Black Heart

Quella era una sera davvero speciale, una sera che Denrise ricorderà per sempre: Black era sobrio.

Il perchè è presto detto, ovvero, era pronto a sbronzarsi al Jul Bran, come ogni singolo anno. Per l'occasione si era lavato e aveva messo vestiti puliti, si era tolto la bandana e aveva momentaneamente accorciato i capelli, un minimo segno di rispetto per le tradizioni (falso perchè in realtà di lì a una decina di ore sarebbero tornati lunghi, ma Black is Black).

Giungere al falò non fu un problema, guidato dallo schiamazzo, dalle luci e dal profumo. Arrivato, la sua attenzione fu catturata dal totem.

Quest'anno sarai mio....

Lo diceva ogni anno in realtà, il pirata era davvero un osso duro, un pazzo persistente.

Non appena Sigurd diede ufficialmente il via alle celebrazioni, il corsaro prima tentò un paio di volte di mirare alla testa di Einar con una delle sue grosse pistole, poi, dopo aver rinunciato per evitare di far fuori poveri e potenzialmente sfruttabili innocenti, si avvicinò al letto di braci, salutando col giusto rispetto gli anziani che li osservavano lo svolgersi della prova

Zoppo Jack! Sempre bello vederti nonostante la tua cecità! Giovani, per Poseidone se sembrate seri

Giusto rispetto. Sssì. Comunque.

Black si tolse il tridente dalla tracolla e lo piantò in terra, qualche metro prima della linea di partenza. Si slacciò la sciabola e ve l'appese sopra, così come gli stivali, rivelando piedi da vero uomo di mare e senza calze (e puliti, roba che scotta. I mean, scotterà). Addosso gli rimasero le pistole e la bussola, nonchè la bacchetta.

Attese il segnale, quindi prese un bel respiro, allungò un piede davanti a se, chiuse gli occhi e fece il primo passo, con estrema calma e solennità.

LOKI MUTAFORMA PIFFERAIO!

Il secondo, terzo e qualche altro passo furono molto meno solenni del primo

CULI D'ORCA NERA!

Concentrandosi sulla linea di fine traversata infernale, cercò di accelerare, per quanto possibile, senza perdere il suo contegno.

INCOMPRENSIBILE BESTEMMIA IN GRECO, diamine!

Avrebbe camminato fino alla fine, non importa quante cose assurde avrebbe detto strada facendo. Nulla avrebbe potuto fermare Black. A parte un sacco di cose, s'intende.

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Black Heart

Lato negativo: Black aveva male ovunque.
Lato positivo: riusciva a percepirlo.

Mhhhghhh

Fu più o meno la risposta che ottenne Airwen.

Non appena percepì nuovamente le forze che gli scorrevano dentro, si rialzò. Gemette e si appoggiò alla parete, mentre il flusso degli eventi gli annebbiava la vista.
Lo aveva percepito, il potere del dio. Le comete e il terremoto aveva distrutto la stanza e intrappolato Famfrit negli abissi.
Gli dispiaceva, a Black, ma non aveva avuto altra scelta.

Grazie

Sussurrò Black, ma non verso la meravigliosa druida che lo aveva rimesso in piedi, bensì al signore del mare, che, tutto sommato, continuava a tenerlo d'occhio.
Il dolore non scemò, anche se per la maggior parte si raccolse sulla sua schiena, entro i limiti del tridente rovesciato.
Non appena la testa smise di girare, si drizzò e guardò Airwen. Fece per oltrepassarla senza dire niente, zoppicando. Poi, quando questa avrebbe aperto la bocca per dire qualcosa, l'avrebbe baciata, la follia che gli si stava lentamente riaccendendo nello sguardo.

Ridacchiando, avrebbe zoppicato fino alla sala principale, riacquistando man mano la sua andatura normale. Un Black dall'abito malconcio, forse un po` stanco, ma raggiante avrebbe fatto il suo ingresso trionfale. Ah già, lui era bagnato e la stanza no.

