Votes taken by Faye Brider

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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Alla fine Edwards era come tutti gli altri, alla fine l'aveva mollata dopo averle promesso che sarebbe rimasto con lei per tutta la vita. Era incredibile quello che le era successo. Lei che era sempre stata una persona scrupolosa, quella che non dava confidenza, se ne era andata da casa per studiare. Non riusciva a credere che tutto quello fosse successo davvero a lei. Come aveva potuto fidarsi di un ragazzino attraccato da chissà dove arrivasse e si innamorasse di lei? No, non era possibile. Alla fine aveva riso di lei con il suo amichetto e ciao, se ne era andato. Non poteva neanche immagina quanto avrebbe voluto uccidere quel tizio. Lo aveva addirittura accolto a casa sua, lo aveva fatto dormire nel suo letto, lo aveva accudito dopo quella terribile missione. E lui se ne era andato, esattamente come tutti gli altri. Allora non era meglio andare dietro a quell'inglese stupido e viziato? Che poi, ancora lui in giro nella sua testa stava? Sospirò, era li, in giro, con il suo arco e le sue freccie per fare esperienza e soprattutto per cercare di imparare davvero arti nuove, spezie nuove, erbe nuove. Tutto doveva essere nuovo, perchè non ce la faceva veramente più. Era riuscita a cambiare, era riuscita davvero a crescere, ad avere un minimo di conrollo nella sua vita. Doveva solamente capire che doveva farcela da sola, doveva essere autonoma ed indipendente. Basta. Doveva veramente smetterla di credere che il mondo poteva essere migliore, non per lei, non in quel momento. Lanciò una freccia quando vide una persona vicino al lago. Lo stava solamente mettendo in guardia, ma quando capì chi ea, corse verso di lui e lo abbracciò, quasi travolgendolo. Dove eri finito?Chiese rifuggiandosi nelle sue braccia. Ecco, Jason era la sua costante, era l'unica persona che era rimasta nonostante tutto e nonostante tutti. Sorise. Sei come tutti gli altri uomini. Te ne vai. Non fai altro che sparire. Sei veramente, ma veramente pessimo! Aggiunse poi dandogli dei pugnetti sugli addominali. Era contenta di averlo incontrato, alla fine era la sua famiglia.

    RevelioGDR
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    I tuoi esperiemnti mi fanno impazzire!
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Ecco già. Cominciamo dalla fine ed andiamo a ritroso. Perchè era andata li se quel posto le faceva così schifo? Forse perchè era l'unico posto dove poteva veramente andare? Forse perchè Rebecca era l'unica che poteva davvero capirla? Forse perchè era talmente tanto confusa da se stessa che forse era ora di cominciare a pensare davvero come una donna e non come una ragazzina? Perchè era andata proprio da lei e quando aveva visto quella stanza non era andata semplicemente via? Joanne non lo sapeva, o meglio, lo sapeva ma non voleva, in qualche modo essere una persona incoerente con se stessa ed allora, si limitava ad essere una bigotta criticona. Si, prima o poi l'avrebbe smessa di fare una cosa del genere, ma adesso torniamo ad un ordine cronologico che si possa dire tale. Sorrise alla donna e si strinse nelle spalle. Beker. Quello era solament eun farabutto, ma se la proteggeva, allora andava più che bene. é che non capisco. Forse è perchè ancora non so come sfruttare il mio corpo oppure come, effettivamente renderlo bello ed attraente, però so che questo ragazzo mi piace, da morire. So che questo è quello giusto, so che... non so... insomma sto bene con lui! Se solo avesse saputo che di li a qualche giorno sarebbe scomparso nel mare aperto, magari non avrebbe detto quelle parole. Ma non poteva saperlo, quindi decise di mandare avanti la sua idea folle e strampalata. Ok, non è neanche poi così difficile, ma la smetterò di dirti sempre le stesse cose e... La domanda della ragazza, comunque la lasciò completamente interdetta in quanto lei non sapeva esattamente come rispondere. Si era innamorata? In linea di principio si, ma, ecco, non ne era del tutto e veramente sicura. Si morse il labbro e si strinse nelle spalle. Innamorata mi sembra una parola eccessiva, a dire la verità! MA, credo che potrei innamorarmi, davvero!!Aveva gli occhi sognanti, aveva il cuore a mille e quando le sue mani si posarono su di lei, allora sentì un brivido dietro la schiena. Quelle mani... La mente gli tornò a quella vasca da bagno e la cosa le fece stringere le gambe in maniera tale che lei non potesse rendersi conto di quanto l'aveva eccitata e quanto si eccitasse anche solo al pensiero. Da pudica a Bi è un attimo Jo! Io...insomma... io credo che tu sei l'unica che mi abbia ascoltato davvero e l'unica che alla fine abbia capito il mio disagio e... ecco, mi ha aiutata a vincere le mie paura. Credo che sia per questo che sono qui! Lo disse sussurrando, come se la vicinanza con quella donna la rendesse nervosa, come se fosse davvero il frutto proibito e soprattutto il pensiero perverso della densiriana, comunque non disse altro.

