Votes taken by Lionan Ceir

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    Ragazzi, mi vedo costretta a lasciare il forum.

    Mi dispiace, vi auguro ogni bene e grazie per tutto quanto <3


    Taggo le persone con cui ho aperto roles/ho roles in sospeso, cosicché siano informate:

    Blake Barnes Siria Healy Morrigan Maverick, Giada McCarthy, Lancelot Olwen (anche se la role non è praticamente mai cominciata), Lucas Jughed Jones (anche se la role non è praticamente mai cominciata).
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    Isaac_01
    Isaac Callahan
    Dioptase | 16 anni


    La luna filtrava dalle grandi vetrate che animavano i corridoi di Hidenstone, gettando malinconici raggi sui pavimenti di pietra – talvolta nudi e talvolta coperti da soffici passatoie, a seconda della nobiltà o meno del corridoio di cui erano fiero basamento. Le innervature dei mosaici spezzavano la luce siderea e fredda del satellite terrestre: cesure forzate in un percorso che, altrimenti, sarebbe stato netto e pulito.
    Una figura alta e allampanata terminò di scendere le scale che collegavano l'ala ovest del castello con il pianterreno; svoltò a sinistra dopo l'ingresso della Sala Grande e oltrepassò l'arco di pietra a sesto acuto che precipitava nell'oscurità – un'oscurità però punteggiata di fiammelle tremule e vaghe. L'ultimo raggio di luna lo investì proprio mentre il suo piede sinistro, nudo, accarezzava il gradino inferiore, principiando la discesa verso i sotterranei: era Isaac. Sedici anni e qualche mese, carnagione chiara, occhi scurissimi e capelli mori tutti arruffati, il giovanotto non sembrava avere sonno. Il suo volto dai lineamenti regolari ma piuttosto banali non esprimeva alcun genere di stanchezza; i suoi occhi erano vispi e vitali, perlustravano incessantemente la discesa che stava cominciando ad affrontare.
    Appoggiò, più per abitudine che per reale necessità, la mano sinistra sulla parete di pietra: le pellicine del medio e dell'indice erano un po' rovinate, segno che il ragazzo aveva l'abitudine di mordicchiarsele e di mangiarsele nei momenti di nervosismo. Fece scorrere il palmo e le dita sulla superficie fredda, sottilmente ruvida e innervata della parete e intanto scese le scale, un gradino dopo l'altro. La mano destra era impegnata: le dita erano strette attorno a un libro. Non di scuola, nient'affatto; si trattava, per la verità, di un libro babbano: 'La serie infernale' di Agatha Christie. Un segnalibro indicava che il Dioptase ne aveva letto almeno un terzo.
    Isaac indossava un pigiama da uomo molto classico: blu scuro con minuscoli disegni bianchi, era costituito da una casacca abbottonata davanti e da pantaloni ampi, comodi. La stoffa frusciava debolmente ad ogni passo che compiva nella luce tremula delle torce che rischiaravano gli scalini alti e spigolosi: altrimenti non avrebbe prodotto alcun genere di rumore, i suoi piedi nudi accarezzavano il pavimento in maniera molto delicata e silenziosa. Una volta giunto al termine delle scale, Isaac non perse tempo e si diresse verso le immense cucine della Scuola. Qui si fermò senza oltrepassare, sulle prime, la soglia d'ingresso; quasi timidamente si sporse in avanti e: “ChefRub? È permesso? Si può?”, chiamò il responsabile delle cucine stesse.

    Silenzio.

    Quello che l'accolse fu solo silenzio, non che – in effetti – si aspettasse di ricevere una vera e propria risposta: dopotutto erano le dieci e mezzo passate e il pasto serale era lontano ormai qualche ora, ben plausibile che gli elfi e il loro responsabile si fossero ritirati nei loro alloggi per riposare. Varcò quindi la soglia delle cucine e si guardò attorno. “Oh, speriamo che ci siano ancora quei deliziosi muffin... ma mi andrebbero bene anche dei biscotti al burro con una bella tazza di caffelatte e miele. Mi accontento di poco, in fondo.”, borbottò tra sé e sé mentre prese a cercare, con garbo e discrezione, qualcosa con cui fare uno spuntino notturno.