Osservò Sigurd, il tridente, poi il drago

Ehi Sig, ben fatto

Osservò il drago e fece una risata, o almeno, ci provò, ma si strozzò con residui di acqua spiritica

Sì, non ti preoccupare capo, come le ho chiuse, così le riapro. Spero

Puntò la bacchetta versa la porta, mentre gli si avvicinava:

Corpus Locomotor

E, facendo un gesto con la bacchetta, gli ordinò di aprirsi. Le aveva chiuse lui, sarebbe stato triste se non fosse riuscito a riaprirle.

Fatto ciò, tornò a guardare il drago

La mia proposta è ancora valida chicos...

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Black Heart

Black tentò di rialzarsi, ma cadde su un ginocchio. La luce nella stanza si affievolì, e l'unica fonte di luce era rimasta quello spirito contro al quale stava combattendo strenuamente, ma che era evidentemente al di là delle sue capacità. La baionetta si dissolse in polvere argentea, la volontà ferrea che la teneva in vita si era incrinata insieme alle sue costole. Le dita saggiarono l'acqua e si strinsero attorno a qualcosa di liscio: la sua bacchetta. Spettacolo finito, calate il sipario.

I suoi attacchi, per quanto elaborati, servirono a poco, anzi, ogni volta sembrava che lo spirito diventasse più forte. L'acqua che il recipiente eruttava era la fonte del potere dello spirito, e anche se avesse trovato la forza di sconfiggerlo, in quale modo sarebbe potuto sopravvivere allo scontro? Sarebbe stato un omicidio suicidio, Fanfrit non se ne sarebbe andato da solo.

Stordito dal dolore e con il fiato nei polmoni azzerato dai suoi tentativi di attaccarsi alla vita, udì il mondo attorno a lui tremare. Lo scontro finale era iniziato e lui era imbottigliato lì con un freddo guardiano a cui importava solo proteggere una brocca che a sua volta doveva tenere al sicuro un manufatto impregnato di potere che a sua volta era nelle mani di una pseudo divinità dimenticata da tutti.

Una vena iniziò a pulsare sulla fronte di Black. Tentò di aggrapparsi al potere del Mare. Il tatuaggio che aveva sulla schiena, quel tridente rovesciato, a simboleggiare la furia di Poseidone... Era la furia degli oceani, il potere primordiale di cui gli esseri viventi da sempre temono l'ira. Molti erano i volti del mare, e lui era stato marchiato con quello più nefasto e distruttivo.

Una lacrima scese dal suo occhio sinistro. Era lì lì per lasciare solo suo fratello, deludere Loki, perdere la possibilità di rientrare nelle grazie di Poseidone e fallire la missione che il suo villaggio gli aveva affidato. Era una lacrima spillata dalla disperazione? O dal dolore? O dalla rabbia?

Le orecchie di Black si ovattarono, e lasciò che la furia cieca lo reclamasse a se. Con gambe tremanti di fatica, si rimise in piedi. Fu con sguardo di fuoco che guardò lo spirito.

Forse alla fine le onde del mare mi reclameranno per sè. Appartengo agli oceani, e forse, morirò proprio qui. Nessuno saprà di preciso la posizione della mia salma, ma va bene così. Però, tu verrai con me. E questo oggetto che con tanta tenacia proteggi. Poseidone, dio del mare. Scuotiterra signore dei cavalli. Qui il tuo potere è forte, e tanto è la mia fede nella Tua potenza. Poseidone, dio dei mari, ho attirato la tua ira per via delle mie azioni. Chiedo perdono. Porterò il tuo nome con me, per terra e per mare e, se dovessi morire, nelle desolate terre dell'Ade erigerò altari in tuo onore e memoria, cosicchè chi l'ha persa non si dimentichi mai dello scuotiterra. Poseidone, mio vero sovrano, ti chiedo umilmente di prestarmi parte del tuo potere, per permettermi di compiere la mia missione e, se così ti compiace, di permettermi di compierne altre in tuo onore. Poseidone, signore della distruzione così come della creazione, a te concedo la mia mente, il mio corpo, la mia anima e il mio cuore.

Si aggrappò a quelle parole Black, e al potere del mare che scorreva in lui, per quanto lontano e labile. Fece vorticare la bacchetta tre volte, prima di puntarla verso l'alto.

In onore del tuo eroe, Perseo, METEOR MUNDO!

