Beer Drinking Queen

Alton & Sigurth

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    [The Blackfriar Pub, Queen Victoria Street, Londra, Sabato sera ore 22.00]



    Uno dei più antichi pub della città di Londra babbana, un ex monastero che aveva una storia secolare, e soprattutto un pub che poteva dare conforto serale dove bere e stare in santa pace con una bella birra londinese tra le mani in un buon tavolino in legno antico. Ma soprattutto era famoso anche per la buona musica e la movida serale che ci passavano ogni giorno della settimana, principalmente nel weekend. Giunse al locale alle 22 in punto appena uscito dalla redazione della Gazzetta del Profeta. Quindi appena entrato cercò un tavolino dove sedersi e mettere la sua valigetta con tutto quello che aveva da sistemare per il lunedì successivo, erano un paio di articoli da impaginare e sistemare al meglio ma niente di speciale tra appunti e varie cose che gli servivano per la cosa. Appena passò una ragazza che lavorava nel locale si fermò per chiedere se volesse ordinare.

    Salve cosa le posso portare?

    Tempo di dare un'occhiata al menù che era presente sul tavolo e scelse una tra le sue preferite.

    Prendo una Curios Brew Lager, grazie.

    Tempo di lasciar andare la ragazza a preparare quello che aveva chiesto e passarono un paio di minuti. La stessa cameriera tornò quasi subito con la sua ordinazione. Le lasciò subito le sterline babbane che aveva con se onde evitare di scambiare i galeoni con le sterline, poteva essere un problema quello. Contate le monete giuste per pagare la birra lasciò le medesime alla cameriera con una piccola mancia, poi iniziò con piacere a gustarsi la sua birra sorseggiandola. Nel frattempo nell'aria suonava una spettacolare canzone dei Queen, una delle più note band britanniche della storia babbana. Era un mix spettacolare. Tutto sembrava tranquillo nel locale al momento.


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    Sigurth Gunnarsson
     
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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone con la guerra in corso non aveva abbassato la guardia e se si trovava a Londra era solo per studiare più da vicino quali altri artefatti magici sarebbero occorsi a Sigurd per poter vincere la guerra e affrancare Denrise dal gioco del Mar Mediterraneo. Tuttavia nei momenti morti in cui non poteva buttarsi sopra un libro il Denrisiano avrebbe goduto di quelle piccole cose che erano i pub londinesi. Certo, non erano il Canto della Sirena ma purtroppo la perfezione fuori casa non si poteva trovare. Il locale era pieno, causa anche la partita Babbana di due squadre calcistiche, Chelsea contro Arsenal e il puzzo di fumo che proveniva dall'area fumatori infastidiva Sigurth. Con una pinta di birra in mano e la stecca da biliardo nell'altra, il Predone osservava la persona contro cui giocava fare svariati giri del tavolo come per capire cosa fare, lo sguardo del Predone andò al soffitto e, infine, sull'orologio appeso al muro. «Hoy, tra un'ora chiude questo posto, pensi di riuscire a fare la tua mossa prima di allora?» Chiese iniziando a mostrare segni di insofferenza. Era molto meglio dedicarsi allo sport del lancio dell'ascia o, se si era all'interno del Canto, a quello del lancio in lungo dell'ubriacone fuori dalla taverna. Finalmente si era deciso e, con un colpo, la palla bianca andò ad impattare contro la undici disegnando una traiettoria precisa che portò la palla barrata in buca ma, con essa, anche quella bianca. Un colpo troppo forte. «Ahh che peccato amico, adesso finalmente tocca a me.» Il Predone posò la propria birra sul bordo del tavolo da biliardo, andando a recuperare la palla bianca e, sistemando la sfera sulla linea bianca, la posizionò in maniera che fosse perpendicolare alla sua numero cinque. Si sarebbe piegato sul tavolo e, mettendo la punta della stecca vicina ad essa, avrebbe fatto come per caricare il colpo. Il fondo della stecca tuttavia andò ad impattare contro qualcosa e, voltandosi, notò come una birra fosse caduta: non la sua, quella era al sicuro sul bordo del tavolo ma quella di un tizio seduto al tavolo vicino. Avrebbe terminato il colpo imbucando la pallina piena senza sbatter dentro anche la bianca per poi dirigersi verso il tizio a cui aveva rovesciato la birra con la stecca. «Mi spiace, è stato un incidente. Te ne offrirò un'altra.» Disse.

