What could have been

#WHATIF - Mia&Cameron

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  1. Mia Freeman
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    Non poteva dire che non avessero vissuto i loro momenti no o le loro sfide, come non poteva dire che fossero parte dei motivi per cui erano ancora lì, ancora assieme. Certo, c'erano demoni del loro passato che non potevano mai davvero ignorare, e forse era a loro che la sua mente era corsa quando poco prima aveva fatto la sua scoperta. Cameron aveva un rapporto ancora turbato con la sua famiglia, qualcosa su cui lei aveva sempre provato, seppur con dolcezza e comprensione, a portarlo a lavorare, ma per ora senza successo. Non era importante, era disposta ad aspettare i suoi tempi e fare le cose seguendo le sue esigenze, voleva solo che non avesse troppi rimpianti e fosse in pace con sè se stesso il più possibile.
    Sapeva bene dell'importanza di certe figure, lei per prima non si era mai sentita davvero adatta per certe cose per via dell'assenza di un padre o di una figura genitoriale davvero presente, voleva solo evitare di creare problemi o ulteriori preoccupazioni e avrebbe voluto poterlo davvero impedire, anche se sapeva di non poterlo fare sempre.
    Cameron era diventato la sua casa, il suo porto sicuro, e anche solo sentire la sua voce aveva rotto quella bolla di tensione e isolamento che si stava costruendo da sola. Dopotutto sapeva bene della sua tendenza ad ingigantire i problemi, sopratutto quando li affrontava solo nella sua testa, e aveva lavorato parecchio per imparare a parlare quando qualcosa non andava, prima di peggiorare tutto nel tentativo di non pesare sugli altri. Certo, in quel momento non aveva le parole per condividere quel che stava passando, stava accadendo tutto troppo in fretta per formulare una frase così, su due piedi, e fu più che sollevata di trovare rifugio tra le sue braccia.
    Cam era capace anche di quello, riusciva a farle dimenticare le sue angosce e la portò, senza troppa fatica, a socchiudere gli occhi e gemere piano, mentre le sue labbra le baciavano il collo, uno dei suoi punti più sensibili. "Se me lo chiedi così..." sussurrò piano, riaprendo lentamente gli occhi solo per incontrare di nuovo i suoi.
    Sorrise istintivamente, sbattendo un paio di volte le palpebre, quando l'altro cominciò ad elencarle tutti i modi in cui aveva intenzione di viziarla. Non riusciva nemmeno a spiegarsi come fossero arrivati fino a lì, come il Cameron saccente e tutto d'un pezzo -che comunque esisteva ancora- fosse diventato così romantico e attento ad ogni sua esigenza. Questa volta le sue dita gli pizzicarono giocosamente la pelle del fianco, mentre inclinava la testa con sorpresa. "Addirittura?! Non pensi che potrei abituarmi troppo bene?" lo prese in giro, anche perchè di certo Cam non le faceva mancare nulla e non era la prima volta che si dilettava in cucina.
    Quando l'altro la prese in braccio non potè evitare di lasciarsi scappare un mezzo risolino, mentre il cuore tornava a battere con decisione nel petto e lei realizzava dove stessero andando. Il bagno divenne all'improvviso una stanza diversa, quasi ostile, perchè conosceva qualcosa che per Cam era ancora un segreto e ne conservava ancora le prove. Non potè evitare di sentire lo stomaco chiudersi per qualche istante, fortunatamente riportata subito alla realtà dalla voce di Cameron, ancora una volta.
    Nonostante la stanchezza che accompagna quelle parole non potè fare a meno di guardarlo orgogliosa, dal basso, ben consapevole di quanta fatica e quanti sacrifici ci fossero voluti per mettere su la bottega esattamente come Cameron meritava. "Non ho dubbi, te l'ho sempre detto che i tuoi automi sono i migliori. Sono felice che ora tutti lo vedano." affermò con sicurezza, per poi scuotere piano la testa alla sua domanda. " Nah, non troppo...sono ancora tutta intera. E ho ancora un po' di energia rimasta." replicò con dolcezza questa volta, incapace di resistergli. In momenti come quello le sembrava che ogni preoccupazione potesse svanire, e anche quella nuova ansia che cominciava a scavarle dentro, silenziosa ma rapida, sembrò perdere la sua forza, almeno per i primi attimi.
    Bastò poco perchè, nevitabilmente, il suo sguardo coresse alle spalle di Cameron, sul lavandino, dove la prova di quel che aveva appena scoperto giaceva indisturbata, per lei anche fin troppo evidente. Non che volesse mantenere il segreto chissà per quanto, le sembrava solo che tutto quanto stesse correndo troppo velocemente e di non avere nemmeno un secondo per elaborare le informazioni. Aveva imparato, con il suo lavoro, ad agire rapidamente, senza porsi troppe domande o tentennare, ma questo non significava che fosse qualcosa che le piaceva o che riusciva ad applicare anche nella vita di tutti i giorni. Sentì lo stomaco contorcersi al pensiero di essere nella stana incriminata, di dover affrontare tutto e subito ma alla sola idea di cambiare argomento e snocciolare subito ogni cosa le si seccava la gola. Optò quindi per la strategia più subdola ma l'unica che le venne in mente: la distrazione. Non che fosse difficile, dopo tutti quegli anni continuava a trovare Cameron affascinante sotto tutti i punti di vista e non le mancava certo la voglia di tirarselo addosso e rubargli un bacio appassionato, ancora di più dopo una confessione del genere. Si ritrovò a sorridere contro le sue labbra, improvvisamente quasi euforica, scuotendo piano la testa. "Dopo tutto questo tempo non puoi dire sul serio." lo rimproverò bonariamente, sentendosi ancora più vecchia di quanto avrebbe dovuto. Non stavano certo insieme da una vita, anche se in certi momenti le sembrava che l'alchimia che avevano raggiunto andasse molto vicina a quella di una coppia di vecchi sposi.
    Mia Freeman

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    IL BENE SI NASCONDE IN OGNUNO DI NOI, BASTA SAPER OSSERVARE
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