamò lui alzandosi in piedi 'OH NO!' si disse con più forza quando vide la scena madre dello spettro, coronato da una sorta di occhio di bue di siccità.
    "AQUA ERUCTO!" Jesse non rifletté molto, era tanto carico come una sveglia che la sua mano corse alla bacchetta quasi istintivamente (fortuna che la teneva sempre nei calzoni!), cercando di tradurre le sue paure in qualcosa di costruttivo. O almeno rinfrescante: immaginò la sua ansia defluire dal terreno e schizzare in cielo lavando il terreno arido e anche le loro teste calde, nella speranza che placasse un po' tutti.
    "Signore, si calmi la prego!" esclamò lui quasi annaspando "Capisco che lei… capisco che i fiori siano importanti, ma... ma noi vogliamo aiutarla e ci deve dare il modo di farlo, la prego. Non lo faccia per noi, lo faccia per Kelly! Ci lasci capire come prendere i fiori: li prenderemo tutti e non li faremo appassire, dovessi causare mille gayser d'acqua!"
    La voce di Jesse era molto acuta ed accorata, del resto l'uomo era mosso da una tale disperazione che persino uno come lui aveva smesso di fare il cretino e si era - più o meno - concentrato: voleva davvero essere d'aiuto, ed avrebbe fatto l'impossibile per farlo.
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    Ciò che il fantasma sta dicendo non ha senso. Pensò il moro, osservandolo attentamente mentre parlava affinché potesse riuscire a comprende al meglio il tono che stesse usando. Disse che in un lì ipotetico vivevano solo lui e la sua Kelly, possibile che non si fosse reso conto di trovarsi non molto distante dalle serre di Erbologia? Sì, insomma, chissà quanti studenti doveva aver visto passeggiare lungo quel sentiero. STUDENTI, HO CAPITO! Sono un genio, ma come lo spiego a Jesse? Crucciò appena lo sguardo e mise in moto i pochi neuroni che erano rimasti in salvo dalla malinconia. Ripensando a ciò che era accaduto fino a quel momento, alle parole usate, per chiunque non sarebbe stato più logico pensare che i due ragazzi provenissero direttamente dalla scuola anziché dal villaggio? Sì, insomma, poi non indossavano neanche i classici abiti denrisiani. Il capanno che precedentemente aveva indicato non esisteva e i fiori da dover raccoglierli erano lì, visibili davanti ai due ragazzi, ma evanescenti. Per tutti i pokémon della quarta generazione, fermate Dialga! Per i non amanti del genere: Dialga era un pokémon leggendario in grado di controllare il tempo e ne garantiva il corretto scorrere nell'universo in cui risiede. Ecco, in quel momento, solo per un istante gli balenò in testa l'idea che il fantasma non conoscesse la scuola e che, esattamente come lo stesso spettro, il capannone e i fiori coltivati erano sì esistiti, ma in un'altra epoca. ED ORA COME FACCIO? Uffa, perché ritorno al futuro non mi è mai piaciuto?
    Intanto Jesse parlava dei viaggi del padre. Erik batté due volte le palpebre e si mise a braccia incrociate, cercando di incrociare lo sguardo dell'amico. Credo che dovremo tornare seri. Se sta accadendo ciò che penso ce la dovremo vedere col team Galassia. Non sapeva se Jesse avesse capito la citazione, tuttavia era quasi certo che Paul non sapesse di cosa stava parlando e andava bene così. In tutti i film coloro che si ritrovano in un altra epoca cominciano a sclerare di brutto quando se ne accorgono, pure Capitan America lo ha fatto!
    Entrambi i ragazzi, chi in un modo e chi in un altro, cercarono di calmare il fantasma, ma senza successo. Paul era decisamente scosso, nonché incline ai repentini sbalzi d'umore. A preoccuparlo non era lui - in fin dei conti era già morto - bensì il tempismo con cui i fiori cominciarono ad appassire e a seccarsi. Era un'azione collegata all'umore dello spettro, al tentativo dei giovani di raccoglierli o una mera coincidenza? Purtroppo non era informatissimo sui fenomeni paranormali, così nella sua ignoranza non gli restò altro da fare se non passare all'azione. Jesse utilizzò un incantesimo elementale sul terreno in modo tale da inumidirlo, magari rallentando così l'espansione di quel propagarsi di secchezza del tutto innaturale. Protego! Esclamò l'Ametrino nella speranza di poter creare un'area all'interno della quale i fiori sarebbero rimasti sani e al sicuro. Bisogna salvarne un paio per Kelly. Si disse, notando poi come l'amico stesse cercando di convincere lo spettro a calmarsi. Potrebbe aiutarci.
    Jesse ha ragione! Mi guardi, faccia attenzione ai fiori all'interno della mia barriera! Purtroppo l'ametrino non aveva la possibilità di osservar lui stesso. Doveva rimaner concentrato sull'incantesimo e già il parlar con il vecchio era un'impresa assai faticosa. CI AIUTI A SALVARE I FIORI DELLA SUA AMATA! CREDA IN SE STESSO, CREDA NELL'AFFETTO CHE KELLY LE HA SEMPRE DIMOSTRATO, CREDA NELL'AMORE E SI RICORDI CHE RIMARRA' SEMPRE LA PIU' FORTE DELLE MAGIE! Stava urlando a gran voce sia per essere udito, sia perché prolungare un incantesimo difensivo spesso e volentieri era assai faticoso. Sentiva le proprie energie venir meno, ma doveva impegnarsi per far una buona azione. Il suo animo lo spingeva a dar tutto se stesso per il bene comune.
    Sì, forse un mostro si nascondeva all'interno del suo animo ma se c'era una cosa che è riuscito ad apprendere da tutti i fumetti che aveva letto, da tutte le avventure di D&D portate a termine e ogni da ogni singolo kingodom hearts era cosa in realtà fosse un vero eroe: colui che, nonostante la debolezza, i dubbi, il fatto di non conoscere sempre le risposte, va avanti per realizzare il proprio ideale di giustizia.