    Narrato - "Parlato" - 'Pensato' | Isaac Callahan || Stat.
    RevelioGDR]







    Blake Barnes
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    Isaac_01
    Isaac Callahan
    Dioptase | 16 anni


    Strinse con decisione la mano di Lancelot – ma senza alcun intento di arrecare fastidio o altro all'uomo – e accompagnò il tutto con un altro sorriso schietto e spontaneo. “Allora siamo d'accordo, Professore!”, commentò il futuro Dioptase, e diede un giusto peso a quelle parole, attribuendo loro una corretta dose di importanza.
    Aveva appena interrotto il contatto con il Docente di Rune Antiche quando si ritrovò il regalo da parte di Kenna: la vista dell'agenda gli fece spalancare gli occhi e fece sì che le sue labbra morbide disegnassero una piccola 'o' di sorpresa: “Wow, ma grazie!”, esclamò tramutando la 'o' in un bel sorriso aperto e schietto. “Sarà davvero molto utile, mia signora.”, aggiunse nello spazio del medesimo respiro. 'Che meraviglia, libri interessanti e un'agendina come omaggio: questa libraia diventerà la mia prossima BFF, me lo sento.', considerò tra sé e sé mentre tra le dita si rigirava il dono appena ricevuto. Sollevò in fretta lo sguardo dal libro e seguì la direzione indicatagli da Kenna: “Oh, molto bene. È davvero vicino il suo negozio, impossibile perdersi.”, constatò alla fine, pienamente soddisfatto delle indicazioni che aveva ricevuto. Prese tutti i propri acquisti e liberò i presenti della propria presenza con un: “Arrivederci e grazie!” semplice ma educato al medesimo tempo.
    Una volta che si fu allontanato di qualche passo, si voltò e sbirciò Lancelot da sopra la spalla sinistra; con il medesimo sguardo abbracciò anche il Professore di Magitecnica, che avrebbe incontrato di lì a qualche giorno e del quale intercettò il sorriso, ma non si soffermò molto cercando, piuttosto, di risultare il più discreto possibile con quello sguardo prima di riprendere la strada verso altrove. 'Rune Antiche potrebbe rivelarsi davvero molto ma molto ma molto interessante, a Hidenstone', pensò tra sé e sé, relegando quell'opinione al sicuro nella propria mente.

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    Era arrivato da non molto presso la bancarella dello Speziale quando la voce di Lilith, amplificata magicamente, lo raggiunse. 'Matricole? Ah già, io sono una matricola, tecnicamente parlando!', si ritrovò a pensare.
    Tuttavia, rimase impegnato nella conversazione con il Druido, al quale allungò il semino: “Come vuole, Jason”, acconsentì alla presentazione dell'altro. “Mi chiamo Isaac. Questo dono l'ho ricevuto da un'avvenente Denrisiana quando sono sbarcato, al molo. Tutti noi abbiamo ricevuto il medesimo sacchetto.”, spiegò. Si decise alfine a seguire le indicazioni di Lilith, non senza lanciare un avvertimento allo Speziale. “Grazie mille, Jason. Sarà meglio che faccia come mi viene suggerito da quella ragazza! Sembra che abbia ben chiaro in testa che cosa fare in questo caso. Lei mi può trovare presso la fucina!”. Un breve cenno di saluto a mo' di commiato e il futuro Dioptase si avviò verso la bancarella designata, esattamente come aveva pronosticato Lilith Clarke quando aveva fatto il proprio annuncio. Mentre camminava, giovoforza intercettò proprio la prefetta che si stava dirigendo verso la bancarella del druido: “E' andato per di là a cercare un certo Sigurd e poi l'ho visto dirigersi verso qualcuno che si chiama Phil o forse Philipp!”, le spiegò gesticolando vivacemente. Mentre era lì con gli altri primini, si vide venire incontro la figura di Sigurd, il capovillaggio, assieme a un nutrito gruppo di altre persone. Fu impossibile per lui non sentire le istruzioni che egli impartì, soprattutto quello che riguardava Cora. Era confuso e perplesso, un enorme punto interrogativo era disegnato sopra la sua capoccetta – metaforicamente parlando ovviamente – e sembrava brillare di luce propria: un po' come nei fumetti e negli anime, insomma. “Ehm... scusate se interrompo questo conciliabolo, ma qualcuno mi può spiegare chi sia questa Delaine e perché ha violato la segretezza dell'isola?”, chiese. Ma aggiunse immediatamente una considerazione, cercando Sigurd con gli occhi scurissimi e offrendogli la propria voce baritonale, piena e solida. “Denrise è indisegnabile, ci si arriva solo con l'incanto Revelio. Così invece può venir rintracciata mediante l'aggancio a una cella dei magifonini – quindi non è più indisegnabile. Che cosa succede? Come posso rendermi utile?”, si propose immediatamente, mollando baule e zaino contenente i preziosi acquisti e facendo un deciso passo avanti in direzione del capovillaggio.

