Lezione Triennio - Incantesimi

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    Una nuova lezione si stava apprestando a mettere alla prova i ragazzi del Triennio. Ormai era volato un nuovo mese, aprendo le porte a Marzo. Nell'aula vigeva un silenzio religioso, l'unico rumore che veniva prodotto era quello delle penne che scrivevano sulle pergamene. «Mancano 10 minuti alla consegna.» - La voce dolce di Eva ricordava ai ragazzi del triennio che il tempo per la verifica stava per terminare. La prima parte del programma era andata a buon fine, quella verifica voleva solo fare un punto della situazione, vedere se c'erano lacune e se c'erano argomenti poco chiari. I ragazzi erano stati avvisati ben due settimane prima di quella verifica, così da potersi preparare al meglio.
    Eva era seduta alla sua cattedra, con indosso un vestito semplice fatto da una gonna a tubino che sfiorava il ginocchio, una camicia bianca infilata dentro, con uno scollo a V e una giacca dello stesso materiale della gonna, a completare, di colore bordeaux. Ai piedi dei décolleté della stessa tonalità. I capelli, biondi, erano leggermente mossi, sfioravano appena il collo della docente. Quella mattina aveva deciso di proseguire con la seconda parte del programma che prevedeva un argomento un po' più ostico, dove i ragazzi avrebbero dovuto mettere la loro attenzione e avrebbero dovuto continuare con il loro allenamento costante, anche una volta terminata la lezione. Ma prima di introdurre il prossimo passo, i ragazzi erano stati chiamati a rispondere a delle domande, che ora Eva stava attendendo e che avrebbe valutato a fine lezione, così da consegnare immediatamente i voti.
    La traccia del test per il terzo anno era: magia bianca, origini ed utilizzi.
    La classe era piena, c'erano ragazzi del terzo anno, quarto e quinto. Per ognuno di loro aveva preparato una traccia differente per cercare di abbracciare le tematiche toccate da ogni anno di corso.
    Il volto di Eva era un po' preoccupato, probabilmente perché - osservando i ragazzi che aveva davanti - sapeva che alcuni avevano ancora molte lacune e non sapeva se dipendeva da lei, o dal fatto che non erano portati per quella materia.
    Eva sospirò, quindi lasciò ai ragazzi gli ultimi cinque minuti per scrivere le ultime cose, prima di alzarsi in piedi e sorridere a tutti i presenti «Prefetti, raccogliete pure i compiti dei vostri compagni e poggiateli qui da me.» - disse, aspettando che l'ordine fosse eseguito.
    Quando anche i prefetti si furono seduti, Eva tirò un respiro e riprese a parlare «Ci sono domande, finora, sugli argomenti trattati? Prima di andare avanti vorrei che fosse chiaro tutto a tutti.» - era chiaro che quello era il momento giusto per esporre qualsiasi tipo di dubbio a riguardo.

    //Ciao pulcini del triennio!
    Finalmente siamo qui riuniti per fare fest--- ehm no, per iniziare questa bellissima lezione insieme.
    Vi ho dato la possibilità di fare un ingresso un po' diverso dal solito, nel senso che siete liberi di giocare dall'entrata in aula alla stesura e consegna del compito; oppure dalla stesura del compito alla consegna; e così via.
    E' chiaro che se rispondete alla domanda di Eva lei sarà felicissima u.u inoltre potete - qualora vogliate - scrivere anche qualche pezzetto per giocare il vostro compito in classe ;) non è obbligatorio, ma qualora vogliate, questo è il momento giusto per farlo.

    Scadenza: 06 Marzo 2021 - Ore 23.59
    Eva Ivanova

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    Erik Foster | Ametrin | III anno
    La penna stilografica ricopriva rapidamente d'inchiostro la pergamena giallastra.
    Rapidamente l'ametrino batteva il tallone destro contro il pavimento con un certo nervosismo, di tanto in tanto rivolgeva lo sguardo a destra e a sinistra alla ricerca della rivelazione suprema, poiché, ammettiamolo, ogni studente che si rispetti dinnanzi a un compito aspetta dall'alto il suggerimento più grande. E ora cosa ci scrivo? Mammina, ma perché facciamo i test? Non potremo darci tutti una pacca sulla spalla e dirci miglioreremo di giorno in giorno? Scosse il capo. Devo scrivere. Mancavano dieci minuti alla consegna. Cosa? Si lasciò sfuggire il prefetto, alzando entrambe le spallucce. Qualche minuto extra, prof, la prego! Devo anche fare la bella copia! Insomma, mica poteva consegnare un foglio con tremila cancellature, uno schema su come organizzare la risposta e una ventina di stelline disegnate mentre aspettava la parola adatta.
    Ok, ora comincio a ricopiare. Intanto il tempo scorreva ininterrottamente. Mi fa male la mano. La calligrafia di Erik non era mai stata così spigolosa, ciò nonostante con un leggero impegno era facilmente visibile. Ok, ci sono! Fu allora che si prese qualche istante per rileggere l'elaborato finale.
    La definizione di magia bianca tutt'oggi viene ancora messa in dubbio. Alcuni raggruppano in questa branca della magia anche le cerimonie di tipo religioso e le preghiere e diamo per veritiera tale ipotesi potremo affermare che la magia bianca coincide con la nascita della religione, quindi sin da prima dei greci e degli egizi, degli assiri e dai babilonesi. Senza poi contare che in non tutto il globo la religione è nata in quello stesso periodo. Se si prende per vera l'ipotesi che invece nella magia bianca rientri unicamente lo scopo curativo e depurativo se si tratta di ambiente, possiamo affermare che la magia bianca sia nata con il rinascimento come controparte della magia nera.
    I principali usi che si fanno della magia bianca sono: curare ferite, malattie, depurare un ambiente corrotto, esorcizzare il male o la magia oscura e, secondo alcuni maghi, contribuisce con la divinazione nel richiamare il favore di dei benevoli.

    Ok, era soddisfatto. Non rimaneva altro da fare se non raccogliere i compiti dei suoi compagni di classe. Di tanto in tanto rivolgeva lo sguardo verso alcuni di loro. Com'è andata? Sussurrò, arrivando poi dalla professoressa. Per il mio compito le chiedo scusa per la scrittura, sono andato di fretta e devo imparare a gestire meglio il tempo. Affermò, tornando poi al proprio posto in uno dei banchi più vicini alla cattedra.




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    Jessica Whitemore
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    Si era preparata per due settimane per quella verifica. Voleva svolgerla al meglio, prendere il massimo dei voti e continuare a tenere alto il nome della propria casata che quell'anno avrebbe dovuto vincere la Coppa a tutti i costi.
    Il silenzio regnava sovrano, rotto solamente dal rumore delle penne sui fogli e da qualche sospiro da parte dei compagni quando non ricordavano una cosa o, al contrario, gli era venuto in mente qualcosa di utile.
    La sua penna non si era quasi mai staccata dal foglio, desiderosa di scriverci tutto ciò che poteva, anche se il tempo non era molto.
    Sorrise quando sentì Erik chiedere ancora tempo, non lasciandosi comunque distrarre e mettendo finalmente il punto conclusivo del suo scritto. Poggiò l'oggetto e sollevò il foglio di qualche millimetro per rileggere quello che era il suo elaborato.
    La magia bianca è quella che si contrappone alla magia nera e che, quindi, dovrebbe essere usufruita da qualcuno con intenzioni positive, nobili, a scopo benefico, anche se la linea che divide le due, è molto labile, soprattutto quando viene perseguita da qualcuno con un animo egoista e poco disinteressato. Nella magia bianca possono rientrare sia le forme cerimoniali finalizzate all'evocazione di creature sovrannaturali come angeli, divinità, spiriti elementali benevoli oppure come "magia naturale" che, come dice il nome, si propone di agire unicamente sui fenomeni della natura.
    La questione fu discussa più e più volte, finché non venne scissa in magia nera e magia bianca. La prima mira ad accrescere il potere del mago, mentre la seconda si propone di lavorare in armonia con le forze della natura.
    Diversi studi affermano che la magia sia nata in Egitto, prima di scindersi in due sottocategorie e secondo loro era incarnata -e lo è tutt'ora- dal Dio Heka. Continuò così a svilupparsi passando dalle diverse culture fino ad arrivare all'umanesimo, dove fu messa da parte per dar spazio alla scienza.

