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Eve & Vath

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    San Mungo
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    EvelynnRowen
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    La mattinata di Evelynn era iniziata con una paziente piuttosto tranquilla, stranamente, che aveva riportato qualche ferita dopo aver cercato di riparare un vetro rotto, senza accorgersi che i pezzi erano anche dietro di lei. Era divertente immaginare la scena di piccoli pezzettini di vetro che volavano verso la schiena della sua ignara paziente, ma naturalmente aveva mantenuto la sua aria professionale e aveva continuato a ripararle la pelle tagliuzzata senza una parola. Era difficile che si trovasse una mattina tanto tranquilla in reparto, visto che la gente in qualche maniera riusciva sempre a mettersi nei guai, anche stando a casa e con solo una bacchetta a disposizione.
    Sospirò, finendo di chiudere l’ultimo taglio e alzando lo sguardo verso la signora.
    -Ecco, tutto fatto. Se preferisce che quelle un po’ più profonde non formino una cicatrice, ci metta sopra un paio di gocce di dittamo ogni paio d’ora, senza considerare stanotte.
    Si alzò, sorridendo alla signora che l’aveva imitata, e l’accompagnò verso la porta, salutandola.
    Tornò dentro l’ambulatorio e si accasciò sulla sedia, passandosi una mano sul viso. Delia l’aveva chiamata quella mattina e lei aveva ignorato volutamente la chiamata, non pronta a sentire quello che la migliore amica aveva da raccontare. L’avrebbe certamente richiamata nel pomeriggio, o comunque non appena avesse avuto un momento libero. Si rialzò, sistemò la crocchia precaria sulla testa e si sistemò il camice, aprendo leggermente la porta e tirando fuori la testa.
    -Il prossimo chi è? - sorrise all’uomo che si era alzato dalle sedie della sala d’attesa, aprendo per bene la porta e facendolo accomodare nel piccolo ambulatorio.
    -Prego, si accomodi. Sono la medimaga Rowen. - prese la bacchetta, pronta ad eseguire un incantesimo diagnostico, ma come sempre preferì far prima parlare il paziente. - con c’è che non va?
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    Vath Remar
     
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    Qualche settimana prima aveva ricevuto un incarico di lavoro, un viaggio inaspettato di un paio di settimane per risolvere una crisi tra Kiev e Mosca, le tensioni tra i due Ministero della Magia si erano acuite dopo la scelta infelice del Ma.C.U.S.A. di accusare il governo magico Russo di aver invaso l'Ucraina. Parlare il Russo dava a Vath la possibilità di tendere la mano verso i due paesi e fare da paciere tra le due parti di modo che i due diplomatici potessero stemperare le tensioni tra di loro. Tuttavia per farlo doveva premunirsi e, la scelta più ovvia, fu di prenotare un appuntamento e pagare lo screening per tutte le Malattie magiche che potevano annidarsi in quei paesi. Avrebbe soggiornato presso le ambasciate britanniche in territorio ucraino e russo ma le precauzioni non erano mai troppe per l'ex Caposcuola. Aveva atteso comodamente in sala d'aspetto e, con il bastone da passeggio posto tra le proprie gambe incrociate, stava riflettendo sulla strategia che avrebbe dovuto mettere in atto una volta arrivato. La voce di una Medimaga lo riscosse da quelle elucubrazioni mentali e, sollevando una mano per farsi notare, si sarebbe alzato per raggiungerla. «Medimaga Rowan, ma certo! Sono Vath Remar. Credo di averla intravista alla festa che si è tenuta dai Barnes. Ero lì insieme a mia cugina Ecate, sua collega.» Le avrebbe porto con fare educato la mano e, se avesse accettato la stretta, l'avrebbe scossa con decisione ma delicatamente per pochi secondi. Il Ministeriale si sarebbe accomodato nello studio della donna, attendendo il suo permesso per sedersi sulla poltroncina d'esaminazione. «Non c'è nulla che non vada, seguo una dieta sana e pratico jogging per tenermi in forma. Tuttavia il mio incarico presso il Ministero della Magia Britannico mi porta spesso a viaggiare nei luoghi più disparati e un controllo ogni tanto, oltre alla somministrazione di vaccini contro le Malattie magiche più comuni, non fa male e stavo per recarmi nell'est asiatico.» Avrebbe levato la propria giacca da completo color blu notte, restando in camicia di Twill e cravatta abbinata al completo elegante, una cintura di pelle e delle scarpe Oxford ai piedi con calze in cashmere.