    Narrato - "Parlato" - 'Pensato' | Isaac Callahan || Stat.
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    Isaac interagisce con Lancelot, con Lilith, con Jason (interazioni "blande") ma anche con Sigurd proponendosi di dare una mano a capire il pasticcio dei magifonini che prendono.
  4. .
    Isaac_01
    Isaac Callahan
    Dioptase | 16 anni


    'Per fortuna che ci sono quei droni prendi-appunti!', si ritrovò a pensare tra sé e sé man mano che Morrigan commentava le risposte di tutti gli altri studenti. 'Almeno potrò rileggere tutto quanto e potrò soffermarmi sui punti salienti. Avevo del tutto sottovalutato le spade laser, ad esempio', considerò mentre quella evocata dal Docente di Magitecnica arabescava ghirigori sulla sabbia. Si mordicchiò il labbro inferiore, decisamente pensieroso: sebbene la figura avrebbe dovuto strappargli un sorriso, così non fu – era troppo preso da tutt'altro.
    “Uhm. Rischio di peccare di superficialità. È chiaro che qui devo pensare ancora di più fuori dal quadrato.”, considerò tra sé e sé. La sua voce era un bisbiglio che la risacca del mare e la brezza sottile erano destinate a cancellare, eppure poterono essere udite da chi, eventualmente, fosse abbastanza vicino al sedicenne per poterlo fare. Quando Morrigan si concentrò maggiormente su Siria e sulla sua patologia e produsse un incanto a suo beneficio, il giovanotto annuì una volta e spedì un leggero sorriso di incoraggiamento all'altra ragazza: era qualcosa di molto timido e di appena accennato ma tutt'altro che di circostanza. Indugiò su di lei con gli occhi scurissimi almeno sin quando il Professore non lo interpellò direttamente: ciò indusse Isaac a girarsi di scatto verso di lui e a renderlo il centro esatto della propria attenzione. Spalancò le palpebre e sorrise alla sfida che gli venne lanciata, negli occhi brillarono saette di chiaro entusiasmo, però non rispose subito: infatti, scelse di prendersi un poco di tempo per riflettere. Staccò lo sguardo dall'uomo e prese a parlare con molta lentezza e gli occhi appena socchiusi, smarriti chissà dove e alle prese con chissà quali pensieri:
    “Uhm... non è per nulla semplice come domanda...”, esordì. Si mordicchiò il labbro inferiore arpionandolo tra gli incisivi e deformandolo in maniera concreta, visibile inspirò profondamente e ingobbì un poco le spalle incurvando in avanti la schiena. “Proviamo a partire dall'Aritmanzia, come hai appena suggerito. Raido dovrebbe essere, se non ricordo male le mie lezioni di Rune Antiche, la Runa che favorisce il trasporto. D'altra parte abbiamo bisogno di qualcosa che favorisca la comprensione del pensiero, che riesca a potenziare quell'impulso cerebrale rendendolo concreto e definito in ogni suo dettaglio. Però non mi sembra che esista una Runa che favorisca tutto ciò, che renda concreta un'idea, un pensiero su un luogo ben preciso – però magari mi sbaglio, perché le mie conoscenze di Rune Antiche sono pur sempre a livello di G. U. F. O. e non ulteriore”. Isaac ragionava a ruota libera, gesticolando ampiamente con le mani nel dipanare il proprio discorso. “Professore, mi scusi, ma forse proprio in questo 'vuoto' delle Rune Antiche potrebbe intervenire la Magitecnica, no? Si potrebbe pensare a un congegno in grado di tramutare un impulso cerebrale in un qualcosa di estremamente concreto e si potrebbe potenziare questo congegno con un sigillo runico avente come focus Raido e che funzioni tramite – appunto – Polvere Volante.”. Fece dunque una pausa, ma solo per rifiatare. Infatti, l'attimo dopo proseguì: “Se dovessi prescindere dalle Rune e dovessi puntare tutto sulla Magitecnica... Non saprei: lo ritengo assolutamente possibile, come è ovvio, però non saprei proprio da che parte cominciare, professore! Non so ancora nulla della tua materia. Fermandoci alla questione Rune: stupidaggine quello che ho detto oppure ha un minimo di senso?”, chiese alfine tornando in completo silenzio: un silenzio ovattato e densissimo, occupato tutto per intero dalla ragazza giunta procedendo a dorso di granchio.

