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Ecco come iniziava il suo addio al celibato: drogato e spogliato di Bacchetta magica e magifonino, poteva essere un ottimo preambolo per il quarto episodio della saga cinematografica di "Una notte da leoni". Il Ministeriale aveva organizzato tutto nei minimi dettagli e sperava che, anziché provocare nell'amico del buon divertimento, quest'ultimo non lo denunciasse per sequestro di persona. Conoscendo Wyatt, Vath aveva supposto che l'uomo sapesse sfruttare al meglio i pochissimi elementi lasciati appositamente all'interno di quella spoglia stanzina per liberarsi da solo. Ed eccolo lì, la sorpresa di Wyatt nel ritrovarsi in un luogo sconosciuto era autentica e la confusione sul suo viso lasciò ben presto spazio all'analisi di ciò che c'era. L'auror seppe sfruttare il chiodo sporgente per allentare il nodo che lo teneva ancorato a quella trave di legno e, con le mani libere, poté esaminare al meglio la stanza. C'era poco o nulla che l'addestramento auror poteva sfruttare a suo vantaggio, i ripiani di quello scantinato erano vuoti e non c'erano oggetti che l'uomo potesse usare a mo' di arma. Il primo passo, la libertà, era stato fatto. Wyatt poteva arrampicarsi verso quella piccola finestrella con grate per poter vedere all'esterno ma oltre a fili d'erba, una recinzione e il terreno che proseguiva in salita. Un'unica porta poteva portare all'esterno di quello scantinato e, se l'uomo si sarebbe avvicinato ad essa, provando ad aprirla avrebbe scoperto che questa sarebbe stata chiusa. Un nottolino troppo sottile per poter vedere oltre di esso e cardini troppo spessi per poterli forzare, con cosa poi, quella stanza aveva pochi mobili, sembrava quasi un vecchio laboratorio da ferramenta. Nei cassetti l'auror avrebbe potuto trovare solo alcune matasse di fil di ferro e basta. Wyatt si era liberato dalla corda ma, per uscire da quello scantinato, di lavoro ce n'era da fare.. -
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Come dovevano spassarsela quelli che, in control room stavano seguendo la diretta delle numerose telecamere di sorveglianza che erano sparse lì, non aveva una Bacchetta o un cellulare per smaterializzarsi o chiedere aiuto ma aveva un cervello pensante. L'utilizzo del chiodo non era uno dei migliori, forse utilizzare le due estremità della matassa di fil di ferro era più indicato ma vabbè… più dettagli e aneddoti da esporre quando, a distanza di anni, Wyatt avrebbe riguardato il filmato insieme ad altre persone. Se solo Vath l'avesse visto in quel frangente avrebbe riso, scuotendo la testa nel vedere che, nonostante tutto, Wyatt stava prendendo scelte al di fuori dai normali schemi. Operare in quel modo non era per nulla semplice e, se da un lato il tempo non gli mancava, dall'altro canto tuttavia poteva notare come al di fuori della casa il cielo iniziasse a scurire. Dopo numerosi tentativi infruttuosi la serratura parve scattare e, se l'auror avesse provato ad abbassare la maniglia, avrebbe potuto notare come la porta si sarebbe aperta verso l'interno rivelando dietro di essa una scala in salita senza alcun tipo di illuminazione terminare su un'altra porta. Salite le scale scricchiolanti Wyatt avrebbe potuto vedere come una luce elettrica filtrasse da sotto la porta, poteva esserci qualcuno oltre a lui? Senza una Bacchetta e un buon incantesimo rivelatore era difficile da dirsi, persino per un Auror. Tutto ciò che poteva fare Wyatt in quel momento era affidarsi alla propria esperienza, al suo intuito da auror e capire se era necessario rischiare o meno di uscire da quella porta. Al di là di essa v'era l'ignoto, una stanza illuminata e forse riscaldata e una possibile libertà che, in quel momento, con la grata aperta e il freddo vento invernale che entrava da essa avrebbe rappresentato un ben misero rifugio per la notte che incombeva su di lui.. -
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Chi non risica non rosica, Wyatt poteva restare nel seminterrato eppure così non fu, in queste occasioni l'auror sapeva perfettamente che restare inattivi non avrebbe portato da nessuna parte. Salite le scale si decise ad uscire dalla stanza e, una volta aperta la porta, Wyatt si ritrovò in una stanza di circa dieci metri quadrati, una porta sulla sinistra e una finestra con inferriate di fronte alla porta da cui stava uscendo, la stanza in questione sembrava un salotto, un tappeto con sopra un tavolo era posizionato al centro della stanza, quattro piccoli divanetti andavano a completare il tutto posizionati ai quattro lati, alcuni scaffali erano stati attaccati al muro con alcuni libri posizionati su di essi e un armadio a muro. La stanza era un po' meno spartana rispetto allo scantinato ma, come per il precedente ambiente Wyatt avrebbe potuto notare che non offriva molte cose. Un lucchetto a combinazione era posizionato