    Beh non le sembrava un elaborato malvagio, quindi aggiunse il proprio nome e cognome e la consegnò alla professoressa Ivanova, raccogliendo poi i compiti dei compagni che si trovavano nella sua stessa fila, lasciando poi il compito agli altri prefetti, di fare il resto. Tornò a sedersi.
    Lei seguiva le lezioni sempre e comunque senza mai distrarsi troppo, immagazzinando quanto imparato e gestendolo all'interno della propria testa, trasformando poi le nozioni da astratte a concrete, buttandole giù su un quadernino degli appunti che, una volta in dormitorio, si premurava di sistemare per bene in modo che fosse tutto ordinato, comprensibile e soprattutto preciso. Sorrise, posando la schiena e riponendo la penna. No tutto chiaro. Affermò la corvina, rivolgendo un secondo sorriso alla docente e preparandosi per la parte pratica, curiosissima di cosa aveva pensato per loro quel giorno.
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    Nonostante avesse avvisato prima, sembrava che l'ansia di un quiz riusciva a mettere a dura prova anche i migliori. Eva aveva un sorriso rilassato, consapevole che comunque sarebbero andati quei compiti, sarebbero stati un grande successo. Aveva degli ottimi studenti e al triennio era facile avere la classe gremita dei migliori, che avevano scelto consapevolmente quell'insegnamento e che si sarebbero impegnati fino alla fine di quel corso. Non era una di quelle docenti che metteva fretta ai propri studenti, per questo quando Foster chiese qualche minuto in più, le uniche cose che disse furono «Ci mancherebbe. Avete dieci minuti in più per poter trascrivere in bella. Credetemi, non è importante per me che voi facciate una bella scrittura, ma se vi fa sentire meglio, procedete pure.» - alla fine, lei era lì come mezzo per il loro apprendimento, per favorirlo, non per metterli in difficoltà. Per questo era così accondiscendente con tali richieste.
    Una volta ricevuti i compiti, Eva lasciò la seduta e si alzò, per portarsi al centro della cattedra, dandole le spalle e poggiandosi con i reni al bordo.
    Guardò l'intera aula, cercando nei loro volti la sicurezza di quello che si stavano lasciando alle spalle, quindi sorrise a Jessica, così come una madre sorriderebbe ad uno dei suoi figli.
    «Prima di procedere, ci tengo a ricordarvi che - qualora qualcosa non fosse chiaro - potete chiedere, interrompendo la spiegazione. Quello che andremo a trattare da ora, fino alla fine dell'anno, è un argomento molto complesso, che prevede molto tempo dedicato all'allenamento. E non parlo di allenamento fisico, soltanto, ma - soprattutto - di quello mentale.» - dopo quell'affermazione, la docente prese la sua bacchetta e con un piccolo gesto, sulla lavagna venne scritto l'argomento «Incantesimi non verbali.» - riprese Eva.
    «Come ben sapete, ogni magia per essere lanciata, deve avere una formula che va recitata. Tuttavia, non sempre tale formula deve essere proferita. Spesso, maghi e streghe di grande potenza, lanciano i loro incantesimi in maniera muta. Senza alcun utilizzo delle parole, appunto in maniera non verbale.» - sulla lavagna, insieme al suo parlare si scrissero parole chiave di quella spiegazione, come formula, incantesimo muto, senza parole e potenza.
    Eva iniziò a camminare tra gli studenti «La difficoltà di tale castazione sta nell'avere una mente libera e nel focalizzare al meglio l'incantesimo che si vuolelanciare. Questo perché potrebbero succedere spiacevoli incenditi qualora la nostra mente si lasciasse trasportare dalle emozioni troppo forte, o - peggio - non avessimo le idee chiare su ciò che vogliamo lanciare.» - prese un respiro e lasciò che alcuni ragazzi facessero delle domande, alla quale lei rispose.
    «Adesso, però, direi di non perdere altro tempo: vi chiedo di seguirmi nella sala accanto e di posizionarvi negli spalti.» - la bacchetta lasciò aprire i pannelli della sala pratica, la docente attese che gli studenti fossero i primi ad entrare e poi lei, richiudendo alle sue spalle le porte. Si posizionò al centro dell'arena, quindi con un sonorus non proferito, riprese a parlare «Vi chiedo, adesso, di riflettere: quali possono essere i vantaggi e gli svantaggi dell'utilizzare un incantesimo non verbale?» - incrociò le braccia sotto i seni e attese la risposta dei ragazzi.
    //Benissimo, proseguiamo questa piccola lezione.
    Come potete vedere, non c'è niente di che nemmeno in questo post, se non la domanda che Eva vi ha posto successivamente alla parte teorica.
    Un bacino ♥

