Posts written by Riptide

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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animagus | ex corvonero | London
    Adesso capiva percentuale Aaron l’avesse messa tanto in guardia dal fratello. Di certo Blake non era un cattivo ragazzo, era solo chiuso - anche troppo, in realtà - e si approcciava alla vita in maniera…complicata.
    -Si? Quindi pensi sia la stessa cosa rimanere attaccati ad un nome piuttosto che ad una persona fisica? Non cambia proprio niente?
    Il tono con cui aveva parlato di certo non spaventava la ragazza. Era normale, non si aspettava di certo che si aprisse con lei dopo un minuto e mezzo che la conosceva. Sorrise comunque al ragazzo, considerato che per lei era parecchio difficile trattenere il lato estroverso del suo carattere.
    -Non ne sarei così sicuro. Ho conosciuto gente trilioni di volte più antipatica di te e comunque in qualche modo ci parlo. Troviamo i punti in comune con le persone che ci circondano, capisci? - decise che magari scucire qualcosa sulla sua vita lo avrebbe messo più a suo agio - il marito della mia migliore amica, ad esempio. Lui è un coglioncello senza palle - si portò una mano alla bocca - ops. Non che ti scandalizzi, ma non dovrei qui in ospedale…eppure, siamo amici in un qualche senso. Non chiedermi qual’è il suo colore preferito, ma è un Animagus anche lui, e ci divertiamo a parlare di quello.
    Spostò il discorso nuovamente su di lui, precisamente sull’occhio nero. Sollevò un sopracciglio alla spiegazione del ragazzo, e mosse la bacchetta prima ancora che finisse di parlare, curandolo e applicando un unguento lenitivo che si assorbì in pochi istanti.
    -Ecco fatto. Dimmi un po’, perchè hai fatto una rissa con qualcuno? - decise di alzare leggermente la posta - è per una ragazza? Hai davvero bisogno di menare qualcuno per guadagnarti una ragazza?
    Era quasi sicura che Blake non avesse preso a pugni qualcuno per una cosa così banale, ma allo stesso tempo sentiva come se il ragazzo avesse bisogno di una valvola di sfogo. Magari, se si alterava un pochino, si sarebbe anche sfogato, e di certo se le urlava contro non era un problema, considerato che era una parte del suo lavoro. Incrociò gli occhi con quelli di lui, attendendo risposta.
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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animagus | ex corvonero | London
    La ragazza si trovò ad annuire, completamente d’accordo con le parole dell’uomo che le sedeva di fronte.
    -È decisamente così, ha ragione.
    L’ammissione da parte dell’uomo non la sorprese. In fondo, i nomi delle malattie magiche erano complicati, e sentire parlare di esse al di fuori di un ospedale specializzato era molto inusuale.scrollò le spalle con un mezzo sorriso, battendosi la punta della bacchetta sulla guancia - una brutta abitudine che aveva preso da un suo collega - e ridacchiò.
    -Sua madre no ha tutti i torti! Purtroppo poi si deve anche pensare a quella povera gente che lavora ma non può permettersi pellicce di buona qualità, o che magari sono deboli di costituzione…è un ambiente piuttosto brutale, se devo essere sincera. Non ci vivrei neanche mi pagassero fior di galeoni per starci!
    Gli occhi di Evelynn si spalancarono, diventando due piccole lune piene per lo stupore. Era stato lui! Vath Remar era la ragione per cui adesso riusciva a dormire più di 4 ore a notte, Merlino, e Annie non le aveva detto nulla! Annuì, ancora sconvolta dalla rivelazione, e sorrise calorosamente all’uomo.
    -Signor Remar, a nome di qualsiasi persona turnista di quest’ospedale, grazie. Seriamente, posso dormire la notte grazie a lei, ci crede? - sorrise avvicinandosi e preparando intorno a lei la roba per le iniezioni che sarebbero avvenute di li a poco - effettivamente l’ospedale e il ministero dovrebbero lavorare oltre che per il cittadino anche l’uno per l’altro, ma è raro che questo accada. Ma purtroppo non è che noi semplici medici possiamo fare molto…
    Guardando l’aeroplano entrare in stanza si affrettò a spiegare la situazione all’uomo, e mentre lui le rispondeva posò la bacchetta sulla pelle del suo braccio, utilizzando un incantesimo disinfettante sull’area. Annuì di riflesso alle sue considerazioni.
    -Non sbaglia, dicendo che noi maghi siamo immuni. Se lei incontrasse un Babbano con l’influenza e lui gliel’attaccasse, semplicemente il suo sistema immunitario si limiterebbe a debellare il virus quasi senza dargli peso, visto che non può attaccare le cellule magiche. Diciamo che a ridosso di una malattia magica le cellule virali babbane... - ci pensò mezzo secondo, per riuscire a trovare un paragone azzeccato - è come se si mettessero sulle spalle del virus magico e gli dessero man forte, capito?