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    EvelynnRowen
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    Se qualcuno avesse chiesto a Evelynn di descriversi con una parola, di certo la ragazza avrebbe utilizzato “socievole”. Era difficile infatti trovarla in disparte ad una festa, o magari con le mani in mano. Sapeva fare amicizia perchè sapeva sempre cosa dire, un po’ anche perchè erano scenari sempre molto simili e ormai il “copione” principale lo conosceva. D’altronde, con un lavoro come il suo, le relazioni sociali erano decisamente all’ordine del giorno, e non è che poteva esimersi dal parlare con i pazienti perchè non le andava, gusto? Non si stupì poi tanto, dunque, quando l’uomo che aveva appena chiamato ad accomodarsi sembrò riconoscerla. Lo guardò meglio, e le bastò un solo sguardo per collocare quel viso: certo, la festa di Aaron! Era l’uomo che aveva visto parlare spesso con Killian, sicuramente. Gli sorrise gentilmente, accettando la mano e stringendo vigorosamente anch’ella.
    -Signor Remar, come no! Scusi se non l’ho riconosciuta prima, ma ho talmente tanti pazienti ogni giorno che il cervello a volte ci mette qualche secondo a collegare! - annuì alla lezione della cugina, continuando a sorridere - si, assolutamente. Dovrebbe aver avuto il turno precedente al mio, oggi!
    Lo guidò nello studio, osservandolo mentre si sistemava. Interesse puramente accademico, davvero. Se l’uomo avesse zoppicato, avrebbe saputo subito cosa fare, così come se avesse camminato tenendosi un braccio sulla pancia o magari con la mano su qualche parte specifica del corpo. Ma il signor Remar sembrava del tutto illeso, e si muoveva fluido e senza intoppi. Perciò, si trovò a domandare il motivo della visita, e prese la bacchetta per stare pronta. Annuì attenta mentre l’uomo parlava, per poi prendere un post it dalla sua scrivania e scrivendo una piccola richiesta per delle dosi di vaccino anche contro malattie babbane relative a sulla parte del globo. Lo piegò a forma di aeroplano e dopo un piccolo tocco con la bacchetta lo guardò alzarsi in volo e dirigersi fuori dalla porta.
    -Perfetto, tra poco arriveranno anche le dosi di vaccino, che le spiegherò bene più avanti. Nel frattempo - puntò la bacchetta verso l’uomo - stia fermo, per un attimo, così che la diagnostica faccia effetto.
    Stette in silenzio per qualche secondo, controllando i dati in risposta, e annuì mentre leggeva.
    -Sono ottimi risultati, signor Remar. Di certo il suo stile di vita l’aiuta molto. - con un altro sfarfallio di bacchetta fece sparire gli schemi che fluttuavano nell’aria e si accomodò sulla poltroncina accanto all’uomo - alzi pure la manica della camicia, intanto.
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    Il ministeriale allentò la cravatta sfilandola dal collo per poi sbottonare la camicia, levandola e appoggiandola contro l'attaccapanni sistemato nella saletta delle visite per ottemperare alla gentile richiesta di Evelyn. Sotto la camicia indossava una maglietta della pelle, in cotone, a mezze maniche bianca denotando come l'uomo, sempre attento al proprio stile, avesse fatto dell'eleganza nel vestire qualcosa di suo. «Si figuri Miss Rowen, comprendo perfettamente. Come ha detto ogni giorno vedrà innumerevoli persone e non mi stupisce che tra tutti i volti proprio il mio debba spiccare.» Un sorriso cordiale mentre il capo si sarebbe inclinato verso il basso per annuire alla donna. «Sì, ne ero a conoscenza che Ecate facesse il turno notturno questa settimana. È stata proprio lei a consigliarmi di venire da lei Miss Rowen, la stima molto per la sua bravura nel trattare con i pazienti.» Disse, rimanendo immobile per poterle permettere di svolgere il suo lavoro al meglio delle sue capacità. «Mi dica, quali sono le Malattie Magiche più comuni in Russia e Ucraina?» Chiese con curiosità, l'uomo era già stato in Russia anni addietro ma più che incontrarsi con l'alta società e partecipare a incontri di gala non aveva fatto altro. Notò come la ragazza stesse esaminando degli schemi fluttuanti in aria, non si interessò di tentare di decifrare i dati scritti su di essi non avrebbe potuto sapere da dove iniziare quindi si limitò ad ascoltare con attenzione il referto che la giovane Medimaga gli stava facendo: era in buona salute, grazie alla sua dieta equilibrata e all'attività fisica svolta. Annuì, felice di ricevere queste notizie e, mostrandosi il più collaborativo possibile, gli offrì il braccio sinistro. «Come sta andando qui al San Mungo, si è un po' allentata la tensione accumulata per i troppi turni da dodici ore? Il Dottor Solfrizius Ignoris Mungo ha poi fatto richiesta per quelle sovvenzioni statali per l'aumento del personale?» Aveva spiegato alla Magipsicologa Welsh la giusta procedura per far pervenire quel modulo al Ministero della Magia e sperava che, in quel caso, la donna gli avesse dato ascolto.