sulla porta sulla sinistra e quattro erano le cifre richieste per sbloccarlo. Senza di esse l'auror avrebbe potuto fare un semplice calcolo per comprendere che aveva diecimila combinazioni possibili da provare prima di poter riuscire a sbloccarlo. D'altro canto un piccolo minibar era posto nella stanza e, aperto, Wyatt avrebbe potuto vedere come non sarebbe né morto di fame o disidratato. Forse avrebbe potuto o dovuto esaminare al meglio la stanza, cercare indizi riguardo la combinazione k disperarsi. Certo era che Vath, in quel momento, probabilmente era con un pacco di pop corn in mano a godersi lo spettacolo da una posizione privilegiata ridendosela di gusto per quell'addio al celibato differente rispetto ai soliti. A volte bastava cambiare prospettiva, guardare le cose da un'altro punto di vista e subito la soluzione sarebbe potuta diventare evidente. La prima situazione l'aveva risolta grazie a del fil di ferro e un chiodo, la seconda sarebbe stato necessario un approccio meno fisico e più intuitivo.. -
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I processi mentali eseguiti dall'auror erano insondabili e appartenevano solo a lui. Eppure non ci mise molto a trovare uno schema, gli oggetti forse potevano rappresentare i numeri che sarebbero occorsi oer aprire quel lucchetto così per qualche minuto Wyatt si sarebbe messo a ragionare su di essi quattro lati, quattro divanetti, due per il tappeto e il tavolo al centro della stanza e uno per l'armadio a muro. Il giovane Grifondoro avrebbe potuto avvicinarsi al lucchetto, iniziando ad armeggiare con i tasti della combinazione che, per il momento, era settata su 0 0 0 0. Fece ruotare la prima rotellina, posizionandosi sul quattro, la seconda scattò per due volte mentre un solo click si sentì alla terza per poi proseguire di nuovo con quattro rotazioni per raggiungere la combinazione 4 2 1 4. Il momento della verità era giunto, Wyatt avrebbe potuto tirare verso il basso la cassa del lucchetto e vedere se il suo ragionamento era giusto o sbagliato. Senza attendere oltre, l'auror avrebbe fatto quella prova del nove e per un attimo le sue speranze vennero illuse, non era quella la combinazione giusta. Preso dallo sconforto si sarebbe potuto accasciato su quei comodi divanetti in attesa dell'ispirazione o di un aiuto divino. Che fosse in pericolo ormai era chiaro come il sole che non lo era, l'unico disagio forse era proprio la sensazione di essere intrappolato. Eppure, seguendo il ragionamento fatto in precedenza, il suo sguardo sarebbe potuto cadere sulla sinistra dov'era posizionata la libreria. Osservando meglio si poteva notare come questa avesse sette ripiani, colmi di libri, e quindi non poteva centrare con la combinazione del lucchetto. Se Wyatt avesse anche controllato l'armadio dietro di sé avrebbe potuto notare una miriade di vestiti al suo interno. Esaminati quelli appesi sulla barra metallica l'auror avrebbe potuto trovare all'interno di una tasca un bigliettino di carta con su scritto il testo.
"Acero e quercia lo contiene/
Sul quarto ramo giace la chiave/
Il formato schiude la via.". -
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Un passo in avanti fu fatto dall'auror: trovare quel pezzo di carta all'interno dell'armadio e, il suo intuito, gli fece comprendere come, quelle poche righe, potessero aiutarlo per risolvere il problema del lucchetto. La prima strofa gli aveva fatto individuare come bersaglio la libreria, la seconda il ripiano giusto della mensola eppure sulla terza riga non seppe cosa inventarsi. Spostò i libri, li aprì e cercò di sfogliarli alla ricerca di qualcosa di utile all'interno di essi ma nulla, non riuscì a trovare nulla. Forse la terza strofa poteva essere interpretata in diverse maniere, in fondo su quel pezzo di carta era stata usata una parola in particolare. Ragionando su quegli elementi l'Auror avrebbe potuto trovare una soluzione eppure ciò che al momento risultava evidente dal brontolio del suo stomaco era che, da quella mattina o forse ancor di più, non toccava cibo o acqua. Una mente a stomaco vuoto non lavora al massimo delle sue capacità e, il minibar offriva un leggero spuntino che tuttavia non avrebbe appagato al meglio le necessità di Wyatt, forse se mangiate con moderazione quelle scorte avrebbero potute durare maggior tempo ma per una fame vorace quegli snack avrebbero potuto rappresentare un piccolo palliativo. A stomaco pieno probabilmente Wyatt avrebbe potuto comprendere meglio la terza strofa dell'indovinello e, guardando la libreria, avrebbe potuto notare una cosa che pochi istanti prima non aveva fatto: qualche ripiano più in basso si trovava un dizionario, forse consultandolo si sarebbe avvicinato alla soluzione. Se lo avesse fatto, alla voce formato avrebbe trovato la seguente definizione:
"formato2
/for·mà·to/
sostantivo maschile
Forma e dimensioni di un oggetto.