Lo scopo era distruggere completamente la stanza, approfittando anche per il potere magnetico delle meteore perseidi. Distruggere quella lattina fastidiosa di Famfrit, il vaso che proteggeva. Lui forse sarebbe morto, ma le sue speranze, quelle solo dopo di lui.

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Black Heart

Pace... che meraviglia

Beh, parliamone, quasi. Nella sua mente, al massimo. Anche se, parlando di Black...
Freud a parte, Black era abbastanza felice che il piccoletto avesse smesso di importunarlo: Famfrit lo stava lentamente ma ineluttabilmente suonando come un tamburo e Black doveva risolvere quel pasticcio. Alla svelta.

La Luce aveva ferito la vista del colosso, doveva approfittarne. Mirò agli occhi.

Nell'oblio è tempo di scivolare, mio umido amico

Premette il grilletto, sperando di rendere totale la cecità del Golurk.

Ok, molto bene. Ma continuava a prenderle, forse era meglio tentare anche di difendersi. E attaccare, ovviamente. Tracciò un quadrato verso il colosso.

Altra Luce sfalderà le tenebre! Protego Astralis Solem

Disse, tracciando anche il simbolo dell'astro dorato. Se tutto sarebbe andato secondo i piani, il potere sacro del Sole avrebbe contribuito a danneggiare lo spirito. Il non poterlo danneggiare seriamente era una seccatura, perchè bene o male gli serviva il più integro possibile. Ma poco a poco, lo stava indebolendo. E poi, da qualche parte Poseidone ne osservava le mosse. Non aveva appena rinnovato il giuramento secondo il quale la sua anima apparteneva al signore dei mari?

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Black Heart

Black osservò Famfrit illuminarsi.

Anche tu ordunque deciso sei a vestirti di luce

Si tolse il cappello, facendo un mezzo inchino

Sarà un onore per me fare della tua luce l'ombra per mal divino

Che diceva, non lo sapeva neanche lui. Farsi di Sole aveva i suoi difetti.

Beh, che dire, è uno sporco lavoro e qualcuno deve pur farlo

Black scoppiò a ridere.

Scusami possente guardiano, ma di idiota ho voce nella testa, e il discutere con lui, di luce riempie la mia miseria

Ciccio, così eh, non ho idea di quanti annetti tu abbia passato qua sotto ma... Esercito, sì... punto uno: dove? Punto 2: è fenomenale, notevole ma... non è riuscito nemmeno a fermare noi sei, cosa pensi di riuscire a fare contro gli eserciti moderni? Vedi, dovresti uscire da qui e iniziare a investire. Non ti fidare delle criptovalute, o quello che sono. Punta sull'oro, le risorse rinnovabili e la produzione di massa, I consumatori ne vanno pazzi.

Poi: La tua isola... partime. Vabbè, niente è perfetto, dai.

Infine...Dio.... umh... nessuno ti conosce, nessuno ti teme, nessuno ha ancora ben capito che cosa sei. Sigurd pensa che sei mortale, Il coso non ti percepisce nemmeno e il tuo hobby è incularti, letteralmente, la roba dei tuoi avversari. Bel tridente eh, ma sinceramente... bohh vabbè, ho altri problemi al momento

Problemi grossi, umidi e incazzati.

Bruh

Sarebbe stata l'unica risposta all'uomo nero

Notevole sei diventato, un'opera d'arte sei ai miei occhi. In altro modo parlarti avrei dovuto, ma i miei pensieri erano distorti. Il passato è passato, atto ne devo prendere. Di te la storia ti assicuro però che narrerò, nell'Ade o dei viventi il regno

Lo spirito si era deciso a fare sul serio, e anche lui avrebbe dovuto, qui e ora.

Puntò la bacchetta verso il basso e la tenne in posizione verticale. Con la baionetta fece dei movimenti circolari attorno ad essa. Era tempo di sfoderare l'artiglieria pesante.

Wandalterios

La bacchetta si sarebbe trasformata nel caricatore di un fucile... perfetto per la sua baionetta. L'avrebbe messa nel pratico alloggio con un "clack" leggero e tintinnante di luce.

