Posts written by Juniper Smith

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    Numero di partecipanti: indifferente!
    Sezione in cui aprire: Dove volete
    Info aggiuntive: June è una giovane adulta, l'ho inaugurata da poco e mi piacerebbe prenderci la mano! Ha frequentato Hogwarts a suo tempo, e sta cercando di intraprendere la carriera di alchimista. E' una metamorfomagus se può esservi utile <3
  2. .
    La possibilità, seppur remota, di rivedere Joshua, un giorno non meglio definito, viveva senza pagare l'affitto in un piccolo anfratto della sua mente, conservata gelosamente insieme a tutti i ricordi di lui e del loro rapporto che fingeva di aver dimenticato ma che non erano mai sbiaditi del tutto.
    In quel momento le sembrava quasi di non essere padrona del suo corpo, come se quella sensazione di elettricità che le scorreva sulla pelle o i nodi allo stomaco non le appartenessero davvero. Come non le apparteneva la persona di fronte a lei, che aveva caratteristiche famigliari ma che al contempo era ben diversa dal ragazzo che aveva conosciuto in passato e che mai avrebbe usato un tono come quello per apostrofarla.
    La sua risposta, pronta e tagliente, ebbe lo stesso effetto di una doccia gelida, costringendola a svegliarsi dallo stupore iniziale e scontrarsi con la realtà.
    Si meritava una risposta del genere, meritava tutta l'acidità che poteva rivolgerle, a dire il vero sospettava di meritarsi anche qualche schiaffo o qualche risposta più piccata, ma immaginava che quello non fosse il luogo adatto per quel genere di conversazione. Non che tutto il resto ora avesse importanza, sembrava quasi che l'aula fosse scomparsa, che tutto intorno a loro il tempo si fosse fermato, aspettando col fiato sospeso di capire che cosa sarebbe successo.
    Lei, di preciso, che cosa si aspettava? Nulla, avrebbe voluto dire, ma la verità era che avrebbe voluto qualcosa di diverso, anche se non sapeva in che modo.
    Joshua era stato davvero la sua prima grande cotta, aveva provato per lui un sentimento che non si era più concessa, e forse proprio per colpa di quella astinenza la sua presenza non riusciva ad esserle indifferente. Era abbastanza certa che se avesse incontrato di nuovo qualsiasi altro amico dell'epoca, se avesse incrociato per i corridoi un qualunque altro volto famigliare, sarebbe riuscita, seppur con fatica, a voltarsi dall'altra parte e proseguire ma con lui di fronte, così vicino e così lontano al tempo stesso, le sembrava di non poter fare altro che fissarlo.
    Era cambiato, era più alto, più magro, la sua voce era più profonda e roca di quanto ricordasse e portava i capelli più lunghi di una volta, un taglio che gli donava un'aria quasi tenebrosa. In un altro momento avrebbe quasi provato a fargli una battuta in merito, ma le parole del ragazzo l'avevano colpita in pieno petto e la ferita bruciava abbastanza da renderle impossibile cambiare discorso.
    "Touchè" replicò a mezza voce, quasi più a se stessa che a lui, abbassando lo sguardo sulle proprie mani interrompendo forzatamente il lorok movimento rapido e incontrollato, infilandole subito dopo direttamente nelle tasche della giacca.
    Si strinse nelle spalle, nascondendosi dietro un velo di indifferenza, ma tornò comunque a studiarlo, inclinando appena la testa.
    "Se per questo ci sono molte cose che nemmeno tu sai." Ed eccola che usava la sua strategia preferita: l'attacco. Avrebbe potuto ammettere le sue colpe, crollare in ginocchio e implorare il suo perdono, ma aveva un orgoglio e una dignità e continuava a voler tenere fede alle motivazioni che l'avevano spinta ad allontanarsi. Ormai aveva capito cosa succedeva a chiunque si affezionasse a lei e, per quanto potesse essere giudicata egoista, lei proprio non ci teneva a vedere che cosa l'Universo avrebbe causato per rovinare tutto ancora una volta. Per questo quando si sentiva punta nel vivo tutto quello che riusciva a fare era correre ai ripari e rispondere a tono, nella speranza che le persone si stancassero più in fretta e se ne andassero da sole.
    Eppure non voleva che Joshua se ne andasse, si scoprì inconsciamente intenta a trovare una qualsiasi scusa per continuare la conversazione, per proseguire con quella tortura ancora per un po'.
    "Studi qui quindi?" domandò, dando subito della sciocca per la stupidità di una frase come quella.
    Juniper Smith