    Sorrise al consenso del ministeriale e fece due piccole punture in rapida successione, visto che il vaccino Babbano non avrebbe interferito con quello magico era del tutto sicuro procedere in quel modo.
    -Ecco fatto. Se sente nausea o le sale una leggera febbre è del tutto normale, se non riesce a sopportarla può prendere un ricostituente o una pozione antipiretica. - si alzò, lisciandosi il camice, e allungò una mano verso l’uomo - arrivederci, signore. Le direi alla prossima, ma sembra sempre brutto da dire, in ospedale!
    Accompagnandolo fuori dalla porta gli sorrise un ultima volta, per poi girarsi verso la sala d’aspetto.
    -Il prossimo!
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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animagus | ex corvonero | London
    Lo stile dell’uomo seduto nel suo piccolo ambulatorio la fece sorridere. Non era di certo comune vedere qualcuno con così tanta classe, sopratutto in tempi in cui la moda maschile anche lavorativa sembrava essere semplicemente jeans e maglietta.
    -Di certo è più memorabile di tante altre persone, mi creda. Ha uno stile decisamente invidiabile!
    Non era di certo da lei tenersi un complimento, sopratutto se genuino come quello. Lei, sotto il camice, portava dei pantaloni neri a palazzo e una camicetta bianca, neanche lontanamente paragonabili al completo dell’uomo. Sorrise al successivo commento di Vath, sentendo le guance pizzicare.
    -Ecate è troppo buona. Abbiamo fatto parecchi turni condivisi, e anche lei è un talento naturale con i pazienti.
    La domanda dell’uomo la lasciò pensierosa, e mentre scriveva il post it si ritrovò a ragionare.
    -In Russia il più comune è sicuramente il Magimyxo Virus, che causa…diciamo una maginfluenza più forte, con molto spesso la comparsa di polmonite. L’est è un po’ tutto soggetto a questa malattia, sopratutto d’inverno, con quel clima… - rabbrividì leggermente - al solo pensiero mi si ghiacciano le punte delle dita, brr. A lei no?
    Strinse la bacchetta leggermente più forte, come a voler eliminare la sensazione fastidiosa del freddo, e dopo aver controllato gli schemi ed essersi avvicinata all’uomo si trovò a sgranare gli occhi dalla sorpresa.
    -Merlino, signor Remar, è per caso uno dei dirigenti dell’ospedale? Sa decisamente più cose di metà del personale e neanche ci lavora! - rise, decisamente divertita - la situazione si sta decisamente allentando, anche perchè ci siamo un po’ ribellati tutti quanti.
    Socchiuse gli occhi, ripensando all’ultimo turno da dodici ore che aveva fatto. Aveva preso tanta di quella pozione rinvigorente che anche dopo essere tornata a casa non era riuscita a chiudere occhio per altre cinque ore, crollando sul divano di casa sua. Delia l’aveva trovata così la notte del giorno seguente, e si era presa uno spavento tremendo.
    -Annie, ehm…la medimaga Welsh, non so se la conosce, ha parlato con il dottore e a quanto sembra lui l’ha ascoltata, portando carne fresca in reparto. Speriamo che duri, sa com’è.
    Il piccolo aeroplano scelse proprio quel momento per rientrare nello studio, con il carico che gli fluttuava direttamente dietro.
    -Eccoci qui. Allora signor Remar, ha mai fatto un vaccino Babbano prima? - si preparò a disinfettare l’area del braccio con la bacchetta, il cipiglio concentrato - le spiego meglio. Le malattie magiche sono naturalmente quelle per cui un mago può morire, se non trattate. Ma le malattie babbane, se contratte insieme o a ridosso di una malattia magica possono aggravare di molto i sintomi di queste ultime, e le posso assicurare che non è una cosa piacevole.
    Sorrise all’uomo - Merlino da così vicino era impossibile non notarne gli occhi, quasi magnetici - e indicò con un movimento della testa il braccio lasciato scoperto.
    -Per I vaccini babbani ho comunque bisogno del suo consenso, mi dica lei come vuole proseguire.
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    Edited by Evelynn Rowen - 22/3/2022, 15:08
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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animals | ex corvonero | London
    Se qualcuno avesse chiesto a Evelynn di descriversi con una parola, di certo la ragazza avrebbe utilizzato “socievole”. Era difficile infatti trovarla in disparte ad una festa, o magari con le mani in mano. Sapeva fare amicizia perchè sapeva sempre cosa dire, un po’ anche perchè erano scenari sempre molto simili e ormai il “copione” principale lo conosceva. D’altronde, con un lavoro come il suo, le relazioni sociali erano decisamente all’ordine del giorno, e non è che poteva esimersi dal parlare con i pazienti perchè non le andava, gusto? Non si stupì poi tanto, dunque, quando l’uomo che aveva appena chiamato ad accomodarsi sembrò riconoscerla. Lo guardò meglio, e le bastò un solo sguardo per collocare quel viso: certo, la festa di Aaron! Era l’uomo che aveva visto parlare spesso con Killian, sicuramente. Gli sorrise gentilmente, accettando la mano e stringendo vigorosamente anch’ella.
