Posts written by Dermot G. Barker

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    Come ogni ragazzino che da grande vuol fare il giornalista, è attratto dai misteri. Quelli più strani, quelli più insignificanti.. in realtà, l'importante è solo che sia un mistero per attirare l'attenzione del moretto, per mettersi con le mani in tasca, la fidata piuma prendi appunti a svolazzargli poco sopra i riccioli disordinati per il vento, ma morbidi perfino allo sguardo. E in realtà, per quanto sia un impiccione amante del gossip, non è facile vederlo con qualcuno... in genere comunica con altri essere umani solo nel momento in cui deve ottenere qualche informazioni o quando è in vena d'attenzioni, per il resto, è piuttosto solitario. < Che ne pensi, Fyo? Ci sono così tante voci su questo posto! Da cosa cominciamo? > e si, ha anche il vizio di parlare da solo, con gli occhi verdi accesi di curiosità e le labbra sottili sempre tirare in un leggero sorriso.
    In realtà, essendo all'esterno, ne approfitta anche per poter fumare. Non se ne permette più di un paio al giorno, a volte non fuma neanche per settimane per essere sicuro che non sia un vizio. Ma nel momento in cui scrive, gli viene naturale farsi fuori anche un pacchetto nel giro di due ore.. quindi forse il vizio ce l'ha.
    < Ho sentito dei ragazzi che hanno provato a rimanere qui di notte e poi si sono ritirati... chissà perché... > e continua a parlare da solo senza problemi, alzando il mento verso l'alto dopo essersi acceso la sigaretta, prendendo un lungo respiro prima di buttare fuori il fumo velenoso dai polmoni ormai infettati. Era un giorno come un altro, motivo per cui indossava i propri vestiti, forse troppo "eleganti" per essere quelli da un pomeriggio comodo. La camicia nera, i pantaloni in jeans ma scuri, una sciarpa verde intorno al collo ed un giacchetto lungo dal taglio elegante d'un grigio antracite. Non ha gioelli di sorta, mentre continua a girare. Chissà in quale giardino arriverà, è curioso, nel mentre che la piuma prende appunti sui propri movimenti, disegnado una mappina nel mentre che cammina, come i labirinti che si trovavano sulle pagine di giornale babbano.
    Alla fine di voci su quel posto ne giravano molte, eppure le persone ne erano comunque attratte. Persone come lui a cui piacevano i misteri, persone a cui piaceva semplicemente il rischio, persone che volevano qualcosa in particolare, o forse... persone che semplicemente si perdevano in quella bellezza del lasciarsi trascinare e rischiare una giornata al posto di qualche ora.
    Anche l'idea d'incontrare qualcuno in quel posto non gli dispiaceva, chiunque poteva essere interessante, bastava saper guardare.
    Dermot G.