    RevelioGDR
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Ancora non lo diceva a nessuno e per quanto Rebecca non a frequentava da un bel po', visto e considerato
    che aveva scoperto essere una meretrice, Joanne non sapeva a chi andare e comunque meglio di lei, chi
    poteva mai esserci? Era a disagio e quello era chiaro. Era altrettanto chiaro il fatto che fosse una persona
    poco esperta e che li dentro era veramente, ma veramente fuori luogo. Ma la verità era che Joanne voleva
    solamente parlare di quella situazione e soprattutto voleva essere certa che quello che era successo a lui
    era piaciuto. Certo, chiederlo a Rebecca era un po' come dire: ci vai a letto tu e vedi se quello che ho fatto
    io gli piace? Ma non era quello il senso, ovviamente. Si avvicinò a lei e si strinse nelle spalle. Si
    chiama Edward è un densiriano, ma è arrivato qui da poco per il fratello a quanto pare!
    Rispose poi
    cercando di evitare tutto quello, ma era impossibile, alla fine non riusciva a non farle quella domanda e, da
    un punto di vista, a Joanne interessava di più quella risposta, in quel momento, che la sua esperienza
    personale. Fece un respiro profondo ed ascoltò la sua risposta, poi la guardò. Effettivamente era bellissima,
    effettivamente sicuramente sapeva dove poggiare la sua pelle per far eccitare un uomo. Si morse il labbro e
    si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, prima di poggiare entrambe le mani tese sull’estremità delle
    ginocchia. Non penso che tu sappia fare solo questo. Questo lo si dovrebbe fare con chi si ama.
    Non credo neanche che tu ami tutte le persone con cui vai a letto. Non ti fanno schifo alcuni di loro? Perchè
    devi sempre dire di si? Non potresti fare semplicemente la locandiera? Insomma ok, si è piaciuto anche a
    me farlo, tantissimo, e da quando abbiamo smesso non penso ad altro e vorrei farlo e farlo e farlo ancora…
    ma con LUI.
    Il concetto era semplice, no? Alla fine Rebecca conosceva il soggetto e poteva anche
    facilmente intuire che la ragazzina, essendo alle sue prime armi si era invaghita dell’unico pene che aveva
    visto. Ci sta, era naturale, era qualcosa che succedeva a qualsiasi tipo di ragazza. Quasi non sapeva se aveva
    voglia di riprovare con lei oppure semplicemente era una richiesta di aiuto per placare il tutto e farsi dire,
    esattamente cosa fare, anche se era molto semplice, bastava semplicemente andare da Ed, o invitare lui a
    casa! Non a stava guardando, guardava dritto di fronte a lei. Stava morendo di imbarazzo e nonostante la
    luce verde, Rebecca poteva indistintamente vedere le gote rosse della ragazza.


