Votes taken by Annie M. Welsh

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Annie aveva molti difetti, tuttavia, tra questi, quello che preferiva era il suo essere tanto testarda quando si impuntava su qualcosa. Ogni volta che prendeva una decisione, riusciva a raggiungere la sua meta in poco tempo, con ogni mezzo avesse per poterla raggiungere.
    Questo accadeva anche quando la destinazione prevedeva il dar noia a Blake, farsi offrire la pizza ed essere impicciona nella sua vita privata. Non tanto perchè era un divertimento che le provocava piacere, ma in quanto era il suo modo per interessarsi al ragazzo e riuscire a capire come stava.
    Blake era complesso, come ogni Barnes che era entrato nella sua vita, ma ad Annie la cosa non spaventava, sapeva gestire quella famiglia, forse era una delle poche che ci riusciva ed era talmente fiera di questo che spesso se ne vantava e lo sbandierava ai quattro venti.
    Sollevò lo sguardo al soffitto a quelle parole «Sappiamo entrambi che questa casa sarebbe più vuota senza di me. Non puoi mentire su questo. E riguardo ai tuoi figli...» - lo sguardo si spostò su una foto che Blake aveva sul comò, lui e Aaron, era strano vederli vicini e accorgersi di quanto fossero simili in alcuni tratti e - soprattutto - di come per lei fosse così facile averli sempre davanti da non rendersene conto spesso «... da quando pensi a metter su famiglia, cucciolotto - si voltò calcolando il tempo che passò dal lancio della mutanda al suo indossarla, quindi guardò il ragazzino passarle accanto, con la coda dell'occhio «Pensa positivo, con il mio continuo rifiutarti, guarda su che bicipite hai messo su!» - gli fece un occhiolino, concentrandosi poi sulle successive parole, fissandolo esasperata negli occhi, mentre si avvicinava alle proprie labbra «Su una cosa hai ragione, Blake: sono un capocannoniere, non puoi immaginare la potenza dei miei calci...» - sussurrò alla stessa maniera, con una risatina a concludere quella divertente minaccia di prenderlo a calci.
    Nonostante ciò, Annie doveva ammettere che ci teneva a quello stronzetto e forse perchè era riflesso di ciò che in parte era stata lei ad Hogwarts.
    Lo sentì urlare come un'anatra strozzata e rise tra sé, ordinando le pizze seduta tranquillamente sul divano, prima di essere travolta di nuovo dall'opale, che si sdraiò sulle sue gambe. Abbassò lo sguardo «Riesci a vedere tutte le mie caccole?» - allargò le narici, proprio per rendere meno perverso quel dire di Blake, poi rise «Tranquillo e Blake non vanno d'accordo. Ma mi fiderò... Lilith? Come sta?» - Blake sapeva che Annie poteva essere una strega davvero perfida, a volte.
    Annie-Macrae Welsh

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    Amor, ch'a nullo amato amar perdona.
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    Medimaga

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    CITAZIONE (‡Sasha‡ @ 4/11/2022, 02:47) 
    oh gesù

    Chiamarlo per nome, davanti a tutti, potrebbe essere pericoloso D:

    ahahah scherzi a parte! Benvenutissima, sono Alessandra e sono moderatrice globale e master di questo postaccio. Per qualsiasi dubbio puoi chiedere u.u
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    Welcome!!!
    Più sono pazzi meglio è!
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    Benvenuta o bentornata!!!
    È sempre un piacere !
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    Bentornata.
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Ebbene sì, Blake avrebbe ricordato per tutta la vita una delle poche donne (o forse l'unica?!) che lo aveva mandato in bianco una sera della sua vita, costringendolo a provvedere da solo al suo piacere sessuale.
    Ed Annie, in fondo, era così orgogliosa di se stessa per quella lezione che aveva dato al ragazzino, che ancora se la ghignava anche poco di nascosto agli occhi dell'opale. Ogni volta che lui tentava di rinfacciarglielo, Annie gli ricordava come aveva dovuto concludere la sua serata, chiedendogli se il polso gli facesse ancora male.
    Ma questa era una storia molto divertente che forse ai posteri verrà raccontata un'altra volta; ora la rossa voleva ammazzare la noia e ... la fame!
    Chissà cosa avesse pensato Blake se avesse saputo che prima di lui, nella lontana (?) Amsterdam, suo fratello era arrivato ad un passo davvero breve dall'andare a letto con lei, prima che entrambi scoppiassero a ridersi in faccia, strafatti e ubriachi, capendo che non potevano essere nient'altro che parabatai... per sempre.
    Ma anche questa sarà la fiaba che Annie racconterà a Blake prima di metterlo a ninna, rimboccandogli le coperte, proprio come si fa ai bambini piccini.
    Sapeva perfettamente quanto odiasse, il ragazzo, essere trattato come un bambino e questo faceva sì che Annie trovasse mille modi per trattarlo esattamente in quel modo.
    Alla rossa, ormai, non infastidiva più il fatto che Blake ostentasse quanto fosse fisicamente attratto da lei, ne faceva solo da trampolino per poterlo canzonare quanto più potesse, perchè alla fin dei conti, lei si divertiva, ben consapevoli entrambi che si volevano bene, proprio come una vera famiglia e lei avrebbe dato la vita anche per quel Barnes stronzetto.
    Sgranò gli occhi come se avesse appena insultato la medimaga «Altre persone?! Ma sei scemo?! E perdere l'occasione di annoiare anche te?! Dovrei veramente avere qualche problema se dovessi anche solo lontanamente pensare ad una cosa del genere!» - gli voleva bene e lui pure, Annie lo sapeva, ma quello era il loro modo di dimostrarlo.
    Rise per quella minaccia «Aww... che ometto, la tua cavalleria mi scompone, sul serio!» - scosse il capo «Dai, alzati, orsetto. La serata è appena iniziata e io non ho la benché minima voglia di lasciarti dormire.» - Annie sapeva che se Blake avesse fatto lo stesso con lei, a quest'ora forse sarebbe diventato come la pelle d'orso sul pavimento di uno chalet di montagna, ma queste erano altre due paia di maniche!
    Rise ancora, coprendo la bocca e cercando di contenersi, quando il ragazzo sbattè la testa contro la testata del letto, quindi tentò di rimanere seria «Me ne farò una ragione. E... sì, con Aaron anche nuda se può interessarti e ci diamo il bacio della buonanotte.» - con le labbra simulò il lancio di un bacio, con quel tono ironico anche un bambino avrebbe capito che lo stesse prendendo per i fondelli.
    Notò come l'allenamento lo aveva forgiato, ma questo non poteva che farle piacere. Ora Blake stava crescendo e per lei era un orgoglio, anche se sapeva che in fondo rimaneva il solito combina guai dal quale guardarsi bene di lasciarlo solo. Non diede peso nemmeno alla sua erezione da risveglio, volgendogli appena le spalle per aprire i cassetti del suo comò e afferrare dei boxer puliti e lanciarglieli dietro prima che entrasse in bagno «Sì, lavati. Sembri appena uscito da una discarica. E... non hai risposto alla mia domanda!» - gli urlò contro nel mentre lui si fosse chiuso in doccia, quindi lo avrebbe seguito in bagno, solo per urlare ancora un po' sopra lo scrosciare dell'acqua «Quando mi sposerò tu soffrirai la mia mancanza, sappilo! E no, non avrai una stanza a casa mia!» - quindi si lanciò seduta sul suo letto e attese, spiando il suo telefono, sperando di trovare qualcosa di interessante. Telefono che avrebbe riposto appena lo scrosciare dell'acqua sarebbe stato interrotto «Allora? Come va, orsacchiottino?»
    Annie-Macrae Welsh

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    Medimaga

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Beh, che dire follettini e follettine?!
    Ormai era chiaro a tutti, belli e brutti, che ad Annie piaceva particolarmente abusare della psiche di Blake. Il loro era un rapporto basato su amore e odio. Erano due fiamme che ardevano continuamente e che non riuscivano a stare nella stessa stanza senza incontrarsi, scontrarsi e volersi bene nel medesimo tempo.
    Annie aveva sempre rivisto nel piccolo Barnes qualcosa di lei quando andava ad Hogwarts e non c'era giorno che non lo ricordasse ad Aaron, che l'aveva vissuta nel pieno del suo ardere. Era come se bruciassero di un fuoco perpetuo che si affievoliva solo, a far credere a tutti che si stesse spegnendo, prima di divampare nuovamente in un incendio pazzesco.
    Lo sguardo assassino di Blake non fece altro che far apparire sul volto della rossa un ghigno divertito, mentre un sopracciglio scattava in su e le mani si poggiavano sui fianchi coperti dalla maglietta del runista, spostando il peso del suo corpo perfetto sulla gamba destra «A dire il vero credo che il problema principale sia la noia...» - ammise con uno sbuffo, sciogliendo quella posizione e portando le braccia dietro la schiena, mentre mentalmente richiamava la sua bacchetta dalla stanza accanto con un Accio silenzioso, beandosi del fatto che Blake avesse richiuso gli occhi.
    Rise appena quando sentì il ragazzino lamentarsi di nuovo «Mattina lo era forse nove ore fa, sono le sette e mezza del pomeriggio e un buon combattente presta sempre attenzione ad eventuali attacchi improvvisi del nemico.» - lo canzonò ridacchiando mentre muoveva la bacchetta puntando il suo cuscino che avrebbe trasfigurato in un delizioso orsetto di peluche «Puoi coccolare quello, penso che possiate diventare ottimi amici!» - non riusciva a rimanere seria, inutile, doveva prenderlo in giro per forza.
    Fece un passo verso il suo comodino, spiando nel cassetto mezzo aperto se ci fossero cose incriminanti che potesse usare contro di lui per prenderlo ancora un pochino per i fondelli.
    «Ho fatto turni pesanti, ti sono mancata, lo so.. per questo mi offrirai una pizza maxi. Adesso.» - forse Blake non aveva ben chiaro che ora Annie aveva deciso che non era più tempo per dormire «E tu come mai così stanco?»
    Annie-Macrae Welsh