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    Dermot Gareth Barker - 17 anni
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    Invece gli occhi chiari del ragazzo, sembravano incuriositi dal dramma di Aidan e Gyll. Li conosceva direttamente? No, assolutamente. Ma ogni informazione fa brodo, insomma, deve ancora decidere che articolo scrivere per inizio anno. Quelli sul gossip gli vengono particolarmente bene, ma allo stesso tempo preferirebbe fare qualcosa più d'impatto... Solo, che viene distratto, decisamente, da qualcuno che non si aspettava di vedere. Perfino la piuma per il momento si ferma - cosa più unica che rara - passando la punta dal padrone allo sconosciuto, neanche aspettasse in qualche modo di avere qualche informazione. Lui si allontana e l'altro lo segue. Bene, fantastico, l'idea di essere lasciato in pace a spiare probabilmente va a farsi friggere anche per colpa di quella frase che gli viene rivolta. S'inumidisce le labbra con la lingua, prima di sospirare e fare un breve fischio, alzando un pazzo della borsa a tracolla in modo che la piuma torni dentro. < Squallido. > è il semplice commento, mentre alza un sopracciglio, lo sguardo che si fa più curioso a quel tono imperativo, mentre andrebbe a posare una mano sul petto altrui per poterlo allontanare un minimo. < Non rifiuto mai da bere. > informa semplicemente, andando quindi a seguilo dopo essersi sistemato i capelli con un gesto meccanico, andando quindi poi ad alzare un sopracciglio alle sue parole. Non risponde al sorriso altrui, semplicemente andando a guardare l'ordinazione mentre viene fatta. < Potresti semplicemente dirmelo, il tuo nome.. > afferma quindi, sembra non andargli tanto a genio non ricordarsi questo piccolo dettaglio. Ma poi viene distratto dal nome del cocktail, andando poi a sorridere "Girone dei dannati", il nome non gli era familiare ma sembrava interessante. E non è proprio per quello che si beve? Per finire ad ammazzarsi? < Pronto a finire all'inferno. > risponde, teatrale, come sempre. Si rigira quindi il bicchiere dal contenuto verde scuro tra le dita, non sembra invitante, ma la prima volta niente di quello che è sconosciuto lo è. Sguardo quindi a Julian, mentre alza appena il bicchiere. < Staremo attenti a non sprecarne. > Le regole vanno rispettate, no? E si ringrazia che comunque il ragazzino sia un bevitore, o una volta mandato giù il contenuto oltre alle lacrime a pizzicargli gli occhi, ed una smorfia, non sarebbe riuscito a mandare giù il liquido, mentre porta la mano libera alla bocca a bloccare qualche colpo di tosse, mentre le guance diventano più rosse ogni momento che passa, respira a bocca aperta, come a cercare di prendere aria all'interno del palato bruciante e trovare un senso si sollievo alla bocca. Almeno il miele aiuta, per quanto già la testa, finisca a girare. < ...mh... > non dice altro, al momento, probabilmente non è capace. Reggere l'assenzio è una cosa - reggere poi, la luna viole dell'ultima sera a Mosca lo guarda ancora con sufficienza - mentre ora la mano va a reggersi al bancone. Ma ehi, non si butta via niente, giusto? Quindi, un ultimo sforzo, per mandar giù il restante del liquido tutto in un sorso - fa peggio, ovviamente, arriverà a vedere le stelle di giorno, ma o così o è quel minimo di consapevolezza a dirgli che non lo finirebbe proprio per niente. E in realtà non avrebbe bevuto, ma non può far mica brutta figura davanti all'altro. E no, il suo nome non lo ricorderà, probabilmente non ricorderà neanche il proprio. Ma l'importante è riuscire a tenersi in piedi. Grazie al banco.

    Interagisce con Julian Miller e jonathan baker
    Di base beve l'intruglio, e per cercare di non mollarlo a metà decide di finirselo in un colpo solo dopo il primo sorso. Per camminare avrà bisogno del bastone.

    Dermot G.

