Posts written by Sigurth Gunnarsson

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Ognuno ha il suo metodo di preparazione nell'affrontare una sfida. Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson aveva atteso la possibilità di scalare il totem sacro fin dal suo primo Yul Bran in tenera età. Era un Predone e amava mettersi alla prova, eppure preferiva affrontare la scalata preparato. I picchi di Odino erano la sua personale fonte d'allenamento nella scalata verticale. Con le mani sporche di gesso per non perdere aderenza era solito affrontare i Picchi di Odino, una scalata sulla nuda roccia per temprare il proprio fisico e dare il meglio di sé per provare il proprio onore. Con quel tipo di allenamento, la scalata al totem sacro sarebbe dovuta essere una passeggiata ma, tuttavia, il buonsenso del predone non gli avrebbe consentito di sottovalutare l'impresa. Compiuta di fronte al villaggio Sigurth non poteva permettersi di fallire, levandosi gli stivali il Predone sarebbe rimasto a piedi e mani nude per avere ancora più aderenza sulla superficie. Non poteva usare oggetti, altrimenti avrebbe rovinato il totem e non se lo sarebbe mai perdonato e così, infatti, subito dopo i primi metri l'imponente struttura spiccava per via della sua altezza e maestosità. Grazie alle incisioni sulla base l'uomo era riuscito ad affrontare i primi metri senza relativa difficoltà sfruttando gli appigli che le incisioni fornivano. Eppure, la netta differenza rispetto alle montagne che il Predone era abituato a scalare e il totem era per via della diversa consistenza del materiale con cui era fatto, molto più simile al pennone di una nave. Sigurth avrebbe studiato gli appigli, cercando di delineare un percorso per arrivare fino in cima. Il Predone si sarebbe passato le mani sulle braghe, nel vano tentativo di asciugarsi dal sudore che ne ricopriva i palmi, con molta calma avrebbe proseguito, appiglio dopo appiglio, cercando di resistere al bruciore e allo sforzo che i muscoli di braccia e gambe stavano provando. Avrebbe continuato, appiattendosi il più possibile contro la struttura in legno cercando, di tanto in tanto un incavo abbastanza comodo per poter riposarsi. L'uomo, così facendo, aveva guadagnato metà dell'altezza del totem ma, in quel frangente, non poteva permettersi il lusso di abbassare la guardia; un'imprecisione, anche minima, poteva costargli la scalata rendendo vano tutto lo sforzo fatto fino ad ora per arrivare in quel punto. Più saliva lungo il totem più sentiva le proprie mani sempre più sudate e continuava a passarle sulle braghe per asciugarle. Sigurth aveva avvertito più volte la sensazione di stare per perdere la presa e, solo una, aveva franato sulla superficie del totem, sbucciandosi il corpo per via dell'attrito esercitato dal legno. Minuscole schegge di legno gli si erano conficcate nel corpo dandogli un fastidio che si unì a quello della fatica fisica. Aveva perso alcuni metri, con i quali avrebbe dovuto cercare un'altra via per arrivare alla cima. Dandosi uno slancio con i piedi il Predone avrebbe cercato di superare il divario tra l'appiglio a cui stava cercando di arrivare e quello a cui si reggeva facendo forza sull'unico braccio che sosteneva lo sforzo ed attaccarsi con la mano libera a quell'appoggio. Il padre del tutto lo aveva dotato della capacità di divenire uno dei suoi corvi eppure neppure per un istante Sigurth aveva pensato di scegliere quella scorciatoia ritenendola indegna. Superata quella difficoltà il Predone avrebbe continuato a proseguire, guadagnando con fatica e sudore della propria fronte la cima del Totem.