    -Signor Remar, come no! Scusi se non l’ho riconosciuta prima, ma ho talmente tanti pazienti ogni giorno che il cervello a volte ci mette qualche secondo a collegare! - annuì alla lezione della cugina, continuando a sorridere - si, assolutamente. Dovrebbe aver avuto il turno precedente al mio, oggi!
    Lo guidò nello studio, osservandolo mentre si sistemava. Interesse puramente accademico, davvero. Se l’uomo avesse zoppicato, avrebbe saputo subito cosa fare, così come se avesse camminato tenendosi un braccio sulla pancia o magari con la mano su qualche parte specifica del corpo. Ma il signor Remar sembrava del tutto illeso, e si muoveva fluido e senza intoppi. Perciò, si trovò a domandare il motivo della visita, e prese la bacchetta per stare pronta. Annuì attenta mentre l’uomo parlava, per poi prendere un post it dalla sua scrivania e scrivendo una piccola richiesta per delle dosi di vaccino anche contro malattie babbane relative a sulla parte del globo. Lo piegò a forma di aeroplano e dopo un piccolo tocco con la bacchetta lo guardò alzarsi in volo e dirigersi fuori dalla porta.
    -Perfetto, tra poco arriveranno anche le dosi di vaccino, che le spiegherò bene più avanti. Nel frattempo - puntò la bacchetta verso l’uomo - stia fermo, per un attimo, così che la diagnostica faccia effetto.
    Stette in silenzio per qualche secondo, controllando i dati in risposta, e annuì mentre leggeva.
    -Sono ottimi risultati, signor Remar. Di certo il suo stile di vita l’aiuta molto. - con un altro sfarfallio di bacchetta fece sparire gli schemi che fluttuavano nell’aria e si accomodò sulla poltroncina accanto all’uomo - alzi pure la manica della camicia, intanto.
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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animals | ex corvonero | London
    La mattinata di Evelynn era iniziata con una paziente piuttosto tranquilla, stranamente, che aveva riportato qualche ferita dopo aver cercato di riparare un vetro rotto, senza accorgersi che i pezzi erano anche dietro di lei. Era divertente immaginare la scena di piccoli pezzettini di vetro che volavano verso la schiena della sua ignara paziente, ma naturalmente aveva mantenuto la sua aria professionale e aveva continuato a ripararle la pelle tagliuzzata senza una parola. Era difficile che si trovasse una mattina tanto tranquilla in reparto, visto che la gente in qualche maniera riusciva sempre a mettersi nei guai, anche stando a casa e con solo una bacchetta a disposizione.
    Sospirò, finendo di chiudere l’ultimo taglio e alzando lo sguardo verso la signora.
    -Ecco, tutto fatto. Se preferisce che quelle un po’ più profonde non formino una cicatrice, ci metta sopra un paio di gocce di dittamo ogni paio d’ora, senza considerare stanotte.
    Si alzò, sorridendo alla signora che l’aveva imitata, e l’accompagnò verso la porta, salutandola.
    Tornò dentro l’ambulatorio e si accasciò sulla sedia, passandosi una mano sul viso. Delia l’aveva chiamata quella mattina e lei aveva ignorato volutamente la chiamata, non pronta a sentire quello che la migliore amica aveva da raccontare. L’avrebbe certamente richiamata nel pomeriggio, o comunque non appena avesse avuto un momento libero. Si rialzò, sistemò la crocchia precaria sulla testa e si sistemò il camice, aprendo leggermente la porta e tirando fuori la testa.
    -Il prossimo chi è? - sorrise all’uomo che si era alzato dalle sedie della sala d’attesa, aprendo per bene la porta e facendolo accomodare nel piccolo ambulatorio.
    -Prego, si accomodi. Sono la medimaga Rowen. - prese la bacchetta, pronta ad eseguire un incantesimo diagnostico, ma come sempre preferì far prima parlare il paziente. - con c’è che non va?
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    Vath Remar
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    Evelynn
    Rowen
    25 | medimaga | animals | ex corvonero | London
    -No, Delia, non ho intenzione di venire con te e Dominic - un sospiro, mentre ascoltava la risposta della migliore amica - Andiamo, ma seriamente? Vi siete appena sposati, Merlino, non potete già volere qualcuno tra i piedi! Fatevi questa vacanza e divertitevi, io di certo non morirò di solitudine…
    La ragazza era ferma fuori l’ingresso del paiolo magico, dove avrebbe dovuto incontrarsi con Delia qualche minuto prima. L’amica l’aveva chiamata poco prima, per avvisarla del ritardo, e avevano continuato a parlare senza un motivo preciso.
    -Andiamo, Delia, non puoi prendertela per una cosa del genere! - si passò una mano tra i capelli, frustrata dalla testardaggine della ragazza - senti, vieni qui, e quando arrivi ne parliamo di persona, ok? Ti aspetto.