Poi però si raggelò. L'oscurità in lui splendette a sua volta (cos'è, una svendita di luci magiche?) e le parole della divinità gli aprirono scenari immensi: lui, Capitano di una nave invincibile, con guerrieri resi immortali dalla magia del dio. Il suo stesso corpo inscalfibile da armi mortali e dal tempo. Il suo vecchio tridente? Un ricordo, il mare era ora il suo regno e, conquistato quello, avrebbe iniziato a combattere gli altri dei, avrebbe lui stesso affinato le sue capacità magitecnologiche per creare una gemma in grado di privare delle divinità morenti del loro potere e donarlo al suo possessore... Scomparse le divinità minori, nessuno avrebbe più potuto fronteggiare il dio supremo, e tutti i suoi nemici si sarebbero inchinati al suo cospetto: o la lealtà, o l'oblio eterno.

Poi, dal nulla, nella sua mente, il suono cristallino di una goccia che cade infranse quella visione. Una luce apparì alle spalle di Black, illuminando debolmente l'ambiente intorno, una spiaggia rocciosa avvolta nelle tenebre, e il sedicente dio, in piedi di fronte a lui. Black osservò la fonte di luce: un tridente, sì, ma non era quello che era venuto a conquistare per Denrise. Non era nemmeno il suo vecchio tridente. Era... qualcosa di diverso...


Irradiava luce e potere, un potere capace di spezzare il suolo così come gli oceani. Senti prudere il tridente rovesciato recentemente comparso sulla sua schiena. Altra luce venne da un suo fianco, e guardando in quella direzione vide una pantera avvolta da un'aura dorata. Una risata lontana riecheggiò nella spiaggia.

Black tornò a guardare lo spettro. Ridacchiò. Il potere del mare scorre nelle mie vene ultimamente... seppur labile e lontano. Loki è mio amico, più o meno... Probabilmente mi sfrutta per avere qualcosa da guardare quando si annoia, anche perchè non mi ha lasciato il suo numero di telefono e i gabbiani, se davvero arrivano ad Asgard, non tornano mai... vabbè, è un'altra storia.

Altra luce apparve, e le enebre dovettero abbandonare il cuore di Black, nonostante il nome: era lui a risplendere del potere del Sole. Un tridente d'oro comparve nelle sue mani, coperto da glifi e lettere in vari alfabeti, tra cui quello Fenicio e quello Greco.
Dio... la mia offerta l'ho fatta. La mia anima l'ho donata a Poseidone, sovrano di tutti i mari. Allo scuotiterra, quando anni orsono, caduto dalla nave del mio vecchio, un flutto possente, nel bel mezzo di un mare in tempesta, mi riportò a riva, sano e salvo. Non ho bisogno del tuo tridente per vincere... nemmeno del mio. Poseidone, magari non potrò essere il capitano di una nave, ma lo sono della mia anima. Sono un capitano sotto la Sua bandiera, signore delle maree. Sono capitano della mia vita. Ai flutti, masnadiero.

Fu qualcosa di rapidissimo, anche se per Black passarono diversi minuti. nella realtà un battito di ciglia, nell'anima un battito d'esistenza.

E a proposito di problemi. Attese nuovamente il vaso, e cercò di calcolare la traiettoria dell'incanto seguente.

Fece roteare la baionetta in direzione dello spirito

Sia fatta la luce! ORBIS!

Se tutto fosse andato secondo i piani, dalla canna del fucile si sarebbe generato un potente vortice luminoso, che avrebbe travolto prima il vaso e poi il guardiano. O almeno, si spera.

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Black Heart

Uno sguardo perplesso fu quello che osservò Sigurd.

Beh, perfetto, quel tizio penso abbia smesso di respirare un po' di tempo fa

Gli diede una pacca sulla spalla

Buona fortuna bestione, spero di non doverti venire a trovare nel Valhalla

Si incamminò verso il suo destino. Poi si fermò e si rigirò verso Sigurd.

O viceversa

[...]

Osservò con attenzione l'ambiente:

Niente trappole... non so se questo è un bene o un male. Ci sarà sicuramente un qualche guardiano o roba così. Temo che le parole non mi salveranno stavolta. E poi come diamine lo tiro giù quell'affare senza inondare tutto? Oh, mi basta tapparlo

Con occhi a led osservò spavaldo il nascere dell'armatura, e sorrise.