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    Negli schermi c'era una partita dello sport babbano britannico più seguito, il calcio. Non che ci capisse molto nella stesso, sembravano degli imbecilli che andavano dietro a un pallone. Cosa c'era di gusto rispetto a spedire una maledizione senza perdono addosso a una persona? Quello si che era bello. Quel tavolo aveva vicino il tavolo da biliardo dove si stava tenendo una partita alquanto accesa e interessante da seguire. Stava per riprendere la sua valigetta per mettere via due fogli che stava leggendo, ma all'improvviso sentì come un colpo che aveva preso la sua birra che era posata sul tavolo.

    Ma che cazzo è....

    Guardando meglio era stato quel giocatore che era al tavolo da biliardo e forse non era il caso avere dei problemi con ello, sembrava essere ben piazzata e comunque era una cosa che poteva assolutamente capitare. Un errore fatto in genuinità. Controllò che niente di importante fosse stato preso dalla birra caduta, poi prese la parola con l'uomo che sembrava essere arrivato da qualche isola vichinga per certi versi ma sembrava essere anche ragionevole.

    Non ti preoccupare, può capitare. Non ci siamo fatti male ne io ne te, e niente si è sporcato. Quindi va tutto bene. Ah, gran colpo l'ultimo che hai fatto sul tavolo da biliardo.

    Un sorriso sul volto.

    Ti ringrazio molto. Accetto la tua offerta volentieri.

    Fece una piccola risata.

    Comunque piacere di conoscerti, sono Alton McKinley, ma chiamami solo Alton. Te come ti chiami?

    Forse il suo nome poteva dire qualcosa a quell'uomo se fosse stato del mondo magico, era chiaro che chiunque nell'Inghilterra magica leggesse la Gazzetta del Profeta avesse letto il suo nome in tanti articoli usciti giornalmente tra le pagine del giornale più noto del mondo magico. Ma prima di dire una cosa del genere doveva capire di cosa fosse quell'uomo, del mondo babbano o di quello magico.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Mai piangere sulla birra versata, Sigurth non era tipo da rimpiangere su un boccale rovesciato ma sapeva che, per molti, quella perdita avrebbe potuto rappresentare una sfortuna maggiore. Lasciando per un momento il tavolo da biliardo, il Predone avrebbe preso il proprio boccale e, dando un sorso, finì la birra in esso contenuta. Non avrebbe abbandonato la partita, posò il boccale sul tavolo, la mossa stava ancora a lui dato che non aveva commesso "fallo" e girando attorno al tavolo osservò Alton per dirgli. «Ordinane un'altra Alton, sarà a spese mia questa, io sono Sigurth Gunnarsson.» Si sarebbe piegato sul tavolo, cercando l'angolazione migliore per la traiettoria della pallina bianche che, stavolta, doveva colpire la sei piena purtroppo per lui sarebbe dovuto andare di sponda e nemmeno in quel caso la pallina sarebbe potuta finire in buca, forse avvicinarsi, quello si. Se Alton sperava che con il suo nome l'uomo lo riconoscesse gli andò male, Sigurth era di Denrise e, come Denrisiano, la Gazzetta del Profeta era il giornale meno seguito dell'isola a differenza del "A tutta Drakkar" il giornale locale. Il Predone avrebbe scoccato il proprio colpo, dando alla pallina bianca la forza di battere sul bordo del tavolo e dirigersi verso la sei colpendo la pallina di striscio sulla sinistra ed imprimendo un'accelerazione che l'avrebbe avvicinata alla buca. Nel tragitto la pallina si sarebbe scontrata con una palla barrata, allontanando quest'ultima dalla buca. Una volta che si sarebbero fermate tutte le palle in gioco avrebbe lasciato la mossa al suo sfidante e, nel frattempo si sarebbe avvicinato al bancone ordinando una seconda birra, per poi dirigersi verso Alton. «Ho visto che avevi delle carte sul tavolo, spero che non si sia rovinato nulla.» Gli disse, cercando di intavolare una conversazione, la massa di persone lì presenti esplose in un sonoro "NOOO!” e, scuotendo il capo, il Denrisiano avrebbe sollevato lo sguardo verso lo schermo.