    by RevelioGDR
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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone avrebbe riso, sperava che Eirikr non venisse intimidito dalle proprie parole. L'obiettivo non era quello di farlo desistere ma anzi, farli tirar fuori la sua natura da Denrisiano troppo a lungo nascosta in profondità. «Affatto!» Replicò, mentre girava in tondo in quel ring circolare. «Voglio solo farti capire che non ci sarà vergogna per te se verrai sconfitto!» Prosegui con baldanza. Il Predone non era intenzionato a perdere e, quando l'altro replicò al proprio pugno schivandolo, aggirandolo e assestandogli un pugno nel fianco il sangue del Gunnarsson ribollì dalla gioia. Il dolore fisico gli faceva comprendere di esser vivo e nulla più di uno scontro, anche se fatto in via amichevole, poteva dargli quella sensazione di essere pronto per il Valhalla, raccolto da una delle Valchirie di Odino. Il colpo di Eirikr gli aveva spezzato il fiato ma, resistendo al dolore Sigurth era riuscito a sua volta a portare a casa un colpo sullo zigomo drl collega. «E bravo il nostro Eirikr, bel colpo! Vedo che non ti sei dimenticato come si combatte nonostante tu passi troppo tempo con gli inglesi!» Con i propri conterranei li a esultare per entrambi il Predone si sarebbe abbassato, cercando di infliggere al Donneville un montante dritto sul mento per poi, con l'altro pugno, tentare un nuovo colpo diretto alla bocca dello stomaco per fiaccare la resistenza di Eirikr.

    by RevelioGDR


    Interagisce con Eirikr J. Donneville inizia lo scontro e tenta di dargli un paio di pugni.

    Azione 1: tenta un "Montante" su Eirikr.
    PP di Riferimento: Coraggio 36 (+9)
    Skill: Duellante Nato (+4)

    Azione 2: tenta un "Cross" su Eirikr.
    PP di Riferimento: Coraggio 36 (+9)
    Skill: Duellante Nato (+4)
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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Un giudice si era presentato per dirigere quello scontro tra lui e l'altro Predone. Sigurth avrebbe lasciato annunciare il proprio nome e, nel farlo, avrebbe salutato il pubblico che avrebbe osservato l'incontro alzando entrambe le braccia. Alle regole della sfida il figlio di Gunnar annuì e, con l'intenzione di mostrare come quella competizione fosse amichevole, avrebbe porto la mano verso Eirikr per stringergli l'avambraccio. «Che vinca il migliore.» Disse per poi allontanarsi raggiungendo il limitare del ring, un sorriso e quando il tizio diede il via avanzò tenendo la propria guardia alzata. «Ho viaggiato Eirikr nel tempo in cui non ci siamo visti, sono stato a Niflheimr, al villaggio di Ulwandile Isigodi, incontrato una Valchiria del Padre degli Dèi e sono stato all'isola di Calipso. Tu che hai fatto nel frattempo?» Avrebbe girato attorno a lui, studiando il proprio avversario e cercando eventuali brecce nella sua difesa per affondare un paio di colpi oltre la sua guardia. «Sai qualcuno qui potrebbe pensare che stai battendo la fiacca.» Il Predone avrebbe cercato di tenere alta la propria guardia cercando di fare scoprire l'avversario. Eirikr poteva rappresentare un avversario ostico, non era da sottovalutare e anche se i suoi gusti propendevano più per il mondo moderno restava comunque un figlio di Denrise e non uno di quegli inglesucci deboli e rammolliti.

    by RevelioGDR


    Interagisce con Eirikr J. Donneville inizia lo scontro e tenta di dargli un paio di pugni.