    Gli occhi di Isaac saettarono verso di lei e si sgranarono completamente per lo stupore. Isaac rimase a lungo in silenzio, del tutto incapace di proferir verbo alcuno; lo scambio tra i due gli scivolò addosso, era completamente rapito dalla presenza di Amalthea tanto che la salutò addirittura in ritardo: “Salve!”. Si zittì immediatamente, si concentrò sulle spiegazioni di Morrigan in merito ai druidi, annuendo un paio di volte con estrema lentezza e cautela – quasi non volesse distrarsi eccessivamente. Ripeté con flemma e con grazia il gesto anche alle spiegazioni successive riguardo i Famigli dei Denrisiani e riguardo le Bolle Incantate che li custodiscono e li proteggono. Anche il resto delle nozioni che furono fornite dal Docente di Magitecnica vennero accolte con la più totale attenzione e dedizione da parte di Isaac. Nel momento in cui fu concesso loro di parlare, per prima cosa chiese: “Mi piacerebbe saperne di più sulle Bolle Incantate, se possibile. Se esse stesse contengono degli incanti di protezione e come mai, eventualmente, tali incanti non sono più performanti – al punto da richiedere la brevettazione di trappole. Nel caso in cui invece queste Bolle non sono provviste di incanti, mi piacerebbe sapere come mai non si è battuta questa strada, ecco.”. Espose le proprie idee e le proprie obiezioni con voce calma, tranquilla e rispettosa anche se estremamente ferma e decisa. Qualche momento dopo, aggiunse: “Concordo con quello che ha detto Aidan, Morrigan e Amalthea: per sapere come approcciarci ai cuccioli, dovremmo conoscerne la razza in modo tale da valutare il loro livello di aggressività ma non solo. Infatti, sapendo di che razza sono, potremmo offrire loro dei bocconcini del loro cibo preferito, in modo tale da calmarli e da far sì che capiscano che non vogliamo far loro del male.” Isaac fece una pausa e rifiatò prima di riprendere a parlare: “Secondo me le trappole dovrebbero essere differenziate in base anche alla razza e all'anzianità dei cuccioli. Per dei cuccioli nati da poco bisognerebbe anche pensare a dei materiali che non possano essere pericolosi per loro, che non possano essere ingeriti perché – magari – scambiati per cibo in quanto simili ad esso o con la medesima consistenza di ciò che sono soliti mangiare; per dei cuccioli più vicini all'età adulta e, più probabilmente, meno ingenui verso il mondo che li circonda, questo rischio potrebbe essere un po' diminuito. Le trappole dovrebbero scoraggiare i predoni e i loro nemici naturali, ma dovrebbero anche scoraggiare loro dal mangiarle, dall'assaggiarle o dal giocarci!”. Anche in questo caso il giovanotto gesticolò parecchio mentre parlava.
    Nel momento in cui gli fu dato il permesso di alzarsi e gli fu affidato un compito, Isaac si alzò e si avvicinò a Siria , facendole una proposta con voce garbata e gentile: “Ti va se cerchiamo insieme?”. Accompagnò il tutto con un leggero sorriso, sbocciato spontaneamente sulle sue labbra. In attesa della risposta della ragazza, cominciò a guardarsi intorno. Se Siria avesse consentito, avrebbe cominciato la ricerca con lei; altrimenti, avrebbe proceduto da solo. In un caso o nell'altro, nel momento in cui si fosse imbattuto in qualcosa di interessante, si sarebbe fermato e l'avrebbe raccolto. Nello specifico, il quid interessante era costituito da una manciata di conchiglie di dimensioni medie, alcune delle quali dai bordi piuttosto taglienti e affilati:. Si ritrovò a pensare: 'Uhm. Sembrano belle toste: taglienti, più che altro. Magari hanno un istinto protettivo?'. Fu questo pensiero, o forse questa speranza, che lo indusse a prendere le conchiglie e a dire: “Morrigan, ho trovato queste! Sono comunque calcio, come le ossa: potremmo pensare di usarle?”, buttò lì la propria proposta.