    Passarono cinque minuti di totale apatia, in cui si domandava cosa avesse spinto l’amica ad insistere così tanto sull’argomento. Insomma, lei e il ragazzo - anzi, marito, ormai - erano la definizione perfetta di novelli sposi: sempre insieme, sempre amorevoli, sempre…pucci pucci. Certe volte non li sopportava, ma sapeva benissimo che era una vena di invidia a parlare per lei. Era tanto che non trovava qualcuno con cui condividere la sua vita, qualcuno da coccolare e da chiamare amore e tutte quelle cose carine e-
    I suoi pensieri, o meglio elucubrazioni mentali, furono interrotte quando una mano le si posò sul braccio, facendola sobbalzare.
    -Lynn! Ti ho chiamato ma non rispondevi…stai bene? È una delle tue crisi?
    Scosse la testa, rassicurando l’amica.
    -Sto bene, Dede, ero solo soprappensiero.
    Entrarono nel piccolo pub e si presero da bere, per poi cominciare a sfoltire la situazione. Gli occhi di Eve. Erano sempre più spalancati, man mano che l’amica le raccontava cosa stesse succedendo. Aveva notato qualche settimana prima Dominic cambiare atteggiamento, diventare un po’ più distaccato.
    -Non può essere semplicemente finito il periodo da “appena sposati?” Insomma ormai sono parecchi mesi, è durato anche troppo, no? - domandò Eve, cercando di capire il perché l’amica fosse tanto preoccupata.
    -Si è iscritto ad un corso di Yoga, Lynn. Babbano! Si mette certe calzamaglie orrende e… - si allungò, sussurrando all’amica - aveva un biglietto da visita in tasca, con un bacio stampato con il rossetto sopra. Rossetto arancio, Lynn! Quando mai mi hai visto con addosso una schifezza del genere?
    Li era quasi scoppiata a ridere, constatando che effettivamente se c’era qualcosa di sicuro era che Delia non avrebbe mai e poi mai usato un rossetto simile. Quello però apriva altre possibilità, e non erano per nulla rosee. Nessuna di loro.
    -Quindi pensi…pensi che ti stia tradendo?! - sospirò, passandosi una mano sugli occhi - comunque non è un motivo valido per volermi in mezzo a questa vacanza. Devi parlargli e devi farlo senza nessuno tra i piedi. Quando tornerai io sarò qui per qualsiasi cosa.
    Venti minuti dopo era per strada, dopo aver salutato l’amica e averle promesso di scriverle presto, e camminava alla cieca, senza davvero guardare cosa aveva sotto i piedi. Dominic e Delia erano da sempre la coppia perfetta, per lei. Si erano amati da quando si erano conosciuti, ad Hogwarts, e erano sempre stati bellissimi insieme. Che lui potesse fare qualcosa del genere…che lui potesse far soffrire la sua amica così la mandava in bestia. Naturalmente, tuttavia, la vita non apprezzava moltissimo chi andava avanti senza dar peso alle cose che lo circondavano, come stava palesemente facendo Evelynn in quel momento. Così, mentre andava avanti tra i suoi pensieri, non si accorse del dislivello sul lastricato della via e inciampò. Spalancando gli occhi, lanciò un piccolo gridolino acuto, cadendo inesorabilmente in avanti.
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    Edited by Evelynn Rowen - 28/1/2022, 13:05
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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animals | ex corvonero | London
    Di certo la situazione non era delle più normali, questo Eve lo doveva riconoscere. Si era svegliata quella mattina con un solo obiettivo in mente e ora si ritrovava a fare tutt’altro, solo perché il suo cuoricino da medimaga aveva sussultato alla vista di un paziente scappato. “Che idiota”, avrebbero detto in tanti, ma era più forte di lei - lo era sempre stato - cercare di aiutare chi poteva. Diamine, si era subita uno dei suoi attacchi di dolore dalla sua cicatrice perché aveva dato la sua pozione per il dolore ad un amico…poteva andare altrimenti, la sua vita? Non sarebbe proprio potuta essere altro che una medimaga. E ora, dopo aver rimesso al loro posto due suoi compagni - merlino, quelle situazioni le davano troppo fastidio - gli occhi dispiaciuti di Samuel la stavano facendo quasi intenerire. Quasi, perché ancora non aveva ricevuto le spiegazioni che richiedeva.
    -Nessun problema, potevo di certo avvicinarmi in maniera diversa…
    Sorrise, portandosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli e allungando la mano a prendere quella di Samuel, stringendo appena. La bocca del ragazzo si era aperta a formare una piccola “o” perfetta, segno che per il momento egli era davvero del tutto inconsapevole di chi fosse. Si presentò, per poi cercare di spiegargli l’accaduto…evidentemente utilizzando le parole sbagliate. Spalancò gli occhi all’evidente voglia di farsi valere del ragazzo, che aveva teso i muscoli e sembrava diventato una lastra di marmo. Scosse la testa, finalmente trovando le parole giuste per spiegare la situazione. Era un po’ mortificata, certo, e un po’ rammaricata da come se ne era andato. Aveva davvero temuto gli potesse essere successo qualcosa, con tutto che di certo lo avrebbero rivisto in ospedale poco dopo, fosse stato il caso. Tuttavia, alle successive parole di Samuel non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Una risata piena, cristallina, che la prese quasi in contropiede.