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    Fece un cenno con la testa alle parole dell'uomo, per poi aspettare che passasse la stessa cameriera, per sua fortuna arrivò in un pochi secondi dato che aveva sentito, almeno credeva, il rumore del boccale che faceva quei danni.

    Grazie mille allora. Piacere di conoscerti Sigurth.

    Poi si rivolse alla cameriera che era davanti al tavolo.

    Scusami, portami un altro boccale della stessa birra che ho preso prima, una Curios Brew Lager, per piacere.

    Le fece un sorriso poi aspettò che la ragazza tornasse con il boccale di birra che aveva preso anche precedentemente. Era certo che le birre cadevano una dopo l'altra lì dentro, era un pub e quando la birra scendeva a fiocchi nelle gole dei bevitori accaniti prima o poi cadeva anche a terra. Un pub, più o meno di classe, restava sempre un pub e quel clima gli piaceva parecchio. Appena tornato a giocare a biliardo quell'uomo osservò come sapeva realmente giocare al meglio sul tavolo da gioco, avrebbe voluto avere la sua abilità. Lui forse aveva giocato a biliardo un paio di volte nella sua vita, e nel caso peggiore avrebbe bucato il tavolo verde con ogni colpo, non era il caso che si mettesse all'opera. Sapeva assolutamente come torturare una persona e uccidere con le peggio maledizioni senza perdono, ma non sapeva giovare a biliardo, o almeno non era assolutamente un mago in quel campo, anzi alquanto scadente. Dette nuovamente un sorso alla sua birra, poi ascoltò le parole dell'uomo.

    Non ti preoccupare, erano solo delle anticipazioni del mio articolo che uscirà domattina sulla Gazzetta. Finirà dritto in prima pagina.

    Per lui era chiaro che era la Gazzetta del Profeta, ma non poteva dire tutto ciò non sapendo di che mondo fosse quella persona, se era del mondo babbano non avrebbe capito, ma forse del mondo magico si, poteva intendere cosa voleva dire.

    Comunque non gli è successo niente ai fogli, gli ho spostati in tempo e sono ancora perfetti.

    Sentì quel boato negativo, vide come sullo schermo quei giocatori che correvano come dannati, come stessero esultando. Una delle due squadre aveva segnato, ma poco gli importava a lui.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Un giornalista, Sigurth avrebbe dato uno sguardo fugace a quei fogli che Alton aveva messo via e annuì. Era un uomo d'azione e mal sopportava una vita al di là di una scrivania, non la concepiva una routine quotidiana fatta di scartoffie e mani sporche d'inchiostro o piene di tagli da carta. «Beh, ad ognuno il proprio lavoro, io invece viaggio per mare.» Il Predone avrebbe osservato la mossa dell'avversario che imbucò la dodici ma, nel farlo, una palla delle sue piene finì per sbaglio in buca. Il suo sorriso si sarebbe allargato e, attendendo la prossima mossa, l'uomo diede un sorso alla propria birra. «Per che Gazzetta scrivi?» Il Predone voleva sentirglielo dire, voleva fugare ogni dubbio sul fatto che Alton fosse o meno un mago. Inclinò il capo, prima da un lato e poi dall'altro mentre l'uomo al tavolo faceva l'ennesimo sbaglio mancando completamente la tredici. Quando l'urlo esplose Sigurth scosse il capo e, mentre si chinava sul tavolo per imbucare la sei ed essere ad un passo dalla vittoria, con la sette messa in buca dal tizio restava solo la otto. «Come cazzo si fa a guardare una cosa così insulsa.» Disse, tra sé e sé, a voce un po' troppo alta. Si sarebbe messo in linea con la bianca e la sei, così vicina alla buca da dover dosare al meglio la forza per evitare di far entrare anche l'altra palla. Un colpo semplice ma che richiedeva precisione per poter posizionare già la pallina bianca in linea con la otto. La botta alla schiena arrivò improvvisa e inaspettata, la stecca da biliardo si frantumò e schegge di legno volarono da tutte le parti, evidentemente qualcosa non era andato per il verso giusto. Il Predone aveva subito quel vile attacco da parte del suo avversario, prese il boccale e se lo scolò con un paio di sorsi, terminando così la birra. Qualcosa gli diceva che quella partita a biliardo non sarebbe mai finita.

    by RevelioGDR
     
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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    Quella era la sua vita, anche se aveva una stessa vita nascosta al mondo intero se non alle persone che erano come lui nell'Acromantula Scarlatta. Quello che faceva giornalmente era lo scrivere quotidianamente per la Gazzetta del Profeta e sinceramente non era un problema per lui, gli piaceva quello che faceva anche se non aveva la "gioia" che ci poteva essere nell'uccidere le persone che si mettevano sulla loro strada verso un anarchia del male al potere del Ministero della Magia.

