New beginnings

June&Keegan

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    Considerato come si sentiva dal momento in cui aveva ricevuto la risposta del Docente alla sua richiesta, ormai si stava quasi abituando a quella sensazione costante di nausea e stomaco annodato che la stava perseguitando. Avrebbe mentito se si fosse permessa di dire -o pensare- che fosse la prima volta che si sentiva così: era solita provare ansia e preoccupazione, solo che in genere metteva tutto a tacere lanciandosi a capofitto su qualcosa di nuovo. In quel momento tutto era nuovo, e al contempo dolorosamente famigliare: mentre raggiungeva Hidenstone si era trovata a riflettere sul fatto che, se non avesse dovuto andare in un posto come quello, probabilmente la maggior parte della sua angoscia sarebbe evaporata molto prima.
    Aveva ricordi tutt'altro che piacevoli legati ai suoi anni da studentessa, e anche se Hidenstone era ben diversa da Hogwarts, il cuore aveva cominciato a battere furiosamente contro lo sterno nell'istante in cui aveva visto il profilo della scuola anche solo da lontano. Studiare non le era mai dispiaciuto, dopotutto aveva scelto la carriera di alchimista non certo per caso, ma non apprezzava allo stesso modo l'idea di essere di nuovo rinchiusa tra le stesse mura insieme ad altri studenti. Non aveva grandi traumi da vittima di bulli da superare, anzi con ogni probabilità molte persone l'avrebbero guardata con astio se avesse ammesso che lei, tra tutte le possibili situazioni, aveva paura di stare simpatica alle persone, non di essere detestata.
    Ad Hogwarts aveva collezionato una serie di rapporti, più o meno profondi, che per un po' l'avevano fatta sentire speciale, amata e importante: aveva scoperto di saper dare tutta se stessa con le persone giuste, di non conoscere mezze misure. Poi aveva scoperto la sua vera natura, si era trovata ad affrontare la realtà, e l'unica soluzione che le era sembrata sensata era stata allontanare tutti: in quel momento aveva imparato che, come non conosceva mezze misure nel dare affetto, non ne conosceva nemmeno negli addii e l'unico metodo che aveva trovato le aveva portato solo sofferenza.
    Non aveva tempo per pensarci ora, anche se le richiese tutto il viaggio scacciare del tutto i ricordi e metterli da parte, continuando comunque a sentirli pesare sulle spalle.
    Arrivata a Hidenstone si concesse poco tempo per ammirarne la maestosità, rinviando ad un altro momento l'ammirazione, cercando di concentrarsi solo sul suo obiettivo.
    Si rigirò tra le dita la lettera che il docente gli aveva spedito, imponendosi contengo solo una volta arrivata all’ingresso, quando la ripose nella borsa e si diede un tono, drizzando la schiena e sospirando piano, a denti stretti. "Ora entra. Non fare la sciocca. E' solo una stupida scuola." sussurrò da sola, tra se e se, per poi compiere la prima falcata decisa che le permise di superare la soglia. Già dai primi passi le fu impossibile non notare la differenza da Hidenstone e qualsiasi altra scuola avesse mai frequentato prima, eppure il nodo all'altezza dello stomaco non sembrava pronto a scomparire da solo.
    Le sarebbe piaciuto evitare del tutto ogni contatto umano ma non era possibile e quindi ripiegò nascondendosi sotto una maschera di indifferenza, provando a passare inosservata per i lunghi corridoi e infilandosi quasi alla cieca tra uno studente e l'altro.
    Raggiunse l'aula di Alchimia con un leggero ritardo, dopo essersi persa a causa di quel tentativo di non sollevare mai lo sguardo dalle proprie scarpe, arrivando finalmente all'arco dell'ingresso, sentendosi scrutata dalle statue che lo sovrastavano. Non sapeva come bussare quindi alla fine optò per schiarirsi la voce, cercando di individuare Keegan all'interno dell'aula. "Buongiorno...?"
    Juniper Smith

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    "Run girl run! this world is not made for you"
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    METAMORFOMAGUS
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    Keegan si passò una mano sul volto per scacciare un sottile velo di sudore. Quella stanza sembrava essere diventata una fornace, da quanto tempo era chinato su quella scrivania a tentare i numerosissimi esperimenti alchemici. Era talmente concentrato sui suoi affari che quando sentì quella presenza schiarirsi la voce, sobbalzò sullo sgabello e per poco non cadde per terra, facendosi seriamente male.
    Si era completamente dimenticato del loro appuntamento. Non tanto perché non gli interessasse o per negligenza, semplicemente quando decideva di fare qualcosa, ci si buttava così tanto a capofitto, da perdere la cognizione del tempo e dello spazio, fino a dimenticarsi un po' di tutto quello che riguarda lui o gli altri.
    Ma quando si girò, non esitò comunque ad accogliere June con un sorriso a trentadue denti, allargando le braccia come a farle intendere di essere la benvenuta. Ma per sicurezza, glielo disse anche.
    Benvenuta, June! Giusto perché non si sapeva mai come potesse interpretare i suoi gesti. Quello che non le disse, era che si era dimenticato dell'appuntamento, non voleva si facesse una brutta idea su di lei. Che fai lì sulla porta? Che poi non era proprio una porta ma non era assolutamente il caso di soffermarsi sui dettagli. Entra, accomodati. Indicò uno sgabello accanto al suo, sorridendo. Mi dispiace non poterti accogliere in maniera migliore ma ero molto preso in alcuni esperimenti. Spostò provette e tutto il resto del materiale giusto per liberare il tavolo. Un'altra cosa che non aveva imbroccato proprio, era il nome della ragazza... oppure semplicemente preferiva chiamarla così perché riteneva che i soprannomi ed i diminutivi, donassero un'interessante personalità a chi se li vedeva affibbiare. La ragazza gli aveva scritto, anche se non era scesa molto nei dettagli. Tuttavia Keegan adorava aiutare gli altri e lo avrebbe fatto anche se nella sua lettera ci fossero state due parole solamente. In effetti, meditò, adesso che i ripetitori erano stati azionati, avrebbero potuto comprarsi un magifonino ma Keegan preferiva continuare alla vecchia maniera con le lettere e così avrebbe fatto sempre.
    Doveva anche ricordarsi di mandarne una a Eirikr per ringraziarlo formalmente di averlo salvato, quel giorno nella foresta. Ancora rabbrividiva a pensare a cosa sarebbe potuto succedergli se non fosse arrivato l'altro denrisiano in suo soccorso. Una fine decisamente orribile.
    Allora dimmi... da dove vuoi iniziare? Le domandò, accarezzando con i polpastrelli, il bancone di legno.
    Keegan Mac Aodhagàin


    Hogwarts
    Druido
    Eterosessuale?

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