    Mezza azione: Tenta di provocare Eirikr nel tentativo di fargli abbassare la guardia e renderlo meno cauto.
    PP di Riferimento: Carisma 21 (+5)

    Azione 1: tenta un "Jab" su Eirikr.
    PP di Riferimento: Coraggio 36 (+9)
    Skill: Duellante Nato (+4)

    Azione 2: tenta un "Cross" su Eirikr.
    PP di Riferimento: Coraggio 36 (+9)
    Skill: Duellante Nato (+4)
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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone certo non si tirava indietro in una sfida, specialmente se questa significava menar le mani, sempre pronto al combattimento il figlio di Gunnar aveva convissuto con altri quattro fratelli e le risse erano più o meno all'ordine del giorno. Quei cinque non erano Denrisiani, non avrebbero potuto competere con un uomo forgiato nel fuoco di mille battaglie. Se da una parte i colpi di Sigurth si susseguirono uno dopo l'altro sui volti e gli stomaci con precisione, l'uomo sapeva anche incassare i pugni che non riuscì a parare da parte di quei cinque, qualche colpo in arrivo di cui uno poco sopra il sopracciglio che venne tagliato e il sangue uscì copioso. Con la vista annebbiata dal sangue, la canottiera sformata per via delle prese che aveva subito, Sigurth vide luccicare qualcosa con la coda dell'occhio. Un pugnale a serramanico dalla lama così corta che per il Predone sarebbe sembrato un coltellino da burro. Il Gunnarsson avrebbe afferrato d'istinto il braccio dell'uomo, torcendoglielo dietro la schiena di modo che lasciasse la presa. Da una semplice rissa si era passati ad un'aggressione a mano armata. Non era un legale, né gli avrebbe fatto differenza, la questione non sarebbe finita nei tribunali, Sigurth avrebbe risolto a modo suo. Un secco gancio destro sul mento mise knock out il tizio che aveva provato ad estrarre il coltello a serramanico, gli altri quattro cercarono di approfittarne assestandogli alcuni colpi nello stomaco e in volto. Il rumore dello strappo della giacca in pelle arrivò alle orecchie del predone che, nonostante li avesse sotto controllo, non riusciva a parare qualsiasi colpo. Un montante, nello stomaco mozzò il fiato ad uno dei quattro che stramazzò a terra a corto di fiato, gli altri tre vennero messi al loro posto in fretta, Sigurth era acciaccato ma era l'unico che si reggeva in piedi in quel momento. Estrasse la bacchetta dal fodero e, eseguito un reparto sui propri vestiti, decise di recarsi al San Mungo.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone avrebbe atteso la risposta di Eirikr a quella proposta di sfida. Sigurth contro Eirikr, un uomo devoto al culto degli Antichi Dèi in opposizione ad uno disilluso dalla vita. La sfida lanciata dal figlio di Gunnar Ragnarsson venne sostenuta dal popolo che iniziò ad invitare entrambi i contendenti. Non gli sfuggì lo sguardo che si scambiarono Andrew ed Eirikr né il fatto che molti scommettessero sia su di lui che sul Donneville. Quando il blogger si avvicinò a lui Sigurth cennò con il capo e gli disse. «Non ti conviene entrare nel ring o sarai costretto a batterti. Per le presentazioni formali ci sarà tempo più tardi, io sono Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson.» Gli disse prima che questi potesse mettere piede all'interno del cerchio composto da pietre di medie dimensioni. «Sai benissimo che in qualsiasi modo ci battiamo questo farà piacere agli Dèi.» Il Predone aveva la bacchetta nel fodero al fianco e, slacciato, lo avrebbe lanciato al di fuori del ring. «Facciamolo alla Babbana.» Un sorriso e posto un piede di fronte all'altro avrebbe lasciato scoperta meno superficie, le mani strette a pugno si sarebbero sollevate in una guardia e saggiando le distanze Sigurth avrebbe dato il via allo scontro.

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    Interagisce con Andrew Barber e Eirikr J. Donneville
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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone osservò curioso ciò che Alton voleva mostrargli, uno stralcio d'articolo riguardante una malattia magica nuova e, oltre a ciò, poté notare come le fotografie potessero muoversi. «E se ti dicessi di essere un Babbano e che tu hai appena violato lo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica?» Disse, capire la natura di quello scribacchino sarebbe stato il primo passo per comprendere cosa avrebbe o non avrebbe potuto dire. La sua natura magica era ormai assodata ma ciò che Sigurth voleva comprendere era proprio se uno esterno a Denrise meritasse la fiducia per poter parlare in maniera spensierata. «No, non sono un Babbano ma dovresti fare attenzione a mostrare certe cose così alla leggera.» Aggiunse, infine abbassando la voce mentre alcuni dei presenti si voltarono verso di loro o meglio, verso di lui. «Non abbiamo quel giornale a Denrise, abbiamo “A tutta Drakkar!” che parla di quello che succede da noi.» Sussurrò sentendo gli sguardi su di sé.