    Sono proprio d'accordo Sigurth, ad ognuno il suo lavoro. Mi piacerebbe fare qualche viaggio in mare, deve essere emozionante.

    Ci pensava seriamente a cosa potesse voler dire fare un bel viaggio in mezzo all'oceano su una barca o una nave, ma era una cosa che non gli era mai capitata se non qualche viaggio per lavoro. Ma niente di emozionante. A quella domanda riguardo per chi scrivesse non dette una risposta precisa a voce.

    Guarda qua.

    Gli allungò una copia di quel giorno della Gazzetta del Profeta per fargli capire, chiaramente tenne l'immagine del Wizengamot che si muoveva nascosta ad occhi indiscreti di altre persone. Alla fine poteva nel caso sempre dire che era un piccolissimo giornale di provincia o un qualcosa del genere per nascondere al meglio la cosa. Era meglio avere un po' di attenzione in più fino a che non capiva la natura dell'uomo. Nel caso fosse stato del mondo magico avrebbe capito assolutamente.

    Lo conosci questo giornale? Scrivo per questa testata.

    La partita sembrava veramente interessante dall'esterno e sinceramente l'avversario non sembrava essere all'altezza del predone. Ma improvvisamente la partita tanto tranquilla fino a quel momento divenne teatro di un qualcosa di più, da una parte la stecca si ruppe sulla schiena del predone e Sigurth non sembrava essere una persona che si faceva da parte con una cosa del genere.

    Prevedo divertimento adesso.

    Bastava dare tempo al tempo per vedere come la cosa si sarebbe evoluta.


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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone osservò curioso ciò che Alton voleva mostrargli, uno stralcio d'articolo riguardante una malattia magica nuova e, oltre a ciò, poté notare come le fotografie potessero muoversi. «E se ti dicessi di essere un Babbano e che tu hai appena violato lo Statuto Internazionale sulla Segretezza Magica?» Disse, capire la natura di quello scribacchino sarebbe stato il primo passo per comprendere cosa avrebbe o non avrebbe potuto dire. La sua natura magica era ormai assodata ma ciò che Sigurth voleva comprendere era proprio se uno esterno a Denrise meritasse la fiducia per poter parlare in maniera spensierata. «No, non sono un Babbano ma dovresti fare attenzione a mostrare certe cose così alla leggera.» Aggiunse, infine abbassando la voce mentre alcuni dei presenti si voltarono verso di loro o meglio, verso di lui. «Non abbiamo quel giornale a Denrise, abbiamo “A tutta Drakkar!” che parla di quello che succede da noi.» Sussurrò sentendo gli sguardi su di sé.

    Aveva appena ricevuto il colpo e si era voltato verso il tipo che gli era rimasto in mano il moncone della stecca da biliardo.
    «Che cazzo ti salta in mente "amico"?!?» Il Predone avrebbe chiesto mentre un capannello di persone si attorniavano a lui. Il figlio di Gunnar scosse il capo e, comprendendo dove la situazione andasse a parare, afferrò per la maglietta due di loro: quello che lo aveva colpito e uno accanto a lui. «Bene, se proprio lo volete… Andiamo fuori.» Avrebbe trascinato i due mentre gli altri tre lo avrebbero seguito con le loro gambe. Il Predone li portò in un vicolo e, lasciati andare quelli che aveva trattenuto, si preparò mentalmente a quello scontro. “Thor Odinsson, la tua battaglia è la mia battaglia, dammi un segno di come poterti compiacere in questo scontro.” Il suo pensiero fu rivolto al consiglio che Marina gli aveva dato tempo addietro e avrebbe lasciato ai cinque la prima mossa.

    by RevelioGDR
     
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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    Non temeva della cosa dato che nel caso aveva solo mostrato un giornale e se chiunque avesse visto il giornale muoversi poteva dire che era tutta colpa dell'alcool e che aveva preso un granchio dato che era impossibile vedere una qualsiasi immagine muoversi, aveva un monte di scuse che poteva utilizzare, poi era in un pub e l'alcool girava a fiumi, uno poteva pur vedere delle cose che non erano vere. Fece un cenno con la testa all'uomo capendo cosa voleva dire e non volendo dire che non era vero, ma almeno erano dello stesso mondo. Abbassò la voce per rispondergli.