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    EvelynnRowen
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    Lo stile dell’uomo seduto nel suo piccolo ambulatorio la fece sorridere. Non era di certo comune vedere qualcuno con così tanta classe, sopratutto in tempi in cui la moda maschile anche lavorativa sembrava essere semplicemente jeans e maglietta.
    -Di certo è più memorabile di tante altre persone, mi creda. Ha uno stile decisamente invidiabile!
    Non era di certo da lei tenersi un complimento, sopratutto se genuino come quello. Lei, sotto il camice, portava dei pantaloni neri a palazzo e una camicetta bianca, neanche lontanamente paragonabili al completo dell’uomo. Sorrise al successivo commento di Vath, sentendo le guance pizzicare.
    -Ecate è troppo buona. Abbiamo fatto parecchi turni condivisi, e anche lei è un talento naturale con i pazienti.
    La domanda dell’uomo la lasciò pensierosa, e mentre scriveva il post it si ritrovò a ragionare.
    -In Russia il più comune è sicuramente il Magimyxo Virus, che causa…diciamo una maginfluenza più forte, con molto spesso la comparsa di polmonite. L’est è un po’ tutto soggetto a questa malattia, sopratutto d’inverno, con quel clima… - rabbrividì leggermente - al solo pensiero mi si ghiacciano le punte delle dita, brr. A lei no?
    Strinse la bacchetta leggermente più forte, come a voler eliminare la sensazione fastidiosa del freddo, e dopo aver controllato gli schemi ed essersi avvicinata all’uomo si trovò a sgranare gli occhi dalla sorpresa.
    -Merlino, signor Remar, è per caso uno dei dirigenti dell’ospedale? Sa decisamente più cose di metà del personale e neanche ci lavora! - rise, decisamente divertita - la situazione si sta decisamente allentando, anche perchè ci siamo un po’ ribellati tutti quanti.
    Socchiuse gli occhi, ripensando all’ultimo turno da dodici ore che aveva fatto. Aveva preso tanta di quella pozione rinvigorente che anche dopo essere tornata a casa non era riuscita a chiudere occhio per altre cinque ore, crollando sul divano di casa sua. Delia l’aveva trovata così la notte del giorno seguente, e si era presa uno spavento tremendo.
    -Annie, ehm…la medimaga Welsh, non so se la conosce, ha parlato con il dottore e a quanto sembra lui l’ha ascoltata, portando carne fresca in reparto. Speriamo che duri, sa com’è.
    Il piccolo aeroplano scelse proprio quel momento per rientrare nello studio, con il carico che gli fluttuava direttamente dietro.
    -Eccoci qui. Allora signor Remar, ha mai fatto un vaccino Babbano prima? - si preparò a disinfettare l’area del braccio con la bacchetta, il cipiglio concentrato - le spiego meglio. Le malattie magiche sono naturalmente quelle per cui un mago può morire, se non trattate. Ma le malattie babbane, se contratte insieme o a ridosso di una malattia magica possono aggravare di molto i sintomi di queste ultime, e le posso assicurare che non è una cosa piacevole.
    Sorrise all’uomo - Merlino da così vicino era impossibile non notarne gli occhi, quasi magnetici - e indicò con un movimento della testa il braccio lasciato scoperto.