Congratulazioni mio rugginoso amico

Deviò un... vaso?! Ooookk...

Gli puntò la baionetta contro

Non c'è Fato che tenga qui, quest'oggi! Le nostre strade si sono incrociate in un momento buio per te: di un grosso tappo avevo bisogno, ed un tappo tu sarai!

Vedendo il colosso caricare acqua con la bocca, temette il peggio, poi si girò per andare a vedere un potentissimo getto di acqua compressa... beh, essere sparato a caso.

Ah

Fu il commento del pirata, che guardò perplesso l'armatura.

Vabbè, la perfezione non aleggia nel mondo terreno ne in quello ultraterreno, ordunque. Inutile stupirsi

Cantilenata fu questa frase, e sì, si spera che Apollo apprezzi.

Black sbuffò.

Ciccio, Farf potrebbe non essere solo un buon tappo per quel vaso

Al di fuori dalla sua mente, prese posizione per lo scontro.

Senti, quel tridente ci serve per una guerra. Ti propongo un patto: ridammi tutto e aiutami a recuperare il tridente. Finito, tu entri nel mio e io ti porto in un posto con un potere estremamente maggiore, così potente da spezzare il tempo e modificare lo spazio, un luogo da cui nascono continue dimensioni alternative, cariche di un potere alimentato direttamente dal Caos, infinito e inesauribile

Black evocò alla mente l'isola di Andromeda, le storie che aveva udito e le avventure che aveva vissuto.

Una volta lì, potresti crearti il tuo piano dimensionale e raccogliere abbastanza potere da diventare un dio. E perchè no, recuperare il tridente, in futuro. Tu dammi le mie cose e aiutami, e io aiuterò te. Non mi piaci per niente, ma in tempi bui ogni alleato è una risorsa preziosa

Tante belle parole, ma aveva ANCHE altri problemi.

Attese che il gigante gli scagliasse di nuovo il vaso addosso. Si mise in modo da poter proiettare il vaso contro la sua bocca: daneggiarla avrebbe ridotto la potenza del getto d'acqua che l'essere poteva evocare, inoltre, l'acqua in pressione tende a danneggiare ulteriormente contenitori già danneggiati: usando il suo potere, la statua avrebbe subito a sua volta danni.

Bombarda!

Disse, bacchetta puntata e baionetta in spalla.

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Black Heart

Black era furioso.
Perdere le capacità di usare il suo corpo, essere manipolato, e dire cose strane, nonché perdere i suoi oggetti, lo riempiva d'ira.

Brutto… come osi!

Poi realizzò una cosa e i suoi occhi si spalancarono sulla cruda realtà:

Per tutti i mari… penso che potresti avere il culo più immenso che io abbia mai conosciuto, per farci stare tutta sta roba dentro.
Anche se mi fa enormemente schifo, vedrai che non ti basterà ad accogliere ciò che riceverai!

Mentre questo player cercava in ogni modo di non pensare male, il furioso pirata, una volta che l'ombra scomparve, si avvicinò a Sigurd, e gli sussurrò:

Ciò che sto per dirti potrebbe sembrare strano, ma sono serio. Sto spirito temo che letteralmente inglobato le mie cose... MA, tra esse c'è anche il mio tridente. Se riuscissi a infilargli la mano dentro e a premere il pulsante sull'asta, forse, e dico forse, potresti riuscire a chiuderlo nel tridente stesso. O a rivoltarlo come un calzino. O nessuno dei due. O magari entrambe le cose. Vabbè, se hai capito stiamo cavalcando l'onda giusta

Diede una pacca sulla schiena del bestione, prima di carpire da Siren il potere occulto di quell'acqua incantata.

Poi ridacchiò alle parole del Capo, capaci di fargli ritrovare un barlume di buon umore. Quindi annuì.

Faremo in fretta

O almeno, questo è quello che si dice, pur sapendo che le probabilità di tornare indietro in poco tempo erano irrisorie.
Osservò Sigurth.

Il tuo piano mi piace molto. Bene, io penso che andrò dl toro, insomma, col sacro ci lavoro praticamente ogni settimana

Sì, sfidare il Dio dell'Inganno, far imbestialire il Dio dei Mari, esseri superiori letteralmente sconosciuti e giocare a scacchi con la Morte un giorno sì e l'altro pure aiutano a fortificare l'animo. O forse no, ma Black era Black, e l'inferiorità numerica non era per lui un problema.