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    Ohoho, lezione particolare, abbastanza da attirare notevolmente l'attenzione del futuro giornalista e fargli fare un bel sorrisone all'idea. Per quanto quel "sicura e priva di distrazioni" lo smontasse un po'. Niente da segnalare durante la strada? Niente niente? Che gran peccato. Però si porta comunque l'immancabile piuma a prendere appunti su ogni strano pensiero che passa sotto quei boccoli cioccolato. Un semplice costume nero, e la bacchetta sistemata nella borsa a tracolla: insomma, sempre meglio portarsi il cambio, un asciugamano, la lozione per il sole, qualche pergamena, ovviamente la bacchetta, fazzoletti, qualcosa da bere. Niente di eccessivamente pesante, ma comunque, sempre pronto ad ogni occorrenza.
    Ma almeno l'anno, sembra voler iniziare ben bene.
    Per quanto lui ne abbia già perso uno per il troppo gossip, è sempre pronto a farne di più. Si gode la trasformazione del professore quindi, prendendone comunque appunti, lasciando scorrere i pensieri in piena, e si può notare dall'agitarsi costante della piuma.
    Ed è proprio alla seconda regola che la mano scatta in alto.
    < Posso avere il permesso per prendere appunti su quello che fa il resto della classe durante la lezione? > Una domanda che avrà posto ad ogni lezione tenuta con quell'insegnante. Sia mai che prima o poi gli dica di si. Comunque in caso contrario, oltre una smorfia, la piuma andrà placidamente a sistemarsi nella borsa.
    Aspetterebbe quindi un po' poi per rispondere, o meglio, per iniziare con la presentazione. Si schirirebbe anche teatralmente la gola, rumorosamente ma non in modo troppo fastidioso, per attirare l'attenzione su di se, prima di esibirsi in un inchino. Una mano al petto e l'altra aperta verso il nulla, una gamba leggermente più dietro dell'altra.
    < Dermot Gareth Barker! Dioptase, tristemente ancora al pirmo anno! Ma avevo altro per la testa. > Si tira su quindi, andando ora ad aprire le braccia. < Per chi non mi conosce volevo già da subito avvisare che se avete anche un granello di polvere da nascondere, io lo scoprirò! Non ci sarà nessun modo per tenermi fuori dai vostri affari, ma questo non significa che non possiate comprarvi il mio silenzio. > e... continua la presentazione. In fondo, nessuno ha detto che debba essere corta, e si, è un buon modo per far capire subito chi si ha davanti. < Tengo anche ad avvisare che chiunque si senta in vena di sfogarsi su qualsiasi cosa, troverà sempre il mio senso dell'udito curiosamente pronto ad ascoltare e.. perché no, magari anche a dare qualche consiglio! Ah, buttate sempre un occhio al giornalino, il nostro impegno per voi non sarà mai poco! > E si, perché non fare anche pubblicità al giornalino scolastico, non siamo mica ad una lezione, no? < E per tornare alle tue domande, Morrigan, direi che la magitecnica esiste banalmente per unire il mondo babbano a quello magico, per non lasciarci indietro ed impreparati contro la tecnologia che avanza, e renderla in qualche modo anche un po' nostra! Lo sviluppo è pur sempre importante, anche se ammetto mi manchino i gufi al posto dei messaggini... avevano un'eleganza tutta loro! > Ed un altro sospiro... ovviamente teatrale. < Per quello che vorrei... penso un oggetto futuro! Una versione migliorata del pensatoio. Se i ricordi e tutto il vissuto si possa sugli schermi? Zoommare, amplificare, migliorare le immagini, ascoltare dialoghi in sottofondo che in quel momento non si erano notati! Vivere al 110% i ricordi e anche quelli che non pensiamo di possedere! Un oggetto del genere, sarebbe fantastico. Forse delle lenti? O qualcosa direttamente collegato al cervello? > e sembra pensarci su, andando a mettere una mano sotto il mento, annuendo tra sé e sé. < Il perché è molto semplice: Avrei molto di più su cui scrivere, e avendolo davanti a me invece che all'interno di un pensatoio, avere anche qualcosa da fotografare per poterlo pubblicare! >
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    Era stato tutto il tempo in giro, disturbando o semplicemente sistemandosi da una parte ad ascoltare, con la fidata piuma a prendere appunti mentre lui si godeva tranquillamente il viaggio. Vero, doveva impegnarsi più sullo studio e meno sul gossip, ma non era proprio per quello che studiava? Per arrivare a fare i migliori articoli? Okay, no, l’accademia era importante e doveva concentrarsi. Difficilmente ci sarebbe riuscito, ma i buoni propositi per il nuovo anno scolastico ci sono tutti. Ovviamente, questo significa anche più impegno da buttare anche sul giornalismo, non poteva impegnarsi di più nello studio senza aumentare anche quell’insana passione. Sceso, si guarda intorno, principalmente osservando volti e espressioni, andando a sorridere e fare un leggero inchino di ringraziamento al sacchetto, prima di rigirarselo tra le dita. Chissà cos’era? Cosa conteneva? Che significava e a cosa serviva? Ma era meglio non fare un torto a nessuno e non mettersi a analizzarlo fin da subito, semplicemente se lo rigira tra le mani, guardando la piuma che continua a scribacchiare, come sempre sembrando quasi impazzita. < Aaah, se soltanto potessi comunicare con te, saresti la migliore delle compagnie, ne sono sicuro. > afferma tranquillo, andando a passare appena le dita su quest’ultima prima di lasciarla al suo lavoro. E come sempre è bello elegante, per quanto il caldo non gli permetta d’indossare la giacca che tiene sotto un braccio, la camicia di un blu scuro è indossata a dovere, le maniche appena arrotolate e la cravatta appena appena allentata per dar respiro al collo con il primo bottone, pantaloni in tela e le scarpe eleganti. I boccoli sono sempre in ordine, solo un paio ne scivolano sugli occhi verdi, mentre… no, non sembra ancora deciso di dove andare, semplicemente si sta facendo una passeggiata, appuntando cosa stanno facendo i suoi compagni. Sia mai che riesca a trovare un articolo così facilmente! Per iniziare bene l’anno, no? Magari riuscire anche a farsi fare qualche complimento o ricevere qualche insulto o minaccia di morte… sono entrambi importanti allo stesso modo in fondo! L’importante è essere letti. Continua a guardarsi intorno, non sembra ci sia qualcosa che possa realmente interessarlo, tiene le mani in tasca, e la posizione ben dritta. E’ ben attento quindi ad osservare le facce già conosciute, più che le sconosciute o… beh, conosciute ben poco da tutt’altra parte. < Mh? > stupito, si volta verso la voce che proviene probabilmente da chi anche ha posato le falangi sulla sua schiena, andando a ricercarne quindi curiosamente il volto. Russia, eppure non aveva detto a nessuno che sarebbe andato in vacanza in Russia, per quei pochi giorni, era più fare una passeggiata. Ma spalanca appena gli occhi a notare chi sia, prima di andarli a socchiudere. < Che piacere rivederti! > non è ironico, ma allo stesso tempo, non sembra neanche sincero, mentre cercherebbe di fare un passo da un lato per scrollarsi elegantemente la mano altrui di dosso. < Ahimé non ricordo il tuo nome, ma il tuo volto si. Mi stupisce la tua presenza… > Leggasi in: Chi diavolo eri e che diavolo ci fai qui? Mentre lo sguardo continua a rigirarsi tra le persone presenti, per quanto non sembra affatto convinto sul cosa fare. Continua semplicemente a rigirarsi il sacchetto tra le dita.
    Dermot G.