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    Medimaga

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Pioveva.
    A dirotto.
    Non poteva crederci che l'unica domenica libera della sua vita dovesse passarla a casa, quella che era potuta essere la domenica dove finalmente sarebbe potuta andare da Eilidh, facendole una sorpresa.
    Uffa, non ci poteva credere.
    La pioggia la impigriva così tanto che quasi alzarsi dal letto fu difficile.
    Aaron era di turno, quella sera e lo sarebbe stato fino al mattino dopo: le aveva dato il cambio al pronto soccorso magico dove lei aveva fatto il primo turno. Sbuffò, uscendo dalla doccia a piedi nudi e guardando verso la vetrata della sua stanza nell'attico dove viveva con i fratelli più complicati del mondo magico: i Barnes.
    Si strofinò i capelli rossi, lasciandoli umidi, perchè tanto in quell'attico non sarebbe mai arrivato il freddo e la pioggia, quindi stava in grazia di Merlino, senza dover preoccuparsi di prendere un malanno.
    Mise indosso una T-shirt extra large, che le andava a vestito, chiaramente era di Lancelot e poteva sentire ancora addosso il suo profumo, se affondava il naso in quel tessuto. Poi, tra le altre cose, non poteva sicuramente non riconoscersi lontano un miglio a chi appartenesse quella maglia dove al centro vi era un cerchio disegnato da rune.
    Si guardò allo specchio e annuì «Dai Annie, non sei poi così male... sei in perfetta tenuta autunnale...» - rise lei stessa delle parole di incoraggiamento che si era concessa e uscì dalla sua stanza.
    Mentre scendeva le scale notò come il disordine solito di una persona che ben conosceva, riempiva le scale ad ogni passo. Aggrottò la fronte «Questo è divertente...» - Annie si piegò a recuperare il jeans e la maglietta che Blake aveva gentilmente adagiato sulle scale e aveva fatto retromarcia per raggiungere la stanza del ragazzo.
    Non le interessava in che condizioni versava il ragazzo, sarebbe entrata e avrebbe battuto le mani per accendere all'improvviso la luce e avrebbe alzato il volume dello stereo prima di arrivare al suo letto e violentemente scoprirlo dalle lenzuola e lanciargli addosso i suoi indumenti che aveva trovato sparsi per casa «E' ORA DI ALZARSIIII!»
    Annie-Macrae Welsh

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Era strano quanto Annie ci tenesse ai suoi pazienti e come cercasse di immedesimarsi al meglio nei loro vissuti per poterli comprendere dal fondo, dal loro punto di vista.
    Quasi un anno prima era giunta alla sua attenzione la cartella di Evan, un ragazzo a dir poco disturbato e con ogni problematica che questo mondo psicologico potesse conoscere, oltre che carico di un defici affettivo che lui non avrebbe mai voluto ammettere ed una propensione alla violenza che non ci teneva minimamente a nascondere, anzi, che elogiava più e più volte.
    Ogni mese avevano ormai la loro seduta psicologica, ma l'estate aveva portato entrambi a dover sospendere, nonostante la dottoressa Welsh fosse stata sempre reperibile per lui attraverso il suo telefono di servizio.
    Non che Evan avesse bisogno di questo, visto che conosceva ormai ogni singola abitudine della magipsicologa, oltre a chi essa frequentasse e dove vivesse; Annie era comunque tranquilla e non spaventata da questo modo ossessivo compulsivo del ragazzo nonostante questo usasse queste sue conoscenze come se fossero una minaccia per tenerla in pugno.
    Dal canto suo, Annie era davvero convinta che la sua fosse solo una ricerca di tranquillità che sfociava nel dove avere il più completo controllo di chiunque lui conoscesse, per evitare di sentirsi destabilizzato emotivamente e psicologicamente.
    Quel martedì di ottobre era esattamente il giorno della sua seduta settimanale e Annie lo aspettava con estrema tranquillità come tutte le volte in cui lui era giunto. Aveva ancora indosso il suo camice, ben allacciato a coprire il tailleur nero che portava sotto, ai piedi il suo decollettè nero, che manteneva un certo qualcosa di eleganza.
    I capelli rossi erano sciolti sulle spalle.
    Nell'attesa si era alzata per poter riempire dal boccione accanto alla sua scrivania, un bicchiere d'acqua fresca, mentre sbirciava un po' i social dei due fratelli acquisiti per scoprire cosa stessero combinando entrambi: era comunque una sorella gelosa e apprensiva, lei doveva sapere tutto, no?
    Sospirò, lanciando un po' di cuoricini in giro per le foto di Aaron. Si rimise a sedere, mentre continuava a sbirciare qua e là anche quaclhe foto di Lilith. Chissà come se la passava la riccia...
    Annie-Macrae Welsh