    -Oh Merlino, mi scusi! Non ridevo di lei, solo che il modo in cui l’ha detto…sembrava un eroe di qualche libro - si fece quasi seria, poi spostando la testa verso destra e lasciando che i capelli le scivolassero dietro - però, per quanto può conoscere il suo corpo…quello che ha passato non è certo una cosa normale, giusto?
    Riflettè quindi sulla domanda che lui le aveva posto, perdendosi qualche secondo negli occhi color mare che la guardavano, grandi e pieni di voglia di mettersi in gioco. Ev era anche una psicologa, e ormai sapeva come interpretare gli sguardi dei pazienti. C’erano persone sconfitte che lo sarebbero rimaste, persone che pur con tutto l’aiuto del mondo da volenterose si perdevano…e poi persone come Samuel, che avevano scritta in faccia la voglia di fare. Qualsiasi cosa, ma fare. Andare avanti.
    Scosse la testa.
    -Non penso, Samuel - rispose, senza rendersi conto di aver utilizzato il suo nome di battesimo - in realtà anche io mi sarei data una mossa. - ridacchiò - ma non puoi far parlare così una medimaga, andiamo!
    Spostò il peso da un piede all’altro, decidendo che il ragazzo aveva decisamente una personalità interessante.
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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animals | ex corvonero | London
    Per Evelynn ogni persona aveva un modo diverso di approcciare alla terapia. C’erano quelli che venivano da lei e raccontavano qualsiasi cosa passasse loro per la mente, quelli che venivano e le prime sedute le passavano in completo silenzio e infine…quelli come Blake. La ragazza di certo non si reputava un illustre dottore o una psicologa formidabile, ma aveva la sua buona dose di esperienza nel capire le persone, e Blake - per quanto fosse una persona complicata - presentava tutti i comportamenti di una persona lasciata a combattere per troppo tempo con i suoi demoni, da solo. Sospirò, alzandosi dalla sedia dove stava poltrendo e cominciando a sistemare, fermandosi solo per leggere il messaggio di Aaron. Sorrise, infilando il telefono in tasca, e cominciò ad attendere l’arrivo del ragazzo.
    Poco dopo, Blake entrò, ben vestito e di sicuro pronto a metterla in difficoltà. Eve non si scompose, anzi sorrise e alzò le spalle.
    -Be’, ognuno ha punti deboli, meglio averli per un nome e per un colore di capelli che per qualcos’altro o qualcun’altro, giusto?
    Annuì alla richiesta del ragazzo, alzandosi e riempiendogli un bicchiere di acqua fresca, posandolo di fronte a lui.
    -Già, alcolici super proibiti. Magari, se mi diventi simpatico… - fece un piccolo occhiolino, sorridendogli e prendendo in mano la sua cartella clinica. Sfogliò un po’ le pagine, facendo attenzione a dettagli generali ma non mettendosi a spulciarla con estrema attenzione. Insomma, era solo la prima seduta no?
    -Possiamo benissimo darci del tu, Blake, e io sto bene, tralasciando dolori generali dati dalla mia pessima postura a lavoro. - occhieggiò gli occhiali che aveva ancora calati sugli occhi, alzando leggermente il sopracciglio.
    -Sai, non è proprio una giornata luminosa…e quegli occhiali non sono abbastanza grandi per coprirti anche il lato della faccia.
    Si sistemò sulla poltrona, levandosi le scarpe e incrociando le gambe sotto di se, per poi afferrare la bacchetta e incantare il foglio e la penna che erano sistemati sul tavolo, lasciandoli li e non portandoseli vicino. Utilizzava sempre quella tecnica, perché odiava quando gli psicologhi ti cominciavano a scrivere in faccia e sembrava come se non ti ascoltassero. Lei voleva far capire a Blake che era li per aiutarlo, per ascoltarlo, e soprattutto per farlo sentire a suo agio e fargli superare qualsiasi problema si stesse trovando ad ascoltare.
    -Ti va di parlarmene? E sopratutto, se vuoi posso curarti senza problemi, a meno che non lo consideri un qualche tipo di monito e abbia bisogno di lasciarlo sul viso per ricordartelo.
    Posò la schiena contro la poltrona, guardando il ragazzo e aspettando che prendesse parola.
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    EvelynnRowen
    25 | medimaga | animals | ex corvonero | London
    Rise cristallina alle parole di Aaron, lisciandosi il vestito con finta vanità.
    -Il blu è sempre il miglior colore, non c’è niente da fare. Ti hanno lasciato in un covo di serpi e grifoni? - sorrise - molto bene, grazie! L’incantesimo mi aiuta moltissimo, e ultimamente non ho avuto nulla di cui preoccuparmi. - tradotto con “si non sono morta a terra in preda agli spasmi, grazie mille” - seriamente? Grazie mille anche solo per esserti ripreso del tempo per la questione, ma hai ragione divertiamoci e basta!