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    Considerato come si sentiva dal momento in cui aveva ricevuto la risposta del Docente alla sua richiesta, ormai si stava quasi abituando a quella sensazione costante di nausea e stomaco annodato che la stava perseguitando. Avrebbe mentito se si fosse permessa di dire -o pensare- che fosse la prima volta che si sentiva così: era solita provare ansia e preoccupazione, solo che in genere metteva tutto a tacere lanciandosi a capofitto su qualcosa di nuovo. In quel momento tutto era nuovo, e al contempo dolorosamente famigliare: mentre raggiungeva Hidenstone si era trovata a riflettere sul fatto che, se non avesse dovuto andare in un posto come quello, probabilmente la maggior parte della sua angoscia sarebbe evaporata molto prima.
    Aveva ricordi tutt'altro che piacevoli legati ai suoi anni da studentessa, e anche se Hidenstone era ben diversa da Hogwarts, il cuore aveva cominciato a battere furiosamente contro lo sterno nell'istante in cui aveva visto il profilo della scuola anche solo da lontano. Studiare non le era mai dispiaciuto, dopotutto aveva scelto la carriera di alchimista non certo per caso, ma non apprezzava allo stesso modo l'idea di essere di nuovo rinchiusa tra le stesse mura insieme ad altri studenti. Non aveva grandi traumi da vittima di bulli da superare, anzi con ogni probabilità molte persone l'avrebbero guardata con astio se avesse ammesso che lei, tra tutte le possibili situazioni, aveva paura di stare simpatica alle persone, non di essere detestata.
    Ad Hogwarts aveva collezionato una serie di rapporti, più o meno profondi, che per un po' l'avevano fatta sentire speciale, amata e importante: aveva scoperto di saper dare tutta se stessa con le persone giuste, di non conoscere mezze misure. Poi aveva scoperto la sua vera natura, si era trovata ad affrontare la realtà, e l'unica soluzione che le era sembrata sensata era stata allontanare tutti: in quel momento aveva imparato che, come non conosceva mezze misure nel dare affetto, non ne conosceva nemmeno negli addii e l'unico metodo che aveva trovato le aveva portato solo sofferenza.
    Non aveva tempo per pensarci ora, anche se le richiese tutto il viaggio scacciare del tutto i ricordi e metterli da parte, continuando comunque a sentirli pesare sulle spalle.
    Arrivata a Hidenstone si concesse poco tempo per ammirarne la maestosità, rinviando ad un altro momento l'ammirazione, cercando di concentrarsi solo sul suo obiettivo.
    Si rigirò tra le dita la lettera che il docente gli aveva spedito, imponendosi contengo solo una volta arrivata all’ingresso, quando la ripose nella borsa e si diede un tono, drizzando la schiena e sospirando piano, a denti stretti. "Ora entra. Non fare la sciocca. E' solo una stupida scuola." sussurrò da sola, tra se e se, per poi compiere la prima falcata decisa che le permise di superare la soglia. Già dai primi passi le fu impossibile non notare la differenza da Hidenstone e qualsiasi altra scuola avesse mai frequentato prima, eppure il nodo all'altezza dello stomaco non sembrava pronto a scomparire da solo.
    Le sarebbe piaciuto evitare del tutto ogni contatto umano ma non era possibile e quindi ripiegò nascondendosi sotto una maschera di indifferenza, provando a passare inosservata per i lunghi corridoi e infilandosi quasi alla cieca tra uno studente e l'altro.
    Raggiunse l'aula di Alchimia con un leggero ritardo, dopo essersi persa a causa di quel tentativo di non sollevare mai lo sguardo dalle proprie scarpe, arrivando finalmente all'arco dell'ingresso, sentendosi scrutata dalle statue che lo sovrastavano. Non sapeva come bussare quindi alla fine optò per schiarirsi la voce, cercando di individuare Keegan all'interno dell'aula. "Buongiorno...?"
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    Quando aveva letto la risposta del docente di Alchimia di Hidenstone per un attimo, un fottutissimo brevissimo attimo, aveva quasi pensato di mollare tutto e annullare la sua richiesta. Aveva ricevuto il gufo in un tardo pomeriggio di ottobre, le foglie che facevano a gara per entrare nella sua stanza insieme alla civetta, e per un attimo il suo monolocale le era sembrato ancora più claustrofobico del solito. Eppure aveva fatto le sue ricerche, aveva contattato tutti i docenti migliori che si erano dimostrati raggiungibili e quando aveva trovato l'indirizzo di Keegan le era sembrato tutto così naturale, così positivo.