    Narrato - "Parlato" - 'Pensato' | Isaac Callahan || Stat.
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    Isaac concorda con Aidan e propone a Siria di cercar robe insieme. Dal canto suo propone delle .conchiglie
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    Isaac_01
    Isaac Callahan
    Dioptase | 16 anni


    Si guardò in giro: attorno a lui vi era una cospicua folla, molte persone si erano avvicinate allo stand della libraia. Alcune solo per un breve saluto, altre invece per fare acquisti esattamente come lui.
    Attese pazientemente in silenzio il suo turno e, quando Kenna raccolse i suoi ordini, le rivolse un sorriso gentile e tranquillo; lo sguardo che l'accompagnava era molto caldo e rassicurante. “Davvero oggetti interessanti, mia signora.”, commentò così le spiegazioni che gli vennero rivolte sia per le pergamene che per le biro. Aggrottò la fronte e assunse un'espressione pensierosa per qualche momento, lo sguardo focalizzato sulle pergamene. Si mordicchiava il labbro inferiore sovrappensiero: il gesto consumato da Isaac aveva un che di meccanico, di privo d'effettiva volizione – come se la sua mente fosse rapita da altro. Ed effettivamente per certi versi era pure così: 'Non mi interessa di certo barare durante un esame o un compito in classe né ricorrere a mezzucci di qualsiasi sorta durante l'orario scolastico, tuttavia quelle pergamene potrebbero essere utili, molto utili, se dovessi comunicare qualcosa a qualcuno e desiderassi che rimanesse strettamente riservato... avrei pagato chissà che cosa per aver avuto anche ad Hogwarts un oggetto come questo!'
    In quel frangente, mentre Isaac si lasciava rapire dalle proprie elucubrazioni e dai propri soliloqui, sulla scena giunsero in rapida sequenza anche Morrigan Maverick, suo futuro professore di Magitecnica (anche se Isaac ancora non lo sapeva) ed Edith Arbell Brightstone, sua futura compagna di Casata (e anche questo era al momento ignorato da Isaac). Si concesse qualche istante ancora di studio silenzioso dei due, poi prese un profondo respiro e offrì la doverosa e attesa risposta alla proprietaria della libreria: “Credo che prenderò una confezione di pergamene-pizzino. E quelle piume con già l'inchiostro dentro sembrano parecchio comode, più di quelle tradizionali. Visto che le voglio provare, tanto vale prendere la confezione con tutti i colori!”, aggiunse dei nuovi articoli ai suoi precedenti acquisti “In totale dovrebbero essere cinquantasei galeoni, se non ho fatto male i conti.”, aggiunse a mo' di conclusione. E mise mano immediatamente al proprio portafogli, custodito nella tasca sinistra dei pantaloni. Lo estrasse, contò la somma e la allungò verso Kenna, mettendola a disposizione della libraia. “Se fosse così gentile da dirmi anche dove si trova il suo negozio, abitualmente, magari potrei venire a fare un giro di tanto in tanto...”, aggiunse con un sorriso timido ma accattivante al medesimo tempo. “Sa, leggere mi piace parecchio”, si strinse debolmente nelle spalle “e quando ho occasione, acquisto sempre un buon libro. Soprattutto quelli di fiabe, favole, miti e leggende: sono il mio genere preferito.”, rivelò alla donna con un altro sorriso lieve e timido.
    Una volta che ebbe pagato, si accomiatò da Kenna, da Morrigan e da Edith riservando ad ognuno un educato cenno del capo e un “Grazie e arrivederci!”, speso per la libraia. Con il baule nella mano sinistra e i suoi acquisti infilati nello zainetto che portava sulle spalle, Isaac si allontanò dallo stand della Leabharlann e riprese a vagare per il mercato allestito nella piazza principale di Denrise.