    RevelioGDR
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    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Poteva morire dall’imbarazzo. Appena entrata dentro quella stanza non fece altro che sentire l’odore del sesso in tutti i modi possibili ed immaginabili e lei voleva morire. Alla fine anche lei aveva ceduto a quel piacere e non sapeva perché voleva dirlo a Rebecca, ma quello era troppo. Era seriamente blasfemia. Se ne stava andando. Quelle luci verde flue soffuse, il caminetto acceso, il letto spostato in maniera tale da guardare tutto da uno specchio e magari farsi anche vedere da altri e così via, cominciava a fargli davvero paura e schifo, ribrezzo a dirla tutta. Fece un passo indietro ma prima di poter uscire dalla stanza la bionda entrò, comunicandole che aveva solamente mezz’ora prima che arrivasse una cliente e Joanne non sapeva che dire. Era come se la voce gli fosse morta in gola, si sentiva seriamente, ma seriamente a disagio. Poi quella proposta, che non era una proposta, le fece sgranare gli occhi. NO. Fu secca, completamente e perentoria. Era qualcosa di estremamente palese quello che stava succedendo e a che cosa alludesse Rebecca ed era altrettanto assurdo che lei glielo avesse chiesto. Si strinse nelle spalle. [corlo=purple] Volevo solamente dirti che avevi ragione, che alla fine… ecco, è una cosa bella… e che… ecco anche io adesso non sono più vergine! [/color] Disse semplicemente. Era immobile. Non sapeva cosa le stesse prendendo e se doveva semplicemente sperimentare anche una cosa del genere? Non disse niente, cercò di levarsi quel giorno da dentro la testa, cercò di dimenticare le sue dita che la facevano venire con dei semplici gesti. No, lei adesso stava con Edwards. Se solo lei avesse saputo che il ragazzo non era per niente d’accordo con la sua visione delle cose e la monogamia non rientrava tra le sue priorità, allora si sarebbe semplicemente spogliata, anche se… Si morse il labbro. Perché lo fai? Lo chiese improvvisamente, non sapendo neanche lei bene cosa dire o fare. Era stato improvviso. Improvvisamente non voleva andare via da li ma voleva guardare, vedere come si divertiva lei, come riusciva davvero a fare solo quello che voleva. Joanne era curiosa ed adesso, anche se tardi, la curiosità non faceva altro che arrivare a bomba nella sua mente, uscire come se non ci fosse un domani, voleva fare le sue esperienze e vivere, finalmente, una vera vita.
    23 ANNI
    DENRISIANA
    ARCIERA
    SOGNATRICE
    Joanne Nilsson
    Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.
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    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Non vedeva Rebecca da una vita e forse era stato voluto proprio dalla ragazzina. Era stata lontana da lei perchè non gli piaceva quello che faceva. Perchè doveva vendere il suo corpo solamente per essere apprezzata e ricca? Era meglio andare a cogliere le patate all'orto che darla al primo che passava senza alcun tipo di contegno o amore. Ecco si, era cambiato proprio quello di Joanne. Aveva una cotta, forse la sua primissima cotta seria dopo Jason. Ma con lui era stato diverso, lui si era sempre comportato come un papà per lei e la cosa non gli era mai dispiaciuta. Edwards era diverso per davvero. Era come se fosse qualcosa di assurdamente attraente, era una calamita. Insomma aveva intenzione di andare da Rebecca perchè le cose le stavano sfuggendo di mano. Adesso, dopo aver saputo anche un'ulteriore verità sulla sua vita era semplicemente confusa e voleva un volto amico con il quale parlare senza filtri. Rebecca era stata la prima che l'aveva ascoltata senza prenderla mai in giro, senza minimamente ridere delle sue difficoltà, anzi, si era "prestata" per farle capire che non c'era niente di peccaminoso nel voler star bene e nel provare piacere anche fisico. Jaonne da quell'incontro si era toccata alcune volte ed aveva scaricato così la sua voglia di amore normalissima per la sua età. Ma adesso che Ed era molto sfuggente, quasi come se non volesse più parlare, non volesse più stare con lei, Joanne era caduta di nuovo in una confusione assurda. E se aveva fatto male? E se si era fidata della persona sbagliata? Non poteva succedere quello e non voleva davvero che accadesse. Si morse appena il labbro e poi entrò nel canto della sirena. In quel posto gli faceva davvero tutto un pò ribrezzo, ed infatti andò dritta verso la cassa. Vorrei vedere Rebecca. Chiese semplicemente, secca e con uno sguardo tra il preoccupato, il giudichevole e un pò schifato. Chissà quante malattie hanno! Pensando un pò anche da ignorantella quale era. Comunque alla fine la ragazza capendo il tipo l'accompagnò direttamente nella stanza di Rebecca, bussò e le disse di accomodarsi che sarebbe arrivata tra poco. Il fatto era che Joanne sgranò gli occhi. Mica era li per... Divenne rossissima ma la ragazza se ne andò e lei rimase in piedi rossa come un peperone davanti al letto. Effettivamente, la sua primissima volta era stata proprio con la bionda. Attese senza muoversi ne toccare niente.