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    L'illuminazione di Erik di rivelò più che corretta. Studenti, accademia, campo scolastico, Jessiche. Per il vecchio Paul tutto ciò non esisteva. Le uniche cose che sapeva per certo esserci lì erano lui, il suo giardino, la sua cara moglie ed il loro capanno. Ironicamente, purtroppo, quelle erano proprio le sole che mancavano quella notte, nessuna esclusa. Non fu stupido neanche il pensiero successivo. Forse spiegare ad una persona, per quanto morta, che il suo stesso motivo di non-vita fosse sparito almeno trent'anni prima non era il metodo migliore per calmarlo, i due ragazzi dovevano andarci un po' più larghi. E mentre ci andavano larghi, però, avrebbero anche dovuto fare i conti con quella strana ondata di decomposizione ed essiccazione delle piante che sembrava starsi espandendo. Jesse fu fulmineo nel lanciare il suo Aqua Eructo accanto al vecchio giardiniere e, fortunatamente, il suo essere intervenuto così in fretta, sembrava aver salvato la zona subito a lui vicina da quell'enorme casino. Era però una soluzione temporanea e poco più, dato che quel geyser non sarebbe rimasto lì per sempre e, una volta sparito, la corruzione si sarebbe mangiata in un istante tutto quanto. Ora che aveva scampato il pericolo imminente doveva mettere in moto il cervello. Per quanto riguardava Erik, invece, la situazione non era proprio delle più rosee. Il suo Protego sembrava non avere effetto su qualsiasi cosa stesse accadendo a quelle piante. In realtà non era stato neppure bucato, era più come se quella malattia si fosse insinuata in una fessura e fosse gocciolata dietro il suo scudo. I fili d'erba attorno a lui iniziarono a perdere di colore proprio mentre quello si metteva a parlare dell'amore.

    Ma voi... cosa ne volete sapere?! Chi vi ha detto... che è così semplice, eh?

    Sbottò lui, buttando uno sguardo incendiario in direzione di Jesse, mentre stavolta il Protego di Erik stava dando segni di cedimento, come se qualcosa ci si stesse premendo con forza contro. In pochi istanti il suo incantesimo sarebbe stato frantumato e, come sotto l'effetto di un Wingardium Leviosa, una forza avrebbe tentato di tirarlo su, facendogli staccare i piedi da terra. Forse aveva detto qualcosa che non doveva dire?

    Fiori? Chi è... l'idiota che proverebbe a salvare questi fiori... dopo quello che mi hanno fatto!? Voglio vederli.. bruciare! Tutti!