    "Calma, respira, va tutto bene." si era detta parlando al nulla, la civetta che aspettava paziente sul davanzale una risposta da poter recapitare. L'aveva fissata a lungo, tentennando sulla possibilità di lasciarla andare senza una risposta o di scribacchiare un rapido "no grazie" senza nemmeno spiegare perchè.
    Si era ricordata solo in un secondo momento che niente di tutto quello faceva parte della sua personalità, veniva spesso accusata di non valutare prima i rischi e di lanciarsi sempre a testa bassa in qualunque situazione, non era proprio una che ragionava a lungo prima di buttarsi. Anche il suo istinto ormai era un senso accessorio, una parte di se che era abituata ad ignorare, ancora di più quando si trasformava in ansia immotivata o paura dell'ignoto: lei non voleva essere così, non poteva permettere alla paura di frenarla.
    Alla fine si era convinta ad agire, in qualche modo: aveva riposto la lettera nel cassetto, scribacchiato su un foglio che accettava le condizioni dell'insegnante e poi si era buttata a capofitto nei preparativi per la "partenza". Non che ci fosse molto da preparare, viveva a Londra ormai da qualche settimana, in un monolocale sovra prezzato in centro, e l'unica cosa di cui avrebbe dovuto preoccuparsi era di fare una buona prima impressione.
    A voler essere onesti era più l'idea di tornare a scuola che la terrorizzava, più che quello che avrebbe fatto: lo aveva realizzato con una certa chiarezza quando, nel cuore della notte, si era svegliata urlando dopo aver sognato Hogwarts gremita di suoi coetanei che la guardavano con astio. Ancora una volta, l'autocritica non era mai stata un suo forte, preferiva molto di più lasciarsi tutto alle spalle piuttosto che analizzare ogni dettaglio, ma nel silenzio assordante della stanza illuminata solo dai lampioni esterni si era ritrovata costretta a prendere una pausa e affrontare i suoi demoni.
    Aveva lasciato Hogwarts anni prima, assicurandosi che niente della sua esperienza in quella scuola o delle persone che aveva incontrato la seguissero. Non era stato facile, aveva fatto molto più male di quanto le piacesse ricordare, ma si era imposta freddezza, si era ritrovata a pensare che passare per stronza fosse meglio che distruggere tutto dopo, con la sua natura, il suo carattere o qualsiasi parte di lei portasse ogni rapporto a disintegrarsi, prima o poi.
    Aveva preso quella decisione drastica quando era solo una ragazzina, eppure non si era più legata a nessuno tanto era stato traumatico prendere quella strada, e fino a quel momento si era convinta che stare da sola fosse la cosa più giusta e sicura per tutti quanti.
    Alla fine nonostante le sue incertezze e il fatto che solo l'idea di Hidenstone le annodasse lo stomaco, quella mattina si era svegliata, due profonde occhiaie che fece scomparire prima di soffermarcisi troppo, e si era trascinata all'Accademia cercando di pensare meno possibile alle conseguenze. Anche entrando nella scuola aveva cercato di concentrarsi solo sulla meta, certe dinamiche, certi corridoi, anche solo le divise le facevano ancora effetto e ptreferì muoversi rapida verso l'aula di Alchimia prima di fuggire a gambe levate.
    Vedere il Professore l'aveva in parte rasserenata, o almeno le aveva permesso di concentrarsi sul motivo per cui era lì, almeno fino a che quel secondo di calma non venne interrotto, prima ancora che potesse abituarsi alla sensazione.
    Avrebbe riconosciuto quell'accento e quel tono di voce ovunque, nonostante ora avesse un timbro leggermente diverso, un suono che risultava piacevole e sbagliato al tempo stesso perchè non era quello che ricordava lei e dannazione l'aveva portata a voltarsi prima che potesse impedirlo. Ed eccolo lì, in carne ed ossa: cresciuto senza ombra di dubbio, eppure con gli stessi occhi di cui si era innamorata la prima volta e con addosso il peso di tutte le promesse che lei aveva distrutto.
    Sospirò piano, sforzandosi di mantenere la calma, ancora di più perchè non era quello il momento di farsi prendere dal panico.
    "Non uno dei migliori." finì per rispondere a denti stretti, salvo poi fare appello ad una calma che non aveva mai avuto, le parole che premevano sulle labbra per uscire come se proprio non potesse tacere ora che lo aveva di fronte. "Non sapevo frequentassi Hidenstone." ammise con innocenza, e in effetti come poteva saperlo? Aveva tagliato ogni contatto con Joshua e chiunque altro avesse frequentato Hogwarts nel suo stesso periodo, aveva resistito all'impulso di cercarlo sui social o di rivangare troppo il passato, di certo non poteva sapere qualcosa della sua vita.
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    Ehiii <3

