Affrontare la scalata

Spunto evento Jul Bran 2022

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    Denrise
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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Ognuno ha il suo metodo di preparazione nell'affrontare una sfida. Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson aveva atteso la possibilità di scalare il totem sacro fin dal suo primo Yul Bran in tenera età. Era un Predone e amava mettersi alla prova, eppure preferiva affrontare la scalata preparato. I picchi di Odino erano la sua personale fonte d'allenamento nella scalata verticale. Con le mani sporche di gesso per non perdere aderenza era solito affrontare i Picchi di Odino, una scalata sulla nuda roccia per temprare il proprio fisico e dare il meglio di sé per provare il proprio onore. Con quel tipo di allenamento, la scalata al totem sacro sarebbe dovuta essere una passeggiata ma, tuttavia, il buonsenso del predone non gli avrebbe consentito di sottovalutare l'impresa. Compiuta di fronte al villaggio Sigurth non poteva permettersi di fallire, levandosi gli stivali il Predone sarebbe rimasto a piedi e mani nude per avere ancora più aderenza sulla superficie. Non poteva usare oggetti, altrimenti avrebbe rovinato il totem e non se lo sarebbe mai perdonato e così, infatti, subito dopo i primi metri l'imponente struttura spiccava per via della sua altezza e maestosità. Grazie alle incisioni sulla base l'uomo era riuscito ad affrontare i primi metri senza relativa difficoltà sfruttando gli appigli che le incisioni fornivano. Eppure, la netta differenza rispetto alle montagne che il Predone era abituato a scalare e il totem era per via della diversa consistenza del materiale con cui era fatto, molto più simile al pennone di una nave. Sigurth avrebbe studiato gli appigli, cercando di delineare un percorso per arrivare fino in cima. Il Predone si sarebbe passato le mani sulle braghe, nel vano tentativo di asciugarsi dal sudore che ne ricopriva i palmi, con molta calma avrebbe proseguito, appiglio dopo appiglio, cercando di resistere al bruciore e allo sforzo che i muscoli di braccia e gambe stavano provando. Avrebbe continuato, appiattendosi il più possibile contro la struttura in legno cercando, di tanto in tanto un incavo abbastanza comodo per poter riposarsi. L'uomo, così facendo, aveva guadagnato metà dell'altezza del totem ma, in quel frangente, non poteva permettersi il lusso di abbassare la guardia; un'imprecisione, anche minima, poteva costargli la scalata rendendo vano tutto lo sforzo fatto fino ad ora per arrivare in quel punto. Più saliva lungo il totem più sentiva le proprie mani sempre più sudate e continuava a passarle sulle braghe per asciugarle. Sigurth aveva avvertito più volte la sensazione di stare per perdere la presa e, solo una, aveva franato sulla superficie del totem, sbucciandosi il corpo per via dell'attrito esercitato dal legno. Minuscole schegge di legno gli si erano conficcate nel corpo dandogli un fastidio che si unì a quello della fatica fisica. Aveva perso alcuni metri, con i quali avrebbe dovuto cercare un'altra via per arrivare alla cima. Dandosi uno slancio con i piedi il Predone avrebbe cercato di superare il divario tra l'appiglio a cui stava cercando di arrivare e quello a cui si reggeva facendo forza sull'unico braccio che sosteneva lo sforzo ed attaccarsi con la mano libera a quell'appoggio. Il padre del tutto lo aveva dotato della capacità di divenire uno dei suoi corvi eppure neppure per un istante Sigurth aveva pensato di scegliere quella scorciatoia ritenendola indegna. Superata quella difficoltà il Predone avrebbe continuato a proseguire, guadagnando con fatica e sudore della propria fronte la cima del Totem.

    by RevelioGDR
     
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