Forse, la dietro, potrei ottenere qualche potere sacro per vendicarmi di quell'essere e recuperare i miei oggetti... Cioè, dei del mare, potrei lasciargli il compasso, quello dopotutto l'ho solo pagato, è quasi un'onta sulla mia reputazione, ma tridente e bussola... No ok, mi ha fatto incazzare, anche il compasso è mio, fanculo

Si avvicinò alla porta, sospirò, guardò i compagni alle proprie spalle, che dipartivano per strade diverse, e decise che, essendo da solo, poteva fare letteralmente di tutto.

E se c'è un tesoro, è mio ragazzi, ahahah

Scuotendo la testa, levò la bacchetta in alto, verso il soffitto e tracciò il simbolo astronomico del Sole.

Vocum Astra

Quindi, sperando che i poteri del disco solare confluissero nel suo corpo, così come stava facendo l'acqua attorno a Sigurd, tracciò una croce latina dinnanzi a se:

Bellum patronus

nelle sue mani, se tutto fosse andato secondo i suoi piani, sarebbe comparso un fucile d'assalto M18 semiautomatico con tanto di baionetta a ghiera. Sarebbe avanzato quindi oltre la porta da lui scelta, muovendosi, per quanto possibile, silenzioso e discreto, pronto ad usare la baionetta per deviare possibili attacchi lanciati sulla sua persona.

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Black Heart

Quelle guardie del corpo lo avrebbero potuto fare a pezzi microscopici e nessuno avrebbe mai saputo la fine fatta dal denrisiano. Questo era evidente, eppure il corsaro non battè ciglio. Era follia? Coraggio? Per qualche motivo Black sapeva che l'avrebbe scampata anche quella volta. Lui era Black Heart, nessuno avrebbe potuto prenderlo al lazo. Anzi, questo si sarebbe potuto dire a tutta la famiglia Heart, a quanto pareva.

Fece l'occhiolino ai tre, senza perdere il suo sorriso, ne tantomeno il barlume di pazzia che gli scintillava, come sempre, nello sguardo. Forse si sarebbero chiesti se quell'uomo tenesse alla sua vita. Oppure quale diavoleria aveva in mente, se era certo di passarla liscia. Oppure chissà, magari aveva un asso nella manica che gli altri ignoravano. Certo era che il gioco d'azzardo era uno dei passatempi preferiti del pirata.

Quello che il morbido snaso, ora accarezzato dal player, mentre quest'ultimo sedeva vicino ad una parete, ad annotare sul suo personal gli eventi, non aveva compreso, era come il pirata stesse cercando di fare leva sulla psiche umana.
I suoi avversari erano oltre la sua lega, molto più in la, ma erano esseri umani, e come tale, seguitavano a evitare il più possibile tutto ciò che li infastidiva, e se questi potevano tornare utili in futuro, gli avrebbero dato molte più cose di quanto non avrebbero fatto da lucidi.
Black aveva puntato alto, ma stava contando le carte.

Ok, Diego

Disse, sillabando il suo nome

Se è di affari che vuoi parlare, parliamo di affari, no?

Aggiunse, appoggiando il braccio sinistro alla scrivania. Era tempo di giocare la partita della sua vita. Come quasi ogni giorno.
Anche se, qualcosa gli fece, per un attimo, perdere la sua faccia da poker.

No... non è possibile...

Si appoggiò allo schienale, ammutolito. Suo padre non avrebbe mai fatto qualcosa del genere... o meglio, non a Regina. C'era qualcosa che puzzava. E no, non era Black.
Fece un vago gesto di stizza con la mano.

No, non l'ho sentito. Ma sai, non sei l'unico ad avere orecchie e occhi ovunque

Lo disse con sicurezza estrema, come se sapesse che lui ne aveva. Dei del mare, era un capo di stato, impossibile che non avesse spie.
Era arrivato il tempo del Black Jack.
A stupore di tutti, primo tra i quali questo stesso player, Black si rilassò e sorrise.