    Si rivolse sempre a Jesse, brandendo la sua falce spiritata come fosse un'arma anche se, completamente inefficace. Intanto la corruzione attorno a lui si stava espandendo, saltando il punto in cui era stato lanciato l'Aqua Eructo, ma non accennando neanche minimamente a fermarsi, quanto magari ad accentuarsi. Nel frattempo, qualcosa di freddo sembrò strisciare attorno alle teste dei due ragazzi. Freddo e umido, come se volesse comunicare una sensazione di profondo dolore. "Perché ha scelto loro..? Non è giusto.. non lo accetto.." Sentì Jesse, come se qualcuno gliel'avesse sussurrato all'orecchio. "So che appassirebbero qui da soli senza di noi cara.. ma così.." Continuò poi la stessa voce subito dopo, come se avesse cambiato totalmente discorso e tono di voce, da addolorato a perplesso e spaventato.

    Se li faccio sparire tutti... tornerà da me!

    Ma qualche minuto prima non aveva detto, tipo, l'opposto di questo? Fatto sta che la situazione si stava facendo seria. Molto seria, quel fantasma.. aveva sicuramente qualcosa che non andava. "Ho trovato un ospedale che potrebbe prenderti in cura, cara! Dobbiamo andare a Londra al più presto!" Sussurrò una voce gioiosa alle orecchie di Erik, come se fosse lontana, sepolta sotto tutto quell'odio e quella tristezza. "Tempo qualche anno e sarai completamente guarita.. me l'hanno assicurato" Continuò, mentre il fantasma faceva un paio di passi in direzione di Jesse. Una delle sue orbite era completamente bianca adesso, come se pian piano il suo stesso occhio si stesse dissolvendo assieme alla vegetazione e la faccia era una smorfia di dolore, per metà contrita e per metà sfatta e distesa, come dopo ore ed ore di pianto.

    Io.. non ho diritto.. di fare nulla per lei.. ho già fallito.. l'ho lasciata andare.

    Confessò sofferente all'opale, prima di voltarsi poi verso Erik, alzando un sopracciglio come se adesso avesse trovato la vera risposta alla domanda che l'ametrino gli aveva fatto minuti prima. Anche l'altro suo occhio stava pian piano sfumando verso un bianco latte.

    Io.. si. Io.. l'ho uccisa con le mie mani.. non sono stato abbastanza determinato per salvarla.. l'ho ammazzata io. Io.. e loro..

    Ammise con profondo dolore, abbassando poi lo sguardo verso i suoi fiori eterei. Vibrò, come se stesse trattenendo la sua rabbia contro sé stesso e chissà chi altro, nel mentre che la sua influenza sul mondo terreno sembrava aumentare sempre di più. Jesse ed Erik.. avevano davvero il potere di fermarlo usando la magia?