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    Isaac_01
    Isaac Callahan
    Dioptase | 16 anni

    Era lì appiccicato a un oblò della “Dragone degli Abissi”, con la mano destra stretta attorno alla maniglia del baule e pronto a sbarcare. Era impaziente di salire sul ponte principale della nave, dove avrebbe trovato la passerella che gli avrebbe consentito di ricongiungersi alla terraferma.
    Con una lentezza quasi esasperante gli studenti salivano sopracoperta e sbarcavano; Isaac attendeva il proprio turno e, se da una parte era impaziente e quasi ansioso di conoscere la nuova terra che lo avrebbe ospitato, dall'altra Tassorosso gli aveva insegnato pazienza e perseveranza.
    Fece un profondissimo respiro purificatore ed espirò: finalmente era il suo turno di uscire sopracoperta – cosa che fece senza esitare nemmeno un istante. All'esterno, sul ponte principale dell'immenso vascello, fu accolto dall'odore salmastro dell'aria, mischiato a legno e sartiame di canapa grezza: un miscuglio che a lui piaceva parecchio e lo si vedeva dall'espressione soddisfatta sul suo volto gradevole ma non eccezionalmente avvenente. C'era molto di più, però: odore di terra. Isaac spalancò gli occhi scuri, enormi, e guardò giù ciò che lo attendeva. C'era un intero mercato che si apriva in una piazza poco lontana dall'attracco. Ai piedi della passerella un'avvenente giovane consegnava qualcosa a chiunque sbarcasse. Quando fu lui a terminare di percorrere la passerella, si trovò faccia a faccia con Dana. Allungò la mano sinistra verso di lei raccogliendo il sacchettino che gli veniva offerto. “Grazie, mia preziosa signora, per questo dono di benvenuto e per le tue parole!”, le rispose con voce calda come una giornata estiva, morbida come la migliore delle sete e preziosa come ambra millenaria. Era una voce baritonale, musicale ed estremamente piacevole a sentirsi; le note arrochite la rendevano vellutata e ben si adattavano ai colori scuri di Isaac e alla sua pelle chiara a contrasto con essi. Le sorrise in maniera delicata e abbozzò persino un inchino mentre cercava di lasciarsela alle spalle e provava a proseguire verso la piazza in cui si teneva il mercato. “Chissà se ci sono dei dolci, dei libri di fiabe e magari anche qualche oggetto artigianale in pelle”, si domandò tra sé e sé mentre, trascinando il proprio bagaglio, si avviava verso la fiera.
    Man mano che si avvicinava alle bancarelle, fu sempre più circondato dal chiacchiericcio tipico di quegli ambienti: mercanti che offrivano le loro merci, che si chiamavano l'un l'altro, che imbonivano i loro clienti... rimase affatato da quanto lo circondava, un leggero sorriso comparve sul suo volto: “E chi se ne frega dei dolci eccetera...”, si ritrovò a considerare tra sé e sé. La prima bancarella a cui si avvicinò fu lo stand della Libreria Leabharlann. “Per il sacrissimo reggiseno della divina Morgana, se questo è un sogno ammazzo chiunque osi svegliarmi!”, esclamò dinnanzi a quel ben di Dio sparpagliato davanti ai suoi occhi sgranati. Rimase qualche momento a guardare tutto quanto, poi la sua attenzione si focalizzò senza alcun dubbio su un paio di volumi. Alzò gli occhi e, con dipinto sul volto il suo miglior sorriso, si rivolse a Kenna: “Buongiorno, mia signora. Libri davvero molto interessanti! Vorrei comprare, se possibile, una copia di Cartografie del mondo emerso, un Compendio pozionistico e il manuale Metodo semplificato per la lettura delle antiche rune”, snocciolò con voce calda e sicura, densa d'un inconfondibile accento londinese. Dopo qualche istante, aggiunse con un sorrisetto furbo: “Quella pergamena-pizzino... me ne può parlare? Mi intriga parecchio il suo nome: che cosa fa? Come si usa?”, indagò interessato adocchiando il suddetto oggetto di cancelleria. E infine sorrise divertito vedendo un mazzetto di banalissime BIC rosse, verdi, nere e blu: “Che buffi tubicini con i cappucci tutti colorati.”, commentò. Tornò a guardare la libraia, ora, in silenziosa e paziente attesa.
    Narrato - "Parlato" - 'Pensato' - Interazioni | Isaac Callahan Stat.
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    Kenna MacEwen
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    Isaac_01
    Isaac Callahan
    Ex Tassorosso | 16 anni