    Scadenza: Giovedì 11 Marzo 2021, ore 23.59
    Eva Ivanova

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    Blake Barnes
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    Marzo pazzerello un pò con il sole un pò con l'ombrello. Era esattamente il mese che per la sua filastrocca lo rappresentava di più. Sapeva benissimo che aveva lezione di incantesimi ma non sapeva esattamente il perchè non si era svegliato per andarci. Ecco, il fatto era che non è che era mattina presto, ma aveva cominciato dalla mattina presto a fare una serie di ritardi assurdi che lo avevano lasciato, alla fine della fiera senza alcuna speranza, quindi, anche la lezione di incantesimi era cominciata e lui, oltre ad avere la camicia fuori posto, aveva anche i capelli scompigliti e la mente completamente caotica. Blake non era un tipo da reggere i ritmi di un'accademia, poteva smazzare e portare legna a Phil anche tutta la giornata, ma quello era veramente qualcosa di troppo per lui. Si morse il labbro e quando fece, letteralmente, irruzione in aula, si andò a sedere affianco ad Erik, prima di lasciare un piccolo cioccolatino, il preferito di Jessica con un bigliettino sul banco della corvina con scritto "finita la lezione nel campo di quidditch" quando prese la pergamena e guardo la professoressa. Si sistemò i capelli. Lo so sono in ritardo, ma recupero tutto! Ovviamente lo sapeva da due settimane che c'era quella verifica ed ovviamente non aveva studiato per ben due settimane incantesimi, esattamente come non lo aveva fatto con le altre materie. Se ne era ricordato la sera prima ed aveva cercato di raccimolare qualche informazione di qua e di la, giusto per poi arrivare in ritardo e scrivere su di un foglio in maniera ordinata ma abbastanza frettolosa. Per fortuna che con il fatto che scriveva un sacco di canzoni, aveva il polso abituato e di conseguenza, seppur con una cerca fretta e fatica, la sua scrittura, almeno si capiva. Erik, il tuo ciuffo è più sexy del solito, che ci hai messo? No, quella giornata era partita in maniera assurda e sarebbe finita ancora peggio. Quando chiese 10 minuti in più ridacchiò ed alzò il suo foglio per darlo al prefetto. Il testo recitava così: La magia bianca viene utilizzata in ogni operazione esoterica che abbia come fine il bene della persona, la positività, il benessere ed il successo in ogni settore. Questa viene spesso e volentieri contrapposta alla magia nera, che invece, viene utilizzata per scopi cattivi. Le origini della magia bianca sono piene di leggende e misteri infatti potremmo dire che nessuno sa esattamente da che fonte di energia viene alimentata tutta la magia o se questa abbia avuto davvero origine da qualcuno o qualcosa o sia semplicemente un dono o un'alterazione di alcune capacità speciali che hanno solamente alcuni. La magia bianca viene utilizzata per scopi positivi, ma non tutti possono usufruirne, infatti questa risponderà in maniera positiva ad anime buone e soprattutto con intenti "nobili". Veniva utilizzata spesso e volentieri per pregare o per riti religiosi atti a proteggere delle persone o intere comunità.
    Non era il testo perfetto, ma Blake era così da tre anni e non sapeva neanche come riusciva ad essere arrivato ancora vivo e sopratutto come era riuscito ad essere promosso in generale fino al terzo. Si voltò verso la corvina e le fece un occhiolino quando rispose che aveva capito tutto. Oddio, strano! Si, la prendeva in giro e da quando era successo quello che era successo, il suo sfotterla era sicuramente aumentato a dismisura, insomma con qualcuno doveva pur sfogare le sue manie di perseguzione, no? Comunque tornò alla professoressa e quando porse quella domanda il suo sguardo cadde prima sulle labbra della donna e poi tornò di nuovo sui suoi occhi. Il vantaggio potrebbe essere che se l'avversario non sa cosa stiamo dicendo, potrebbe avere più difficoltà a difendersi, lo svantaggio è che ci si stanca maggiormente, quindi se l'attacco o la difesa riesce, vuol dire che dopo che si casta un tale incantesimo si è più vulnerabili. Aggiunse poi mettendosi un pò apposto il ciuffo. Ma se una persona ha una mente abbastanza allenata, allora potrebbe risentirne di meno? Chiese poi alla prof. Era al terzo anno di Hidenstone, al 6 anno di scuola "superiore", era andato alle elementari ed all'asilo ed ancora non imparava che quando doveva parlare doveva alzare quella fottuta manina. Perchè lo capivano tutti quanti tranne lui? Ma la vera domanda era: perchè a tutti quanti interessava e a lui no?
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    Jessica Whitemore
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    Che cos'erano adesso, lei e Blake Barnes? Era una domanda che si faceva da quando i suoi ricordi si erano fatti più nitidi. O forse da quando si era ritrovata sopra di lui quel non troppo lontano sei gennaio. Forse il loro rapporto di amicizia stava inesorabilmente cambiando, forse stavano diventando qualcosa di più... fatto sta che ora vedeva il compagno sotto una luce diversa, più intensa.
    E siccome parli del diavolo e spuntano le corna, ecco Blake fare la sua entrata in scena in ritardo come spesso succedeva, almeno nelle lezioni che avevano in comune, disordinato come al solito, ma bello più che mai. Ovviamente quei pensieri non li espresse ad alta voce.
    Il ragazzo si avvicinò al suo banco e ci posò un cioccolatino, allegato ad un bigliettino. Scartò prima il cioccolatino, cioccolata bianca con ripieno di gianduia, constatò, quando gli diede un morso. Quasi si commosse per il fatto che lui se lo ricordasse. Doveva essere saltato fuori in un discorso casuale una sera dai contorni sfuocati di tanto tempo prima, quando erano andati a preparare dei biscotti in cucina per non si ricordava assolutamente quale motivo.
    Si girò verso di lui, sperando di incrociare il suo sguardo chiaro. Se lo avesse fatto, Jess avrebbe annuito, inviandogli anche un bacino volante. L'ultima volta che le aveva chiesto di incontrarsi dopo la lezione, era stato per dirle che aveva detto "ti amo" a Lilith. Quel pensiero, a distanza di così tanto tempo, fu a dir poco strano e quasi sconvolgente, ma scosse la testa e continuò il suo tema, finendolo con calligrafia ordinata e comprensibile.
    Una volta fatto, raccolse i compiti e rispose alla domanda della docente, beccandosi un'occhiolino ed una frase sarcastica da Barnes. Che cosa vorresti dire, eh? Gli domandò, fingendo di essere offesa, anche se non riuscì proprio a rimanere seria davanti al suo migliore amico.
    Alla fine, comunque, la sua attenzione tornò tutta su Eva e quando disse quale sarebbe stato l'argomento che avrebbero affrontato per il resto dell'anno, il suo sguardo color opale si illuminò proprio come se fossero state due pietre preziose, sovreccitate per poter imparare una cosa che sicuramente le sarebbe stata utile, così come sarebbe stato utile a tutti. Ascoltò quindi il resto della spiegazione finché la donna chiese loro di andare nella stanza accanto e così fecero. Stavolta prese posto affianco ad entrambi gli amici, sorridendo. Ora poteva finalmente parlare con Blake, quindi si accostò al suo orecchio. Ci sarò. Si stava chiaramente riferendo la campo da Quidditch. Comunque dovette parlare per rispondere alle domande di Eva, perciò tornò a concentrarsi.
    Come dice Blake, gli incanti non verbali sono ottimi per gli attacchi a sorpresa, per cogliere qualcuno impreparato garantendo appunto un enorme vantaggio, ma bisogna ricordarsi che come noi siamo in grado di farlo, anche i nostri nemici probabilmente ed essendo, per ora, noi degli studenti, è altrettanto probabile che loro siano molto più preparati di noi mentalmente, quindi può essere un'arma a doppio taglio, se nelle mani sbagliate. Fece una pausa, ravviandosi i capelli corvini e sorridendo alla docente, sfoderando come sempre il fatto che le cose le sapesse. Ma oltre a questo, è anche un ottimo modo per tenere allenata la mente ed inoltre potrebbe essere quasi vitale, se per un qualsiasi motivo non abbiamo la bacchetta; magari ci è stata sottratta. Invece gli svantaggi... certo, il fatto che serva una concentrazione maggiore, poiché l'energia magica non potrà concentrarsi in qualcosa di concreto come il catalizzatore magico, perciò dovremmo svuotare la mente ed immaginarci il gesto da fare con la bacchetta e l'effetto dell'incanto, oltre che l'obiettivo. Se non riesce a fare ciò, potrebbero esserci diversi effetti collaterali. Concluse, dando una spallata a Blake e sorridendo. Hai visto? Ti sto dando un buon motivo per prendermi in giro!
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    Le gote di Erik si colorarono di un leggero rosso quando udì il complimento di Blake. Un sorriso si manifestò all'altezza della bocca e un occhiolino vivace palesò quanto avesse apprezzato quelle parole. Amicone, dici? Mah, il classico gel. Se vuoi una volto provo a farlo anche a te il ciuffo. Beh, data la lunghezza dei capelli dell'opale non era proprio così certo che il ciuffo gli avrebbe reso giustizia, tuttavia per trascorrere un po' di tempo insieme avrebbero potuto provare.
    A ogni modo tornò immediatamente ligio al dovere, poiché in quanto prefetto doveva raccogliere i fogli per poi consegnarli alla professoressa.
    Fatto ciò tornò al suo posto, preparandosi psicologicamente all'argomento del giorno, ma poi sussultò. Cosa? C'è un argomento che ci porteremo fino alla fine dell'anno? Ma è tantissimo! Deve essere difficilissimo! Ma forse anche utilissimo! Aiutissimo! Ruotò il capo a destra e a sinistra, posandosi poi su Blake come se in lui trovasse una qualche sorta di sicurezza, poi tornò sulla docente. Avrebbero dovuto affrontare gli incantesimi non verbali. Sono quelli che non necessitano della parola. Spiegò a Blake, mostrando il suo grandissimo acume.
    Gli studenti si alzarono, Erik ripose la sedia verso l'interno del banco affinché la sua postazione rimanesse immacolata nei confronti di chi avrebbe avuto Incantesimi nelle ore successivi e avanzò col resto della classe verso la sala accanto. Tale luogo era particolare perché ricordava un'arena e ciò era il sentore che la prova pratica non era assai lontana. Prima, però, c'era bisogno di rispondere a una domanda: pro e contro di un incantesimo non verbale.
    Prof, io mi accodo ai miei compagni sui punti a favore di questa particolare esecuzione. Voglio dire dire se dovessi scagliare un glacius il mio avversario si aspetta che dalla mia bacchetta esca un raggio congelante e quindi può aver preziosi frangenti di secondo per pensare - ad esempio - a un incantesimo di fuoco per neutralizzare il mio attacco. Con i non verbali questo non dovrebbe accadere. Ah, poi ora che ci penso, tra i vantaggi rientra anche l'essere indispensabili quando non siamo in grado di muoverci. Mi permetta di far un altro esempio, se fossi intrappolato da un Incarceramus o da un Petrificus Totalus con un Relascio o un Finite Incantatem non verbali potrei liberarmi. Non era un caso se tra i duelli degli studenti gli incantesimi che paralizzavano erano tra i più comuni, specialmente se non si voleva far del male. Tra gli svantaggi ci potrebbe essere una resa minore riguardo l'esecuzione. Come ha detto, gli incantesimi non verbali presuppongono di una concentrazione maggiore, quindi immagino che uno stupeficium verbale in termini di forza sia maggiore rispetto a uno non verbale. Suppongo che questo divaria aumenti con l'aumentare della difficoltà dell'incantesimo. Oh, dimenticavo, poi i non verbali credo che rendano al massimo in un'ottica individuale. Se si lavora in gruppo - a meno che non ci sia una sintonia perfetta tra i suoi componenti - è impossibile pensar a delle azioni combinate.
    Ok, aveva straparlato come al suo solito, ragion per cui tornò a far silenzio, lasciando la parola al resto della classe.