    Sorrise al ragazzo che si era avvicinato, riconoscendolo come Percy Lewis, un ragazzo un paio di anni avanti a lei ad Hogwarts. Accettò poi con un cenno di ringraziamento il bicchiere che le porgeva Aaron, sorseggiando un po’ della bevanda alcolica e scuotendo la testa.
    -Ma non dovevamo divertirci? - ridacchiò - comunque, a parte gli scherzi, mi trovo veramente bene. Sono tutti molto cordiali, e ho la sensazione di aver trovato proprio la strada che fa per me.
    Girò la testa per la sala, fino a riconoscere una ragazza vestita meravigliosamente, che salutò con un cenno della mano.
    -Vedi la ragazza con i capelli lunghi, quella vestita con il vestitino tutto frange? - si girò verso l’uomo - è una mia paziente, viene a fare delle sedute da me. A proposito, Blake come sta? Dovrei vederlo tra qualche giorno, mi sembra…
    Aaron fu poi chiamato ai doveri di padrone di casa, e lei si avvicinò al piccolo palchetto, giusto per poterlo prendere in giro sul discorsetto che sapeva stesse per fare. Notò con la coda dell’occhio un movimento dorato, e si girò a controllare. Rise apertamente all’abbigliamento di Markab, decidendo di avvicinarsi al duo più sgargiante della serata. Lui e Skyler erano suoi coetanei, e ai tempi di Hogwarts pur essendo in case diverse erano diventati amici.
    -Ciao ragazzi! Siete…sgargianti, stasera! - si sporse in avanti, dando un bacio a entrambi e sorridendogli - avete già deciso cosa fare? Io sono tentata di andare a giocare a obbligo o verità, ma da sola non ci vado neanche morta!
    Rise, portandosi una mano sul collo e passandola piano sulla cicartrice, che aveva cominciato a pruderle un pochino, sperando che almeno per quella sera la lasciasse in pace.
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    Interagisce con Aaron Barnes, Markab Castlewine e Skyler Mave. Saluta da lontano Killian Ambrosia Degan
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    Evelynn
    R
    owen
    25 | medimaga | animagus | ex corvonero | London
    La lettera l’aveva piacevolmente sorpresa, considerato che l’evento era destinato a suoi compagni di scuola, si, ma più grandi di lei. Aveva chiacchierato con Aaron un altro paio di volte, dopo essersi fiondata nel suo ufficio con un terribile dolore, ma non pensava che l’uomo l’avrebbe invitata ad un evento così esclusivo. Sicuramente avrebbe riconosciuto un sacco di persone, essendo alla fine tutti andati ad Hogwarts, ma si sentiva terribilmente in ansia per qualche strano motivo. Aveva paura di sentirsi fuori luogo, o addirittura di essere lasciata in disparte…”Evelynn Rowen, per Morgana, datti un freno! Sei grande e vaccinata, non hai mica bisogno di qualcuno che ti parli per stare bene!”
    Scosse la testa, piegò accuratamente la lettera e decise che ci sarebbe andata. Alla fine il caposcuola Birbi probabilmente non si ricordava neanche di chi lei fosse, considerati quanti studenti erano stati ad Hogwarts, ma rifiutare l’invito di Aaron le sembrava estremamente scortese. Chiuse l’ultima cartella della giornata, lasciando un appunto al medimago del turno dopo, e si alzò dalla scrivania stiracchiandosi. Salutò un paio di persone e si smaterializzò direttamente a casa, decidendo di farsi una doccia rigenerante per cominciare a prepararsi. L’indicazione diceva che l’abito indossato doveva richiamare la casa a cui erano appartenuti, e mentre si insaponava i capelli naturalmente non riusciva a ricordare neanche mezzo vestito che possedeva. Aveva mai avuto vestiti? Si, per forza…vero?…Sospirando, decise di pensarci dopo, quando avrebbe avuto i capelli asciutti e ben acconciati. Alle 21 spaccate aveva infilato l’ultimo boccolo nella delicata treccia di capelli che gli liberava il collo e il viso, lasciandolo contornato solo da qualche boccolo ribelle. Il viso ben truccato era disteso in un sorriso, visto che Eve era decisamente compiaciuta del lavoro svolto. La sua migliore amica lo sarebbe stata altrettanto, ma era in luna di miele e Nonn poteva di certo disturbarla per una cosa simile. Si alzò allontanò e si diresse in camera - le era venuto un flash sul vestito perfetto da indossare - e con un po’ di fretta si vestì e si infilò le scarpe, delle decolletè argentate. Il tulle blu le frusciava intorno, e il corpetto tagliato a cuore la fasciava come una seconda pelle stringendo la piccola borsetta in tinta con le scarpe, e facendosi coraggio, arrivò alla festa. Era quasi tardi, perciò non si stupì di trovare un sacco di gente già arrivata. Sorrise vagamente un po’ a tutti e si avvicinò ad Aaron, sorridendo.
    -Aaron! Buonasera, e grazie mille per l’invito! - si allungò a dargli un bacio sulla guancia a mo’ di saluto, per poi girarsi ad ammirare la fedele riproduzione della sala grande - la festa sembra un sacco riuscita, non trovi? Come stai?
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    interagisce con Aaron Barnes e basta lol