    Lo so bene, ma direi che vedere delle immagini che si muovano per un babbano potrebbe voler dire che forse ha bevuto troppo nella serata. Ma sono d'accordo con te, l'attenzione non è mai troppa.

    Aveva la conferma che era del suo mondo, quindi poteva andare a ruota libera.

    Ah, ogni tanto lo leggo il vostro giornale, sono pur sempre un giornalista e quando ho il tempo e l'occasione di passare per lavoro nella vostra isola ne compro una copia per deformazione professionale e interesse.

    Quindi osservò quello che stava succedendo lì intorno. Il divertimento stava iniziando veramente, la rissa stava iniziando sul serio. Poteva aiutare l'uomo? Certamente si, ma non era il caso di rischiare e prendere qualche cazzotto senza motivo. Le battaglie e il male erano il suo pane quotidiano alla fine ma non aveva motivo di immischiarsi in qualcosa che non era un suo combattimento, conosceva a malapena quel ragazzo. La "battaglia" si spostò fuori dal locale in un battibaleno, era interessante vedere come si sarebbe evoluta, erano uno contro tanti effettivamente, una cosa non comune. Quindi osservò cosa succedeva all'esterno dalla finestra che non aveva lontana, con uno sguardo indiscreto e teoricamente disinteressato alla cosa, ma alla fine non era così, mentre sorseggiava la sua birra gentilmente offerta dal ragazzo. Voleva vedere come se la cavava contro così tanti avversari.

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    Sigurth Bjornhethin Leiksun Gunnarsson
    Predone | 27 anni
    Il Predone certo non si tirava indietro in una sfida, specialmente se questa significava menar le mani, sempre pronto al combattimento il figlio di Gunnar aveva convissuto con altri quattro fratelli e le risse erano più o meno all'ordine del giorno. Quei cinque non erano Denrisiani, non avrebbero potuto competere con un uomo forgiato nel fuoco di mille battaglie. Se da una parte i colpi di Sigurth si susseguirono uno dopo l'altro sui volti e gli stomaci con precisione, l'uomo sapeva anche incassare i pugni che non riuscì a parare da parte di quei cinque, qualche colpo in arrivo di cui uno poco sopra il sopracciglio che venne tagliato e il sangue uscì copioso. Con la vista annebbiata dal sangue, la canottiera sformata per via delle prese che aveva subito, Sigurth vide luccicare qualcosa con la coda dell'occhio. Un pugnale a serramanico dalla lama così corta che per il Predone sarebbe sembrato un coltellino da burro. Il Gunnarsson avrebbe afferrato d'istinto il braccio dell'uomo, torcendoglielo dietro la schiena di modo che lasciasse la presa. Da una semplice rissa si era passati ad un'aggressione a mano armata. Non era un legale, né gli avrebbe fatto differenza, la questione non sarebbe finita nei tribunali, Sigurth avrebbe risolto a modo suo. Un secco gancio destro sul mento mise knock out il tizio che aveva provato ad estrarre il coltello a serramanico, gli altri quattro cercarono di approfittarne assestandogli alcuni colpi nello stomaco e in volto. Il rumore dello strappo della giacca in pelle arrivò alle orecchie del predone che, nonostante li avesse sotto controllo, non riusciva a parare qualsiasi colpo. Un montante, nello stomaco mozzò il fiato ad uno dei quattro che stramazzò a terra a corto di fiato, gli altri tre vennero messi al loro posto in fretta, Sigurth era acciaccato ma era l'unico che si reggeva in piedi in quel momento. Estrasse la bacchetta dal fodero e, eseguito un reparto sui propri vestiti, decise di recarsi al San Mungo.

    by RevelioGDR
     
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