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    C'era da aspettarselo che qualche ritardatario si fosse fatto avanti nel bel mezzo della lezione iniziata. Ed Eva non si stupì quando ad entrare in ritardo fu proprio Blake Barnes.
    Non disse nulla, per non rompere la concentrazione che gli altri studenti avevano preso, nel scrivere il compito e fece segno all'Opale di accomodarsi tranquillamente al proprio posto, con l'indice che indicava le proprie labbra, in verticale, così da invitarlo al silenzio.
    Eva non era solita togliere punti per i ritardi, forse però questo aveva fatto approfittare di lei molti studenti, chissà se avrebbe dovuto iniziare. Scosse il capo a quel pensiero, quindi attese che tutti furono pronti, prima di proseguire con la lezione.
    Fece strada ai ragazzi nella zona pratica dell'aula, quindi ascoltò le loro risposte, annuendo a tutti, come se nessuna fosse sbagliata, ma tutte giuste.
    Ogni ragazzo del triennio diede la propria opinione sulla questione ed Eva si ritenne quasi soddisfatta di ognuno di loro, avevano sviluppato un'ottima capacità di ragionamento e tutti sembravano impegnarsi.
    «Tutti avete detto qualcosa di giusto.» - iniziò dolcemente la donna, per poi volgere lo sguardo su ognuno di loro, mentre commentava le risposte che più le apparivano da puntualizzare. Dopo alcuni accorgimenti su dei ragazzi del terzo e del quinto anno, l'attenzione si spostò su Blake «Molto bene, Barnes, tuttavia voglio precisare una cosa. Non solo per lei, ma per tutti: l'incantesimo non verbale ci affatica, è vero, ma non per questo ci rende più vulnerabili. Che esso riesca o meno, abbiamo sempre la nostra bacchetta e la nostra voce. I mezzi di difesa li abbiamo e dobbiamo essere in grado di utilizzarli al meglio e di valutare quando è il caso di farci sentire e quando di agire in maniera silenziosa.» - sorrise a tutti, in particolare a Blake, donandogli anche un occhiolino complice, come a volerlo preparare nella riflessione precedente alla parte pratica «E' chiaro che dopo molti utilizzi dell'incantesimo non verbale, la nostra mente inizi a sentirne la stanchezza. Sta' a noi conoscere il limite di noi stessi, oltre il quale spingersi può risultare pericoloso per la nostra vita.» - e nel dirlo, lo sguardo celeste si posò su due ragazzi del quarto anno che sembravano stessero bisbigliando e divertendosi un mondo tra loro.
    Non li riprese, ma questo non voleva dire che avesse sorvolato.
    Passò invece ad esaminare le altre risposte che meritavano attenzione «Benissimo Foster, e anche Whitemore. Tuttavia ci tengo a ricordarvi che per noi, al momento, è importante essere muniti della nostra bacchetta. Ci sono diversi maghi che hanno allenato le loro abilità magiche al non utilizzo della bacchetta, ma questo sarà oggetto di un'altra lezione specifica.» - sorrise dolcemente, quindi salì sugli spalti.
    «Riguardo la sua domanda, signor Barnes, direi che la risposta è un ni. Ci sono incantesimi, che dopo un arduo allenamento, ci riusciranno in un batter d'occhio e quasi non sentiremo il loro peso, mentre altri continueranno ad affaticarci, non sicuramente come la prima volta, ma sempre un minimo.» - Rivolse le spalle ai ragazzi e tutt'intorno all'arena si alzarono delle barriere trasparenti. Al centro di queste, al momento c'era l'arena spoglia «Adesso, uno per volta, raggiungerete l'arena lì al centro. Quando entrerete nella circonferenza, lo scenario cambierà e vi metterà davanti a situazioni che dovrete affrontare, cercando di essere strategici, ma soprattutto, silenziosi.» - sorrise, senza credere che fosse troppo difficile per loro «In ogni scenario ci sarà un sacchetto, dovrete trovarlo e recuperarlo, uscendo dall'arena.» - si voltò verso i ragazzi, quindi e sorrise «Direi che possiamo iniziare dai ragazzi del quinto anno. Loro dovrebbero essere già abbastanza allenati negli incantesimi non verbali, voglio vedere la vostra strategia. Ricordate, siete d'esempio ai vostri compagni, quindi non fate castronerie.» - disse, per poi rivolgersi ai ragazzi del terzo anno «Osservate bene e se avete domande potete farmele, quelle pareti sono insonorizzate, quindi non disturberemo gli altri.» - quindi si sedette qualche posto più avanti.
    «Partiamo.» - diede il via alla prova pratica.
    Eva Ivanova

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    Pensa, credi, sogna e osa.
    "
    Doc. Incantesimi, Resp. Diop

    code by ©#fishbone



    //Beh, siamo arrivati alla prova pratica, ragassuoli miei.
    Come avete letto dovrete sostenere una prova diversificata per ognuno di voi, entrerete nell'arena uno per volta e dovete recuperare un sacchetto che dovrete riportare fuori dall'arena.
    Per ognuno di voi sono state create delle difficoltà, che potete gestire come preferite.

    Vi chiedo solo poche cose per questo post:
    ♦ cercate di essere coerenti
    ♦ potete utilizzare gli incantesimi sia in maniera verbale, che non verbale, in base alla vostra strategia, ma ricordate che dovrete essere silenziosi quanto più vi è possibile
    ♦ le creature che affronterete sono rese senzienti

    CITAZIONE
    Erik: ERUMPENT - Grossa bestia grigia dalla grande forza. Gli Erumpent hanno una pelle grigia molto spessa e resistente alla magia, un corno molto più grande e grosso rispetto a quello del Rinoceronte ed una lunga coda simile ad una fune.
    Partoriscono un solo cucciolo per stagione e le femmine sono molto protettive nei suoi confronti, anche perché pochi sono i maschi del branco che possono proteggere i piccoli, dato che spesso, nella stagione degli amori, si fanno esplodere l'un l'altro in spaventosi duelli (motivo, tra l'altro, per il quale non esistono molti Erumpent).
    Il corno di questa creatura magica, oltre ad essere capace di penetrare anche il metallo più duro e resistente, inietta nella superficie colpita un fluido che la fa esplodere a prescindere dal materiale d cui è composta.
    La coda, il fluido ed il corno di Erumpent vengono trattati per la preparazione di pozioni, anche se sono classificati come Materiali Commerciabili di Classe B(pericolosi e soggetti a severi controlli).
    Quando nella stagione degli amori (l'Estate Europea) gli esemplari di Erumpent sono particolarmente sensibili al "Muschio di Erumpent", un'essenza che serve ad attirarli e che non è altro che un particolare tipo di Urina che espellono esclusivamente in quel periodo.