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    DIFFIDENTE
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    Lei era cresciuta come una piccola schiava. Aveva lavorato da sempre, non si era mai fermata, aveva sempre prediletto la terra ed aveva coltivato patate, lattughe, pomodori, e quant'altro sotto gli occhi completamente indifferenti dei suoi famigliari. Bramava l'amore e le attenzioni come mai aveva desiderato niente. Che fossero di un'amica, di un parente, di un ragazzo o anche solo di un famiglio che non poteva, in nessun modo permettersi. Quando aveva conosciuto Edwards le sembrava che avesse scoperto un modo completamente nuovo, un mondo a colori, bellissimo. Si era lasciata andare talmente tanto che aveva deciso di concedersi, di concendere per una volta al suo corpo di fare quello che voleva. Ed alla fine ci era rimasta veramente, ma veramente di merda. Da quando erano tornati dalla missione lui era completamente cambiato nei suoi confronti e lei non sapeva cosa fare. Rivoleva l'ed che aveva conosciuto quella notte, quello che si era preso cura di lei, quello che l'aveva fatta sentire speciale per una notte e per una volta nella sua vita. Si morse il labbro, posò la sua tazza di tisana ancora bollente ed andò a chiudere le persiane. Lo guardò come per chiedergli se così andasse bene ma quello che disse dopo le fece alzare ancora un sopracciglio. Non ti preoccupare. Non ti tolgo questo primato. Disse poi palesemente triste ed un pò sconcertata. Era ovvio che lei non meritasse una vita felice e più lui faceva in quel modo più Joanne se ne convinceva. Era una vita che aspettava uno come lui, si era concessa! Dio quanto si sentiva stupida per aver aspettato 24 anni ed aver dato la sua verginità ad uno che non faceva altro che trattarla di merda. Non se lo aspettava e forse era stupida anche solo a pensare certe cose, ma si sentiva una stupida davvero! Perchè faceva in quel modo. Comunque andò a prendere l'altra tazza di tisana e gliela mise sul comodino. Ogi ti senti meglio? Chiese trascurando il fatto che sulla mano fosse un pò rossa per la scottatura presa. Non voleva essere una sottona, ma era impossibile che lui fosse cambiato così tanto in così poco. Lei non era una stupida. Sapeva che c'era solamente qualcosa che non andava!
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    DIFFIDENTE
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    Ogni parola di Ed era un colpo al cuore e soprattutto un pugno allo stomaco. Davvero si stava rivolgendo così a lei? Davvero aveva intenzione di dirle cosa era quello? Di alzare anche solamente minimamente la voce con lei? Davvero stava succedendo tutto quello? Joanne aveva gli occhi sgrnati, il corpo un pò curvato all'indietro ed il cuore che stava impazzendo. Non lo aveva mai visto così e soprattutto dopo quella volta, si erano visti poco quasi come se lui la stesse evitando, ma visto che aveva anche altro a cui pensare, non voleva farsi elucubrazioni mentali. Ed invece? Invece era proprio quello il problema, che lui aveva e stava continuando a fare lo stronzo come mai aveva fatto fino a quel momento. Dopo quello che gli disse, dopo la sua proposta indecente, la mano di Joanne si stampò veloce sulla guancia del ragazzo. Fece un passo indietro. Non mi devi spiegazioni? Sai neanche io a te! Sapeva che di li a poco avrebbe pianto, ma avrebbe resistito fino a quando non fosse tornata a casa sua. Lo so che questo è un bordello. E mi fa schifo il posto ed anche chi lo frequenta, ma a quanto pare era l'unico aperto questa sera. E sai una cosa? Sei così presuntuoso che pensi che qualsiasi cosa io debba fare o non fare la debba dire a te! Adesso era lei a puntargli il dito contro ed a martellare sul suo petto. Sai anche cos'altro?So difendermi da sola. Non mi servi tu! Questa volta, però fece un passo all'indietro. Scosse il capo. Veramente un pugno nello stomaco. Quando arrivò la ragazza con la sua cena lei la guardò male. Non la voglio più, mi è passata la fame, dalla pure a lui e al suo stupido amico. Prese i soldi e la pagò. Offre questa stupida con l'illusione di averne trovato almeno uno completamente diverso dagli altri! Disse poi dando i soldi alla ragazza prima di voltarsi per andarsene. Quando si voltò, alzò il medio per mandarlo a quel paese. Era arrabbiata, delusa e voleva solamente piangere. Era incredibile come una cotta, la sua prima cotta potesse fare così male. Scosse il capo ed una volta uscita dal canto della sirena, corse, corse così veloce che una volta dentro casa dovette buttarsi sul divano e respirare forte e profondamente. Pianse.