    -Per I vaccini babbani ho comunque bisogno del suo consenso, mi dica lei come vuole proseguire.
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    Edited by Evelynn Rowen - 22/3/2022, 15:08
     
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    Vath sorrise alle parole della donna, la Medimaga pur di rispondere al complimento che il Ministeriale implicitamente le aveva rivolto si soffermò a commentare positivamente il suo stile. «La ringrazio. Io, come lei, ho un lavoro a stretto contatto con il pubblico e checché se ne dica, l'abito fa' il monaco. Specialmente in ambienti di politica internazionale dove l'apparenza è tutto.» Sapeva che sua cugina fosse un portento, sentirselo dire dalle sue stesse colleghe gli strappò un sorriso che, successivamente, alle parole della Rowen si tramutò in un espressione meditabonda. «No, in questo caso temo che io debba ammettere la mia ignoranza, nonostante io abbia una madre e una cugina medimaghe, ero totalmente all'oscuro di una malattia originata dal Magimyxo Virus.» Ascoltò con particolare attenzione la spiegazione da parte della donna annuendo lievemente nelle parti salienti del discorso. «Diciamo che, a conti fatti, noi maghi siamo più resistenti alle condizioni metereologiche: "Un decotto Tiramisù e tutto passa", o almeno, questo è quello che mia madre dice ancora adesso. Ma quando si va in quei posti, come ha detto lei non c'è pozione che tenga e l'unico modo è prevenire raffreddori indossando delle calde pellicce.» Quando l'argomento si spostò sui malanni che, invece, attanagliava l'ospedale per le Malattie e le Ferite Magiche San Mungo Vath rise leggermente. Ascoltare le parole della donna le fece capire che la dottoressa Welsh non solo aveva ascoltato il suo consiglio ma che addirittura se ne fosse presa il merito. «Non la dovrebbe stupire, come ho detto alla Medimaga Welsh "Ministero della Magia e San Mungo dovrebbero essere due istituzioni complementari che si compenetrano a vicenda. Ognuna di esse svolge dei servizi essenziali e l'una senza l'altra fa un lavoro a metà, entrambe sono al servizio del cittadino e dovrebbero fare squadra." Ho giustamente suggerito alla Magipsicologa Welsh di mettere una pulce nell'orecchio al direttore Solfrizius Ignoris Mungo o fare direttamente lei la pratica per poi far apporre la firma a chi di dovere.» Quando l'aeroplanino che la donna aveva mandato via poco prima ritornò con un carico di vaccini Vath focalizzò la sua attenzione sulla Medimaga per comprendere appieno cosa lei aveva optato di fare. «No, non ne ho mai fatto uno, in genere siamo "immuni" alle malattie babbane, non so se questo dipenda dal potere magico che circola nel sangue che scorre nelle nostre vene o altro.» Ascoltò tutto il resto e, infine, annuì. «D'accordo, proceda pure, è lei l'esperta del suo campo.» Le avrebbe fatto eseguire le iniezioni necessarie.


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    EvelynnRowen
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    La ragazza si trovò ad annuire, completamente d’accordo con le parole dell’uomo che le sedeva di fronte.
    -È decisamente così, ha ragione.
    L’ammissione da parte dell’uomo non la sorprese. In fondo, i nomi delle malattie magiche erano complicati, e sentire parlare di esse al di fuori di un ospedale specializzato era molto inusuale.scrollò le spalle con un mezzo sorriso, battendosi la punta della bacchetta sulla guancia - una brutta abitudine che aveva preso da un suo collega - e ridacchiò.
    -Sua madre no ha tutti i torti! Purtroppo poi si deve anche pensare a quella povera gente che lavora ma non può permettersi pellicce di buona qualità, o che magari sono deboli di costituzione…è un ambiente piuttosto brutale, se devo essere sincera. Non ci vivrei neanche mi pagassero fior di galeoni per starci!
    Gli occhi di Evelynn si spalancarono, diventando due piccole lune piene per lo stupore. Era stato lui! Vath Remar era la ragione per cui adesso riusciva a dormire più di 4 ore a notte, Merlino, e Annie non le aveva detto nulla! Annuì, ancora sconvolta dalla rivelazione, e sorrise calorosamente all’uomo.