    Un branco di 3 erumpent, davanti alla propria tana. Se si presta attenzione, sembra che una delle femmine stia proteggendo qualcosa: il sacchetto! Sembra che l'abbia scambiato per suo figlio!

    CITAZIONE
    Blake: FIAMMAGRANCHIO - il Fiammagranchio è molto simile ad una grossa tartaruga con un guscio pesantemente incrostato di ogni tipo di gemma preziosa. Particolarmente apprezzata da bracconieri, il Ministero ha deciso di creare una grossa zona costiera di salvaguardia di queste creature nella loro regione natia ed ha anche regolamentato l'estrazione di gemme da parte dei Maghi orafi che ora possono estrapolarne qualcuna tramite un procedimento che non danneggi la creatura.
    Se spaventato o arrabbiato, il Fiammagranchio espelle fiamme dall'ano come strumento di difesa.
    Se fatta richiesta di una licenza apposita all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche è possibile acquistarne uno per renderlo un animale domestico.

    Gruppo di 3 fiammagranchio, che si lanciano il sacchetto come se stessero giocando a palla!

    CITAZIONE
    Jessica: PIXIE - Blu elettrico, alto fino a venti centimetri e molto dispettoso, un Pixie prova piacere nel praticare trucchi e scherzetti di ogni genere, in particolare quelli più catastrofici, insolenti e dolorosi. Le ali dei Pixie sono translucide e onostante la loro grandezza, alti massimo quindici centimentri, dimostrano una gran forza, tanto che due esemplari possono sollevare un umano per le orecchie e depositarlo in cima ad alti alberi, lampadari od edifici.
    I Pixie emettono un acuto chiacchiericcio comprensibile solo ad altri Pixie e come i Lepricani sono mammiferi.

    Uno sciame di Pixie (circa 5) proteggono un albero dove c'è una casetta di legno, che sia lì dentro il sacchetto?

    Potete fare un postautoconlusivo.

    Scadenza: 25 Marzo 2021, ore 23.59
     
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    Erik Foster | Ametrin | III anno
    Un sorriso tradiva l'espressione seria che il giovane Erik voleva mantenere quando la docente si complimentò per la risposta che aveva dato. Fare esempi a seguito di ciò che diceva lo aiutava a prendere tempo per pensare a ciò che avrebbe dovuto dire successivamente e tale metodo era indispensabile per chi, come lui, riusciva a cavarsela nello studio più per indole e collegamenti logici che per relative ore di studio.
    Diede una pacca sulle spalle a Blake quando la professoressa rispose alla sua domanda e giusto al termine della sua spiegazione, il prefetto si lasciò sfuggire un'affermazione. Ottimo quesito, amicone! Ciò diceva molto su quanto poco l'ametrino sentisse la competizione tra casate. Lì non era come a Hogwarts, alla fine la coppa al termine dell'anno scolastico non voleva dire assolutamente nulla.
    Ciò che gli studenti avrebbero dovuto fare da lì a breve non era complicato in teoria: entrar al centro dell'arena, attendere che gli ostacoli si manifestassero e recuperare un sacchetto contenente chissà che cosa. I primi a effettuare la prova furono gli studenti del quinto anno, così Erik rimase in silenzio per cercar di captare quanti più aiuti possibili. Prova dopo prova intuì che avrebbe avuto a che fare con creature magiche, così nonostante si trovasse a lezione di Incantesimi cercò di collegare anche ciò che col tempo aveva imparato a Magia Verde e a Difesa Contro le Arti Oscure. Sì, dovrò probabilmente usare un incantesimo non verbale per non attirare la loro attenzione, ma non devo sottovalutare la natura delle creature e, soprattutto, dovrò sfruttare l'ambiente circostante. Avrebbe voluto continuar a parlare con Blake o scambiare qualche parola con Jessica, ma stava partendo con mille film mentali. Ti prego, Merlino, niente di acquatico. Ciò per Foster presentava il peggiore scenario possibile e stava letteralmente andando nel panico, poi venne chiamato.
    Auguratemi in bocca al drago! Esclamò ai suoi amici, subito prima di scendere per dirigersi verso l'arena. Entrando nella circonferenza lo scenario cambiò drasticamente: il terreno venne ricoperto da strati d'erba della diversa altezza, rocce sparse qua e là ricoperte da un muschio verde smeraldo e in innumerevoli punti sorsero degli alberi. Erik li riconobbe come tipici dei boschi situati nei pressi di montagne: pini, faggi, betulle, olmi e castagni. Le fronde di questi e tratti coprivano il soffitto dell'arena e la scarsa luce artificiale che filtrava dava quasi l'impressione che si trattasse del sole. Beh, non posso dire di essere finito in un ambiente particolarmente ostico. Oh, chissà, magari trovo anche dei funghi! L'idea lo spinse a mettersi in modo, esplorando al meglio delle sue possibilità quel luogo. Attraversò il bosco facendo la massima attenzione a non far rumore: schivava i rami secchi presenti sul terreno, evitava le foglie caduta da chissà quanto tempo e non appena sentiva suoni a lui sconosciuti si immobilizzava, cercando di captare da dove provenissero. No, a tentoni non ci riuscirò mai. Devo usare la localizzazione. Si trattava di una pratica che aveva appreso all'inizio dell'anno nel corso di Divinazione. Chiudendo gli occhi e concentrandosi su se stesso avrebbe potuto richiamare la propria aura magica. Far ciò non era assai complicato, il difficile stava nel saperla sfruttare. Non appena percepì l'aura color lavanda circondare il proprio corpo, si concentrò affinché questa potesse confluire prima nella testa in un secondo momento negli occhi. L'obiettivo era quello di cercar qualcosa in uno spazio limitato, quindi provò a pensare alla forma del sacchetto, in fin dei conti lo aveva già visto nelle prove precedenti: era di piccola taglia, difficilmente il suo peso avrebbe superato i cinque chili, ma allo stesso tempo il colore simile a quello della canapa era inconfondibile. Ecco, il materiale lo avrebbe aiutato a distinguerlo meglio, così ruotando a trecentosessanta gradi si fermò solo quando all'orizzonte non avrebbe visto qualcosa contornato dai colori della propria stessa aura. Eccolo.
    Proseguì in tale direzione, finché in lontanza non vide una sorta di rientranza in una grande roccia. Era una tana e ciò che vide davanti a sé fu un branco di tre Erumpent. ACCIDERBOLINA! E ORA? Spalancò gli occhi e aprì la bocca. Scosse il capo, mentre l'effetto dell'aura terminò. Il suo obiettivo era di fronte a sé: un esemplare femmina aveva scambiato il sacchetto per suo figlio. Questa non ci voleva. A lezione di Magia Verde aveva appreso che le femmine erano molto più aggressive dei maschi, quindi avrebbe dovuto trovar un modo per ingegnarsi. La scelta più logica era usar Incendio all'interno della tana per spingere le creature ad allontanarsi, tuttavia la morale dell'ametrino superò la sua astuzia. Il piano era geniale, ma seppur fittizio mai avrebbe deturpato l'habitat natura di creature magiche che non avevano fatto nulla di male.
    Poi giunse il lampo di genio. Circularis! Generò delle piattaforme in aria che verosimilmente avrebbero potuto garantire un posizionamento più comodo al giovane e, dopo aver scattato agilmente sulle piattaforme e giunto sopra quella situata immediatamente sopra l'entrata della tana fu il momento di riprendere il respiro. Ciò che stava per fare era pericoloso, nonché stupido, ma assolutamente da Erik. Gettò a terra una pietra che avrebbe preso dalla roccia che componeva la tana delle creature. Ecco, da lì in poi avrebbe avuto poco tempo, poiché gli Erumpent avevano fatto caso al suono. Erik chiuse gli occhi per la seconda volta e a questo giro il suo respiro era più irregolare. Doveva trovare la calma, così la mente andò direttamente a quelle creature. Immaginò un Erumpent di piccola taglia. La pelle assolutamente glabra, ma comunque rugosa e con rigonfiamenti irregolari su più punti. Era lucida, infatti al sole dopo essersi fatta il bagno avrebbe luccicato, specialmente all'altezza del lungo corno affilato. A differenza di quello dei rinoceronti sembrava un prolungamento del muso, infatti non si comprendeva dove finisse il muso e da dove partisse il corno. La coda, infine, era spessa e grossa come quella di una fume. Immaginando un Erumpent di piccola taglia non fece troppo caso alle zampe che, infatti, forse le immaginò più sottili di quanto in realtà non fossero.
    Al solo pensare del piccolo che avrebbe ritrovato la famiglia il cuore dell'ametrino si scaldò. Corpusfiguro. L'intenzione era quella di trasfigurare il sasso nel cucciolo. Vedendolo i suoi simili si avvicinarono a lui fuori dalla tama ed Erik approfitto del momento per scendere con un salto, correre all'interno della tana e recuperare il sacchetto.
    Piccolo errore: col salto aveva fatto rumore e le creature si erano voltate verso di lui. Oh, mammina! Guardò a destra, poi a sinistra, poi puntò la bacchetta verso di loro. Insidiae Colorum! Dalla bacchetta fuoriuscirono una miriade di filamenti colorati che si alzarono in aria, unendosi e mescolandosi in combinazioni affascinanti e coinvolgenti. La trama di colori era un incantesimo basilare per immobilizzare le creature e gli spiriti, infatti tutti gli Erumpent che riuscirono a vederla non furono più in grado di muoversi. L'incantesimo, tuttavia era tanto efficacie quanto debole. Non li avrebbe trattenuti per molto, così non restò altro da fare se non darsi alla fuga. Corse a più non posso, a pieni polmoni, ma dopo pochi istanti percepì di essere seguito.
    E' giunto il momento. Gemino! L'obiettivo era quello di crear con la bacchetta un duplicato esatto del sacchetto che stava trasportando. Fatto ciò, il giovane Foster si sarebbe spogliato del suo mantello, impregnato del proprio odore, l'avrebbe lanciato a terra e proseguito lungo la sua corsa.
    L'effetto dell'incantesimo trasfigurativo sarebbe scomparso non appena Erik sarebbe riuscito a uscire dall'arena.