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  9. .
    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Ascoltò le sue parole con una strana attenzione, come se volesse capire se davvero stesse dicendo la verità, come se da quel mini e breve racconto potesse capire se effettivamente lei potesse essere... chi, esattamente? Era qualcosa di strano, la sua voce le faceva venire un mal di testa atroce e non perchè non le piacesse il suo tono, ma perchè le rimbambavano dei ricordi nella testa che non sapeva neanche di avere. Era come se vederla era una scossa al cuore. Le era successo la prima volta e le stava succedendo anche in quel momento. Era strano, era particolare ed aveva paura. Ma cosa le doveva dire esattamente: mi fai venire dei ricordi in mente ma non mi ricordo neanche di averti mai vista dall'ultima volta al San Mungo? L'avrebe internata, ne era certa e lei non ci teneva per niente. Non era qualcosa che voleva veramente. Si morse il labbro e sorrise appena quando le disse che aveva capito la situazione. C'era qualche fregatura, lei era troppo gentile con una sconosciuta. Davvero? Perchè lo faceva? Perchè non faceva altro che capirla, aiutarla e... Scosse appena il capo. Davvero è anche il tuo preferito? Da dove vieni? Chiese così di getto, senza pensarci veramente. Era qualcosa che non riusciva veramente a capire, le era uscito quasi spontaneo, ma prima che lei potesse rispondere, le cadde qualcosa dalla borsa, lei si abbassò per prendere quella foto e gli cadde il bicchiere di vetro dalle mani. Non poteva essere lei. Quella foto non poteva essere quella di quella ragazza. C'era qualcosa che non andava veramente bene. C'era per forza una spiegazione. Prese la foto, cercò di non dare troppo nell'occhio, anch ese il bicchiere era oramai caduto e se la mise davanti agli occhi. Quando la ragazza sarebbe tornata al tavolo, avrebbe visto il terrore, la paura, e soprattutto l'incredulità nel volto della ragazza. La guardò, non sapeva cosa pensare, non sapeva cosa dire. Non sapeva neanche se la sua faccia fosse impassibile oppure si poteva notare nettamente che fosse completamente sconvolta da tutto e da tutti. Si morse il labbro, poi Posò la foto sul tavolo ed ancora gliela fece scivoltare davanti. Chi è questa ragazzina?Era lei, lo sapeva, aveva ancora nel suo armadio quel vestitino celeste. Lo amava. Era l'unica cosa che gli rimaneva di quando era piccola, ci era veramente, ma veramente tanto legata. Ma non sapeva come dirlo. Perchè hai questa foto? Chiese vedendo, solamente in quel momento, la sua mano tremare, completamente. Davvero poteva essere qualcuno che sapesse qualcosa di lei? Ma lei sapeva tutto di se stessa, non c'era niente da dire. Si morse ancora il labbro, sentiva le lacrime fare capolino dei suoi occhi grandi. Per favore, dimmi la verità. Sentì come una voce da bambina nella sua testa, come se stessero giocando ad un parcogiochi,un pò malandato, ma comunque giocavano insieme a qualcosa come un girotondo.Si toccò i capelli per cercare di levare quella brutta sensazione dalla sua testa. Perchè continuava a sentire quella vocina stupida. Sapeva che una delle due bambine era lei, ma l'altra? Chi diavolo era?