"una confezione f. famiglia"
Nell'industria editoriale e della carta, tipo definito dalle dimensioni di ciascuna pagina o ciascun foglio."
Quindi poteva essere un indizio la dimensione dei libri, che Wyatt nella foga di ricercare indizi aveva spostato di posto. Non c'era dubbio, l'auror era vicino alla soluzione per uscire da quella stanza.. -
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Qualcosa nel ragionamento che l'auror faceva era fallace, se quello che stava facendo era tutto un enorme escape room, Wyatt doveva avere il buonsenso di comprendere come un evento simile che gli aveva organizzato indubbiamente Vath fosse a tempo. Mettersi a controllare un intero ripiano colmo di libri non lo avrebbe condotto da nessuna parte ma soprattutto lo sviava da ciò che era necessario comprendere. Aveva letto la definizione dell'enciclopedia eppure non aveva fatto quel salto neurale, quel collegamento tra gli indizi che possedeva risultava mancante. Formato sì si riferiva alla grandezza delle pagine ma come poteva cercare quattro cifre all'interno di un intero scaffale, forse il Ministeriale avrebbe dovuto cambiare punto di vista, spostare i libri forse poteva essere stato un errore. O forse no? C'era probabilmente uno schema a lui ancora ignoto? I libri erano di diverse altezze, quattro in particolare, quindi come capire quale scegliere o, forse, non avrebbe dovuto cercarne nessuno in particolare. Il Ministeriale tuttavia aveva optato per rinfrancare lo stomaco e, dirigendosi al minibar, lo aveva saccheggiato di una barretta energetica. Non era nulla di che, una barretta al cioccolato con qualche mix di frutta secca, giusto il necessario per placare i morsi della fame, mentre masticava avrebbe potuto ragionare su quel dilemma. I libri erano la chiave, una possibile soluzione poteva essere rappresentata non da ciò che contenevano quei libri ma, piuttosto, proprio loro stessi. A lui servivano quattro cifre, una somma di numeri che erano contenuti a detta dell'indovinello trovato sul quarto ramo ovvero il quarto ripiano di quell'unica libreria. Evidentemente Wyatt non era l'auror migliore in una situazione d'investigazione e all'accademia Auror nelle materie più logiche e di ragionamento faticava ad ottenere la promozione. Le sue qualità erano altre, questo era evidente, probabilmente Vath da attento osservatore avrebbe dovuto capire che l'amico in una situazione del genere sarebbe potuto sembrare un pesce fuor d'acqua.. -
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L'auror certo che quella situazione poteva essere risolto tramite i libri sul quarto scaffale non si diede per vinto, non era arrivato alla soluzione quello era chiaro dal lucchetto ancora bloccato eppure in tutto il suo lavorare con i libri finì con il raggrupparli tutti assieme per lo stesso formato. Un tentativo di mettere ordine o l'inizio di una sindrome ossessivo compulsiva? Eppure quel gesto mise tutti i libri perfettamente allineati sullo scaffale. Ciò che poteva notare Wyatt era che, ciascuno di quei formati, non era composto da più di nove libri e quell'intuizione avrebbe potuto rappresentare la chiave di volta nel ragionamento per sbloccare la serratura di quel lucchetto. Se contati uno per uno il computo finale era di sette libri, tre almanacchi, nove manga e un unico manuale, poteva essere quella la soluzione? Ma, soprattutto, in che ordine metterli. Wyatt avrebbe potuto procedere per tentativo o, data l'ora, rilassarsi sul divano e passare il resto della serata per vedere che cosa sarebbe stato dato in televisione. Se avesse preso il telecomando avrebbe scoperto che, l'unico programma disponibile fosse "La Compagnia dell'Anello" di Peter Jackson ed era appena iniziato, stava passando sullo schermo proprio il prologo dove dama Galadriel faceva da narratore esterno raccontando la storia degli Anelli del potere donati agli elfi, gli uomini e i nani e del tradimento di Sauron e la creazione dell'unico Anello. L'auror avrebbe potuto rilassarsi guardando tre ore di film per poi cercare di trovar conforto ler la notte su quei divani o far lavorare la mente per cercare di sbloccare quel lucchetto. Tre sette nove uno, quei numeri e le parole dell'elfa coincideva esattamente con il numero dei libri sullo scaffale. Di solito negli escape room gli indizi tendevano a collegarsi come denti di ingranaggi dando modo alle persone di risolvere l'enigma e procedere avanti.. -
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