    [Molo, 1° settembre 2021]

    “Eddai, mà, non ho cinque anni e non sto partendo per la guerra assieme al Saladino!”, sibilò Isaac arrossito sino alla radice dei capelli mentre tentava – alquanto invano – di divincolarsi dall'abbraccio del genitore in questione: la madre, una piacevole donna di una quarantina d'anni, che aveva i suoi stessi occhi scuri anche se arrossati dal pianto. “Ma dimmi un po', hai preso lezione da un cobra o da un boa costrictor per stritolare così la gente, tu?”, cercò di sdrammatizzare provando a far ridere Odette: e ci riuscì. Con maggiore delicatezza e dolcezza, si staccò dalla madre e le bisbigliò col suo tono migliore: “Mamma, dico davvero: starò benissimo a Hidenstone. È come quando andavo ad Hogwarts, ci vedremo per le vacanze. Lo so che ti spaventa l'idea che avrò un programma di studi differente da quello che avete seguito tu e papà e che la cosa non ti rende felice, ma starò benone. È esattamente quello che voglio fare!”. Fece una breve pausa, poggiò le mani sulle spalle della donna e aggiunse: “Guarda che anche Jade studiava interessata gli opuscoli di Hidenstone, non è escluso che si unisca anche lei a me quando sarà il momento.”. Era come una sorta di monito che il maggiore si sentì in dovere di dare a Odette, come a volerla preparare all'inevitabile: che i due figli avevano ognuno la propria personalità e avrebbero seguito strade differenti rispetto a quelle percorse dai genitori.
    Il richiamo si sparse nell'aria attorno alla banchina e un brivido di eccitazione scosse Isaac: i suoi occhi grandi e scuri brillarono come stelle rapite dal migliore firmamento possibile. Prese un profondo respiro, baciò fugacemente la madre sulla guancia destra e, armato del suo baule e delle migliori intenzioni del mondo, si avviò lungo la passerella. Una volta giunto sopracoperta, si sporse e salutò con ampi gesti delle braccia la madre rimasta sul molo poi, a un secondo segnale, si spostò sottocoperta, ponendosi al riparo: il vascello si sarebbe inabissato di lì a non molto.