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    Jesse Lighthouse
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    Jesse stava farneticando e divagando?
    Beh, sì, come al solito, del resto lui ed Erik erano sempre stati un po' così ed un fantasma scollegato dal qui ed ora certamente non aiutava nella gestione di un pensiero logico e rettilineo: il castano parlò delle sue vacanze estive ed Erik in cambio rispose coi propri sospetti, giocando la carta pokemon.
    Solo, forse, un po' troppo vagamente, persino per Jesse!
    "Galassia, quella di Sailor Moon?" suppose lui, confondendo il Team Galassia con Galaxia "Dici che quelli sono semi di stella e lei verrà a prenderli?"
    No, non stava dicendo quello, ma Jesse osservava Erik in un misto di confusione ed aspettativa e sarebbe stato divertente vedere cos'avrebbe risposto il lupetto!
    Forse non lo avremmo mai saputo, del resto il disagio dei due era emerso anche in funzione del disagio dello spettro e della relativa tranquillità del contesto, ma questo venne presto a mancare nel momento in cui il povero Paul iniziò a dar di matto, portando la zona ad essiccare con la stessa velocità con cui Jesse si annoiava durante le lezioni di Storia della Magia.
    I due scattarono, l'opale tentando di irrigare la zona, Erik tentando di usare lo scudo come Captain America Protego: il piano agronomo di Jesse parve avere successo, almeno a livello locale, mentre il Sortilegio Scudo del moretto parve assolutamente inutile, almeno finché Paul non diede definitivamente di matto.
    "Erik?!" affermò lui vedendo il suo scudo vibrare "ERIK! EHI, NO, LASCIALO!"
    Improvvisamente l'ametrino divenne una Ballerina Volante
    gettando nel panico l'amico, che poi si trovò a fornteggiare Paul e la sua falce.
    "Siamo qui per aiutarti: lascia andare il mio amico!" ringhiò quasi l'altro, digrignando i denti, pronto a puntare la bacchetta contro l'evanescente, avesse insistito nel vessare Erik.
    Improvvisamente Paul non aveva più interesse nei fiori, o meglio, nella loro integrità: li voleva incenerire, atteggiamento bipolare che spaventò ancora più mortalmente Jesse, il quale però non pensò neanche per un istante di darsela a gambe 'Non lascio qui Erik in balia di questro stronzo!' era un marine, una persona votata al dovere e alla difesa e mai sarebbe venuto meno alla sua missione, specialmente per un suo amico.
    Avrebbe fronteggiato lo spirito e brividi freddi percorsero la schiena del giovine al solo pensarlo 'Uh, no, aspetta, questo è vento freddo vero!' realizzò lui dopo alcuni istanti, sollevando le sopracciglia ed assumendo un atteggiamento molto meno minaccioso, udendo voci lontane nel tempo, cariche di una malinconia che strinsero e placarono il suo cuoricino 'Allora... anche lei è morta davvero...'
    Lo aveva sospettato da prima, ma quelle parole che udì la cui origine ignorava lo convinsero di esser nel giusto. Il fantasma si avvicinò ancora, ma Jesse aveva perso la voglia di lottare, sicché alzò lo sguardo e sentì le nuove parole dell'uomo, osservandolo poi avvicinare Erik, ammettendo tutto il senso di colpa che gravava sulle sue spalle.
    L'Opale rimase alcuni istanti a bocca aperta, osservando l'amico in aria e lo spettro raggomitolarsi nel proprio dolore 'No.... non...' non sapeva bene afferrare i propri pensieri, ma il suo cuore batteva fortissimo, pompandogli nel cervello che ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato, qualcosa cui lui doveva porre rimedio 'Non è giusto!'
    "Aqua Eructo!" strillò lui, facendo convergere nel suo catalizzatore tutta la rabbia e la tristezza che stava provando, tentando poi di convogliarla in un getto d'acqua, che in un certo senso piangesse per lui. Scelse un punto abbastanza vicino allo spettro, tentando di salvare, almeno per un po', anche quei fiori.
    "Tutti sbagliamo!" Jesse si fece forza e si frappose tra lo spirito e l'amico, allargando le braccia per difenderlo "Nessuno è perfetto… quelle cose lì ecco… io lo so bene, praticamente faccio solo errori, sono tipo, uh, la fabbrica nazionale di errori" ammise lui scrollando le spalle "E in genere boh me la faccio passare, sono così, ma quando sbagli e fai del male agli altri… beh quello è peggio… sì, insomma, io ho fatto arrabbiare Erik l'altro giorno e boh… non so cosa ho fatto, ma non ci dormo la notte"
    Jesse aveva vagamente perso il filo del discorso, e forse si era anche scordato, in un certo senso, che Erik fosse proprio dietro di lui, ma in fondo erano dettagli no? "Non so cosa hai fatto, ma... se questi fiori erano… sono… sono stati..." altri tempi verbali li abbiamo Jesse? "Importanti... e questo è tipo il loro ultimo raccolto… non sarebbe peggio buttarli via? Ok, non li vuoi, posso capire, ma proprio buttare via qualcosa di così importante, qualcosa per cui hai lavorato per mesi con lei? Se non li vuoi… li prendiamo noi. Li portiamo a Jessica o a qualcun altro… ma... se erano speciali, se ci tenevate… io vorrei raccoglierli ecco… dargli un senso… per favore"
    Jesse sapeva cosa voleva dire lasciarsi le persone indietro ed aveva imparato che la cosa più importante era dare un senso alle cose, anche quando ne erano prive, o quando il senso era solo doloroso.