    Aveva appena ricevuto il colpo e si era voltato verso il tipo che gli era rimasto in mano il moncone della stecca da biliardo.
    «Che cazzo ti salta in mente "amico"?!?» Il Predone avrebbe chiesto mentre un capannello di persone si attorniavano a lui. Il figlio di Gunnar scosse il capo e, comprendendo dove la situazione andasse a parare, afferrò per la maglietta due di loro: quello che lo aveva colpito e uno accanto a lui. «Bene, se proprio lo volete… Andiamo fuori.» Avrebbe trascinato i due mentre gli altri tre lo avrebbero seguito con le loro gambe. Il Predone li portò in un vicolo e, lasciati andare quelli che aveva trattenuto, si preparò mentalmente a quello scontro. “Thor Odinsson, la tua battaglia è la mia battaglia, dammi un segno di come poterti compiacere in questo scontro.” Il suo pensiero fu rivolto al consiglio che Marina gli aveva dato tempo addietro e avrebbe lasciato ai cinque la prima mossa.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Nessuno, in quella festa aveva preso parte alla tradizione più antica come lo scontro sul ring, il figlio di Gunnar aveva scelto quell'attività perché in combattimento sapeva il fatto suo ma era stufo di attendere, il Predone aveva aspettato così tanto per un avversario e nessuno fino a quel momento si era fatto avanti, Sigurth individuò tra la folla un'altro volto familiare quello di Eirikr Donneville il Predone con cui aveva scambiato qualche parole al ritorno in patria più di un'anno fa in compagnia con un'altro tipo dal cappello quanto mai improponibile. Che cazzo credeva, che lo Yul Bran fosse una di quelle feste commerciali inventate solo allo scopo di vendere cappellini rossi con pon pon bianchi o maglioni con sopra ricamate delle renne, alberi o addirittura stecche di zucchero? Lo sguardo del Predone notò il cenno del capo di Eirikr e sorrise, aveva trovato il proprio avversario e, a meno che non si sarebbe ritirato con disonore, Eirikr sarebbe salito su quel ring per una sfida amichevole. «Hey, Donneville!» Chiamò a gran voce alzando la mano e facendogli cenno di avvicinarsi. «Ti sfido per uno scontro qui sul ring, che l'intera Denrise e gli Dèi di Ásgarðr ci facciano da testimoni!» Aveva gettato il proprio guanto della sfida e solo Eirikr avrebbe potuto decidere se accettare o meno la possibilità di battersi contro di lui. L'obiettivo era di vincere almeno uno scontro per guadagnarsi la possibilità di scalare il totem.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Un giornalista, Sigurth avrebbe dato uno sguardo fugace a quei fogli che Alton aveva messo via e annuì. Era un uomo d'azione e mal sopportava una vita al di là di una scrivania, non la concepiva una routine quotidiana fatta di scartoffie e mani sporche d'inchiostro o piene di tagli da carta. «Beh, ad ognuno il proprio lavoro, io invece viaggio per mare.» Il Predone avrebbe osservato la mossa dell'avversario che imbucò la dodici ma, nel farlo, una palla delle sue piene finì per sbaglio in buca. Il suo sorriso si sarebbe allargato e, attendendo la prossima mossa, l'uomo diede un sorso alla propria birra. «Per che Gazzetta scrivi?» Il Predone voleva sentirglielo dire, voleva fugare ogni dubbio sul fatto che Alton fosse o meno un mago. Inclinò il capo, prima da un lato e poi dall'altro mentre l'uomo al tavolo faceva l'ennesimo sbaglio mancando completamente la tredici. Quando l'urlo esplose Sigurth scosse il capo e, mentre si chinava sul tavolo per imbucare la sei ed essere ad un passo dalla vittoria, con la sette messa in buca dal tizio restava solo la otto. «Come cazzo si fa a guardare una cosa così insulsa.» Disse, tra sé