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    Mosca, cara e vecchia Mosca.
    Non era solito andare fino a lì, ma c'era un preciso motivo per cui si trovava in quel luogo: "The First Poisonous Kiss"... lo trovava un nome piuttosto pacchiano, ma era il locale che più preferiva in assoluto.
    Entrare facendo quei passetti brevi per scendere le scale ed aprire la porta in legno scuro, per immergersi direttamente in tempi andati che non avrebbe mai potuto vivere altrimenti.
    A volte, leggendo, sentiva quasi la mancanza di quell'ambiente, nessuna tecnologia, niente di niente. Ed anche in quel luogo in effetti era vietata. Si lasciava il tutto all'ingresso. Una firma per non dare nessun tipo di responsabilità al locale, e poi via, in qualcosa che comunque rasentava l'illegalità.
    Era quasi ironico che si trovasse proprio nell'oppressa Russia, quel locale che ricordava i tempi in cui tutto il mondo lo era e cercava una forma di respiro.
    Forse in modo sbagliato, ma lo seguiva in ogni dettaglio: per esempio, non c'era presenza di donne. I divanetti in pelle, i tavolini in vetro e ottone, il bancone in legno, le luci basse, e perfino un grammofono a dare la giusta ambientazione. Ah, la Russia, la ossessiva Russia e i suoi dettagli.
    C'era perfino chi giocava a carte, chi fumava i sigari. Ma quelle erano serate costose, e si potevano anche vedere diverse stanze chiuse, dietro a delle tende rosso scure, al piano di sopra. E non ci sarebbe mai stata troppa gente, con i costi elevati che avevano l'ingresso... e anche uscire, e pagare il consumo.
    < A s s e n z i o. >
    Un russo sporcato ovviamente di Londinese il suo, ma lì l'età non era un problema, era lo sporco denaro a parlare, e lui invece non voleva più essere capace di farlo, mentre aspettava quindi il proprio drink con calma. Perfino quello, era versato come ai tempi andati, fatto allo stesso modo.. e non quella robaccia che si trovava in giro.
    Era ovviamente vestito in modo elegante, le maniche gonfie strette sui polsini per metà avambraccio, un gilet a stringere il corpo, ed un paio di pantaloni di tessuto sopra le scarpe tirate a lucido. I capelli, tranne per un paio di ciuffi sul volto, con tirati morbidamente indietro: in modo da apparire comunque gonfi e far notare la forma boccolata. Gli occhi verdi invece, si posano in giro, mentre attende. Curioso di certo.
    < Portatemi anche della vodka. >
    Informa poi, allontanandosi dal bancone ed andando a sedersi su uno dei divanetti, accavalla le gambe, tira fuori la sua amata pipa e si lascia ai piaceri del fumo, mentre l'altra mano ad aprire un piccolo libro. Lo posa solo per buttare giù lo shot di caldo e dello stesso intenso verde dei propri occhi, prima di sorseggiare anche il liquido invece trasparente.
    Espira a fondo, gli occhi un po' lucidi e le guance arrossate, mentre si posa lentamente con la schiena.
    < Se solo ogni giorno potesse essere uguale... >
    Dermot G.