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    In una situazione normale Erik avrebbe raccontato al suo migliore amico la storia di un incredibile viaggio nella terra di Sinnoh e di come un semplice ragazzo riuscì a sventare i piani di una perfida organizzazione criminale, catturare creature mitologiche e diventare il campione della lega pokémon. Quella situazione, tuttavia, non era affatto normale e non per via di Galaxia di Sailor Moon, ma per la triste storia del fantasma che avevano deciso di aiutare. Deve aver sofferto molto. Si disse mentre invano continuava a dar forza al suo protego, senza raccogliere nessun risultato. L'incantesimo scudo a questo giro non riuscì ad aiutarlo, ma se non altro Jesse pareva aver riscosso qualche esiguo risultato con la magia d'acqua. Dovrei puntare anche io sugli elementi? No, osservando con attenzione la situazione era chiaro come anche quell'incantesimo non fosse in grado di estinguere qualunque cosa stesse accadendo.
    Poi ad un tratto la barriera cedette e si sentì sollevare in aria da una forza misteriosa. EHI, IO NON HO MAI DETTO CHE E' UNA SITUAZIONE SEMPLICE! Gentile fantasma, mi faccia scendere, la prego! Esclamò con in volto un'espressione seriamente preoccupata. Non è carino da parte sua. Oh, il classico prendersela col primo che passa durante un attimo di rabbia. Non sapevo che anche i fantasmi soffrissero di questa antipatica abitudine.
    Forse Paul recepì il messaggio sbagliato. No, col rimetterlo a terra non intendeva va contro il mio amico e prendilo a falciate spiritiche. L'ambivalenza con cui parlava lo metteva a disagio, provocando in lui timore e angoscia, fino a far sorgere una grande incertezza di fondo: per aiutarlo i due studenti cosa potevano fare?
    Se i fiori fossero totalmente spariti Sally non sarebbe tornata da Paul, ciò era evidente. Lo stesso spettro non apparteneva più al mondo dei vivi e per quanto potesse essere meraviglioso nessuno era in grado di tornar in vita da essere umano. Se la donna fosse scomparsa anche sotto la forma di spettro - qualora ne avesse mai avuta una - non c'era niente che potevano far per riportarla sulla terra.
    Penzolando ancora in aria udì parole lontane, probabilmente quelle di un Paul ancora speranzoso di poter salvare la sua amata da qualunque cosa la stesse affliggendo. Era un comportamento comprensibile il suo, Erik non poteva di certo comprendere il suo dolore, ciò nonostante decise di non far nulla al momento. Ogni essere vivente e non aveva bisogno di sfogarsi e quello era il momento di Paul. Non aveva bisogno di ottimismo, rassicurazioni o fiducia, bensì di trovar un modo per sfogare la sua rabbia repressa e forse ciò che stava accadendo ai fiori era la manifestazione di tutta la sua frustrazione per non esser riuscito a salvare l'amore della sua vita.
    Jesse, invece, provò ancora una volta la carta della consolazione, dicendo però parole in grado di confondere l'Ametrino. Tu hai fatto cosa? Io non sono arrabbiato con te, ho solo paura di ferirti! Adolescenti, come cambiavano discorso loro nessun altro! Alla fine solo noi siamo responsabili delle nostre azioni, mentre la luna piena, la licantropia o anche dei semplici fiori non erano altro che semplici capri espiatori. Sì, perché faceva parte dell'indole dell'uomo prendersela con qualcuno, perché quando puoi concentrare tutti i tuoi sentimenti negativi su un qualcosa al di fuori di te era quasi terapeutico.
    Jesse, no. Affermò con un tono decisamente meno allegro rispetto al solito. Paul, mi dispiace ma la verità è che questi fiori sono solo fiori. Sally non si è ammalata a causa loro, tanto meno a causa tua. Quella della malattia ovviamente era solo un'ipotesi dovuta alle parole che aveva udito pochi minuti fa. Purtroppo le disgrazie avvengono tutti i giorni, ma anche se lei non c'è più esistono ancora i sentimenti che tu provi per lei. Purtroppo le operazioni non sempre andavano nel migliore dei modi e per quanto ne sapeva Sally avrebbe addirittura potuto preferire non partire per Londra per badare ai suoi fiori. Qualunque fosse stata la verità, Erik ammirava la loro storia e stimava l'amore che li univa. Non aveva avuto modo di veder i loro sguardi innamorati, tuttavia una reazione del genere se la aspettava solo da parte di chi avrebbe fatto di tutto per rendere felice la persona amata.
    Stava facendo il passo più lungo della gamba? Forse, ma cominciò a sentire un groppo alla gola. Lui viveva con un padre che mai si sarebbe sognato anche solo di pensare a cosa potesse rendere felice a sua madre, di un padre che probabilmente non l'avrebbe pianta nel giorno del suo funerale e che probabilmente neanche ci sarebbe andato per colpa di come ultimamente lo riducevano le droghe che assumeva.
    Proprio per questa sua situazione credeva nell'Amore come la più forte delle magie, come quell'ingrediente indispensabile per rendere la vita perfetta. Quella era la sua convinzioni, era un forte sostenitore dell'affetto incondizionato e non c'era nulla che il mondo poteva fare per distruggere questo suo ideale. Quindi non mi interessa quanto rancore provi, ma ti prego di lasciar stare questi fiori e di sfogare tutta la tua rabbia su di me. Le guance erano arrossate, gli occhi lucidi e i piedi ancora sollevati da terra. Non gli importava cosa il fantasma avrebbe potuto fargli, non temeva ripercussioni e tanto meno ferite di vario genere. Però sfogati come si deve, perché poi coglieremo i pochi fiori rimasti o, perdindirindina, pianteremo altri semi e un domani li offriremo sulla tomba di Sally. Ok, non sapeva se Sally aveva una tomba, ma era troppo preso dal momento. Se ha combattuto tanto per prendersi cura di loro, sono certo che non ci sia niente in grado di renderla più felice.

