Matrimonio in vista!

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    San Mungo
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    EVELYNN ROWEN
    
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    PARLATO - PENSATO - NARRATO - ASCOLTATO


    La mattinata di Evelynn sarebbe andata relativamente bene. Era sabato, ringraziando Morgana, e questo significava che la signora Bicham non sarebbe venuta in ospedale a farsi controllare un qualsiasi punto del corpo ("sicuramente ho il vaiolo di drago, dottoressa, ne sono certa!") perchè di sabato aveva il suo settimanale appuntamento al centro commerciale con le amiche. Era sabato e significava anche che il carretto del caffè avrebbe riportato anche vari gusti di the e tisane, oltre che a delle ottime ciambelle, e questo avrebbe garantito alla ragazza una colazione strepitosa. Era sabato, ed Evelynn Rowen non aveva messo in conto che la sua migliore amica si sarebbe sposata di li a poco, che come damigella d'onore aveva dei doveri e che quei doveri avrebbero bussato alla sua porta alle 8.30 di sabato mattina.
    Aprendo gli occhi di scatto, spegnendo la sveglia che aveva borbottato nello stesso istante in cui avevano bussato, si stiracchió come un gatto, credendo per un secondo di essersi immaginata il bussare. Fu smentita subito, e si alzó con pochissima voglia per andare ad aprire.
    -Signora Sullivan, le giuro che dopo chiamo il tecnico per...Dalia! Che ci fai tu qui?
    L'amica, super carica e con la colazione in mano, la guardava raggiante dall'altro lato della porta.
    -Spostati, pigrona! Muoviti a cambiarti, oggi abbiamo il giro per il boquet, la torta e il catering per pranzo. Su su scattare!
    Cercando di capirci qualcosa, considerato che aveva appena aperto gli occhi, riuscí solo a blaterare qualcosa sul lavoro e su come avrebbe dovuto prendersi il giorno, ma Delia l'anticipó dicendole - mentre gli ficcava un pezzo di ciambella in bocca - che l'ospedale lei lo aveva chiamato giorni prima, e che non si doveva preoccupare di nulla.
    Eve sbiancó. L'ultima volta che l'amica aveva detto una frase simile si erano ritrovate nella foresta proibita di notte, si erano perse e avevano dovuto tirarle fuori i professori, mettendole in punizione per due mesi. Speró con tutta se stessa che quella giornata sarebbe stata diversa.

    Sette ore dopo, precisamente intorno alle 15, Delia e Evelynn si trovavano a Denrise. A quanto aveva capito Eve qualcuno aveva detto all'amica che un certo Jason di Denrise, che faceva lo speziale, aveva i migliori fiori e composizioni del mondo. Naturalmente Delia so era fiondata sull'idea come faceva con le patatine di fornte ad un film, perció si ritrovavano sull'isola di fronte proprio all'ingresso del negozio dello speziale. Fin qui, tutto normale.
    Il problema era lo stato in cui versavano le due ragazze, appena uscite dal ristorante per il menù di prova. Oltre a quantità megalitiche di cibo, infatti, avevano anche bevuto quantità megalitiche di vino, elfico e non, per assaggiare e decretare il migliore per ogni portata.
    Ora, Eve era quella effettivamente messa meglio delle due considerato che Delia era nella sua fase "ridarella" - precedente all'ultima, "sfracellamento al suolo" - e invece Eve era si ubriaca, ma di quell'ubriacatura che si sfascia con una bella doccia fredda. Peccato che non ce ne fossero in giro. Prendendo coraggio, anche se non e ne voleva poi tanto viste le condizioni in cui versavano, varcarono la soglia, guardandosi intorno.
    Eve rimase affascinata dal negozio, ritrovandosi a girare la testa incatata dalle erbe e dal profumo dell'ambiente. Delia invece, a quanto pare impaziente di vedere il suo boquet prendere vita, si avvicinò al bancone e ci si appoggió sopra con i gomiti.
    -Ciao bello, tu devi essere Jasper, si?
    Eve alzó gli occhi al cielo, e barcollando leggermente si avvicinó all'amica. Poi, piegandosi a sussurrarle all'orecchio cercando di non farsi sentire da lui, le disse con voce perfettamente normale.
    -Si chiama Jason, Lia! Jason!
    Lei si limitó a scrollare le spalle, e la allontanó ridacchiando. Si rigiró verso di lui, e sorridendo a trentadue denti fece
    -Mi segve uno spogliarellista ler il mio matrinnnomio. Si. Fai lo spogliarellista, Jasper?
    Eve, che si era riallontanata, si ricatapultó addosso a Delia, schiaffandole una mano sulla bocca e intimandole si stare zitta con un'occhiata omicida. Si giró poi verso il proprietario, con le scuse negli occhi.
    -Scusi tantissimo signore, ehm, Jason, insomma, ecco.
    Arrossí violentemente guardando meglio l'uomo, per poi abbassare velocemente lo sguardo.
    -La mia amica ha bisogno di un boquet per il suo matrimonio, non di uno spogliarellista, anche perche poi chi lo sente il marito - fece una risatina imbarazzata, rialzando lo sguardo - e ha sentito che qui fate delle bellissime composizioni. Potete aiutarci?
    Mentalmente, Eve maledí Delia. Merlino, e lei che sperava di avere un Sabato tranquillo!