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    Jessica Whitemore
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    Gli incantesimi non verbali era un argomento interessante e non vedeva l'ora di mettere in pratica quanto appreso in classe, che sicuramente sarebbe risultato essere molto utile sul campo, soprattutto per lei che voleva diventare auror. Sorprendere un nemico, era essenziale... anche se, dal canto loro, anche i nemici avevano quella conoscenza ed avrebbero potuto sfruttarla senza alcun problema.
    Ascoltò le parole della docente con estrema attenzione. Mmh sì, la bacchetta la terrò sempre con me. Ma mi tolga una curiosità... c'è un limite consigliabile di non verbali fatti di seguito, per chi come noi non è allenato? Per esempio uno piuttosto che due eccetera, che una volta superati, sarebbe meglio riposare la mente ed usare quelli verbali?
    Alla fine della parte prettamente teorica, la docente si voltò e attorno all'arena ormai vuota, si innalzarono delle bandiere trasparenti.
    Ascoltò esaltata la spiegazione della prova pratica, dopodiché osservò uno ad uno i suoi compagni del quinto e del quarto, entrare nell'arena, ansiosa che arrivasse il suo turno. Si chiese distrattamente, che situazione si sarebbe trovata ad affrontare lei, pronta a qualsiasi cosa per raggiungere un risultato eccellente.
    I suoi compagni si esaurirono, quindi fu il turno di Erik. Gli batté una mano sulla spalla. Ce la farai gli disse, ammiccando e tornando a sedersi, gomiti sulle cosce e testa posata contro i palmi ad aspettare.
    Attese diverso tempo che, non tenendo d'occhio il suo magifonino, poteva essere un'ora così come potevano essere cinque minuti, fatto fu che finalmente vide Erik uscire trionfante con il sacchetto tra le mani.
    Grande! Esclamò, prima di lasciarsi andare ad un piccolo sospiro ed alzarsi, dirigendosi a sua volta verso l'ingresso dell'arena, con l'obiettivo di uscirne vincitrice.
    Una volta dentro, si trovò davanti un ambiente spoglio senza troppi ostacoli e al centro, un enorme albero con ben cinque esemplari di Pixie, intenti a fare la guardia ad una cassetta che, molto probabilmente, era proprio la sede del sacchetto che lei avrebbe dovuto recuperare. Erano di un bellissimo blu elettrico, alti circa venti centimetri e molto chiassosi, sembravano star animatamente conversando tra di loro, anche se alla corvina non parevano altro che suoni e versi casuali senza capo né coda. Tuttavia, non era proprio capire il loro linguaggio, lo scopo della prova. Comunque, gli esseri così intenti a parlottare tra loro, non sembravano averla ancora notata.
    Uno, tra loro, si era allontanato appena dalla zona, forse per spavalderia o per qualche motivo a lei ignoto e che, onestamente, poco le interessava. Ma ne avrebbe approfittato in ogni caso. Silenziosa, lo avrebbe fissato, stringendo le labbra e concentrandosi al massimo. Pietrificus Totalus e con ciò, l'essere divenne di pietra e cadde a terra con un tonfo sordo, ormai inerme ma ciò mise perfettamente in allarme gli altri quattro che quindi iniziarono a guardarsi attorno e di certo non c'erano posti per nascondersi, a parte una specie di cespuglio dietro il quale era lei. Merda... mormorò, quanto sentì delle manine sulla propria divisa, iniziando a tirarla. Due di loro l'avevano scoperta e l'avevano presa, iniziando quindi a sollevarla. Relascio! Stavolta lo esclamò a voce alta, puntando il catalizzatore verso le manine della creatura, spingendolo quindi a mollarla ed ora che la stava tenendo solo un mostriciattolo, riuscì finalmente a toccare con i piedi per terra. Una mano, allenata dopo tutti gli schiaffi che aveva tirato a Blake, volò contro la terza creatura, scagliandola un poco lontano. Ora era libera, ma aveva quattro Pixie con un ghigno stampato sul minuscolo volto, pronti sicuramente a farle qualche scherzo di pessimo gusto. Arriverò a quella scatola, maledetti... sbuffò, indietreggiando di qualche passo e sollevando la bacchetta, pronta a difendersi. Protego! Esclamò, facendo quindi cozzare i mostriciattoli contro la barriera che aveva creato e grazie a quella, riuscì ad avvicinarsi di poco alla scatola, finché i Pixie non si inventarono una specie di ariete tra loro che, in qualche modo, riuscì a sfondare lo scudo e far barcollare la corvina. Maledetti, qui servono le maniere forti eh... borbottò, scattando in una corsa il più lontano possibile, circa dall'altro lato dell'arena, dove si fermò affianco alle barriere trasparenti, cercando di riprendere fiato e pensare ad una strategia efficace. Allora... sono dispettosi, hanno forza e sono in numero superiore a me... ma sono minuscoli e certamente nemmeno troppo intelligenti, ce la posso fare. Si asciugò un rivolo di sudore dalla fronte, rimettendosi perfettamente eretta ed osservando i Pixie che, nel frattempo, avevano drasticamente perso interesse per lei, una volta allontanata. Aveva ormai finito l'anno, cioè erano a marzo, un paio di mesi e sarebbe tutto finito, aveva studiato molto, quindi... meteo recanto! Esclamò, facendo quindi apparire un bel sole splendente che andò ad illuminare l'intera zona con i suoi ridenti raggi. Era un sole finto, certo, ma funzionava comunque egregiamente al suo scopo. Coeli Passio! Puntò uno dei Pixie, quello che le sembrava più forte e più furbo... ed il suo ghigno si distese in un più gioviale sorriso, tanto che non sembrò più bellicoso ed in vena di scherzi, ma si mise a svolazzare da una parte all'altra dell'arena, fermandosi solo quando fu giunto su uno dei rami, dove si sedette e sembrò deciso a prendere il sole.
    Benissimo, ora ne mancavano solo tre.
    Nebula recanto! Esclamò -mentalmente LOL- ed una fitta nebbia iniziò ad invadere la zona, dopodiché Jess iniziò a camminare quanto più silenziosamente possibile, avvicinandosi all'albero fino ad arrivare ai suoi piedi. Finalmente la scatolina è... ma un verso che, se umanamente tradotto avrebbe potuto significare "non così in fretta", le arrivò alle spalle e la ragazza, forte dei suoi riflessi, si abbassò giusto in tempo per non venir afferrata di nuovo da uno di quei cosi. Teneo! L'attacco combinato dei tre, quindi, si infranse contro l'immaginaria armatura, dando a Jess ancora un po' di tempo.
    Incendio! Forse un po' cruento, visto che un Pixie prese letteralmente fuoco e si allontanò urlando, mentre gli altri si spaventarono assai. Infatti, indietreggiarono e Jess fu libera di aprire la scatola e recuperare finalmente il sacchetto. Lo strinse al petto e, come un fulmine, corse fuori dall'arena.
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    Blake Barnes
