Ti piacciono le bolle colorate?

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    Ametrin
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    Erik Foster | Ametrin | III anno
    A Hidenstone c'era un luogo in cui ogni studente si recava almeno una volta al giorno, un posto di cui lei mura avevano udito pianti e risate, gossip e pettegolezzi, risse e amori: i bagni situati al piano terra. Quello era il tipico luogo frequentato da chi non voleva farsi trovare e in quel preciso istante da Erik. Era andato lì per un rapido richiamo della natura, dopodiché però rimase lì qualche istante. Oh mammina, sta per cominciare la lezione di Difesa e non ho fatto i compiti. Se lo scopre Ensor mi ammazza. No, non stava esagerando. Nella testa dell'ametrino quel professore era capace di tutto, ragion per cui rimase un attimo destabilizzato.
    Poggiava le spalle contro i grandi specchi che deformavano le forme di chiunque provava a intravedere il proprio riflesso e sospirò. Addosso aveva la divisa che portava i colori della propria casata, poi con un rapido gesto fece per prendere il magifonino. Segnava le 16:00 e la lezione di Difesa cominciava in quel momento. Credo che oramai non mi presenterò più. Ruotò di centottanta gradi e si specchiò: sembrava molto più basso del normale, ma l'espressione che aveva in volto era triste e affranta. Non posso star così, devo riprendermi. E quale modo migliore per farlo?
    Ebubblio! Innumerevoli bolle colorate fuoriuscirono dalla bacchetta di Erik che cominciarono a levarsi in aria. Protego! La barriera che si generò subito dopo rendeva i colori al di fuori essa più opachi e lo stesso ametrino per un istante si sentì all'interno di una bolla colorata. Waaa, mi spiace solo che non ci siano anche i miei amici per godere di questa momento! E' bellissimo, coloratissimo, vivacissimo! Fu così che si scattò una foto al volo con le bolle colorate dietro di sé e la mandò a Jesse e Blake. Oggi non ce l'ho fatta a raggiungere Ensor, ma giocherò con i colori anche per voi! Sì, certo, lui e chiunque sarebbe entrato. Poiché il biennio aveva un orario estremamente diverso da quello dei ragazzi del terzo anno e magari qualcuno di più giovane avrebbe reagito in maniera ben diversa a quello spettacolo che il prefetto aveva generato.



    RevelioGDR
     
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    Dioptase
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    Una cosa in comune ce l'aveva con i bagni, il captare gossip e pettegolezzi. Come si poteva non amarli era qualcosa che mai avrebbe capito. Il suo interesse per anche le cose più minime, come uno scambio di sguardi di una coppietta ai primi momenti, qualche lite, veniva tutto appuntato da Fio, l'immancabile piuma prendi appunti che sembra quasi vivere in simbiosi con il ragazzo. Per quanto a lezione prenda appunti manualmente, non si sa mai cosa effettivamente scriva quella piuma che non si ferma mai e che si. Ha un nome. Eppure, se qualcuno cercasse di avvicinarsi comincerebbe a sparare inchiostro sulla faccia della gente: impossibile sapere cosa scribacchi quindi. Se non è il Dioptase stesso a sceglierlo... ma quando mai lo farebbe? La divisa è impeccabile su quel corpo asciutto mentre entra, allentandosi un po' la cravatta e sbottonandosi il primo bottone con un sospiro di sollievo, quasi fosse in salvo dalle lezioni... finalmente. Il volto angelico che poco si addice in realtà alla sua personalità, gli occhi di un purissimo verde che lampeggiano curiosi, sul volto infantile per quanto già in possesso di qualche spigolo, le ciglia lunghe che sfarfallano alla visione di quello che sta accadendo all'interno del bagno, ed è un sorriso dolce ed amorevole quello che si stende sulle labbra del giovane, lo sguardo che si socchiude appena andando a seguire le guance sollevate per via di quelle labbra tirate, facendolo apparire ancor più dolce in un certo senso. Eppure, è davvero una veste per niente veritiera quella che gli è stata donata alla nascita. Un braccio che va a sostenere l'altro afferrando delicatamente il gomito, la mano libera che posa il pollice a sorreggere il mento e l'indice che va a coprirne il labbro inferiore, lo sguardo che non nasconde la sua curiosità perenne. <cosa vedono i miei occhi…> il tono dolce come il volto che esce dalle labbra ancora tese in un sorriso, eppure non sta guardando le bolle colorate, solo la figura all'interno del protego, come se il resto momentaneamente non esistesse. <fio, non trovi che sia magnifico?> si, perché lui ci parla con la piuma, per quanto questa continui a scribacchiare energicamente. <un prefetto che invece di andare incontro ai suoi doveri di studente, che si chiude in bagno per creare un piccolo parco giochi personale…> perché si, lui ha visto questo nello stesso momento in cui ha collegato quel corpo ad un nome, ed il nome al suo ruolo all'interno della scuola. <eppure non dovrebbero essere proprio i prefetti a darci il buon esempio, Fio?> ancora non parla direttamente con il ragazzo, per quanto non gli stacchi gli occhi di dosso. <ma sarebbe maleducato da parte mia saltare a conclusioni affrettate!> gli occhi si aprono appena, in una teatrale scoperta di qualcosa di estremamente banale, mentre cercherebbe di fare qualche passo verso l'altro, sciogliendo le braccia, ed andando ad sistemarle elegantemente dietro la schiena, una camminata forse fin troppo adulta per un ragazzino del primo anno. <posso chiederti quindi che stai facendo? Sono così curioso! Le hai fatte tu?> il tono continua ad essere allegro, e gli occhi gli sono puntati addosso, sfarfallando appena le ciglia, le labbra che continuando imperterrite a sorridere.
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    Dermot Gareth Barker - 17 anni
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