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    @yuiccia

     
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    Jason era consapevole che avendo una bottega del genere, avrebbe potuto vederne di tutti i colori a varcarne quella soglia. Aveva visto entrare inglesi che non capivano niente di pozioni, erbe e quant'altro; pazzi che volevano pozioni esplosive in grandi quantità, per non parlare di studenti che volevano da lui che insegnasse loro la vera essenza della Magia Verde. Insomma, era preparato davvero a tutto, ma quando la tranquillità (?) della sua giornata più calma, venne rotta dall'ingresso di Evelynn e Lia, Jason poteva finalmente dire di averle viste e sentite tutte. Seth stava sonnecchiando davanti al bancone e quando queste entrarono, l'husky si sollevò, stiracchiandosi e spostandosi nel laboratorio per continuare a sonnecchiare.
    Jason, che invece stava sistemando i mortai e li stava ripulendo, si voltò verso il bancone sollevando un sopracciglio alla vista di quella donna che si sporse chiamandolo Jasper. «Guardi signorina io non---» - gli occhi nocciola del druido si spostarono sull'altra. Il primo pensiero di Jason fu «Inglesi ed ubriache. Ci mancava solo questa...» - poi sospirò, chiudendo la porta del laboratorio, così da non disturbare Seth «Esatto, come ha gentimente chiarito la sua amica, io sono Jason.» - ma ciò che la donna domandò fu pura poesia. Jason sgranò gli occhi posandoli sulla neo-sposa «Uno spogliarellista?» - domandò perplesso, per poi incrociare le braccia muscolose al petto, con mezzo sorriso sotto la barba curata «Guardi, signorina... io non sono quello che lei cerca. Non so da cosa ha potuto pensare che io possa soddisfare questa sua richiesta, ma---» - di nuovo l'altra venne in suo soccorso, prendendo in mano le redini della situazione.
    Jason la ascoltò, ancora divertito e perplesso, poi sospirò, notando il rossore sulle gote della giovane «Desiderate una tisana? Magari può aiutare la sua amica a eliminare i sintomi della sbornia...» - fece capire all'altra che l'alito di Delia faceva ben comprendere cosa stesse succedendo, quindi annuì alle sue parole «Bene, ora sì. Questa richiesta posso esaudirla volentieri. Che tipo di boquet stavate cercando?» - domandò alternando lo sguardo tra lei e l'ubriachissima.
    Jason K. Byrne

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    on avrebbe mai e poi mai pensato di poter fare una figura così barbina con qualcuno di appena conosciuto. Insomma, era una persona particolarmente sarcastica se ci si metteva, e effettivamente se non era al massimo capitava pure che inciampava sul niente, ma da li a farsi guardare come un fenomeno da circo non ci era mai e poi mai arrivata. Con lo sguardo pieno di scuse non dette, e ancora un po’ rossa dalla vergogna, notò un sgabello nel locale e ci fece accomodare l’amica, intimandole di starsene li ferma.
    -Ti giuro che se ti alzi ti faccio sposare con un bouquet fatto di cicoria e broccoletti. - si girò verso l’uomo, sorridendo imbarazzata - se ha davvero qualcosa per queste situazioni sarebbe un toccasana. Anche una per me, per cortesia. - alzò le spalle mentre si riavvicinava al bancone, barcollando leggermente e spostandosi i capelli dal viso - non sono decisamente andata come lei, ma un po’ più di lucidità non guarsterebbe per niente!
    Si appoggiò al bancone con le mani, non di certo per mantenere l’equilibrio eh, nono, perché sperava così di...no vabbè effettivamente non aveva equilibrio per nulla e quindi appoggiarsi al bancone era l’unica soluzione.
    -Innanzitutto, per favore, dammi del tu. Mi chiamo Evelynn, e per quanto la sposa sia fuori di testa e non penso le interessi, si chiama Delia. - gli sorrise, leggermente più rilassata e continuò con gli occhi che brillavano - secondo, devo farti i complimenti per il negozio, davvero. È davvero una meraviglia!
    Sempre sorridendo poi si portò una mano tra i capelli, scostandoli dalla spalla e lasciando che le cadessero sulla schiena, e guardò il bancone in cerca di un catalogo, che però non trovò.
    -Uhm…allora, io so come vorrebbe il bouquet, solo che è difficile da spiegare. Ha per caso carta e penna? Posso farle un disegno dell’abbozzo di composizione insieme ai fiori!
    Evelynn Mia Rowen