    Come sempre mi sono un po' persa dei dettagli ma hai ragione su tutto! Ho modificato, dimmi che cosa ne pensi ora e grazie per gli spunti! <3
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    Juniper "June" Smith

    CkcWV5z

    Caotico Buono + Texas + 19.11 + 22
    J7ngzBA
    Nome: Juniper, un nome voluto da sua madre, ispirato dalla pianta di ginepro che cresceva rigogliosa quando June è nata. Si tratta di un nome dal suo antico, difficile da dimenticare, e la ragazza ha impiegato un po' prima di accettarlo e portarlo con orgoglio. La maggior parte dei suoi amici la chiamano June. Cognome:cognome del padre, umano, non collegato a nessuna particolare dinastia.Professione:Sta lavorando sodo per diventare una alchimista di valore, dopo la specializzazione sta cercando di inserirsi nel mondo lavorativo. Visto il suo essere promettente è riuscita ad ottenere lezioni di apprendimento extra scolastiche col professore Keegan, a Hidenstone. Famiglio:
    Non ne ha ancora uno ma non nega che continua a sperare di trovare quello giusto.
    Metamorfomagus
    Aspetto fisico: June appare come una ragazza slanciata, alta un metro e settanta abbondante, quasi sempre con lunghi capelli di un castano intenso, più o meno scuri ma raramente in colori fuori dal comune. Ha la carnagione molto chiara, che in estate si riempie di lentiggini, e lunghe ciglia scure che incorniciano occhi di un castano chiaro, caldo e simile al colore ambrato del whiskey invecchiato. Non è particolarmente attenta alla moda, non le piace granchè mettersi in mostra, forse anche perchè spesso non sente il proprio corpo come davvero "suo", vista la sua capacità di modificarlo senza nemmeno bisogno di pozioni. Non è una che indossa i tacchi ma preferisce sempre stivali comodi, borse piccole quando ne porta con sè -ha sempre attivo un Incantesimo di Epsansione sulle tasche di tutto ciò che indossa- e non passa mai troppo tempo davanti allo specchio, finendo quasi sempre per avere un'aria un po' selvaggia che la circonda.
    Ha qualche tatuaggio sparso per il corpo, tutte cose fatte per lo più spinta dal momento:
    Segni Particolari: Passa la maggior parte del tempo, sopratutto dopo la sua esperienza da “nomade”, a passare inosservata è piuttosto guardare gli altri da lontano: il sui guardaroba è limitato ma con abiti neutri e non troppo appariscenti, almeno per tutti i giorni.
    Ha provato a sperimentare -solo perché spinta dai suoi docenti per lo più- con le sue abilità, eppure non è mai riuscita a governare del tutto le sue capacità e ne è indubbiamente spaventata. Le cose che ha cambiato più spesso sono i capelli, apprezzando un riflesso bluastro che alle volte ancora sfoggia, e occhi quasi bianchi che invece l’han sempre inquietata.
    L’unico ricordo che porta con se del suo passato è una cavigliera dorata al piede destro, regalo di un vecchio amico.
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    Carattere:Non è una che ama le sfumature, spesso tende a vedere le cose o bianche o nere, si fa prendere dal momento e dalle emozioni più travolgenti ed è solita lasciarsi andare a sfoghi istintivi e parlare prima di razionalizzare ogni cosa. La sua natura non ha mai aiutato in quel senso, portandola a sentirsi spesso succube delle sue sensazioni e incapace di mettere un freno al proprio corpo.