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    Si stava impegnando seriamente quell'anno. Un pò per non pensare a quanto successo con Lilith, un pò perchè non avrebbe retto altre prediche di suo fratello senza ucciderlo, un pò perchè non vedeva l'ora di uscire da quella dannata accademia e cominciare a non fare più compiti o cose del genere. Era stufo delle regole da seguire, della divisa da mettere ed anche di tutti quei ragazinetti che cercavano, in qualche modo e senza davvero riuscirci, ad essere migliore di lui o al suo paro. Era stanco di tutto quello e di conseguenza voleva uscire dall'accademia. I rapporti con i professori erano diventata sicuramente più distesi e doveva ammettere che era molto meglio, anche perchè altra pressione addosso non l'avrebbe retta. Sorrise alla Ivanova quando gli fece l'occhiolino e scarabocchiò qualcosa sul foglio giusto per prendere due appunti. Doveva ammettere che in realtà tutto sembravano tranne che appunti, ma era anche vero che alla fine della fiera Blake era una persona preparata e che si ricordava quasi tutto. Guardò Erik complice e gli sorrise. Ecco, certe volte avrebbe voluto essere come lui, una persona super solare, sempre amica di tutti e sempre ben accettata. Nessuno si metteva in competizione con lui, nessuno provava a rompergli le palle e non pensava perchè non fossero una persona forte, ma perchè, in realtà, era una persona sempre cordiale con tutti. Ecco, Blake non ci sarebbe mai riuscito ad essere come lui. Quando una persona gli stava antipatica era qualcosa di più forte di lui, doveva dirlo, doveva urlarlo. Sospirò poi andando insieme a lui e la corvina verso l'arena e quando gli disse di diargli l'imbocca a lupo gli diede una pacca sulla spalla. Sei il nostro capitano, non hai bisogno della fortuna per vincere qualsiasi battaglia! Ecco cosa odiava di Erik, il fatto che lo facesse essere così dolce e comprensivo con lui. Blake odiava fare quelle sviolinate ad alta voce, preferiva pensarle e tenerle per se stesso e magari dire esattamente l'opposto di quello che pensava... ed invece! Non fece ulteriori domande ed ascoltò. invece la corvina porre quella domanda. Dipende se hai una mente debole. Tu ad esempio se ne riesci a fare uno già è tanto! La stava prendendo in giro, in fondo il loro rapporto non era cambiato tanto, c'era solamente più nudità tra di loro per il resto era sempre tutto uguale, erano cane e gatto e Blake non avrebbe cambiato modo di fare con Jessica solamente perchè andavano a letto insieme. Le fece l'occhiolino e poi la vide entrare nell'arena, quando uscì esattamente come Erik, non riuscì a dire niente ai suoi compagni in quanto toccava a lui. Entrò e si guardò intorno. Quelle tartarughe che prendevano fuoco dal culo erano spettacolari. Si mise li ad osservarle. Il sacchetto era li, intento a saltellare da una perte ad un'altra. Si morse il labbro, si guardò intorno e poi decise di fare qualcosa di veloce, ma che sperava davvero sarebbe riuscito. Lo scopo di quella lezione era sicuramente fare meno rumore possibile ed utilizzare gli incantensimi non verbali. Salvio Hexia pensò intensamente. Come si faceva a sapere se un verbale fosse riuscito o meno? Ecco, forse quella era sicuramente una domanda da dover fare prima di entrare in un'arena con delle tartarughe sputafuoco. Fece un passo avanti, si mise al centro del gruppetto allegro e capì che no, non era affatto riuscito quello che aveva pensato di fare, in pochissimo tempo le tartarughe avevano girato la testa ed il loro fantastico buchetto era puntato verso di lui. Certo, Blake, per fortuna, con il fatto che faceva sport da sempre, il tirocinio con Phill e quindi comunque combattimento a gogo, boxe con il fratello della stessa professoressa e a botte ogni volta che riusciva e gli andava, aveva i riflessi effettivamente ben sviluppati quindi un Protego! Fu immediato e la cosa assurda era che aveva, appunto, con dei riflessi allucinanti e dati dalla sopravvivenza più che dalla bravura, sfoderato la bacchetta in pochissimo tempo. Gli uscì un'imprecazione che forse non avrebbe dovuto dire, ma le pareti erano insonorizzate no? Si ma stiamo calmi! Aguamenti! La bacchetta venne portata verso il fiammagranchio più stronzo, quello che sembrava quasi essere il capo di tutto quello. Poi Blake tornò a pensare a quello che era lo scopo del tutto. Doveva cavolo era il sachetto? Accio sacchetto Lo pensò, e questa volta il sacchetto arrivò dentro le sue mani, un sogghignò si dipinse sul suo viso. Poi, un ulteriore protego per gli altri fiammagranchio e poi una corsa verso l'uscita dell'arena. Una volta li sorrise ad Eva. Possiamo aprire? Chiese poi rendendosi conto che comunque era stato colpito un pò al braccio. Si, Blake era una persona sicuramente performante, ma aveva una soglia del dolore molto alta e sicuramente era uno che, nel combattimento, doveva ancora imparare moltissimo per uscirne completamente illeso.
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    I ragazzi avevano finalmente iniziato ad avanzare uno per uno nell'arena. Come da consegna, iniziarono quelli del quinto anno ed Eva li osservava attentamente, ogni singolo studente, per poter valutare la loro scelta strategica. Su qualcuno storse un po' il naso, non condividendo certe scelte che erano state fatte, quindi quando un ragazzo Ametrin del quinto si inoltrò nella sua prova, dopo averla osservata per qualche minuto, Eva si voltò al restante della classe «E' importante che, in qualsiasi situazione voi vi troviate, valutate sempre bene le vostre azioni. Le vostre scelte porteranno a delle conseguenze ed è vostro dovere far sì che queste conseguenze siano quanto più positive possibili per la buona riuscita - o per dirla meglio - per salvarvi la vita.» - incrociò le braccia sotto i seni, quindi tornò ad osservare le prove dei ragazzi, prendendo mentalmente appunti di ogni loro singolo passo falso e mossa egregia.
    Quando fu il turno del triennio, Eva trattenne appena appena il respiro. Loro erano alle prime armi con quell'allenamento e non avrebbe mai voluto che si facessero del male. Prima che Foster entrasse in arena, la Ivanova si trovò a rispondere alla domanda di Jessica. Scosse il capo «Non proprio. Mi spiego meglio: se tu castassi un Accio non verbale e subito dopo un decideresti di utilizzare un flipendo, la cosa non ti peserebbe più di tanto. Sono due incantesimi per te molto semplici. Tuttavia, io vi consiglio di non eccedere con incantesimi troppo pesanti di seguito. Prendete "fiato" tra l'uno e l'altro. Cercate di usare quelli più strategici in maniera non verbale e non appesantite la vostra mente.» - quindi allargò un braccio verso l'arena e fece largo al primo studente che voleva mettersi alla prova.