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    Una cosa in comune ce l'aveva con i bagni, il captare gossip e pettegolezzi. Come si poteva non amarli era qualcosa che mai avrebbe capito. Il suo interesse per anche le cose più minime, come uno scambio di sguardi di una coppietta ai primi momenti, qualche lite, veniva tutto appuntato da Fio, l'immancabile piuma prendi appunti che sembra quasi vivere in simbiosi con il ragazzo. Per quanto a lezione prenda appunti manualmente, non si sa mai cosa effettivamente scriva quella piuma che non si ferma mai e che si. Ha un nome. Eppure, se qualcuno cercasse di avvicinarsi comincerebbe a sparare inchiostro sulla faccia della gente: impossibile sapere cosa scribacchi quindi. Se non è il Dioptase stesso a sceglierlo... ma quando mai lo farebbe? La divisa è impeccabile su quel corpo asciutto mentre entra, allentandosi un po' la cravatta e sbottonandosi il primo bottone con un sospiro di sollievo, quasi fosse in salvo dalle lezioni... finalmente. Il volto angelico che poco si addice in realtà alla sua personalità, gli occhi di un purissimo verde che lampeggiano curiosi, sul volto infantile per quanto già in possesso di qualche spigolo, le ciglia lunghe che sfarfallano alla visione di quello che sta accadendo all'interno del bagno, ed è un sorriso dolce ed amorevole quello che si stende sulle labbra del giovane, lo sguardo che si socchiude appena andando a seguire le guance sollevate per via di quelle labbra tirate, facendolo apparire ancor più dolce in un certo senso. Eppure, è davvero una veste per niente veritiera quella che gli è stata donata alla nascita. Un braccio che va a sostenere l'altro afferrando delicatamente il gomito, la mano libera che posa il pollice a sorreggere il mento e l'indice che va a coprirne il labbro inferiore, lo sguardo che non nasconde la sua curiosità perenne. <cosa vedono i miei occhi…> il tono dolce come il volto che esce dalle labbra ancora tese in un sorriso, eppure non sta guardando le bolle colorate, solo la figura all'interno del protego, come se il resto momentaneamente non esistesse. <fio, non trovi che sia magnifico?> si, perché lui ci parla con la piuma, per quanto questa continui a scribacchiare energicamente. <un prefetto che invece di andare incontro ai suoi doveri di studente, che si chiude in bagno per creare un piccolo parco giochi personale…> perché si, lui ha visto questo nello stesso momento in cui ha collegato quel corpo ad un nome, ed il nome al suo ruolo all'interno della scuola. <eppure non dovrebbero essere proprio i prefetti a darci il buon esempio, Fio?> ancora non parla direttamente con il ragazzo, per quanto non gli stacchi gli occhi di dosso. <ma sarebbe maleducato da parte mia saltare a conclusioni affrettate!> gli occhi si aprono appena, in una teatrale scoperta di qualcosa di estremamente banale, mentre cercherebbe di fare qualche passo verso l'altro, sciogliendo le braccia, ed andando ad sistemarle elegantemente dietro la schiena, una camminata forse fin troppo adulta per un ragazzino del primo anno. <posso chiederti quindi che stai facendo? Sono così curioso! Le hai fatte tu?> il tono continua ad essere allegro, e gli occhi gli sono puntati addosso, sfarfallando appena le ciglia, le labbra che continuando imperterrite a sorridere.
    Dermot G.