e sé, a voce un po' troppo alta. Si sarebbe messo in linea con la bianca e la sei, così vicina alla buca da dover dosare al meglio la forza per evitare di far entrare anche l'altra palla. Un colpo semplice ma che richiedeva precisione per poter posizionare già la pallina bianca in linea con la otto. La botta alla schiena arrivò improvvisa e inaspettata, la stecca da biliardo si frantumò e schegge di legno volarono da tutte le parti, evidentemente qualcosa non era andato per il verso giusto. Il Predone aveva subito quel vile attacco da parte del suo avversario, prese il boccale e se lo scolò con un paio di sorsi, terminando così la birra. Qualcosa gli diceva che quella partita a biliardo non sarebbe mai finita.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Mai piangere sulla birra versata, Sigurth non era tipo da rimpiangere su un boccale rovesciato ma sapeva che, per molti, quella perdita avrebbe potuto rappresentare una sfortuna maggiore. Lasciando per un momento il tavolo da biliardo, il Predone avrebbe preso il proprio boccale e, dando un sorso, finì la birra in esso contenuta. Non avrebbe abbandonato la partita, posò il boccale sul tavolo, la mossa stava ancora a lui dato che non aveva commesso "fallo" e girando attorno al tavolo osservò Alton per dirgli. «Ordinane un'altra Alton, sarà a spese mia questa, io sono Sigurth Gunnarsson.» Si sarebbe piegato sul tavolo, cercando l'angolazione migliore per la traiettoria della pallina bianche che, stavolta, doveva colpire la sei piena purtroppo per lui sarebbe dovuto andare di sponda e nemmeno in quel caso la pallina sarebbe potuta finire in buca, forse avvicinarsi, quello si. Se Alton sperava che con il suo nome l'uomo lo riconoscesse gli andò male, Sigurth era di Denrise e, come Denrisiano, la Gazzetta del Profeta era il giornale meno seguito dell'isola a differenza del "A tutta Drakkar" il giornale locale. Il Predone avrebbe scoccato il proprio colpo, dando alla pallina bianca la forza di battere sul bordo del tavolo e dirigersi verso la sei colpendo la pallina di striscio sulla sinistra ed imprimendo un'accelerazione che l'avrebbe avvicinata alla buca. Nel tragitto la pallina si sarebbe scontrata con una palla barrata, allontanando quest'ultima dalla buca. Una volta che si sarebbero fermate tutte le palle in gioco avrebbe lasciato la mossa al suo sfidante e, nel frattempo si sarebbe avvicinato al bancone ordinando una seconda birra, per poi dirigersi verso Alton. «Ho visto che avevi delle carte sul tavolo, spero che non si sia rovinato nulla.» Gli disse, cercando di intavolare una conversazione, la massa di persone lì presenti esplose in un sonoro "NOOO!” e, scuotendo il capo, il Denrisiano avrebbe sollevato lo sguardo verso lo schermo.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone avrebbe atteso pazientemente che il lavoro della Guaritrice De Maris facesse il suo regolare corso. Altri piccoli taglietti vennero curati e medicati e, ciò che il figlio di Gunnar fece, fu solo un cenno del capo in ringraziamento alla ragazza. Il suo pensiero andò a quei cinque, lasciati a terra sull'asfalto umido, che si erano imbattuti in lui. Chiuse gli occhi, calmò il respiro come gli aveva insegnato Marina e cercò di connettersi con la mente al piano del Divino. Odino, padre degli Dèi aveva vegliato nuovamente su di lui e, in quella sorta di trance, avrebbe rivolto un ringraziamento al padre di Thor Odinsson. Una volta finito di rivolgere quella preghiera alle ali di Huginn Sigurth riaprì gli occhi e scoprì che la Medimaga aveva concluso il proprio lavoro. «Grazie.» Avrebbe detto, scendendo con un balzo dal