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    Il fantasma del vecchio Paul si bloccò sul posto, sconvolto, mentre l'Aqua Eructo di Jesse esplodeva proprio sotto i suoi piedi, andando ad irrigare il terreno circostante e a bagnare anche leggermente Erik, non troppo lontano dal centro dell'esplosione elementale. Quella stessa acqua, però, attraversava lo spirito del giardiniere come se fosse nebbia.. la magia non era la risposta al loro problema, sicuramente. Decisamente più forte della magia, infinitamente più potente, quella sera, era il rimorso. Quello di Erik per non essere riuscito a contenere la sua natura bestiale. Quello di Jesse per aver fallito nel comprendere ciò che angustiava il suo amico. Quello di Paul, per aver permesso alla sua amata di abbandonarlo prima di quanto avrebbe dovuto.

    "Tutti sbagliamo!" "Questi fiori sono solo fiori!"

    Perché.. queste parole così semplici, queste frasi quasi scontate, per il povero spirito non erano scontate affatto? Perché aveva bisogno di due ragazzini, due completi estranei, per ricordarsi ciò che di più basilare c'era al mondo? Erik si sarebbe sentito investito come da una carezza, una forza gentile che l'avrebbe avvolto e, lentamente, calato a terra, contrapponendosi alla rabbia dell'anziano Paul. Cosa c'era? Proprio ora che aveva proposto di farsi vessare pur di lasciarlo sfogare, intendeva liberarlo? No.. il vecchio non sembrava neppure star prestando attenzione all'ametrino. Era assorto nei suoi pensieri, quindi era impossibile che fosse lui a muovere a quel modo il giovane mannaro.

    Lei.. amava questo posto più di ogni altra cosa. Ha.. piantato con amore... ognuno di questi fiori.. quando prima, fuori da questo forte.. non c'era nulla. Questo giardino era il nostro giardino...

    Nonostante ancora parlasse di forte anziché di accademia, l'anziano ora sembrava molto più controllato. Buttò un occhio a Jesse, come intenerito dalla storia di mancata amicizia che credeva di aver dimostrato ad Erik. Scosse appena la testa.

    Dovevamo trasferirci a Londra.. per poter curare la sua malattia con degli specialisti.. Ci avremmo messo tre anni, come minimo. Tutto questo.. sarebbe sparito nel frattempo. Completamente morto, senza qualcuno che se ne prendesse cura...

    Si guardò attorno, allargando le braccia come ad indicare la vastità della serra attorno a lui.

    Non voleva.. andare via. Mi ha chiesto di.. di.. continuare a prendermi cura di questi fiori.. anche se lei non avesse dovuto farcela..

    La falce sparì dalle mani dello spettro, così come la corruzione che pian piano si stava espandendo dai suoi piedi. Il primo Aqua Eructo di Jesse si dissolse, ma la zona che aveva precedentemente protetto non accennava ad essiccare come stava facendo prima. Alcune piante, quelle che erano troppo vicine alla zona in cui stava prima Paul, avevano subito dei danni, ma niente che non fosse riparabile con un minimo di aiuto da parte di qualche ragazzo o qualche professore. Ciò che era importante era che non si stava espandendo ulteriormente. Che si fosse.. arreso?

    E io.. io.. dopo giorni e giorni di resistenza.. di negazione.. alla fine, ho accettato. E lei ora..

    Troncò la frase, come se non volesse finirla, come se ancora non riuscisse ad ammettere che la sua Kelly fosse morta, nonostante all'aldilà ci fosse finito ormai anche lui.