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    DIFFIDENTE
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    Alzò un sopracciglio. Non gli aveva risposto e la cosa la fece allarmare ed agitare insieme. Quel tizio continuava a guardarli in maniera divertita e lei avrebbe solamente voluto prendere una freccia e tirargliela dritta in mezzo agli occhi. Non riuscì a dire o fare niente, che venne spostata leggermente da Ed, con il braccio sulle spalle, verso un posto discreto del locale. Lo guardò sgranando i suoi già enormi occhi neri. Te l'ho chiesto prima io. E comunque a me non andava di cucinare e sono venuta a prendere qualcosa damangiare qui, nonostante non mi faccia impazzire questo posto. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, mi fa un grandissimo ribrezzo! Aggiunse seriamente prima di incrociare le braccia al petto. Fece un passo indietro. Da quando erano andati a letto insieme non era più quello di prima e lei, che era già complessata di suo, si era fatta così tanti film in testa che cominciava a pensare che non erano propriamente film. Sbuffò per la sua irritazione. Non guardarmi così, non ne hai il diritto. Neanche io mi aspettavo di vederti in un locale del genere! Eppure... eccoti qua. Edwards! Disse poi ignorando completamente il suo amichetto che addirittura aveva alzato un calice verso di loro. Ma stava bene. E chi è quello che non fa altro che guardarti, sorridere ed aspettare notizie?! Lo disse in maniera che potesse capire cosa stesse intendendo. Insomma. Joanne non voleva fargli una sfuriata li dentro, ne voleva essere gelosa di lui, anche perchè ancora non ci stava capendo niente neanche lei ed aveva anche altro a cui pensare, ma niente l'avrebbe ferita come una presa in giro del genere. Ovviamente non sapeva ancora se ci fosse veramente in atto una presa in giro, ma era stata abituata in un certo modo e non voleva di certo essere presa per una fessa qualsiasi. Lei era cambiata. Adesso sapeva come reagire, giusto? Era davvero cambiata? Lo sperava con tutte le sue forze e sperava anche, che Ed non fosse come tutti gli altri, quello no, forse quello non lo avrebbe mai accettato.
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    DIFFIDENTE
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    Quella missione cosa doveva fare esattamente? Doveva essere qualcosa di bello, che li avrebbe fatti unire ancora di più e che avrebbe dato loro modo di essere sicuramente più vicini. Nella vita, non nella morte. Era stato tutto troppo veloce, era stato tutto quanto troppo assurdo. Perchè c'era quel mondo sotto Denrise e nessuno lo aveva mai veramente combattuto? Non ci stava capendo niente e sapere che Ed era stato colpito così duramente l'aveva sconvolta ancora di più di tutta la missione. La sua mente, per via di quel mostro, era stata leggermente compromessa ed adesso non vedeva l'ora di buttarsi tutto quanto alle spalle. Alla fine aveva insistito con Ed per farlo andare a casa sua e senza troppe moine lui aveva anche accettato. Erano passati tre giorni da quando tutto quello era finito ed era contenta, veramente, ma veramente contenta. Aveva dormito tanto, sia lei che lui, si erano riposati e Joanne si era presa interamente cura del biondino. Quella mattina si svegliò all'alba, prese un pentolino e decise di fare qualcosa di caldo per il ragazzo e per lei. Fuori, seppur agosto, diluviava e il mare era molto mosso. Era come se anche gli dei erano avversi a tutto quello, come se tutto quello non dovesse davvero accadere ne succedere. Joanne ci credeva veramente tantissimo a quelle cose e non poteva che pregare sia per il mondo che per il biondino. Una volta che la tazza con una leggera tisana alla cannella e alle more di bosco era pronta, la portò in camera. Non entrò immeditamente, si appoggiò con la spalla allo stipite della porta osservandolo dormire - o almeno lei credeva che lo stesse facendo - in quella maniera era così angelico. Sembrava quasi che non poteva fare niente di male a nessuno. Eppure lei lo aveva visto combattere, lo aveva visto reagire quando lei era stata presa da quel mostro. Non sapeva ancora se poteva fidarsi davvero ed interamente di lui, non sapeva se, effettivamente, poteva essere una persona che poteva volerle davvero bene. Insomma, e se stesse fingendo? Se alla fine aveva già un'altra? Alla fine si erano conosciuti meglio mentre lui rimorchiava altre persone. Si morse il labbro ed alla fine sorseggiò lei stessa la tisana. Lei aveva avuto la sua prima volta con lui, lui che era l'unica persona al mondo che l'aveva vista nuda. Si morse il labbro a quel ricordo e divenne rossa. Cavolo sussurrò sentendo la lingua ustionarsi. Erano tutte sue congetture ed aveva paura. Paura di essere perennemente usata da tutti e da tutto, quella sensazione la divorava quotidianamente. Non le piaceva e non amava essere così, stava imparando ad essere sicura e diversa. Era importante per lei. Lo era davvero.