lettino per rivestirsi. «So che la visita non è gratuita, una volta finito qui andrò all'ingresso dove ci sono quelle donne al bancone per pagare il prezzo.» Ormai del tutto ristabilito il Predone avrebbe messo anche la giacca di cuoio sollevando il colletto. «Alla prossima Amélie De Maris, forse la prossima volta ci incontreremo in circostanze meno spiacevoli anche se non ti nego che raramente vengo nel Regno Unito. Forse con la mia partecipazione alla Lega dei Duelli la cosa potrebbe cambiare.» Sarebbe uscito dallo studio e, percorso il corridoio a ritroso sarebbe arrivato fino al bancone dell'accettazione. Dalla sua scarsella l'uomo avrebbe estratto quindici Galeoni d'oro poggiandoli sul bancone. «Questi sono per la visita, arrivederci.» Con il conto ormai pagato Sigurth si sarebbe carezzato la barba, rendendosi conto che fosse ancora appiccicosa del sangue perso dalla fronte e, prima di uscire, l'uomo si sarebbe diretto al bagno pubblico per potersi sciacquare il viso dal sangue incrostato.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Un cenno del capo, annuendo alle parole della Medimaga. «Si, lo hai pronunciato bene il mio nome, puoi darmi del tu.» Non avrebbe accennato nulla riguardo al fatto che se Dumisama non era riuscito a portarlo al cospetto di Odino niente di ciò che avrebbero potuto fare quei cinque sarebbe bastato per aprirgli le porte del Valhalla «Avrei definito rissa uno scrontro tra più persone ma in questo caso non lo è stato, cinque persone contro di me, poveri loro, non erano abbastanza.» Per sottolineare la cosa avrebbe aggiunto un'altra cosa. «Di recente mi sono iscritto alla Lega dei Duelli qui di Londra, probabilmente avrai modo di poter vedere come combatte un Denrisiano.» Il mezzo sorriso si allargò ancora sdi più e, seguendo le istruzioni della Medimaga avrebbe chiarito. «Forse qualche ematoma ma nulla di grave, mi hanno colpito con una stecca da biliardo sulla schiena.» Il Predone avrebbe levato la giacca di pelle e sollevato la canottiera fino a togliersela per mostrarle il fisico e le ferite. Avrebbe lasciato la Medimaga fare il suo lavoro osservandone le mosse con attenzione, alcune ecchimosi erano presenti sul corpo dell'uomo nei punti in cui era stato bersaglio dei colpi di quei babbani e le nocche sbucciate sulle mani era per via dei colpi che aveva inflitto ai propri avversari. Non batté ciglio quando l'alcool sarebbe entrato in contatto con la ferita sul sopracciglio, bruciava ma era abituato al dolore, forte delle scalate che si faceva regolarmente sui Picchi di Odino. «Grazie.» Le disse, una volta che ella aveva finito con i suoi incanto curativi. Per quanto gli riguardava Sigurth avrebbe anche fatto a meno di quella seconda parte, in cui si sarebbe occupata di rimuovere le ecchimosi con della pasta per la rimozione di lividi, un prodotto che avevano creato e venduto i gemelli Weasley nella loro attività.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Ad accoglierlo venne una ragazza, una rossa pelle e ossa che in confronto alle donne Denrisiane sembrava uno spaventapasseri. Il primo pensiero di Sigurth fu se, le donne inglesi mangiassero abbastanza ma, quando la ragazza si presentò, capi che non era Inglese bensì francese e di solito, quelle avevano la pessima abitudine di mangiare per poi andare in bagno e vomitare permanere la "linea". La ragazza lo condusse in una zona appartata e gli chiese di presentarsi. «Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson piacere di conoscerti Amélie.» Disse, era più che certo che lei non avrebbe avuto idea di come si scrivesse e così, dopo un sospiro, le fece