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    Quando l'anno prima sei dell'ultimo anno e poi del primo, un po' viene da ridere, ma allo stesso tempo l'emozione lascia la pelle a fremere di aspettativa, un sorriso a tirargli le labbra. Il viaggio passato a leggere, mentre la piuma prendiappunti di un bel verde con i decori d'argento prendeva appunti costantemente. Voci, sussurri, qualsiasi cosa venisse ascoltata in ogni momento veniva appuntata.. ovviamente a maniera sua, e se qualcuno avrebbe mai provato a sporgersi per leggere, la piuma avrebbe spruzzato inchiostro direttamente sulla faccia di quest'ultimo. Dalla piuma comunque, si può intuire che non sia nuova, ma che lo accompagna ormai da diverso tempo, e il suo animaletto? Proprio lei, tanto da coccolarla di tanto in tanto e sussurrargli parole dolci. Un pazzo? Ovviamente. Non sembra mai essergli interessata particolarmente la propria persona, i capelli morbidi e boccolosi che vanno da ogni parte, il volto liscio e neanche un filo di occhiaie. Un viso angelico su una personalità che tutto è tranne quello, che ne è consapevole e ne sfrutta ogni momento in cui gli è possibile. Le mani in tasca, il mento alto, lo sguardo smeraldino che si posa ovunque senza timore, perfino gli altri studenti mano a mano devono sorbirsi il suo scrupoloso osservare ed anche se viene beccato, non distoglierà lo sguardo, rimarrà lì ad analizzare. Movimenti, modi di fare, vocabolario, lo smistamento altrui. Quello non è altro che un allenamento, ancora una volta. Studiare come la mente umana potesse mano a mano evolversi e cambiare, rimanendo nelle stesse persone. Perché qualcuno che conosce forse ci sarà no? E la curiosità non può far altro che fargli venire la pelle d'oca per l'impazienza. <oh Fio, sono così eccitato.> un sussurro basso, in direzione della piuma, lo sguardo che si apre appena insieme al sorriso. <quante menti deviate incontreremo questa volta?> e si volta ad osservarla, neanche fosse innamorato più di quell'oggetto che di altro nella sua esistenza. E quando tocca a lui, bacchetta alla mano, ci pensa per un momento. Cosa è lui, a cosa potrebbe essere simile? Eppure, l'unica immagine che spunta è quella proprio di un dissennatore. Lui vive del dolore altrui alla fine, e quante volte ha goduto nel ridurre piccoli ed infantili mondi in briciole? Si, forse è quello che è. Ma non sembra dispiacergli. <revelio!>
    Dermot G.

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    1. SCEGLI TRA I SEGUENTI LAVORI QUELLO CHE RAPPRESENTA MAGGIORMENTE IL TUO FUTURO

    Giornalista
    Giocatore di Quidditch
    Dipendente Ministeriale
    Spezzaincantesimi
    Auror
    Professore

    2. TI AVVICINI ALLO SPECCHIO DELLE BRAME E VEDI...

    Me stesso circondato dei miei successi
    Me stesso muovere i fili del destino
    Me stesso accanto alle persone che amo


    3. QUALE ANIMALE PORTERESTI CON TE A HIDENSTONE?

    Gufo
    Gatto
    Scoiattolo


    4. SEI APPENA ARRIVATO A HIDENSTONE, QUALE LUOGO SEI PIÙ CURIOSO DI SCOPRIRE?

    Camera di un docente
    Biblioteca
    Arena dei Duelli
    Labirinto Incantato
    Giardini
    Stanza delle Necessità


    5. SCEGLI UN RUOLO DI QUIDDITCH.

    Portiere
    Cercatore
    Battitore

    6. COSA TI SPAVENTA MAGGIORMENTE?

    Essere dimenticato
    Non sapere più chi io sia
    Scoprire che il sapere sia un'arma a doppio taglio
    Ammettere di aver paura
    Ferire le persone a cui voglio bene
    Realizzare che non tutto il conoscibile possa essere conosciuto


    7. QUALE LEZIONE NON VEDI L'ORA DI FREQUENTARE?

    Magitecnica
    Difesa Contro le Arti Oscure
    Alchimia
    Antiche Rune
    Pozioni
    Magia Verde

    8. A QUALE CARATTERISTICA TI SENTI PIÙ AFFINE ?

    Empatia
    Intelligenza
    Carisma

    9. SE POTESSI OTTENERE QUALSIASI COSA DALLA VITA COSA SCEGLIERESTI?

    Qualcosa che gli altri possono solo immaginare
    Tutta la conoscenza del mondo
    La possibilità di rendere il mondo un posto migliore

    10. TROVI UNO SCRIGNO PIENO DI OGGETTI IMPOLVERATI, MA PUOI SCEGLIERNE SOLO UNO.

    La lampada dei desideri
    Un antico libro
    Un leoncino di peluche

    11. IN QUALE CASATA NON VUOI ESSERE SMISTATO?

    a) Ametrin
    b) Dioptase
    c) Black Opal
  8. .
    ARRIVA PURE QUELLO IL MESE PROSSIMO PROMESSO
  9. .
    Ed eccomi qui AGAIN con il nuovo pigiotto fresco fresco di stesura e che posterò super a breveeeee e giuro che sarà l'ultimo studente. (comunque si, sono Olive e Nash, giusto per sicurezza se non si è capito ecco)
9 replies since 13/2/2021
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