Diego... abbiamo poco tempo, e sai bene a cosa mi riferisco. Tra poco andare per mare non sarà più sicuro... ma ti assicuro che solo un Heart può catturare un Heart. I maltesi cadranno uno dopo l'altro contro mio padre. Ti chiedo una settimana Diego. Una settimana e la nave più veloce in tuo possesso. E la tua parola che resterai neutrale in questo scontro, almeno fino a quando io non onorerò tutte le mie promesse... che ti esporrerò a breve.

Black ambasciatore? Insomma, la sua qualità più grande gli aveva appena fatto fare un tiro salvezza, l'idea sembrava assurda quanto un bazooka a palle di neve usato contro un Kraken. Ma mai dire mai.

Io, Black Heart, giuro su Poseidone, dio di tutti i mari, lo scuotiterra, signore dei cavalli, che in una settimana troverò mio padre, scoprirò la verità sugli eventi riguardanti lui e Regina, e te lo porterò. Prometto inoltre che i migliori medici di Denrise giungeranno qui, col tuo permesso, se lo concederai, e daranno le migliori cure a tua sorella. Ciò che chiedo è: l'incolumità di tutta Denrise, nonchè la vostra non belligeranza fino a che le mie condizioni non saranno rispettate, la tua nave più veloce, per permettermi di adempiere a parte delle mie condizioni. Una lettera firmata da noi due, rivolta a Sigurd, nella quale sottoscrivi ciò che abbiamo promesso qui, se accetterai. Ah già, la spada di mio padre da ora appartiene a me. Apparte questo piccolo appunto, questo è ciò che chiedo e offro

Si tese di nuovo verso di lui, avvicinando la coppa del vino alla sua

Una nave, una spada, una lettera e la neutralità temporanea, per un uomo, un'alleanza, al momento, temporanea, e la vita di tua sorella

Sorrise, e, se le coppe avrebbero risuonato, sigillando quel patto creato dal nulla, avrebbe aggiunto.

E vorrei che mio fratello sia immediadatamente imbarcato sulla mia nuova nave

Loki, Poseidone... chiunque voglia: che la sorte sia a mio favore

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Black Heart

Mentre questo player osservava lo snaso con sguardo da "ma è serio?" da dietro i suoi occhiali abbassati, Black viveva una delle giornate peggiori della sua vita. Potenzialmente.

Sospirò.

Non lo so bellezza, ogni volta che me lo dicono mi viene da piangere sapendo come va a finire

La seguì, sentendo nell'aria puzza di guai. Guai grossi. Notò il pendente rosso e... boh, non aveva idea a cosa potesse servire. Che era magico si vedeva lontano un chilometro. A naso era una ricetrasmittente o roba così.
Dal libro della vita secondo Black: se la porta di una camera si apre in una parete, puoi essere con la donna più bella del mondo, ma di sesso non ne parli nemmeno. Capire che quello seduto alla scrivania non era Regina non fu difficile. Guardò la donna con un sorriso teatralmente lacrimoso.

Mi credi se ti dicessi che stavolta speravo in un'eccezione?

Hai ragione Dieghito

Rispose, citando un nome affettuoso (?) col quale suo padre chiamava il fratello della sua regina. Regina. Vabbè, di Regina, colei che era la sua regina. Dio santo Ste, tre righe e ho il mal di testa

Si sedette, sorseggiò il suo rum e fece per posare il bicchiere quasi vuoto sulla sua scrivania. Sembrò ignorare il discorso dell'altro, mentre tentava di posare il bicchiere, tornando indietro ogni volta che la scrivania era scossa dai movimenti dell'altro. Finito il discorso, il bicchiere fu finalmente posato con aria soddisfatta da parte del corsaro. Guardò l'altro. Giunse le mani e vi appoggiò il mento sopra. Sentita anche la proposta si mise comodo e poggiò i piedi sulla scrivania, mani incrociate dietro la testa, ad osservare pensoso il soffitto.

Beh, non so chi sia la tua fonte, ma probabilmente ti ha fregato. Oppure neanche tu vuoi essere franco davanti a me. Mio padre potrebbe uccidere letteralmente qualunque essere vivente su questo pianeta, chiunque, tranne Regina. Avevo il sospetto che ci fosse di più del rapporto governatore-capitano, sai? Scommetto che lo vuoi fare fuori per motivi personali o giù di lì. E ti capisco.