lo spelling. Avrebbe sollevato lo sguardo alle domande della Guaritrice però trattenne la sua indifferenza rispetto agli usi e costumi moderni e si sforzo di guardare negli occhi la ragazza con le efelidi sul viso. «In tutta onestà non sarei nemmeno venuto, sarei ritornato a Denrise da uno dei nostri Druidi ma con il porto chiuso mi sarebbe stato difficile trovare una nave.» Eppure, tornare a Denrise, non sarebbe stato possibile nell'immediato, doveva ancora trovare informazioni riguardo gli artefatti. Una risata proruppe dalle labbra di Sigurth quando la donna disse che era legata al segreto professionale e, scuotendo il capo, le avrebbe detto. «Non ho nulla da nascondere, ero in un locale babbano e gli animi si sono surriscaldati un po' al gol dell'Arsenal. Qualcuno ha preso a male il mio commento riguardo alla delusione dei tifosi di quello sport insulso ed è iniziata così la rissa. C'è da dire che, di tutti quelli presenti nel vicolo, solo io ne sono uscito sulle mie gambe.» Mai fare arrabbiare un Denrisiano, specialmente se era un Predone e aveva fatto del combattimento la propria arte primaria. Dei Babbani inglesi non avrebbero potuto nulla contro di lui e, per non elevarsi troppo al di sopra dei propri avversari, aveva lasciato la bacchetta nella fondina di pelle contenuta nella tasca sulla coscia dei suoi pantaloni militari. Aveva affrontato quello scontro a mani nude e, per uno abituato a combattere contro troll, hobgoblin e ogni genere di creatura magica quella baruffa era uno gioco da ragazzi.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone con la guerra in corso non aveva abbassato la guardia e se si trovava a Londra era solo per studiare più da vicino quali altri artefatti magici sarebbero occorsi a Sigurd per poter vincere la guerra e affrancare Denrise dal gioco del Mar Mediterraneo. Tuttavia nei momenti morti in cui non poteva buttarsi sopra un libro il Denrisiano avrebbe goduto di quelle piccole cose che erano i pub londinesi. Certo, non erano il Canto della Sirena ma purtroppo la perfezione fuori casa non si poteva trovare. Il locale era pieno, causa anche la partita Babbana di due squadre calcistiche, Chelsea contro Arsenal e il puzzo di fumo che proveniva dall'area fumatori infastidiva Sigurth. Con una pinta di birra in mano e la stecca da biliardo nell'altra, il Predone osservava la persona contro cui giocava fare svariati giri del tavolo come per capire cosa fare, lo sguardo del Predone andò al soffitto e, infine, sull'orologio appeso al muro. «Hoy, tra un'ora chiude questo posto, pensi di riuscire a fare la tua mossa prima di allora?» Chiese iniziando a mostrare segni di insofferenza. Era molto meglio dedicarsi allo sport del lancio dell'ascia o, se si era all'interno del Canto, a quello del lancio in lungo dell'ubriacone fuori dalla taverna. Finalmente si era deciso e, con un colpo, la palla bianca andò ad impattare contro la undici disegnando una traiettoria precisa che portò la palla barrata in buca ma, con essa, anche quella bianca. Un colpo troppo forte. «Ahh che peccato amico, adesso finalmente tocca a me.» Il Predone posò la propria birra sul bordo del tavolo da biliardo, andando a recuperare la palla bianca e, sistemando la sfera sulla linea bianca, la posizionò in maniera che fosse perpendicolare alla sua numero cinque. Si sarebbe piegato sul tavolo e, mettendo la punta della stecca vicina ad essa, avrebbe fatto come per caricare il colpo. Il fondo della stecca tuttavia andò ad impattare contro qualcosa e, voltandosi, notò come una birra fosse caduta: non la sua, quella era al sicuro sul bordo del tavolo ma quella di un tizio seduto al tavolo vicino. Avrebbe terminato il colpo imbucando la pallina piena senza sbatter dentro anche la bianca per poi dirigersi verso il tizio a cui aveva rovesciato la birra con la stecca. «Mi spiace, è stato un incidente. Te ne offrirò un'altra.» Disse.