    -Signor Remar, a nome di qualsiasi persona turnista di quest’ospedale, grazie. Seriamente, posso dormire la notte grazie a lei, ci crede? - sorrise avvicinandosi e preparando intorno a lei la roba per le iniezioni che sarebbero avvenute di li a poco - effettivamente l’ospedale e il ministero dovrebbero lavorare oltre che per il cittadino anche l’uno per l’altro, ma è raro che questo accada. Ma purtroppo non è che noi semplici medici possiamo fare molto…
    Guardando l’aeroplano entrare in stanza si affrettò a spiegare la situazione all’uomo, e mentre lui le rispondeva posò la bacchetta sulla pelle del suo braccio, utilizzando un incantesimo disinfettante sull’area. Annuì di riflesso alle sue considerazioni.
    -Non sbaglia, dicendo che noi maghi siamo immuni. Se lei incontrasse un Babbano con l’influenza e lui gliel’attaccasse, semplicemente il suo sistema immunitario si limiterebbe a debellare il virus quasi senza dargli peso, visto che non può attaccare le cellule magiche. Diciamo che a ridosso di una malattia magica le cellule virali babbane... - ci pensò mezzo secondo, per riuscire a trovare un paragone azzeccato - è come se si mettessero sulle spalle del virus magico e gli dessero man forte, capito?
    Sorrise al consenso del ministeriale e fece due piccole punture in rapida successione, visto che il vaccino Babbano non avrebbe interferito con quello magico era del tutto sicuro procedere in quel modo.
    -Ecco fatto. Se sente nausea o le sale una leggera febbre è del tutto normale, se non riesce a sopportarla può prendere un ricostituente o una pozione antipiretica. - si alzò, lisciandosi il camice, e allungò una mano verso l’uomo - arrivederci, signore. Le direi alla prossima, ma sembra sempre brutto da dire, in ospedale!
    Accompagnandolo fuori dalla porta gli sorrise un ultima volta, per poi girarsi verso la sala d’aspetto.
    -Il prossimo!
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    Il Ministeriale lasciò svolgere alla Medimaga il suo lavoro permettendole di praticargli le due iniezioni senza emettere nemmeno un suono. Un sorrisetto divertito sul volto, alle parole della donna e, quando lei ebbe terminato, Vath replicò rapidamente alle sue affermazioni. «Non c'è ragione di ringraziarmi. L'ho fatto con piacere, anzi, occupassi qualche gradino più in alto nell'organigramma del Ministero della Magia farei ben altro per poter vedere questa nazione florida con le sue istituzioni che funzionano come un perfetto orologio ben calibrato.» Quel rapido scambio di vedute gli fece tuttavia pensare alcune cose, ben celate dietro il suo sorriso cordiale, Vath stava ragionando se Miss Rowen poteva essere una valida aggiunta all'Arania Exumai. Una Medimaga del suo calibro poteva certamente fare la differenza se dotata di ogni equipaggiamento per l'organizzazione atta a svellere nel sottobosco criminale l'Acromantula Scarlatta. Quelle considerazioni quasi gli fecero perdere il resto delle parole della donna ma, schiarendosi un attimo la voce per guadagnare tempo, replicò al paragone della donna. «Comprendo perfettamente, tuttavia son sempre stato dotato di una buona costituzione, raramente mi ammalavo sia durante l'infanzia che durante il periodo di Hogwarts. A proposito di Hogwarts, lei era nella stessa casata di mia cugina: Corvonero, se non erro.» Aveva intravisto l'abito della donna durante la serata dai Barnes e, dato il dress code, aveva visto nel suo abito blu il chiaro indizio che lei fosse un'adepta di Corinna Corvonero. «La ringrazio Medimaga Rowen, non si preoccupi, bazzico spesso qui, più per venire a trovare Ecate che per reale necessità. Mi farà piacere conversare nuovamente con lei se avrò modo di incontrarla. Tuttavia, ora devo proprio lasciarla, ho una Passaporta da prendere e non posso mancare.» Si rivestì, indossando la camicia, riallacciando la cravatta e ponendo la giacca del completo elegante sopra di essi. Infine arrivò il turno del soprabito, in pelliccia di zibellino, troppo caldo per la primavera Inglese. Un leggero cenno del capo in saluto e Vath uscì dallo studio.


    vath2



     
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