    Quando Erik entrò in campo, Eva fu entusiasta di vedere come il ragazzo stesse prendendo ogni briciola degli altri insegnamenti e la stesse mettendo sul piatto, così da dimostrare quanto stesse studiando per quel suo percorso importante per il futuro che aveva davanti a sé. Per pochi attimi trattenne il fiato, quando le creature si erano accorte di lui. Strinse le dita attorno alle braccia che aveva incrociato e trattenne il respiro, senza distogliere lo sguardo dall'arena.
    Per fortuna, il ragazzo riuscì a completare la prova e quando tornò sugli spalti con il suo sacchetto, Eva gli concesse un grande respiro «Complimenti Foster, si metta pure seduto e riprenda fiato. Poi vi dirò cosa avete vinto con quel sacchetto.» - quindi porse lo sguardo agli altri presenti «Avanti il prossimo.»

    L'entrata di Jessica in arena riportò l'attenzione della docente sul campo, mentre schiuse le labbra per qualche consiglio gratuito «E' bene che mettiate in gioco tutte le vostre conoscenze, quando vi trovate ad affrontare un pericolo od un ostacolo. Per esempio, in questo caso, noto con piacere che la vostra base di magizoologia sta venendo fuori.» - gli occhi erano fissi sulla ragazzina all'interno dell'arena, alle prese con delle creature dispettose «E' necessario che siate voi ad avere il controllo sull'ambiente e a decidere la sorte di questi scontri, non le creature.» - e Jessica se la stava cavando egregiamente.
    L'unica cosa che Eva non condivise, ma dovuta alla sua indole e alle sue esperienze sbagliate che preferiva loro non facessero mai, fu quell'Incendio. La docente digrignò appena appena i denti, contrariata dalla creatura che prendeva fuoco.
    Tornò con la mente all'immagine della laurea di Aaron e scostò lo sguardo. Quando Jessica uscì dall'arena, non disse nulla, si limitò ad un «Avanti il prossimo.» - rimanendo a guardare l'arena.

    Eva guardò attentamente la pratica di Blake, da lui si aspettava più di quello che attendeva dagli altri studenti, doveva ammettere che questo era il motivo per cui spesso lo teneva d’occhio con maggiore attenzione rispetto a quanto avrebbe fatto. Non si trattava di preferenze, in quanto voleva bene ai suoi studenti in egual modo, ma Blake aveva quel di più che prometteva e per questo, quando Eva vide la sua strategia, un sorriso soddisfatto si allargò sul volto della docente, quasi rasserenato, a dirla tutta. Blake sembrava aver messo in pratica esattamente quello che al primo anno Eva aveva cercato di insegnarli e quasi sospirò di sollievo vedendo come aveva affrontato quelle creature. Quando il ragazzo ebbe tra le mani il proprio sacchetto, Eva lo accolse all’esterno dei pannelli con un sorriso che dimostrava a lui quanto l’avesse resa fiera «Barnes, complimenti.» – mormorò appena dandogli un’affettuosa pacca sulla spalla.
    Annuì alla sua domanda, quindi «Ci mancherebbe, certo che potete aprirli!» – il suo tono era pacato ma entusiasta allo stesso tempo.

    Bene, anche l'ultimo studente di quel triennio aveva terminato la propria prova pratica. Eva si voltò verso i suoi studenti del terzo anno, mentre quarto e quinto guardavano ciò che avevano vinto, e sorrise loro «All'interno del vostro sacchetto in canapa, ci sono dei bracciali. Ognuno di loro ha una pietra che li caratterizza e che sarà il vostro amuleto, da ora in avanti, per il vostro allenamento con gli incantesimi non verbali. Sarà uno stimolo per mantenere sempre in pratica quello che avete fatto oggi. Siete stati tutti molto bravi.» - fermò appena il suo parlare, quindi spostò lo sguardo su Jessica «Ricordate una cosa però, c'è sempre una soluzione diversa al togliere la vita ad un qualsiasi essere vivente.» - e lei ne sapeva qualcosa. La pelle le si gelò appena «Adesso dai, correte! O farete tardi alla prossima lezione.» - sorrise amorevolmente ai suoi ragazzi e li lasciò andare.

    //Beh, che dire follettini e follettine, la nostra lezione termina qui, con tanto di valutazioni e un piccolo regalino per voi.
    Per qualsisi dubbio o informazione, non esitate a contattarmi in off o in on (Eva è sempre felice di accogliervi e darvi spiegazioni ♥)

    Valutazioni
    Metodologia di valutazione
    Sono stati assegnati 20 punti al fine della valutazione, così distribuiti:
    0-4: entrata
    0-6: teoria
    0-10: prova pratica

    I punti corrispondono ai punti casata che ogni studente fa vincere alla propria casata e sono tradotti in voti on per la pagella e in esperienza come riportato nella seguente tabella.
    PuntiVotoEXP
    20E2PP+6EXP
    19E2PP+4EXP
    18E2PP+2EXP
    17O2PP+1EXP
    16O2PP
    15O1PP+12EXP
    14O1PP+9EXP
    13A1PP+6EXP
    12A1PP+3EXP
    11A1PP
    8-10S12EXP
    5-7D9EXP
    2-4Texp per i post
    0-1NCexp per i post


    I PP tipici di Incantesimi sono Intelligenza e Carisma, nel caso in cui arriviate a prendere solo uno di questi, deciderò io quale assegnarvi in base a come avete agito nella prova pratica.

    Ametrin

    Erik: 4+6+10=20 → E ► 6 EXP+ 1 PP Intelligenza + 1 PP Carisma
    CITAZIONE
    Occhio di Erumpent: un bracciale con una pietra di colore viola. Permette, quando indossato, di avere un +1 al dado quando utilizza un incantesimo non-verbale. Il bonus si applicherà solo una volta in ogni quest.

    20+11*= 31

    Black Opal

    Jessica: 4+5+10=19 → E ► 4 EXP + 1 PP Intelligenza + 1 PP Carisma
    CITAZIONE
    Ali di Pixie: un bracciale con una pietra di colore bordeaux. Permette, quando indossato, di avere un +1 al dado quando utilizza un incantesimo non-verbale. Il bonus si applicherà solo una volta in ogni quest.

    Blake: 1+6+10=17 → O ► 1 EXP + 1 PP Intelligenza + 1 PP Carisma
    CITAZIONE
    Chela di fiammagranchio: un bracciale con una pietra di colore nero. Permette, quando indossato, di avere un +1 al dado quando utilizza un incantesimo non-verbale. Il bonus si applicherà solo una volta in ogni quest.

    19+17= 36

    Dioptase

    /

    11*+11*= 22

    Eva: +8 exp (post) +1 Intelligenza +1 Carisma

    * Gli 11 che vedete sono per equilibrare il numero degli studenti
    Eva Ivanova

    "
    Pensa, credi, sogna e osa.
    "
    Doc. Incantesimi, Resp. Diop

    code by ©#fishbone



    Edited by Alexander Olwen - 31/3/2021, 12:23
     
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11 replies since 1/3/2021, 19:32   198 views
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