    PARLATO - PENSATO - NARRATO - ASCOLTATO
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    Quelle due ragazze erano davvero uno spasso, doveva ammetterlo. Seppur non si aspettava un uragano di sbornie dentro lo Speziale, Jason stava ringraziando per quell'allegria che stavano portando. Rimase con il suo sorrisone sotto la barba, mentre vedeva l'altra minacciare la sposa, con fare davvero divertente. Annuiva quasi a voler avvalorare la tesi di Evelynn, ma senza dire nulla «Se quello sgabello è pericoloso, lì c'è un tavolino eh.» - indicò alle loro spalle quello che era uno dei due tavolini che lo Speziale metteva a disposizione per i clienti che desideravano restare un po' li a godersi erbe e tisante.
    Quindi tornò con lo sguardo su Evelynn «Zenzero, melissia e camomilla. La migliore delle tisane per questi casi e tutte con erbe da me coltivate.» - disse, mettendo sul fornelletto un bollitore d'acqua.
    Avrebbero dovuto attendere che quella si scaldasse, quindi quale modo migliore per farlo, se non conversare di affari?
    Sollevò un sopracciglio «Restare in un costante bilico tra lucidità e instabilità, talvolta è piacevole, l'importante è saper gestire il limite oltre cui non andare.» - sembrava così filosofico. O forse voleva testare quanto lucida fosse la donna? Guardò le sue mani, quindi, poi tornò ai suoi occhi notando quanto somigliasse ad una docente di sua conoscenza. Strinse le iridi «Sa', lei mi ricorda una persona» - disse lui, cercando di cancellare dalla mente quello che era stato.
    Annuì alla sua richiesta di darle del tu «Immagino che il mio nome già lo sappiate, o meglio--- tu lo sappia. E no, non è Jasper.» - disse posando poi gli occhi su Delia, sorridendole appena «Sono curioso di sapere come vi siete ridotte in questo stato, comunque.» - nel frattempo passò alla donna carta e matita «Ecco qua. E grazie mille per i complimenti, ci investo molto in questo posticino.» - si grattò dietro la nuca, guardando ora Evelynn da capo a piedi.
    Jason K. Byrne

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    uardando lo sgabellino, e rendendosi effettivamente conto che non era proprio il meglio per una ubriaca come la sua migliore amica, la prese sotto le spalle e se la trascino verso il tavolo, facendole posare la testa sul tavolino e scostandole i capelli dalla fronte con fare materno.
    Si piegò ancora verso di lei.
    -Se vomiti, sappi che oltre a fare un altra orribile figura ti faccio avere tutti i turni con gli animali esotici, così se una scimmia ti mangia tutte le gomme da cancellare sarà colpa tua!
    Sorrise allo speziale, annuendo alle sue parole e già pregustando la tisana.
    -Sarebbe ottimo, grazie mille!- si grattò una guancia - a me piace da matti bere tisane, Delia invece non le sopporta tantissimo…oh, be’, se lo farà andar bene.
    Lo osservò mettere il bollitore sul fuoco, sempre poggiata sul bancone, per poi ascoltarlo con cipiglio concentrato. Stava aprendo bocca quando…
    -È meglio stare cosi! Si! Ho deciso Eve! Voglio vestirmi da coniglio e sposarmi domani!
    Si portò una mano al viso, nascondendolo dietro le dita e sospirando.
    -Si, è esattamente come dici. Il limite se si supera è pericoloso e poi non sai cioè…insomma…- abbassò la mano, frustrata - insomma, finisci come lei ed è un casino!
    Si rilassò, convinta di essersi spiegata egregiamente, e abbassò le spalle. Levò lo sguardo sull’uomo alla sua successiva affermazione, sorridendo ignara.
    -Si? Qualcuno che ti sta simpatico spero!
    Lo ascoltò poi ripresentarsi, ridacchiando quando Delia alzò la testa di scatto e rise di gusto, dichiarando con voce tutt’altro che lucida
    -Be’ Jasper ti sta bene, tanto quanto ti stanno male tutti quei vestiti addosso!
    Eve, di nuovo rosso pomodoro dalla vergogna, sospirò piano, per poi posarsi una mano sulla nuca e sorridere a Jason.
    -Scusala, come vedi non ce la fa proprio a rimanere tranquilla. - alzò le spalle, facendo scorrere le dita leggermente sulle bustine di tisana già pronte posate sul bancone - come avrai capito tra poco si sposa, e oggi abbiamo avuto l’assaggio del menù….e del vino - rise leggermente - che ho capito non berrò al matrimonio, se è così che mi riduco.
    Allungò poi le mani per prendere le cose che lui le porgeva, ringraziandolo
    -Be, solo la verità! Sembra una di quei posti dove venire per rilassarsi che fatto tipo bene all’anima - continuò, senza un minimo d’imbarazzo per il complimento sincero, e posandolo sul bancone cominciò a tracciare delle linee sorprendentemente ben fatte, per la condizione in cui versava.
    -Ecco vedi, mi servirebbe una cosa del genere. Tipo a scalini, partendo da dei fiori alti, e poi arrivando a meno gambo.- passò la penna sul foglio più volte - Solo che nella parte alta mi piacerebbe avere anche dei boh, rami? Non so come chiamarli. I colori sono celeste e bianco…che ne pensi?