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    Una pausa molto lunga tra una terapia e l'altra era quello che ci voleva per liberare la mente della rossa che in quel periodo si sentiva quasi in gabbia tra le mura di quell'Ospedale.
    Aveva fissato quei due appuntamenti distanti tra loro con la consapevolezza che anche lei aveva bisogno di fare una pausa per poter sfogare i suoi pensieri. E per farlo era salita all'ultimo piano, ancora con il camice indosso, aperto a mostrare la sua tenuta in borghese: una semplice t-shirt bianca a maniche corte, sblusata nei pantaloni color beige, stretti a sigaretta, che mostravano un po' di caviglia e ai piedi delle tennis semplicissime. Non si era ancora preoccupata di mettere i suoi soliti abiti eleganti, anche perchè le temperature richiedevano ancora una particolare attenzione per non rischiare di soffrire troppo il caldo.
    Il camice bianco era perfettamente stirato e cadeva sul suo corpo allenato e snello come se le fosse stato cucito addosso. Sulla tasca all'altezza del seno sinistro aveva l'etichetta con il suo nome, Dott.ssa Welsh, che spifferava ai quattro venti chi fosse e che ruolo avesse.
    Il suo studio di magipsicologia era sempre pieno di casi difficili e complicati, spesso gli scarti degli altri colleghi che valevano meno di niente, tra questi lo stesso Peters, che chissà a quest'ora cosa stava combinando in giro per le strade di Londra e quante vittime aveva mietuto durante il suo breve periodo di ferie.
    Eppure, nonostante tenesse ai suoi pazienti, ai suoi casi, al suo lavoro e stava continuando a studiare per averne ancora di più di fama e di conoscenza, questo sembrava non bastare. C'era qualcosa che le mancava, era come se sapesse che per sentirsi completa doveva fare ancora un passo ma non riusciva a capire cosa, realmente volesse.
    La sua relazione con Lancelot era da favola e non poteva lamentarsi, ma sentiva che voleva di più, ma non aveva il coraggio di chiedere ancora troppo a quel ragazzo che faceva di tutto per dedicarle ogni secondo libero che aveva da quei ragazzini che stava crescendo.
    Chissà, forse era questo che le portava preoccupazioni? Lancelot cresceva ragazzini ogni giorno, sarebbe mai stato pronto a crescerne uno suo? O forse era ancora troppo presto?
    L'arietta d'ottobre, su quella terrazza, era perfetta.
    La mano affusolata della dottoressa scivolò nella tasca sinistra ad afferrare un ben celato pacchetto di sigarette. Ebbene sì, aveva iniziato a fumare, non era qualcosa di ripetitivo, aveva poco tempo per prendere una pausa sigaretta cadenzata, ma quando aveva un tempo più lungo d'attesa, riusciva a prendere una boccata di quel cancerogeno bastoncino. Lasciava il pacchetto in ufficio, affinchè non lo scoprisse Aaron in casa, preoccupandosi di ripulirsi ogni volta che tornava a casa, non fumando per almeno due o tre ore prima di tornare, lavandosi i denti nel bagno della sua stanza al San Mungo e riempendosi come da consuetudine di profumo, cosa che amava fare fin da piccola, quindi mai fuori dall'ordinario.
    Portò il bastoncino alle labbra, poggiando la schiena al parapetto della terrazza. L'accendino diede la fiamma giusta per accendere il bastoncino e lei aspirò. Una lunga boccata, socchiudendo gli occhi e poi sollevando il capo per soffiare via il fumo in eccesso verso l'alto.
    Cosa c'era che non andava? Perchè non riusciva a capirlo?
    Annie-Macrae Welsh

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    Amor, ch'a nullo amato amar perdona.
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    Medimaga

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    Ma dove andate voi.
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    Ricominciate da capo u.u
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    Benvenuta!!!!
    Io sono Alessandra e ho un po' di pg in giro per il forum!
    Contenta di vedere facce nuove, per qualsiasi cosa non esitare a chiedere, lieta di aiutarti!
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    Cucù.
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    Ricominciate ** che carini
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    E quindi ripartite da 0, lo staff ha parslto u.u

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    Sembri quasi Martina oh
256 replies since 12/9/2018
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