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il sorrisetto divertito e sfrontato non avrebbe abbandonato facilmente il volto di Sigurth che, in quel momento, con un sopracciglio aperto e il sangue secco sul volto era più simile ad uno di quei Berserkr mai spariti dalla cultura Denrisiana. Non a caso, con il suo metro e novantasei, il Predone aveva fatto desistere un paio di Inglesini che, all'ennesimo insulto, rivolto verso la loro stupida partita di calcio avevano tentato di menarlo con una stecca da biliardo. La stecca si era frantumata in mille pezzi scontrandosi contro la schiena del Predone e, a quel punto, un ghigno ferino si era preso possesso del volto di Sigurth. Indossava una canottiera nera, sopra di essa il giubbotto di pelle nera gli copriva le braccia fino ai polsi e un paio di Jeans neri con un paio di anfibi con tacco in ferro. Si era scrocchiato le dita delle mani e, afferrando per la maglietta due di quei tizi, aveva costretto gli altri a seguirlo nel retro del locale. Lì aveva fatto in modo che, quei tizi, sentissero su di loro un po' di spirito diplomatico tipico di Denrise e, una volta fatto, da quel vicolo ne era uscito solo lui sulle proprie gambe. Non si era nemmeno accorto di quando, nella furia della rissa, qualcuno lo aveva colpito poco sopra al sopracciglio causandogli quel taglio. Non voleva nemmeno dirigersi al San Mungo, avrebbe volentieri lasciato l'incombenza di curare quegli ematomi e quei taglietti ad uno dei numerosi Druidi rispettati di Denrise ma con il blocco di Sigurd il Predone non avrebbe raggiunto facilmente la propria patria nell'immediatezza. «È permesso? Avrei bisogno di un Guaritore.» Esordi arrivando nell'atrio della struttura ospedaliera, in tutta la sua vita non era mai stato lì e, quella gita, avrebbe richiesto dazio in sonanti Galeoni dorati.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone aveva preso posto nel ring e, nell'attendere il proprio avversario, lo sguardo sarebbe corso sui presenti. Avrebbe notato alcuni volti conosciuti, chi più, chi meno, e rivolto un cenno del capo a chi scambiava con lui lo sguardo. Il Padre degli Dèi vegliava sul suo cammino, era ben evidente che, nel corso dell'ultimo anno, c'era stata più di una manifestazione da parte di Odino nell'interagire con lui semplice mortale. Non ultimo la presenza di una Valchiria all'interno del Tempio che gli spiegava l'importanza della sua missione. Il figlio di Gunnar Ragnarsson avrebbe rivolto un sorriso a Morgan e, chiudendo la mano destra a pugno, le avrebbe tributato un saluto ponendo il pugno chiuso sopra il proprio cuore. La sua attenzione, tuttavia si sarebbe rivolta al proprio sfidante, entrato nel ring, la lotta a mani nude era un qualcosa in cui era bravo, abituato fin da quando era ragazzo a fare fronte ai propri scontri con la forza della sua bacchetta, dei suoi pugni o della propria ascia. Si sarebbe puntellato sulle gambe, mantenendo una postura salda e scoprendo il minimo nella sua postura. Il Predone si sarebbe avvinghiato con le braccia al proprio sfidante cercando di sfruttare il gioco delle leve ed usare la forza dell'avversario come un vantaggio per buttarlo a terra e farcelo rimanere.

    by RevelioGDR


    Edited by Sigurth Gunnarsson - 4/12/2022, 01:36
116 replies since 18/10/2016
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