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    In realtà non lo sapeva neanche lei cosa voleva dire a quella ragazza. Non sapeva neanche come cominciare. Aveva cercato seriamente di farsi un discorso, di cercare di avere qualcosa di preparato da dire, ma niente. Alla fine qualsiasi cosa, con qualsiasi tono le sembrava completamente stupido ed insensato. Cercò di tenere un sorriso vivo sul suo volto, ma era difficile anche quello. Aveva lasciato ed da solo e dopo tutto quello che era successo in missione non voleva, era difficile anche solo pensarlo, ma la cosa era complessa e lei non sapeva cosa fare ancora. Forse le serviva seriamente un'amica e forse quella ragazza poteva davvero diventarlo. Adesso che sia Emma, che Evelyn non c'erano era di nuovo sola, sotto quel punto di vista e non era qualcosa di veramente piacevole, quindi alla fine aprirsi un pò cosa poteva mai comportare. Quando la vide entrare al bar alzò appena la schiena cercando di mettersi dritta ed allontanò un pò la cannuccia del thè dalla sua bocca, cominciandoci a giocherellare di nuovo. Ciao... Disse solamente lasciando che i suoi occhi scuri potessero essere completamente fissi in quelli della riccia. Come stai? E scusami se sono andata via in quella maniera, ma ero stanca. Avevo bisogno di andare a casa... Aggiunse poi giustificandosi immediatamente, quasi come se fosse la cosa più importante del mondo. Si, quella sensazione, rivedendola, non era per niente sparita, anzi, era diventata solamente più acuta. Erano collegate e lei ancora non sapeva come, davvero, approcciarsi alle persone. La guardò ancora in attese che dicesse qualcosa, lei l'aveva invitata no? Ma cosa, esattamente, doveva dirle? Proprio perchè era stata lei ad invitarla, magari doveva essere lei a parlare per prima. Era una situazione che non solo non le piaceva, ma la metteva in imbarazzo. Quell'imbarazzo che non sapeva spiegarsi e soprattutto non sapeva controllare. Era una sensazione strana. Ma si schiarì la voce, sperando che almeno le sue scuse fossero accettate.
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    Tutto quel contatto umano, poteva essere qualcosa di estremamente sconvolgente per lei. nesusno l'aveva mai sfiorata davvero, nessuno aveva mai tentato neanche di farlo. Prima di Rebecca lei era completamente un mostriciattolo, con i peli da per tutto, un corpo fin troppo secco e sempre troppo nascosto. Era qualcosa di incredibilmente assurdo e la cosa che più la sconvolgeva era che nessuno, della sua famiglia, gli avesse mai detto, davvero, che le cose potevano cambiare, che tutto poteva essere diverso. Joanne era sempre stata una persona fin troppo sola, e forse, tutta quella solitudine, l'avevano resa semplicemente strana, l'avevano resa semplicemente ed assurdamente insicura, e l'avevano fatta avvicinare il quel modo malato ed ossessivo agli dei, alla spiritualità. Era pazzesco come riuscisse davvero ad essere una persona del genere e la presenza di Ed non faceva altro che mandare in confusione tutto quello che aveva costruito, o comunque pensava di aver costruito nella sua vita. Si morse il labbro, si mise vicino a lui, stretta, sentendo le sue mani accarezzarle prima la pelle e poi il capo, poi si nascose con il suo viso nell'incavo del collo del ragazzo e si accoccolò in quelle braccia che sembravano essere l'unica cosa che poteva veramente salvarla. Certo che c'è bisogno di ringraziarti, sei stato gentile e sei qui con me. Per lei era veramente qualcosa di incredibile, qualcosa di mai provato. Sorrise al ragazzo per quello che disse e poi si strinse nelle spalle facendosi ancora più vicina a lui, annullando completamente le distanze tra loro. Pochissio tempo ci aveva messo a diventare così essensiale, ad essere considerato da Joanne quasi una famiglia, l'unica che davvero avesse. Alzò appena lo sguardo sul ragazzo e senza dire niente posò le sue labbra su quelle di lui. Aveva un bisogno fisico di farlo. Non c'era niente da fare. Con lui si sentiva seriamente al sicuro.