    E' sempre stata uno spirito libero, intenzionata ad affermarsi il più possibile per guadagnarsi una certa autonomia, da chiunque. Questo suo desiderio di libertà ha sempre camuffato alla perfezione la sua paura di legarsi alle persone, le poche volte in cui si è sentita sul punto di "dipendere" emotivamente da qualcuno è stata la prima ad allontanarsi bruscamente e farsi terra bruciata intorno.
    Non si reputa una persona empatica, in effetti non è molto brava a gestire le emozioni altrui, ma è molto sensibile ed è una che quando si affeziona fatica poi a staccarsi davvero: non mantiene rapporti a metà, ha tagliato ponti spesso e senza vacillare, ma questo non significa che dentro non conservi ricordi precisi di chiunque sia riuscito a entrare nel suo cuore.
    E' una persona abbastanza autonoma, che tiene alla sua indipendenza e che è abituata a mostrarsi sicura di sè, malgrado spesso sia evidente che non è così. E' una ragazza che sa cavarsela da sola, il suo motto preferito è con ogni probabilità "chi fa da sé fa per te", e non è brava a chiedere aiuto anche quando ne ha bisogno.
    Ha sempre sognato di andare a vivere da sola, non per niente si è allontanata dalla famiglia non appena ne ha avuto modo e ad oggi preferisce sentire i suoi genitori e i suoi fratelli giusto ogni tanto, per non sentirne troppo la mancanza.
    Non è una persona che tiene molto alla routine, adora le avventure ed è istintiva più che riflessiva: ha preso spesso decisioni mosse dalla foga del momento, di cui si è pentita poi in seguito, malgrado non abbia grandi rimpianti se non giusto qualcuno.
    Dal punto di vista sentimentale può affermare di essersi innamorata davvero, almeno in una occasione, ma anche in quel caso ha finito per scappare, per paura di non saper gestire la fine di ogni cosa.
    Chiunque abbia mai avuto a che fare con lei potrebbe dire che è difficile entrare in intimità, che è una che non tiene a freno la lingua ma che raramente parla di se stessa, eppure sa avere un fascino e una spigliatezza difficili da dimenticare.
    "Ama"
    - I colori degli alberi in autunno
    - I maglioni pesanti
    - I cani
    - Ha una passione per tutto ciò che contiene la cannella, in particolare ama la cioccolata calda aromatizzata, con tanto di panna e marshmellows.
    - La sensazione del vento tra i capelli
    - I tramonti suggestivi in posti particolari
    - Adora andare in campeggio fin da quando era appena una bambina, quando suo zio l'ha portata con sè e le sue cugine in una vacanza all'avventura.
    - Le piace l'adrenalina che il pericolo o le situazioni incerte le provocano, ama le sensazioni forti e spesso per questo si getta in situazioni più+ o meno pericolose, sperando di sentirsi più viva e, in parte, anche in controllo
    "Odia"
    - le vacanze al mare
    - Gli addii
    - I maglioni in lana che pungono addosso
    - La sensazione di insicurezza che spesso le provoca la sua non-identità
    - Svegliarsi al mattino e non riconoscersi allo specchio (cosa che le accade spesso vista la sua natura, e sensazione con cui ancora non ha fatto pace)
    - Il gelato alla fragola
    - Le giornate di sole intenso, in inverno, perché ama la nebbia e la pioggia e non capisce perché il poco tempo destinato alla stagione invernale sia rovinato da giornate soleggiate.