    outfit!
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    PRETTY, PRETTY PLEASE, DON'T YOU EVER, EVER FEEL LIKE YOU'RE LESS THAN FUCKIN' PERFECT
    Eve
    Chi è Eve bla bla

    Chi sono le persone che Eve conosce

    SCHEDA | Medimaga | 25 anni


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    Evelynn Rowen


    Now she's stronger than you know
    a heart of steel starts to grow


    Role Aperte
    Role Chiuse
    Crazy shifts

    Talk to me, kiddo.

    Matrimonio in vista!

    Help! i need somebody...help!

    Che merlino avevi in testa?!

    Evento - millenials

    A walk in the skies

    What's wrong?
    Provino animagus - evelynn rowenn

    Visite di (quasi) routine

    Carne fresca!

    Help! i need somebody...help!







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    Edited by Evelynn Rowen - 1/2/2022, 12:09
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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    L
    ’essersi fiondata in studio di Aaron Barnes senza neanche bussare stava diventando sempre di più una benedizione. Aveva passato così tanto tempo a sperare da sola, a cercare qualcosa che non pensava neanche più esistesse senza qualcun’altra che le desse una mano, che ora le sembrava quasi impossibile che Aaron se ne stesse preoccupando. Rise di gusto alle parole di lui, immaginandoselo alla stessa maniera e piegando la testa verso destra portò la destra sul mento, pensierosa.
    -No, tu con l’occhialetto a mezzaluna e la barba sembri più un ottantenne. Ti fanno proprio vecchio non farteli mai!
    Continuò a ridacchiare, contenta di averlo fatto ridere - certo, non che fosse stata del tutto colpa sua ovvio - e mettendosi un po’ più a suo agio, incrociando le caviglie. Il sorriso le si spense poco dopo, ascolando il ragazzo parlare di suo padre. Corrucciò leggermente le sopracciglia, annuendo gravemente.
    -Immagino che inferno possa essere stato…- ascoltò anche la seconda affermazione, giocando distrattamente con un anello che aveva sul medio della mano sinistra - avrei preferito anche io, ma mia madre ha sempre avuto bisogno di sfogarsi con qualcuno, e raccontarmi delle cattiverie di quell’uomo sembrava essere l’unica. - fece le spallucce - quindi in realtà lo conosco non conoscendolo.
    Sistemò meglio il collo, per permettere ad Aaron di esaminare la cicatrice, rabbrividendo appena al contatto delle sue dita fredde con la pelle sensibile del collo, per poi sorridere e annuire convinta.
    -Sarebbe magnifico, davvero! Spero davvero tu ci riesca, sarebbe davvero un sogno…
    Sorrise all’occhiolino del ragazzo, arrossendo leggermente di rimando (“Merlino benedetto, Eve, ma ti pare?!”) per poi sganciare la bomba e fargli capire di essere una corvonero come lui. Lo vide sgranare gli occhi e quasi rise, per poi passarsi una mano tra i capelli e guardarlo da sotto le ciglia, senza malizia nel gesto.
    -Be’, meno male…rimanere una dodicenne sarebbe stato orribile! - sorrise, facendo dondolare leggermente le gambe e arrossendo leggermente per poi ridacchiare - direi che siamo cresciuti entrambi!




    Evelynn Mia Rowen


    PARLATO - PENSATO - NARRATO - ASCOLTATO
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    · medimaga · 25 · ex corvonero · animagus

    E
    velynn stava sfogliando la sua agenda con uno sguardo annoiato. Non era stata una giornata produttiva, ne tanto meno con qualche avvenimento importante, e sperava che il pomeriggio portasse qualcosa da fare. Delia l’aveva chiamata quella mattina per dirle che stava andando dai futuri suoceri per un paio di giorni, nello Staffordshire, per parlare con la madre di Derek delle decisioni che aveva preso riguardo il matrimonio, e così lei era rimasta senza nulla da fare e con un pomeriggio di lavoro davanti. Sospirò e si alzò dalla poltroncina, sistemandosi i capelli alla bell’e meglio e preparando lo studio per il prossimo paziente. Sistemò i cuscini del divano, aprì appena la finestra per far cambiare un po’ l’aria e accese qualche candela senza profumo, giusto perché lei adorava il modo in cui la fiammella facesse sentire il calore dello studio. Alzò lo sguardo a controllare l’orologio, e si rese conto che mancavano solo venti minuti all’appuntamento. Prese l’agenda e controllò il nome. “Blake Barnes…” si fece pensierosa per un attimo “ma è il fratello di Aaron!”.
    Sorrise a se stessa, per poi afferrare il magifonino e mandare un messaggio all’uomo in questione: “Sta per arrivare tuo fratello per una seduta. Giuro di non strapazzarlo troppo”, per poi sedersi sulla sua poltroncina e posarsi una mano sulla ferita. Aaron la stava aiutando ancora tantissimo con la ricerca sulla sua ferita, ed era stato davvero gentilissimo dal primo giorno in cui era piombata nel suo studio. Non poteva che cercare di ricambiare il favore. Cercò di riportare alla mente tutte le cose che sapeva della loro famiglia - ossia veramente poco - per poi alzare le spalle. Sarebbe stato Blake a parlare, se lo avesse voluto. Si mosse, sedendosi più comoda, e cominciò a giocare con il cellulare, scorrendo Instagram. Allo scricchiolio della porta, alzò gli occhi.
    -Ciao! Tu devi essere Blake…io sono Evelynn. - gli sorrise, come sempre, come con tutti - vieni, accomodati. Vuoi qualcosa da bere? [