    [Accademia di Magia, 1° settembre 2021]

    Isaac aveva trascorso un viaggio estremamente piacevole: e come poteva non esserlo? Era stato in compagnia di un libro di fiabe arabe per bambini. Era un libro corale, scritto da più autori: alcune di quelle storie lui già le conosceva, ma altre furono una scoperta. Proiettato in un mondo fantastico quasi quanto la sua realtà, Isaac perse la nozione del tempo: si ridestò dai suoi sogni sobbalzando solamente quando fu annunciato che il viaggio era terminato e che di lì a pochissimi minuti sarebbero sbarcati al molo dell'Accademia. Si precipitò al primo oblò disponibile, trascinando il suo bagaglio, e rimase incantato alla vista dell'imponente castello. “Com'è diverso da Hogwarts... ha un suo fascino incredibile.”, mormorò con la sua voce dalle morbide tinte baritonali e dall'inconfondibile accento british.
    Sbarcò assieme agli altri studenti e trovò con loro la strada per raggiungere l'edificio. Lasciò il proprio baule assieme agli effetti personali di tutti gli altri ragazzi e si avviò verso la Sala Grande, dopo aver ascoltato con attenzione le parole dei Direttori delle Case. “Ma...!”, commentò sgranando gli occhi alla vista della statua d'oro che occupava il posto d'onore nella nicchia al lato del tavolo insegnanti: la notò mentre ancora stava finendo di percorrere il corridoio di fuochi fatui. “Quello è uno Snaso. È per davvero uno Snaso.”, bisbigliò tra sé e sé. Sebbene fosse stato preparato da quanto detto dagli Insegnanti in precedenza, comunque lo stupore fu genuino. Fece mente locale a quello che gli era stato detto in precedenza: inspirò profondamente e cominciò a concentrarsi su se stesso. Era già al cospetto della statua ma non era ancora il suo turno, c'erano altri studenti prima di lui. Guardando lo Snaso, Isaac lasciò correre i propri pensieri, formulò dubbi e ipotesi nella sua mente.
    'Chi sono io per davvero? Che cosa voglio? Perché sono qui – per davvero e non perché devo spiegarlo a qualcun altro? Sono solo con me stesso, posso essere pienamente sincero, nessuno mi giudicherà per quello che dico o quello che penso. Oh, caro Snaso, tutto questo rimane tra te e me, vero?''Amo quando gli altri mi guardano affascinati dalle storie che so raccontare. Mi piace quando mi chiedono aiuto perché non riescono nei compiti e si fidano di me: mi piace essere a disposizione degli altri, mi fa stare bene. Mi piace studiare e impegnarmi per migliorare. Caro Snaso, c'è qualche posto per me nella tua scuola? Chi mi può far crescere, professionalmente e umanamente?'.
    Tutto questo s'affollava nella mente di Isaac mentre il numero di studenti che lo precedevano si assottigliava sempre di più. Era il suo turno. Sfoderò senza esitazione la bacchetta, la puntò contro lo Snaso ed effettuò un elegante movimento del polso mentre pronunciava con sicurezza: “Revelio!”.

    E attese.
    "Parlato" - 'Pensato' - Narrato | Isaac Callahan Stat.
    RevelioGDR
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    Buon pomeriggio a tutti quanti! Sono appena approdata su questo gdr play by forum. Non sono nuova al gioco di ruolo ma, per oltre 20 anni della mia vita, ho giocato solo a pbc: quindi è del tutto nuova la dinamica del forum! Cercherò di farci un po' l'abitudine, che volete :P Vi chiedo soltanto un pizzico di pazienza con me :)

    Grazie e ci vediamo ongame tutti quanti!
8 replies since 2/9/2021
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