    Paure:Non è una che parla davvero delle sue parole, e a parte cose sciocche come alcuni rettili o ragni particolarmente grossi, non ha paure troppo evidenti. Teme comunque la solitudine, quella spaventosa che la abbraccia quando non è dell'umore giusto oppure non si sente padrona di sè stessa, quando vorrebbe solo qualche parola di conforto ma il suo voler essere autonoma e indipendente glielo impedisce. Ha paura di soffrire, di sentire troppo la mancanza di qualcuno e non poterlo avere, e ha paura di affezionarsi perchè non le è mai successo e non è sicura delle conseguenze. Ha paura di sè stessa, alle volte, di quello che potrebbe essere capace di fare.

    Background

    Juniper nasce in Texas, in una vecchia casa di campagna, con la madre Theresa e il padre Edward, circondata dall’amore dei genitori e dal calore che accoglie ogni bambina attentamente cercata. June cresce in campagna, circondata da animali, tra cui i cavalli che dimostra di amare dall’inizio, e cresce ben lontana dal mondo magico. Il padre, umano, ha sempre lottato perché la figlia vivesse un’infanzia serena, lontana dalle complicanze della magia, e la madre strega ha acconsentito alla cosa solo per trovare il modo migliore per parlargliene.
    Purtroppo i genitori di June vengono a mancare quando lei ha solo 5 anni e viene affidata alla sorella di sua madre, Monica, una donna allegra e dolce che la accoglie fin da subito nella sua famiglia. La famiglia Percival, nella quale entra a fare parte, conta quattro figli maschi, un cane, un gatto e un legame profondo con il mondo magico. È grazie a loro che June comincia a capire chi è, seppur nei primi anni si chiude in un mutismo selettivo, che contribuisce a renderla una bambina schiva e quasi invisibile.
    Nel caos della sua famiglia adottiva è facile passare inosservati e nessuno le mette troppa pressione addosso, lasciandole il suo spazio anche quando le terapiste non sanno più come aiutarla. Inutile dire che la bambina cerca sempre di non affezionarsi, sicura che ogni cosa bella possa finire da un momento all’altro, e fatica a trovare amici a scuola o anche solo qualcuno con cui parlare.
    Proprio per spronarla a uscire dal suo guscio, ma anche per portarla ad abbracciare la sua parte magica, quando riceve la sua lettera per Hogwarts l'evento viene accolto con entusiasmo da parte di Monica: la rinomata scuola di magia sembra il posto giusto per permettere a June di respirare aria nuova, conoscere nuove persone e superare i suoi limiti.
    In effetti trasferirsi la costringe a superare i suoi blocchi e la mette di fronte ad una nuova realtà, del tutto nuova rispetto a quella che ha sempre conosciuto. A Hogwarts si appassiona di Quidditch, diventando cacciatrice, e comincia contro ogni aspettativa a farsi degli amici: impiega anni a coltivare rapporti duraturi, ma quando lo fa costruisce amicizie serie e profonde. Trova anche l’amore, tra le mura della scuola, ma tutto si sgretola con l’andare avanti del tempo.