    E per questo te ne sarò sempre grata.

    Attaccò subito dopo una voce femminile alle spalle di Erik. L'ametrino avrebbe potuto chiaramente sentire una mano leggera appoggiarglisi sulla spalla e i suoi piedi, subito dopo, toccare finalmente e definitivamente terra, liberi dal sortilegio inflittogli poco prima. Nonostante questo, sia lui che Jesse, per quanto veloci avrebbero potuto essere, nel voltarsi, non avrebbero scorto nulla accanto al giovane, anche se gli occhi di Paul sarebbero subito schizzati in quella direzione assieme ai loro, probabilmente sfortunati allo stesso modo nel non poter cogliere nessuna figura che avesse potuto accompagnare quella semplice frase. I fiori spiritici sarebbero a quel punto evaporati in un istante, lasciando quella parte della serra florida di sola reale vegetazione, quella che il vecchio Paul ormai, purtroppo, non poteva più curare. Ancora un istante di silenzio, prima che un timido sorriso si accennasse sulle labbra eteree dell'uomo. Dopo aver dato un breve sguardo a Jesse posò gli occhi su Erik.

    Tu.. sei fortunato, ragazzo mio. Hai un demone tanto grande in petto, quanto grande è la forza di cui disponi per poterlo combattere.. devi solo capire che una forza così grande non può essere contenuta tutta nel tuo corpo. Vedrai che col tempo.. non farai altro che accorgertene sempre di più...

    Decretò solennemente, prima di voltarsi verso l'opale.

    Si.. si, mi farebbe davvero piacere.. se voleste cogliere i fiori della mia Kelly. Senza di lei.. lasciarli qui.. da soli. Non lo sopporterebbe.. di sicuro. Sono sicuro che potrebbero essere graditi.. magari ad una persona speciale.

    Un istante di silenzio.

    Credo tu abbia da rendere conto di molti meno errori.. di quanto pensi..

    Due viticci, sottili, nati dall'ultimo sprazzo della magia del fantasma, iniziarono a salire dal terreno verso le braccia dei due ragazzi, aggrovigliandosi poi ai loro polsi e spezzandosi, lasciando così loro uno strano bracciale vegetale, sul quale si potevano vedere brillare delle bianchissime gemme di chissà quale fiore. Le ultime parole, prima che il suo corpo iniziasse a rifrangere sempre meno la luce, fino a scomparire letteralmente nell'etere sembrarono pronunciate da due voci nello stesso momento..

    Grazie



    RevelioGDR


    CITAZIONE
    Eeee con questo post, possiamo chiudere l'evento "Il fantasma del contadino"!
    Vi siete divertiti belli? Spero di sì, perché io tanto <3
    Siete riusciti a destreggiarvi abbastanza bene nell'affrontare un pericolo diverso dal solito e.. immune alle vostre bacchette.

    Mi ha divertito veramente tanto avere in contrapposizione il vostro dramma personale e quello dei png che, nonostante non sembrasse, avevano molto più in comune di quanto si poteva pensare!

    Vi meritate i vostri premi, su.

    ERIK: 10+2 Exp + Oggetto
    Gemma floreale: Un bracciale fatto di viticci con al suo interno incastonate delle gemme di un fiore bianco. Emana un gradevolissimo profumo mentre queste si schiudono, una fragranza calmante che dona un bonus di +2 a qualsiasi prova di Erik per interagire pacificamente con uno spirito. Dopo il quinto utilizzo le gemme si aprono completamente, lasciando il bracciale meraviglioso ma senza alcun effetto magico. 0/5


    JESSE: 8+2 Exp + Oggetto
    Gemma floreale: Un bracciale fatto di viticci con al suo interno incastonate delle gemme di un fiore bianco. Emana un gradevolissimo profumo mentre queste si schiudono, una fragranza calmante che dona un bonus di +2 a qualsiasi prova di Jesse per interagire pacificamente con uno spirito. Dopo il quinto utilizzo le gemme si aprono completamente, lasciando il bracciale meraviglioso ma senza alcun effetto magico. 0/5


    SNASO: 7 Exp (da assegnare a Nikolai van Aalter)
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    E detto questo posso ufficialmente concludere il tutto! Bacetti, cuccioli di snaso, alla prossima.
     
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12 replies since 4/8/2019, 14:04   246 views
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