    Evelynn Mia Rowen


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    Quelle due ragazze erano proprio una macchietta vivente. Le guardò mentre amorevolmente Evelynn accomodava l'ubriaca al tavolino e la minacciava con qualche parola che al druido forse non era dato sapere e che non voleva nemmeno intromettersi, per non rischiare di finire con il doversi spogliare per una futura sposa ubriaca.
    L'acqua nel frattempo prese a bollire e il druido si preoccupò di riempire per benone tre tazze in ceramica e di infonderci con un colino le erbe da lui prima menzionate per poter iniziare a creare quella che sarebbe stata la tisana principalmente per l'ubriaca, ma che avrebbe sicuramente aiutato l'altra donna e avrebbe deliziato il druidone.
    «Diciamo che non credo sia nelle condizioni di poter decidere da sola» - sospirò ridendo il ragazzone, tornando con lo sguardo su Eve che pareva pronta a dire qualcosa fin quando Delia non decise di fare un'altra delle sue scene teatrali.
    Il druido sgranò gli occhi nuovamente e quasi soffocò per non ridere «Potresti vestirti da coniglio al matrimonio, non sarebbe bellissimo?» - disse rivolto verso Delia, sperando che cogliesse l'occasione per dare nuovamente il meglio di sé.
    Eve, dal canto suo, sembrava davvero imbarazzata da tutto quello che diceva la compagna e Jason non poté che essere quasi lusingato per aver avuto quelle due nel negozio, quel giorno, a deliziare la sua giornata. Annuì poi all'affermazione di Evelynn «Il suo stato, però, mi fa pensare che quel limite andava superato. La vedo piuttosto in pace con i sensi.» - scrollò le spalle con leggerezza, per poi sussultare appena alla sua affermazione. Il cuore accellerò appena appena i battiti, mentre l'idea di quella docente che era stata una delle uniche donne con cui aveva minimamente pensato di approcciare, si stava facendo di nuovo vivida nella sua testa «Diciamo che simpatico è dir poco. Ma, a quanto ho capito non è lei. O almeno, mi pare di capire che lei si chiami Eve?» - disse indicando con il mento la donna alle sue spalle che continuava a chiamarla con quel nome.
    Ma di nuovo Delia decise di deliziarli con una delle sue che lasciò il druido atterrito «In vino veritas» - rispose ad Eve, toccandosi la barba «Ma lei è sicura che la sua amica voglia sposarsi?» - domando chinando il capo verso Eve e abbassando il tono.
    Sollevò un sopracciglio «E perché non dovreste berlo? Sembra faccia un effetto divertente.» - incitazione all'alcolismo parte due «Deve solo accertarsi che al suo fianco ci sia qualcuno che provveda a riportarla a casa sana e salva.» - disse distrattamente mentre girava il bancone e porgeva a Delia la tazza fumante «Ecco qua, questa è per te cara.» - disse lasciando sul tavolino la tazza con qualche biscotto, poi sul bancone sistemò anche quella per Evelynn con altrettanti biscotti, mentre lui arruffava il bouquet disegnato «Interessante. Potrei metterci dei rami di ulivo intrecciati in alto, che potrebbero coprire anche gli steli dei fiori, lasciando che il gambo diventi unico e un intreccio di morbidi rami d'ulivo, che ne dici?»
    Jason K. Byrne

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