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    A
    l sorrisino di Charles Eve rise di gusto, apprezzando come seppur dolorante per le ferite il ragazzo sembrasse rilassato. Tutto però sembrò rallentare e il sorriso di Charles sparì, così come quello di Eve. Si rendeva conto della difficoltà della situazione, si rendeva conto che poteva essere un argomento decisamente delicato per il ragazzo. Annuì al lasciapassare del ragazzo, non rispondendo al sorriso semplicemente perché era già tornata ad impugnare la bacchetta con cipiglio concentrato. Non fece in tempo a finire l’ultimo taglio che Charles si era già riappropriato della maglia e l’aveva rindossata con una fretta quasi innaturale. Eve sorrise al ringraziamento del ragazzo, frustrata dal non aver potuto fare di più, e si sciolse i capelli. Si sciolse i capelli e scrisse qualche parola su un foglietto, allungandoglielo.
    -Allora, innanzitutto di nulla, ci mancherebbe - sorrise - qui ho scritto un medicinale in caso il dolore alla spalla diventasse troppo acuto, è una pozione per il dolore leggermente più forte.
    Aspettò che il ragazzo prendesse il foglietto, per poi seguirne lo sguardo sull’orologio della stanza. Sgranò gli occhi e si piantò una mano sulla fronte.
    -Dannazione, anche io non avevo minimamente notato l’ora…. - si fece due calcoli - Delia sarà già uscita…e non ho neanche avanzi… - guardò il ragazzo in piedi davanti a lei, sorridendo. Certo, non era proprio una cosa da tutti i gironi invitare un semi sconosciuto a cena insieme, ma oltre al fatto che si fidava dell’uomo (due, era un auror) non gli andava proprio di tronare in quella casetta piccola e vuota che affacciava sul…niente. La sua migliore amica sicuramente era in giro con il futuro sposo, non le andava di cucinare…insomma, no.
    -Ok, non prendermi per totalmente pazza, ma c’è un ristorante italiano ad un paio di isolati che fa un ottima pizza. Ti va di venire a cena? - portò le mani avanti - Non so se ti è familiare ma sono nella situazione “niente nel frigo e amici non reperibili”!
Mentre parlava ripose le sue cose nella borsa e si tolse il camice, rimanendo con una camicetta rosa cipria, sistemandosela. Dopotutto avrebbe dovuto staccare poco prima, quindi poteva benissimo anche cominciare ad uscire. Indicò la porta al ragazzo, tenendola aperta per lui, per poi seguirlo fuori, attendendo una risposta, sperando che Charles non la vedesse come altro.




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    L
    e mani di Evelynn corsero su entrambi i fianchi, una ancora avvolta intorno al giornale, gli occhi infuocati di indignazione mentre guardava i due ragazzi che avevano parlato.
    -Grazie mille, signori, per questa assoluta e completamente fuori luogo esposizione del vostro pensiero. - alternò lo sguardo da uno all’altro - continuate pure a fare il vostro lavoro, come io sto cercando di fare il mio.
    Si voltò a dargli le spalle, i capelli svolazzanti dietro di se, e rivolse ancora una volta il viso verso il ragazzo scomparso. O forse non proprio, considerando lo sguardo privo di qualsiasi riconoscimento. Certo, non che l’avesse davvero mai vista in faccia, ma aveva parlato di ospedale, come aveva fatto a non ricollegare? Alle parole del ragazzo serbo ricordarsi del giornale con cui lo aveva bacchettato poco prima, e si affrettò a ficcarlo alla bell’e meglio nella borsa.
    -Scusa, non avrei dovuto. - si passò una mano tra i capelli, cercando di mitigare l’imbarazzo che l’aveva assalita. Diamine, altro che medimaga…aveva appena preso a giornalate un ragazzo! Si riprese in fretta, tutto sommato, alle successive parole del ragazzo. Si ritrovò a sorridere, un sorriso gentile, e ad allungare una mano verso di lui.
    -Mi chiamo Evelynn Rowen, sono una Medimaga del San mungo - inclinò la testa leggermente verso destra, soppesandolo leggermente con lo sguardo. Che stesse mentendo? Non avrebbe avuto motivo per farlo… - sono io che dovrei portarti in ospedale per farti degli accertamenti, altroché!
    Si guardò intorno, notando che la folla era rimasta sempre la stessa. Bene, non sarebbe potuto scappare con la scusa del lavoro. Lo riguardò negli occhi.
    -Tu non mi conosci, io invece ho benissimo in mente la scena di te un’ora prima nel letto del reparto, e un ora dopo completamente sparito! - si portò una mano sul cuore, con uno sguardo rammaricato e rattristato dal ricordo di quel giorno. Lo paura che aveva provato, insieme al senso di impotenza, erano stati terribili - mi hai fatto prendere un colpo, Merlino benedetto! - fece un sospiro, corrucciando le sopracciglia con rabbia ritrovata - E se ti fosse successo qualcosa? Non puoi mica andartene così da un ospedale! E neanche dalla porta, perlopiù!
    Incrociò le braccia davanti al petto, imbronciandosi ma non alzando neanche un dito contro di lui, questa volta.Inclinò la testa e lo guardò, cercando di capire cosa gli passasse per la testa. Chissà, magari adesso avrebbe ricollegato i fatti, e sopratutto le avrebbe dato una spiegazione. Ah si, quella la voleva.




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