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    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Alla fine aveva deciso che fuggire da quella sensazione non serviva assolutamente a niente. Alla fine aveva deciso che essere una vigliacca non faceva per lei, specialmente dopo la sua ultima missione. Aveva visto le persone a cui voleva più bene, quasi morire e la cosa non le era piaciuto per niente. Le serviva sapere la verità. I suoi genitori non si erano più fatti vivi, la sua famiglia era praticamente diventata inesistente e forse, quel senso, di non appartenenza a denrise, aveva davvero un senso. Ne aveva parlato con qualcuno? Assolutamente no, solamente non gli dei, e non aveva ancora ricevuto nessun segno, nessuna risposta, tranne da uno spiritello, forse fin troppo vago. Comunque, gli aveva mostrato dei rcci, ricci che appena sfiorati l'avevano riportata a quel giorno in ospedale. Mayra sapeva qualcosa. Forse era proprio lei il problema della sua intera esistenza in quel momento e la cosa la disturbava, la disturbava veramente, ma veramente tanto. Si morse il labbro, si infilò velocemente una tuta ed alla fine era pronta per andare a Londra ed incontrarla. Voleva tornare al San Mungo ma le ricordava qualcosa che non voleva ricordare, quindi alla fine era andata, aveva chiesto a Wendy di chiedere alla dottoressa Ellis di raggiungerla in un bar babbano di Londra. Voleva che l'incontro fosse normale, che si potessero vedere davanti ad un caffè. Specialmente perchè in quel momento della sua vita, le cose stavano cambiando inesorabilmente nella maniera giusta, di conseguenza voleva seriamente che le cose fossero diverse. Si mise seduta e nel frattempo ordinò un thè alla pesca mentre aspettava quella ragazza. Ragazza che le aveva mandato completamente in tilt l'esistenza e la cosa non le piaceva per niente. Doveva capire, comprendere e spetterla di pensare che le cose potessero piovere dal cielo. Gli dei potevano aiutarti, ma doveva cominciare anche lei a fare qualcosa che l'avrebbero seriamente aiutata!
    23 ANNI
    DENRISIANA
    ARCIERA
    SOGNATRICE
    Joanne Nilsson
    Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.
  15. .
    DIFFIDENTE
    Abitualmente scettico o sospettoso nei confronti degli altri e delle loro azioni.
    Perchè era li? Non lo sapeva neanche lei, ma aveva fame e quella sera non le andava di mangiare. Odiava quel posto in maniera assurda. Vedere tutte quelle nudità la sconvolgeva sempre e la faceva sentire sempre a disagio. Era come se tutto quello fosse una punizione divina per tutti. Come si poteva anche solo pensare di rimanere in quel posto? Eppure ad Denrise era tutto chiuso tranne quel posto e lei lo odiava come non mai. Si morse il labbro, appena e quando arrivò al bancone chiese ad una delle signorine se vi fosse Rebecca, ma le risposero che no, non c'era rebecca, e che di conseguenza, doveva andare in altri luoghi o con altre persone. Lei era arrossita visibilmente e chiese semplicemente, scuotendo il capo come se avesse ricevuto la peggio proposta, di voler solamente un piatto da mangiare da portar via, ma niente, niente di niente, doveva mangiarlo li e visto che lei ispirava bullissimo allo stato puro, la ragazza si era anche avvicinata posandole una mano sul seno, che poi Joanne neanche aveva! Fece un passo indietro e le puntò una freccia alla gola. Ti posso giurare che la prossima volta che mi sfiori sarà l'ultima cosa che farai. Nessuno si era girato, evidenemtne li dentro era tutto normale, ma la ragazza capì che faceva sul serio e se ne andò, Joanne abbassò l'arco e quando sentì quella voce dietro le sue spalle le si fece notte. Si morse il labbro, rimise la freccia nella feretra e l'arco dietro le spalle. Chiuse gli occhi forte e poi si voltò verso di lui. Ciao! Non sapeva che dire, e la sua faccia tra il rossa, lo sconvolta e l'incazzata diceva troppo, forse di come stava. Che ci fai qui? Chiese poi un pò indispettita, ma vide un ragazzo di bella presenza guardarlo divertito e bere. No, non era una cosa che poteva essere successa, giusto? Non disse niente, cercando di ignorarlo.
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    DENRISIANA
    ARCIERA
    SOGNATRICE
    Joanne Nilsson
    Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.
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