Disse, rimettendosi composto e facendogli l'occhiolino.

Ma, a dirla tutta, non mi interessa il perchè lo vuoi morto: ciò che mi offri mi garba parecchio. Premettendo che spero che Regina si rimetta, ho bei ricordi tanto con lei quanto con te, se mi dici... beh... cosa devo fare una volta trovato, lo cerco subito... ho... i miei mezzi, diciamo

Si mise comodo, limitandosi a stiracchiarsi sulla sedia.

Ah, vorrei un incentivo... sai com'è, conoscendolo, ho bisogno di una nave armata e di uomini. Sarà sicuramente con la sua amata nave, per quanto occultato chissà dove... oppure è sulla terraferma e sta mettendo in atto un piano di salvataggio per impedirti di rovesciare il governo e salvare Regina... le possibilità sono infinite, ma io vorrei la nave, per sicurezza. Allora, a prescindere da questo, sono tutto orecchie: spara!

Avrebbe concluso così, finendo, finalmente, il suo rum.

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Black Heart

Black si sentì fischiare le orecchie? Sigurth stava parlando di lui? Eroico, se si sarebbe affidato a qualcuno più potente di loro per avere vendetta, beh... quanto avrebbe potuto avere successo un libro "Mille e uno modi per prendere per il culo un vichingo" ? Ma tempo al tempo, c'era altro a cui pensare.

La tensione nello stomaco di Black si sciolse, quando parve che la tempesta l'avesse oltrepassato lasciandolo indenne. Osservò la donna mentre parlava.

Mh... forse hai ragione... ma sai, è sempre meglio conoscere bene chi si dovrà affrontare. Quanto al ragazzo, certo che no. Già mi mento di averlo portato, guarda qua, mi fa spendere il denaro che ho sudato nell'ultima spedizione per i suoi comodi.

Scosse la testa.

Sono diventato troppo buono... e giusto, i soprusi non sono ammessi sulla mia nave

Sorrise

Forse è anche per questo che mio padre mi urta così tanto: lui ha sempre preteso senza mai dare... o meglio, se vuoi ricevere qualcosa da lui, devi sborsare o stargli simpatico. Impressionante

Mentre il player si sedeva al bancone e ordinava un super alcolico per dimenticare sta valanga di frottole, Black faceva un cenno col bicchiere alla barista, le fece un occhiolino e andò a sedersi al tavolo da lei indicatogli.

Beh, ho ancora la testa sul collo, non sono sporco di sangue e ho guadagnato un rum caraibico. Bisogna accontentarsi di poco, ma chissene di Regina, sta delizia è afrodisiaca

Mentre la sua anima si vendeva per il suo oro liquido, una donna abbastanza giovane quanto carina decise di assalirlo. Più o meno.

Rimase comicamente con la bocca semiaperta a sorseggiare il nulla, mentre la sconosciuta rubava il suo rum (per tutti i mari, QUESTO è un furto!) e lo baciava. Dimenticò il pensiero che aveva avuto un secondo prima, ricambiando il bacio e posandogli delicatamente la mano sinistra sulla schiena. Schiena scivolosa, a vedere da come la mano non riuscisse a mantenere la presa, scivolandole giù lungo la linea sinuosa della sua spina dorsale, arrivando a sostenerle i glutei. Che sfortuna.

Uno tsunami, cazzo
L'invocazione mentale non si riflesse nella luce folle che gli ardeva nello sguardo, ma lui cercava Regina, non il suo fottuto genitore! Lasciò da parte quei pensieri: trovare suo padre avrebbe voluto dire, potenzialmente, trovare la regina. E il fatto che avesse ancora tutto quel potere dalla sua, voleva dire che Diego non aveva ancora fatto la sua mossa, probabilmente. Forse costei era un sicario, ma potenzialmente era la pallottola migliore che potesse impiegare per affondare il suo obiettivo, se non l'unica. In questo caso, era arrivato il momento di giocare alla roulette russa.

Senorita, lei ha decisamente saputo catturare la mia attenzione... Penso che la tua idea è troppo buona per ignorarla. Mi guidi

Le avrebbe infine detto.

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