    I suoi primi episodi di "mutazione" avvengono quando era ancora una bambina, ma vengono sempre spiegati e soffocati in qualche modo: la sensazione che ha sempre provato è stata quella che tutti, nella sua vita, volessero proteggerla anche da lei stessa, per quanto la zia cercasse di essere dolce nel suo tentativo di posticipare ogni spiegazione, sperando che la scuola possa fornirle una chiave di lettura migliore e aiutarla nel suo percorso. Le viene comunque detto che è "speciale" e che un destino unico la aspetta, provando ad indorare la pillola.
    June ha quasi tredici anni quando comincia a capire che davvero qualcosa in lei non funziona, e impiega mesi a comprendere di che cosa si tratti: quando scopre che è il gene del metamorfomago quello da cui, con ogni probabilità, suo padre aveva sempre voluto proteggerla e che la rende così diversa, torna ad isolarsi cercando di salvare tutti quanti da quella che lei vive come una maledizione. Nella sua testa ancora una volta qualcosa di bello è stato rovinato, segno che lei non meriti nulla di positivo è che sia fatta per distruggere ogni cosa.
    Cerca di finire Hogwarts nel minor tempo possibile e appena ne ha l’occasione lascia direttamente il continente, tornando in America dove non conosce nessuno e può cercare di trovare un senso a tutto quello che le sta accadendo.
    Prosegue gli studi a rilento, aiutata da alcuni docenti nel cercare di domare la sua natura, che non accetterà mai fino in fondo.
    Non riprenderà mai i contatti con i suoi amici di Hogwarts, la sua tecnica migliore di fronte ai momenti di difficoltà è sempre stata la fuga e non è mai riuscita ad affrontare le situazioni più complicate. Si è allontanata da tutti, tagliando i ponti anche con il suo ragazzo dell’epoca: per quanto tenesse a lui ha approfittato della loro differenze d’età per allontanarlo definitivamente, e lo ha trattato con freddezza tale da fargli credere di non provare nulla.
    Terminati gli studi ha cercato di approfondirli ulteriormente per intraprendere una carriera da alchimista, con tutta l’intenzione di lavorare in un laboratorio. Sta cercando di migliorare la sua conoscenza della materia e per questo, dopo aver contattato diversi professori, ha accettato la possibilità di avere lezioni extra con Keegan, frequentando quindi saltuariamente la scuola di Hidenstone. Per farlo ha deciso di trasferirsi a Denrise, seppur in un piccolo monolocale per ricordare anche a se stessa che è solo una soluzione temporanea.


    starring: Crystal Reed

    Demiurgòs©








    STATISTICHE:
    Coraggio: 30
    Empatia: 30
    Intelligenza: 20
    Resistenza: 25
    Tecnica: 20
    Intuito: 25
    Destrezza: 25
    Carisma: 25


    Skill: Alc 1 e Verde I

    Edited by Juniper Smith - 15/12/2022, 21:15
  7. .
    «"Quarantadue!" urlò Loonquawl. "Questo è tutto ciò che sai dire dopo un lavoro di sette milioni e mezzo di anni?"
    "Ho controllato molto approfonditamente," disse il computer, "e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda".»


    E forse 42 è anche la risposta alla fatidica domanda: quanti pg vuoi avere?
7 replies since 14/12/2022
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